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Autore: jongtvb    06/07/2013    2 recensioni
Introduzione? Trama? Se siete fans degli SHINee, allora vi trovate nel posto giusto e al momento giusto. Questa fanfiction è dedicata alla 2min, ma saranno introdotti altri personaggi con diverse storie da raccontare.
Taemin, piccolo per com'è, nasconde in verità un grande amore per il suo hyung, Minho. Tuttavia, quest'ultimo non ne è al corrente e si scoprirà il perchè.
E' la mia prima fanfiction, quindi.. abbiate pietà, lol. Vi invito a leggere i capitoli che posterò di tanto in tanto. Annyeong! ^^
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Minho, Quasi tutti, Taemin
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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8. Imprevisti.
 
E' proprio bello stare con te.
 
Minho si era abituato all'idea di vederlo sempre accanto a lui, seppur capitava da solo due giorni. 
Le giornate erano ancora calde, gocce di sudore attraversavano la nuca del ragazzo.
 
"Quella è casa tua?" - esclamò dolcemente Taemin, mentre camminava ancora avvolto tra le braccia dell'altro.
"Si, e sai? Abito da solo." - affermò con sicurezza.
"Da solo? umh, capisco. Come mai?" 
 
Minho si fermò di colpo con aria perplessa in viso, aggrottò la fronte e guardò il ragazzo, il quale un attimo prima abbracciava con tanto affetto. Non proferì parola in quell'istante, ma osservando l'imbarazzo che stava creando, improvvisò un sorriso. 
"Ci sono cose nella vita, che è meglio lasciarle nel mistero." 
"Ah, ma è un modo carino per dire di farmi i fatti miei?"
"Se così si può dire.. si, esatto. Dai, entriamo dentro, qui fa parecchio caldo. Ho bisogno di qualcosa di freddo e di una bella doccia!" - disse il ragazzo, per non continuare il discorso aperto in un momento spensierato come quello. 
 
Doccia? Doccia? D-o-c-c-i-a? Taemin, stai calmo. Infondo.. infondo che sarà mai, è soltanto una doccia, lo vedrai a petto nudo, magari con un asciugamano intorno alla vita, i capelli bagnati e le goccioline d'acqua che scendono giù percorrendo l'intero corpo scolpito da addominali impeccabili.. no, non pensare certe cose, non è neanche successo e rischi di finire male. Molto male.
 
 
Apparve ciò che non desiderava.
La sua espressione impietrita fece dubitare Minho, il quale si domandava se quel ragazzo fosse di questa terra; un po' per quella bellezza che possedeva, rubata a Venere, un po' per i suoi modi timidamente strani che non aveva mai visto da nessuna parte. Non si era mai relazionato con un tipo come Lee Taemin, per questo, lui lo riteneva speciale.
 
"Taemin, perchè non entri?"
"S-si, eccomi." - rispose, e Minho gli si avvicinò per chiudere la porta alle sue spalle. 
"Vieni, andiamo di sopr-" - venne interrotto da qualcosa, che lo aspettava in cucina.

Due bottiglie di alcool semivuote, un bicchiere bagnato anche esternamente per i ripetuti sorsi, ed una mano molto familiare al ragazzo, che intanto si girò di scatto verso Taemin con espressione afflitta.
"Tae.. vai di sopra e aspettami lì, devo fare prima una cosa." - disse, cercando di sorridergli leggermente.
 
Quest'ultimo non ne capì il motivo, poichè dalla sua angolazione, non era visibile ciò che fermò improvvisamente Minho, ma notando quel serio viso accompagnato da un sorriso forzato, non proferì parola ed obbedì senza pensarci due volte. 
Seguì con gli occhi il suo amico che intanto saliva frettolosamente le scale, e non appena ne era sicuro, si precipitò in cucina.
 
Sapeva che prima o poi sarebbe accaduto, e dal cuore partiva una rabbia lacerante, che non lasciava via di fuga a nessuno, neppur a lui stesso.
 
Perchè proprio adesso? Tra tutti i giorni che son trascorsi, perchè sei arrivato oggi, papà?
 
"Che ci fai qui?" - esclamò duramente Minho, facendolo balzare in aria.
"Ah, figlio mio, mi sei mancato anche tu!!" - rispose, cercando di alzarsi ma barcollando un po'.
"Si.. come se ti credessi. Ascolta, non è un buon momento, ti accompagno a casa e la facciamo finita qui." 
"Non puoi Minho!!" 
"Certo, posso come tu puoi scolarti due bottiglie di alcool a casa mia, senza preavviso."
"Non è casa tua, te l'ho comprata io!" - ribattè il padre.
"Cosa diavolo blater- ah giusto, sei ubriaco, non sai neanche se sei vivo o morto in questo istante. Andiamo, ti accompagno." 
 
Taemin intanto, al piano superiore non sapeva quale fosse la stanza di Minho. 
Si girò intorno confuso e disorientato, ma fu colpito dalla camera alla sua sinistra, la quale era piena di fotografie e trofei di calcio. Si, doveva esser decisamente quella. 
Si avvicinò con cautela, quasi avesse paura di far sentire i suoi passi alle quattro mura, e improvvisando qualche sorriso velato di tristezza, notò quelle foto appese a muro. 
 
Erano così belli insieme.
Forse ho sbagliato tutto, non dovevo arrabbiarmi con te, Jessica. Chissà dove sei adesso.

..Un momento Tae, cosa blateri?! Ti ha ferito profondamente, e cosa ancor più grave, ha ferito Minho. 
Come puoi aver fatto una cosa del genere, eh?! Non sai quello che hai lasciato.
Un pezzo di cuore indebolito da mille ferite, sì, un cuore pieno di un dolore impercettibile, ma pur sempre innamorato di te. 
 
Distolse lo sguardo da quei brutti momenti immortalati su pezzi di carta, e si concentrò su un portafotografie d'argento, adagiato sul comodino, riempito da una sola fotografia. 
Probabilmente erano gli anni '90. Ritraeva una donna con bellezze asiatiche rare, capelli neri che fluttuavano nel vento come foglie cadenti in autunno, ed indossava un sorriso già familiare al ragazzo. Per l'età, doveva esser poco più grande di Taemin. E poi, la parte più dolce dell'intero ricordo. Un sorridente bambino con occhi leggermente tondi e profondi, capelli scuri da sembrar soffici al tatto, e delicata pelle di un colorito più scuro. Da ciò che si riusciva ad intuire, quella foto così meravigliosamente perfetta, doveva esser scattata in estate. 
Le dita di Taemin ne sfiorarono quasi il volto ritratto, forse per assaporare duramente quei ricordi non suoi.
"Tae?" - si sentì provenire dalla porta della stanza.
Il ragazzo si voltò di scatto, quasi impaurito da quel tono di voce.
"Taemin cosa stai facendo?" - disse avvicinandosi, per poi continuare - "Non toccare, per favore."
"Oh, scusa.. ero solamemente incuriosito da questa fotogr-"
"Non toccarla e basta." - lo interruppe Minho, che intanto avanzò verso di lui poggiando una mano sulla sua spalla.
 
Ancora quel calore. 
Se solo riuscissi a prenderti le mani, se solo avessi il coraggio di abbracciarti.
 
"Senti Taemin.. non so come dirtelo." 
"C-cosa?"
"Ecco.. la storia è abbastanza lunga ed io non ho né il tempo né tantomeno la voglia di raccontar tutto. Non te la prendere, ma ti dispiacerebbe restare per qualche ora qui? Io dovrei fare una commissione molto importante." - riuscì a dire tutto d'un fiato.
"Oh, certo. Resterò qui ad aspettarti, non ti preoccupare." - rispose, accennando un sorriso per sollevare un po' il suo amico.
Così accadde. 
Nel volto di Minho apparvero delle linee sottili, quasi fossero disegnate a matita, che percorrevano le estremità delle labbra leggermente bagnate.
"Grazie." - e così dicendo, le sue braccia accolsero l'esile corpo di Taemin che, tra mille battiti e fuochi, portò le sue sulla schiena dell'altro, provando anch'egli a stringerlo fortemente.
Chiuse per un attimo gli occhi, assaporando lievemente quel momento cui avrebbe giurato d'esser in paradiso, e con la calma che difficilmente possedeva, gli rispose:
"Di nulla, Minho." 
 
In verità quell'abbraccio non durò molto. Seppur si sentisse in paradiso con centinaia di angeli accanto a lui, Taemin dovette scendere nuovamente sulla terra e far ritorno alla realtà. 
"Bene. Prima vado, prima torno." - esclamò il bel moro, uscendo dalla stanza e precipitandosi giù al piano inferiore.
Dopo pochi minuti, Taemin sentì sbattere la porta d'ingresso.
Si percepiva l'assenza di Minho in quella casa. 
Ma tutto aveva il suo odore. E non quello che molto spesso usava portare per andare a scuola, o che solitamente sentiva quando s'avvicinava a Jessica; la casa profumava del suo corpo.
Si distese sul suo letto, ed osservando ogni particolare della camera si addormentò come un bambino. 
 
"Ehi, cosa fai?"
"Ti riporto a casa, cosa credi?" 
"Ma tua madre mi ha cacciato! Ahh, quella buona donna.." 
 
Minho gli aprì lo sportello della sua auto. Barcollando ancora un po', l'uomo salì. 
"Quella non è mia madre." - esclamò, chiudendolo violentemente. 
 
Per tutto il viaggio, il padre del ragazzo non pronunciò alcuna parola, bensì s'addormentò sul sedile accanto al suo.
 
Dio, cosa dovrei fare? E Taemin, l'ho lasciato da solo in quella casa piena di ricordi di mamma. 
Mi sento sull'orlo di una crisi di nervi.
 
Arrivati a destinazione, senza fare molta attenzione il ragazzo aprì lo sportello e non curante, fece abbattere l'uomo, che intanto si era poggiato su di esso per stare più comodo.
"Avanti scendi, siamo arrivati papà."
"Do-dove mi hai portato?" - rispose, ancora preso dal sonno.
"A casa." 
"Sei impazzito?? Ti ho già detto che non voglio tornarci qui!!" - alzò la voce. Il suo alito puzzava ancora di alcool. 
"Se magari la smettessi di ubriacarti, la tua compagna non ti caccerebbe da casa ogni volta. C'hai mai pensato, eh?!"
"Sei uguale a tua madre, identico a lei. Hai proprio lo stesso carattere intrattabile, e dici pure le sue stesse parole."
"Sappi che per me è un vanto, papà. Adesso, dopo aver finito d'infangare per l'ennesima volta mia madre, puoi anche scendere ed entrare in casa."
 
L'uomo uscì dall'auto senza toglier gli occhi di dosso al figlio, che nel frattempo chiuse lo sportello. 
Nonostante la rabbia che Minho teneva e il sangue che bolliva, accompagnò il padre alla porta di casa, per evitare che cadesse. Suonò il campanello, e dopo pochi istanti la donna di cui tanto si discuteva gli aprì.
"Ciao, senti dobbiamo chiarire una cosa, hai due minuti?" - iniziò Minho.
"Si.. entra pure." - continuò - "Anche lui? Preferisco non averlo in casa." 
 
Il ragazzo si voltò verso di lei, e con aria seria se ne uscì via dicendo qualcosa.
"Dopotutto è casa sua."
"Non lo voglio." - ribattè, e guardando l'uomo che nel contempo avanzava, gli sputò contro - "Vedi? Sei solo un ubriacone che preferisce sperperare il suo stipendio ad alcool e videopoker. Io non ti voglio più, non ti amo più."
"Per quello penso esistano le terapie di coppia, magari dopo l'ennesima sbornia del tuo compagno, potreste andar in qualche centro, mh? Quindi, per adesso ascolta quello che ho da dirti." - disse improvvisamente Minho.
"Va bene, dimmi." 
"Preferirei dirlo in sua assenza, ma lo verrebbe a sapere comunque." - prese un forte respiro, e proseguì - "Non voglio più vedere mio padre a casa mia. Ha ridotto la mia infanzia in polvere, ha ridotto mia madre in cenere. Non permetterò che renda impossibile anche il resto della mia vita. Io e mio fratello stiamo provando a ricominciare senza di lui, okay? Non voglio più che si presenti di notte ubriaco fradicio sotto casa. Non ci ha mai dato amore, e non mi stupisco del fatto che tu lo cacci via, ma per favore, tienilo alla larga da me e da mio fratello. Abbiamo passato già parecchi guai a causa sua. Sai cosa vuol dire tornare a casa dopo una lunga giornata passata a scuola, e vedere tua madre piena di lividi? Tuo fratello che piange in un angolo, e lui seduto a tavola con aria del tutto soddisfatta che beve il suo, forse, ultimo bicchiere. Probabilmente tutto ciò non ti è stato mai raccontato, e sai, sono felice che almeno tu sia forte." - rivolse lo sguardo al padre - "Non volevo che ascoltassi queste mie parole, ma prima o poi l'avresti saputo. Probabilmente la tua mente avrà rimosso tutto il dolore che ci hai portato al cuore, e non solo."
 
Il silenzio regnava in quella casa. 
Si sentiva soltanto il respiro affannoso del ragazzo, che dovette riprender fiato lentamente e soffocare più che poteva le lacrime, che eran propense a ricoprire gli occhi.
Nessun si decideva a parlare così, nonostante il dolore ancor vivo, abbracciò il padre un'ultima volta, s'inchinò verso la donna e si direzionò all'uscita, con le lacrime che pian piano erano riuscite ad inumidire e ad uscir fuori dai suoi occhi.
 
E le lacrime continuarono a scendere per il tragitto verso casa.
Quasi di ritorno, si asciugò il volto e cominciò a pensare ad altro. 
Arrivò alla conclusione, che l'unica cosa positiva di quella giornata, era stato proprio il suo amico Taemin. 
 
Chissà cosa starà facendo tutto solo in casa mia. 
Umh, è proprio uno strano ragazzo.. ma mi piace. 
Aspetta Minho, cosa vai a pensare adesso?
 
Nel frattempo Taemin, era ancora a letto che dormiva beatamente tra quelle lenzuola azzurre profumate del tanto odore che lui amava.
 
"Taemin? Taemin sono a casa!" - disse ad alta voce Minho, una volta dentro. - "Taemin, ci sei?" 
Notando il non rispondere dell'amico, salì incuriosito di sopra e non appena lo vide dormire sul suo letto, scoppiò a ridere dolcemente.
Si chinò affianco al letto, a due centimetri o poco più dal suo viso. Riusciva a percepire il suo caldo respiro.
Le labbra che teneva semichiuse e l'espressione angelica che lo caratterizzava, fecero sorridere nuovamente il ragazzo, che non poteva far altro che osservarlo più da vicino; in questo modo aveva la possibilità di esaminare ogni suo particolare.
 
Certo che sei bello, Tae. 
La ragazza di cui sei innamorato, non si rende conto di quanto sia fortunata. 
Non sembri neanche umano. Un misto tra.. tra non so cosa. 
Forse non ti sei mai guardato allo specchio intensamente, per come sto facendo io adesso. Sul serio, sei adorabile.
Un momento, Minho ci risiamo..?! Umh si, Tae è carino ma, è solo un tuo amico. Perchè ogni qualvolta che pensi a lui ti vengono queste cose in mente?
Torna in te, torna in te Minho!!
 
Seppur questi strani pensieri divoravano la sua mente ed il suo controllo, la stanchezza prese il sopravvento.
Così, facendo dei movimenti impercettibili per evitare il suo risveglio, si distese accanto a lui e ciò gli provocò qualche sorriso.
Dopo qualche minuto, si trovava già tra le braccia di Morfeo.
 
Sai, mi piaci. 
  
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