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Autore: Lights    19/01/2008    1 recensioni
H: - Ti interessa?- Le richiese. Mac si fermò a guardarlo, i suoi occhi avevano assunto un coloro indefinito, tra il blu scuro e il nero. I lineamenti del suo viso erano più marcati e tirati. S: - Ti interessa?- Gli chiese dopo averlo guardato attentamente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Sturgis Turner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inizio: Domenica 9 dicembre 2007

Inizio: Domenica 9 dicembre 2007 ….

 

 

DISCLAIMERS: Jag e tutti i suoi personaggi appartengono a D.P.Bellisario, alla CBS e alla Paramount li ho solo presi in prestito, senza alcuno scopo di lucro, per questa fanfic. Tutti gli altri personaggi appartengono alla mia fantasia, chi volesse può anche utilizzarli.

 

1° - PORTA IN FACCIA

 

JAG HEADQUARTIER

 

S: - Maledizione!- sferrò il pugno sulla parete dell’ascensore.

Il primo con forza gli altri più debolmente. Il Tenente Colonnello Mackenzie aveva appena perso la causa, forse la più dura che avesse mai dovuto condurre contro il Capitano di marina Leroy Matrow accusato di violenze domestiche sulla moglie e sui figli.

L’Ammiraglio aveva affidato a Mac l’accusa e la difesa era stata assegnata al Capitano Mantoni e al Tenente Singer.

Mac aveva abbassato la guardia facendosi trasportare dai ricordi del passato e la Singer, scaltra com’era, se ne era approfittata, fornendo le prove schiaccianti per l’innocenza Matrow al Capitano Mantoni il quale era riuscito a scagionarlo da tutte le accuse invece di condannarlo all’ergastolo e farlo rinchiudere a Leavenworth.

Uscì dall’ascensore con passo deciso dirigendosi verso il suo ufficio come un carro armato, senza guardare in faccia nessuno guardando dritto davanti a sé.

Stava per chiudere la porta del suo ufficio quando qualcosa la bloccò.

Harm l’aveva vista avanzare come un bulldozer. Mac era tesa come una corda di violino, i suoi occhi erano di un colore cupo che esprimevano una profonda rabbia e tanta amarezza, voleva fare qualcosa per lei, ma non sapeva cosa. Si era avvicinato silenziosamente, l’aveva seguita a breve distanza e prima che potesse chiudere la porta l’aveva bloccata.

H: - Mac calma!- Le sorrise avvicinandosi a lei.

S: - Devo calmarmi? Che diritto hai di dirmi che devo calmarmi???- Lo travolse con la sua furia.

H: - Mac hai perso solo una causa.- Cercò di rimediare.

S: - Non ho perso una causa, ho perso la causa, quel bastardo l’hanno prosciolto dalle accuse!-

H: - In fin dei conti le prove che ha raccolto la Singer scagionano completamente il Capitano.-

H: - Comandante Rabb lei da che parte sta?- Gli chiese con tono adirato.

H: - Che cosa centra questo?- Disse mettendosi sulle difensive.

S: - Quell’uomo ha picchiato la moglie e i figli e tu… tu… tu mi dici che la Singer ha anche ragione!- Quasi urlò.

H: - Non è questo, non mettermi in bocca parole che non ho detto, e non mi usare da pungiball solo perché sei arrabbiata con te stessa perché ti sei fatta coinvolgere invece di rimanere lucida.- Incrociò le braccia e la guardò severamente rimanendo in piedi sulla porta.

Mac si avvicinò a lui, appoggiò la mano sulla maniglia e con un colpo di polso gli chiuse la porta in faccia.

Harm rimase di sasso dal gesto della collega. Tutto l’ufficio sentendo il rumore della porta si bloccò e osservò il Comandante Rabb in piedi a fissare la porta dell’ufficio del Colonnello Mackenzie.

Harm si girò e incontrò lo sguardo degli altri addetti, sorrise imbarazzato e si richiuse nel suo ufficio dove vi passò tutto il resto del pomeriggio.

Era quasi sera ormai. Si alzò dalla sua scrivania, prese il capello, la valigetta e si diresse verso l’ufficio di Mac.

H: - Mac è tardi vieni a casa con me?- Le chiese entrando.

Mac era in piedi vicino alla finestra, con le braccia conserte. Il suo corpo era teso, e meccanicamente sistemava una ciocca di capelli dietro l’orecchio che cadeva ogni tanto sul viso.

S: - Non si usa bussare Comandante?- Gli chiese senza girarsi e continuando a guardare fuori dalla finestra, stringendo ancora di più le braccia irrigidendo il suo corpo al suono della sua voce.

H: - Ok come non detto, buona serata!- Le disse piccato, lanciandole uno sguardo triste prima di chiudere la porta dell’ufficio e andare via.

Sturgis aveva assistito alla scena e decise che era ora di intervenire.

St: - Colonnello è ancora qui?-

Mac sentendo la voce di Sturgis si girò sorpresa.

S: - Turner! Si ho delle cose da ultimare.-

A: - Lasciale pure perdere le potrai fare domani. Vai a cambiarti, ti aspetto in palestra tra trenta minuti.- Le disse passando al confidenziale.

S: - Ma…- cercò di obiettare.

A: - Niente ma ti aspetto in palestra!- Le sorrise e se ne andò lasciando Mac stupita e incredula dall’invito che aveva appena ricevuto.

 

   
 
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