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Autore: tigrottadolce35    06/07/2013    7 recensioni
White è una ragazza di quindici anni, con una vita difficile, una vita solitaria, una che non è vita.
Aspetta da sola che la giornata finisca, che la sua vita diventi migliore, ma infondo nemmeno lei ci crede.
Forse questo cambiamento ci sarà, grazie ad un ragazzo...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Come ti sei fatta male?» chiese l’infermiera della scuola mentre porgeva del ghiaccio a White.
«Io –stava cercando una scusa plausibile- sono caduta…m-mentre tornavo a casa» disse facendosi piccola piccola nella sua felpa.
La donna volle credere alle parole della ragazzina, anche perché non voleva sentire un’altra storie strappalacrime, nella sua carriera da infermiera scolastica ne aveva sentite abbastanza.
 
Quando l’infermiera ebbe finito di curare la piccola White le disse semplicemente che se ‘cadeva’ di nuovo sarebbe potuta andare da lei. Non si era bevuta del tutto la versione della ragazza e credo che nemmeno il riccio ci aveva creduto.
«G-grazie» disse la ragazza scendendo dal lettino dove era seduta. La quindicenne rimise il cappello in testa e piano piano si diresse verso la porta per uscire e andare nella sua classe.
 
Ad un tratto un calore le avvolse la mano fredda facendola spaventare per il contatto. La manina piccola e delicata di lei si trovava in quella grande e calda del riccio. Lei lo guardò sorpresa e lui le sorrise semplicemente.
 
Arrivata alla porta della sua classe lei si fermò lasciando la mano di Harry e mettendo l’altra sulla maniglia d’ottone.
Il ragazzo si incamminò verso la sua classe e salutò quella creatura minuta.
«Ciao!» disse lui continuando a camminare e facendo un cenno con la mano anche se di spalle.
«Ciao Harry» sussurrò la ragazzina. Quelle due parole si persero nel corridoio, nessuno, solo lei le sentì.
 
Era arrivata la quarta ora, White si era ricordata dell’appuntamento che le aveva dato Harry il giorno prima vicino al suo armadietto.
Voleva andarci, almeno per ringraziarlo di averla portata in infermeria. La fortuna di White era che lei era seduta vicino alla seconda porta dell’aula e che per andare in bagno, non doveva chiedere il permesso.
 
Sempre con quel cappello della felpa in testa si diresse verso il suo armadietto. Vide Harry appoggiato con un piede all’armadietto che l’aspettava.
«Ciao» la salutò lui sorridendo e togliendosi da quella posizione appoggiando poi le spalle contro l’armadietto.
«Adesso, posso sapere il suo nome?» le chiese lui mentre anche lei appoggiava le spalle all’armadietto.
«W-White» rispose lei timidamente e abbassando lo sguardo.
«Bene, White, ti andrebbe di dirmi come ti sei procurata quel livido sullo zigomo e il labbro rotto?» chiese ancora. Harry era un tipo curioso, uno misterioso che pensa solo al sesso e al suo aspetto. Non se ne frega di niente e di nessuno, pensa sola alla sua vita. Ma con White era diverso, si era preoccupato per la prima volta davvero in vita sua e non ne capiva il motivo, forse voleva che quando l’avrebbe portata a letto fosse stata in buona salute.
«Sono c-caduta» rispose ancora lei tremante e abbassando le maniche lunghe della felpa sulle mani.
«Non darla a bere a me, non ci credo per niente» disse lui mettendosi con il corpo su quello di lei poggiando le mani al muro e guardando la testa della ragazza. La ragazzina a quel gesto si spaventò e cominciò a tremare, proprio come quando aveva paura la sera.
Il ricco aveva lo sguardo fisso sui movimenti impauriti della ragazza, sentendosi in colpa per averla spaventata.
«No, non volevo…guarda, so ballare il tango» disse lui spostandosi dal corpo della ragazza e cominciando a ballare lungo il corridoio.
 
Lei lo guardò stranita da quei movimenti strani e goffi. Lui si fermò vedendo che lei non tremava più. Cambiò subito discorso parlando della scuola.
«Io odio questo posto, è cupo, triste come un carcere» commento guardando la ragazza e appoggiandosi nuovamente agli armadietti.
«Il colore delle pareti è orrendo mi ricorda il vomito, le piastrelle sono sempre sporche, non le puliscono, gli armadietti sono brutti, questo colore mi da i nervi…tu cosa ne pensi?» chiese in fine lui guardando con la coda dell’occhio la ragazzine.
«Mi piace» ripose con un filo di voce appena udibile.
«Ti piace? –disse quasi urlando, ma poi si addolcì ricordandosi del tipo che aveva davanti- tu, devi essere un tipo che studia» disse mettendole una mano sulla testa e facendola diventare rossa.
«Ti piace il gelato, no perché io conosco un posto dove ne fanno di buonissimi…ci vuoi venire con me?» chiese Harry avvicinandosi al corpo della ragazza.
Lei non rispose, sapeva benissimo che non sarebbe potuta andarci, con il padre che aveva…come avrebbe potuto chiedere di uscire con un ragazzo? Come? Se alla fine già sapeva che avrebbe sofferto di più.
«Chi tace acconsente.» affermò il moro un po’ deluso dal silenzio della ragazzina.
«Se non puoi venire chiamami, mi dai il tuo numero?» chiese sempre il riccio guardando White sperando in una risposta.
«I-io, non ho cellulare» disse in un sussurrò la riccia.
«Davvero, dovresti comprarne uno…beh, io alla gelateria ci vado comunque, se vuoi vieni, è quella vicino al parco, ti aspetterò su una panchina» disse il ragazzo andando via e lasciando White da sola.
 
La ragazza tornò in classe e dopo che le ore finirono si diresse a casa.
Aprì la porta e trovò sua madre che spiava dalla finestra.
«Chi è quel ragazzo?» chiese la madre continuando a guardare dalla finestra.
«Di cosa stai parlando?» chiese la figlia guardando anche lei fuori dalla finestra. Il quel momento capì di quale ragazzo stava parlando, era Harry.
«Mamma, lui è Harry» disse la ragazza tirando la madre via dalla finestra.
«È il tuo ragazzo?» chiese speranzosa la madre, voleva che la figlia le dicesse di si, ma invece disse di no.
«Mi ha solo chiesto di uscire…e mi ha portata in infermeria e mi ha regalato delle rose che ho lasciato nell’armadietto» disse la ragazza aggiungendo tantissime e.
«E tu ci andrai? All’appuntamento dico» chiese la donna pregando Dio che ci sarebbe andata.
«No…non posso lasciarti sola» si giustificò la ragazza sapendo che se non ci fosse stata, quasi sicuramente il padre avrebbe ucciso l’unica ragione di vita di White.
«Io, me la caverò, dirò a tuo padre che sei andata a fare la spesa, sai che mi crede quando gli preparo il suo piatto preferito» disse la madre
 
La ragazza si era convinta ad andarci, la madre le aveva persino scelto i vestiti da indossare, anche se si sentiva scoperta senza un cappello in testa decise comunque di andarci. La madre era riuscita a convincere l’uomo/animale/assassino/padre. http://www.polyvore.com/cgi/set?id=88410695&.locale=it 












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