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Autore: Silver_Doe    04/07/2013    2 recensioni
1976 - Sesto anno dei Malandrini ad Hogwarts: un anno indimenticabile e fondamentale per la vita dei nostri protagonisti, i quali si ritroveranno insieme ancora una volta, uniti più che mai da quel legame indistruttibile che è la loro profonda amicizia. Avventure, cambiamenti, litigi... ma soprattutto la storia d'amore tra James e Lily, riempiranno fino in fondo questo memorabile periodo, nel quale una nuova guerra sta per sconvolgere l'intero mondo magico. Tutto sta per cambiare e niente sarà più come prima: una nuova era sta per iniziare!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO XI

- James, Sirius! Da ‘sta parte! – Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts, li chiamava a gran voce, agitando l’enorme manona grande quasi quanto una ruota.
Hagrid era un omone gigantesco: aveva il volto quasi nascosto da una criniera lunga e scomposta e da una barba incolta e aggrovigliata, ma si distinguevano gli occhietti neri che scintillavano come scarafaggi sotto tutto quel pelame. Seppur a prima vista potesse sembrare spaventoso, burbero e rozzo, in realtà era tutt’altro: un uomo buono, sensibile ed emotivo, oltre che un po’ ingenuo. Coraggioso ed estremamente leale con i suoi amici. Hagrid era stato espulso da Hogwarts al suo terzo anno, per motivi sconosciuti: non aveva mai rivelato a nessuno il motivo della sua espulsione e, se qualcuno per caso glielo chiedeva, lui cambiava subito argomento, giustificandosi dicendo che un tempo era stato un ragazzo troppo focoso ed impulsivo. Nessuno, o meglio quasi, conosceva la sua vera storia.
James e Sirius erano diventati suoi amici fin da subito, già dal loro primo giorno di scuola: mentre i due, all’epoca undicenni, inauguravano la loro prima rissa con i piccoli futuri Serpeverde, Hagrid aveva cercato subito di difenderli, e da quella primissima volta, tra loro si era creato un forte legame d’amicizia. Ogni volta che potevano, anche con Remus e Peter, andavano a trovarlo nella sua capanna al limite della Foresta Proibita e passavano con lui un po’ di tempo, nel quale lo aggiornavano sugli ultimi fatti accaduti a scuola o a progettare i loro nuovi scherzi e burle. Anche Hagrid si era molto affezionato ai ragazzi: non molti nella scuola lo vedevano come un amico, il suo aspetto forse ingannava tanti, ma, come al solito, James, Sirius, Remus e Peter, avevano saputo andare oltre l’apparenza e scoprire cosa, o meglio chi, si nascondesse sotto quella corazza da gigante e, fortunatamente, ci erano riusciti.
- Ciao, Hag! – lo salutarono all’unisono i due ragazzi.
- Sempre gli ultimi voi due, eh furbacchioni?! Il professor Silente mi ha detto cos’è successo… Ma come ti viene in mente di attaccare Piton, di nuovo, eh?? Siete sempre i solidi mascalzoni! –
- E fieri di esserlo! Allora Hag… che ci fai fare stasera? – chiese Sirius, alzando la testa per guardare l’omone in faccia.
- Nah, niente scherzi stasera, Sirius! Stasera si lavora, ordini di Silente! -
- E che pluffa! – sbottò Sirius, sbuffando subito dopo.
James si avvicinò ad Hagrid per dirgli qualcosa. – Lascialo  stare Hagrid… stasera Sirius è un tantino nervoso perché si è fatto zittire da una ragazza! -
- Acciderboli! Davvero? E com’è il fatto Sirius? – chiese Hagrid, tutto interessato.
- Ancora con questa storia, Jamie? L’ho solo lasciata fare… avrei potuto stenderla se solo mi fossi impegnato… non mi andava, tutto qui. – rispose lui, spostandosi una ciocca di capelli dal viso, con una smorfia di superiorità.
-  Tu che non ti impegni con ‘na ragazza? Questo è parecchio strano! E ditemi… chi è? -
- Si chiama Silvie, è una Corvonero… - disse pronto James.
- Almeno a Black piacciono le Purosangue. - sghignazzò Mulciber, che fino a quel momento era stato in disparte a confabulare con Piton.
Nonostante tutti l’avessero sentito, nessuno ci badò. Proprio come consigliato da Remus, James cercò di ignorarli, anche se gli risultava tremendamente difficile.
- Possiamo iniziare con questa stupida farsa? – fu l’unica cosa che sentirono dire a Piton.
- Oh… certo… si… dobbiamo iniziare… -
James e Sirius gli lanciarono uno sguardo assassino.
- Oh Mocciosus, buonasera! Quasi non mi ero accorto della tua presenza! Ma ora che hai parlato bè… la fogna che esce dalla tua bocca non si può certo ignorare. - disse Sirius con un ghigno.
Piton lo guardò con disprezzo, ma non si diede la pena di rispondere, d’altronde lo faceva pochissime volte.
- Finitela, okay? Allora... statemi bene a sentire, tutti quanti! Dovete aiutarmi a trovare e recuperare una dozzina di Schiopodi Sparacoda. Stamattina, mentre il professor Clark stava facendo lezione, si sono imbizzarriti e sono fuggiti per tutto il parco. Ehm… tutti voi sapete che sono creature abbastanza pericolose, la loro coda può praticamente scoppiare e hanno un pungiglione, si questi qua dovrebbero essere tutti maschi… quindi appena ne trovate uno lanciategli l’incantesimo Impedimenta per stordirlo e dopo potete metterlo in gabbia… tutto… ehm… chiaro? -
- Chiaro come l’acqua! – esclamò James, che pur non provando una grande simpatia per gli Schiopodi, trovò quella punizione alquanto piacevole, o almeno più di altre che aveva dovuto affrontare, come quella volta che la McGranitt gli fece sgrassare a mani nude un centinaio di calderoni putridi. “Avanti signor Potter, solo olio di gomito e tanta volontà! Vedrà che finirà in un batter d’occhio! Sgrassi bene, mi raccomando!“ Aveva detto proprio così.
Sirius invece storse il naso quando Hagrid rivelò loro il compito che gli aspettava, ma non si lamentò. - Sarà un giochetto. - si limitò a dire.
Mulciber sbuffò sonoramente. – Grandioso! Non poteva trovarseli da solo quell’impedito? - sussurò a Piton, il quale emise un ghigno.
- Allora se siamo tutti pronti possiamo andare… -
Così Hagrid, seguito dal quartetto, si diresse a passo di marcia verso il parco...
- Bene… iniziamo! -
James e Sirius svoltarono subito a destra, mentre Mulciber e Piton, ovviamente, andarono a sinistra.
- Cosa c’è di meglio che catturare Schiopodi Sparacoda nel parco di sabato sera?! – chiese ironico Sirius.
- Niente, assolutamente niente! Anzi no… sono più che sicuro che preferiresti fare una passeggiatina romantica con qualcun altro che non abbia… si... né pungiglione né coda… capisci a me, Felpato! -  disse James facendo l’occhiolino all’amico.
- Quasi quasi stordisco te, sai Jamie? -
- Non ci riusciresti! -
- Proviamo? -
- Quando vuoi! -
- Bene! Uno… due… tr… AAAAAAH! – ululò Sirius.
- Che c’è? Che hai visto? Piton in tanga? -
- Per tutti i folletti Jamie! Che visione rivoltante!  Comunque no… è uno di quei mostriciattoli… -
- Ti facevo più coraggioso, Sirius! -
- Ma se è spuntato all’improvviso! –
- Uuuh quante storie! Impedimenta! – e dalla bacchette di mogano uscì un fiotto di luce dorata, che andò a colpire lo Schiopodo dritto dritto in testa. La creatura si irrigidì e cadde al suolo con un tonfo; James allora la fece levitare e la chiuse in gabbia.
- Facile come un bicchiere di succo di zucca! – disse lui, per poi guardare l’amico con un sorrisetto stampato in volto.
- Uhmpf! Bene! –
- Bene! -
- Bene! -
- Bene! -
- Piantala! – strepitò Sirius.
- Piantala tu! -
- Va bene la pianto… ma mi sto annoiando a morte! Quant’è passato dalla nostra ultima malandrinata? -
- Mmm… cinque minuti? – azzardò ironicamente James.
- No, dico sul serio Ramoso! Quant’è passato dalla nostra ultima, fresca, purissima malandrinata? Io credo un bel po’! Andiamo, dobbiamo tenere alto il nostro nome, o finirà che qui si dimenticheranno chi siamo! -
- Felpato, vorrei ricordati che siamo in punizione… proprio adesso… non credo che si siano dimenticati di noi, no? - 
- La prima e unica punizione dall’inizio dell’anno! Che vergogna… mi sento così tanto Remus… - disse Sirius, per poi emettere un sospiro.
James scoppiò in una sonora risata. - Non credo sia un male… -
- Scusa? Puoi ripetere? Credo di non aver sentito bene… anzi sicuramente non ho sentito bene! -
- Okay, d’accordo! Ritorno me stesso: dov’è Piton? Ho voglia di divertirmi! -
- Aaah questo è il mio Malandrino! – Sirius gli saltò praticamente sulle spalle, scompigliandogli i capelli corvini.
- Andiamo a cercarlo? -
- Sicuro! Però non fare l’egoista come tuo solito… lasciami almeno Mulciber! –
E così James e Sirius cominciarono a girare per il parco, intenti a cercare Piton e Mulciber. Il loro spirito da Malandrini era rimasto a dormicchiare forse per troppo tempo ed era decisamente ora di risvegliarlo. E c’era qualcosa di meglio che aprire la “caccia” proprio con i due Serpeverde che odiavano di più? Assolutamente niente.
- Eccoli lì… - bisbigliò James all’orecchio di Sirius.
- Che razza di imbecilli… guarda Piton! Ma che fa? -
- Che può fare? L’idiota… -
- Bè sei pronto, amico? -
- Sono nato pronto! -
- Questa potevi evitarla! -
- Si… potevo! –
- Bene, vediamo come se la cava Mulciber con questo… Incendio! – Sirius, cercando di non farsi scoprire, fece incendiare volontariamente la coda dello Schiopodo che Mulciber stava cercando disperatamente di acchiappare da chissà quanto tempo.
In quello stesso istante, la creatura fiammeggiante si stava catapultando verso il malcapitato Serpeverde. Quest’ultimo, a quella vista, colto il pericolo imminente, cominciò ad indietreggiare, uno… due… tre passi… e poi via! Si mise a correre come probabilmente non aveva mai fatto in vita sua: gli occhi fuori dalle orbite e la lingua a mezz’aria.
- Pitooon! Fa qualcosa! Muoviti! Piton! – Mulciber si mise a ringhiare, letteralmente. Una significativa dose di saliva gli fuoriusciva pericolosamente dalla cavità orale.
Piton, che fino a quel momento era rimasto immobile a fissare chissà cosa, non si era accorto di nulla, finchè non lo sentì schiamazzare.
Si mise a correre verso Mulciber, ma dopo pochissimi secondo si fermò, come se all’improvviso si fosse accorto di qualcosa. Ma certo…  pensò. Cominciò a guardarsi intorno con circospezione: cosa stava cercando? Semplice, un paio d’occhiali e dei riccioli neri.
- PITON! NON FARE L’IDIOTA E AIUT… AAAAH! – un urlò straziante lacerò il cielo, il tempo, lo spazio, ogni cosa. Lo Schiopodo era esploso, completamente: una sostanza melmosa, di un colore così rivoltante che lasciava libero spazio all’immaginazione di ognuno, ricopriva l’intero viso di Mulciber. Gocce grandi quanto delle noci gli cadevano sui vestiti ormai putridi, emettendo talvolta dei piccoli Pop!
… Pop …
… Pop …
… Pop …

- E’ esploso! -
- Cosa? -
- Mantienimi! -
-  Ma che diavolo blateri? -
- Mantienimi, sto per cadere! Guarda… - 
Non ci riuscivano. Non che provassero a fermarsi, ma anche se lo avessero fatto non ci sarebbero mai riusciti, mai e poi mai. È di James Potter e di Sirius Black che stiamo parlando. Non ci riuscivano.
Le risate continuavano a fuoriuscire dalle loro bocche, incontrollate, incontrastate, incapaci di fermarsi. Ad un tratto Sirius si ritrovò steso sul’erba  a gambe all’aria, con la faccia di James sulla sua pancia, che sghignazzava freneticamente. Stavano piangendo e ridendo: un sacco di risate e una valle di lacrime. 
- Vi state divertendo? Godetevela… almeno finchè potete. – un furibondo Piton era apparso dal nulla, e li guardava, anzi no, li stava letteralmente uccidendo con gli occhi.
Quelle parole non sembrarono toccare minimamente i due Malandrini, ancora sotto l’effetto delle risa.
- Puoi ridere anche tu se vuoi, Mocciosus! Prego! –
- Oh riderò Potter, stanne certo. Riderò a crepapelle quando sarete sbattuti fuori da qui. Eccome se riderò! Per mia fortuna questo accadrà a breve… anzi credo che riuscirò a divertirmi stasera stessa. -
- Cosa ti fa pensare che saremo sbattuti fuori? Da quando ridere è un reato? -
- Taci, Black. So che siete stati voi! -
- Ma davvero? E sentiamo… come pensi di provarlo? -
Piton strinse i pugni e lanciò loro un ultimo sguardo carico d’odio. Avevano ragione: come avebbe fatto? Non aveva prove. Neanche una.

Ormai Mulciber non sembrava neanche più un essere umano: il suo viso era ricoperto da piaghe color violaceo, e sul collo albergavano una dozzina di foruncoli, dai quali continuava ad uscire incessante la stessa melma che fino a poco fa lo ricopriva da capo a piedi. Era immobile, lì in mezzo al parco: non parlava, non sbatteva ciglio. Probabilmente il dolore gli impediva di fare qualsiasi movimento.
Hagrid era arrivato dopo un paio di minuti, con dieci Schiopodi ingabbiati: praticamente li aveva recuperati tutto da solo. Si era fiondato subito dallo sventurato.
- Acciderboli! Questo va portato di filato in infermeria! Voi tre… - e indicò col l’enorme indice i tre ragazzi di fronte a lui – venite con me! Dovete ancora spiegarmi cosa ci è successo a questo qui! -
E così, in men che non si dica, il gruppetto si ritrovò di nuovo all’interno del castello, o meglio davanti alla porta dell’infermeria. La manona di Hagrid bussava freneticamente. Per diversi secondi non vi fu alcuna risposta: più che comprensibile, erano le 22.30, ed era probabile che Madama Chips stesse facendo un… riposino. Ma…
- Arrivo… arrivo! Ti ho sentito! Un po’ di decenza! – strillava lei, cercando di mettersi la cuffietta e allacciandosi la vestaglia. – Ecco! Che è success… -
- Presto… Poppy! Un… letto! – sillabò Hagrid, entrando come un ciclone nell’infermeria.
- Oh santo… oh cielo! Me-mettelo qui… - disse l’infermiera, indicando il letto più vicino; ma fu costretta ad urlare – QUI HAGRID! – dato che il guardiacaccia stava girando in tondo, come se fosse sotto schock.
- Oh si… certo… qui… qui è perfetto… -
- HAGRID! Il ragazzo! – ululò di nuovo.
- Si si… - e adagiò il Serpeverde sulla branda.
- Si può sapere cosa gli è capitato? Ho paura che per rimettersi dovrà rimanere qui almeno una settimana! Aspetta… ma sbaglio o questo è l’effetto di uno… Schiopodo Sparacoda?! -
- Ehhmm… - Hagrid prese a contorcesi le mani.
- HAGRID! – un altro tuono.
- Oh si… d’accordo! Era uno Schiopodo! Ma gli avevo detto di stare attento… -
- Non ci posso credere… NON CI POSSO CREDERE! Certi mostri dovrebbero essere ABOLITI! Tenerli in una scuola… ROBA DA MATTI! E adesso fuori… avanti, fuori tutti… FUORI! – anche se minuta, quando voleva, Madama Chips sapeva essere più dura e più forte di qualsiasi gigante. Agitando le piccole braccia, costrinse il gruppetto a ritirarsi.
- Sono spacciato… mi butteranno fuori un’altra volta! Stupido… stupido… stupido! – piagnucolò Hagrid, dandosi dei colpi sulla fronte ad ogni Stupido.
James e Sirius si guardarono: l’avevano combinata davvero grossa. Si sentivano in colpa, e non perché si erano resi conto di aver fatto una scemenza, ma perché avevano messo in pericolo Hagrid, il loro amico. Doveva essere lui a stare attento a loro, a visionarli, cercando di evitare simili danni… e per colpa loro adesso avrebbe potuto passare dei guai, guai molto, molto seri.
  
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