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Autore: losefriends    04/07/2013    10 recensioni
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
Dakota Carter ha tutto quello che una ragazza può desiderare: è bellissima, intelligente, ambiziosa, ha un fidanzato ricco che l'adora - Zayn - e vive dalla parte giusta della città. C'è solo una cosa che ancora le manca: il titolo di principessa della Rosmini High School. Per ottenerlo è disposta a tutto. E ora che lei e Zayn, dopo pazienti e subdole manovre, sono a un passo dalla vittoria, nulla deve mettere a rischio la loro incoronazione. Tanto meno Niall Horan - la cui semplice vista risveglia in Dakota ricordi sgraditi e brucianti - e le sue mire allo scettro di Principe della scuola.
Ma forse è venuto il momento per l'affascinante e misterioso Niall di saldare i suoi conti in sospeso con Dakota. E quale occasione più adatta di una festa ad alto tasso alcolico per mettere in scena la vendetta a lungo attesa? Peccato che qualcosa vada storto: quello che doveva essere uno scherzo assume tutt'a un tratto i contorni della tragedia. Il mondo di Dakota crolla pezzo dopo pezzo, sfuggendo irrimediabilmente alle sue manie di controllo, e i suoi sogni di gloria di ragazza viziata si trasformano in una questione di vita o di morte.
Spunto da 'Princess'.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tre

                                              



"È stata una giornata orribile." Annunciai quella sera sfilandomi lo zainetto viola dalla spalla e lanciandolo accanto alla portafinestra della camera da letto di Zayn.
Era fermo sulla porta, intento a liberarsi della divisa di football fradicia, ma quando comincia a scivolare fuori dai miei jeans umidi -con studiata lentezza- vidi il suo riflesso nel vetro concentrarsi improvvisamente su di me.

"Dammi una definizione di orribile" disse facendo un passo verso di me. La stanza era buia, illuminata soltanto dal bagliore caldo della lampada sul comodino e dal fascio di luce bianca del Country Club, che entrava dalla finestra. Zayn mi accarezzò la gamba  con il dorso della mano e sfoderò un sorrisetto ammiccante.
“Orribile come le intossicazioni alimentari del McDonald’s, o un po’ più orribile dell’altro ieri, che se non ricordo male era stato il giorno più orribile della tua vita?”
“Non prendermi in giro” protestai, allontanandomi per guardare il prato curato della tredicesima buca e la linea ondulata di alberi rigogliosi oltre il campo da golf. Grumi di nubi verdastre roteavano in cielo, pronti a trasformarsi di nuovo in pioggia da un momento all’altro.
 
“Sei troppo vestita perché ti prenda sul serio” mormorò Zayn richiamando di nuovo la mia attenzione all’interno della stanza, e attirò il mio corpo al suo. Diede uno strattone all’attillato dolcevita nero che avevo ancora indosso. “Non sei stata tu a dettare la regole?” mi provocò, baciandomi il collo tra una parola e l’altra. “Onestà. Nuda. E cruda. Ricordi?”
Alzai gli occhi al cielo, ma sorrisi mentre mi sfilavo la maglia. Nella stanza l’aria era fresca. Ora avevo solo il mio completino nero portafortuna, e mi venne la pelle d’oca. Mi allungai di traverso sul letto ad acqua matrimoniale e mi girai di schiena, in modo che Zayn fosse costretto a salirmi addosso per farsi un po’ di spazio.
 
“All’onestà ci pensiamo dopo” dissi indicando il mio collo. “Adesso è il momento di un bel massaggio. Ho una contrattura grande come una casa proprio lì... sì, lì.”
Con i soli boxer scozzesi indosso Zayn si mise a cavalcioni su di me, pronto a massaggiarmi. Io chiusi gli occhi e per la prima volta nella giornata mi lasciai andare.
 
Dopo aver scoperto da Taylor che io e Zayn eravamo ad un passo dalla corona, avevo trascorso il resto della mattina sulle spine, sempre più ansiosa di escogitare un piano per assicurarci la vittoria. Non riuscivo a pensare ad altro. Ma ora c’era qualcosa di irresistibile nelle mani di Zayn sul mio collo, nella sensazione di forza e vigore che emanavano. Piano piano mi dimenticai di tutto il resto.
 
Mi ritornò alla mente il momento in cui avevo visto le sue mani per la prima volta: forti e abbronzate stringevano una mazza da baseball, sprigionavano potenza da cui era impossibile non lasciarci impressionare. Già, perché la stanza da letto di Zayn si affacciava sull’esclusivo Golf & Country Club, dove i ragazzi vivevano dalla parte opposta della città –quella sbagliata- si divertivano a rubare le palline da golf per poi scaraventarle contro le ville circostanti. Un passatempo puerile, è vero,ma d’altra parte i bassifondi di Cawdor non hanno molto da offrire. Il fatto che i ragazzi ricchi tenessero veri e propri arsenali dietro la porta di casa per correre dietro a quei teppisti miserabili faceva parte del gioco.
 
Certo, non rinnego i bei momenti trascorsi con quei ragazzi, quelli che entrano ed escono dal riformatorio e il cui nome finisce in Junior Junior. La mia amica di un tempo, Diletta, diceva che niente infiammava una storia d’amore con uno di quei rozzi contadini del Sud quanto una bella scazzottata con i tutori della legge. Ma, più o meno all’epoca in cui conobbi Zayn, avevo deciso di cancellare la mia vecchia vita con un colpo di spugna.
 
Era il quindici settembre, e mi ero da poco trasferita alla Rosmini High, dove frequentavo il primo anno. Mia madre si era appena riposata, di nuovo,realizzando finalmente il sogno della sua vita: trasferirci all’estremità giusta del ponte e nel distretto scolastico del Rosmini. Perciò, quando la mia palina da golf sfrecciò attraverso la camera da letto di Zayn, si trattò di un fatto –una volta tanto- del tutto casuale. E segnò la fine della mia brevissima carriera da golfista.
 
E’ assurdo, a ripensarci, ma non dimenticherò mai come, quando Zayn uscì di casa brandendo la mazza da baseball, con indosso solo un paio di calzoncini cachi immacolati, il mio primo istinto fu quello di correre a gambe levate, come diceva Diletta: quando il gioco si fa duro, fila di corsa più veloce che puoi.
“Ehi, aspetta!” aveva urlato Zayn, rincorrendomi. “Aspetta, pensavo fossi… qualcun altro.” Io mi paralizzai, immobile accanto alla sua piscina nella mia maglietta da golf nuova di zecca e la minigonna bianca a pieghe, regalo del mio neopatrigno, nonché la cosa più costosa che avessi mai posseduto. E in quel momento mi resi conto, per la prima volta nella mia vita, che avevo tutto il diritto di essere lì. Dovevo soltanto scegliere di esercitarlo.
 
Zayn non sapeva ancora quanto quel primo incontro fosse stato decisivo. Gli piaceva pensare che fossero state le carezze nel capanno della piscina a farmi ricordare quel giorno con tanta nostalgia, spingendomi a festeggiare la ricorrenza ogni mese. Ma stavamo insieme  da tre anni, ormai, e le cose andavano alla grande (mentre non potevo dire lo stesso del terzo matrimonio di mia madre). Al punto in cui eravamo, pensavo, quando si trattava di alcuni dettagli del mio passato, la regola della “sincerità nuda e cruda” valeva solo fino ad un certo punto.
 
Mentre Zayn si dava da fare massaggiandomi il collo, sentii che mi stavo rilassando completamente e lasciai andare un sospiro di beatitudine.
“Ehi, riconosco quel sospiro” sussurrò Zayn avvicinandosi al mio orecchio. “Ti stai addormentando. Non sei l’unica ad aver bisogno di allentare le tensioni dopo una giornata scolastica, non dimenticarlo.” Spalancai gli occhi e mi misi seduta sul letto ad acqua, facendolo ondeggiare.
 
“Allora sei preoccupato anche tu per l’elezione?” dissi tutto d’un fiato. “Pensavo di esserlo solo io, ma avrai visto anche tu tutti quei poster, oggi. Dici che ne abbiamo attaccati abbastanza? I nostri sono i più belli, non trovi?”
“Ottimo modo per rovinare l’atmosfera” scherzò lui. Mi sfiorò il fianco con una mano. “Intendevo solo che potrei aver bisogno anch’io di.. ecco.. scaricarmi un po’.. non so se mi spiego.”
“Oh” mormorai, allungandomi oltre il bordo del letto per raggiungere la mia borsa e prendere una gomma da masticare. “Quello.”
 
“Già. Quello. Modera l’entusiasmo, ti prego.” Quando lo guardai, mi resi conto di quanto ero stata stupida. Non volevo dargli a intendere che non mi andava. Sentire il suo corpo vicino al mio mi faceva sempre venire voglia di strappargli i vestiti di dosso. Il mio desiderio era sempre vivo, ma in quel momento avevo soltanto il ballo per la testa.
 
“Scusami, amore” dissi, affondandogli il viso nel petto. “Non volevo. Non mi basti mai, lo sai.” Cominciai a baciarlo seguendo una linea immaginaria lungo il suo ventre, cosa che lo lasciava sempre senza fiato. Indugiai proprio sopra l’elastico dei boxer e lo guardai negli occhi. “Voglio soltanto che tutti a scuola ti desiderino altrettanto intensamente… come Principe.”
Lui emise un gemito e mi accarezzò la testa. “Mi accontento del tuo appoggio.” Feci scivolare le dita dentro i boxer e schioccai la lingua in segno di disapprovazione. “No, non è abbastanza. Voglio risaldare la nostra reputazione… con una corona.”

 
“Perché?” mormorò. “Quale reputazione? Ci siamo soltanto io e te. Il resto non conta nulla. A chi importa?” Cercò di attirarmi a sé e io sentii i nostri corpi combaciare alla perfezione. Dovetti farmi violenta per staccarmi da lui. “A me. Importa a me.



 

 

Buonasera ragazze,
avevo detto che volevo aggiornare stasera,
ma mi sono resa conto che vi avevo fatto aspettare tantissimo
quindi.. ECCO QUI IL CAPITOLO.
volevo aggiornare anche ieri,
visto che non ho avuto niente
da fare tutto il giorno.
Ma è successo un imprevisto molto brutto.
Ma non importa. Riguardo ai capitoli,
aggiornerò quando queto capitolo arriva almeno ad otto recensioni.
Alla prossima c:
Ha, xx

  
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