...
Raccoglie la sua biancheria intima in giro per la casa.
Il tubino è rimasto sui gradini
delle scale che portano al piano superiore, il
reggiseno sul comodino, gli slip in fondo al letto e, come ci sono
finite lì
lei non ne ha la più pallida idea.
Si è sciacquata la faccia il più in
fretta possibile, ha indossato il vestito
nero della sera prima e ha accuratamente evitato ogni indumento del
ragazzo
lasciato sul pavimento, guardando critica la macchia viola che ha sul
lato del
fianco – colpa del frontale con l’angolo della cucina – per poi
spostare lo
sguardo verso l’altro segno, molto più evidente, sul suo collo.
“Brutto bastardo,” esala, toccandosi il punto arrossato.
“Cos’è? Dovevi
marchiare il territorio?” continua, infilandosi alla meno peggio il
tubino
troppo stretto: saltando più volte sul posto per tirare su la cerniera
– senza
mai spostare lo sguardo dal ragazzo completamente addormentato sul suo
letto,
attenta ad ogni suo singolo movimento.
Afferra la pochette lasciata
sull’ammasso di fogli sparsi alla rinfusa sulla
scrivania e ne estrae il suo cellulare verde (regalo del nonno),
notando
quattro chiamate ed un messaggio.
Janette.
P. S. Credo che sia un ex Tassorosso -
“E
chi ti aspetta. Ero anche io con un figo da paura,” mormora al
cellulare,
osservando con un sorriso appena visibile il display illuminato.
“E così io sarei un ‘figo da
paura’?” sussurra una voce assonnata, prima di
sbadigliare.
In questo momento Lily lo sa per
certo, che il destino la odia e che sta
pagando anni di arretrati di fortuna solo adesso, quando c'è
lui
nel suo letto che la guarda divertito e c'è lei con una faccia da pesce
lesso, che sobbalza e urta dolorosamente la scrivania mentre fa un
passo
indietro.
“Cosa?!”
“Eh?” Scorpius accenna una risata,
tirandosi a sedere sul letto, incurante
della trapunta che scivola via. “Non fare la finta tonta.”
Lily – d’altro canto – avvampa,
boccheggiando imbarazzata. “MA CHE FAI?!” Poi
gli punta il cellulare contro, cercando di risultare più minacciosa
possibile.
“Copriti, Malfoy!”
La risata di Scorpius si fa più
audace, mentre alza entrambe le sopracciglia.
“Ti ricordo che hai già visto
tutto… e anche io.” La squadra per un istante,
confuso. “E non vorrei farti arrabbiare dicendoti che preferirei
vederti senza
quello addosso, piuttosto che conciata come una pazza isterica.”
Lily lascia scivolare il
braccio lungo il fianco, facendo in modo che il
cellulare tentenni contro la gamba nuda. “Sei pessimo.”
“Devi andare da qualche parte?”
Non sa, Lily, se fargli notare che
ha evitato accuratamente di rispondere al
suo insulto, perché invece si concentra su di lui e su quanto sia
terribilmente
bello conciato in quel modo – quando, invece, è vero ciò che dice lui,
affermando che sembra una pazza.
I suoi capelli sono ancora un
ammasso di grumi diabolici e le fanno un po’ male
le gambe, ad essere sinceri.
“Io… devo andare a lavoro, ecco,
sì.”
Di sabato. Quando l’orologio segna
le undici del mattino.
Merlino, quanto tempo avevano…. OH,
SANTO CIELO! MA COSA STAVA PENSANDO!
Scorpius sembra assumere uno
sguardo pensieroso, mentre la guarda.
“E non fai colazione?”
La rossa sorride, incrociando le
braccia al petto, per poi puntare più volte la
parte posteriore del cellulare sul gomito. “E’ una specie di invito a
farla
insieme?”
“Sì beh, di solito non sono il
tipo.”
“Lo avevo immaginato.”
[ Non aveva fatto neppure in tempo a
varcare la porta di casa che Scorpius aveva sigillato le sue labbra con
le
proprie, ancora, trascinandola dentro
senza guardare, troppo impegnato a torturarle la pelle calda e a far
scivolare
le mani lungo i suoi fianchi stringendo possessivamente la presa.
Ad ogni passo di lui ne corrispondeva uno suo. Il petto del biondo si
abbassava
e il suo si alzava.
Si era ritrovata bloccata fra lui e il muro senza rendersene conto,
mentre con
le mani tremanti era riuscita a sfilargli velocemente la camicia.
Lasciò che le loro lingue si intrecciassero e si sfiorassero, che le
sue mani
esplorassero il petto del ragazzo mentre le sue si infilavano al di
sotto del
tubino nero, ormai diventato solo d’impiccio.
La presa delle sue mani scivolò urgentemente sui glutei di lei,
alzandola da
terra nello stesso istante in cui lei gli cingeva la vita con le gambe
e
stringeva le sue spalle tra le dita.
Senza sapere minimamente dove andare, l’unica cosa che Scorpius riuscì
a fare,
nello stesso momento in cui Lily gli morse languida il labbro inferiore, fu quella di urtare involontariamente contro
l’angolo della cucina – spalmandocisi contro.
“AHIO!”
Lily si allontanò dalla sua bocca, guardandolo torva giusto per un
istante.
“Se tu la smettessi di…” cominciò
Scorpius, finché il suo sguardo non si posò sulle labbra di lei.
“Di fare cosa, per l’esattezza?” rispose la rossa, mordendosi il labbro
inferiore, divertita.
Le dita di Scorpius le accarezzarono le cosce e, nel tirarla più a sé,
facendo
aderire perfettamente il bacino a quello di lei, si ritrovò a strappare
buone
parte delle calze ormai rovinate della rossa.
Lily boccheggiò per un istante, gemendo sommessamente quando un brivido
le
invase tutto il corpo.
“Cos’è, un gioco?” esalò il ragazzo, afferrando l’estremità delle sue
calze
fini, sfilandogliele lentamente via.
La ragazza l’osservò per un istante, non rendendosi davvero conto di
quello che
stava succedendo: era come se avesse sconnesso il cervello e stesse
agendo solo
d’istinto.
Scivolò via dal ripiano della cucina e gli prese – incerta – la mano,
facendogli
cenno con il capo verso le scale.
Gli occhi grigi di Scorpius la guardarono per un istante di troppo,
prima di
decidere di chinarsi ancora verso di lei e baciargli piano le guance
piene
d’efelidi, seguire i suoi passi fino alle scale e continuare a baciarla
sulla
bocca, prima lentamente, poi con più foga.
E Lily più volte si ritrovò su qualche gradino più alto del suo, a
prendergli
il viso tra le mani e attirarlo più a sé, ad aiutarlo a sfilarle il
vestito,
conducendolo verso la sua camera da letto.
L’arredamento della stanza passò in secondo piano nello stesso istante
in cui
lui le sganciò il reggiseno e le dita di
lei armeggiarono con la cintura dei suoi pantaloni.
E, sebbene il suo cervello fosse partito
per altre galassie per colpa delle carezze di Scorpius sul profilo dei
suoi
fianchi e sui suoi seni, Lily contò mentalmente i secondi che ci
impiegò per
far scendere la zip fino in fondo, per slacciargli meglio la cintura e
lasciare
che i pantaloni si sfilassero via da soli, cadendo sul pavimento.
Fu solo in quel momento che capì cosa stava per fare, quando cozzò
contro il
margine del letto e ci cadde sopra, seguita da lui.
Quando sentì il suo membro premere contro la propria intimità e tutto
il calore
che le invase il basso ventre quando lo sentì baciarle il collo, i seni
e
scendere più in basso, con una lentezza disarmante.
Più giù. Ancora.
Lo sentì torturarle il seno destro e lasciarle umidi baci lungo tutta
la
pancia, fin sotto l’ombelico.
Scendi.
Le morse piano l’interno coscia, avvicinandosi con calma sempre più
all’interno.
E fu quando lui le sfilò l’ultimo indumento che lo capì.
Le strinse la presa sulle sue gambe e la fece scivolare lungo il
materasso,
avvicinandola di più a sé.
E fu lì che Lily comprese, mentre gli occhi le si chiudevano e la
labbra si
aprivano appena per prendere più aria, che avrebbe voluto che quella
notte
durasse sempre un po’ di più. ]
“Sicura che non vuoi fare
colazione?” domanda di nuovo, guardandola con gli
occhi ancora impastati dal sonno e un ciuffo di capelli a tradire la
sua figura
impeccabile nonostante l’ora e la faccia ancora assonnata.
Lily deglutisce agitata, annuendo
con vigore mentre punta il dito verso le
scale.
“Devo fare delle commissioni e – tu
però puoi rimanere ancora! Il bagno è la
porta a destra, se ti serve…” Ma cosa diavolo sta dicendo?
“Oh, sì, certo,” continua lui,
confuso.
Sbaglia o sembra che non voglia che
lei vada via?
“Bene,” esala Lily, infilandosi una
mano tra i capelli. “E per ieri notte – è
stato… WOW!”
Okay.
Non è esattamente quello che voleva
dire, ma okay.
Scorpius sorride, in perfetto
accordo con la ragazza.
“È stato incredibile.”
Le gambe della rossa tentano di
nuovo un crollo, mentre un sorriso a cavallo
tra il divertito e l’imbarazzato si fa largo sul suo volto.
“È stato pazzesco,” afferma,
incurante dello sguardo di Scorpius. “E grazie
per la…”
Per la cosa? Per la compagnia?
Lascia la frase morire così,
trattenendosi
dall'avvicinarsi a lui e baciarlo di nuovo.
Malfoy continua a fissarla. “E
grazie a te per la…” aggiunge poi, ripetendo le
esatte parole della ragazza.
Perché è impossibile negare il
fatto che quella sia stata una delle sere più
‘wow’ della sua vita, tanto per rimanere in tema.
Ma chi se lo sarebbe aspettato, da
lei.
Lily infila il cellulare nella
pochette, si sposta i capelli dietro un orecchio
e indossa le ballerine che avrebbe dovuto portare al locale, invece di
quei
trampoli. “Allora io vado.”
Scavalca il lenzuolo riverso per
terra e si avvia velocemente alla porta,
bloccandosi istintivamente.
Si volta piano all’indietro, giusto
il tempo di vederlo alzarsi e armeggiare
con i suoi pantaloni.
“Okay, ora farò tutte le mie
commissioni e penso che andrò a trovare la mia
amica Janette, aspettando una tua chiamata entro…”
“Cinque minuti?” domanda
lui ironico,
allacciandosi la cintura e guardandola divertito.
Non ce la fa Lily a non ridere e ad
abbassare lievemente il capo, annuendo.
“Esatto, sì.”
Poi varca la porta, lasciandolo
solo.
Otto di sera, stesso vestito del venerdì precedente, capelli in
disordine.
Quando entra in casa ormai è buio e
non c’è nessuno. Non guarderà mai più la
cucina nello stesso modo, lo sa.
Lancia la borsetta sul divano e
sbuffa, con un diavolo per capello.
Ma cosa si aspettava? Era solo una
notte.
Stupida lei che pensava come una
ragazzina innamorata.
“Hai venti anni maledizione,
smettila,” sbotta al nulla, aprendo la porta del
bagno per vedere se sia tutto apposto.
Si sfila il vestito e lo lancia
nella doccia ancora umidiccia, camminando per
la casa in sola biancheria intima.
Quando entra in camera non si
stupisce nel vederla in perfetto ordine.
È sempre stato un tipo ordinato,
lui.
Non c'è niente fuori posto, niente,
se non per una cosa.
Un bigliettino, un minuscolo
bigliettino appoggiato su uno dei due cuscini.
Inutile dire che Lily si precipita
verso di esso, incuriosita.
Ti aspetto domani per pranzare insieme. Alle 12:30 davanti al locale di venerdì.
Credi di riuscire ad arrivare puntuale?
Scorpius.
P. S. Considerati fortunata, pago io. -
“Che idiota,” è la sua unica
esclamazione.
N.B: una parte di questa FF è ispirata ad un dialogo avvenuto nel film "Una spia non basta."