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Autore: Evan Wolf    06/07/2013    1 recensioni
Andrea è una ragazza italo-inglese al primo anno di università. Rimasta senza un alloggio a poco tempo dall'inizio delle lezioni, chiede di poter prendere in affitto una stanza in casa di Robert, un vecchio amico di infanzia, più grande di lei. Si ritrova così inserita in un contesto nuovo, che comprende anche i migliori amici del padrone di casa; nonostante differenza di età e opposti stili di vita, la cosa sembra funzionare, con annessi e connessi di una vita nuova...
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(nota: il titolo formerà una frase completa con il titolo del prossimo capitolo, ed è la traduzione inglese del modo di dire: quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.)


Andrea, Evie e Mary se ne stanno sedute ad uno degli innumerevoli bar del centro commerciale, ufficialmente per accompagnare Mary a comprare il regalo per Toby, ma con l’occasione le amiche ne approfittano per scambiarsi le ultime news nelle loro rispettive vite:
 
-         Non so proprio da dove iniziare a cercare il regalo! – sbuffa Mary – e lui non mi ha voluto dare nemmeno un suggerimento!
-         Da quanto tempo state insieme? – chiede Andrea mescolando il suo tè.
-         Da due anni – sospira l’altra, guardando romanticamente il suo muffin al cioccolato.
-         Ma che bello – commenta Andrea contenta – beh non lo so, sicuramente saprai se c’è qualcosa che gli piace più di tutto.
-         Gli ho regalato il biglietto per la partita della sua squadra del cuore per il compleanno… sono senza idee!
-         Buttarsi sull’abbigliamento?
-         Quello è stato il penultimo regalo.
-         Non preoccuparti, siamo in un centro commerciale, qualcosa la troviamo! – la tranquillizza Evie.
-         Ha ragione lei, non disperare, al massimo un bel cuscino a forma di cuore e un biglietto, basta il pensiero! – conclude Andrea, sorseggiando la calda bevanda che le scende piacevolmente giù per la gola – Tu Evie? Che notizie ci porti?
-         Oh Si! Ragazze tenetevi forte! In primavera andrò a fare uno stage! Parigi… settimana della moda!! Vi dice niente??
-         Davvero? – rispondono in coro le due ragazze.
-         Parigi! È meraviglioso! E cosa andrai a fare precisamente? – chiede sinceramente curiosa Mary.
-         Potrò assistere molto da vicino ad uno degli eventi più esaltanti per una aspirante stilista, ma che dico, pure per uno stilista in carriera! Oddio, non sto più nella pelle! E sapete una cosa? Ci guadagno pure crediti come attività formativa!
-         Quando si dice: unire l’utile e il dilettevole! – commenta Andrea – ma quindi ci abbandoni per una settimana??
-         In realtà starò via un mese, 3 settimane di stage presso, sarò l’ombra di una stilista che parteciperà alla settimana, e poi, ovviamente, la settimana della moda!
-         Ma dovrai presentare dei modelli tuoi?
-         No Mary, è ancora presto per quello, ma alla fine dovrò presentare un elaborato scritto sull’esperienza! Userò l’esperienza anche per elaborare la mia tesi!
-         Immagino avrai talmente tante cose da dire a riguardo, io non me ne preoccuperei! – aggiunge Andrea, sorridendo  - oh però mi mancherai!
Evie risponde al sorriso di Andrea alzando le spalle e sorridendo a sua volta:
-         Si ma poi torno! Tranquille! E tu invece cosa hai da raccontare? Novità del cavaliere ombroso e raffreddato? Sai – aggiunge poi rivolgendosi a Mary – ieri litigavano via sms, che carini!
Mary esclama un “oohh” molto significativo, mentre Andrea rimane interdetta e arrossisce lievemente
-         Andrea… - prosegue Evie dopo qualche secondo – il fatto che tu ti sia mangiata la lingua, e che mi pare tu sia pure arrossita, mi lascia perplessa… è successo qualcosa di nuovo?
Andrea esita ancora, al che Evie le piazza una mano sotto il mento costringendola a creare contatto visivo. Andre poggia la tazza che tiene in mano, prima di iniziare a parlare:
-         ecco… M-Mick è venuto a cercarmi nel parcheggio dell’Uni, perché “non gli andava di litigare per telefono” mi ha detto.
-         Oh ti è venuto a cercare fin lì, per parlare con te, ma che gesto! – commenta Mary, in versione “amante delle romanticherie”.
-         Abbiamo continuato a parlare in macchina, non ricordo più nemmeno cosa abbiamo detto, sta di fatto che dopo essermi sfogata, è tornato tutto a posto, come al solito.
-         Quindi una volta insieme, si è ristabilita l’armonia! – fa notare Evie volontariamente, mentre Andrea avrebbe preferito non focalizzare su quest’aspetto – e che avete fatto?
-         Niente sono tornata a casa, con lui, e ho trovato l’albero, sapete Robert mi ha vista giù questa settimana, e mi ha voluto comprare l’albero, perché gliene avevo chiesto uno, non è proprio un amico meraviglioso? – afferma sorridendo nuovamente.
-         Oh si, sì il biondo fratellone ti vuole molto bene, tutti provano qualcosa di forte per te in quella casa! – ridacchia Evie, e Andrea sa che si sta riferendo proprio a Mick, di nuovo. – Quindi? È finita lì? Pace fatta?
-         Veramente… - esita Andrea stringendo nervosamente la manica del suo maglioncino grigio chiaro – veramente no, non è finita li. Quando siamo arrivati, a casa non c’era nessuno, allora ci siamo messi sul divano. E, credetemi, avevo la sensazione che Mick si volesse avvicinare a me, anzi, più che averne la sensazione, mi sono ritrovata per ben due volte a indietreggiare sul per evitare che il suo naso mi si conficcasse in faccia – l’espressione sul volto di Evie e Mary lascia trasparire la loro esultanza – infatti poi mi sono alzata e sono andata davanti l’albero ah ah.
I volti delle due amiche assumono automaticamente un’espressione corrucciata.
-         Ma allora sei scema! – un’affermazione quella di Evie, che da voce al silenzio di Mary.
-         Ma! C’è un ma! – aggiunge subito Andrea, mettendo le mani avanti, per prevenire il sicuro linciaggio da parte della bionda, che si fa subito attenta, invitandola a proseguire con il suo sguardo sicuro – ma lui si è avvicinato all’albero, o meglio, l’ho trascinato io fin lì, perché siccome sapete tutte e due che non brillo per genialità, ho subito dimenticato il motivo per cui mi ero allontanata, non appena lui ha iniziato a dirmi che gli sembravo una bambina di 4 anni. Allora gli ho detto che doveva provare anche lui, che stare in contemplazione sotto l’albero trasmette molta calma ed è una bella sensazione, non guardatemi così! Avrebbe bisogno pure lui di un po’ di calma!
-         Secondo me si calma di più se te lo porti sotto il piumone! – risponde Evie – quindi? Te lo sei trascinato di forza, ti è caduto addosso? Oh finalmente un contatto ravvicinato!
-         No niente cadute! – si affretta a dire Andrea, deludendo di nuovo l’amica – solo che a quanto pare, l’ho trascinato per il braccio sbagliato cioè quello della mano steccata…
-         Hai fatto qualcosa al suo braccio? Al braccio del “musicista”? – si preoccupa Evie, sporgendosi in avanti sul tavolino – sei nei guai!
-         È esattamente quello che ha detto lui, prima di aggiungere che dovevo farmi perdonare!
-         Non è che c’è finito davvero sotto il tuo piumone? – commenta Mary ammiccando.
-         Ma no! Mi ha solo baciata! – sbotta Andrea, per poi rituffarsi nella sua tazza non più fumante e quasi vuota.
-         Baciata? – la gomitata di Mary arriva al braccio di Evie che decide di voler sapere ogni particolare di quella cosa:
-         Come? Era un bacio a stampo?
-         Se per “stampo” può valere il fatto che si è praticamente pressato su di me tanto da farmi fare il caschè!
-         Wooow, un bacio appassionato, be è proprio quello che ci si aspetterebbe da uno come Mick! – annuisce Evie.
-         Però mi ha presa in giro! Cioè… si è preso la scusa di un rametto di vischio appeso all’albero!
-         Il vischio appeso all’albero? – commenta Mary tra sé e sé.
-         Esatto, è la stessa cosa che mi sono chiesta io, e lui se ne esce con: la conosci la tradizione del vischio? Se non la rispetti porta sfortuna! E mi bacia!
-         Si ma tu non lo hai fermato, quindi togliti quel tono offeso, perché ti è piaciuto, cara!
Evie è sorpresa da questa presa di posizione della sempre quieta e misurata Mary, ma è d’accordo con lei:
-         Ehm.. ehm… - Andrea ripensa che appena prima del bacio, avrebbe avuto la possibilità di fermalo, se avesse voluto, ma omette questo particolare – è stato improvviso, sono rimasta immobile, cioè.. voi che avreste fatto?
-         Io avrei risposto con entusiasmo! Ovviamente non io in quanto me, ma se fossi stata te! – chiarisce Evie.
-         E alla fine ha ripreso quella sua espressione da sbruffone dicendomi “oh, la tradizione vale solo se sei sotto il vischio! – Andrea incrocia le braccia sul petto, assumendo l’aria di una bambina indispettita – cioè mi ha presa in giro!
-         Ci avevi sperato anche tu nel piumone ammettilo!
-         E basta con questo piumone! Evie! Sono arrabbiata! Che cosa voleva dimostrare? Mi ha baciata, e non ha nemmeno ammesso di averlo fatto perché lo voleva, facendolo passare come una rivincita, ecco, ora che ha dimostrato che può avere tutto quello che vuole, o che lui è riuscito a farmi capitolare, è soddisfatto? Non lo so!
-         Oh… quindi non sei arrabbiata perché ti ha baciata, ma perché non ti ha detto di essere interessato a te! Interessante…
-         Ma tu non gli hai chiesto spiegazioni dopo? – chiede Mary.
-         No, non ho potuto, sono tornati Robert e David, e sono scappata in camera! - Evie ride sommessamente, non vuole offendere l’amica, ma è tutto così comico raccontato da lei – e non sono più scesa, né lui è salito comunque… Evie appena nomini di nuovo il piumone, ti arriva il tè in faccia! – ammonisce Andrea prevedendo in qualche modo il pensiero dell’amica che rimane zitta sorridendo.
-         Ok, ok ora calmiamo un po’ gli animi, dopo tutto non sei arrabbiata con me, ma con il latin lover! Tesoro, tranquilla, quanto è vero che mi chiamo Evelyn Scarlett Hale, quel ragazzo avrà eccessi di salivazione e crampi non ti dico dove ogni singola volta che ti vedrà!
-         Che vuoi dire? – chiede Andrea sospirando.
-         Se ti voleva fare un dispetto, non ti avrebbe baciata come un ballerino di tango appassionato, se così è stato, è perché non ne poteva più, e si è dovuto sfogare, prendendo la prima occasione buona che gli si è presentata… non mi sorprenderei se lo rifacesse. Poi non vi siete nemmeno più parlati?
-         No, è stato ieri sera, e non l’ho ancora visto, non sono andata a casa, e non so nemmeno cosa farò non appena me lo ritrovo davanti… non so come comportarmi!
-         Indifferenza, indifferenza Andrea! – si affretta a dire Mary, il suo tono turbato però incuriosisce le due amiche che si guardano alle spalle.
-         Parli del diavolo! – dice Andrea sarcastica, voltandosi immediatamente – dimmi che fa, mi ha vista?
-         Adesso sì! – assicura Evie, Andrea la guarda di traverso mentre la bionda ondeggia la sua mano in segno di saluto.
-         Ti uccido – dice a denti stretti.
-         Tranquilla, non sta venendo qui – aggiunge Evie in tono deluso, a cui risponde un “ah no?” altrettanto deluso – no, fa lo stronzo eh?
-         Crampi e salivazione dicevi…mh?
-         Già, sarà così, pure adesso, ma non può avvicinarsi perché ci siamo noi.
-         O perché ci sono i suoi amici!
Mary e Evie vedono accendersi una scintilla negli occhi dell’amica, che con un’espressione insolitamente spavalda, alza un sopracciglio, voltandosi con molta calma, iniziando anche lei a salutare il gruppo di ragazzi; a quel punto anche Mick è “costretto” a ricambiare, e ad avvicinarsi, sotto preciso invito di Andrea. Evie la guarda sorpresa e divertita “cosa hai intenzione di fare?” le bisbiglia mentre il gruppo composto da Mick e altri 2 ragazzi avanzano verso di loro; “la stronza” risponde Andrea a denti stretti.
 
-         Salve ragazze, Andrea – Mick fa dei cenni col capo - oggi niente pomeriggi chiuse in biblioteca?
-         No oggi siamo in libera uscita, non ci presenti i tuoi amici?
-         Giusto, loro sono Mark e…
-         Tu sei quello che mi ha chiamato bambolina alla partita non è così? – interrompe Andrea generando una varietà di reazioni.
Il ragazzo in questione annuisce sorridendo, un sorriso impertinente, come quello tipico di Mick, “si vede che sono amici” pensa Andrea;
-         Mi chiamo Mark!
 Mick guarda l’amico e poi Andrea, si sta chiedendo se c’è un motivo particolare per cui Andrea ricordi quel ragazzo visto mezza volta, di sfuggita; “che memoria” commentano entrambi.
-         ogni tanto funziona… - è l’ambigua risposta di Andrea;
Evie la guarda sempre sorpresa da tanta intraprendenza, cercando di capire a quale gioco stia giocando: “frecciatina per farlo confondere”, in effetti Mick non riesce a capire sia proprio l’amico a stimolare la memoria di Andrea, o se quella fosse una frase buttata lì.
-         tu invece sei…mi sfugge il nome, ma eri anche tu alla partita!
-         Cory! – risponde il ragazzo sorridente, lui ha un’espressione tranquilla e sinceramente allegra, niente velata ironia nella voce, o apparenza sprezzante, nonostante la muscolatura sviluppata su un metro e novanta di ragazzo.
-         Oh già, Cory, io sono Andrea, - dice rivolgendosi ad entrambi i nuovi arrivati, - loro sono Evie e Mary.
-          E ufficialmente siamo qui per comprare regali al mio ragazzo, - si sente in dovere di far presente Mary - cioè io devo comprare un regalo per lui, e a che ci siamo, potete darmi qualche idea? Cosa vuole ricevere un ragazzo a Natale?
Lo sguardo che Mark rivolge a Mick è indicativo del livello di licenziosità del suo pensiero.
-         è sportivo il tuo ragazzo? – chiede Cory
-         non proprio…
-         Gli piace un gruppo in particolare? – chiede Mick, lanciando una fugace occhiata alla tazza di Andrea – che bevi?
-         Oh, un gruppo in particolare, ma certo! – Mary sembra illuminarsi a quella frase.
-         Tè – risponde Andrea – se ti aspettavi un super alcolico, ti deludo.
-         Tè è esattamente quello che mi aspettavo di trovare nel tuo bicchiere – risponde sorridendo, un sorriso sincero, che pare affermare “ti conosco”, ma senza pretese di superiorità.
Evie osserva queste espressioni, e si chiede dove siano finiti improvvisamente l’Andrea che lancia sfrecciatine, e il burbero Mick.
-         allora secondo voi, un cd dei Queen gli farà piacere?
-         Un CD dei Queen? Regalalo a me ti prego! – dice implorante Evie. Come abbiamo fatto a non pensarci? Toby è un patito di musica! Grazie Tony!
-         Ahm… mi chiamo Cory… - dice il ragazzo imbarazzato.
-         Tranquillo… li ha provati tutti prima di imparare il mio: Nick, Rick, Vick.
-         Già, non ho una grande memoria per i nomi! – sorride Evie.
-         Ci stanno aspettando, scusate se adesso andiamo!
-         Avete la riunione con la squadra al completo? – chiede Mary mentre si alza, decisa a recarsi il prima possibile al reparto musica.
-         No, veramente siamo qui con le cheerleader!
Più potente di un “apriti sesamo” ben piazzato all’interno di una favola, quella parola fa scattare un pericoloso meccanismo:
La faccia di Mick è cinerea, quella di Andrea è impassibile, se non fosse per un lampo nei suoi occhi che lo stesso Mick coglie.
-         quelle ragazze non hanno un nome? Io non sarei contenta se la gente parlasse di me indicandomi anonimamente come “l’universitaria” ad esempio – l’affermazione di Andrea ha un tono talmente autoritario che lo stesso Mark si sente in dovere di porre rimedio a quello che scopre essere un torto.
-         Ahm, sì, Claire, Lily e Vanessa. Non sono poi quel tipo di ragazzo che si crede in giro.
-         Oh beh sì, il fatto che tu sappia almeno il loro nome diminuisce il senso di viscido che provo in effetti!
Evie guarda Andrea, sorriderebbe per il fatto che stia sfogando la rabbia contro l’amico di Mick invece di tirare una sedia in fronte proprio al biondo “amico”, ma non sorride comunque, intenta ad analizzare la scena. Non è difficile immaginare che Andrea trovi quel Mark molto antipatico, è vero ha lo stesso comportamento di Mick nei suoi momenti peggiori, ma c’è una piccola differenza, Andrea non ne è innamorata per i suoi modi fragili in privato, quindi questo lascia le porte spalancate all’antipatia.
-         Mick la tua amichetta è infervorata!
-         Tranquillo, la  “sua amichetta” se ne sta andando, buon divertimento! Ah Mick, - Andrea si è alzata, prendendo la borsa con una mano, e poggiando l’altra al centro del petto del ragazzo – salutami la tua amica Lily – si volta a guardare Evie – che poi, non pensavo che adesso gli incontri li faceste al centro commerciale voi “uomini”, nessuno ha casa libera a quanto pare!
Udendo ciò Mick è ormai sicuro che Andrea pensi che lui si veda effettivamente con Lily, anche solo per andarci a letto e sa che questo porterà molte complicazioni alle sue intenzioni; d’altra parte non è ancora pronto a mandare tutti a quel paese in quel preciso istante e prendere Andrea con se decidendosi ad essere chiaro una volta per tutte.
Mentre Andrea rivolge un saluto un po’ più affettuoso a Cory, l’anima buona del gruppo, Evie passa davanti a Mick, o meglio, sotto il suo naso, scuotendo la testa e rivolgendogli un occhiata che sembrava urlargli “sei un idiota”.
Lo avrebbe pensato lui stesso qualche ora dopo.
  
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