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Autore: meiousetsuna    05/07/2013    7 recensioni
Tokyo, era Meiji.
Momoko, una donna bellissima e misteriosa, è la proprietaria di un ristorante; ogni giorno incontra tante persone, attratte sia dalla sua avvenenza che dalla sua ottima cucina, ma un pomeriggio un personaggio molto particolare giungerà nella sua vita.
Dal testo: Possibile che quella donna tanto calma avesse visto fare a pezzi i suoi genitori e fratelli, restando in vita, pericolosa testimone dell’accaduto? Le loro supposizioni furono bruscamente interrotte nel momento in cui una palla di pelo arruffato, che emetteva un mugolio minacciosissimo, si precipitò all’interno della saletta, inseguita da Oni, il cane del legnaiolo: nessun nome poteva essere più indovinato visto che il muso dell’animale, come quello del padrone, era davvero grottesco. D’improvviso il gatto, perché di questo si trattava, si girò e con destrezza degna di un ninja decorò il suo oppositore con due profondi graffi tra gli occhi, mettendolo in fuga con la coda tra le gambe.
Buon divertimento!
La vostra Setsuna
Genere: Commedia, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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            Capitolo 5) Un tipico piatto estivo
Genere: Commedia, Fantasy


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Momotarō  sbadigliava annoiato, osservando la combriccola di personaggi  peculiari che sedevano banchettando allegramente, scherzando e alzando parecchio il gomito.
Il capogruppo* aveva degli occhi tondi che parevano scoppiare fuori dalle orbite; la pancia, decisamente abbondante, formava un rotolo che tentava di fuoriuscire dalla giacca della divisa nera,** mentre le gambette sproporzionate si agitavano fuori dal tavolo. Il Polipo.
Alla sua sinistra c’era un ragazzino allampanato, magrissimo, col viso triangolare che ospitava due occhietti sfuggenti. Il Calamaro.
Per finire, il trio era completato dal possessore di una bocca assolutamente tonda e rossa, il collo inesistente, le guance gonfiate dalle risate. Il Pesce Palla.

Vista l’ora e considerando che Momoko era in ritardo a causa del caldo che l’aveva spinta a fare un bagno, il gatto non poté che trovarli appetitosi.
Si avvicinò, sfoderando il suo repertorio di moine.
“Mrrfrrr?”****
“Via, non do da mangiare ad un animale!”
‘Si vede’, pensò il gatto indignato.
Senza perdere tempo raggiunse la stanza dove la donna si stava rivestendo, parlando da dietro la porta.
“Signora, vorrei che mi facessi un favore, è per una buona causa; scriveresti un biglietto che ti detterò?”
Poco dopo, il lavapiatti si accostò al gruppetto di studenti, consegnando loro un foglietto di carta di riso piegato in tre.
Il Calamaro, da fedele scudiero del Polipo, lo sollevò dall’incombenza di leggere a voce alta.
“Per la cifra di 20 yen**** ciascuno, vi farò entrare nel bagno della padrona, ho bisogno di denaro. Un amico”.

Un inglorioso spettacolo di voci strozzate, bocche aperte e sbavanti, mani che capovolgevano borsellini, tasche e cartelle si offrì agli occhi degli altri clienti del ristorante; poi il Pesce Palla, con fare viscido, passò banconote e monete al ragazzo che, dopo averle contate, fece cenno di seguirlo.
La porta venne fatta scorrere con estrema lentezza, per prolungare quel momento; il vapore riempiva l’aria con la sua trasparenza densa, il profumo di sapone alla pesca era inebriante; peccato che di Momoko non ci fosse traccia…
“Ci hanno presi in giro, come hanno osato?” Il Calamaro fremeva per la rabbia.
“Però in effetti, siamo nel bagno di Momoko-san! Siamo stati stupidi!” Il Pesce Palla era rassegnato.

“Si è appena immersa in quest’acqua – il Polipo era sicuramente il più maniacale – è ancora tiepida come il suo bellissimo corpo, bianca come la sua pelle… il telo che ha usato per strofinarsi è rosa!
Un attimo dopo, la vasca straripava a causa dei ragazzi che si erano buttati al suo interno, strappandosi dalla mani l’asciugamano che si passavano sul viso, intorno al collo e di cui aspiravano l’aroma.
‘Mancano solo le verdure e le alghe Nori’, pensò Momotarō, spiandoli divertito da un angolino.
La ristoratrice stava aspettando il gatto in cucina, mentre annodava un fazzoletto contenente la cifra  consegnata dal suo aiutante.

‘Momotarō-san, cosa hai combinato?’ Il tono era di finto rimprovero.
“Per favore, Signora, porteresti quella sommetta al Tempio di Gotoku-ji?***** Lì i monaci sfamano i gatti randagi che entrano nel loro giardino”.
‘Lo farò stasera; adesso devo prepararti il pranzo’.
“Non preoccuparti, Signora  - rispose malizioso – ho provveduto io al brodo di pesce!”

* I personaggi da qui descritti sono ispirati a “L’Estate di Kikujiro” di Kitano, non agli uomini-pesce di One Piece ^_^
** La prima divisa della scuola pubblica, nera, col collo alla coreana e bottoni gialli.
*** Dizionario Felino - Italiano: “Mi offriresti qualcosa di buono?”
**** Lo yen fu introdotto dal governo Meiji nel 1872 (col cambio dell’inizio del 1900, parliamo di circa 40 euro)
***** Famoso per il culto del Maneki Neko (gatto portafortuna)

Come sempre grazie a Iansom e margheritanikolaevna per aver recensito con bontà, a Lyra Belacqua (che suona deliziosamente "Pullmaniana") per seguire, e grazie ai lettori silenziosi, 12 nel quarto capitolo, sono contenta di non avervi fatti scappare!
Piccolo avviso: causa pc da portare in riparazione, domenica; Momotaro vi aspetta! =*-*=

  
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