K- È solo innamorata-
Kasumi aveva ragione. Akane scoprì da sola che quel turbinio di emozioni era l’ardua lotta che stava sostenendo l’amore
per Ranma, insediatosi in lei in quel anno di vita insieme, per sfrattare
l’orgoglio di quel adorabile maschiaccio. Per tutta la notte
non chiuse occhio ripensando a tutti i momenti imbarazzanti e le avventure
strampalate, talvolta mooolto pericolose vissute a causa di Ranma. Ma non era arrabbiata con lui per questo, era felice delle
esperienze fatte anche se con pericoli sempre incombenti. Lui c’era sempre
stato e questo credeva li avesse uniti ma… nonostante
non si fossero più lasciati e avessero sempre combattuto spalla a spalla i
litigi non diminuivano, anzi. Quanto odiava quei continui
litigi, sempre causati dalla gelosia, dall’orgoglio o, per meglio dire, dalla
timidezza che impediva ai loro cuori di aprirsi all’amore. Solo ora che stava per perderlo per sempre si accorse di
quante volte il suo ragazzo si fosse nascosto dietro una maschera d’insulti pur
di celare i suoi veri sentimenti.
*Ranma, sei sempre il solito stupido!* (nda: guarda che anche tu
hai sempre fatto così! ndAkane: ^//^ non è per niente
vero)
Infondo quel ragazzo dagli occhi blu che la confondevano
come ‘oceano di cui non sapeva sostenere la sfida (nuotare; ma per lei rimanere
a galla era sufficiente), da quando era stato catapultato nella sua vita non
aveva fatto altro che proteggerla, non aveva mai permesso a nessuno di ferire
la sua dolce Akane(nda: a parte se stesso. Lo faceva di continuo, ma non erano
certo queste le sue intenzioni). Le aveva anche promesso di insegnarle a
nuotare quando fosse guarito (ma questa è un’altra
storia “lezioni di nuoto”).
Era geloso. Lei stessa lo aveva sentito maledirsi a causa della
sua gelosia che lo rendeva vulnerabile alle provocazioni, mentre lui credeva di essere solo del dojo dopo essersi battuto contro Ryoga e
Kuno per lei. Ne era uscito vincitore ma i suoi rivali
non si sarebbero mai arresi.
*Ma che stupida sono!* questa volta se lo
disse da sola *Ranma mi odierà! Come ho potuto proprio
io colpirlo nel suo unico punto debole. Non mi perdonerà mai. Con questi
pensieri si addormentò stringendo forte in petto il suo P-chan che
“stranamente” era tutto paonazzo. *Oh Ranma, amore mio.*
Il mattino seguente si alzò di buon ora
come di consueto ma anziché dirigersi in palestra ad allenarsi andò
direttamente in bagno per farsi una doccia. Era tutta sudata,
aveva dormito male. P-chan dormiva ancora.
A- Papà è meglio che oggi non vada a scuola- urlò
per farsi sentire dal padre al piano sottostante.
S- Come mai tesoro? Forse non stai bene?
- Aspetta salgo a misurarti la febbre- si
offrì amorevole Kasumi. Era così dolce le ricordava
tanto la mamma. Un pizzico di tristezza la pervase.
- Non c’è bisogno. Davvero, sto bene! Non state in pensiero, ora
mi vesto ed esco, tornerò a casa per cena- la sua risolutezza non ammetteva repliche.
Soun ora parlò a bassa voce – Non è da Akane comportarsi in tal modo
K- Tranquillo papà. Fidati di lei. L’hai educata tu, la conosci
bene…-
Perché per i genitori è così difficile riuscire a fidarsi dei
propri figli !?! dovrebbero
avere più autostima come educatori. Per noi il mondo sarebbe meno stressante.
Con un solo asciugamano indosso che la copriva appena e i capelli
ancora gocciolanti entrò in camera e aprì l’armadio
alla ricerca di qualcosa di carino da indossare. La frescura dell’acqua l’aveva fatta riprendere, era raggiante. Dopo mezz’ora era ancora al punto di partenza, guardò la stanza: vestiti
sparsi ovunque. *Metterò in ordine al mio ritorno*
(nda: seee, come no!!)
Alla vista di quell’Akane seminuda il timido maialino si era
rifugiato sotto il letto. Ryoga si sentiva un verme. Neanche Ranma l’aveva mia
vista così. O forse no!!(cfr: prima o seconda puntata
dell’anime. Chi vuole intendere intenda…). Ma lui cosa ne poteva sapere. Finalmente lo sguardo di Akane si posò sulle buste che il ragazzino con il codino
le aveva fatto recapitare prima di fuggire; contenevano ancora la mini bianco
panna di jeans che arrivava appena sopra il ginocchio e un toppino viola a
maniche corte con un profondo scollo a V, adatto a quella calda giornata di
Maggio. Si sentiva elettrica con quegli abiti nuovi di zecca.
*Piaceranno a Ranma??* arrossì.
Voleva fare colpo e ci sarebbe riuscita.
Si truccò leggermente e si mise nei capelli una fascia che s’intonava
perfettamente con la maglia.
- Come sto?- si accorse di parlare al
vuoto, non vedendo il suo amato porcellino si affacciò alla finestra e lì lo
vide, ormai lontano, correre via. Avrà sbirciato?
- P-chan – urlò – vabbè non importa-
C’era un meraviglioso sole che le sorrideva splendente alto nel
cielo, che giornata perfetta; e lei si sentiva troppo sensuale. Prese un
cappellino ed uscì.
A- Kasumi, stasera apparecchia per sette come al solito-
K- Cosa avrà in mente-