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Autore: Chiarailrapepoesia    06/07/2013    0 recensioni
Questa storia rispecchia la vita di un'adolescente italiana che si trasferisce in america per il lavoro dei suoi genitori.
Come ogni ragazza della sua età, vive una vita movimentata e l'arrivo di un componente dei One Direction le scombussola il cuore, i polmoni, il fegato eccetera, eccetera.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
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Capitolo XV. 
 

La prendo tra le braccia e la trascino in casa, in cerca di un telefono che cerco per circa cinque minuti.
Elisa respira a fatica, ora, e ha ripreso un colore più scuro, un bianco più naturale ma che, comunque, mi terrorizza.
Bestemmio sottovoce, premendo forte i tasti di quel telefono.
-Pronto, cerco un'ambulanza, velocemente. C'è una ragazza che è stata...picchiata a sangue. Fate presto.-
Cerco di dare velocemente tutte le indicazioni per arrivare alla casa, poi abbasso la cornetta e chiamo ai genitori di Elisa, per informarli della situazione.
Mi siedo accanto ad Elisa e le controllo il polso: il suo battito cardiaco è regolare, o così sembra.
Le stringo forte la mano.
-Ti prego, Elisa, resisti.-
Contrae la mano e si contorce. Uno spasma, mi viene da pensare.
Entro in panico ma la sirena dell'ambulanza mi tranquillizza, almeno un po'. 
Corro fuori, prendendo Elisa tra le mie braccia e posandola sulla barella che trascinano poco più lontano dell'uscio della porta.
-Ci sono i suoi genitori?- chiede un'infermiera.
Rispondo con un no secco e dolorante, e proseguo dicendo che ci seguiranno in ospedale.
In ambulanza la visitano, le controllano la pressione e il battito cardiaco.
Trema, e il dottore che ci accompagna mi dice che sta bene, che non c'è nessun perioco, che ha avuto un piccolo trauma facciale ma che non è nulla di grave.
-Stia tranquillo, si rimettera in meno di due settimane.- mi sorride, per poi posare una benda bagnata sul naso insanguinato di Elisa.

Arriviamo in ospedale e passiamo per un corridoio gremito di gente che si spinge, che corre, che piange.
New York è una città pericolosa, e lo si constata dalle miliaia di persone che ogni giorno vengono trasportate nei vari ospedali del posto.
Ma questa volta, con Elisa, non è stata colpa della città ma, bensì, colpa di un'amore soffocato ed eroso dal tempo, dall'adolescenza, dalla voglia di cambiare interiormente.
In fondo mi dispiace per Marco, perché perdere una persona come Elisa fa male, e lo so.
I dottori mi consigliano di aspettare fuori l'arrivo dei suoi genitori, e dopo qualche esitazione, seguo il loro consiglio.
I genitori di Elisa arrivano dopo qualche minuto, preoccupati, correndo.
Lei piange, lui è nervoso, lo si vede da lontano.
-State tranquilli, sta bene. Non ha nulla di grave, solo un leggerissimo trauma facciale. La dimetteranno già domani.-
Lei piange più forte, ma per il sollievo.
Io mi spingo ad abbracciarla, a consolarla.
-Cos'è successo? Vorrei capirlo.- ci interrompe suo padre.
Divento cupo, impaurito, terrorizzato.
Gelo. 

 

Spazio autrice.
Ciao dolcezze,
dopo mesi ho scritto il nuovo capitolo.
Scusatemi davvero, ma mi mancava l'ispirazione e ho avuto anche
gli esami di terza media, quindi è stato un macello.
lol.
Ora sono liberissima e mi dedicherò a terminare
questa lunga ff.
Spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo,
quindi chiedo delle vostre recensioni, 
che siano positive, neutre o negative.
Best whishes, Chiara.

Twitter:
@gionnjshug


 

   
 
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