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Autore: nobodyishopeless    04/07/2013    2 recensioni
Jill abita a Framlingham nella contea di Suffolk. Negli ultimi due anni la sua vita è diventata un disastro completo, un padre violento, la madre depressa, il fratello assente e un migliore amico lontano che ha deciso di seguire il suo sogno e ha fatto strada nella musica.
Ma un giorno torna...Lei si arrabbia, lei lo accusa di averlo abbandonata.. ma se lui ora fosse pronto a salvarla.. a mettere in gioco dei sentimenti che cercavano entrambi di reprimere?
Genere: Dark, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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My new life.

A Martina, perché non mi fai smarrire.

 
Il giorno seguente Ed si svegliò a causa della luce che filtrava dalla tenda. Si voltò e trovò il letto vuoto. Ripensò alla sera precedente, non si era pentito di ciò che era successo, forse perché si era finalmente reso conto di ciò che c’era tra lui e Jill. Non ricordava quando l’amicizia di era trasformata in qualcosa di più. Si alzò e si infilò un paio di jeans, scostò la tenda dalla finestra e vide Jill di schiena che osservava i campi di papaveri. Ed uscì dal retro e la abbracciò da dietro, non sobbalzò stavolta, ma appoggiò  la testa sul suo petto nudo. Jill era molto contenta di ciò che era accaduto quella notte, era da molto che nutriva determinati sentimenti per quel ragazzo.
“Dovremo parlarne…”esordì lui.
“Dipende!”replicò lei.
“Da cosa?”chiese Ed curioso.
“Devi rovinare tutto quello che è accaduto ieri sera  parlando? Perché se è così non voglio sentire.”rispose lei divincolandosi dall’abbraccio.
“No Jill, voglio solo migliorare il momento di stanotte.”ammise Ed fermando la sua fuga.
Allora la ragazza si voltò verso di lui sorridendo aspettando un proseguimento del discorso che aveva cominciato Ed.
“Io… non voglio spaventarti, ma io..-cominciò il ragazzo in difficoltà- sono pazzamente innamorato di te Jill e lo so che è strano siamo migliori amici da sempre, ma quella di ieri non è stata una semplice scopata, è stato di più, molto di più!” confessò Ed arrossendo lievemente. Il sorriso di Jill si allargò a dismisura nel sentire quelle parole, che attendeva ormai da tre anni.
Si voltò verso Ed, lo guardò negli occhi limpidi e posò le labbra sulle sue, restarono a lungo a baciarsi, approfondendo i baci e stringendosi forti l’uno all’altra come se fossero ancore di salvezza, come se fosse l’unica cosa importante. E per un attimo sembrò che il mondo si fermasse per loro.
Poco dopo erano in casa sul divano, avevano parlato e Ed voleva ufficializzare le cose, voleva che lei fosse la sua ragazza, lo avrebbe detto nelle interviste quando glielo avessero chiesto.
“Ieri ti sei arrabbiata e non ho potuto finire di parlare.. ho chiamato tua zia e avremo trovato una soluzione..”cominciò Ed.
“Ed, mia zia abita  a Foxford in Irlanda.”lo informò la ragazza.
“Lo so Jill, è un paese stupendo, col mare, la spiaggia e le giornate radiose, secondo tua zia lì la depressione potrebbe guarire.” replicò Ed, Jill storse il naso, ma dovette riconoscere che era giusta l’ipotesi di Ed e della zia.
“Per quel che riguarda te invece ho trovato un lavoro a Londra.” rivelò Ed
“Che lavoro?”domandò Jill alzando lo sguardo.
“Modella, quello che fai adesso.. Londra è piena di lavoro per te e ci sono molte opportunità per farsi notare rispetto a questo posto.”rispose Ed facendo illuminare gli occhi di Jill, lei amava il suo lavoro.
“Io domani sera devo tornare a Londra.. parti con me.. domani mattina tua zia può venire a prendere tua madre e avrete finalmente la vita che meritate..”la pregò Ed con sguardi supplichevoli.
Jill rimase un attimo in silenzio a riflettere sulla decisione, ormai già presa. Ed l’aveva convinta.
“Ok!”accettò.
Ed sorrise.
“Davvero?”domandò Ed sbalordito “Ora chiamo tua zia… sono felice Jill!” esclamò pieno di gioia per poi stamparle un bacio sulle labbra facendola sorridere.
 
Quel pomeriggio si trovarono tutti  al parco, Ed e Jill dovevano annunciare del loro fidanzamento e l’imminente partenza di entrambi.
Appena arrivati trovarono Simon e Brooke che si sbaciucchiavano distesi su un telo. Amity e Nick stavano parlando seduti sul bordo di una fontana, Corey stava rollando uno spinello mentre guardava Tayler che palleggiava con il pallone da calcio. Ed e Jill arrivarono mano nella mano sorridendo.
“Ma guarda chi è tornato dall’oltretomba.”Li prese in giro Tayler.
“Il solito esagerato!”replicò Jill ridendo.
“Dobbiamo annunciare una cosa importante! Io e Jill.. beh ci siamo messi assieme.”annunciò Ed.
“Era ora!”risposero in coro tutti quanti.
“Cosa?”chiese Jill sorpresa.
“Era questione di tempo, si vedeva..”disse Brooke facendo annuire Simon.
“Sapevamo che sarebbe successo, avete sempre avuto un rapporto particolare… non vi comportavate da migliori amici, ma da qualcosa di più.”disse Amity.
“Ma ogni volta che provavamo a dirvelo, voi scoppiavate a ridere oppure dicevate ‘ma và’… ma noi lo sapevamo.”Rincarò la dose Tayler , facendo annuire gli altri. Ed e Jill si guardarono e sorrisero ricordando le varie situazioni in cui i ragazzi glielo avevano provato a comunicare negli anni passati.
“Poi abbiamo un’altra cosa da dirvi..-cominciò Jill pronta a dare la notizia della partenza- io e Ed andremo a Londra domani sera.. e io mi trasferirò lì. Lavorerò e accompagnerò ai concerti.. insomma vivremo insieme.” annunciò Jill.
Ci fu un attimo di silenzio, non si aspettava una bella reazione. Ricordava bene quando Ed era partito, la reazione era stata triste, depressa da parte loro. Ma la sorpresero, Amity corse ad abbracciarla con Brooke.
“Ci mancherai!”esclamò Amity.
“Sì, un sacco.”Concordò Brooke.
Jill sorrise tra le braccia delle amiche.
I ragazzi andarono da Ed e gli batterono una pacca sulla spalla per poi abbracciare Jill. Passarono il pomeriggio assieme al parco e alla sera decisero di andare al Luna Park tutti assieme, più tranquilla sicuramente della festa di Bentornato a Ed.
Su ogni giostra Ed e Jill stettero vicini scherzando con gli amici, ma senza dimenticarsi l’uno dell’altro, in realtà non era molto diverso da quando erano migliori amici, loro sarebbero sempre stati prima amici che fidanzati.
Le scariche di adrenalina si susseguivano e infestavano i corpi,  una volta ritirate lasciavano il posto ad una scia di stanchezza, infatti una volta finita la serata erano tutti molto stanchi, ognuno tornò a casa propria tranne Jill che andò a casa di Ed, dormirono assieme l’una abbracciata all’altro. Il giorno dopo si svegliarono presto, Ed preparò i bagagli aiutato da Jill e poi andarono a casa di lei, zia Sophie sarebbe arrivata verso le undici col taxi e sarebbero giunte a Foxford nel pomeriggio. Jill si affrettò a far vestire la madre, farle mangiare qualcosa e darle un aspetto decente per il viaggio, mentre Ed preparava i bagagli con le cose nell’armadio della madre di Jill, stupendosi di come fosse tutto perfettamente in ordine, solo dopo, ragionando capì che la stanza della signora Martins non si trovava in buone condizioni perché era stata recentemente messa in ordine, ma perché era da molto, moltissimo tempo che la donna non si muoveva dal soggiorno. Il padre di Jill sarebbe stato fuori fino alle undici di sera come ogni giorno, Ed e Jill sarebbero partiti verso le sei di sera e sarebbero arrivati all’attico di Ed verso le otto. Come stabilito alle undici zia Sophie si presentò a casa Martins. Era la sorella minore della madre di Jill, aveva trentotto anni ma era vedova da sette anni, il marito era morto in un incidente, investito da un camion. Sophie non aveva figli, ma la vita sociale piena e approfondita compensava la sua solitudine, ma solo fino ad un certo momento, la telefonata di Ed le era parsa una mano dal cielo. Tuttavia non si trattenne a lungo, solo il tempo di mettere le valige in auto, salutare la nipote e il suo ragazzo e il tempo che Jill abbracciasse la madre, con la speranza che guarisse. Poi Sophie partì in fretta senza dare troppo nell’occhio. La verità è che Jill aveva paura che lui tornasse all’improvviso. Voleva davvero andarsene e rifarsi una vita accanto a Ed.
All’una Ed e Jill si incontrarono con gli altri nel cottage di Ed per i saluti e passare l’ultimo pomeriggi assieme prima della partenza. Tayler tirò fuori un paio di spinelli già girati, pronti per essere fumati assieme. Così fecero.  Mezz’ora dopo pranzarono nel locale lì vicino, il Gropie dove erano soliti ritrovarsi ai tempi delle scuole superiori, il pomeriggio lo trascorsero al bowling.
Le sei arrivarono presto, le valige di Jill erano già pronte nel cottage di Ed. Caricarono i bagagli nella Land rover grigia del ragazzo. Salutarono gli amici con baci, abbracci e promesse per poi salire in macchina con molta malinconia e partire per la nuova vita.
“Tu sei sicuro che mi vuoi tra i piedi anche a Londra?”chiese Jill mentre imboccavano l’autostrada.
“Jill, io ti vorrei tra i piedi ovunque.”rispose lui ridendo.
Jill sorrise e accese la radio trovando una canzone dei Simple plan, quando terminò, iniziarono le note di “moments”, una canzone di Ed cantata dai One direction.
“Sai che ogni volta che dai una canzone a qualcuno mi vengono i nervi.”Annunciò la ragazza guardando fuori per poi posare lo sguardo su Ed.
“E perché?”chiese lui senza perdere attenzione sulla strada.
“Perché le tue canzoni sono opere d’arte, poesie.. meriterebbero di essere cantate da te.”Spiegò Jill.
“Ma i ragazzi sono  bravi..”li difese Ed
“Non dico il contrario… ma tu sei meglio!”esclamò Jill facendolo sorridere lusingato.
Il viaggio fu tranquillo, in due ore  arrivarono a Londra. Jill guardava fuori dal finestrino meravigliandosi della bellezza e dell’imponenza della città. Non era mai stata in una metropoli, veramente non era neanche mai uscita dalla contea di Suffolk. Ed la osservava intenerito.
Arrivarono nel parcheggio sotterraneo della casa di Ed. Scesero e si sgranchirono un po’ le gambe intorpidite dal viaggio. Scaricarono i bagagli e si diressero in ascensore per salire almeno sei piani.
Quando entrarono in casa, Jill rimase sbalordita, l’atrio era spazioso, arioso e luminoso. A Londra era una bella giornata di sole, che rendeva quell’attico ancora più grande agli occhi della ragazza.
“Ti faccio vedere la casa.”decise Ed guardando la reazione della ragazza all’ingresso, leggermente ritrosa ma curiosa. Cominciò dall’atrio spazioso che costituiva l’ingresso, per poi passare al salotto. Era una stanza grande con una finestra al centro della parete, un divano di pelle nera, accanto alla finestra c’era un collage di arte moderna, stile Andy Warren.  Collegata al salotto c’era la cucina, era bianca e rossa con un’isola al centro e  quattro sgabelli rossi con la scritta “Coca-cola”, Ed adorava quello stile. Poi una scala a chiocciola infestava il fondo della sala e portava al piano di sopra, Ed prese per mano Jill e la condusse per quella scala. Le fece visitare le stanze del piano di sopra, ce n’erano sei. Una era una camera degli ospiti tutta azzurra, con una foto del ponte di Brooklyn appesa al centro della parete su cui era addossato il letto a due piazze, la camera aveva un bagno privato. Ma non sarebbe stata quella la stanza in cui avrebbe dormito Jill,  ovviamente lei e Ed avrebbero dormito assieme nella stessa stanza come una vera coppia, cosa che ormai erano diventati. Poi Ed mostrò a Jill la biblioteca che fungeva anche da studio, la stanza successiva fu lo studio di registrazione dove Ed registrava gran parte dei suoi successi per poi inviarli alla casa discografica. L’ultima stanza in cui Ed la condusse era la loro stanza. Jill restò a bocca aperta, non era eccessivamente grande, era intima e raccolta ma la meraviglia stava sul soffitto, sembrava di stare in una campana di vetro, il soffitto era costituito da un’enorme finestra di vetro fatta a scalini, come se formasse un grande diamante , Jill non riuscì a nascondere il suo entusiasmo  e si gettò sul letto, sotto lo sguardo divertito di Ed.
Jill guardò il cielo dalla finestra, Ed si stese accanto a lei e sorrise, si voltò a guardarla, Jill sentì i suoi occhi posarsi su di sé  e incontrò il suo sguardo, sorrise a sua volta mentre Ed incominciava  a baciarla.
 

Eccomi qua risorta dagli inferi. Ho postato un nuovo capitolo, spero che vi piaccia a presto,
Mar.

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