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Autore: Meow_    05/07/2013    3 recensioni
Era tardi, avevo sonno, mi bruciavano gli occhi; ero sdraiata sul mio letto e stavo leggendo Harry Potter e La Pietra Filosofale, di J.K. Rowling.
Proprio mentre stava cercando uno scompartimento… Poof. Non mi ricordo più niente, solo un vuoto di qualche ora.
Mi sono risvegliata qui, in una stazione in cui non sono mai stata. Forse l’ho già vista da qualche parte, ma non mi ricordo bene.
-
«SOFIA!!» mi chiama per la quarta volta quella che riconosco essere la voce di Draco Malfoy.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Capitolo 5
20 punti in meno a Grifondoro





Mi alzo immediatamente e guardo l’ora: ho già sprecato buona parte del pomeriggio.
Scendo giù per bere la mia solita tazza di caffè, prima dello studio. È incredibile come quella bevanda, nel giro di poco tempo, riesca a svegliarmi e darmi energia.
Mentre preparo il caffè, mia madre entra in cucina.
«Mamma, perché non mi hai svegliata?» chiedo.
Lei fa uno scatto e alza lo sguardo, poi si rilassa. «Pensavo stessi studiando» scrolla le spalle.
«Ma…»  sono confusa, «Non ti avevo chiesto di svegliarmi, prima che mi addormentassi?» chiedo.  Non mi ricordo niente, è strano. Ho un vuoto di qualche ora, proprio delle ore prima della dormita.
Mia madre mi guarda nervosa per un secondo, poi sorride. «No, tesoro. Abbiamo pranzato e sei crollata sul divano, ti abbiamo portata a letto in braccio. Anche se sei diventata più pesante da quando eri piccola» fa una risata, che mi sembra abbastanza forzata. Ma non capisco, perché si comporta così?
«Ah, non mi ricordavo nulla. Va bene, vado a studiare» dico, con lo stesso entusiasmo di un condannato a morte. Io e la matematica non ci capiamo molto, non potrei studiare… Che ne so, Pozioni? Incantesimi? Sarebbe tutto più semplice e interessante.
«Cosa devi studiare?» chiede mia madre.
«Pozio… Cioè, matematica» mi correggo. Perché ho detto pozioni, poi? Harry Potter mi sta fondendo il cervello.
La faccia di mia madre quando sente quel “pozio-“ è indescrivibile. Diventa pallida e per un attimo sembra svenire.
«Ah, matematica» dice mia madre, e sembra riprendersi.
«Ma che succede?» chiedo.
Mi hanno fatto un po’ di storie, a volte, dicendomi che sono ossessionata con Harry Potter (come dar loro torto…), ma quella reazione mi sembra davvero eccessiva.
«Stavo pensando a Harry Potter e mi è venuto da dire Pozioni, non ero seria, tranquilla. Il cervello non mi ha ancora abbandonato totalmente» scherzo.
Lei ride a forza, di nuovo. «Lo so, tesoro, ho avuto solo un calo di pressione. Vai a studiare matematica, non preoccuparti» dice.

Faccio come dice e torno in camera mia.
Apro il libro di matematica, mi sembra di leggere arabo. Cinque anni di questa roba e continuo a non capirci niente, la scuola Babbana non fa per me, proprio no.
Mi perdo di nuovo a fantasticare su come sarebbe la mia vita se fossi a Hogwarts, mentre guardo il letto, che ha quell’aria così invitante. Il caffè stavolta non ha fatto molto effetto. Ma sì, c’è ancora tempo, un altro po’ di sonno non mi farà di certo male…
Durante il dormiveglia sento una conversazione. Non so se la sto ricordando o sognando, non mi ricordo di averla mai sentita prima, eppure…

«Cosa le succederà? Sarà come le altre volte?»
«All’inizio sarà confusa, avrà vuoti di memoria, molto sonno. Come sempre»
«Ma ricorda sempre più in fretta, cosa facciamo?»
«Sta diventando più forte. Prima o poi dovrà sapere la verità»
Stanno parlando di me? E chi sono? Prima di poterci pensare sopra, sprofondo nel sonno.

Sono nella Sala Grande, al tavolo dei Serpeverde. Seduto a fianco a me, ovviamente, c’è Draco Malfoy. Lo guardo bene, e mi accorgo che è più grande. Ma non è possibile, l’ultima volta che l’ho visto era decisamente più piccolo!
«Sofia, ci sei?» mi chiede Draco, e vedo Pansy lanciarmi un’occhiataccia. Non può guardarmi così ogni volta che Draco mi rivolge la parola, dovrò dirle due paroline.
«Sì, sì, scusa» dico.
«A volte fissi lo sguardo e ti perdi nel nulla. Mah, almeno non ti addormenti più ogni dieci minuti come facevi l’anno scorso!» dice Draco, le sue parole vengono seguite da qualche breve risata.
L’anno scorso?! È passato un anno? Non è possibile.
«Secondo te chi è l’erede di Serpeverde?» chiede Draco. Tutti i ragazzi attorno a noi ci fissano.
Per un momento mi viene da dirgli “Voldemort, logicamente”, ma mi rendo conto che non posso. È uno spoiler, giusto? Non ci capirò mai niente, di questa situazione.
«Non ne ho idea. Sicuramente non Potter» rispondo, scrollando le spalle.
«Potter?» ripete Draco. Tutti scoppiano a ridere. «Perché mai dovrebbe essere lui?» chiede.
Oh, merda. Non siamo ancora arrivati a quel punto? Ops.
«Non so, giravano voci» cerco di fare l’indifferente.
«Non ho sentito niente» risponde lui, «Non starai mica frequentando quella… Feccia?» chiede, disgustato, indicando il tavolo dei Grifondoro.
«Certo che no!» rispondo, offesa. Ma come si permette? Io e i Grifondoro? Puah! «Ho sentito Her… la Granger che ne parlava» mi correggo, sperando che non mi abbia sentita.
A quanto pare no, visto che si limita ad una scrollata di spalle.
Mi rendo conto che non ho nemmeno idea di che giorno sia, non so nemmeno se è ora di pranzo o cena.
«Draco, cosa abbiamo dopo?» chiedo, sperando che sia pranzo. Dalla luce non riesco a capirlo.
«Non dovevamo andare in biblioteca a ripassare Pozioni? Stavolta dobbiamo prendere più della Zannuta» dice Draco. Mi dà fastidio quando offende Hermione, lei mi sta simpatica. Secondo me non ci fa niente con Potter e Weasley, lei è molto intelligente. Mi piacerebbe essere sua amica, ma non potrei mai.
«Certo, me l’ero dimenticata per un momento, scusa» rispondo. Devo essere proprio brava in pozioni, dopo tutte le volte che ho letto e riletto i libri… Ah, altro che matematica. Dopo quel pensiero rimango un attimo stordita: la matematica è una materia che studiano i Babbani, l'ho sentito dire, ma cosa ne so io? 

Finito il pranzo, usciamo dalla Sala Comune. Vicino a noi stanno passando Potter e Weasley, che non ci risparmiano delle occhiatacce.  
Ovviamente il mio gruppo risponde.
«Ehi, Potter, ti sei sporcato tutta la divisa! La mammina non ti ha insegnato a usare il bavaglino? Ah, giusto…» dice Draco, e subito Harry gli è addosso. Un’altra cosa che non mi piace di Draco è quando prende in giro Harry per i suoi genitori. Nemmeno a me sta simpatico, ma mi sembra esagerato.
Ron si lancia subito per fermare l’amico, ma Draco attacca subito anche lui: «Weasley, non ti scaldare. Se strappi la tua divisa poi i tuoi genitori non te ne possono comprare una nuova!».
Ron arrossisce violentemente, molla la presa su Harry e insieme si gettano su Draco, che urla per la sorpresa. «Toglimi le mani di dosso, pezzente! Aspetta che mio padre lo venga a sapere».
«Al diavolo tu e tuo padre, Malfoy, mi fate schifo!» risponde Ron.
Tiger e Goyle intervengono, e scoppia una vera e propria rissa. Pansy strilla il nome di Draco e si mette le mani davanti alla bocca, quanto è fastidiosa.
«Ronald! Harry!» urla Hermione, raggiungendo i due amici, «Fermatevi!»
Ma i ragazzi non li ascoltano, e continuano nella loro rissa. Ormai Draco ne è uscito, di Harry e Ron si stanno occupando Tiger e Goyle.
Mi avvicino a lui, mentre si sistema la divisa e Pansy lo assilla di domande come “Ti hanno fatto male?”, “Stai bene?” eccetera, ma lui la ignora. Questa scena mi fa sorridere.
Draco mi sta dicendo cosa succederà a quei due, non appena suo padre lo verrà a sapere, quando arrivano Piton e la McGranitt.
«Cosa sta succedendo?» chiede Piton con il suo solito tono strascicato.
«Sì, Potter, Weasley, mi volete spiegare?» si aggiunge la McGranitt, con le narici che fremevano, tipico segno di quando era arrabbiata.
Harry e Ron, alla vista della McGranitt infuriata, sbiancano. Tiger e Goyle sghignazzano, invece.
«Professore, mi hanno messo le mani addosso» si lamenta Draco con fare teatrale, stringendosi il braccio, probabilmente fingendo di provare dolore. In realtà Ron e Harry l’hanno a malapena sfiorato.
«È così, Potter?» chiede la McGranitt, se possibile ancora più adirata.
«Ma, professoressa, ha fatto una battuta su mia madre…» tenta di giustificarsi Harry.
La McGranitt non mostra nemmeno un filo di compassione, mentre gli occhi di Piton si addolciscono per un momento. Nessuno sembra notarlo. D’altronde, credo di essere l’unica a sapere cosa Piton provava per Lily.
«Questa non è una buona scusa per mettere le mani addosso ad un altro studente! 20 punti in meno a Grifondoro, a testa!» dice la McGranitt.
Ron e Harry provano a lamentarsi, ma lei è irremovibile.
«A Serpeverde non hanno tolto nemmeno un punto» borbotta Ron, mentre se ne vanno.
«Legittima difesa, Weasley» risponde Piton, da dietro le sue spalle «5 punti in meno a Grifondoro, che diventeranno 50 se osi mettere in discussione i miei metodi un’altra volta».

Ron non si volta nemmeno, ma quando lui, Harry e Hermione si allontanano, lo sento imprecare vivacemente. Sento anche Hermione che lo rimprovera, scandalizzata.
«E anche oggi siamo riusciti a togliere un po’ di punti a quei deficienti» dice Draco, in tono di vittoria. Ridiamo tutti, ma il sorriso più grande lo fa a me, anche se non ho fatto niente. È in questi momenti che mi sento speciale.





Ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. E ora mi rivolgo a voi, lettori Serpeverde: non è bellissimo poter togliere punti ai Grifondoro? Oh, sì. 
Comunque, ringrazio chi ha letto e recensito lo scorso capitolo, ma anche chi segue la storia in silenzio. Grazie a tutti voi! A presto e un bacio.

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Sofia Meow
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