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Autore: Fra_Zoe_1D    04/07/2013    0 recensioni
E anche se era così pensai che quella città era magica, ti entrava nel sangue e ti rubava l'anima.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Pov Mary

Era un fresco pomeriggio di Settembre, l'autunno era alle porte, gli alberi perdevano le foglie ormai ingiallite, e un’ allegra coppia mi chiese di organizzare il proprio matrimonio il mese successivo, nel cuore dell'autunno, una stagione piena di colori ed emozioni, la mia stagione preferita. Certo era un po' presto ma ero sicura che grazie alla mia grinta avrei potuto farcela.
Il mio turno finì, così non persi tempo e mi misi alla guida, dovevo arrivare puntuale a casa, non accettavo i fuori programma. Ma nel bel mezzo della strada la mia auto si fermò. Un fumo nero mi appannò la visuale.
Restai seduta nel sedile anteriore, chiusi gli occhi per un istante sperando che appena gli riaprissi sarei stata alla guida della mia auto. Ma non fu così.
Scesi dalla macchina, pensando a come sarei potuta ritornare a casa. Cercai di chiamare Zoe o Betta nella speranza di un possibile aiuto ma in quella zona i cellulari non prendevano, e mi ritrovai a fare l'autostop.
Si stava facendo tardi, il vento settembrino soffiava, il sole a poco a poco tramontava e solo un raggio trafiggeva i miei occhi facendoli diventare due piccole fessure. Stavo cominciando a preoccuparmi, nessuno si fermava.
Decisi di cavarmela da sola. Ma neanche il tempo era dalla mia parte: iniziò a piovere. Da quelle parti era una cosa normale, così presi l’ombrello che tenevo dentro la borsa e mi incamminai. Quel giorno era tutto a mio svantaggio, a dimostrarmelo fu la pioggia che da una semplice pioggerellina lieve divenne un pauroso temporale.
Avevo paura che stavolta il mio ombrello non avrebbe resistito a tutta quell’acqua. Velocizzai il passo affinché arrivassi in un negozio per comprarne uno nuovo. ‘Le cose sono fatte male, si rovinano, si rompono.’ Pensai.
Poi mi fermai un attimo, arrivai in una piccola stradina vicino al Tamigi, rimasi ad ascoltare il dolce suono che emetteva la pioggia picchiettando su di esso, mia madre diceva sempre che questa fu la cosa più emozionante e rilassante che fece prima che io nascessi.
La magia finì quando un ragazzo venne a sbattermi contro.
<<Capisco che sta piovendo e ormai sta facendo buio, ma non credo che io abbia acquistato il mantello dell’invisibilità da Harry Potter!>>
<<Scusami.>> si limitò a dire sorpassandomi.

Andava di fretta e mi ricordò che ero i ritardo per il saggio che Zoe e Betta avrebbero avuto quella sera.
Anche se quel ragazzo aveva interrotta il momento più bello della giornata era riuscito a riportarmi nella realtà. Non sapevo se ringraziarlo o mandarlo a quel paese a quel punto.
‘Ok, Basta Mary con i tuoi stupidi pensieri e corri’ continuavo a ripetermi in quel momento.
Era inutile acquistare un ombrello dato che ero già bagnata, ma non feci a meno di quell’ombrellino rosso che vidi in un vetrina di un mini-market. Vi entrai e chiesi al commesso il costo dell’ombrello, ma lui mi fermò dicendomi che già il ragazzo che era proprio dietro di me lo aveva acquistato.
<<Mi dispiace è l’ultimo ombrello che avevamo, vede signorina qui a Londra piove spesso,ci sono molti turisti e..>> disse compiaciuto-
<<Non si preoccupi, arrivederci.>> dissi cercando di essere più ottimista possibile.
<<Arrivederci.>>
Feci per andarmene quando sentii quel respiro affannoso sempre più vicino.
<<Scusi per prima, ecco lo tenga lei, vedo che ne ha più bisogno di me in questo momento.>> Disse il ragazzo squadrandomi dalla testa ai piedi, con quegli occhi color miele e porgendomi l’ombrello.
Aveva una sciarpa che nascondeva le labbra.
<<Non c’è di bisogno, ma grazie lo stesso.>> mi limitai a dire.
<<Insisto.>> Disse ancora con il braccio teso verso di me.
<<Va bene, grazie mille …?>>
<<Jaweed, il mio nome è Jaweed!>>
<<D’accordo allora io vado.>> Dissi per andare.
<<Aspetti, come si chiama?>>
<<Ci si vede Jaweed.>> risposi

 

Pov Betta

Ero nella mia stanza,stavo preparando tutto per il saggio .Un saggio organizzato dalle scuole per un progetto di scambi.
Non m'è mai piaciuto arrivare impreparata a solo una mezz'oretta di distanza. Mi aiuta a riordinare le idee,oltre che gli spartiti.
Sentii il portone,era arrivata Mary. Subito dopo le urla di Zoe che dicevano “Mary, Mary!”
Lasciai perdere tutto sul letto e scesi le scale per salutarla. Era stanca, sfinita.
Sorrise,forzata. Come se volesse dire "è stata una brutta giornata,ma adesso che sono tornata a casa,e niente è andato a fuoco, sto meglio." Era una mia abitudine fantasticare sui pensieri della gente. Ogni incrocio per strada sarebbe stato capace di cambiarmi la mia giornata. Perché non si sa mai cosa si può nascondere dietro un sorriso,ed io,tendevo sempre ad andare oltre.

Mary mi diede un bacio e si sedette lasciando cadere tutto sul tavolo. Fogli sparsi ovunque,la borsa piena,gli occhi stanchi e le mani la lasciò abbandonate sul tavolo.
Mi guardò e disse sorridente:

<<Stasera? Tu e Zoe che vi metterete?>>
Le sorrisi per un attimo,lasciando lo sguardo sulle sue mani,che lei nascose non un attimo dopo. <<Un vestitino bianco.>> risposi.

Mi scrutò attentamente la faccia,come se volesse trovare qualcosa. Fece una smorfia e poi sbuffo' dicendo:

<<Che carine. Io ancora non so che mettere!>>

Alzandomi le dissi:

<<Ti aiuto io a trovare qualcosa!>> le presi la mano e la feci alzare.
Salimmo e lei si buttò sul letto. Cominciai ad uscire ogni abito,mio,suo o di Zoe. Alla fine,Mary,indossò un vestitino color pesca con un cinturino intrecciato alla vita. Quant'era bella quella sera!

Al saggio,come ospiti d'onore,ci sarebbero stati gli One Direction. E questo non allentava di certo la tensione,ansi.

 

 

Pov Harry

Ero fuori da una buona mezz'oretta. Sapevo che lei sarebbe stata lì quella sera. Arrivò insieme ad altre due ragazze, e prima che potesse entrare la bloccai per un braccio.

<<Finalmente sei arrivata, pensavo non venissi.>> dissi restando fermo a fissarla dritta dentro gli occhi.

La ragazza sostenne il mio sguardo. Quegli occhi mi trapanavano con una tale furia che mi ci vollero un paio di minuti prima di accorgermi che era la creatura più bella che sperassi di vedere nella mia vita.

<<Mi ci hanno trascinata in questo incubo. Non posso scappare.>> rispose con un tono coerente al suo sguardo.

Pensai che poteva avere la mia età o un anno in meno. La sua pelle era pallida come il vestito che indossava.

<<Senti l'altro giorno quando sei andata via ho trovato a terra questa collanina...>> la tirai fuori dalla tasca e gliela porsi.
Era una di quelle collanine a mezzo cuore che si scambiano i fidanzati o magari gli amici.

La ragazza sostenne ancora il mio sguardo qualche istante prima di prenderla. Quando lo fece, notai che la sua mano era bianca come la neve e che sfoggiava un anello blu all'anulare.

<<Era già graffiata quando l'ho presa. Si sarà graffiata quando è caduta...>>

<< E' graffiata da cinque anni.>> mormorò senza guardarmi.

Quando li rialzò fu per esaminarmi dall'alto in basso, come se stesse valutando un pezzo di mobile antico senza valore. Probabilmente mi stava classificando nella categoria dei cretini o degli idioti.

Di certo la mia espressione da illuminato non aiutava granché.

<<Potresti dirmi dove l'hai presa?>> domandai curioso della sua risposta.

La ragazza inarcò un sopracciglio e mi sorrise enigmatica.

<< E tu chi saresti per farmi queste domande?>>

<<Colui che ti ha riportato la tua collana e che dovresti ringraziare.>> improvvisai.

<< Un regalo che mi fecero cinque anni fa. Adesso scusa ma voglio scappare da questo incubo, fra un po' mi devo esibire. Arrivederci.>> rispose fredda, senza tradire il suo tono.

Conservò la collana nella piccola borsa, che per tutto il tempo tenne nella mano sinistra, e se ne andò lasciandomi solo con tutte le domande che avrei voluto farle.

Quando capì che non sarebbe più tornata indietro mi avviai verso l'interno della sala.

 

Pov Zayn
Eravamo lì da un bel po' e adesso dovevano esibirsi due ragazze al violino. Una di loro, Betta l'avevo vista qualche volta con Louis era un tipo molto solare, mi chiese di posare la sua borsetta nel loro tavolo indicandomelo. Non ho mai capito il motivo di quelle borsette così piccole che dentro puoi mettere solo un pacchetto di fazzolettini. Non potevo dirle di no così mi avviai al tavolo vedendo che Harry da quando era rientrato stava esagerando un po' con l'alcol.
Lì vi era seduta una ragazza. Pelle chiara, mano sui capelli e lo sguardo perso nel vuoto. Una di quelle così belle che non importa quanto tempo le guardi,non ti stancherai mai.
Posai la borsetta senza perdermela nemmeno un attimo. Giocava con la gonna del vestito e sorrideva. Chissà in quali pensieri stava sprofondando.
Si sa:le persone tranquille hanno le menti più rumorose.
Non si accorse neanche che mi ero appena seduto accanto lei. Meglio, mi diede il tempo di fare mente locale. Mi diede il tempo di capire che lei era la ragazza di quella sera. Era lei, si, ne ero sicuro!
<<Ci si rivede.>> dissi sorridendo.
Sobbalzò, sbarrando gli occhi.
<<Come scusa?>> disse con tono confuso.
<< Non ricordi sono il ragazzo di prima...>>
Mi guardò stranita, forse nei miei occhi cercava quel ragazzo che prima si nascondeva con una sciarpa e un cappello.
<<Sono Zayn Malik.>>.
<<C’è una ragazza che sta sbavando dietro di te.>>.- disse con tono fermo.
Mi girai, non so perché ma per un attimo pensai che dietro di me ci fosse Amy, la mia Amy, ma non c’era nessuno. Così mi rigirai verso la mora, ed ella non era più nella sua sedia.
<<Dove vai?>>.- dissi alzandomi di scatto per raggiungerla.
Ero stanco delle ragazze che scappavano da me.
Non disse nulla, fece un cenno con la testa indicando la pista da ballo.
<<Scommetto che vorresti ballare anche tu.>>
<<No, io non ballo.>>
<<E stasera lo farai, non mi hai ancora detto come ti chiami.>>.
Questa era la volta buona che mi dimenticassi di Amy, lei era la ragazza giusta. Non le assomigliava per niente. Lei era misteriosa. Quando credi di averla conquistata ti scappa sotto gli occhi.
Sembrava un tipo tranquillo. Amy non lo era.
La mora aveva una non so che negli occhi che Amy non aveva.
<<Io veramente dovrei andare>>.- disse abbassando lo sguardo.
<<Vuoi abbandonare le tue amiche nel loro momento?>>
In quell’istante alzò gli occhi verso le ragazze e disse: <<Lo faccio per voi.>>

La presi per mano come un gentiluomo. Il suo tocco era delicato come un fiocco di neve quando si posa sulla pelle nuda. Era una di quelle donne che avevano il mondo negli occhi. Una di quelle donne che spera di essere tutto ma ancora non ci è riuscita.

<<Sai che musica è questa?>> mi chiese d'improvviso.

<<Penso sia un canone inverso.>> risposi sicuro guardandola.

<<Questo vuol dire che si suona in retrosi...>>

<<Ti porta indietro nel tempo, fino ad arrivare alla tua infanzia.>> lo avevamo detto in contemporaneamente.

Alzò gli occhi che per tutto il tempo li aveva tenuti abbassati sui nostri piedi.

Il suo sguardo mi penetrò peggio di cento lame.

<<La musica è finita...devo...devo andare>> disse lasciandomi nel centro della pista raggiungendo il suo tavolo.

 

Pov Zoe

<<Noi dobbiamo parlare.>> una voce familiare mi sussurrò all'orecchio per poi prendermi per un braccio trascinandomi fuori.
L'odore di alcol era così forte che arrivò subito alle mie narici.

<<Harry ma che fai? Qui fuori si congela..>> dissi cercando di rientrare

<<No, no un attimo...io devo sapere..>> disse trattenendomi con un braccio

<<Che vuoi sapere? E lasciami mi fai male, lasciami!>> cercai di divincolarmi e lui allentò la presa, ma mi bloccò il passaggio

<<Devo sapere se sei la Zoe della mia infanzia...>> lo aveva detto davvero? Era tutto vero? <<Harry, noi due siamo degli sconosciuti con un passato in comune.>>. Non disse nulla, si limitò a guardarmi negli occhi. Era ubriaco.

Lo si capiva dal vuoto che c'era nei suoi occhi e dallo strato di sudore che gli ricopriva la fronte. Gli scostai i capelli che vi erano appoggiati e lui per una frazione di secondi chiuse gli occhi.

<<Sei ubriaco...>> sussurrai.

Mi strinse la mano, e mi ritrovai fra le sue braccia mentre lui affondava la testa della cavità del mio collo.

<<Scusami, scusami..>> Continuava a ripetermi tenendomi stretta. Ma poi, scusami per cosa? Bah!

<<Senti Harry, non sei in grado di tornare in mezzo alla folla e tanto meno di guidare in questo stato. Vieni con me ti porto a casa mia per stanotte.>> gli dissi cercando di farlo ragionare.

Lo scortai fino al taxy che c'era lì di fronte reggendolo per non farlo cadere. Inviai un messaggio a Mary avvisandole dell'accaduto.

Per tutto il viaggio posai gli occhi un po' sulla strada e un po' su di lui guardandolo mentre si addormentava o mentre mi chiedeva se ero Dio.

<<No Harry, io sono un errore...>>

Dopo la mia risposta fra noi ci fu solo il silenzio, solo il sottofondo della radio riempiva l'auto.

Appena arrivammo a casa lo feci stendere nel mio letto, non lo potevo lasciare su uno scomodo divano.

<<Sai cosa vorrei?>> mi chiese Harry con le mani davanti agli occhi stropicciandoli.

<<No, non lo so...cosa vorresti?>> Rispondo io levandogli le scarpe.

Silenzio, non parla. L'alcol gli sarà arrivato fino all'ultimo neurone del cervello.

<<Vorrei che tu fossi la mia Zoe. Lei era bellissima, gliel'ho detto in una lettera prima che partisse e mi lasciasse solo... per il suo compleanno gli regalai una collanina dell'amicizia io l'ho ancore lei l'avrà sicuramente persa, o magari buttata...mh... resta con me.>> mi strinse un polso e mi attirò a se stringendomi dalla vita.

Era ubriaco, non sapeva cosa stesse dicendo o cosa stesse facendo. Ma in me c'era una strana sensazione, mi piaceva averlo vicino, mi piaceva che mi stesse parlando come una volta, mi piaceva anche se non avrebbe ricordato nemmeno di avermi chiesto se ero Dio.

  
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