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Autore: _moonlight    03/07/2013    8 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO:
“E chi ti aspetta. Ero anche io con un figo da paura,” mormora al cellulare, osservando con un sorriso appena visibile il display illuminato.
“E così io sarei un ‘figo da paura’?” sussurra una voce assonnata, prima di sbadigliare.
In questo momento Lily lo sa per certo, che il destino la odia e che sta pagando anni di arretrati di fortuna solo in questo momento, quando c'è lui nel suo letto che la guarda divertito e c'è lei con una faccia da pesce lesso, che sobbalza e urta dolorosamente la scrivania mentre fa un passo indietro.
“Cosa?!”
“Eh?” Scorpius accenna una risata, tirandosi a sedere sul letto, incurante della trapunta che scivola via. “Non fare la finta tonta.”
{ Lily&Scorpius is always the way. ♥ }
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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...


Raccoglie la sua biancheria intima in giro per la casa.

Il tubino è rimasto sui gradini delle scale che portano al piano superiore, il reggiseno sul comodino, gli slip in fondo al letto e, come ci sono finite lì lei non ne ha la più pallida idea.
Si è sciacquata la faccia il più in fretta possibile, ha indossato il vestito nero della sera prima e ha accuratamente evitato ogni indumento del ragazzo lasciato sul pavimento, guardando critica la macchia viola che ha sul lato del fianco – colpa del frontale con l’angolo della cucina – per poi spostare lo sguardo verso l’altro segno, molto più evidente, sul suo collo.
“Brutto bastardo,” esala, toccandosi il punto arrossato. “Cos’è? Dovevi marchiare il territorio?” continua, infilandosi alla meno peggio il tubino troppo stretto: saltando più volte sul posto per tirare su la cerniera – senza mai spostare lo sguardo dal ragazzo completamente addormentato sul suo letto, attenta ad ogni suo singolo movimento.
Afferra la pochette lasciata sull’ammasso di fogli sparsi alla rinfusa sulla scrivania e ne estrae il suo cellulare verde (regalo del nonno), notando quattro chiamate ed un messaggio.

- Non mi aspettare, sono con un figo da paura!
Janette.
P. S. Credo che sia un ex Tassorosso -


“E chi ti aspetta. Ero anche io con un figo da paura,” mormora al cellulare, osservando con un sorriso appena visibile il display illuminato.
“E così io sarei un ‘figo da paura’?” sussurra una voce assonnata, prima di sbadigliare.
In questo momento Lily lo sa per certo, che il destino la odia e che sta pagando anni di arretrati di fortuna solo adesso, quando c'è lui nel suo letto che la guarda divertito e c'è lei con una faccia da pesce lesso, che sobbalza e urta dolorosamente la scrivania mentre fa un passo indietro.
“Cosa?!”
“Eh?” Scorpius accenna una risata, tirandosi a sedere sul letto, incurante della trapunta che scivola via. “Non fare la finta tonta.”
Lily – d’altro canto – avvampa, boccheggiando imbarazzata. “MA CHE FAI?!” Poi gli punta il cellulare contro, cercando di risultare più minacciosa possibile. “Copriti, Malfoy!”
La risata di Scorpius si fa più audace, mentre alza entrambe le sopracciglia.
“Ti ricordo che hai già visto tutto… e anche io.” La squadra per un istante, confuso. “E non vorrei farti arrabbiare dicendoti che preferirei vederti senza quello addosso, piuttosto che conciata come una pazza isterica.” 
Lily lascia scivolare il braccio lungo il fianco, facendo in modo che il cellulare tentenni contro la gamba nuda. “Sei pessimo.”
“Devi andare da qualche parte?”
Non sa, Lily, se fargli notare che ha evitato accuratamente di rispondere al suo insulto, perché invece si concentra su di lui e su quanto sia terribilmente bello conciato in quel modo – quando, invece, è vero ciò che dice lui, affermando che sembra una pazza.
I suoi capelli sono ancora un ammasso di grumi diabolici e le fanno un po’ male le gambe, ad essere sinceri.
“Io… devo andare a lavoro, ecco, sì.”
Di sabato. Quando l’orologio segna le undici del mattino.
Merlino, quanto tempo avevano…. OH, SANTO CIELO! MA COSA STAVA PENSANDO!
Scorpius sembra assumere uno sguardo pensieroso, mentre la guarda.
“E non fai colazione?”
La rossa sorride, incrociando le braccia al petto, per poi puntare più volte la parte posteriore del cellulare sul gomito. “E’ una specie di invito a farla insieme?”
“Sì beh, di solito non sono il tipo.”
“Lo avevo immaginato.”


[ Non aveva fatto neppure in tempo a varcare la porta di casa che Scorpius aveva sigillato le sue labbra con le proprie, ancora, trascinandola dentro senza guardare, troppo impegnato a torturarle la pelle calda e a far scivolare le mani lungo i suoi fianchi stringendo possessivamente la presa.
Ad ogni passo di lui ne corrispondeva uno suo. Il petto del biondo si abbassava e il suo si alzava.
Si era ritrovata bloccata fra lui e il muro senza rendersene conto, mentre con le mani tremanti era riuscita a sfilargli velocemente la camicia.
Lasciò che le loro lingue si intrecciassero e si sfiorassero, che le sue mani esplorassero il petto del ragazzo mentre le sue si infilavano al di sotto del tubino nero, ormai diventato solo d’impiccio.
La presa delle sue mani scivolò urgentemente sui glutei di lei, alzandola da terra nello stesso istante in cui lei gli cingeva la vita con le gambe e stringeva le sue spalle tra le dita.
Senza sapere minimamente dove andare, l’unica cosa che Scorpius riuscì a fare, nello stesso momento in cui Lily gli morse languida il labbro inferiore,  fu quella di urtare involontariamente contro l’angolo della cucina – spalmandocisi contro.
“AHIO!”
Lily si allontanò dalla sua bocca, guardandolo torva giusto per un istante.
“Se tu la smettessi di…”  cominciò Scorpius, finché il suo sguardo non si posò sulle labbra di lei.
“Di fare cosa, per l’esattezza?” rispose la rossa, mordendosi il labbro inferiore, divertita.
Le dita di Scorpius le accarezzarono le cosce e, nel tirarla più a sé, facendo aderire perfettamente il bacino a quello di lei, si ritrovò a strappare buone parte delle calze ormai rovinate della rossa.
Lily boccheggiò per un istante, gemendo sommessamente quando un brivido le invase tutto il corpo.
“Cos’è, un gioco?” esalò il ragazzo, afferrando l’estremità delle sue calze fini, sfilandogliele lentamente via.
La ragazza l’osservò per un istante, non rendendosi davvero conto di quello che stava succedendo: era come se avesse sconnesso il cervello e stesse agendo solo d’istinto.
Scivolò via dal ripiano della cucina e gli prese – incerta – la mano, facendogli cenno con il capo verso le scale.
Gli occhi grigi di Scorpius la guardarono per un istante di troppo, prima di decidere di chinarsi ancora verso di lei e baciargli piano le guance piene d’efelidi, seguire i suoi passi fino alle scale e continuare a baciarla sulla bocca, prima lentamente, poi con più foga.
E Lily più volte si ritrovò su qualche gradino più alto del suo, a prendergli il viso tra le mani e attirarlo più a sé, ad aiutarlo a sfilarle il vestito, conducendolo verso la sua camera da letto.
L’arredamento della stanza passò in secondo piano nello stesso istante in cui lui le sganciò il reggiseno  e le dita di lei armeggiarono con la cintura dei suoi pantaloni.
E, sebbene  il suo cervello fosse partito per altre galassie per colpa delle carezze di Scorpius sul profilo dei suoi fianchi e sui suoi seni, Lily contò mentalmente i secondi che ci impiegò per far scendere la zip fino in fondo, per slacciargli meglio la cintura e lasciare che i pantaloni si sfilassero via da soli, cadendo sul pavimento.
Fu solo in quel momento che capì cosa stava per fare, quando cozzò contro il margine del letto e ci cadde sopra, seguita da lui.
Quando sentì il suo membro premere contro la propria intimità e tutto il calore che le invase il basso ventre quando lo sentì baciarle il collo, i seni e scendere più in basso, con una lentezza disarmante.
Più giù. Ancora.
Lo sentì torturarle il seno destro e lasciarle umidi baci lungo tutta la pancia, fin sotto l’ombelico.
Scendi.
Le morse piano l’interno coscia, avvicinandosi con calma sempre più all’interno.
E fu quando lui le sfilò l’ultimo indumento che lo capì.
Le strinse la presa sulle sue gambe e la fece scivolare lungo il materasso, avvicinandola di più a sé.
E fu lì che Lily comprese, mentre gli occhi le si chiudevano e la labbra si aprivano appena per prendere più aria, che avrebbe voluto che quella notte durasse sempre un po’ di più. ]



“Sicura che non vuoi fare colazione?” domanda di nuovo, guardandola con gli occhi ancora impastati dal sonno e un ciuffo di capelli a tradire la sua figura impeccabile nonostante l’ora e la faccia ancora assonnata.
Lily deglutisce agitata, annuendo con vigore mentre punta il dito verso le scale.
“Devo fare delle commissioni e – tu però puoi rimanere ancora! Il bagno è la porta a destra, se ti serve…” Ma cosa diavolo sta dicendo?
“Oh, sì, certo,” continua lui, confuso.
Sbaglia o sembra che non voglia che lei vada via?
“Bene,” esala Lily, infilandosi una mano tra i capelli. “E per ieri notte – è stato… WOW!”
Okay.
Non è esattamente quello che voleva dire, ma okay.
Scorpius sorride, in perfetto accordo con la ragazza.
“È stato incredibile.”
Le gambe della rossa tentano di nuovo un crollo, mentre un sorriso a cavallo tra il divertito e l’imbarazzato si fa largo sul suo volto.
“È stato pazzesco,” afferma, incurante dello sguardo di Scorpius. “E grazie per la…”
Per la cosa? Per la compagnia?
Lascia la frase morire così, trattenendosi  dall'avvicinarsi a lui e baciarlo di nuovo.
Malfoy continua a fissarla. “E grazie a te per la…” aggiunge poi, ripetendo le esatte parole della ragazza.
Perché è impossibile negare il fatto che quella sia stata una delle sere più ‘wow’ della sua vita, tanto per rimanere in tema.
Ma chi se lo sarebbe aspettato, da lei.
Lily infila il cellulare nella pochette, si sposta i capelli dietro un orecchio e indossa le ballerine che avrebbe dovuto portare al locale, invece di quei trampoli. “Allora io vado.”
Scavalca il lenzuolo riverso per terra e si avvia velocemente alla porta, bloccandosi istintivamente.
Si volta piano all’indietro, giusto il tempo di vederlo alzarsi e armeggiare con i suoi pantaloni.
“Okay, ora farò tutte le mie commissioni e penso che andrò a trovare la mia amica Janette, aspettando una tua chiamata entro…”
“Cinque minuti?” domanda lui ironico, allacciandosi la cintura e guardandola divertito.
Non ce la fa Lily a non ridere e ad abbassare lievemente il capo, annuendo.
“Esatto, sì.”
Poi varca la porta, lasciandolo solo.








Otto di sera, stesso vestito del venerdì precedente, capelli in disordine.

Quando entra in casa ormai è buio e non c’è nessuno. Non guarderà mai più la cucina nello stesso modo, lo sa.
Lancia la borsetta sul divano e sbuffa, con un diavolo per capello.
Ma cosa si aspettava? Era solo una notte.
Stupida lei che pensava come una ragazzina innamorata.
“Hai venti anni maledizione, smettila,” sbotta al nulla, aprendo la porta del bagno per vedere se sia tutto apposto.
Si sfila il vestito e lo lancia nella doccia ancora umidiccia, camminando per la casa in sola biancheria intima.
Quando entra in camera non si stupisce nel vederla in perfetto ordine.
È sempre stato un tipo ordinato, lui.
Non c'è niente fuori posto, niente, se non per una cosa.
Un bigliettino, un minuscolo bigliettino appoggiato su uno dei due cuscini.
Inutile dire che Lily si precipita verso di esso, incuriosita.


- Quale Purosangue che si rispecchi ha un cellufare?
Ti aspetto domani per pranzare insieme. Alle 12:30 davanti al locale di venerdì.
Credi di riuscire ad arrivare puntuale?
Scorpius.

P. S. Considerati fortunata, pago io. -




“Che idiota,” è la sua unica esclamazione.

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N.B: una parte di questa FF è ispirata ad un dialogo avvenuto nel film "Una spia non basta."

   
 
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