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Autore: Doila483    06/07/2013    2 recensioni
Alex, una ragazzina di quindici anni, con un sogno, che condivideva col resto del mondo.
Il suo sogno aveva un nome: Justin Bieber. Il suo idolo. Nonostante non l'avesse mai incontrato, mai visto, credeva nel Never Say Never. Sapeva che sarebbe arrivato il suo momento... e non si sbagliava.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Settembre era un mese particolare.
Settembre era il mese in cui le giornate si facevano sempre più corte, era il mese in cui riaprivano i carceri minorili -sì, insomma, le scuole!-, era il mese in cui il mare cominciava a diventare sempre più un ricordo -anche se non è che Alex vedesse così tanto il mare-.
Era un mese particolare, e molti avrebbero detto che i mesi più belli erano Giugno, Luglio e Agosto, il tempo dell'estate, del divertimento.
Eppure ad Alex piaceva molto Settembre, anche se ricominciava la scuola, anche se il Sole tramontava prima, era il mese che lei preferiva. Inoltre, se ci mettiamo il fatto che a Settembre aveva incontrato il suo idolo per la prima volta -e anche per ben tre volte- tutti gli undici mesi potevano anche andare a farsi benedire. 
Ma in quel momento sentiva che anche Ottobre non sarebbe stato male. Era già iniziato nel migliore dei modi: il giorno del concerto di Justin era ormai arrivato.
Non riusciva a capire come fosse accaduto il tutto, insomma, era stato tutto così veloce: un giorno piangeva davanti ai suoi poster pensando a quanto fosse distante la ragione dei suoi sorrisi, e il giorno dopo era tra le sue braccia; un giorno si sentiva morire, il giorno dopo era più viva che mai sotto il suo sguardo. Le cose erano cambiate quasi drasticamente: come poteva passare dal nulla al tutto? Come poteva passare dai momenti di disperazione ai momenti di euforia? Come poteva passare dal letto zuppo di lacrime dal sapore d'una amara tristezza, ai cancelli dello Staples Center con quei biglietti in mano, quei pass nella borsa e tanta gioia nel cuore che quasi la privava del suo stesso fiato? 
Se pensava che queste cose potessero esistere solo nei propri sogni, beh, si sbagliava di grosso, perché quello che stava vivendo sapeva di sogno, ma era la sua realtà, e nessuno poteva portargliela via.
Si disse che doveva godersi ogni cosa, dal primo all'ultimo secondo di quella giornata. Sarebbe andato tutto bene, sarebbe stata una giornata memorabile, se lo sentiva. 
Il pensiero di sentire le canzoni di Justin, dal vivo, la faceva tremare. L'aveva incontrato tre volte -e quel giorno avrebbe avuto pure la sua quarta bramata volta!-, ma non l'aveva mai sentito cantare dal vivo. Aveva visto i suoi sorrisi, l'aveva guardato negli occhi, aveva provato la sensazione delle sue braccia attorno al suo corpo, l'aveva sentito parlare, l'aveva sentito ridere, e non l'aveva sentito cantare. 
Il modo di cantare di Justin, la sua voce, la sua passione, tutto ciò che la mandava avanti... la parte più bella ancora non l'aveva vissuta, e Justin aveva ben pensato di fargliela vivere gratuitamente.
In quel momento Alex stava uscendo da scuola insieme a Sonny, con un sorriso dolcissimo in grado di esprimere tutta la felicità che si era impossessata di lei.
Quando mai era uscita da scuola così contenta da poter scoppiare? Era una sensazione così bella, e ovviamente la stava provando solo grazie a Justin. 
Gli sarebbe stata debitrice a vita, lui non c'era fisicamente, ma in un modo o nell'altro riusciva sempre a salvare Alex ogni qualvolta ne aveva bisogno.
Era a braccetto con Sonny e nessuna delle due era mai stata più di contenta di uscire da scuola, e il suono di quella campanella non era mai stato così dolce. La giornata era finita, ora potevano finalmente raggiungere Justin. 
Sì, quello era il giorno tanto atteso, il momento che Alex aveva sognato per quattro lunghi anni: quella sera avrebbe sentito cantare Justin. E no, non dal suo solito mp3, ma dal vivo. Le tremava il cuore a quel pensiero, e sentiva una strana sensazione pervaderla dalla testa ai piedi.
Desiderò con tutta se stessa saltare quelle ore che la dividevano dall'incontro e dal concerto, desiderò saltare quei chilometri che la dividevano da lui. Ancora pochissime ore e avrebbe vissuto per davvero.
Sonny rideva al suo fianco contagiando Alex, ma lei in quel momento non sapeva neanche di cosa stessero ridendo, e non le importava minimamente. Ridevano di gusto, erano felici
Mila era lì davanti scuola, con la macchina parcheggiata -l'aveva fatta riparare da William, il vicino; aveva una certa età ma se la cavava ancora con qualsiasi motore-.
Quando Alex e Sonny videro Mila che attendeva, corsero verso la macchina e si tuffarono dentro come se fossero già tremendamente in ritardo. Il fatto, però, era che Alex si sentiva davvero in ritardo: c'aveva messo quattro anni per farsi conoscere da Justin.
Però, pensava, meglio tardi che mai, no? Lei c'aveva sempre creduto, e questa cosa non le aveva mai fatto del male. Erano quelli i suoi risultati, e ne andava così fiera.
Mila venne contagiata dai loro sorrisi, mise subito in moto la macchina e le portò allo Staples Center.
Il giorno prima Justin aveva fatto un concerto in quell'arena, e Alex si era chiesta come mai lui non le avesse dato i biglietti di quella serata. Forse chiedeva troppo, in effetti non era obbligato a darle i biglietti dello show precendete -anzi, se vogliamo dirla tutta, non avrebbe dovuto neanche darle i biglietti di quella serata-, ma comunque la domanda se la poneva lo stesso. 
La verità, molto probabilmente, era che Justin voleva solo fare un favore a una fan e darle un biglietto. Un concerto, forse, gli sembrava più che sufficiente, quindi perché regalare due biglietti?
Alex non li chiedeva, anche se li desiderava -in realtà lei desiderava essere a ogni suo singolo concerto, ma dettagli!-, solo che... insomma, non lo capiva.
Scosse la testa e si godette il momento: stava andando da Justin, ancora. Quelle settimane erano così piene di Justin, più di tutte quelle che aveva alle spalle. Quelle settimane se le sarebbe ricordate fino alla morte, erano le più belle che Alex avesse mai vissuto. 
Aveva passato quattro anni a piangere, e adesso invece... era lì che si diregeva allo Staples Center con due pass e due biglietti tra l'altro non pagati, anzi, le erano stati regalati da Justin in persona.
Se quello non era il Never Say Never...
Il tragitto era tutt'altro che breve. Sonny stava scattando qualche foto a Mila che guidava, ad Alex che andava in fiamme al sol pensiero di dover vedere ancora Justin e sentirlo cantare, e fece anche delle foto a sé stessa mentre il suo viso si contraeva in buffe smorfie. 
Quello era tutto ciò che Alex aveva sognato in quel lasso di tempo, aveva immaginato tutto in quel modo, si stava avverando tutto, e non poté fare a meno di pensare che Dio era grande e buono. Sonny le aveva sempre detto "Alex, penso che se stai aspettando così tanto vuol dire che tu avrai più di quanto pensi." e Alex ricordava ancora il suo discorso alla perfezione: 
"Ciò che otterrai sarà mille volte più bello di quel che sogni. Tu desideri anche l'ultimo posto dell'ultima fila dell'ultimo settore, a te basterebbe vederlo anche da metri e metri di distanza, ma io sono del parere che stai aspettando così tanto perché ciò che otterrai sarà cento volte meglio di quel che desideri. Stai tranquilla, le cose belle arrivano a chi merita e chi aspetta." 
...Come aveva ragione Sonny. Aveva dannatamente ragione, Alex non si sarebbe mai e poi mai immaginata tutto quello. Stava ottenendo cose che tante altre Beliebers si sognavano e non poté fare a meno di sentirsi onorata.
 
 
 
*
 
 
 
Dire che Justin era agitato e contento è poco. 
Quel pomeriggio si sentiva diverso, vedeva tutto in modo diverso. Tanto per cominciare sembravano tutti indaffarati e lui parve accorgersene solo in quel momento. Stavano finendo di aggiustare le luci, stavano controllando che fosse tutto apposto, c'erano uomini ovunque: uomini della sicurezza, uomini degli impianti elettrici, uomini che finivano di montare il palco, uomini che organizzavano gli effetti speciali e i filmati da mandare sul grande schermo. Uomini, uomini ovunque. Justin si trovò a pensare alle parole di Alfredo: "Amico, se continuiamo così diventeremo gay, te lo dico io!"
Forse il suo amico aveva ragione.
Rise lievemente a quel pensiero idiota, e cominciò prepararsi. 
In quel momento indossava un'anonima e comoda maglia bianca, dei pantaloni grigi e delle supra nere. Piuttosto comodo e informale per un soundcheck, peccato però che avrebbe avuto l'incontro con i fan da un momento all'altro.
Sentiva il vociare di quel via vai di persone che lo Staples Center ospitava, e, mentre finiva di cambiarsi, sentì qualcuno dire 'Dov'è Justin? Ha un incontro con i fan tra poco, dov'è?' e riconobbe in una frazione di secondo quella voce: Scooter, il suo manager.
Finì di cambiarsi: maglia nera, pantalone nero, supra nere, e un cappello inveranle nero della Supreme. Sembrava pronto per un funerale giovanile più che per un incontro con i suoi fan.
Uscì dal camerino e trovò Scooter davanti a sé che gli dava le spalle.
« Eccomi, sono pronto » disse semplicemente il cantante.
Scooter si girò e gli mise una mano dietro la spalla, scortandolo nella stanza dove si sarebbe tenuto l'incontro.
« Dai, andiamo » disse il manager.
Justin aveva un'aria da 'misentofigoanchesesembroinlutto' e camminava trascinando i piedi.
Al suo fianco, Scooter stava parlando in modo piuttosto tranquillo, nonostante l'ansia che pochi istanti prima l'aveva assalito. Stava dicendo qualcosa a Justin, ma quest'ultimo parve non ascoltarlo perché qualcos'altro -o meglio, qualcun altro- stava attirando la sua attenzione. In quel lieve trambusto che lo circondava, Justin riconobbe già le voci dei fans, chiaramente eccitati. Qualche fan lanciava dei gridolini dall'emozione, qualche altra fan piangeva, e le guardie dicevano di stare indietro e di mettersi in fila, e che 'a momenti il cantante sarebbe arrivato'.
Justin tendeva l'orecchio verso Scooter che ancora gli parlava, inconscio però del fatto che il cantante non lo stesse minimamente ascoltando.
Un pensiero attraversò la mente di Justin: Alex era lì?
Non che fosse realmente preoccupato di ricevere una risposta negativa (o forse sì?), ma le aveva regalato quei pass per un solo motivo: incontrarsi di nuovo, parlarsi, guardarsi. Doveva esserci, inoltre aveva detto chiaramente a Moshe di lasciare orari e quant'altro nella cassetta della posta di Alex. Ed era più che sicuro che in un modo o nell'altro Alex lo avrebbe raggiunto, con o senza macchina. Ne aveva già avuto la prova ritrovandosela in lacrime davanti, quel giorno in cui era scappata, figurarsi se non l'avrebbe fatto anche in quel momento. Sapeva che Alex non l'aveva mai visto in concerto e quella giornata era tutta sua, non se la sarebbe persa mai e poi mai.
Justin annuiva a Scooter senza aver però registrato niente di quel che gli era stato detto e il manager, una volta scortato il cantante nel punto d'incontro con le fans, si allontanò tornando a dell'altro lavoro. Le guardie lì crearono un po' di movimento, e cominciarono a dare il 'via libera' alle fan, una o due alla volta, oppure in gruppo.
La prima era una ragazza con la madre. Occhi grigi e i capelli castani, una maglia di Justin originale e il pass appeso al collo come la madre. Le salutò entrambe chiedendo come stesse procedendo loro la giornata. La ragazza, visibilmente scossa, abbracciò il cantante. Questo sorrise e la strinse a sé, portando un braccio sulle sue spalle, e l'altro sulle spalle della madre, sorridendo alla fotocamera davanti a loro. Il flash lì colpi in viso, e dopo pochi istanti arrivarono altri fans che dovevano vivere il loro momento, uguale a quello di tutti gli altri. 
Era il suo lavoro, ma a Justin faceva anche piacere conoscere i sui fans, conoscere di persona chi lo supportava, chi apprezzava la sua musica, chi c'era per lui, chi lo faceva sorridere. Per lui era bello incontrare smepre nuovi fans, sorridere con loro pur non conoscendone i nomi. Era bello entrare subito in confidenza con qualcuno che non conosceva ma che sentiva vicino a sé. I suoi fans erano bellissimi, era così fiero di essere Justin Bieber, la ragione dei loro sorrisi, l'artista invidiato per i suoi ammiratori. 
Entrò la seconda fan, sola e un po' più bassa di lui, con i capelli mossi, visibilmente trattati, della matita nera sulle palpebre e un po' di violetto, un lucidalabbra, una catenina al collo e una maglia a maniche corte bianca con una spilla di Justin sopra.
« Ciao Justin » disse lei.
« Hey dolcezza, come stai? » la salutò lui, abbracciandola con un sorriso dolcissimo. Sembravano conoscersi davvero.
« Molto bene, e tu come stai oggi? »
« Bene, ti ringrazio »
Lei si posizionò al lato sinistro di Justin e lui le cinse prontamente il fianco per una foto. Avanzò col viso per lasciarle un bacio sulla guancia, mentre lei sorrideva verso la fotocamera. Quando la foto venne scattata, lei si staccò da lui, forse a malincuore.
« Ti amo, Justin » disse lei sorridendogli e salutandolo, prima di voltare le spalle e tornare fuori da quella stanza.
« Anch'io, piccola »
"Anch'io, piccola" cioè.. "Anch'io ti amo". 
Sì, lui lo diceva quasi sempre, ma non era quel genere di 'ti amo'.
Lui amava i suoi fans perché grazie a loro aveva realizzato il suo sogno; perché loro lo supportavano, loro facevano di tutto per farlo sorridere; perché la tristezza di Justin era la tristezza di tutti quanti; perché il suo sorriso era il loro sorriso; li amava perché erano fantastici e appartenevano a lui. Ma non era quel tipo di ti amo, quello non era l'amore, quello vero, quello che si condivideva con un'altra sola persona. 
A quel pensiero Justin si rabbuiò un po' e non poté fare a meno di ripensare ad Alex.
Perché l'immagine di Alex gli era piombata in testa quando aveva pensato all'amore? Perché quando immaginava di dire seriamente 'ti amo' a una ragazza aveva nella sua testa il viso di Alex? Ma chi la conosceva quella ragazza? Cos'era quella situazione? Che diavolo gli stava prendendo? Dare così tante attenzioni a una fan, attenzioni di quel genere. 
Di fans ne aveva conosciute tante e ancora doveva vedere il mondo al completo, quindi di ragazze belle e simpatiche ne aveva conosciute, e aveva anche provato interesse per qualcuna di loro, ma mai era andato avanti in quel modo.. con Alex era tutto calmo, cercava di fare le cose per bene, cominciando dalle cose più semplici come un incontro prima del concerto con dei pass gratis.
L'aveva vista solo tre volte, quel giorno l'avrebbe vista per la quarta volta, eppure se qualcuno gli avesse chiesto 'La conosci? Da quanto?' lui di suo avrebbe inconsciamente risposto 'Sì, da una vita', perché quegli occhi erano così familiari e allo stesso tempo sconosciuti. Non li aveva mai visti, ma sentiva che quello sguardo gli apparteneva. Quelle lacrime, quei sorrisi.. era sicuro che erano diversi quando si trattava di lui. Era sicuro che Alex non avesse un solo tipo di sorriso; era sicuro che il sorriso più bello fosse sempre per lui -ed era proprio così!-.
Il Meet and Greet continuava, le fan entravano e uscivano tutte sorridenti, felici di aver realizzato il proprio sogno, ma di Alex ancora nessuna traccia. Non che si preoccupò, alla fine ce n'erano ancora un po' di fan da incontrare, però aveva anche una strana sensazione, come se lei non ci fosse. Possibile?
Quando la ragazza dall'abitino blu uscì sorridendo al cantante, quest'ultimo si prese qualche minuto per chiamare Scooter e chiedergli un favore.
« Justin? » disse Scooter, catturando l'attenzione del cantante.
« Scooter, devi fare una cosa » disse Justin, grattandosi leggermente la nuca senza alcun motivo; forse per l'imbarazzo. Imbarazzo per cosa, poi? Perché stava chiedendo un favore al suo manager? ..O forse perché doveva cercare una ragazza?
« Cosa? » chiese Scooter, con le sopracciglia aggrottate, seriamente curioso.
« Devi vedere se c'è, uhm, Alex lì fuori » sputò lui leggermente imbarazzato.
Scooter rimase sorpreso nel sentire quella frase. Sollevò le sopracciglia, fissando il cantante. Aveva sentito bene?
« Devo cercare una ragazza in mezzo a tutta quella gente? »
« Scooter, non te lo chiederei se non fosse importante. Ha i capelli un po' lunghi, mossi e sul castano. Ha due occhioni azzurri che, credimi, riconosceresti subito. Ha un'aria molto dolce, ed è più bassa di me. Non so il suo cognome però.. so solo che si chiama Alex. Cercala e se non c'è qui fuori prova a cercarla fuori dall'edificio, per favore »
Scooter quasi non poteva credere alle sue orecchie: Justin gli stava chiedendo di cercare una ragazza che tra l'altro neanche conosceva, ma glielo chiedeva addirittura con un pizzico di preoccupazione che traspariva facilmente dalla sua voce mentre cercava di risultare tranquillo e disinvolto. 
Non era molto bravo a mascherare le sue emozioni.
« Non posso crederci » disse il manager, scuotendo la testa. Justin stava cercando una ragazza. Insomma, è chiaro? Stava. cercando. una. ragazza.
« ...Vado » disse infine Scooter.
Justin sorrise subito e lo ringraziò, ritornando al suo Meet and Greet.
Alle sue spalle Scooter scosse ancora un po' la testa e uscì da quella stanza, pregando quasi di riuscire a trovare quella Alex.
 
 
 
*
 
 
 
« Guarda che meraviglia! » disse Alex coprendosi la bocca spalancata con una mano. 
Lo Staples Center era cento volte più bello dal vivo, era grande e non era vuoto, per niente. Era pieno di gente, Beliebers che facevano la fila, Beliebers con magliette di Justin, scritte in viso e sulle braccia, chi con i capelli in ordine, chi con i capelli scompigliati. Sembrava comunque tutto tranquillo, nonostante il vociare della gente.
« Che emozione! » disse Sonny, affianco ad Alex. La sua amica, agli occhi degli altri, poteva apparire molto tranquilla. Anzi, se non fosse che indossava una maglia che rappresentava Justin, nessuno l'avrebbe mai scambiata per una fan, perché era fin troppo calma. Ma Sonny sapeva che dentro di sé Alex stava morendo. 
Sembrava quasi non tenerci, ma la verità è che era morta tantissime volte dentro di sé per un momento simile; l'aveva sognato così tante volte, aveva ormai immaginato tante cose e in quel momento non se ne ricordava neanche una. Erano stati quattro anni lunghi e difficili, anche se la voce di Justin l'aveva sempre aiutata.
« A che ora comincia il concerto? » chiese Mila alle loro spalle, sorridendo emozionata forse quanto loro. Quello che aveva davanti a sé era tutto ciò che Alex aveva sempre sognato. Non sembrava vero persino a Mila! 
Il secondo biglietto era andato a Sonny, e alla donna dispiaceva non poter entrare e sentire Justin cantare dal vivo. Avrebbe voluto vedere felice sua figlia nell'attimo in cui Justin sarebbe salito sul palco, e non osava immaginare quanto andasse veloce il cuore della ragazza, in quel momento. 
« Tra un paio d'ore dovrebbero farci entrare, comincia verso le 19:00 » rispose Alex, guardando ancora l'arena davanti a sé.
Che meraviglia, pensava. 
Provava un emozione così forte che non sarebbe mai stata in grado di spiegarla a nessuno, neanche a sé stessa. Le sembrava di averla già provata, avendo immaginato tremila volte -e più- di trovarsi in quella situazione, di realizzare il suo sogno, ma in quel momento era decisamente cento volte più bello di quel che aveva sempre immaginato e creduto di provare.
Non credeva di poter davvero provare cose così, e non osava immaginare cosa avrebbe provato in poche ore, davanti a Justin, mentre questo cantava.
Sarebbe morta, se lo sentiva. Ma mai come allora le sembrò tanto bella la morte. Se avesse potuto scegliere il modo in cui morire avrebbe senz'altro scelto di farlo ascoltando la voce di Justin, o tra le sue braccia.
 
If I could just die in your arms
 
Alex percepì dei leggeri brividi lungo la schiena e si sentì piena di energia, solo per Justin.
Lanciò un gridolino e prese sua madre e Sonny per mano.
« Andiamo a farci un giro, dai! » disse ormai in estasi.
Sonny rise nel vedere la sua migliore amica così contenta e immendiatamente si sentì al settimo cielo anche lei. Mila, alla sinistra di Alex, venne contagiata dalla loro felicità e sorrise come una bambina.
Quel posto era pienissimo, c'erano ragazzine come Alex ovunque, tutte pazze di Justin. 
Mila sapeva che quel ragazzo aveva un successo mondiale, sapeva di aver fatto colpo su un sacco di adolescenti, ma non pensava di potersi mai trovare in mezzo a tanto caos. La cosa un po' la spaventava, perché aveva paura che Alex potesse perdersi nell'arena, non trovare i posti, oppure che potesse trovare il dritto della situazione che si era fregato quella bellissima seconda fila. Temeva che Alex, pur avendo i posti a sedere, potesse sentirsi schiacciata, che potesse sentirsi male. Erano pensieri ai quali non aveva mai dato tanto peso perché non si era mai trovata veramente in quella situazione, era sempre stato tutto a livello ipotetico, mai era stato reale, e in quel momento lo era. In quel momento tutte le paure si impossessarono di lei.
« Alex, mi raccomando, quando sei dentro non ti staccare mai da Sonny, per favore » disse Mila, facendo sentire la preoccupazione nella sua voce.
La figlia si girò a guardarla: « Mamma, stai tranquilla, ci terremo sempre per mano » rispose sorridendo come per tranquillizzarla.
« Ma non correte, mi raccomando. Non voglio che cadi o che ti faccia male in qualsiasi altro modo »
« Mamma » la chiamò Alex « Stai. Tranquilla. Non correremo »
Mila non poteva stare tanto tranquilla, quello era il primo concerto al quale Alex stava per assistere ed era con un'amica, non con lei, sua madre! Era senza un adulto, e aveva quindici anni.
Poteva davvero stare tranquilla?
Erano due ragazzine responsabili, sì, e di loro si fidava, ma non si fidava degli altri, di quelle persone che in quel momento la circondavano.
Pregò che andasse tutto bene.
Alex trascinava sua madre e la sua migliore amica verso la lunga fila di Beliebers che le si presentava davanti. Guardava quelle ragazze con un sorriso dolcissimo in viso, non le sembrava vero. Voleva abbracciarle tutte, pur non conoscendole, voleva parlare con ognuna di loro, cantare con loro, ridere con loro. Le dispiaceva essere così timida e chiusa, le dispiaceva non avere amici al di fuori di Sonny e di non riuscire ad aprirsi anche in quel momento, in quel momento che nessuno poteva criticarla, in quel momento che poteva essere liberamente se stessa e parlare ininterrottamente di Justin. Ma non ce la faceva.
Camminava sorridente, mentre Mila accanto a sé faceva delle foto con la macchina fotografica di Sonny. 
Sonny.. Sonny sembrava essere presa da altro, piuttosto. Era girata, guardava attentamente qualcosa dietro di sé. Alex se ne accorse perché Sonny non camminava più, si era fermata, bloccando anche lei e Mila.
« Sonny? » la chiamò infatti, senza ottenere alcuna risposta, neanche uno sguardo.
« ..Sonny? »
La bionda fece segno con la mano di aspettare. Ma che le prendeva?
Alex cercò di capire cosa o chi stesse guardando, ma non ci riuscì. Per un nano secondo pensò che Sonny avesse visto Justin e le prese il panico, perché si era fermata?
« Sonny! »
Finalmente la bionda si girò, con l'agitazione che le si leggeva in viso.
« Alex, hai sentito cos'hanno detto quelle ragazze?! »
La ragazzina si sentì persa, a dir poco. 'Quelle ragazze'? Ma chi? C'era mezzo emisfero in quel posto, chi doveva sentire? E poi, come poteva aver sentito con tutto quel vociare attorno a lei?
« Uhm, quali ragazze? »
« Quelle! » disse Sonny, voltandosi indietro e indicando due loro -senz'altro- coetanee: una con i capelli corti e neri e gli occhi verdi, con scritto JB sulle guance, e una con i capelli sul castano e gli occhi celesti, quasi come Alex.
Non le aveva certo sentite, ma neanche viste, prima che Sonny le indicasse.
« Cosa hanno detto? » 
Sonny prese entrambe le mani di Alex, ormai agitatissima.
« Hanno detto che il manager di Justin è qui da qualche parte e loro l'hanno visto! »
Alex spalancò occhi e bocca. Scooter? Dove? Dove, quando, cosa, chi, come, perché? Scooter! Voleva assolutamente vederlo, doveva vederlo!
Non lo conosceva ma sentiva di volergli bene, e voleva conoscerlo, stringergli la mano, e magari ringraziarlo per aver visitato Youtube quel tanto benedetto giorno.
« Alex, andiamo da loro! » disse frettolosamente Sonny, trascinandola dietro di sé. 
La biondina avanzò sempre di più fino ad arrivare a un passo da quelle ragazze, per poi fronteggiarle.
« Scusate, ho sentito che avete visto il manager di Justin? » disse, assicurandosi di aver sentito bene, anche se -ne era sicura- aveva sentito benissimo.
« Sì sì! » dissero loro, emozionate come Dio solo sa cosa!
« Oddio, dov'è? » si intromise Alex.
 
Alex, wow, sei appena uscita dal guscio? Stai parlando con altre Beliebers senza imbarazzo. Complimenti!
 
« L'abbiamo visto dall'altra parte dell'arena, ma sicuramente non è più lì perché sembrava andare di fretta, stava cercando una ragazza. Probabilmente qualcuno senza biglietti » disse la ragazza con gli occhi celesti. Sonny non perse tempo e fece altre domande.
« Ma quando? Poco fa? C'avete parlato? »
Alex si stava agitando, si girò per controllare la zona, magari Scooter in quel momento era alle loro spalle e loro neanche potevano saperlo, impegnate in quella conversazione. 
Guardava a destra, a sinistra, davanti a sé, ma non le sembrò di vederlo.
« Sì, gli ho parlato per pochi secondi, a dire il vero mi ha fermata lui! Mi sono sentita morire, giuro, lo avrei fermato io, ma invece è stato lui a parlarmi! Mi ha chiesto se mi chiamassi Alex, ho detto di no e se n'è andato velocemente »
Alex si girò velocemente. Cosa?! Aveva sentito bene?
Sonny si girò di scatto verso la sua amica, con l'agitazione che ormai rivestiva ogni centimetro della sua pelle.
« C-cosa? » chiese Alex, guardandola come pietrificata.
« Sì, mi ha fermata, mi ha guardata attentamente negli occhi e mi ha detto “Sei Alex?”, io gli ho detto 
“No, mi chiamo Shane” e lui ha annuito e ha gesticolato come per scusarsi, andandosene molto velocemente. Non ho avuto il tempo di chiamarlo, è scappato via. Peccato, volevo farmi una foto con lui! »
Sonny la guardò pietrificata.
La ragazza con gli occhi celesti guardò più attentamente Alex, aggrottando le sopracciglia.
« ..Hey, io ti ho già vista da qualche parte! »
La ragazzina non sapeva cosa rispondere, aveva ancora la testa tra le nuvole.
“Sei Alex?”
Lei, lei si chiamava Alex
« Ma certo, tu.. tu hai incontrato Justin, vero? Qualche settimana fa, davanti alla sala dove teneva le prove del Tour! Sei la ragazza alla quale Justin ha regalato i biglietti! »
Se possibile, Alex spalancò ancora di più gli occhi. Come lo sapeva? L'aveva vista? Era presente? Sì, sì, era lei! 
« Sì, come lo sai? »
Shane sorrise insieme alla sua amica dagli occhi verde smeraldo.
« C'eravamo anche noi, abbiamo visto tutto! »
Sonny si intromise molto velocemente: « Lei è Alex! »
A quelle parole Shane sgranò gli occhi. 
Cosa diamine stava succedendo? Possibile che Scooter la stesse cercando? Per cosa poi? I biglietti ce li aveva, anche i pass! 
La sua testa le disse che poteva benissimo trattarsi di un'altra Alex, ma qualcosa dentro di sé -qualcosa che non aveva niente a che vedere con la ragione- le disse che si trattava proprio di lei. Forse erano i ricordi, i 'momenti passati con Justin' che la spingevano a credere che quell'Alex fosse lei. Forse era il fatto che Justin le aveva regalato i biglietti e i pass, e voleva accertarsi che ci fosse. Del resto, quando era nel van con Justin il giorno in cui l'aveva riaccompagnata a casa dopo la sua 'fuga', lui le aveva confessato che non poteva credere che lei non si fosse presentata.
Quindi... conclusione? Era lei quell'Alex che Scooter cercava? Lei aveva i pass, le erano stati regalati da lui! Forse lui la stava cercando per questo?
O forse molto semplicemente si stava solo fottendo il cervello? Forse stava sognando a occhi aperti, si stava illudendo, non era lei l'Alex che Scooter stava cercando. 
« Tu sei Alex? Oh mio Dio, dobbiamo cercare Scooter! » disse Shane, prendendola per mano come se si conoscessero. Alex rimase sorpresa, ma dentro di sé era felice di quel contatto. 
« Ehm, un attimo! » disse la ragazzina fermandosi « Chi dice che sia io la ragazza che cerca? »
« Alex, stai scherzando? » parlò Sonny « Justin ti ha regalato i biglietti e quei pass, io sono sicura che sei tu l'Alex che Scooter sta cercando! »
Shane e Laragazzadagliocchiverdi -così l'aveva battezzata Alex in segreto- sgranarono gli occhi. L'ultima parlò: « Justin ti ha regalato i pass?! Ma lo sai che l'incontro con i fan è a quest'ora?! »
Ma cosa Cristo stava succedendo? Il mondo le stava cadendo addosso, si sentiva schiacciare da qualcosa, non sapeva neanche lei cosa! Si sentiva morire, aveva il cuore a mille. Prima la notizia che Scooter era da quelle parti, poi la notizia che stava cercando una ragazza di nome Alex, poi la notizia che il Meet and Greet si stava già svolgendo. Qualcos'altro? Andiamo! Tanto ormai...
« Oh mio Dio.. » disse Alex, tenendosi la fronte con una mano, come se dovesse cadere da un momento all'altro.
Sonny la prese tra le sue braccia, stringendola forte a sé, le accarezzò i capelli e parlò.
« Alex, cazzo, sei tu. Mettiti in testa che sei tu, io me lo sento, il Meet è già iniziato, non ti hanno vista e ora ti stanno cercando. Non puoi perdertelo, cazzo, dobbiamo cercare questo Scooter e dirgli che ci sei, sei tu l'Alex che cerca, hai i pass e devi abbracciare Justin, cazzo! »
Ad Alex venne da piangere, non sapeva perché. Forse perché temeva di non riuscire a trovare Scooter, forse perché temeva di essere in ritardo e di non riuscire a incontrare Justin; forse perché stava cominciando a credere seriamente che Scooter stesse cercando proprio lei ché magari l'aveva mandato Justin, e che quindi ancora una volta lui l'aveva pensata.
Per la millesima volta, non voleva illudersi, ma cazzo quelle non erano solo coincidenze, lo sapeva. Questa volta lo sapeva, si trattava di lei e non poteva non darsi una mossa. 
Tremava dalla testa ai piedi, aveva bisogno di alcuni secondi per riordinare il caos che le albergava in testa, doveva realizzare il tutto con molta calma e pensare bene a ciò che doveva fare. Ma fanculo, non pensò a niente e a nessuno e agì d'istinto: prese la mano della sua amica, si girò verso sua madre e disse: « Mamma, io vado con Sonny a cercare Scooter, se mai dovessi vederlo chiamaci immediatamente! »
Alle sue spalle, Mila annuì, e Alex, Sonny, e quelle due ragazze che avevano incontrato non molti attimi prima si incamminarono velocemente verso un punto che neanche conoscevano, ma l'avrebbero riconosciuto. Alex doveva incontrare Justin! 
Mila conosceva bene il viso di Scooter, l'aveva visto tantissime volte in quel film che Alex aveva consumato, 'Never Say Never'. E mentre Mila cominciava a confondersi in mezzo alla gente, Alex stava già dirigendosi alla parte opposta dell'arena, scrutando ogni singolo centimetro di quel posto. 
Ce l'avrebbe fatta.
 
Never say never, giusto?
 
Si potrebbe dire che la loro ricerca non durò così tanto come sembrava. Ad Alex sembrò di averci messo una buona mezz'ora, ma la verità è che erano passati forse dieci minuti scarsi.
Sarà stata un po' l'ansia, la paura, l'emozione, ad aver reso quei minuti interminabili?
Fortunatamente le Beliebers sul posto avevano urlato alla vista di Scooter. Alex aveva subito teso le orecchie, insospettendosi.
In quel momento era con Sonny, Shane e Laragazzadagliocchiverdi, e si stava avvicinando sempre di più al gruppo di ragazze urlanti.
« Scooter! » disse Sonny ad alta voce e sgranando gli occhi.
Il cuore di Alex tremava già, ma a quelle parole andò a una velocità supersonica, quasi temette di svenire. Si stava agitando. Ma, cazzo, Sonny aveva visto Scooter. Si sarebbero avvicinate, e magari.. magari avrebbero scoperto quella tanto ricercata Alex era proprio lei, la ragazzina più felice del mondo.
Alex guardò nel punto indicato da Sonny e Shane prese la mano di Alex, tirandola dietro di sé e dicendo « Cazzo, vieni, corri! »
...E c'è davvero bisogno di spiegare il modo in cui Alex si sentisse? 
Va bene, poteva non essere lei quell'Alex che Scooter sperava di trovare, ma almeno avrebbe visto l'uomo che, un giorno, navigando su Internet, aveva scoperto la ragione della sua vita.
Avrebbe visto Scooter, dal vivo! E comunque avrebbe incontrato Justin, perché lei i pass li aveva.
Era tutto troppo bello per essere vero, e Alex aveva paura che potesse essere un sogno e che potesse svegliarsi da un momento all'altro per andare a scuola. Aveva paura di aprire gli occhi e ritrovarsi nel suo misero letto, aveva paura di realizzare il tutto e scoppiare a piangere, com'era successo tante volte oramai.
Però no, diamine, sapeva troppo di realtà. La sua realtà, che nessun poteva portarle via in quel momento.
Era a un passo dal realizzare ancora una volta il suo sogno più grande, era a un passo dalla felicità, e il suo cuore stava cedendo. Cosa sarebbe successo una volta che avrebbe incontrato nuovamente gli occhi di Justin? Sarebbe crollata? Si sarebbe innamorata ancora una volta? 
...Che domande, certo che sì. Si sarebbe innamorata per la miliardesima volta, e sarebbe successo ancora tante altre volte. Perché Justin era l'amore, Justin ti catturava come fosse una calamita. Justin aveva un gran potere e forse non ne era del tutto consapevole.
Alex però era vittima di tutto ciò, era completamente legata a lui, e sapeva che una volta arrivata lì all'incontro, sarebbe morta un po' dentro e sarebbe rinata allo stesso tempo.
Com'era possibile provare quel tipo di sensazione? Quella sensazione che potevi provare solo guardandolo negli occhi, quella sensazione che ti faceva credere di dover morire da un momento all'altro e che allo stesso tempo ti salvava.
Quella sensazione che solo Justin sapeva trasmetterti.
Alex riusciva a provare tutto quello pur non avendolo ancora davanti. Riusciva a percepire il tutto anche da lontano, anche a sola, anche con un solo pensiero. Perché non era un pensiero qualsiasi, ma un pensiero che aveva Justin come protagonista, e ciò spiegava perfettamente ogni cosa.
Pochi minuti, pochi minuti e le cose sarebbero cambiati.
Justin, lei è qui.
 
Sono qui, Justin.
 
« Scooter! » urlò Shane avvicinandosi con passo svelto, se non proprio correndo, senza mai lasciare la mano di Alex. Sonny, dietro, andava alla loro stessa velocità insieme a Laragazzadagliocchiverdi, e credette di dover piangere dall'emozione. 
Eccolo, Scooter.
« Scooter! » lo chiamò ancora Shane, accompagnata da Sonny che aveva la voce un po' più stridula.
Scooter, che camminava molto velocemente e si girava da una parte all'altra, si girò dalla loro parte, vedendole arrivare a passo svelto.
Il suo sguardo vagava un po', guardava superficialmente quel piccolo gruppetto di soli quattro ragazze, ma Alex poté giurare che quasi si accese guardando lei.
Shane stava per dire qualcosa, aveva un po' di fiatone -forse per l'emozione- ma venne immediatamente bloccata da Scooter che guardava Alex intensamente negli occhi.
« Come ti chiami? » disse lui, con la bocca semiaperta, senza mai distogliere lo sguardo da quello della ragazzina davanti a sé.
Ma quella ragazza stava morendo in quel momento.
« A-Alex » rispose timidamente, ma con il cuore in gola. La timidezza era in grado di sopraffarla anche quando in realtà Alex doveva urlare.
« Lei è la ragazza che cercavi, Scooter! » disse Shane, quasi buttando Alex tra le braccia del manager.
Scooter guardava Alex negli occhi, ma in un modo strano. Perché? 
« ..Sì, sei tu Alex. Hai i pass, giusto? »
A quella ragazzina tremava da morire la mandibola, era agitatissima e aveva paura di non riuscire a parlare. Si sentiva stupida, come se non avesse capito quello che Scooter le aveva appena detto.
« Ehm, i-io.. ehm »
« Sì sì, ce li abbiamo! » disse Sonny, interrompendo il balbettio della sua amica e tirando fuori i pass e i biglietti, mostrandoli a Scooter con mani tremanti.
Scooter annuì e, velocemente, prese Alex per il braccio sinistro, scortandola dentro l'arena, affiancata da Sonny.
Alex si girò guardando Shane e Laragazzadagliocchiverdi, aveva un'aria da 'Aiuto, salvatemi', ma a momenti l'avrebbe salvata proprio Justin.
Le due ragazze sorridevano seriamente contente e la salutavano dicendo "Vai, vai! Goditelo, abbraccialo forte! Never Say Never!"
Già. Never Say Never. Quella frase fece sì che gli occhi di Alex si inumidirono in un istante. Era la frase della sua vita, quella che le aveva insegnato Justin e che l'aveva sempre mandata avanti. Era la frase che l'aveva sempre salvata, e in quel momento la stava facendo vivere.
L'arena era davvero grande e molto bella. Era emozionante essere lì dentro, specialmente se per un concerto del suo idolo. Specialmente se in compagnia, specialmente se con Justin.
Tremava, e la mano di Scooter era passata dietro la sua schiena. Alex temette di svenire da un momento all'altro. Sonny, al suo fianco, sembrò percepire tutto e l'accarezzò.
Era un sogno, un bellissimo sogno, che stava realizzando ancora.
Fanculo chi la prendeva in giro;
fanculo chi diceva che non avrebbe mai incontrato Justin;
fanculo chi la chiamava sfigata;
fanculo chi chiamava frocio il suo idolo;
fanculo chi rideva alle sue spalle;
fanculo chi aveva voglia di pestarla;
fanculo tutto e tutti, lei era lì, felice come non mai, sicura che quei 'compagni' di scuola che le davano il tormento ogni giorno sarebbero stati invidiosi. E non perché stava incontrando Justin Bieber...
...Ma perché era felice.
Così felice che non era conscia delle sue azioni. Stava camminando, stava seguendo Scooter, il suo cervello lo sapeva, ma non credeva di riuscire a controllare le sue gambe. Si stavano muovendo per conto loro, Alex si chiese come fosse possibile. Come se sapessero che la stavano portando da lui.
Si passò una mano in viso quando capì di essere arrivata. C'era una fila di Beliebers davanti a sé ormai corta. Andava scemando, le ragazze entravano un po' alla volta, chi in coppia, chi singolarmente, ma tutte emozionate perché a momenti avrebbero varcato quella soglia.
Lei era l'ultima.
Stupide tende nere che ancora la dividevano dal suo sogno. Ma c'era così vicina!
« Torno subito » disse Scooter.
'Torno subito'? Doveva anche tornare? Non aveva le sue cose da fare?
Cosa doveva rispondere Alex? 'Okay', 'Va bene', 'Ti aspetto'? Ma avrebbe dovuto rispondere? Poteva anche solo fare 'sì' con la testa, no?
Non si mosse. Non stava capendo niente. 
Quello.. quello era il tanto famoso 'Meet and Greet', e in quel momento lei c'era dentro. Era il suo incontro, il suo sogno. Era una delle ragazze più felici del mondo, non le sembrava vero. Stava vivendo ciò che aveva sognato per quattro anni, ciò che tante ragazze avevano raccontato scatenando la sua curiosità e la sua tristezza perché, purtroppo, lei non poteva permettersi tanta felicità.
Ma si sbagliava, perché aveva ottenuto anche di più. 
Si sbagliava perché era fottutamente felice, e -ovviamente- solo grazie a Justin, che c'era. Ancora una volta, lui c'era.
Dopo pochi secondi, Alex rivide Scooter davanti a sé, la fila ormai era terminata.
« Vieni, tocca a te » aveva detto il manager semplicemente.
'Tocca a te', ovvero 'tocca a te sorridere, adesso'.
 
Grazie, Scooter.
 
Le tende nere come la pece si aprirono davanti a lei e la sua amica. Le era sembrato che si fossero aperte lentamente, come a farla morire ancora un po' prima di buttarsi tra le braccia della salvezza. In realtà, però, le tende si erano aperte velocemente, la gente attorno a lei faceva solo il suo lavoro, non curanti del fatto che invece Alex stava vivendo uno degli attimo -dei giorni- più belli della sua intera esistenza.
Ma che lei ricordi, la sua vita era cominciata nell'attimo in cui aveva sentito Justin cantare per la prima volta. E ogni volta che lo sentiva cantare, le sembrava di nascere, di provare per la prima volta quella grande esperienza conosciuta come 'vita'. 
Un piccolo passo, due, e lui era lì.
Aveva la testa abbassata, ma appena scorse con la coda dell'occhio una figura davanti a sé, la alzò.
Alex, potè giurarlo, vide il viso di Justin illuminarsi. Le sue labbra perfette si stesero in un magnifico sorriso, quello che Alex aspettava di vedere. Aveva contato gli anni, i mesi, le settimane, i giorni, le ore, i minuti, i secondi, per vedere quel sorriso anche solo per un istante. Era stata ripagata e ora si sentiva piena di vita.
Il sorriso di Justin non sparì neanche per un istante, e la sua voce risvegliò il cuore di Alex.
« Alex! » l'aveva chiamata, sorridendo come un bambino.
Ad Alex non piaceva tanto il suo nome, forse perché era il suo, l'aveva sentito così tante volte dalla bocca di tutti e ora le dava fastidio. Ma in quel momento lo amò con tutta se stessa. Detto da Justin era completamente un'altra cosa, quasi non era il suo nome.
« He-ey.. » disse lei, con un piccolo sorriso che agli occhi di chiunque altro poteva sembrare finto, ma agli occhi di Justin sembrò il più bello e sincero che avesse mai visto.
Alex era tanto timida e piccola, sembrava vergognarsi di tutto, e ciò arricchì Justin d'una sconfinta tenerezza.
Il ragazzo allargò le braccia come per dirle 'Vieni, abbracciami' e Alex, lentamente, lo abbracciò. Sentì il calore del suo corpo aumentare piano piano a contatto col busto di lui. Era una sensazione bellissima, ovviamente.
Ma c'era anche solo una cosa brutta che riguardasse lui e tutto ciò che le faceva provare? Era convinta di no.
« Come stai? » si rivolse lui con un tono calmo che traboccava di dolcezza.
Justin sciolse appena quell'abbraccio, ancora vicino a lei e al suo viso, senza smettere di sorriderle.
Alex voleva piangere. Era troppo bello lui e ciò che si celava dietro il suo sguardo. Erano troppo belle quelle emozioni, e desiderò con ogni fibra del suo essere che tutto quello non finisse mai.
« B-Bene, grazie. T-Tu? » disse lei, abbassando lo sguardo, imbarazzata da tanta perfezione.
Non si sentiva all'altezza, non si sentiva degna di essergli così vicina da contargli le ciglia. E il suo cuore stava scoppiando.
« Sto bene. Ho dovuto mandare Scooter a cercarti, qui non c'eri e ho scoperto che non ti è arrivata la lettera con le informazioni sull'incontro. Temevo che non ci saremmo visti » disse lui, abbozzando un sorriso all'ultima frase.
Lui temeva che non si sarebbero visti? Lui? Alex dentro di sé andava a fuoco dalla paura! Aveva le fiamme dell'inferno, e lui temeva che non si sarebbero visti?
La ragazza perse un battito quando sentì quella frase.
Lui si era preoccupato, lui voleva vederla.
Perché, perché? Qualcuno che potesse darle una spiegazione credibile? Lei non si sapeva spiegare assolutamente nulla, e moriva dalla voglia di conoscere i pensieri che svolazzavano nella testa di Justin. 
Perché temeva che non si sarebbero visti? Lei lo temeva! Lei che era follemente innamorata. Ma lui?
« Io non.. non so niente di questi eventi, ma quando sono arrivata m-mi sono sentita persa, ho cominciato a chiedermi q-quando ti avrei visto e ho realizzato che non s-sapevo nulla, non sapevo come fare » disse lei, in imbarazzo, portandosi una ciocca ribelle dietro l'orecchio, mostrando ancora di più i suoi occhioni azzurri.
Justin fissò il suo sguardo nel suo. Avrebbe voluto avvicinarsi e guardarli per davvero queli occhi, avrebbe voluto vedere ogni singola sfumatura di quel colore che tanto lo rapiva. Avrebbe voluto guardarla veramente, con la consapevolezza che gli occhi di Alex erano realmente persi nei suoi. Si sentì stupido a quel pensiero, ma era vero, voleva godersi un attimo del genere.
Alex sembrò sentirsi in imbarazzo e Jusitn parlò.
« ..E-E io l'ho sospettato, per ciò ho mandato Scooter. Pronta per il concerto? »
Alex si illuminò a quella frase. Il concerto! Certo che era pronta, non aspettava altro!
« Oh sì, non sto nella pelle! Ti ringrazio pe-per tutto quanto, Justin. Io.. non ho parole, sei stato gentilissimo, non so come ringraziarti » disse lei, trovando il coraggio di buttarsi di nuovo tra le sue braccia.
Justin rise, e il suo petto, sotto la guancia di Alex, venne scosso da quella lieve risata. Agganciò le braccia dietro la schiena della ragazza e abbassò la testa, quasi poggiandola sulla spalla della ragazza. 
Era un momento stranissimo che nessuno dei due credette di poter vivere con l'altro, ma era davvero bello. I loro cuori battevano all'unisono.
Sonny, da parte, osservava rapita la scena, e se fosse stata un cartone animato avrebbe senz'altro avuto gli occhi a cuoricino.
« Non ringraziarmi, Alex, l'ho fatto con piacere. Anzi, avrei voluto darti anche i biglietti dello show di ieri, ma non sono riuscito a procurarmeli in tempo. So che è strano, dato che è il mio concerto, ma sono riuscito ad avere solo i biglietti di questo show. Meglio di niente, alla fine, no? »
Meglio di niente? Era anche troppo! Alex non conosceva i settori, ma c'era scritto 'seconda fila' e la cosa la emozionava tantissimo. Ma anche se fosse stato l'ultimo settore se ne sarebbe fregata, lei c'era e questo solo grazie a Justin.
« Justin, stai scherzando? Hai fatto anche troppo! Davvero, io non.. non ho parole. Grazie » disse lei, emozionandosi, e nascondendo il viso nel petto del cantante. 
Questo sorrise, contento di ciò che aveva fatto, e le accarezzò la schiena.
« Di niente, Alex.. » rispose dolcemente.
Alex si godette quel momento per alcuni secondi, e quelli furono i secondi più belli che avesse mai vissuto fino ad allora. Era diverso quell'incontro, non sapeva perché, ma era diverso. Era fottutamente bello.
Sciolse quell'abbraccio e scorse la figura di Sonny alla sua sinistra.
« O-oh, Justin, lei è Sonny, la mia migliore amica »
Justin guardò la biondina davanti a lei, più alta di Alex ma poco più bassa di lui, e sorridendo le strinse la mano.
« Justin » disse presentandosi, anche se lei sapeva chi fosse.
« Sonny » disse lei stringendogli educatamente la mano.
Il fotografo era lì davanti a loro, che osservava tutta la scena, in attesa di scattare l'ultima foto per poi andarsene.
« Okay, ragazze » cominciò Justin allargando le braccia, come a volerle invitare in un abbraccio « Adesso guardate nella fotocamera »
Loro si misero sotto le braccia di Justin. Alex alla sinistra del cantante, Sonny sulla destra. Sorrisero tutti e tre, Alex forse un po' meno perché, presa dall'emozione, non riusciva davvero a sorridere. Era fatta così, quando vedeva Justin si bloccava e non riusciva a fare niente.
Il fotografo scattò quella foto che Alex avrebbe conservato per sempre. Abbassò la fotocamera, quando Justin lo fermò dicendo: « Un attimo »
Il fotografo si bloccò.
Justin si girò alla sua sinistra, incontrando lo sguardo innocente e confuso di Alex. Lei lo guardava come se lui non fosse reale. Effettivamente pensava che fosse finto.
« Vuoi farti un'altra foto con me? » chiese tranquillamente, come se quella domande non avesse alcun effetto sulla ragazza davanti a sé. Era stupido se pensava che fosse così. L'aveva stesa con quella semplice frase.
Lei perse un battito e avrebbe voluto affrettarsi a urlargli di sì, ma il suo cervello era ormai in tilt. Non sapeva pensare a una semplice risposta da dargli, né sapeva come tirar fuori la voce, e annuì come un robot. 
Lei si attaccò al suo fianco e Justin si avvicinò spaventosamente al viso di Alex. Lei non aveva il coraggio per girarsi, e sapeva che se l'avesse fatto sarebbe morta nell'incontrare da così vicino i suoi occhi, e sarebbe scoppiata.
Justin ebbe la grandissima idea di lasciarle un bacio sulla guancia, ma Alex stava andando in fiamme. Non credette a quello che stava succedendo, non riusciva a muoversi. E avrebbe dovuto fare davvero qualcosa, rovinando così il momento? 
La risposta le arrivò quando il respiro caldo di Justin si infranse sulla sua guancia rosea. 
Alex credette di morire da un momento all'altro, era tutto troppo per lei. Le labbra di Justin erano morbide contro la sua guancia, avrebbe voluto però provarle su di sé, sulle sue di labbra.
Era lecito desiderare così tanto un suo bacio, vero? Era normale, lei era profondamente e sinceramente innamorata di lui.
Quel momento sembrò interminabile e Alex ringraziò mentalmente il Signore per questo. Voleva che quella foto non venisse mai scattata così che Justin potesse rimanerle così vicino. Così che le sue labbra potessero rimanere sulla sua pelle..
..Ma il flash colpì subito entrambi, lasciando che Justin si staccasse. 
Il cantante sorrise a quella ragazza semplice e bella come poche
« Tutto bene a casa? » chiese lui.
Alex rimase spiazzata da quella domanda, e a molte persone -specialmente a un adulto- sarebbe potuto risultare invadente come ragazzo, ma lei sapeva che non era così. 
Visibilmente in imbarazzo, abbassò lo sguardo. 
« Uhm.. I-I problemi ci sono, ma cerchiamo sempre di risolverli. Si va- si va avanti » rispose paonazza in viso.
Lui spostò lo sguardo dal viso di Alex -che non lo guardava più in faccia dall'imbarazzo- al pavimento, poi lo rialzò, sicuro di ciò che stava per fare.
« ..Alex » la chiamò in un sussurro « Forse ti sembrerà scortese questa mia domanda, ma credimi non lo è »
La ragazza aggrottò le sopracciglia, facendosi già mille domande, mille idee, mille fantasie e Justin continuò, cercando le parole giuste.
« ..Io ti ho regalato i biglietti e i pass, e l'ho fatto con piacere, devi credermi. Tu hai detto che non sai come ringraziarmi e, beh, io.. penso che potresti fare qualcosa per me. Vorresti..? »
'Vorresti'? Lei avrebbe fatto di tutto per lui. Qualsiasi cosa. 
Non aveva soldi, ma avrebbe sempre fatto l'impossibile per lui che c'era sempre stato, lui che non se n'era mai andato. Lui che la faceva sorridere ogni santo giorno, lui che non le aveva mai dato una sola delusione. Lui che l'aveva salvata, lui che le aveva asciugato le lacrime -letteralmente-.
Sì, sì, certo che avrebbe fatto qualcosa per lui. Qualsiasi cosa.
« I-Io.. sì, certo »
Justin sorrise quando Alex si mostrò disponibile. Era timida ed era emozionatissima, ma riusciva comunque a mostrare le sue emozioni. Nella sua voce, Justin aveva percepito la sua voglia, il suo bisogno di esserci, di fare qualcosa per lui, e non poté fare a meno di sorridere.
 
« Alex.. » disse lui, in un sussurro « Lascia che io ti stia accanto  »






Ciao, ragazze :)
Allora, è venuto lungo ahah e la parte del concerto sta nel dodicesimo capitolo, altrimenti io qui vi annoiavo e veniva fuori la Divina Commedia anziché un solo capitolo ahah 
Vi chiedo scusa se vi ho fatto aspettare un mese, ma ho cercato di farne un bel capitolo anche se non sono molto soddisfatta, ma spero che a voi possa piacere! Inoltre ho avuto dei problemi con efp che diceva che non avevo più l'account, mah. Dire che ho perso dieci anni di vita è poco, credetemi, diceva che non esisteva la mia fan fiction! M'è preso un infarto brutto come la merda in culo!
Comunque vi chiedo di lasciare delle recensioni ovviamente, per sapere se vi piace, se sì cosa vi è piaciuto di più, se no cosa non vi è piaciuto.. non so, fate voi, ditemi tutto quello che volete!
Se volete, mi trovate su Facebook: Ilaria De Rosa (Justin)
Twitter: @banulillysoysal

E pure Instagram se volete ahah: BanuSoysal483

Un bacione, al prossimo capitolo! 


  
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