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Autore: Fusione    06/07/2013    2 recensioni
Tutto comincia con una partita di calcio interrotta a causa del maltempo. Gli Inazumiani sono costretti a cercare un riparo, essendo in mezzo ai boschi... Dopo aver cercato, trovano un castello, un inquietante castello. Se vorranno uscire vivi da esso dovranno superare una prova difficilissima pensata per ognuno di loro. Se vi ho incuriosito, venite a leggere il seguito. Non vi assicuro che ne uscirete, però......
Genere: Horror, Mistero, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Mark/Mamoru, Matsukaze Tenma, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La nona paura – Sakuma Jirou…

 
Sakuma era scivolato a lungo per quel condotto viscido, e quando cadde perse i sensi. Dopo circa mezz’ora si svegliò, e comprese di essere finito in una stanza senza alcuna via d’uscita.
“C’è qualcuno?” gridò, ma non ottenne alcuna risposta. Controllò ogni angolo della stanza per verificare la mancanza di vie di fuga, ma prima di poter finire l’ispezione della stanza un particolare di essa attirò la sua attenzione: un gattino era comparso quasi dal nulla, e gli si stava avvicinando.
“E tu da dove sbuchi?” chiese il ragazzo, rivolto al cucciolo. L’animale, quasi infastidito dalle parole dell’altro, si alzò su due zampe e cominciò a parlare: “Tu sei Sakuma Jirou, giusto?”
Jirou, quasi sconvolto dall’aver sentito il gatto parlare come un essere umano, rispose, titubante: “S-sì, sono io… Ma tu chi saresti?” ed il micio, altezzoso rispose: “Sono venuto qui per metterti in guardia. Dovrai affrontare la tua paura più grande, e non sarà una prova semplice. Posso solo dirti questo. Addio.” E, successivamente se ne andò senza più proferir parola.
‘ma che cosa intendeva dire con “Dovrai affrontare la tua paura più grande, e non sarà una prova semplice.”? Non capisco…’ pensò il ragazzo tra sée sé, scosso dalle parole del gatto.

Continuò a guardarsi in giro, cercando di capire da dove potesse essere passato l’animale per entrare e uscire da quella stanza, finché non trovò un minuscolo buco nascosto dal tappeto, grande abbastanza per far passare una persona di minuta stazza, così, approfittando della sua agilità, entrò in quella fessura e arrivò in un’altra stanzetta, leggermente più grande della prima, ma molto più inquietante.
‘Dove sono finito?’ pensò, dopodiché girò per la stanza con aria assorta, cercando di capire chi potesse abitare in stanze del genere.
In quella stanza erano presenti molti scheletri, di animali e di persone. Anche sul pavimento c’era qualche coccio, segno che qualche maldestro stato lì prima di Sakuma aveva fatto cadere qualche scheletro per errore.

“Chi va là?” Urlò qualcuno, interrompendo i pensieri del ragazzo. Di fronte a lui, comparendo dal buio di un angolo della camera, si intravide una figura, che, dopo essersi avvicinata al ragazzo, lo squadrò e ripeté la domanda: “Chi va là??” e stavolta, Jirou non si fece intimidire e disse: “Mi chiamo Sakuma Jirou, e lei chi è?”
L’altro si mise a ridere di gusto, schernendo il ragazzo, e rispose:
“Sakuma? S-sei davvero tu? Meno male, un volto amico tra questi mostri! Sono io, Kidou!”
“C-Come?! Kidou?!” gridò l’altro, allibito dalle parole pronunciate dalla figura in ombra. Essa allora si spostò in un angolo illuminato della stanza e si mostrò agli occhi di Jirou, che, incredulo, non pronunciò parola.
“Come sei finito qui?” chiese l’occhialuto. L’altro giovane rispose: “Beh, ho trovato un passaggio dalla mia cella e sono finito qui! Tu invece, da quanto sei rinchiuso in questo posto?”
“Da quando sei arrivato tu!” sibilò Yuuto. Parlarono per un po’, fino a quando Jirou, notando qualche stranezza nel suo amico, gli fece una domanda, alla quale sono il vero Kidou Yuuto avrebbe saputo rispondere.
“Senti, mi spiegheresti come ti sono utili gli occhialini che hai sempre usato? A che ti servivano?”
E,  in quell’istante, l’altro ragazzo si incupì.

“… Bravo, complimenti. Non mi hai creduto, e hai fatto benissimo! Ma io sono il vero Kidou, e non ti lascerò mai uscire da qui, perché per scappare dovrai uccidermi, altrimenti sarai tu ad essere assassinato!” disse, ed i suoi occhi si illuminarono in modo terrificante.
“Cosa? Kidou, ma siamo amici, come puoi volermi uccidere?!” chiese l’azzurrino, perplesso.
“Noi, amici? Ma non farmi ridere! Non potrei mai essere amico di un perdente come te!” Esclamò, e successivamente si avventò sull’altro, per poi continuare a parlare:
“È inutile che tu ti opponga! Morirai, e non puoi sfuggirmi!” continuò, dopodiché strinse le sue mani intorno al collo di Jirou.
Continuarono a lottare per circa dieci minuti, ma il ragazzo non riusciva a liberarsi da Yuuto, che continuava imperterrito nella sua opera di strangolamento.
“N-non posso credere che sia veramente tu, Kidou. Non può essere la verità…” sospirò Sakuma, rassegnandosi all’idea di essere stato illuso per più di dieci anni.

“…Se non riesci a crederci, non gettare la spugna! Ciò che ti ha detto fino ad ora quell’essere è un’illusione, nulla di più! Resisti!” Gridò, tutt’a un tratto qualcuno, facendo sobbalzare il  
giovane intento a mordere le braccia dell’altro.
“Ma… Questa voce… Kidou?! Ma non è possibile!” esclamò l’azzurrino, e successivamente guardò colui che lo tratteneva, che riprese la sua forma originale: ritornò un’ombra.
“Già… Sorpreso?? Sei nuovamente stato ingannato, ma non per questo ti lascerò andare! Voglio ucciderti, e ci riuscirò!” disse l’essere sghignazzando, dopodiché strinse maggiormente sul collo del ragazzo, che, nonostante mordesse il suo aggressore, non riusciva a liberarsi o a far male all’altro.
‘Perché non ci riesco? Morirò se non riesco a uscire da qui!’ pensò, continuando a lottare per la vita.
 

…Intanto, fuori dalla stanza di Sakuma…

 
“Oh, no! Dobbiamo sbrigarci!” Disse Yuuto, cercando di sfondare la porta.
“Aspetta, Kidou. Fermati! – lo interruppe Gouenji, posandogli una mano sulla spalla. – la soluzione per aprire questa porta è più semplice di quanto tu creda.” Poi alzò il tappetino sottostante l’ingresso e raccolse una chiave da terra. “Visto? Era qui sotto.”, successivamente aprì, e i nove ragazzi varcarono la soglia della stanza, dove però non trovarono nessuno.
“Ma cosa…? Dov’è Sakuma? Ho sentito la sua voce, prima.” Chiese l’occhialuto, e gli altri fecero spallucce.
“Ok, ragazzi. Scopriamo dov’è finito il nostro amico. In fretta!” Esclamò Endou, e tutti risposero con un “Sì!”, dopodiché si misero ad ispezionare la stanza.
 


…Dentro la stanza accanto…
 


“L-Lasciami andare! Non ce la faccio più…” Urlò Jirou, dando fondo ad ogni sua energia per liberarsi.
“Il mio obiettivo è quasi compiuto. Ti lascerò andare solamente quando avrai smesso di respirare!” disse l’ombra, poi si mise a ridere di gusto, stringendo sempre di più la presa.
‘Ho la vista annebbiata… E’ la fine per me…’ pensò Sakuma, ormai sfinito, quando, dallo stesso buco usato da lui comparve prima Kidou, poi Gouenji, seguiti da tutti gli altri, che attaccarono l’ombra.
“Siamo qui, Sakuma!” Dissero in coro, liberando l’amico dallo strangolatore, che subito ripartì all’attacco.
“Avete liberato lui, ma avete pensato a come liberarvi di me? Non sottovalutatemi, o potreste rimanere gravemente feriti dalla vostra impertinenza.” Disse, poi si sciolse sul pavimento e si allargò quanto basta per catturare tutti i ragazzi, tranne Jirou, che venne respinto da quella sostanza viscida.
“Adesso non fate più i gradassi, eh? Ora, se non vi dispiace, torno a fare ciò che stavo facendo prima che mi interrompeste.” Disse, poi si diresse verso l’azzurrino, che giaceva inerme a terra, ansimante.
“Riprendiamo lo strangolamento!” esclamò, e ri-posizionò le mani sul collo di Sakuma, riprendendo a stringere.

Il ragazzo riuscì solo a mugolare un “No-o” smorzato dal nemico, che lo soffocava senza pietà.
“Dobbiamo liberarci!! Ma come?” Domandò Kazemaru, guardando gli amici. Notò però la presenza di solo otto ragazzi, lui compreso, in quella melma. ‘ma chi manca? …Ho capito!!’ Pensò, poi si girò verso Jirou, ancora sotto il controllo dell’ombra. Dopo qualche istante, qualcosa avvenne. L’essere viscido fu scaraventato contro la parete accanto e distrusse il muro, lasciando anche liberi tutti gli altri.
“Così impari a fare male ad un mio amico. Spero ci penserai meglio, la prossima volta!” disse il ragazzo mancante, ormai arrivato dall’azzurrino, che dopo aver detto “G-grazie, Fudou…” svenne.
Akio, a quel punto, aiutò Sakuma ad alzarsi e lo prese sottobraccio, dopodiché si diresse verso gli altri, chiedendo “E’ tutto a posto, ragazzi?”.

“Grazie, Fudou! Ci hai salvati… se non fossi stato così previdente da voler rimanere di vedetta, ora lui sarebbe stato ucciso sotto i nostri occhi!” dissero in coro i ragazzi, indicando il povero Jirou, privo di sensi sostenuto dal moro.
“Forza, muoviamoci prima che si riprenda! Non voglio affrontarlo nuovamente!” Continuò poi, e uno alla volta passarono attraverso il buco del muro, dopodichè uscirono dalla porta della stanza nella quale era rinchiuso l’altro e tutti insieme cercarono un angolo dove potersi riposare un attimo.
Dopo circa mezz’ora Sakuma si svegliò, e ringraziò nuovamente Akio per avergli salvato la vita, dopodiché ripresero la ricerca dei ragazzi delle due squadre.
 
 
 
 
 
 
Angolino di Fu-Chan! (che non aggiorna quasi mai…)
 
Buongiorno!! ^^ Sono tornataaaa!! Spero solo che sia uscito bene...
*le arrivano frigoriferi in faccia* Uhm, ho i miei dubbi…
Coomuunqueeeee… ringrazio vivamente tutti quelli che hanno recensito/messo tra le preferite/ricordate/solo lette senza recensire… Tutti! ^^
Ringrazio anche Su-Chan, che mi ha dato una mano nel capitolo!
Su-Chan: Pretendo un compenso! ù-ù
NO! ù.ù ok, ora vado! Al prossimo capitolo, genteee!! Ciauuu!! ^^
Fubu-Chan<3
  
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