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Autore: RamaDFZ    06/07/2013    7 recensioni
“Wammy's House”, questo il nome inciso sulla targa di ottone che affianca la pesante cancellata d'ingresso, “Wammy's House”, speranza e condanna di tante piccole anime perdute...
Apriamo una pagina a caso nella storia della dolce casa di Winchester ed iniziamo a leggere da lì, scorrendo tra le righe di vite diverse eppur troppo simili, assaporando parte della macabra danza di burattini ed invisibili mani...
Another, primo candidato alla successione, muore, apparentemente suicida, alla tenera età di quindici anni. Una serie di indizi e discrepanze spinge tre piccoli geni a credere che dietro la dipartita di "A" ci sia la mano di un assasino. Tra indagini condotte su strade parallele e sentimenti che si mostreranno spesso in maniera goffa e tesa, Mello e Near impareranno molto su se stessi, sulla loro vita nella "House"e sul legame che li unisce.
Chi sopravviverà alla tempesta distruttiva impazzata nel chiuso della House? Chi si salverà dall'effetto domino scatenato dal peso di un nome fin troppo importante?
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beyond Birthday, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Goodbye, so long...

nice try, I'm gone...


 


 


 


 

Dal capitolo precedente:


 

La rossa strillò così forte che Mihael, per un secondo, sussultò di spavento. Faith era livida di rabbia e brandiva il coltello con aria minacciosa...


 


 

  • Per anni mi sono illusa che qualcosa potesse cambiare! Per anni ho sperato di emergere dalla polvere ed abbandonare, una volta per tutte, il marchio di nullità che i miei genitori mi avevano impresso addosso... ma è stato tutto inutile! I sacrifici, le lacrime, il sudore, lo studio forsennato... Tutto vano! Anch'io ero come te, mio povero amico sprovveduto... Ma ora rispondi sinceramente, Mello: dopo gli ultimi avvenimenti, pensi ancora che con la dedizione e l'impegno si possa ottenere qualsiasi cosa?


 


 

Mello rimase in silenzio, senza alcuna intenzione di esternare i suoi reali pensieri. In effetti, aveva paura anche solo a formularli...


 

Ci sono limiti... che ti fanno capire... chi sei in realtà... Limiti... invalicabili...


 


 

  • Sai che ti dico, Faith? Hai proprio ragione! Per quanto mi sforzi, c'è sempre qualcuno migliore di me, pronto a soffiarmi da sotto il naso tutto ciò per cui ho lavorato duramente! Me lo merito proprio un po' di riconoscimento e non accetterò mai più di rivestire un ruolo secondario! Spazzerò via chiunque mi sbarri la strada e diventerò il numero uno!


 


 

Faith, confusa e sorpresa, corrugò la fronte. Near, invece, socchiuse gli occhi, mentre un'unica, sottilissima, lacrima precipitava verso il suo collo martoriato.


 

Mello scattò in avanti, verso Faith, con le labbra corrugate in un ghigno sadico. Le sue dita fremevano leggermente sotto le maniche della maglia, mentre gli occhi, iniettati di sangue, scrutavano Near con una crudeltà inaudita.


 


 

  • Bene, pomodora... Come intendi iniziare la carneficina?


 

  • Mello sei... sei sicuro?


 

  • Cos'è, te la stai facendo sotto, per caso?!


 

  • No! Solo che il tuo atteggiamento mi sembra strano... Tu ed il piccoletto non siete amici?


 


 

Mello si mise a ridere talmente forte che il suo addome fu colto da violenti spasmi.


 


 

  • Amici? Io e quel rifiuto? Oh, andiamo Faith! Non mi dire che te la sei bevuta anche tu? Se vuoi sapere la verità, lasciavo che quel coso mi stesse attorno solo perché mi faceva pena, ma adesso che si è rivelato un vero e proprio impiastro, credo proprio che farlo fuori sia la scelta migliore... Dopotutto, a chi può interessare la vita di un bambino disturbato e asociale?


 


 

Bella domanda...” pensò Near, mentre i suoi muscoli tesi tornavano, gradualmente, in uno stato rilassato. Ormai non aveva più ragione d'agitarsi, anzi, se fosse rimasto tranquillo, probabilmente il dolore se ne sarebbe andato via presto e lui sarebbe morto senza far rumore, senza sconvolgere l'esistenza di nessuno. Dopotutto, questa era la sua specialità, confondersi con la tenue nebbia di Londra e svanire nel nulla al primo bagliore dell'alba. Cosa avrebbe ricordato dei suoi tremiladuecentottantacinque giorni?

Nel marasma di quegli attimi tenebrosi, riusciva ad evocare con chiarezza un solo particolare: dieci dita mangiucchiate per nervosismo, inanellate in un lungo rosario rosso...

Faith tirò un sospiro di sollievo. Aveva davvero temuto che Mello si scagliasse contro di lei per difendere Near. Se ciò fosse accaduto, non sarebbe mai riuscita a difendersi e non certo perché le mancassero le forze o il coraggio... semplicemente, si sentiva male al solo pensiero di ferire deliberatamente Mello.


 

É... meraviglioso, lui mi comprende davvero! Non avrei mai immaginato che anche su questa faccenda ci trovassimo d'accordo... Ma sì, forse non è tutto perduto, forse c'è ancora speranza...


 


 

  • Allora Effe, ci vogliamo muovere? Non possiamo rischiare che padre Albert ci becchi qui!


 

  • Oh, sì, certo...


 


 

Faith strinse più forte il coltello e si diresse ad ampie falcate verso Near. Quando lo raggiunse, si inginocchiò accanto a lui, facendo molta attenzione a non sgualcirsi il lungo vestito a fiori. Mello sedette di fronte alla compagna con un'espressione rilassata e soddisfatta. Aveva tutto sotto controllo.


 


 

  • Faith, è un vero peccato che questo microbo non strilli e non si lamenti neanche un po'...


 

  • Beh, l'ho imbavagliato proprio per questo! Nessuno deve sentire le sue urla!


 

  • Uhm... sì... Ma ciò non toglie che ucciderlo senza farlo soffrire sia ben poco soddisfacente... Mi piacerebbe vederlo piangere, strappare un po' d'emozione a questi occhi vuoti... Ehi? Mi stai ascoltando pulce? Non sei spaventato?


 


 

Mello prese a sfiorare con la punta dell'indice il contorno degli occhi di Near, soffermandosi con particolare insistenza sugli angoli.


 


 

  • Sai che cosa vorrei fare, adesso? Conficcarti il pollice nell'occhio destro e premere finché non scoppia... Solo così potrei verificare se queste biglie siano fatte di carne o di vetro. Cosa c'è? Non mi guardi? Non sono all'altezza di un simile privilegio? Guardami, sgorbio! Ho detto guardami!! Non ci senti? GUARDAMIII!


 


 

Near spalancò gli occhi per riflesso condizionato. Quando le sue pupille dilatate a dismisura incontrarono quelle di Mello, sottili come crune d'ago, una sorta di strana quiete prese ad aleggiare nell'aria.

Trascorsero, in questo modo, molti secondi di silenzio assoluto.

Faith se ne stava come pietrificata ad osservare lo scambio di sguardi tra vittima e carnefice. Non riusciva ad intervenire né, tanto meno, a dire qualcosa che potesse interrompere quella gelida connessione. Non le era mai capitato di assistere ad una cosa del genere... Si chiese, per un attimo, se ad alcuni esseri umani fosse concesso comunicare telepaticamente, ma poi, quasi con rabbia, si rispose che stava esagerando e che la sua reazione spropositata dipendeva dalla particolarità della situazione.

Mello, in quel momento, avrebbe potuto terrorizzare il demonio in persona...


 


 

  • Faith...


 

  • S-sì...


 

  • Passami il coltello.


 

  • Cosa?


 

  • Ho detto, passami il coltello!


 

  • Ma, che significa?! N-non dovevamo farlo ins...


 

  • FAITH!!


 


 

La ragazza emise un gridolino soffocato, chinò il capo e, titubante, passò l'arma al suo compagno. Mello l'afferrò con sgarbo, rischiando di ferire se stesso e l'amica.

La lama, perfettamente smussata, rifletteva i tenui fasci di luce che filtravano dalle vetrate della cappella, proiettando prismi multicolore sul pavimento scuro. Mello pose la punta del coltello proprio in corrispondenza della giugulare di Near, pungendo lievemente l'albino ed illuminando di bagliori violacei il suo visino smunto.


 


 

  • Sai come si scannano i maiali, Near? Si appende la bestia a testa in giù e si pratica un foro proprio in questo punto, così che il sangue sgorghi a fiotti e si riversi in una tinozza... Ti starai chiedendo il perché di una simile crudeltà, esistono modi di uccidere decisamente meno dolorosi... Beh, sappi che si preparano molti cibi con il sangue di maiale, quindi gli uomini necessitano di prelevarlo senza comprometterne le qualità e l'unica via possibile è quella che ti ho descritto. Adesso farò la stessa identica cosa a te: ti sgozzerò, prenderò il tuo sangue e lo metterò nel calice del prete, ma non perché mi serva a qualcosa... Semplicemente posso farlo, voglio farlo e sta' pur certo che lo farò...


 


 

Near rabbrividì istintivamente, ma non chiuse gli occhi. In quel momento, non sentiva assolutamente nulla, persino i confini del suo corpo sembravano dissolversi. Forse stava per svenire, o forse...


 


 

  • Allora, al mio tre porrò fine alla tua inutile vita...


 


 

Una goccia di sudore prese a scivolare lentamente dalla nuca di Mello sul suo collo sottile, piantandosi come un piccolo diamante nel giugulo sternale. Ormai mancava poco...


 


 

  • Uno...


 


 

Le palpebre di Near divennero irrimediabilmente pesanti.


 


 

  • Due...


 


 

La lama premette con maggiore forza sulla carne morbida, lacerandola appena.


 


 

  • Tre...


 


 

Accadde tutto in pochissimi, frenetici, secondi... Faith si sporse maggiormente sul corpo del suo “agnello”, Mello distolse lo sguardo, sollevò la lama e, facendo leva sulle ginocchia anchilosate, si spinse in avanti, scagliando Faith contro il pulpito. La ragazza sbatté violentemente la testa e, prima di perdere i sensi, ebbe appena il tempo di comprendere che era stata ingannata dalla sua “anima gemella”.

Mello si soffermò un istante ad osservare il corpo inerte dell'amica, poi, con il coltello lievemente insanguinato, tagliò le corde intorno al corpo di Near. Quell'arma stava iniziando a dargli il voltastomaco, per cui la lanciò qualche metro lontano non appena ebbe svolto il suo compito. Ben presto, anche il bavaglio che impediva a Near di parlare fu accantonato in un angolo.


 


 

  • Near... Stai... stai bene?


 


 

Near si issò a sedere, tastando cautamente il piccolo taglio che aveva sul collo. Le dita si tinsero di sangue, rosso e vivo. Per un attimo, aveva davvero creduto che fosse giunta la sua ora...


 


 

  • Non volevo farlo, ma...


 

  • Ho capito, sei stato costretto.


 

  • S-sì... Adesso, scappa! Corri a chiedere aiuto!


 


 

Near prese in considerazione l'imperativo di Mello. Certo, se fosse andato a chiamare rinforzi, quella maledetta faccenda si sarebbe finalmente conclusa, ma l'idea di lasciare il compagno solo con la matta non lo convinceva più di tanto...


 


 

  • Ehi, non c'è problema. Faith non si riprenderà per un bel po'... Piuttosto, sbrigati!


 


 

L'albino non se lo fece ripetere ancora... Scattò in piedi e si fiondò fuori dalla cappella, correndo come non aveva mai fatto prima.

Una volta solo, Mello sedette, stravolto, sulle scale che conducevano all'altare. Era stato capace di fare e dire cose terribili, recitando un copione perfettamente studiato. In un certo senso, si era comportato proprio come un sociopatico, uno di quegli esseri privi di emozioni e rimorso che i ragazzi della House si esercitavano di continuo a catturare... Lo aveva fatto con lo scopo preciso di salvare Near, ma una parte di lui, aveva goduto nel manifestare controllo assoluto su un altro essere umano. Anzi, per essere sinceri, quella parte di lui aveva goduto nell'infliggere sofferenza a Near, non ad una persona qualsiasi.

Mentre Mello continuava a rimuginare sulle forti sensazioni che aveva da poco sperimentato, Faith ritornò cosciente. La sua prima sensazione fu un forte dolore alla base del cranio, ma non se ne curò affatto. Con gli occhi impastati, scrutò attentamente lo spazio attorno a lei. Il coltello che aveva trafugato dalle cucine era finito miracolosamente proprio a pochi centimetri dalla sua mano...

Pensare di prenderlo ed acciuffarlo sul serio furono una cosa sola.

Mello si accorse troppo tardi di ciò che stava accadendo alle sue spalle... Quando si voltò, Faith aveva già l'arma puntata sullo stomaco.


 


 

  • No, non farlo!!


 


 

A nulla servirono le urla imploranti di Mello. Faith chiuse gli occhi e con un unico, rapido, gesto, si ficcò la lama nell'addome, spingendo affinché rimanesse all'esterno solo l'elsa nera. La ragazza si accasciò a terra, ma fu afferrata al volo, prima che il suo corpo, ormai privo di forze, subisse un ulteriore colpo.


 


 

  • Oddio, Faith! Che hai combinato?! Faith!!


 


 

Mello tremava come una foglia, ma si sforzava ugualmente di mantenere un minimo di controllo. Doveva fermare il sangue e subito, altrimenti...


 

Faith, no... non mi lasciare, io... io ti...


 

A nulla valsero tutti gli sforzi di Mello per arrestare l'emorragia, la ferita era troppo profonda. In pochissimo tempo, l'intera figura di Faith cominciò a somigliare ad una pellicola cinematografica bruciata dalla luce.


 


 

  • M... Mello...


 

  • Faith, sta' zitta! Se parli, rischi di...


 

  • Mello, ti... ti preg... fammi dire... ancora... qualc...osa


 

  • Va bene... ti ascolto.


 


 

Faith sorrise, mentre un rivolo di sangue scivolava a lato della sua bocca. Con uno sforzo disumano, allungò il braccio destro verso Mello e posò la mano sul suo viso stravolto.


 


 

  • Come s-sei bel...


 

  • Non dire sciocchezze! Per favore, cerca di risparmiare il fiato...


 

  • ...On posso più aspet...tare ho b-bisogno di un... favore...


 

  • Dio mio! Dio, Dio aiuto!


 


 

Mello iniziò a piangere a dirotto, anche se avrebbe tanto voluto non farlo. Stava malissimo, gli sembrava di poter sentire chiaramente la vita di Faith scivolargli tra le dita … Non doveva finire in quel modo, non poteva...


 

  • Dì a B-Backup c-che l'ho am...ato con tut... il cuo...re e che ci ho prov...ato d-davv...ero ad essere migl..ore per lui.


 

  • Lo farò...


 

  • E q-quanto a t-te: n-non... non ar... arrender...ti mai! T-tu s...ei una st...ella splen...dente. Bril... brilla anc... anche per...


 


 

Queste furono le ultime parole di Hayleen Princhett. Il suo braccio sottile, proteso verso Mello come alla ricerca di un ultimo appiglio, precipitò mollemente al suolo... Morto.


 


 


 

*I lay quiet
waiting for her voice to say
"Some things you lose and some things you just give away"

Scold me failed her
If only I'd held on tighter to her
Pale white skin that twisted and withered away from me away from me

Watch me lose her
It's almost like losing myself
Give her my soul
and let them take somebody else get away from me

Watch me fault her
You're living like a disaster
She said kill me faster
with strawberry gashes all over all over me

 

Rimango tranquillo
mentre aspetto che la sua voce dica
"Alcune cose le perdi ed altre semplicemente le dai via"

Rimproverami di averla criticata
se soltanto l'avessi tenuta più stretta
pallida pelle bianca che distorta ed appassita (va)
lontano da me
lontano da me

Guardami mentre la perdo
è quasi come se stessi perdendo me stesso
Dalle la mia anima
e lascia che loro strappino qualcun altro via da me

Guardami mentre la incolpo
Tu stai vivendo come un disastro
Lei mi ha detto "uccidimi velocemente"
con tagli sanguinanti dappertutto.


 


 


 

§§§


 


 

Roger correva verso la cappella facendo appello a tutte le sue forze di uomo anziano... Il fiatone gli impediva di inspirare profonde boccate d'aria, ma non per questo si sarebbe arreso alla stanchezza. Il suo compito era dirigere l'orfanotrofio ed eliminare ogni elemento di fastidio... In un modo o nell'altro, ci sarebbe riuscito anche quella volta.

Pochi metri avanti a lui procedeva a passo svelto Berenice, la custode. Quel donnone teutonico in possesso di tutte le chiavi era quanto di più simile ad una guarda di sicurezza la House potesse fornire. Ebbene, Berenice prendeva molto sul serio il suo duplice ruolo ed avrebbe fermato la ragazzina impazzita senza battere ciglio, in attesa della polizia che era già stata allertata.

Quando il duetto giunse a destinazione, si ritrovò dinnanzi uno scenario ben diverso da quello prospettato... Faith giaceva, apparentemente morta, in una pozza scura creata dal suo stesso sangue e Mello la cullava dolcemente, come avrebbe fatto con una bambina capricciosa che, per addormentarsi serenamente, aveva bisogno della ninna nanna. I movimenti del ragazzo erano lenti e la sua voce armoniosa.

Poche note riuscivano ad arrivare alla fine del lungo corridoio costeggiato di panche di legno.


 

...Round and round the garden, like a teddy bear. One step, two step, and a tickle under there... “


 

Dopo qualche istante di giustificabile esitazione, Roger e Berenice raggiunsero Mello.


 


 

  • Allontanatevi!! Allontanatevi tutti!!


 


 

Mello sembrava sotto shock... Intimava agli adulti di lasciarlo solo col suo dolore e non avrebbe permesso a niente e nessuno di interrompere quel momento.


 


 

  • Andatevene, ho detto! Lei sta riposando e... e non dove essere disturbata!


 


 

Berenice, con lo sguardo colmo di una dolcezza che mai prima d'allora aveva ostentato, si avvicinò cautamente al ragazzo e, senza compiere mosse azzardate, si limitò a dire:


 


 

  • Tranquillo... Non vogliamo farti del male, però, vedi... quella che hai in braccio non è... non è più Faith. Lei, adesso, è volata in cielo...


 

  • Stronzate!! Andate via!!


 


 

Se Mello avesse potuto ringhiare come una belva ferita, lo avrebbe fatto. Ma la gola era secca e bruciava da morire...

Berenice rinnegò la temperanza che si era imposta prima di intervenire e, con uno scatto repentino davvero inatteso da una donna della sua stazza, afferrò Mello per le spalle e lo trascinò via. Il cadavere di Faith, ormai privo di qualsiasi sostegno, rotolò per le scale e si bloccò ai piedi dell'altare. Gli occhi vitrei ed acquosi si spalancarono e presero a fissare Roger senza alcuna pietà, neppure dopo la morte.
Mello tentò inutilmente di divincolarsi per qualche secondo, poi, si abbandonò contro il petto della custode e si lasciò condurre lontano dalla cappella, lontano dalla persona con cui era morta una parte della sua stessa anima. Chissà quanti altri pezzi si sarebbe lasciato alle spalle... Ormai era certo che, per lui, crescere volesse anche dire dimenticare, dimenticare di essere stato un fragile umano...
 

 

 

 

*Breeze still carries the sound
Maybe I'll disappear
Tracks will fade in the snow
You won't find me here

Ice is starting to form
Ending what had begun
I am locked in my head
With what I've done
I know you tried to rescue me
Didn't let anyone get in
Left with a trace of all that was
And all that could have been

Please
Take this
And run far away
Far away from me
I am
Tainted
The two of us
Were never meant to be
All these
Pieces
And promises and left behinds
If only I could see
In my
Nothing
You meant everything
Everything to me

Gone.. fading..
Everything..
And..
All that..
Could have been..
All that could have been.

Please
Take this
And run far away
Far as you can see
I am
Tainted
And happiness and peace of mind
Were never meant for me
All these
Pieces
And promises and left behinds
If only I could see
In my
Nothing
You meant everything
Everything to me


 

La brezza continua a
portare con sé la musica
forse io sparirò
le tracce scompariranno nella neve
non mi troverai qui

il ghiaccio sta iniziando a formarsi
finendo quel che aveva iniziato
sono rinchiusa nella mia testa
assieme a quello che ho fatto
so che hai provato a salvarmi
non ho permesso a nessuno di entrare
ora è rimasta una traccia
di tutto quel che c'era
e di tutto quel che avrebbe potuto esserci

per favore prendi questo
e scappa via lontano
via lontano da me
io sono indegna
noi due non eravamo
destinati a stare assieme
tutti questi pezzi
e queste promesse che
ci siamo lasciati alle spalle
se solo fossi riuscita a vedere
che nel niente che avevo
tu eri davvero tutto
tutto per me
ma io ho perso tutto quel che c'era
e tutto quel che avrebbe potuto esserci

per favore prendi questo
e scappa via lontano, lontano,
come puoi vedere
io sono indegna
e la felicità e la serenità d'animo
non erano il mio destino
tutti questi pezzi
e queste promesse che
ci siamo lasciati alle spalle
se solo fossi riuscita a vedere
che nel niente che avevo
tu eri davvero tutto
tutto per me


 


 


 

§§§


 


 


 


 

La piccola stanza 25a era completamente immersa nel buio. Sul letto stretto e cigolante giaceva un ragazzo emaciato dalla folta capigliatura scura. Dallo stereo un ritornello malinconico appesantiva l'aria di parole e suoni, inutili...

Dopo due settimane di assoluta ed impenetrabile oscurità, Beyond decise che era giunto il momento di riaprire gli occhi. Il racconto di Mello gli era entrato nelle ossa e, per la prima volta in vita sua, si sentiva completamente privo di difese. Accettare la dura verità, accettare di aver perso, in definitiva, sia l'amore che la battaglia, era una prova troppo dura per uno spirito fiero come lui.

Possibile che fosse stato così cieco? Davvero non era riuscito a far capire a Faith che l'avrebbe amata anche se fosse stata un'irrimediabile sciocca?

Per quel caso che Backup aveva considerato semplicemente un'ulteriore opportunità di avvicinarsi ad L, si era verificata la peggiore delle conclusioni. Cos'aveva ottenuto, alla fine? Solo una nuova cicatrice impossibile da rimarginare. Nonostante si sforzasse di andare avanti, la consapevolezza di aver fallito e, soprattutto, di aver permesso che Faith gettasse via la sua vita, lo raggiungeva ovunque, come un'ombra. Ma, in fondo, gli andava bene anche così: il ricordo, a volte, è l'unica cosa a cui l'uomo possa appellarsi per non ripetere gli stessi errori...


 

"Se solo potessi fare un backup di tutta la mia vita fino ad oggi..."


 

Beyond sorrise al buio e si issò a sedere, facendo cigolare le molle consunte del suo letto. Tastando il comodino senza distinguerne chiaramente il profilo, riuscì ugualmente a trovare la maniglia del cassetto, la tirò a sé ad aprì lo scrigno che racchiudeva, a conti fatti, il suo destino futuro... Dal cassetto Beyond estrasse una busta di carta e la lettera che Faith aveva scritto prima di morire; Mello l'aveva consegnata a lui pensando che fosse la scelta migliore. Dalla busta fuoriuscirono due biglietti aerei per Los Angeles ed un ciondolo a forma di cuore con le lettere “B&F” incise ed incrociate a mo' di germogli di vite.


 

"Non te ne avevo ancora parlato, volevo farti una sorpresa... Che idiota!"


 

Con il groppo in gola, Backup ridusse in mille pezzi uno dei due biglietti aerei, intascando l'altro insieme al ciondolo. Gli occorse davvero poco tempo per raccattare tutte le sue cose e metterle alla rinfusa in una sacca.

Allo scoccare della mezzanotte, si recò nell'ufficio di Roger. Il direttore lo accolse in malo modo, dopotutto a nessuno piacerebbe essere buttato giù dal letto nel pieno del sonno. Tuttavia, quando Beyond palesò le sue reali intenzioni, ogni traccia di rabbia scomparve dal volto rugoso del vecchio.


 


 

  • Benedetto Ragazzo, per favore, pensaci bene... Proprio ora che sei in cima alla classifica, non mi sembra il caso che tu...


 

  • Ci ho già pensato, ormai non posso più vivere in questo posto. In ogni caso, non c'è niente che tu possa fare o dire per dissuadermi. Ho quindici anni e sono libero di andarmene per la mia strada.


 

  • Mi rincresce ammetterlo, ma hai ragione... Il regolamento parla chiaro: una volta raggiunti i quindici anni d'età, nessun ragazzo può essere costretto a restare qui controvoglia. Vorrei solo ricordarti che nel momento stesso in cui metterai piede fuori dalla House, questo istituto sarà “off limits” per te.


 

  • Ne sono consapevole e, sinceramente, non potrei chiedere di meglio.


 


 

Roger, piuttosto ferito dalle parole dure del ragazzo, sospirò profondamente ed estrasse da uno scomparto segreto della sua scrivania un assegno a nome di Beyond, valido praticamente in tutte le banche del mondo.


 


 

  • Ecco, con questo potrai sopravvivere egregiamente per un po' di tempo. Confido che sarai in grado di gestire il denaro nel migliore dei modi, perché di certo non durerà in eterno.


 

  • Sarò oculato. Addio, Roger, anzi... Addio, signor direttore.


 

  • Mi raccomando, prenditi cura di te.


 


 

Backup abbandonò l'ufficio del direttore, percorse il lungo corridoio che conduceva alla porta d'ingresso della House e s'immerse nella fresca notte inglese, senza mai voltarsi indietro.


 


 

*I've got my thing packed

My favorite pillow
Got my sleeping bag
All the pictures and pain
I left behind
All the freedom and fame
And I wonder
How long it'll take them to notice that I'm gone
And I wonder
How far it'll take me

To run away
It don't make any sense to me
Run away
This life makes no sense to me
Run away
It don't make any sense to me
Run away
It don't make any sense to me

I was just trying to be myself
Have it your way I'll meet you in hell
It's all these secrets that I shouldn't tell I've got to run away
It's hypocritical of you
Do as you say not as you do
I'll never be your perfect copy
I've got to run away

I'm too young to be
Taken seriously
But I'm too old to believe
All this hypocrisy
And I wonder
How long it'll take them to see my bed is made
And I wonder
If I was a mistake

I might have nowhere left to go
But I know that I cannot go home
These words are strapped inside my head
Tell me to run before I'm dead
Chase the rainbows in my mind
And I will try to stay alive
Maybe the world will know one day
Why won't you help me run away

It don't make any sense to me
Run away
This life makes no sense to me
Run away

I could sing for change
On a Paris street
Be a red light dancer
In New Orleans
I could start again
To the family
I could change my name
Come and go as I please
In the dead of night
You'll wonder where I've gone
Wasn't it you
Wasn't it you
Wasn't it you that made me run away

I was just trying to be myself
Have it your way I'll meet you in hell
All these secrets that I shouldn't tell I've got to run away
It's hypocritical of you
Do as you say not as you do
I'll never be your perfect copy
I've got to run away
It don't make any sense to me
Run away
This life makes no sense to me
Run away
It don't make any sense to me
Run away
It don't make any sense to me

This life makes no sense to me
It don't make no sense to me
It don't make any sense to me
Life don't make any sense to me

Ho impacchettato le mie cose

il mio cuscino preferito
ho il mio sacco a pelo
mi sono lasciato dietro
tutte le foto ed il dolore,
tutta la libertà e la fama
e mi domando
quanto ci metteranno a notare
che me ne sono andato, e mi
domando quanto lontano mi porterà...

scappare via
non ha alcun senso per me
scappare via
questa vita non ha alcun senso per me
scappare via
non ha alcun senso per me
scappare via
non ha alcun senso per me

Stavo solo provando ad essere me stesso
ce l'avrai sulla tua via,
ti incontrerò all'inferno
è per colpa di tutti questi segreti
che non dovrei raccontare
devo scappare via
è ipocrita da parte tua
agisci come dici, e non come fai!
non sarò mai la tua copia perfetta
devo scappare via

Sono troppo giovane per
essere preso sul serio
ma sono (anche) troppo maturo per credere
a tutta questa ipocrisia
e mi domando quanto ci metteranno
a vedere che il mio letto è fatto
e mi chiedo se sono stato un errore

Potrei non avere alcun posto dove andare
ma so che non posso tornare a casa
queste parole sono fisse nella mia testa
mi dicono di scappare prima di morire
seguo gli arcobaleni nella mia mente
e proverò a restare vivo
forse il mondo saprà un giorno
perché non mi hai aiutato a scappare via

Non ha alcun senso per me
scappare via
questa vita non ha alcun senso per me
scappare via


 

Potrei cantare per cambiare
su una strada di Parigi
essere un ballerino a luci rosse
a New Orleans
potrei iniziare tutto da capo
per la famiglia potrei cambiare nome
andare e venire come mi pare
a notte fonda, ti chiederai dove sono andato
Non eri tu? Non eri tu? Non eri tu che
mi hai fatto scappare via?

stavo solo provando ad essere me stesso
ce l'avrai sulla tua via,
ti incontrerò all'inferno
è per colpa di tutti questi segreti
che non dovrei raccontare
devo scappare via
è ipocrita da parte tua
agisci come dici, e non come fai!
non sarò mai la tua copia perfetta
devo scappare via

Non ha alcun senso per me
scappare via
questa vita non ha alcun senso per me
scappare via
non ha alcun senso per me
scappare via
non ha alcun senso per me

questa vita non ha alcun senso per me
non ha alcun senso per me
non ha alcun senso per me
La vita non ha alcun senso per me

 

 


 

 


 

§§§


 


 


 

Ad un mese dalla tragedia di Faith, Backup aveva ormai piantato la “dolce casa” e tutti i suoi abitanti, mentre l'infermiera Lorence era stata reintegrata in servizio. La donna si era fatta spontaneamente mettere in catene perché aveva intuito, prima di chiunque altro, che la responsabile degli attentati era proprio Faith. A questo punto, ci si potrebbe chiedere cosa l'avesse spinta a compiere un sacrificio così grande, rischiando addirittura l'ergastolo... Infatti, pur riconoscendo il suo amore per tutti gli orfani, risulta alquanto difficile pensare che si sia immolata per semplice abnegazione. Ad onor di cronaca, quindi, va riportato che i detective Collins e Dawson riuscirono a scoprire dettagli molto significativi, ma non poterono mai inserirli nella giusta inquadratura... Vediamo di fare un po' di chiarezza:

L'infermiera Lorence, prima di divenire, appunto, infermiera della famigerata “Wammy's House”, era solo Celia Lorence, una ragazza di campagna nata in una famiglia modesta. Mentre Celia si accontentava di quel che aveva e cercava sempre di non essere un peso per i genitori, sua sorella minore Daisy, bella e terribilmente insoddisfatta, si metteva in continuazione nei guai, frequentando cattive compagnie e scegliendo strade poco lecite per fuggire lontano dal borgo che le era toccato in sorte. A soli sedici anni, Daisy conobbe un uomo di città ricco ed affascinante, ma sicuramente coinvolto in loschi affari. Lo si poteva capire dal fatto che avesse tantissimi soldi, ma nessun' attività lavorativa che potesse giustificarli o una famiglia abbiente alle spalle.

Nonostante Celia avesse tentato più volte di mettere in guardia sua sorella, Daisy non volle sentire ragioni, ben presto rimase incinta e si trasferì in città, a casa del suo uomo. Celia seppe da terzi che Daisy aveva partorito una bambina e l'aveva chiamata Hayleen, come sua nonna.

Bene, ora per il lettore dovrebbe essere semplice fare due più due... Quando Daisy ed il marito furono costretti a darsi alla macchia a causa dell'attività criminale di lui, la donna pensò bene di lasciare sua figlia alle cure di Celia; non appena quest'ultima si ritrovò tra le braccia una bimba di nome Hayleen che somigliava moltissimo a Daisy, l'istinto ed il cosiddetto “richiamo del sangue” le fecero capire che si trattava proprio della sua nipotina.

Per anni Celia si portò dentro questo segreto, vegliando su Faith come un vero e proprio guardiano. Va da sé che il compito di un guardiano degno di questo nome sia tutelare il suo protetto, finanche al punto di sacrificarsi per lui, e fu proprio questo il pensiero di Celia quando decise di consegnarsi alla polizia.

Come fece Daisy a scoprire dove si trovasse sua sorella rimane un mistero, tuttavia, è lecito supporre che la Lorence avesse confidato agli anziani genitori quale fosse la sua sede lavorativa, nonostante il regolamento della House vieti di divulgare qualsiasi tipo di informazione, anche indiretta.


 


 


 

*You, you who has smiled when you’re in pain
You who has soldiered through the profane
They were distracted and shut down


 

So why, why would you talk to me at all
Such words were dishonorable and in vain
Their promise as solid as a fog
And where was your watchman then


 

I’ll be your keeper for life as your guardian
I’ll be your warrior of care your first warden
I’ll be your angel on call, I’ll be on demand
The greatest honor of all, as your guardian


 

You, you in the chaos feigning sane
You who has pushed beyond what’s humane
Them as the ghostly tumbleweed
And where was your watchman then


 

I’ll be your keeper for life as your guardian
I’ll be your warrior of care your first warden
I’ll be your angel on call, I’ll be on demand
The greatest honor of all, as your guardian


 

Now no more smiling mid crestfall
No more managing unmanageables
No more holding still in the hailstorm
Now enter your watchwoman


 

I’ll be your keeper for life as your guardian
I’ll be your warrior of care your first warden
I’ll be your angel on call, I’ll be on demand
The greatest honor of all, as your guardian


 

Tu, tu che hai sorriso quando soffrivi
tu che hai militato attraverso il profano
tutti gli altri erano distratti e non ti davano retta


 

quindi perché, perché non mi parleresti per niente
Tali parole erano disonorevoli e vane
le loro promesse erano solide come nebbia
E dov’era il tuo protettore allora?


 

Sarò la tua custode per la vita come il tuo guardiano
Sarò la tua protezione,il tuo primo guerriero
Sarò il tuo angelo su chiamata, verrò se mi cercherai
Il più grande onore di tutti, (essere) il tuo guardiano


 

Tu, Tu che nel caos ti fingevi equilibrata
Tu che ti sei spinta oltre ciò che è umano
loro come cespugli fantasma che rotolano
e dov’era il tuo protettore allora?

Sarò la tua custode per la vita come il tuo guardiano
Sarò la tua protezione,il tuo primo guerriero
Sarò il tuo angelo su chiamata, verrò se mi cercherai
Il più grande onore di tutti, (essere) il tuo guardiano


 

Ora, non sorridi più, sei mezza mortificata
Non gestisci più l'ingestibile
Non hai più la presa ferma sotto la grandine
Ora fai entrare colei che si prenderà cura di te


 

Sarò la tua custode per la vita come il tuo guardiano
Sarò la tua protezione,il tuo primo guerriero
Sarò il tuo angelo su chiamata, verrò se mi cercherai
Il più grande onore di tutti, (essere) il tuo guardiano.


 


 


 

§§§


 


 


 

Erano ormai trascorsi dieci minuti da quando Near aveva raggiunto la porta della camera di Mello. L' albino cercava in tutti i modi di racimolare coraggio a sufficienza per bussare, ma ogni volta che ci provava, ogni volta che la sua piccola mano si richiudeva a pugno, una miriade di dubbi si anteponeva a quel gesto, rendendolo, di fatto, irrealizzabile.


 

"Ancora una volta, non riesco ad agire... sono come bloccato... Sarà forse perché io e Mello non ci siamo più incrociati da quel giorno? I suoi occhi erano così... c'era qualcosa che... non so..."


 

Near inspirò a pieni polmoni una boccata d'aria fresca e constatò, con stupore, che non era poi così fresca... Un odore strano, un tanfo più che altro, sembrava uscire direttamente dallo spiffero sotto la porta della camera. Prima ancora che Near potesse indagare più attentamente su quella stranezza, la risposta gli si parò davanti agli occhi... ed al naso.

Matt uscì all'improvviso con una sigaretta stratta fra i denti e quando si ritrovò di fronte il piccolo albino, imprecò sottovoce.


 

"Dannazione! Adesso che mi ha visto fumare, dirà sicuramente tutto a Roger!"


 

Near prese ad arricciarsi distrattamente una ciocca di capelli e distolse lo sguardo da Matt, come a volerlo rassicurare che i suoi vizi non gli interessavano affatto. Il rosso, ancora scombussolato, si soffermò sull'uscio, cercando di capire se poteva davvero fidarsi di Near o se sarebbe stata necessaria una piccola “punizione” per convincerlo a tenere la bocca chiusa.


 


 

  • Allora, Matt! Che combini lì impala-...


 


 

Incuriosito dall'esitazione di Matt, anche Mello si era affacciato sul corridoio, ma la vista di Near gli aveva troncato le parole in gola.


 


 

  • Buongiorno... Mello.


 

  • 'Giorno...


 


 

Matt rimase alquanto interdetto dall'atteggiamento di Mello e Near. Mentre il primo sembrava più nervoso del solito, il secondo aveva un'aria lievemente preoccupata o, forse, infastidita. Impossibile determinarlo con esattezza.

Il rosso preferì non interferire e si allontanò a gran velocità, per niente allettato dall'idea di essere coinvolto nell'imminente confronto fra i due “pupilli” della House.

Dopo qualche secondo di assoluto silenzio, Mello indietreggiò, permettendo a Near di entrare in stanza, e si richiuse la porta alle spalle; poi, raggiunse la finestra aperta e si sedette sul bordo, lasciando penzolare una gamba all'esterno. Quella posizione non era affatto sicura, ma gli piaceva e, soprattutto, gli permetteva di preoccuparsi di qualcosa che non fosse Near...


 


 

  • Mello, io... non ho avuto più occasione di ringraziarti per quello che...


 

  • Sta' tranquillo, non importa.


 

  • Beh, invece a me importa. Hai corso un grande rischio ad esporti così. Se non fosse stato per te, io adesso non sarei qui a parlarti.

 

  • Va bene...

 

 

 

Mello distolse lo sguardo da Near e prese ad osservare, con scarso interesse, i ragazzini che giocavano a calcio in cortile. L'aria era immobile, afosa, piatta e sembrava volesse paralizzare tutti con il suo abbraccio asfissiante...

Asfissiato, già, così si sentiva Mello da qualche giorno a quella parte. Uno strano tormento si era impossessato di lui e gli impediva di respirare normalmente. Anche di notte non riusciva più a dormire bene, il sonno si era trasformato in un'estenuante battaglia contro gli incubi. L'aspetto peggiore di quella condizione così spiacevole era che Mello sapeva benissimo da cosa fosse causata... Per certi versi, avrebbe voluto ignorare ancora per un po' le scomode verità che gli stavano lentamente ed inesorabilmente influenzando l'esistenza.

Purtroppo, una volta scoperchiato il vaso di Pandora, non c'è più nulla che si possa fare per ricacciarvi il male all'interno...

Mello socchiuse gli occhi, godendosi un inaspettato refolo di brezza che riusciva a spazzar via anche parte del suo malessere. Si sentì quasi sollevato grazie a quel soffio leggero, e la fantasia prese a navigare tranquilla fra mari ed oceani senza onde.

In quel momento, la sua figura sottile e tendenzialmente innocua, immersa nella contemplazione di un'invisibile meraviglia, sembrava stagliarsi fiera contro il mondo intero. Near si chiese come facesse Mello ad assumere inconsapevolmente atteggiamenti e pose in grado di sconvolgere gli altri. Bastava un suo sguardo per far arrossire le ragazze, terrorizzare i ragazzi e stupire gli insegnanti...

 

"Sarà questa la vera potenza dell'animo umano? No... Questa è la potenza del suo animo..."

 

Near si sentì improvvisamente a disagio, inadeguato, e desiderò andar via da quella stanza. Però c'era qualcosa che gli impediva di farlo, che lo teneva letteralmente incollato al pavimento. Era la sicurezza di Mello, il suo viso più scintillante del sole, i suoi zigomi incorniciati da qualche filo d'oro...


 

"Come potrei... andar via... ora... Che sia questa una forma di... dipendenza?"


 

E in quel preciso istante, Near ebbe una gran paura, paura di essersi legato ad un'altra persona, paura di possedere qualcosa di cui gli importasse davvero.

Sì, perché avere vuol dire anche rischiare di perdere...


 


 

  • Near...


 

  • Uhm?


 

  • Ora che Backup è andato via, immagino che tu sia il primo in graduatoria ed io il secondo, non è vero?


 

  • Suppongo di sì...


 

  • E questo ci rende rivali, dico bene?


 


 

Near sollevò lo sguardo verso Mello. Gli occhi del biondo sembravano spenti, opachi, velati da un dispiacere che, di sicuro, mai più si sarebbe mostrato alla luce del sole. Mai più...


 


 

  • Sì...


 

  • Perfetto.


 


 

Mello si volse di nuovo verso il cortile, i brividi sulla pelle. Near imboccò l'uscita e seppe che non avrebbe più varcato quella porta.


 


 


 


 

5 dicembre, 2004


 


 

Lampi e fulmini squarciavano il manto nero della notte, illuminando i profili spettrali di alberi a casupole lontane. Gli ospiti più giovani della House si nascondevano, timorosi, sotto le coperte di lana, attendendo con ansia la fine del temporale. I ragazzi più grandi, invece, dormivano già da parecchie ore, o meglio, alcuni di loro...

La zip del borsone si inceppò proprio all'ultimo. Mello imprecò e diede un colpo secco alla lampo, facendola scattare fino al limite della cerniera. Ormai aveva sistemato tutto, nel tascone laterale si era premunito anche di dieci barrette extra-fondenti per il viaggio.

Premuto contro la finestra chiusa, le spalle appese in una maglietta sdrucita, Matt stringeva tra le dita il suo gameboy spento, e lo fissava come se lo avesse visto allora per la prima volta. Mello fece per salutarlo, ma si fermò di colpo. Gli addii non gli piacevano.

Matt sorrise, sempre senza distogliere lo sguardo dal videogioco, e due lacrime, due soltanto, scesero solitarie ai lati del suo viso.


 


 

  • Ehi, ti... ti darò notizie, promesso!


 

  • Sai bene che non potrai farlo. La tua copertura ne verrebbe compromessa. Se vuoi vivere da solo, questo posto te lo devi dimenticare.


 


 

Mallo sospirò.


 


 

  • Sì, hai ragione.


 

  • Okay ma... noi saremo amici lo stesso, vero?


 

  • Certo Matt, in un modo o nell'altro, sono sicuro che ci rincontreremo. Sempre che tu ti decida a schiodare da qui!


 

  • Ehi, a me piace la House! Cibo gratis, videogames a volontà, riscaldamento d'inverno... In fondo, non è poi così male.


 

  • Può darsi, ma io ormai non faccio più parte di questo progetto.


 

  • É stata una tua scelta...


 

  • Certo che sì! E sono convinto di non aver sbagliato. Beh... Ora dovrei proprio andare...


 


 

Matt si morse il labbro ed iniziò a fissare la moquette spelacchiata sul pavimento.


 


 

  • S-sì, mi sa che devi... Allora... ci si vede?


 

  • Sì... ciao!


 


 

Mello indossò una giacca a vento beige per ripararsi dalla pioggia, infilò la tracolla del borsone con tutti i suoi effetti e raggiunse rapidamente la porta. Matt gli afferrò il polso prima che potesse girare la maniglia.


 


 

  • Mello, aspetta!


 


 


 

Mello si paralizzò sull'uscio, ma non riuscì a ricambiare lo sguardo dell'amico, perché sapeva che se lo avesse fatto, una parte della sua determinazione ad andar via sarebbe irrimediabilmente svanita.


 


 

  • Cosa c'è?


 


 

Matt deglutì rumorosamente, mentre con la mano continuava a stringere il polso di Mello, quasi temendo che potesse sfuggirgli da un momento all'altro.


 


 

  • E-ecco, i-io... io...


 

  • Tu?


 

  • Io volevo dirti che... che...


 


 

Mello fremette leggermente: un brivido gli aveva percorso la nuca...


 


 

  • Insomma... sto cercando di dire che...


 

  • Anch'io!


 


 

La presa di Matt si rilassò, il ragazzo sorrise e poi, arrossendo leggermente, abbracciò l'amico. Mello rimase sorpreso, ma ricambiò immediatamente la stretta, inspirando a pieni polmoni l'odore di bucato fresco misto a tabacco che emanava dalla maglietta di Matt.


 


 

  • Cerca di non farti ammazzare prima di me, Mel!


 

  • La stessa cosa vale per te, disperato di un nerd!


 


 

Quando Mello abbandonò definitivamente la sua stanza alla House, gli angoli degli occhi gli pungevano molto, ma non si abbandonò al pianto. Ormai aveva deciso che non l'avrebbe più fatto, per nessuna ragione al mondo.

E infatti le sue ultime lacrime furono quelle versate per Faith.

Dopo aver riscosso il suo assegno dall'ufficio di Roger, Mello si avviò verso l'uscita principale dell'istituto, constatando a malincuore che fuori continuava a piovere a dirotto. I corridoi erano deserti, nessuno si azzardava fuori dal letto in quella fredda notte di tempesta, persino Berenice sembrava aver deciso di rimandare il suo solito giro di ronda.

Proprio quando Mello aveva finalmente raggiunto l'ultima porta che lo separava dalla libertà, uno strano chiarore alla sua destra lo fece sussultare.


 


 

  • Buonasera, Mello... Stavi forse andandotene senza salutarmi? Davvero poco carino da parte tua.


 


 

Mello si riprese in fretta dallo spavento, indossò un sorriso beffardo e rispose alla domanda del suo rivale nel modo che, di solito, l'albino riservava a lui: con un'altra domanda.


 


 

  • Guarda guarda chi c'è, Near! O forse dovrei dire nuovo L? Senti un po', nuovo L, si può sapere che ci fai in giro a quest'ora?


 


 

Near prese ad arricciarsi una ciocca di capelli attorno all'indice ed attese parecchio prima di replicare, anche se, effettivamente, non aveva molto su cui riflettere.


 


 

  • Beh, mi sembra ovvio... Sono venuto perché volevo salutarti e sapevo che tu non saresti mai passato dalle mie parti per farlo.


 

  • Ah sì? E, sentiamo, perché mai nutriresti questo desiderio? Vuoi forse ridermi dietro mentre me ne vado quatto quatto sotto la pioggia, beandoti della tua vittoria? Ti avverto che questo è solo l'inizio, tra me e te il conto non è certo regolato!


 

  • Lo immaginavo e spero sinceramente di poterti rincontrare, un giorno. Comunque, fossi in te, non parlerei di vittoria... Io non ho vinto, L non mi ha scelto spontaneamente e, soprattutto, se vogliamo proprio cercare il pelo nell'uovo, sia tu che io partiamo sconfitti.


 


 

Mello storse il naso, irritato.


 

"Purtroppo ha ragione, partiamo entrambi sconfitti: L, il nostro idolo, l'unica persona per cui entrambi provassimo rispetto sincero, è morto... Ed è morto proprio nel peggiore dei modi, ucciso dal suo avversario!"


 


 

  • Già, perché L è morto...


 

  • Esatto.


 

  • In ogni caso, starsene a rimuginare non serve a nulla. Ora vado, ci si vede al traguardo, Near. Io ti aspetterò lì.


 

  • Mello, ancora una cosa...


 

  • Ma si può sapere che diavolo vuoi?!


 


 

Il biondino si sforzò di assumere una faccia contrariata, ma sapeva benissimo che non sarebbe mai andato via senza prima ascoltare tutto ciò che Near avesse voluto dirgli. In fondo, l'aspetto più pericoloso dei legami è proprio questo: si formano facilmente ed anche quando si vorrebbe scioglierli, il nodo è sempre un po' più resistente delle nostre forze...


 


 

  • Ricordi la notte in cui ci siamo conosciuti?


 

  • Sì, ti eri pisciato addosso come un perfetto imbranato!


 

  • Già... E, per caso, ricordi anche la domanda che mi facesti, ai piedi della scalinata che porta alla lavanderia?


 


 

Mello fece mente locale per qualche secondo, poi, si rammentò della caduta, dello zippo che si era spento e del tremore di Near...


 


 

  • Sì... Ti chiesi se eri spaventato.


 

  • Esatto... Me lo chiederesti di nuovo?


 


 

Mello rimase alquanto interdetto da quella proposta e pensò seriamente di non assecondarla. Una strana sensazione gli suggeriva di correre subito il più lontano possibile da lì, ma la curiosità gli imponeva di restare ancora. Alla fine, vinse l'interesse di arrivare fino in fondo al “gioco di Near”.


 


 

  • D'accordo Near... Sei spaventato?


 


 

Gli occhi dell'albino si illuminarono e Mello poté quasi scorgervi un'inusitata scintilla vitale.


 


 

  • Sì, Mello... Sono terribilmente spaventato, lo sono sempre stato, ma, da stanotte, credo proprio che lo sarò di più...


 


 

Mello non parlò, non schernì il suo rivale, né gioì di quella debolezza candidamente palesata, tutt'altro... Si avvicinò a Near con passo lento, lo fissò intensamente tentando di infondergli la sua innata sicurezza e poi lo abbracciò forte, come non aveva mai fatto prima d'allora.

Quando pensò che fosse giunto il momento, Mello si strappò da Near e corse sotto la pioggia gelata, lasciandosi definitivamente alle spalle la dolce casa.

Near ci mise un po' per riprendersi dallo shock di essere stato abbracciato un'altra volta da Mello, ma quando ritornò completamente vigile, si accorse di avere qualcosa tra le mani...


 


 

"Una foto? Ma allora è così che stanno le cose... Arrivederci, dear Mello!"


 


 


 


 

I'm everything you know
You wonder friend or foe
I'm the burning in your throat when you swallow
But then you spit me out
Your stomach full of doubt
And still you're faking every word out of your mouth


 

But you won't let go
It's all about control
Understand I'm born to lead you will follow
No, I don't wanna stay
I'm running away
Don't you hear me when i say

Goodbye...so long...nice try...I'm gone
If you don't like being second
I don't like being wrong
I won't forget the way you made me feel
I won't regret running away from here
You think you see the world well you see nothing
Time is only gonna make it worse in the end
So I'll say goodbye again


 

Sono tutto ciò che conosci
Ti domandi se amico o rivale
Sono il bruciore nella tua gola quando deglutisci
Ma mi sputi via
Il tuo stomaco pieno di dubbi
E ancora stai fingendo ogni parola fuori dalla tua bocca

Ma non te ne andrai
È una questione di controllo
Capisci che sono nato per comandare, tu seguirai
Non voglio rimanere
Sto correndo via
Non mi senti mentre dico

Addio...Ci vediamo...Bel tentativo...Sono andato
Se non ti piace essere secondo
A me non piace sbagliare
Non dimenticherò il modo in cui mi facevi sentire
Non mi pentirò di essere corso via da qua

Quindi dirò di nuovo addio
Quindi dirò di nuovo addio


 


 


 


 


 


 

NOTE:


 

Okay, prendo fiato, mi calmo e tento di riacquistare possesso delle mie facoltà mentali... Quasi non riesco a credere di aver appena finito di scrivere l'ultimo capitolo, il cuore mi batte a mille e sento già la nostalgia punzecchiarmi pericolosamente gli occhi! Ho concluso questa storia dopo parecchi mesi di lavoro e devo ammettere che lasciarla mi spezza il cuore. I personaggi di Death Note che ho voluto, diciamo così, “strapazzare” mi hanno accompagnata nei momenti più tetri e noiosi, aiutandomi a sfruttare la fantasia per realizzare qualcosa che mi desse soddisfazione. Sinceramente, mi sono divertita un mondo! Ed il piacere più grande, oltre ovviamente allo scrivere in sé e per sé, mi è arrivato dai preziosissimi commenti delle mie recensiste fedeli!

Senza Mihael_River, Donixmadness, Synapsis e Soniuccia questa storia, molto probabilmente, non sarebbe giunta al suo epilogo, quindi, grazie infinite ragazze! Un saluto speciale va a Sakanade che ha letto e recensito tutti i capitoli in due giorni! Wow! Sei stata davvero grandiosa e mi lusinga che questi deliri ti abbiano appassionata così tanto!

Per concludere, vorrei umilmente ringraziare i lettori che hanno inserito la fanfiction nelle categorie “seguite”,”ricordate” e “preferite” e tutti coloro i quali hanno semplicemente avuto la pazienza di leggermi. Spero di essere stata capace di intrattenervi e, soprattutto, di trasmettervi il mio amore per la scrittura e lo splendido manga della Ohba!

Ora vi lascio alle ultime noticine :( :'(


 

Il titolo del capitolo è il ritornello della canzone di SR-71 riportata anche alla fine. Tra tutti i brani che ho voluto inserire, questo mi sembra decisamente quello più calzante, ma lascio a voi completa libertà di scelta :). In effetti, non so esattamente cosa mi abbia spinta ad alternare le canzoni alla narrazione, forse volevo ottenere un effetto un po' più... particolare per questo finale!


 

  1. La prima canzone è “Strawberry gashes” di Jack Of Jill. Ho pensato di sfruttarla per esprimere i pensieri di Mello mentre teneva stretta fra le braccia Faith, agonizzante.

  2. La seconda è “And all that could have been” dei Nine Inch Nails. Il testo, riportato per intero, vorrebbe essere una dedica di Faith a Backup... o a Mello, lascio sempre a voi la scelta.

  3. La terza è “Runaway” di Pink. Per questa canzone mi sono vista costretta a modificare leggermente il testo, in particolare, al posto della frase “I'll never be your perfect girl” ho inserito “I'll never be your perfect copy”. Le ragioni che mi hanno spinta a farlo sono evidenti, spero solo di non aver storpiato un brano così bello per adattarlo alle miei esigenze! Perdonatemi la “licenza poetica” :).

  4. La quarta è “Guardian” di Alanis Morrisette. Lo so, forse penserete sia esagerato, ma a me è sembrato proprio il testo più adatto a descrivere il forte istinto protettivo dell'infermiera Lorence nei confronti di sua nipote.

  5. La quinta è “Goodbye... so long... nice try... I'm gone” di SR-71.


 

Beh, a questo punto credo proprio di dovermi congedare, saluto calorosamente tutti voi lettori e mi auguro che l'epilogo di questa “innocente” storiella sia stato di vostro gradimento.

Un bacio grande!


 

Rama.

  
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