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Autore: RonHermione    03/07/2013    1 recensioni
Qualcosa cambia nella vita dei due fidanzati Ron e Hermione. Un errore commesso, una parola di troppo e i due si trovano a dividersi. Inutile dire che soffrono, soffrono entrambi. Avranno bisogno del tempo. Un personaggio ambiguo si insinuerà nella storia e porterà la pace! Una pace che tarderà ad arrivare.
-Dal I capitolo:
«In certe cose il lupo perde solo il pelo. Bene, cosa posso fare il per il tuo bel fidanzatino?»
«E’ questo il punto! Non è più il mio “bel fidanzatino”. Almeno non per il momento»
«Non ti seguo, Granger» disse lui guardandola interrogativo.
-Dal II capitolo:
«Del tempo per cosa Hermione? Io ti amo sul serio! Forse tra i due quella che non ama più, sei tu! E adesso cosa fai? Scarichi la colpa a me? Certo, giochiamo a scarica barile, siamo tutti bravi!»
«Ronald, smettila di fare il bambino! La situazione è questa, io vado via! Ciao!»
«Se esci fuori da quella porta, non contare di entrarci più!!»
BOOM!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo II – Un incontro sgradevolmente piacevole
Hermione aveva lasciato da quasi tre ore villa Malfoy con l’accordo che Draco l’aiutasse ad uscire dalla situazione in cui si trovava attualmente. Era contenta che le avesse offerto il suo aiuto. Certo, era un po’ strano confidarsi con chi un tempo è stato nemico, ma ora era migliorato. Hermione lo sapeva…vedeva nei suoi modi di fare che era diverso e la rivelazione che lui le aveva fatto l’aveva convinta ancora di più. Il pensiero più grande era Ron. Stava soffrendo, era ora di darsi una mossa.
                                                                                   ***
«Harry, sono io! Apri! Si congela fuori!» urlava Ron davanti al viottolo di Casa Potter. Erano settimane che non usciva di casa e stava dentro sdraiato sul divano a mangiare schifezze e bere burrobirre e ogni tanto qualche bottiglia di Whiskey Incendiario. La casa era uno schifo! L’assenza di Hermione si faceva sentire eccome e non c’era notte che passava senza che lui pensava a lei. Pensava soprattutto a quella notte, quella terribile notte. . .

«Ron dobbiamo parlare»
«Dimmi amore, ti ascolto»
«Credo che la nostra storia sia diventata solo una routine. Credo che non ci amiamo più come una volta. E io non posso stare con un uomo che non mi ama»
«Hermione, ma cosa diamine stai dicendo? Hai la febbre per caso? Herm, io ti amo! Forse non te lo ripeto in continuazione, ma è così. Davvero!»
«Si, come no! Ho deciso, Ronald. Vado via… mi serve del tempo!»
«Del tempo per cosa Hermione? Io ti amo sul serio! Forse tra i due quella che non ama più, sei tu! E adesso cosa fai? Scarichi la colpa a me? Certo, giochiamo a scarica barile, siamo tutti bravi!»
«Ronald, smettila di fare il bambino! La situazione è questa, io vado via! Ciao!»
«Se esci fuori da quella porta, non contare di entrarci più!!»
BUUM!

Il suono della porta sbattuta è l’unico suono che ancora ora, a distanza di tempo, gli è rimasto nitido nella mente. E lui si era ritrovato lì, nel corridoio che portava all’uscita a guardare quella porta chiusa, con l’infantile sensazione che fosse tutto uno scherzo e che Hermione sarebbe tornata di li a poco. Aveva continuato a fissare la porta per tutta la notte e quando finalmente capì che se ne era andata veramente, quando finalmente si lasciò sconfiggere dalla realtà, si accasciò a terra contro un muro e non gli restava che piangere.
                                                                                                                ***
«Ron! Ron! Ma che cazzo fai?» Harry era inginocchiato per terra e scuoteva l’amico che per terra, singhiozzava.
«Porca miseria, Ron! Da quanto tempo che sei qui fuori? Andiamo alzati» disse Ginny tra le lacrime. Sapeva che il fratello soffriva maledettamente, ma vederlo in quello stato era davvero troppo! Harry fece alzare Ron e lo portò nel loro salotto. Era freddo, congelato e piangeva come un bambino. Ginny gli portò una tazza di thè per scaldarlo e si sedettero nel divano difronte a lui.
«Cosa succede, Ron?» chiese Harry all’amico dopo che questo si calmò.
«Cosa può succedere, Harry? Mi manca! È un mese che non c’è! La casa è uno schifo, io non so fare niente senza di lei! Sono due giorni che non vado a lavoro, certo, sanno e comprendono ma io più passano i giorni più mi sento uno schifo!» disse Ron evidentemente arrabbiato e stanco.
«Hai pensato di parlarle? Non so, farle un discorso per farle capire che ti manca e contemporaneamente è una grandissima stronza» domandò Ginny al fratello con calma. Sapeva che in queste situazioni, con Ron ci voleva la calma.
«Si Ginny, c’ho pensato più volte! Ma non avrebbe senso! Lo so che lei è venuta e so anche che io le ho chiuso la porta in faccia letteralmente! Ma so anche che siamo abbastanza grandi, è lei che ha sbagliato. E per quanto io possa ammettere che non sono il massimo del massimo come fidanzato, lei l’ha fatta grossa!». E come potevano dargli torto?
«Comunque, vado a casa. Domani mi devo alzare presto. Grazie, davvero» disse Ron alzandosi dal divano
«Puoi restare a dormire qui se vuoi» disse Ginny andandogli incontro
«No sorellina, tranquilla. Buonanotte» e salutandoli uscì di casa.
                                                                                                                    ***
La mattina dopo la sveglia suonò puntuale e Ron, come di consueto, si alzò svogliatamente dal letto e andò in cucina alla ricerca di qualcosa da mangiare. Ma non trovò nulla di buono e così salì di nuovo le scale per andarsi a vestire. Si vestì con calma, era ancora presto, e uscì di casa. Era il primo giorno che si sentiva quasi tranquillo. Lo sfogo della sera prima era servito a qualcosa.
Si fermò in un bar babbano e ordinò un caffè. Era seduto in un tavolino a sorseggiarlo e a leggere un giornale babbano, quando vide una figura entrare. Capì subito di chi si trattava e in un secondo si ricordò che era il bar babbano che frequentava sempre con Hermione. E lei era lì, stava ordinando qualcosa ma non si era ancora accorta di lui. Ron era diventato nervoso, non voleva farsi vedere. Non era pronto per un affronto. Aveva bevuto il caffe tutto in un sorso, e per un pelo, non gli andò di traverso, si era alzato pronto ad andarsene da quel posto e deciso a non tornarci più.

Tropo tardi. Hermione si era girata e lo stava osservando con gli occhi lucidi. Ron notò che il suo viso era sciupato e stanco. Ma non si soffermò a guardarla, voleva andarsene di li. Lei gli si avvicinò e gli disse un debole «Ciao» ma lui non rispose, troppo indaffarato a mettersi il cappotto. Così la ragazza aggiunse «Ti fermi a bere un caffè? Ti va?»
«Già fatto, grazie» fu l’unica cosa che Ron fu in grado di rispondere. Prese la valigetta che si trovava sul tavolino e senza ne guardarla ne salutarla se ne andò.

Hermione rimase immobile, incapace di parlare e di muoversi. L’aveva visto e si era sentita morire, aveva notato le occhiaie formatesi sotto i bellissimi occhi blu di lui e sapeva che era la responsabile. Si era fatto crescere anche un po’ la barba, e questo era segno di trascuratezza. Ma il suo odore, l’inconfondibile profumo che le aveva regalato lei tempo fa, era ancora su di lui. Lacrime amare le scesero involontariamente dagli occhi. Quella giornata sarebbe stata terribile.

 
Angolo autrice:
Devo ammetterlo, scrivere questa FF mi sta costando un sacco! Ho tantissime idee per la testa e metterle nero su bianco insieme per rendere perfetta la storia è difficilissimo! Spero che questi primi due capitoli vi siano piaciuti! ;) Per gli altri dovrete pazientare un po’ :/ Mi raccomando recensite e ditemi cosa ne pensate! Un bacione <3 <3 
  
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