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Autore: rescuemetommo    04/07/2013    2 recensioni
'Ehm, grazie...?'
Lui mi guardò confuso.
'Oh, Harry, piacere.' stese la sua mano verso la mia e me la strinse.
'Grazie, ancora.' gli sorrisi.
**
'Tesoro, devi fare un lavoro per me. Devi diventare un ragazzo.' Un ragazzo? La guardai schioccata, incredula delle parole che aveva detto.
Fino a prova contraria non avevo le palle da bowling, ma un'altra cosa. Forse era troppo stanca, ne sono certa. Sta parlando nel sonno, è sonnambula. Ovvio.
'Mamma, stai bene?' gli chiesi controllando se non avesse la febbre. Gli misi la mano sulla fronte ma lei me la tolse infastidita.
'Non sto scherzando.'
Genere: Comico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima cosa: ci saranno anche coppie slash, ovvero relazioni tra più uomini. c:
Non so che dire dato che non so nemmeno come sviluppare la storia.
Di idee ne ho, ma devo solo collegarle.
Mi annoiavo e volevo scrivere qualcosa. Quello che ne è uscito mi sembrava carino e l'ho pubblicato c:
Spero che sia carino anche per voi.
Non vi obbligo su nulla, ma è troppo chiedere più di dieci parole per sapere cosa ne pensate? Mi fate questo favore?
Pls, quando scrivo ci metto tutta me stessa.

cercherò di aggiornare presto, un bacio c:



Era una giornata abbastanza fresca per essere giugno.
L'erba era verde e abbastanza alta, segno che non veniva tagliata da un po.
Non c'erano molte persone, quasi sempre nessuna.
Il cimitero di Holmes Chapel era sempre vuoto, tranne la domanica e il sabato.
Ero abituata ad essere sola, parlando con mio padre.
Parlare con lui, seduta su una sedia davanti la sua zona di sepoltura, mi faceva star bene. Mi faceva ricordare molti momenti passati con lui.
Andavo a trovarlo da 3 mesi, ormai.
Era una routine, lo facevo ogni giorno. 
Gli parlavo della mia giornata, di quello che succedeva, di come stava mamma e mia sorella, Katie.
Katie è stata la persona che ha risentito più di tutti la sua andata. Era molto legato a lui, l'abbiamo portata da uno psicologo.
Io non ne avevo bisogno, dovevo essere forte per lei e mamma.
La maggior parte delle volte piangevo mentre facevo la doccia o quando era sicura che nessuno fosse dentro casa.
Piangevo lacrime silenzione, abbracciando un maglione che ero solita prendergli per stare in casa.
Stavo dimenticando il suo odore. 
Ricordo che era molto dolce, lui amava i profumi. Sono ancora li, nessuno li ha spostati. Il suo profumo preferito era di Armani, credo.
Ricordo i suoi occhi marroni, che la sera mi sorridevano pur essendo stanchi a causa del lavoro.
Oh papà, quanto mi manchi.
Da fare schifo.
Rivoglio i tuoi abbracci, quelli che mi davi appena tornato a casa. I tuoi baci, anche le nostre litigate, ormai eravamo soliti farle.
Forse è questo il rapporto che hanno di solito le figlie con i padri, litigano, dicono cose che non pensano, non si parlano e poi si pentono fino a scusarsi.
Rivoglio la tua presenza in casa, la paura che avevo nel portare i miei amici. Manchi anche a loro, sopratutto le tue domande che spesso incutevano timore.
Voglio poter dire 'mio padre verrà a prendermi stasera' come facevi sempre quando uscivo.
Volevo poter dirti di aprire la finestra del bagno perchè c'era troppa puzza.
Voglio poter poggiarmi sulla tua pancia e guardare la tv insieme.
Rivoglio la mamma sorridente. Non sorride da 4 mesi, e non spero lo faccia presto.
Sai, ho cominciato a dormire con lei, ma lei occupa la tua parte.
A volte la vedo guardare le vostre foto, eh dio, eravati bellissimi insieme.
Tutti vi invidiavano.
Spero di incontrare un uomo come te, ma non che vada via così presto come hai fatto tu.
Spero che entri presto nella mia vita.
Mi hai sempre detto che vorresti un ragazzo buono e giusto per me. Cercherò di restare su quest'onda sui ragazzi.
 
 
Tirava un leggero ventolino, si stava benissimo.
Il cielo, seppur coperto da una coltre di nuvole, era sempre affascinante.
Era lunedì pomeriggio e stavo cambiando le orchiedee sulla sua tomba.
Mi sentivo in colpa, non sono andata a trovarlo per due giorni.
Avrei voluto Katie con me, ma si rifiuta ogni volta. Non vuole affrontare la tua perdità, non sai quanto mi dispiace.
Non c'era nessuno, come sempre.
'Sai papà, oggi non è stata una bella giornata. Ho preso un brutto voto, a matematica. Non l'ho mai capita. E' una materia che non mi entra nella testa. Non so come dirlo a mamma, sai che ci tiene alla scuola. Di solito ne parlavo con te, ma... ora non posso, come saprai. Spero che che ti prenda cura di noi, da una nuvola. So che ti sei chiesto di cosa sono fatte, spero che me lo dirai con qualche segnale maestoso... o qualcosa del genere. Com'è lassù? Hai incontrato i nonni? Salutameli e digli che mi mancano tanto anche loro.'
Continuai con il mio racconto. Parlai di tante cose.
Gli rivelai delle volte che fecevo tardi e scappavo di casa. Ormai non poteva punirmi, ironia.
Gli raccontai che Nick, il ragazzo che odiava, mi aveva chiesto di uscire, ma io l'ho respinto. Non volevo un ragazzo che lui non apprezzasse.
Volevo che fosse fiero di me, anche da lassù. Dopotutto, mi guardava e pregava per me.
Ad un certo punto scoppiai in lacrime. Forse era per il mio essere forte fuori, quando invece dentro ero fragile come una piuma.
Feci passare tutte le emozioni che sentivo attraverso un pianto liberatorio. Singhiozzavo, ma nessuno poteva sentirmi.
Non ero pronta, nessuno lo era. Nessuno di noi si aspettava la sua scomparsa.
Ad un certo punto sentii una mano sulla spalla. 
Mi girai di scatto e vidi un ragazzo. Aveva i capelli ricci, e gli occhi verdi. Era molto più alto di me, infatti dovetti alzare il viso per analizzarlo meglio.
Mi guardava preoccupato e mi porse un fazzoletto.
'Tutto bene?' mi chiese.
Aveva un ombrello che lo copriva. Aveva iniziato a piovere e nemmeno me ne resi contro, che stupida.
'Si, grazie per il fazzoletto..' sussurrai alzandomi dalla mia sedia.
Non avevo un ombrello, bene. Di male in peggio.
Lui mi guardò scettico e mi chiese se volessi essere accompagnata fino all'entrata del cimitero per poi farmi coprire dagli alberi.
Salutando mio padre, mi avviai con questo ragazzo.
Il viaggio fu silenzioso, non sapevo cosa dire ed ero davvero timida.
Arrivati a destinazioni lo guardai sorridendo. Per poi chiamare mia madre per chiederle di venirmi a prendere. Lei sapeva dei miei pomeriggi e non era mai stata contraria a questa mia usanza.
'Ehm, grazie...?'
Lui mi guardò confuso.
'Oh, Harry, piacere.' stese la sua mano verso la mia e me la strinse.
'Grazie, ancora.' gli sorrisi.
Passarono 5 minuti e mia madre ancora non era arrivata. Forse c'era traffico, era davvero imbranata con la guida, ma ha dovuto imparare dopo la morte di papà. Stava cercando di imparare, ecco.
'Come mai piangevi? Ricordi?' chiese quel ragazzo mentre cercava di non bagnarsi e di coprirsi meglio con l'ombrello.
La sua domanda spuntò come nulla fosse, e questo mi lasciò sbigottita. Era così facile da porre? Eppure era semplice curiosità?
'Diciamo...' risposi vaga, con un viso apatico, senza voler celare nessuna emozione. Non volevo piangere davanti ad uno sconosciuto. L'idea non mi allettava molto.
'Mi aspettavo una risposta tipo 'no, le mie pupille sono incinte e gli si sono rotte le acqua'.' rispose sorridendo, cercando di fare il simpatico.
Diciamo che un sorriso scappò anche a me, la battutina non era male, ma non il massimo.
'Se vuoi ti rispondo un'altra volta.. no, c'era un moscerino nel mio occhio, ok? un MOSCERINO. Ti va bene questa risposta?' chiesi restando sul gioco, tanto non avevo nulla di meglio da fare in quel posto e lui fino ad ora mi è sembrato a posto, non un assassino stupratore .
Lui rise, e devo dire che sembrava una foca ammaetrata, gli cadde pure l'ombrello. Che maldestro.
Mentre lo raccoglieva, arrivò mia madre con la nostra punto. Salutai Harry con un 'alla prossima' e me ne andai.
L'avrei rivisto? Chissà. Ma cosa ci faceva in questo posto? Non l'avevo mai visto, quel cimitero era abbastanza piccolo, vedevo sempre le stesse facce nei giorni festivi.
Alla prossima, Harry.
  
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