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Autore: Pando91    04/07/2013    3 recensioni
Santana e Brittany si conoscono alla fine del liceo, quando è tutto ancora in gioco.
Dopo una conoscenza infuocata e festini compromettenti, la mora e la bionda cominciano a conoscerci meglio, grazie ad un impegno preso da Brittany per concludere l' anno al meglio. Un esame l' aspetta.
La loro vita subirà dei cambiamenti, bisogna solo vedere chi riuscirà ad accettarli per prima.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate, scusate, scusate, scusate, scusate. Forse continuare a chiedere scusa è poco credibile, ma che ce pozz fa!
Spero di non fare più un ritardo di questo genere!
A voi la lettura, Pando!



Sento una fitta, una fitta di quelle forti che mi avvolge lo stomaco. Si tratta di un dolore ancora sconosciuto, e so il perché.
La vedo andare via, con vicino suo padre, quel mostro che ha reso il nostro amore qualcosa di complicato.
Non piango di solito, non è una mia abitudine, non è quello che faccio quando qualcosa si spezza, ma in quel momento sento che è l’unica cosa al mondo che voglio fare.

Voglio lasciarmi andare, lasciare andare tutto quel dolore che mi sta distruggendo. Così mi copro il viso e sento le lacrime bagnarmi i palmi delle mani. So che attorno a me ci sono delle persone, che potrebbero vedermi, ma sinceramente non me ne frega niente, vorrei soltanto buttarmi sull’erba e piangere fino a non avere più lacrime.

Con la vista offuscata e il cuore al buio, sento solo una mano che mi afferra per il fianco e mi porta via da lì, mi spinge in avanti perché non riesco neanche a camminare come una persona normale, non ce la faccio.
Mi sento così inutile e così dannatamente vigliacca che vorrei, oltre che continuare a piangere, prendermi a schiaffi. Facciamo pochi passi ma lascio le mani sugli occhi, non voglio vedere niente, sapere niente.
Una portiera di una macchina si apre e la persona dietro di me mi ci spinge dentro. Poi anche lei sale e il silenzio piomba su di noi.

“ Qua è meglio “

Una voce maschile mi raggiunge e piano mi giro verso di lui.

“ Kurt “

Ma non mi importa, potrebbe essere chiunque, voglio solo che mi lasci lì a piangere e basta. Lo vedo sorridermi piano e un singhiozzo più violento degli altri mi esce fuori dalle labbra.

“ Sono una persona orribile “

Lui scuote la testa più volte.

“ Sei semplicemente una persona, Santana “

Continuo a piangere, non mi fa sentire meglio, ma quantomeno mi fa sfogare, sperando che forse un giorno possa perdonarmi. Prego che questo succeda.


 
Un giorno prima

“ San sei impazzita? “

Scossi la testa nella sua direzione.

“ Non sono impazzita, Quinn “

Lei girò per la stanza, cercando di calmarsi.

“ Ma non ha senso, avete fatto così tanto fino ad ora e adesso lasci stare? “

Ero seduta sul letto cercavo di assumere uno sguardo normale, quando dentro di me sentivo soltanto una grande nausea.

“ Senti, ma se non la amo più, che senso ha? “

Mi lanciò uno sguardo omicida.

“ Pensi veramente che io creda a questa cazzata? Ti conosco, siamo amiche da una vita, SO che la ami “

Strinsi le spalle. Sapevo che non ci avrebbe creduto, ma almeno ci avevo provato.

“ Ok è una cazzata, ma è quello che lei dovrà sapere. È l’unica cosa da fare “

Mi alzai per andarle incontro.

“ Credi che meriti tutto questo? Una relazione di questo genere? Nascosta, con la paura che suo padre ci scopra? Al ballo per poco non è successo e non voglio più vedere quello sguardo. Ed IO lo causo, quindi non dirmi che cazzo devo fare “

Il mio tono si era alzato, per poi affievolirsi.

“ Lascialo decidere a lei cosa merita o no “

“ Quinn non capisci? Non è salutare, per nessuna delle due. Non so come si potrebbe risolvere. Kurt rimane il suo finto fidanzato per
tutta la vita? Ma che cavolata, non si può, non voglio farle vivere tutto questo, ne ha avuto già abbastanza “


Per l’ennesima volta Quinn scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli, mezza sconvolta.

“ Se sapevi che sarebbe finita così perché allora hai iniziato? “

Mi risedetti sul letto.

“ Speravo di potercela fare, a quanto pare non è così “

Lei sembrò soddisfatta della risposta o comunque sembrava aver capito e quindi restò in silenzio, senza aggiungere nient’altro.

“ Cosa dovrei fare? “

Tirai un sospiro, contenta che Quinn mi volesse aiutare.

“ Devi dirglielo te, Quinn. Non capirà, ma non posso aspettare altri giorni e non posso dirglielo di persona. So che è difficile, mi dispiace, ma deve capire che da parte mia non può avere più niente “

“ Ti odierà, capirà che le sto mentendo, Brittany non è stupida “

“ Beh dovrai essere convincente, per favore, devi costringerla a credere che non la amo più “

Quinn mi guardò ancora con uno sguardo triste. Mi venne vicino, sedendosi vicino a me mi strinse la mano che avevo appoggiato sul lenzuolo.

“ Sei sicura San? Puoi ancora tornare indietro “

Presi un respiro.

“ Sono sicura “

Non era vero. Non ero sicura di niente già da un bel po’ di tempo, tutte le azioni che facevo mi sembravano sempre più confuse, senza senso. Ma lo feci comunque, annuii con una tranquillità nuova e lasciai che Quinn mi salutasse e uscisse dalla mia camera.

Mi sdraiai sul letto, cercando di metabolizzare, anche se ancora non ce la facevo veramente. Nella mia testa ancora c’erano tecniche sul come vederla, alla consegna dei diplomi, visto che suo padre sarebbe stato lì. Mi girai e rigirai, sperando semplicemente di prendere sonno.

Ero così stanca, stanca di inventarmi scuse, stanca di star dietro ad una cosa troppo grande.


L’ amore era troppo grande per me, non ero all’altezza di amarla, tanto meno di averla con me.
Senza accorgermene, mi addormentai. Una volta sveglia sperai soltanto, di non sentire il tipico dolore della consapevolezza, ma sapevo che sarebbe successo.

--

“ Santana, sveglia “

Cercai di divincolarmi da quella mano che voleva che mi svegliassi, sperando che fosse soltanto un sogno. Ma quella voce continuava a darmi fastidio, così mi arresi.

Quando aprii gli occhi, vidi il viso di mia madre un po’ preoccupato, anche se cercava di nascondermelo.

“ E’ il giorno del diploma “

Per un attimo cercai di capire, poi sgranai gli occhi. Era già mattina? Come avevo fatto a dormire così tanto? Il mio stomaco cominciò a brontolare rumorosamente.

“ Fatti una doccia, la colazione è pronta giù. Dai, è un giorno importante “

Mi sorrise e poi mi lasciò lì, sdraiata. Mi alzai, lenta e cominciai a prepararmi. Mi infilai sotto la doccia, ancora intontita. Il getto d’acqua tiepido mi fece increspare per un attimo la pelle. Mi portai i capelli indietro ed evitai di chiudere gli occhi.
Poi, tutti i ricordi del pomeriggio prima presero il sopravvento. Cercai di mandarli via, perché era il giorno del diploma e volevo semplicemente stare tranquilla, con i miei genitori e i miei amici.

Inevitabilmente la consapevolezza di quello che avevo fatto mi prese e chiusi gli occhi velocemente, come se quel gesto potesse cancellare le mie azioni.

Non dovevo pensarci, non dovevo farlo.

Rifiutai tutto ciò che c’era di triste nella mia testa e mi concentrai sui pensieri felici. Quel giorno per una volta avrei pensato a me stessa, solo a me stessa.

--

Quando arrivai a scuola, la maggior parte era già seduta fuori sulle sedie sotto al palco. Cercai di non posare gli occhi su Brittany, e per fortuna non la trovai.

Quinn, Kurt e tutti gli altri del Glee erano seduti vicini, con le loro toghe rosse e un sorriso vivace stampato sul viso. I miei genitori in attesa dell’inizio vennero adescati dai padri di Rachel, così tentai di avvicinarmi agli altri, prendendo un respiro.

Lei non c’era, per quanto potessi notare.

Quinn mi guardò un attimo ma non riuscii, forse per la prima volta, a capire cosa volesse dirmi veramente. D’un tratto mi sentii afferrare da un polso e trascinare verso la macchina.

Lo sapevo chi era, non c’erano altri che avessero il suo profumo. Davanti a me i suoi capelli svolazzavano, seguendo un’avanzata non poi così docile di Brittany. Serrai la mascella, sapevo sarebbe stata una conversazione difficile.

Ma sapevo anche che rivederla mi avrebbe fatto sentire meglio. Il mio cuore aumentò i battiti come quando facemmo per la prima volta l’amore, la sua mano che afferrava il mio polso mi ricordava le dolci carezze che ci eravamo scambiate.
Sarebbe stato difficile.
Mi portò dietro alla macchina del padre, la riconobbi dopo poco.
Quando mi lasciò avrei voluto che continuasse a mantenere il contatto, anche se sapevo quanto fosse incazzata.

Vigliacca, ecco come mi sentivo.

Gli occhi puntati a terra, per non guardarla nonostante la voglia di rivederla di nuovo, di vedere ogni suo dettaglio, era forte.


“ Guardami! “

Era un ordine non urlato, così mi costrinsi a fare ciò che voleva.

“ Che cazzo ti salta in mente? “

Non l’avevo mai vista così arrabbiata: aveva le guance arrossate, gli occhi duri e la bocca mezza aperta in una smorfia di dolore.
Ma non risposi.

“ Santana rispondimi. Perché vuoi mollare tutto ora? E non mi dire la cazzata che ha cercato di propinarmi Quinn perché peggiorerebbe
solo le cose “


“ Quinn ti ha detto la verità, gliel’ho chiesto io di farlo “

Cercai di prendere coraggio, ma sentivo di amarla così tanto anche così da incazzata che feci una fatica immane a non baciarla e basta.

Lei sbuffò, come in preda all’irritazione.

“ Ma smettila San, io non ho bisogno di protezione o altro, ho bisogno di te e basta “

“ E non mi puoi avere, e io non posso avere te, quindi è ora di chiudere questa storia “

Non seppi neanche come riuscì ad uscirmi dalle labbra. Lei sbatté per un attimo le palpebre, poi si riprese.

“ Me l’hai promesso, hai promesso che mi saresti stata vicina. Le promesse si mantengono “

Sembrava volesse appigliarsi a qualsiasi cosa pur di non farmi allontanare. Chiusi gli occhi, pensando a quanto avesse ragione.
Ma io avevo le mie motivazioni, avevo le mie motivazioni. Me lo ripetei come un mantra.

“ Non sempre è così. Ora andiamo che se tuo padre ci vede succede un casino “

Mi girai per andare, cercando di non guardarla più perché sapevo che sarebbe bastato poco per tornare indietro.

“ E’ per questo? Per quello che potrebbe farmi mio padre? “

La guardai per un ultimo istante.

“ E’ perché non ti amo più, Brittany “

E mi allontanai, lasciandola dietro a quella macchina che ci aveva fatto da scudo per un momento.

--

La cerimonia passò in fretta e cercai di mantenermi distante. Sentivo la sofferenza lenire ogni parte del mio corpo.
Avevo preso una decisione e dovevo portarla avanti, lo sapevo.
Quinn mi fu vicino per tutto l’evento come una di quelle amiche con cui non hai bisogno di parlare, perché in fondo capiscono.
Alla fine, quando tutto fu realmente finito, vidi Brittany venir trascinata via dal padre e ricordai che sarebbe stata l’ultima volta.
Una fitta mi fece male e seppi che sarebbe iniziato il dolore.


ANGOLO AUTRICE


Scusate per questo dannato ritardo!
Le cose di evolvono e questa storia è qua finita! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se un po' triste.

RINGRAZIO TUTTE LE PERSONE CHE LEGGONO/SEGUONO/PREFERISCONO/RICORDANO/RECENSISCONO, siete veramente in tanti e mi fa un sacco piacere!

Alla prossima ragazzi, Pando

PS. per contattarmi, farmi qualche domanda, fare due chiacchiere, se volete:

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