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Autore: Nisvlaia86    05/07/2013    0 recensioni
Morgana è ua donna di successo. E' un'amazzone con tanto di maneggio personale che gestisce insieme alle sue amiche,ma non le basta. Ha realizzato il suo sogno ma vuole andare oltre...otlre ancora. E cosa si può fare di cosi estremo per aumentare il proprio successo?Fondare un Team Di Formula 1
Genere: Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Morgana sedeva davanti all’immenso camion parcheggiato davanti all’agriturismo. La lunghezza del veicolo quasi blocca l’accesso all’agriturismo e quasi supera la struttura in altezza. Sembra un drago,di quelli lunghi ed eleganti,come il drago della Storia Infinita. Morgana si sta bevendo il suo spritz mangiucchiando patatine mentre osserva l’imponente autotrasporto. Nella sua immensa e lunga pancia ci sono le tre JF GP1 lucide e frementi. Sulle fiancate dell’enorme camion è disegnata la parte anteriore della macchina, sotto l’enorme scritta JUVENTUS FOCUS scritta in rosso con i contorni gialli e sotto,con un carattere più piccolo,il logo dell’agriturismo che è diventato il logo della squadra di equitazione,del gruppo cinofilo e ora anche della scuderia di formula 1. C’è voluta circa una settimana per completare interamente le fiancate del camion,dono di un cliente fisso. Morgana sta osservando ammirata il suo capolavoro mentre beve soddisfatta il suo drink. “Domani si parte” pensa sorseggiando lo spritz “il sogno comincia adesso” non le pare vero. Solo adesso,che vede il camion pronto con le macchine finite e ultimate e già la partenza prossima, si rende conto che alla fine ce l’ha fatta. È riuscita a realizzare un sogno che si porta dietro da quando aveva 11 anni. Ancora prima dell’agriturismo. Prima di adesso, nulla aveva senso. La ragazza era convinta che all’ultimo momento ci sarebbe stato qualcosa che le avrebbe impedito di realizzare il suo sogno. Ora invece, può dire di esserci riuscita. Morgana bev e un sorso del suo drink ripensando a come l’avevano accolta la prima volta che si era presentata al consiglio delle squadre di Formula 1. Morgana arrivò in orario. La giovane imprenditrice però affrettò il passo e guardò l’orologio,che come al solito era avanti di dieci minuti. “Speriamo davvero di essere puntuali e che non abbiamo tutti gli orologi avanti di dieci minuti…” prese l’ascensore dell’imponente edificio della FIA e premette il tasto del 25° piano. L’ascensore proseguiva silenzioso nel suo lungo tragitto. Morgana era un pò in ansia sia per l’altezza che per l’incarico che l’attendeva. Era la prima volta che si trovava davanti a tutti i grandi magnati della Formula 1, fino ad allora si era imbattuta al massimo in Bernie Ecclestone che era andato a vedere la macchina insieme a uno stuolo di ingeneri e periti. E soltanto lui l’aveva squadrata dall’alto in basso del suo metro e sessanta arricciando il naso. Era evidente che non la riteneva degna del suo ruolo,e la ragazza non capì come mai alla fine decise di ammettere la sua squadra al campionato mondiale. Forse perché pensava che l’avrebbero derisa tutti. E non voleva perdersi lo spettacolo. Il mini schermo dell’ascensore segnò 25 in caratteri rossi e suonò una campanella elettronica,subito dopo una voce metallica disse “25th floor, you arrive at yours floor”(25°piano,siete arrivati al vostro piano) e le porte si aprirono su un ampio corridoio. Morgana sospirò e uscì dall’ascensore. “Qua finiscono i sogni e comincia la realtà” penso “ci sono voluta entrare,ora devo prendermi le mie responsabilità” cercò di farsi coraggio e cominciò a mettere un piede davanti all’altro. Non le piacevano quei doveri,non le piaceva mai prendere in mano la situazione affrontare di persona uomini molto più grandi di lei e soprattutto molto più esperti. Ma,da quando aveva deciso di aprire l’agriturismo, aveva dovuto cambiare notevolmente le sue abitudini e i suoi freni. Il corridoio pareva interminabile, alla fine Morgana lesse, fra le etichette di ogni porta, la “Meeting Room”,la Sala dei congressi. La ragazza sospirò e ancora una volta si fece forza. Appoggiò la mano sulla porta e spinse decisa. Ciò che le apparve davanti la immobilizzò sull’uscio. Morgana si trovò davanti a una serie di teste voltate verso di lei. Evidentemente tutti avevano gli orologi in avanti di 10 minuti. L’altra cosa che mozzò il respiro alla ragazza fu che tutte quelle teste lei le aveva solo viste in televisione. C’era Montezemolo,Ron Dennis, Ross Brown, Frank Williams sulla sua sedia a rotelle e tutti gli altri. Tutti che la guardavano un po’ con curiosità un po’ con rimprovero. Erano circa 10 proprietari di scuderia,Morgana era l’undicesima. In realtà la Juventus Focus aveva preso il posto di una macchina che era fallita. A dir la verità. La Juventus Focus aveva tratto molte agevolazioni anche finanziarie da questa squadra che era dovuta uscire dal giro. [Scusate]disse in inglese Morgana [sono in ritardo? Il fuso orario deve avermi giocato qualche scherzo] sorrise cercando di smorzare la tensione,ma nessuno sorrise. Tutti continuavano a fissarla. [Benvenuta Miss Bertelli] disse Bernie Ecclestone dalla sua poltrona in cima all’enorme tavolata [non è in gran ritardo,non si preoccupi. Prenda pure posto, stavamo giusto per cominciare]Morgana sorrise ancora timidamente e prese posto nell’unica sedia vuota che trovò,fra Ross Brown e un altro di cui non conosceva la scuderia. [Allora Signori,stavamo parlando dell’organizzazione del prossimo Campionato Mondiale] un hostess maschio porse a Morgana una cartelletta dove all’interno c’era un quaderno e dei fogli stampati con l’OdG. La ragazza sfoglio le carte cercando anche di seguire la discussione che si stava tenendo in un inglese molto stretto. “Ho fatto bene a fare dei corsi di potenziamento” pensò Morgana. Il soggetto principale di quel Meeting era la suddivisione dei Gran Premi. D’un tratto l’attenzione di Morgana venne catturata da una parola detta da Ecclestone: aumentare i Gran Premi ravvicinati di una settimana. “Non è possibile” pensò dentro di sé “E’ già abbastanza impegnativo averne due in un mese … e con gli spostamenti” doveva intervenire. [Mi scusi Mister Ecclestone]la voce di Morgana uscì ancora prima che lei riuscisse a formulare un pensiero concreto [ma credo sia troppo mettere così tanti Gran premi ravvicinati. Gli spostamenti non sono uno scherzo,se si conta che si viaggia con camion di dimensioni enormi che al loro interno hanno più di 1000kg di carico. Per non parlare dello stress dell’equipe e dei piloti. Insomma,va bene avere qualche Gran premio a distanza di una settimana l’uno dall’altro,ma, a mio modesto parere, sarebbe eccessivo metterne più di quanti vengano svolti con questa modalità]nella sala calò il silenzio. Morgana sentì le sue guancie avvampare e tutto il suo coraggio svanire. Aveva circa una quarantina di occhi puntati addosso. Di colpo,la ragazza si sentì quello che era: una giovane sfrontata e ambiziosa che affrontava un’impresa troppo più grande di lei. [Dunque,Miss Bertelli,sta dicendo che non dovremmo ravvicinare i Gran premi per consentire anche più vacanze alle squadre?]Morgana sentì aumentare il suo rossore, “Ormai hai lanciato il sasso,non puoi ritirare la mano” pensò decisa,fregandosene delle sue reazioni nervose sostenne lo sguardo di Ecclestone e disse [Secondo me sarebbe meglio avere meno vacanze,che poi,se vogliamo guardare, vacanze non sono,e avere meno stress. Credo che chiunque apprezzerebbe godersi la libertà a fine campionato piuttosto che averne di più ma continuare a correre per migliorare e testare la macchina]si guardò intorno [Ovviamente,questa è la sola mia opinione. Poi è ovvio che decide la maggioranza] [Ha ragione la ragazza]esclamò Frank Williams [verrebbe troppo stancante e poco producente accorciare i tempi di intervallo fra un Gran Premio e un altro] la sala si animò di un fervente dibattito su cosa fosse meglio fare. Ecclestone dovette battere la mano sul tavolo per riottenere l’ordine. [Dunque, se non ci troviamo d’accordo su questo punto, mettiamola ai voti]esclamò il patron. 8 votarono a sfavore dell’accorciamento dell’intervallo di tempo fra un GP e l’altro mentre 3 si dichiararono a favore. [Molto bene]disse con una nota di risentimento Ecclestone,fissando dritto negl’occhi Morgana [allora non ci saranno variazioni] e lanciò un’ultima occhiata ammonitrice alla ragazza. Morgana sorrise. Se pensava di intimidirla si sbagliava di grosso. Dopo due lunghe ore di dibattiti e discussioni l’assemblea terminò. Morgana era distrutta,aveva la testa che le scoppiava e non vedeva l’ora di prendere l’aereo il giorno dopo per tornare a casa. Mentre si avviava verso l’uscita del grande edificio notava che tutti la guardavano ora con rispetto. Montezemolo l’affiancò. - Ottimo commento,oggi- disse il magnate della scuderia più forte e più ambita del mondo,la Ferrari. Morgana si voltò verso di lui cercando di contenere la sua emozione. Si trovava di fronte al proprietario della sua squadra preferita di Formula 1, l’emblema dell’Italia, il fiore all’occhiello del Made in Italy. - Grazie- esclamò arrossendo un poco. L’uomo la osservò attentamente. - Hai davvero fegato,ragazzina,nessuno avrebbe avuto il coraggio di contrastare Bernie,brava. Brava davvero- corrugò la fronte. - Quanti anni hai?- le chiese. - Io … ne faccio 29 il prossimo febbraio- Luca Montezemolo annuì. - Sei veramente in gamba,così giovane e così coraggiosa. Mi chiedevo come una ragazzina così minuta e giovane potesse intraprendere un viaggio così difficile quale sia la Formula 1. Pensavo fossi pazza … - Morgana rise. - Sicuramente un po’ pazza lo sono, me lo dicono anche le mie socie. Però … beh anche Ferrari fu un pazzo sconsiderato a progettare la Ferrari, ma lui diceva che era un sogno. Ecco, io la penso nello stesso modo. Avevo questo sogno e ho trovato le carte giuste per poterlo realizzare- Montezemolo annuì colpito. - Sei ancora più intraprendente di quanto pensassi. Beh, anche se sarete i nostri rivali,nonché concorrenti, sarei molto contento di vedere che oltre a realizzarsi il tuo sogno fosse anche promettente. Davvero lo dico- Morgana sorrise. - La ringrazio, Mister Montezemolo- l’uomo scosse il capo. - Saremo rivali ma siamo anche colleghi,chiamami Luca. E basta- qualcuno chiamò l’imprenditore da una lunga limousine. L’uomo si congedò dalla ragazza e si allontanò. “Come vuoi,Luca” pensò Morgana con un sorriso.
  
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