Capitolo 2: a beautiful
boy
"Ma che sto
facendo?" pensai guardando freneticamente da una parte all'altra del
corridoio, dei Cullen nessuna traccia, eppure non potevano essere
andati lontani,
quando ero uscita li avrei dovuti vedere svoltare l'angolo, o sentire
le loro
voci mentre si allontanavano, invece proprio niente, era come se si
fossero
volatilizzati. Mi voltai verso la mensa, di rientrare non se ne
parlava. Non
avevo voglio di spiegare a Angela e gli altri per quale motivo mi fossi
allontanata cosi di corsa, non potevo certo dire loro che volevo
seguire i
Cullen "ma a me poi di loro cosi mi importa?". Decisi cosi di andare
in bagno, tanto per fare qualcosa. Entrai nel l'unico bagno libero,
quello più
in fondo, e rimasi con la schiena appoggiata alla porta per quello che
mi parve
un tempo interminabile. Tutti i miei pensieri erano per i Cullen, e in
particolare per quel ragazzo dai capelli ramati che non ero riuscita a
vedere
in volto. Inutile negarlo, mi avevano davvero incuriosita, il loro
aspetto
andava oltre qualsiasi canone di bellezza. Vicino a loro chiunque si
sentirebbe
eclissato. Mi immaginai vicino alla bellissima ragazza bionda, e quasi
scoppiai
a ridere. Ero rimasta in quel bagno abbastanza perchè mio
padre, avvisato dal
preside, mobilitasse tutte le pattuglie per cercarmi. Appoggiai la mano
sulla
maniglia e spinsi...niente. "calma, sarà difettosa" pensai,
riprovai
più volte, ma la porta non ne voleva sapere di aprirsi. E a
quel punto il
panico si scatenò dentro di me. Cominciai a battere pugni
sulla porta, con
l'unico risultato di farmi male alle mani. Urlai, invocai aiuto, ma la
voce
sembrava morirmi in gola. Lentamente calde lacrime cominciarono a
solcare le
mie guance arrossate dal pianto. Mi lasciai scivolare lungo il muro,
colta da
un improvviso attacco di claustrofobia, mi sentivo soffocare e presi a
tremare
scossa dai singhiozzi. Avevo gli occhi serrati e non mi accorsi che
qualcuno
aveva aperto la porta e con estrema facilità mi aveva
sollevato e portato fuori
di li. -puoi aprire gli occhi, sei fuori- quella voce giunse alle mie
orecchie
come la più dolce delle melodie. Alzai appena lo sguardo per
incontrare due
occhi dorati che mi fissavano preoccupati. Quello non poteva che essere
un
angelo, non c'era dubbio ero tra le braccia di un bellissimo angelo, e
questo
poteva significare una cosa soltanto. -Oddio...sono morta- alla mia
affermazione l'angelo scoppio a ridere, una risata cristallina, che mi
arrivò
dritta al cuore -dubito che qualcuno possa morire per essere rimasto
chiuso in
bagno-. Delicatamente l'angelo mi poggiò a terra, io ero
ancora scossa da
quello che era accaduto poco fa e le gambe sembravano rifiutarsi di
reggermi,
lui dovette accorgersene perchè passandomi un braccio
intorno a fianchi mi
aiutò a stare in piedi -vuoi che ti accompagno in
infermeria?- -n...no grazie-,
lui mi
fissò in silenzio sempre con quel
suo sguardo preoccupato -c...come hai fatto a trovarmi?- chiesi senza
riuscire
a guardarlo in faccia -ho un udito abbastanza fine...e poi le tue urla
penso le
abbiano sentite tutti- disse ridacchiando, io avvampai
-perfetto...è il mio
primo giorno e sono già diventata lo zimbello della
scuola...- dissi
amareggiata -sei la figlia dell'ispettore Swan? Isabella se non
sbaglio- -si
sono io, ma per favore chiamami Bella- -va bene, Bella, io sono Edward
Cullen-
disse il ragazzo facendo una riverenza, a quel punto il mio volto
assunse un
espressione da pesce lesso, non potevo crederci, il ragazzo che mi
aveva salvato
era l'unico dei fratelli Cullen che non ero riuscita a vedere in volto
a mensa.
-Bella qualcosa non va?- -n...no...tutto ok...- disse cercando di darmi
un
contegno. Restammo in silenzio, lui che fissava me e io che fissavo il
pavimento. Quel silenzio mi dava fastidio, cosi dopo un pò
alzai lo sguardo, e
mi ritrovai davanti tutti i Cullen al completo "ma quando sono
arrivati...non li ho nemmeno sentiti!" pensai guardandoli uno ad uno.
-Ragazzi, questa è Bella- disse Edward -ah si, complimenti
sei bravissima a
fare gli acuti- disse il più grande dei ragazzi -Emmet!- lo
rimproverò la
ragazza dai capelli neri -grazie Emmet- risposi. Alla fine conobbi
anche gli
altri, la ragazza minuta dai capelli neri si chiamava Alice, sua
sorella
Rosalie e il ragazzo biondo Jasper. Stentavo a credere che fossero
fratelli,
erano l'uno diverso dall'altro, anche se tutti avevano la pelle
pallidissima e
leggere occhiaie sotto gli occhi, che però non sminuivano la
loro bellezza e
anzi li rendevano ancora più particolari. Notai che nessuno
di loro parlava, ma
si limitavano a guardarsi l'uno con l'altro -sapete...sembra quasi vi
stiate
parlando telepaticamente- dissi all'improvviso, vidi Edward irrigidirsi
-cosa
te lo fa pensare?- chiese fissandomi -ma io scherzavo!- dissi ridendo
nervosamente.
Sentii dei passi e poco dopo vidi Angela insieme a Mike e Jessica
venire nella
mia direzione, per qualche strana ragione non mi andava mi vedessero in
compagnia dei Cullen, cosi decisi che era il momento di salutarli
-ragazzi, io
devo andare, ciao a tutti...e grazie Edward per il salvataggio- dissi
sorridendogli
e avviandomi lungo il corridoio, raggiunsi Angela sperando che non si
fossero
accorti di nulla, purtroppo la fortuna non era dalla mia parte, come
sempre,
-stavi parlando con i Cullen!- esclamò Jessica entusiasta
-emh...si, sai Edward
mi ha tirata fuori dal bagno dopo che ero rimasta chiusa dentro...-
dissi
arrossendo -accidenti! è il tuo primo giorno e vieni salvata
dal ragazzo più
figo della scuola...- disse Jessica -ora non esagerare- disse Angela
-scusate
ma io devo andare- dissi e dopo aver salutato anche loro uscii dalla
scuola e
sali in macchina.