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Autore: _Fux_    06/07/2013    3 recensioni
Harry è un ragazzo come tutti gli altri: la sua vita sono i suoi amici e la musica. Ha un sogno, bhè, più di uno a dire il vero. Vorrebbe essere un cantante famoso e visitare l'Italia. E' un sognatore, ma chissà che non capiti una svolta che faccia avverare i suoi desideri?
Chiara è una ragazza definita strana dai più, e questo le va bene...le piace essere così.
Niall a volte pensa di essere incompreso ma... troverà qualcuno che lo capirà?! leggere per sapere :)
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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17) Surprise!

 
Pov Harry
 
Ed è ancora con questo spirito di leggerezza e di invincibilità che arrivo a casa, deciso a sistemare una volta per tutte quel Ben.
Quando Zayn mi chiede perplesso dove sto correndo, visto che sono appena rincasato, non ho dubbi nel rispondergli:”A fargli pagare tutto ciò che le ha fatto,ovviamente” .
Probabilmente con questa frase ho messo in allerta il mio amico, ma se mi conosce bene sa che non deve preoccuparsi, non mi succederà nulla.
Ovviamente non sono uno stupido, so che la legge dell’occhio per occhio, dente per dente non vale, e sinceramente preferirei comunque vederlo marcire in prigione, perciò mi reco alla più vicina stazione di polizia.
Qui chiedo di parlare con un ufficiale, e mi si presenta dinnanzi il Maresciallo Rocca, al quale spiego tutta la situazione. Non mi piace per niente la faccia che fa mentre gli racconto il tutto, anche se poi capisco il perché della sua reazione:”Vede Harry, questo ragazzo, Ben…Insomma: non è la prima volta che fa cose del genere.  C’è bisogno di qualcuno che possa eseguire il riconoscimento, oltre che della testimonianza di almeno una delle sue vittime. Purtroppo però hanno sempre avuto tutti troppa paura di metterselo contro, fa parte di una banda molto potente e pericolosa!
Non era nemmeno la prima volta, maledetto, maledetto! Se solo qualcuno avesse avuto il coraggio di agire, invece di subire, non sarebbe accaduto nulla di tutto ciò né a Chiara, né  a Giada.
E’ pensando  a questo, e al fatto che altre povere ragazze potrebbero subire gli stessi maltrattamenti che prendo la mia decisione irrevocabile: io non subirò, io agirò.
E grazie a quella leggerezza, a quella fiducia, mi sento più forte che mai
Il maresciallo mi avvisa dei pericoli che corro, ma non voglio saperne niente, oramai ho deciso.
Ci mettiamo d’accordo per i particolari, io so dove trovarlo, e ci saranno degli agenti sotto copertura., perciò sarò completamente al sicuro.
Prima di iniziare la mia “missione” però decido di andare a salutarla, magari per avvisarla che sarebbe accaduto qualcosa di bello, anzi, di meraviglioso.
Entro in via Borgognoni, e la noto già da lontano: “Forse aveva ragione Giada, le ho fatto bene, visto che è addirittura scesa in strada!” penso felice.
Solo che poco dopo la vedo saltare al collo di un ragazzo alto, magro ma leggermente muscoloso, con capelli corti neri e occhi dello stesso colore.
Resto a guardare da lontano, con i sentimenti più tristi di questo mondo che mi riempiono il cuore.
La vedo abbracciarlo continuamente, neanche dovesse scomparire da un momento all’altro, e mentre lo fa sorride con le lacrime agli occhi.
Magari è il suo ragazzo, che le ha fatto una sorpresa” sussurro all’asfalto bollente.
Quindi…Per lei non ho significato nulla.
Forse sono solo un amico.
O magari, nemmeno quello.
Ma ha detto che si fida di te!” e chissenefrega, coscienza?! Lo dirà a tutti, oppure avrà solo voluto essere gentile con un povero deficiente come me, che si vede lontano un miglio che non la ritengo solo un’amica!
Scalcio infuriato, triste, forse depresso e…Debole. Quella sensazione di fortezza, di invincibilità, rimane solo un ricordo vago e lontano, ma mi reco comunque al mio appuntamento, perché questo non lo devo solo a lei, ma anche a tutte le ragazze che l’hanno preceduta, e a quelle che potrebbero seguirla.
Eccomi al Blue Angel, e lui deve essere quello là che fa lo spaccone con i suoi compagni. –Idiota-.
Mi avvicino cautamente, facendo il segno convenuto all’agente che riconosco dalla maglia che mi aveva mostrato Rocca alla stazione.
Purtroppo però non sono solo io a vedere Ben, ma anche lui mi nota, e mi si avvicina con fare minaccioso:”Ah, nanerottolo, sei tornato per ricevere un’altra lezione, neh?” questa poi si che è bella! Sto giusto per fargli notare che non dovrebbe proprio parlare, visto che l’ultima volta che l’ho visto si stava contorcendo e lamentando sul pavimento come un bambino, quando improvvisamente tira fuori un coltello dalla lama spessa, e lo rigira nel mio stomaco.
-Oh-oh, questo, questo fa male- pensieri senza senso si accavallano nella mia mente, e l’ultima cosa che riesco a vedere prima di cadere nel buio è un volto.
Ma forse già non posso più vedere, perché la persona a cui appartiene, non si può certamente trovare lì, perché in questo momento dovrebbe essere con quel ragazzo moro dal sorriso bianchissimo.
Gli ultimi miei pensieri prima dell’oblio.
 
Pov Chiara
 
Si chiude la porta alle spalle, e ripenso meravigliata a ciò che gli ho detto :”Mi fido di te” mifidodite,mifidodite.
Meravigliata, perché non lo sapevo neppure io, fino a quando qualcosa non mi ha spinto a dirlo, ed è stato come una sorta di rivelazione: mi fido di lui, allo stesso modo in cui mi fido di Giada, Sonia, o mi fratello.
Uhm, un momento. Sono alla finestra, e devo sgranare gli occhi più volte e correre a prendere gli occhiali, perché ciò che vedo non è possibile!
Un ragazzo –un gran bel pezzo di ragazzo, a dire il vero, anche se potrei essere di parte- sta camminando per la via, lungo la mia direzione.
Capelli corti e neri, leggermente ondulati, camminata rilassata, occhiali da vista su occhi scurissimi, in pratica neri.
Porta un piccola borsa da viaggio e qualcos’altro che non riesco a distinguere da lontano, ma non mi soffermo a pensarci, precipitandomi giù dalle scale, e rischiando quasi di rompermi l’osso del collo facendo uno scivolone tipico della mia imbranataggine.
Spalanco il portone e mi metto a correre verso di lui; appena mi vede appoggia le sue cose per terra e allarga le braccia, preparandosi ad accogliermi fra esse, in seguito al mio balzo “agile”.
Lo stritolo in un abbraccio da “Chiara-l’orsa-abbraccia-tutti-è-tornata-in-città” e continuo a stringere e a stringere finchè ridendo non mi dice :”Ehi, sorellina, mi sei mancata anche tu, ma cavolo, non riesco a respirare!” mollo la presa, ma solo per un secondo, perché poi ritorno ad abbracciarlo, è più forte di me :”Scusa fratellone, ma mi sei mancato  troppissimo, e non riesco ancora a credere che tu sia qui!” Federico accenna un sorriso:”Erhm…Sopresa!?”.
Gli piace scherzare eh?! A quest’ora lui si dovrebbe trovare in Germania, dal suo amico Philipp!
Precede la mia domanda:”Ho pensato che non potevo partire prima di salutare la mia little sistah! Ti vedo un po’ sciupata però, che ti è successo?”.
Accidenti, ma non gli sfugge proprio nulla eh? “Mah, ecco…Vedi…Bhè…No, dai, niente di che , le solite cose, ho avuto un paio di piccoli incidenti, ma ora è tutto risolto!” Inarca un sopracciglio, “Sicura?” investiga.
Sicurissima!” bugiarda, sei una pessima bugiarda, lo sai!
Faccio come per scacciare il discorso con un gesto della mano, e lo faccio salire in casa, dove una volta accomodatosi sul divano si da una pacca sulla fronte:”Quasi mi scordavo! Questa l’ho portata per te, avevo già intenzione di regalartela prima che tu partissi, ma poi non ce n’è stata l’occasione…e ora io parto per la Germania, e tornerò fra diversi mesi, perciò…Eccola qui! Ora è tua, quando la suoni voglio che ti ricordi del tuo fratellone, perché quando lo farai, anche se sarò lontano, mi sentirai vicino, ok?”. Annuisco sorridendo con gli occhi un pochino lucidi, ecco che cos’era la seconda borsa, la sua –o dovrei dire mia?- chitarra acustica.
Quando mi dice che deve già partire ci rimango male, è restato così poco,  avrei voluto presentargli Harry, sarebbero andati d’accordo, ma a casa loro non c’era nessuno e non rispondeva al cellulare.
Saluto con un ultimo abbraccio mio fratello, ne passerà di tempo prima che io possa rifarlo, e lo vedo scomparire in fondo alla via nascosto in un taxi diretto all’aeroporto.
Quando mi giro per rientrare in casa noto una testa bionda: Niall!
Ehi! Ehi, Niall! Fermati un attimo, aspettami!” con tutto il baccano che ho fatto sono riuscita a richiamare la sua attenzione, infatti si volta verso la mia direzione e si scurisce in volto –ma che gli ho fatto? bho!- “Ciao Chiara” mi dice. “Ehi Niall, scusa se ti disturbo, ma mi sapresti dire dov’è Styles? In casa non c’è nessuno, e probabilmente ha dimenticato il cellulare da qualche parte , perché non risponde!”.
Si gratta la nuca, a disagio:”No, non è così, è che… Ecco, è in ospedale! Ben lo ha accoltellato! Infatti ora sto andando a prendere delle cose che mi hanno chiesto i medici, anzi, dovrei sbrigarmi, devo tornare là il prima possibile.
Vorrei urlare, e non urlo.
Vorrei piangere, e non piango.
Vorrei svenire, e non svengo.
Dico invece:”Vengo con te”, in tono impassibile.
Corriamo ed eccoci all’ospedale; buffo, avevo giurato che non ci avrei messo più piede dopo la storia dell’investimento, ed ora eccomi qua, a rimpiangere quei momenti, perché lui stava bene, e l’unica cosa che mi preoccupava era che mi rimanesse a posto la fasciatura.
Stanza 303. Terzo piano. Prima porta a destra.
Il dottore ci da il permesso di entrare solo uno alla volta, le sue condizioni sono critiche, ma la coltellata non ha colpito nessun organo vitale.
Vorrei fare andare avanti i suoi amici, ma loro me lo impediscono.
Liam, quel ragazzo dai dolci occhi castani mi spinge verso la porta, dicendo che lui avrebbe preferito così.
E allora entro.
Tanti “biip-biip” nell’aria, segno che il suo cuore sta ancora combattendo.
Macchine intorno al suo letto, due tubicini trasparenti che spariscono nel suo naso.
Le palpebre abbassate a coprire quegli occhi che mi piacciono tanto, cerchiati ora da occhiaie violacee.
Mi avvicino cautamente al suo giaciglio, e dopo un attimo di esitazione faccio ciò che in fondo al mio cuore ho sempre desiderato fare, prendendogli una mano fra le mie e carezzandogli una guancia.
Cosa mi combini ? Eh? Non ti posso lasciare da solo un secondo? Ora ti sto parlando, e mi sento una stupida, perché so che non mi puoi sentire, il dottore me lo ha detto.
Embè? E io ti parlo lo stesso, perché se lo faccio mi sembra che tu stia solo dormendo.
Non mi lasciare da sola, Harry! Io so che tu puoi sconfiggere anche questo mostro! Se io sono riuscita ad uscirne è stato solo grazie a te, ma tu sei così forte!
Per favore, combatti.
Combatti per i tuoi genitori, per Gemma, per i tuoi amici, per te stesso.
E  almeno un po’ anche per me, perché da sola non ce la posso fare, non ce la voglio fare senza te, Harry! Io penso di provare qualcosa per te, l’ho sempre pensato, sin dal primo momento! Vorrei viverlo con te tutto questo! Io…Io penso di essermi innamorata di te, Harry…”.
Scuoto la testa sconsolata, non è servito a nulla, avrei dovuto dirgli tutto quando ero ancora in tempo.
Solo che pensavo…Speravo di poterlo aiutare, così come lui aveva fatto con me.
Lo guardo ancora un po’, e sento le lacrime che spingono per uscire, ma le trattengo, non vorrebbe che piangessi.
Faccio per lasciargli la mano, perché anche i suoi migliori amici hanno il diritto di stare con lui, ne hanno molto più di me, a dire il vero, ma mi sento stringere –molto debolmente- le dita.
Apre leggermente gli occhi, stringendomi ancora una volta la mano, che però tolgo subito dalla sua stretta per andare a chiamare i medici.
Mi butto fuori dalla stanza “Ragazzi, ragazzi! L-Lui si sta, si sta svegliando! Voi state con lui, io chiamo i dottori!” detto questo corro ancora una volta andando a chiamare l’uomo con cui avevamo parlato prima, che ci fa uscire ancora una volta dalla stanza per visitare il ragazzo, dicendoci poi che la situazione sembra essersi fatta stabile, e che pare quasi un miracolo la velocità con cui Harry si sta riprendendo.
Questa volta decido di fare entrare prima gli altri ragazzi, in questo modo rimango l’ultima a entrare nella camera del malato.
Ehi” gli sorrido, ma in risposta ottengo solo un cenno.
Come ti senti?”.
Bene” mi risponde quasi scocciato.
S-sicuro? Lo sai che mi puoi dire la verità”.
Alza gli occhi fiammeggianti di rabbia :”Sto bene, ok? Solo per favore, non fare finta che ti importi qualcosa di me, ok? Perché so che non è così. E ora, per favore, vattene, non ti voglio più vedere, mai più!”.
Mi sento tremare il cuore a queste parole, mi feriscono in profondità, arrivano più in basso di chiunque altro mi abbia mai ferita :”Ma Harry, cosa ho fatto?” vorrei solo una spiegazione, ma lui me la nega, chiedendomi ancora una volta di andarmene, e così faccio,senza mai voltarmi indietro.

Hola :)
Questo  è solo un assaggio della melassa che dovrete subire nella prossima parte, temo hahah
Mentre nel precedente capitolo Harry sembrava il solito ragazzo perfetto, in questo sembra il solito coglione che pensa che tre + tre sia uguale a otto...
Tornerà "perfetto" in breve? Si, credo di si lol
Mi sento un po' cattivella con la storia del povero cuoricino di Hazza che si infrange vedendo quel figo di mio fratello e inoltre lo faccio pure accoltellare D:
La verità è che ho scritto questa storia in un periodaccio, ed è stata un po' la mia valvola si sfogo!
Poi melassa-miele-zucchero-melassa-miele-caramello, è ciò che mi viene in mente leggendo la parte dove Chiara fa la sua "dichiarazione" . Puah, non so nemmeno io come abbia fatto a scrivere una cosa del genere HAHAHA
Mi scuso se sono presenti errori, ma io GIURO che ho ricontrollato.
Ringrazio come sempre tantissimo chi recensisce (DiDi Directioner; Watch over_me;Louis1Dlove), chi ha messo tra le preferite-seguite-ricordate la ff, e chi legge :)
A presto!
Fux :)



   
 
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