Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: emmevic    04/07/2013    2 recensioni
Cit/: Era ormai questione di minuti, forse addirittura secondi.
Se il titano avesse corso più in fretta o avesse fatto passi più lunghi, l'avrebbe raggiunta in un attimo; gli zoccoli che battevano il terreno con forza inaudita e il pelo dell'animale – sotto la pesante sella in pelle – ormai madido di sudore. Questione di passi, oramai.

[ Ilse Langner centric; spoiler per chi segue l'anime ]
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ilse Langner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pencilled
Posso essere disarmata, ma posso ancora combattere.
[ Ilse Langner, cap. 18.5 ]
~ Spoiler per chi segue l'anime.

Pencilled


Era ormai questione di minuti, forse addirittura secondi.
Se il titano avesse corso più in fretta o avesse fatto passi più lunghi, l'avrebbe raggiunta in un attimo; gli zoccoli che battevano il terreno con forza inaudita e il pelo dell'animale – sotto la pesante sella in pelle – ormai madido di sudore.
Questione di passi, oramai.

Odora di nuovo – il taccuino – e la copertina nera ha un ghirigori leggermente in rilievo, che sotto i suoi polpastrelli fa proprio un bell'effetto, e la grandezza è semplicemente perfetta: né troppo ingombrante né troppo ridotta. Sembra quasi sia stato creato solamente per essere stretto dalle sue mani.
Ilse, dopo aver girato la prima pagina, avvicina il naso e annusa i fogli bianchi: sanno ancora di nuovo, constata in un moto di ilarità. Le labbra le si piegano in un sorriso e gli zigomi si tendono nell'espressione.

Una radice fin troppo sporgente, la caduta repentina e vorticosa, l'enorme mano del gigante che si abbatteva sul cavallo: tutto ciò accadde in un millesimo di secondo e la donna sbatté le palpebre più volte in quel limitato arco di tempo, ancora forte la sensazione delle redini strette tra le dita.
L'esser stata sbalzata dalla sella alla fine si era rilevata una fortuna e non seppe con quale forza si rimise in piedi, ignorando il gigante che – dopo averle schiacciato l'animale, spiaccicato come fosse un insetto – masticava le gambe di uno dei suoi compagni.
I piedi si mossero da soli portandola il più lontano possibile.

«Grazie, mamma. È magnifico.»
E quelle quattro parole nascondono molti più sentimenti di quanti ne lascino trasparire, Ilse lo sa e lo sa anche sua madre, che le carezza la guancia piena di lentiggini in un gesto materno e arriccia il naso in una smorfia allegra.
Non avrebbe potuto chiedere regalo migliore, pensa e il taccuino viene infilato nella tasca della mantella incastrandosi alla perfezione.

L'erba alta le solleticava la mano e le orecchie le fischiavano per lo sforzo, mentre correva verso la foresta. Trenta metri al massimo, forse venti, la dividevano dal fitto sottobosco e dalla macchia verdeggiante, un luogo senza alcun dubbio più sicuro rispetto alla pianura in cui si trovava in quel momento.
La possibilità che un titano comparisse d'improvviso la spinse ad accelerare l'andatura e i polmoni a quel punto le parvero prendere fuoco ed esplodere in mille frammenti, intanto nel cuore la flebile fiamma della speranza si riaccendeva.

È sulla soglia quando la madre la blocca con un gesto e le si fa vicino, una mano si appoggia sulla sua spalla destra.
«Quando ti sentirai sola, quando avrai paura e tutto ti sembrerà perduto, scrivi: ti servirà.»
E non ha detto ‘scrivi e andrà meglio’, ha detto ‘ti servirà’.
Ilse sorride, attraversa la porta e alza la mano in segno di saluto: è tempo di andare.

Si accasciò contro il fusto di un albero e si portò una mano al capo, sfiorandosi la fronte imperlata di sudore. Piccole gocce salate le scivolavano lungo il collo sottile per lo sforzo appena compiuto e l'orrore di poco prima ancora stampato nella mente le occupava ogni pensiero, i capelli umidi appiccicati alla testa.
Era assolutamente indifesa, privata prima dell'attrezzatura 3d, rottasi a causa di una manovra fin troppo azzardata, poi del cavallo, morto schiacciato.
Era completamente indifesa.

Tentenna davanti alla porta, Rivaille, il pugno ad un centimetro dal legno della stessa e un cipiglio severo sul volto, poi abbassa leggermente la testa e bussa.
Quando una signora in là con gli anni gli apre, lui tende la mano e senza una parola consegna l'oggetto. La donna lo afferra e la porta si richiude; la pelle nera del taccuino non è mai sembrata tanto fredda.

Arrancando nello spiazzo erboso si sfilò ciò che rimaneva dell'imbracatura ed estrasse carta e penna: non si sarebbe rassegnata per niente al mondo.
Le rimaneva la dignità, dopotutto.
E fece un passo, Ilse, e poi un altro, avanzando – la matita stretta in una mano e il taccuino nell'altra.


NdA – Un esperimento ficcinaro (?) che vede come protagonista Ilse Langner. Spero si capisca e non sia troppo, come dire, ‘oscura’.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: emmevic