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Autore: Mia_hp    06/07/2013    8 recensioni
Alzò lo sguardo e quello che vide la fece gridare: stava guardando sé stessa! Com’era possibile? Lei era lei, no? O non era più lei? Si guardò le mani, si toccò il viso e i capelli. Dov’erano finiti i suoi lunghi capelli biondi? Perché al loro posto c’era una massa di ricci scuri?
La Zoey affianco a lei ricambiava lo sguardo con espressione spaventata… forse sapeva cosa era accaduto. Provò a parlare di nuovo, ma si spaventò: l’aveva fatto con una voce maschile e del tutto identica a quella di Logan.
-Ridammi il mio corpo!- esclamò lui.
-Logan… oh cielo, non dirmi che…- Zoey non riusciva a continuare, quello che le era venuto in mente era impossibile. O no?
-Tu sei nel mio corpo! E io nel tuo!- esclamò Logan, dando voce alla sua paura.
Logan/Zoey :)
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan Reese, Zoey Brooks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Double Identity

 

Zoey e Logan trovarono Quinn in compagnia di Mark nel cortile della scuola; senza darle spiegazioni la trascinarono di peso nella stanza 101 e lei vedendo il suo importante progetto ormai distrutto sparso sul pavimento, assunse un’aria omicida.

-Chi è stato?- tuonò aggressiva, inginocchiandosi e sfiorando piano quello che rimaneva dell’esperimento.

 I due si indicarono e si accusarono a vicenda, cosa che fece imbestialire ancora di più la scienziata. –Chi è stato?- ripeté.

-Lui ha gettato all’interno di quella cosa degli ingredienti a caso!- si difese Zoey.

-Lei però ha urtato quell’aggeggio infernale e l’ha fatto cadere per terra!- esclamò Logan.

-Ero a tanto così per terminarlo! Tanto così- gemette Quinn. -Mesi e mesi di lavoro sprecato-.

-Ehm, veramente non ti abbiamo raccontato la parte più importante e deprimente…- cominciò Logan piano. –Il tuo esperimento funziona benissimo, te lo possiamo garantire noi-.

Quinn inarcò un sopracciglio scettica. –Ah sì? E voi come fate a saperlo?- ringhiò, ancora arrabbiata. –Siete per caso dei ricercatori?!-

Zoey si nascose il volto fra le mani. –Quel maledetto intruglio si è rovesciato su di noi…- spiegò parlando fra le dita. –E ha scambiato i nostri corpi!-

Quinn la guardo interrogativa. –Stai dicendo che…?- chiese, facendo un gesto con la mano per incitarla a proseguire.

-Sto dicendo che io sono nel corpo di Logan e lui è nel mio!- spiegò.

La mora saltò e urlò per la gioia. –Davvero? Sono un genio! Sono un genio!- esclamò contenta. –Sono riuscita a portare a termine una prova complicatissima… non posso crederci. Devo subito farlo sapere a…  -

Logan la guardò scocciato e la interruppe –Adesso puoi ridarci i nostri veri aspetti? Così anche noi potremo unirci ai tuoi festeggiamenti-.

-Sì, per favore, non voglio restare in questo corpo un attimo di più- si unì Zoey.

Quinn li guardò in difficoltà, volgendo lo sguardo al pavimento. –Nnsoncpce- biascicò velocemente.

-Puoi ripetere? Credo di non aver capito nemmeno una parola- fece Zoey, scrutandola con sguardo omicida.

-Sì, e questa volta usa una lingua conosciuta dal genere umano- disse Logan.

-Beh, ero soltanto all’inizio del mio esperimento, alle fasi iniziali, alle prime tappe- balbettò, cercando di prendere tempo.

-Quindi?-

-Quindi… ehm, non ho avuto il tempo per pensare ad una soluzione…- rivelò, coprendosi le orecchie con le mani.

-Vuoi dire che io resterò in questo orrendo corpo per chissà quanto tempo?!- gridò Zoey arrabbiata, cercando di richiamare a sé tutta la sua pazienza per non picchiare Quinn.

-Mmm, sì-.

Logan imprecò ad alta voce. –E’ uno scherzo? Ditemi che è uno scherzo! Io non posso rimanere nel corpo di una ragazza… soprattutto nel suo!-

-Ma se fino a qualche secondo fa avevi detto che ti piaceva- gli fece notare la bionda.

-Qualche ora sì, ma non a tempo indeterminato! Ho gli allenamenti e molti appuntamenti…-

-Sì, con uno strizzacervelli-

- Sai, anche se tu non vuoi uscire con me, ci sono altre ragazze, più intelligenti, che fanno la fila per poter stare in mia compagnia!-

Zoey si morse la lingua per non rispondere, era già agitata e nervosa e quella discussione con Logan non avrebbe certo risolto il loro problema. –Quanto impiegherai per trovare una soluzione?- chiese a Quinn, che ancora guadava loro a bocca aperta e con l’espressione di chi aveva vinto al superenalotto.

-Non so dirti con precisione… prima di tutto devo recuperare quello che resta dell’esperimento, trovare tutti gli ingredienti necessari e poi proverò a farvi tornare nei vostri corpi-.

Entrambi sospirarono pesantemente, mentre continuavano ad osservarsi torvi.

-Non riesco ad immaginare le reazioni degli altri! Non ci crederanno mai…- disse Logan.

-Oh no, no... non dovete dirlo a nessuno!- gridò Quinn, allarmata. –Non voglio che la voce si sparga in giro, nessuno oltre a noi tre deve sapere cos’è successo oggi-.

-Ma…-

-Niente ma, Logan! Avete distrutto il mio progetto, me lo dovete… tenete la bocca cucita o vi faccio rimanere così per un mese!- li minacciòuQQq edmcmcmdè+

, incrociando le braccia al petto.

Sia Zoey che Logan alzarono le mani in segno di resa, giurando di mantenere il segreto.

-Bene, al lavoro allora!- trillò Quinn eccitata, battendo le mani.

 

 

Zoey camminava per i corridoi dell’accademia nel suo nuovo corpo, guardandosi intorno nervosamente e cercando di non attirare troppo l’attenzione.

Evitò accuratamente un paio di ragazze del suo anno, che chiacchieravano animatamente sul pomeriggio appena trascorso; passò accanto ad un gruppo di studenti dell’elementari e riconoscendo suo fratello, lo salutò affettuosamente scompigliandogli i capelli. Dustin lo guardò sorpreso e la ragazza, rendendosi conto dell’errore appena commesso, trasformò quella carezza in un colpetto dietro il capo.

Stacey Dillson  le fece ciao con la mano come in estasi; lei rispose, cercando di non vomitare nel guardare il rossore espandersi sul suo viso e gli occhi sognanti della amica affianco. Prima di arrivare in camera e chiudersi con sollievo la porta alle spalle, altre due ragazze la fissarono intensamente e la salutarono; poté sentire distintamente una di esse rivolgersi alla sua compagna per indirizzare un apprezzamento abbastanza pesante sul suo sedere, o più precisamente su quello di Logan. 

La stanza era deserta (e meno male, si disse) e senza pensarci un attimo, si stese stancamente sul letto, chiedendosi come avrebbe fatto a indossare il pigiama e ad andare in bagno senza guardare i gioielli di famiglia di Malfoy.

Mentre si mangiava il cervello, cercando una soluzione, la porta si aprì e Chase entrò.

-Ehi, amico…- lo salutò.

Zoey alzò a malapena la testa dal cuscino, con il quale tentava di soffocarsi da qualche minuto, e mugolò qualcosa di indistinto.

-Stanco?-

-Sì- borbottò.

-Colpa dell’allenamento intensivo o delle ripetizioni con Zoey?-

-Entrambe!- esclamò, poi prima che Chase potesse aprire bocca si alzò di scatto e con la scusa di voler fare una doccia, si dileguò in bagno.

Si chiuse la porta alle spalle e vedendo la sua immagine riflessa nello specchio, non riuscì a non reprimere una smorfia di disgusto. Per carità, Logan era davvero un bel ragazzo, con quei capelli ricci, la bocca sottile e la mascella squadrata che donava al volto un non so che di affascinante; e a tutto quello era obbligatorio aggiungere un fisico davvero niente male: né troppo muscoloso, né troppo mingherlino… una giusta via di mezzo! Ma lei in quel momento non sapeva e non poteva apprezzare nessuna di quelle qualità, spaventata da ciò che fra pochissimo avrebbe visto.

Si portò le mani fra i capelli, sull’orlo della disperazione: la sua vescica reclamava, anzi pretendeva, di essere svuotata e ormai non poteva più ritardare quel momento. Osservò con astio il water, pensando alla soluzione migliore:  se avesse chiuso gli occhi, non sarebbe riuscita a controllare il coso di Logan e l’avrebbe fatta di fuori, bagnando da per tutto e dovendo poi anche pulire… Tremò immaginando la scena; ma se li avesse tenuti aperti, sarebbe dovuta andare in analisi per anni.

Piano, con una lentezza esasperante, aprì il bottone del jeans scuro e, prendendo un respiro profondo, si fece coraggio e tirò giù la cerniera; adesso non doveva far altro che abbassarsi i pantaloni e i boxer (o almeno sperava che Logan indossasse quelli e non degli orribili slip o peggio ancora un perizoma leopardato) e poi fare la pipì.

Stava per mettersi a piangere e farsela sopra, ma poi richiamando a sé tutto il suo coraggio, decise di comportarsi come se fosse ancora nel suo corpo e farla come le ragazze. Obbligandosi a guardare davanti a sé e di non abbassare mai lo sguardo sul coso, scese i jeans e, notando con piacere che aveva indosso dei boxer (grazie al cielo!) li abbassò un po’, per poi sedersi immediatamente sul water. Finì rapidamente e più veloce che poté si risistemò, tirando un sospiro di sollievo. Il suo sguardo, però cadde sulla doccia e, poco mancò che le venne un infarto, quella sarebbe stato un ostacolo molto più difficile da superare e sapeva che quella volta, una volta molto vicina, avrebbe dovuto fare la conoscenza del più caro e intimo amico di Logan.

 

 

A pochi chilometri di distanza, la situazione era ben diversa:  mentre Zoey si disperava e malediva tutto l’albero genealogico dei Reese; Logan, per adesso, non aveva trovato nessun problema nell’ambientarsi nel suo nuovo corpo e ne stava già provando i suoi lati positivi.

Quinn prima di fuggire via dalla stanza, aveva affermato di aver bisogno di tranquillità per trovare una soluzione a quel problema; perciò lui si era fiondato in bagno a dare un’occhiatina alle sue nuove amichette.

Aveva chiuso la porta a chiave, per poi sfilare velocemente il vestitino  e quello che vide gli piacque molto: aveva sempre saputo che Zoey fosse ben messa, lo aveva notato quando indossava top scollati e gonne corte, ma non credeva che avrebbe mai avuto l’occasione di valutarlo in prima persona senza che lei gli amputasse una mano.

Certo, adesso aveva qualche centimetro di altezza in meno, ma non poteva davvero lamentarsi, si disse, continuando ad osservarsi nello specchio in reggiseno e mutandine. Poggiò le mani sul sedere sodo, toccandolo, e un sorriso compiaciuto si aprì sul suo volto adesso lentigginoso (ecco, quelle erano le uniche cose che non sopportava: Zoey aveva qualche efelide sparsa sulle guance e sul naso e a lui proprio non piacevano ) e anche i suoi nuovi capelli biondi e morbidi al tatto, non erano male. Osservando la doccia, si rese conto che aveva davvero bisogno di una rinfrescatina per rilassarsi e togliersi di sopra i residui di quell’esperimento maledetto.

Aprì la doccia e fece scorrere l’acqua per un po’, fino a farla uscire completamente bollente, come piaceva a lui, poi sghignazzando si tolse il reggiseno con un po’ di difficoltà (quei gancetti erano veramente difficili da staccare!) e subito dopo levò le mutandine.

Per la prima volta in vita sua arrossì, sulle sue guance si sarebbero potute tranquillamente cuocere delle uova; una cosa era vedere il seno di Zoey, un’altra vedere quella. Non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte sua. Con decisione alzò lo sguardo da lì, si stava vergognando tantissimo! Chiuse gli occhi e dato che l’imbarazzo non aveva nessuna intenzione di abbandonarlo, terminò di lavarsi velocemente, indossò l’accappatoio e corse nell’altra stanza per indossare qualcosa di pulito.

 

 

Quando Zoey trovò la forza necessaria per uscire dal bagno, trovò i suoi nuovi compagni di stanza che chiacchieravano fra loro, lanciandosi una pallina.

-‘Sera, Logan- lo salutò Michael.

Rispondendo con un grugnito si accorse che entrambi erano in mutande e sbuffando si promise che appena fosse tornata nel suo corpo, non avrebbe voluto più vedere un maschio nudo per un bel po’ di tempo: stava facendo una vera e propria indigestione! Sperò soltanto che quei cretini non avessero il vizio di dormire, o peggio ancora, girare continuamente per la stanza così o avrebbe tagliato loro gli attributi.

Si stese sul letto, si coprì fino al mento con la coperta e si addormentò non appena appoggiò la testa sul cuscino, stanca dei pesanti avvenimenti della giornata. 

Il risveglio che ebbe il giorno seguente fu traumatizzante, peggio di quando aveva scoperto che Babbo Natale non esisteva o di quando i suoi le annunciarono che presto avrebbe avuto un fratellino.

Era domenica mattina e lei, che di solito rimaneva a letto fino a tardi a poltrire, credeva che anche dei maschi diciassettenni di dubbia intelligenza la pensassero così, ma ovviamente si sbagliava. Alle otto –praticamente l’alba per una dormigliona come lei- era stata svegliata da Michael –naturalmente in canottiera e boxer a fiorellini- e Chase che facevano a gara a chi urlava di più. Il primo dava la colpa al secondo di avergli rubato “una bellissima e soprattutto costosissima maglietta” che suo zio era riuscito a ottenere grazie a delle famose conoscenze.

Peggio delle mie compagne di stanza, pensò Zoey, rigirandosi fra le coperte e schiacciandosi il cuscino sul volto, indecisa se soffocare sé stessa o loro.

All’improvviso qualcosa di abbastanza pesante le arrivò sopra e maledicendo Quinn, riemerse dal piumone per vedere cosa la stesse schiacciando e impedendo quasi di respirare.

-Chase!-  esclamò, mentre valutava i metodi più veloci per suicidarsi. –Cosa stai facendo?- chiese, gli occhi ridotti a due fessure.

-Michael ha intenzione di uccidermi! Proteggimi tu- rispose teatralmente.

-Hai rubato la mia preziosa maglietta, ridammela !- lo minacciò nel frattempo l’altro, con una sveglia a mo di arma e un’espressione decisamente assassina stampata sul viso.

-Ok, io tolgo il disturbo- disse Zoey, staccandosi Chase da sopra a fatica. –Non voglio finire in mezzo ai vostri stupidi litigi e rischiare di perdere un arto- uscì dalle coperte, cercando le enormi barche che Logan usava al posto delle pantofole (aveva dei piedi veramente giganti; si diceva che a piede grande corrisponda grande… beh, l’avrebbe scoperto presto!), quando Michael puntò l’indice verso di lei, cambiando improvvisamente espressione. –TU!- urlò. –Hai la mia maglietta, hai la mia maglietta!- ripeté.

La ragazza si guardò l’orribile T-shirt giallo senape che aveva trovato in un angolo della stanza, che aveva indossato senza problemi, credendola un pigiama. –Stavi cercando questo orrore?-

-Sì! E tu l’hai usata senza chiedermi il permesso e per di più per dormire!-

-Ma se non te l’ho mai vista indossare!- esclamò, scocciata. –E poi è anche sporca- si difese, indicando quello che secondo lei era uno scarabocchio. –Guarda, propri qui… anzi, vado a lavarla, che ne dici?-

Michael la guardò come se l’avesse beccata a baciare il preside, poi prese un respiro profondo e cominciò a urlare, saltandole sopra per toglierla. –Quella maglietta… quella maglietta, che tu hai insozzato indossandola, ha un valore inestimabile!-

-Michael, per favore, smettila di comportarti come una checca isterica; è solo una schifosa maglietta- lo rimbeccò acida, comportandosi da perfetta Logan; se la tolse e gliela tirò in pieno viso.

- E’ firmata da Mark Mclaughen, il mio giocatore di basket preferito! E’ adesso è piena dei tuoi germi da ragazzo viziato… non ci si può fidare di nessuno in questo mondo, nemmeno dei migliori amici!-  disse melodrammatico, sedendosi e osservando la macchia di bava visibile solo ai suoi occhi, che, a suo dire, aveva lasciato durante la notte sul colletto.

In quel momento, sentirono bussare alla porta e Chase, contento di essere ancora vivo e di essere scapato dalle grinfie di Michael, andò ad aprire.

Erik Bolt, un loro compagno di corsi e residente nella stanza al fianco, si trascinò ancora assonnato nella camera. –Cos’è tutto questo casino?- domandò. –E’ domenica!- esclamò.

-Litigavamo per te: sei talmente bello- lo beffeggiò Zoey, in un’abile imitazione del tono ironico di Logan.  

-Lo so- rispose lui. –Sono divino. Dovrei fare il modello, invece di sprecare la mia vita a studiare-

-Cos’hai fatto ieri sera?- gli chiese Michael, alzando finalmente lo sguardo dalla sua maglietta. –Dovevamo vederci dopo le lezioni, ma sei sparito-

Il viso di Erik assunse un’espressione maliziosa e di chi la sa lunga, cosa che fece tremare Zoey, perché questo voleva dire soltanto una cosa…

-Beh, lo sapete che sto “frequentando” Irma Watson, vero?- domandò, sottolineando il verbo nel pronunciarlo.

-La ragazza che scrive sul giornale della scuola?-

-Irma-la-do-a-tutti-come-se-non-fosse-mia-Watson?-

-Irma la troia?-

Chiesero all’unisono e rispettivamente Zoey, Chase e Michael.

Il ragazzo scoppiò a ridere, facendo poi un gesto esplicito con la mano destra. –Sì, proprio lei! Dai, la conoscete tutti, no?- chiese, facendo loro l’occhiolino.

-Quella frequenta un po’ tutta l’intera popolazione maschile dell’accademia - fece Chase. –Ha due…- si interruppe, perdendosi un attimo fra i ricordi.

-Già- si unì subito Michael, dandogli man forte. –E’ un’assatanata, cavolo!-

-Vero. Perciò potete ben immaginare la serata che ho trascorso: assolutamente da rifare.

Rose li guardò,schifata, non abituata a sentire quel genere di parole uscire dalla bocca dei suoi amici… ma infondo erano maschi: avrebbe dovuto aspettarselo. –Erik, chiudi quella boccaccia o fra poco affogheremo nella tua bava-.

-Dai, Logan, non fare il santarellino! Sappiamo tutti che c’è stata anche con te- controbatté lui in risposta, mentre Zoey gli scoccò un’occhiataccia; lui si avvicinò e scambiandosi uno sguardo complice con Michael, le si buttarono sopra, toccandola in mezzo alle gambe.

-E dai, fai prendere aria all’uccellino!- esclamò Erik. –So che dai ripetizioni alla Brooks… perciò puoi provarci con lei, no?- gli chiese sghignazzando. -Ma quella con quel caratterino che c’ha, quando te la dà?! Mai!- si rispose da solo. -Non ci è riuscito nemmeno Chase, eppure le sta sempre intorno!- esclamò, facendo ridere Michael; velocemente si scansò di lato per evitare di ricevere un pugno in pieno viso da Zoey, beccandosi però una pantofola in fronte lanciatagli da Chase, che non aveva trovato per niente divertente quella veritiera battuta.

 

 

-Era ora- disse il vero Logan, osservando il corpo che un tempo era suo venirgli incontro. –Sei in ritardo, di nuovo-.

Di comune accordo, avevano deciso di incontrarsi nella stanza 101, per fare il reso conto della giornata, in attesa che Quinn portasse loro notizie sulla tanto attesa guarigione.

-I tuoi compagni di stanza mi hanno fatto impazzire e poi ho avuto un piccolo problema con la doccia- si giustificò lei.

-Idem! – affermò, arrossendo leggermente al ricordo. -Ho anche avuto problemi con i tuoi vestiti.

Zoey inarcò un sopracciglio, scettica. –Perché?-

-Con la biancheria intima- specificò. –Non ho trovato uno slip che copra più di metà chiappa! Possibile che tu abbia soltanto perizoma?-

Il viso della ragazza divenne immediatamente rosso. –Oddio- fece, vergognandosi, coprendosi il volto con una mano.

-Già, questo coso è di un fastidio: non capisco come tu faccia a camminare!- esclamò, portandosi una mano sul sedere per cercare di sistemarlo meglio. –Per non parlare del reggiseno, non riesco ad agganciarlo-.

Zoey alzò gli occhi al cielo. –Beh, la mia è stata senza dubbio peggiore-.

-Cosa ti sarà successo mai? La mia vita è perfetta!-

-Michael ha tentato di uccidermi a causa di un’orrenda maglietta che ho usato per pigiama e ho scoperto che i miei amici in realtà non sono altro che un branco di gorilla dagli ormoni impazziti! Ah, dimenticavo- aggiunse, non dandogli il tempo di ribattere. -Ho fatto la conoscenza del tuo amico più intimo- lo informò, cercando di farlo a sua volta vergognare.

Logan la guardò sorpreso. –Di chi?- fece, non capendo.

-Anche se momentaneamente sono nel corpo di un maschio, io sono una femmina e di conseguenza amo l’igiene…parola a te sconosciuta…-

–Ah, hai conosciuto Diabolik-.

-No, razza di idiota!- esclamò, pensando che Diabolik fosse un soprannome di qualche secchione amante dei fumetti. -Ho conosciuto il tuo pene- sbottò, irritata.

-Eh, appunto. Si chiama Diabolik- rivelò come se nulla fosse, mentre, in realtà, stava morendo dalla vergogna: si sarebbe volentieri affogato nell’oceano, ma non voleva dargliela vinta e mostrarsi impacciato davanti a lei.

-Diabolik?!- domandò sconcertata, non credendo alle proprie orecchie.

-Già, bel nome vero?-

-Oh, cielo! Sei un deficiente, adesso ne ho la prova-.

-Guarda, che anche quelli di Michael e Chase hanno un nome…- le svelò, divertendosi a innervosirla e imbarazzarla.

Zoey si tappò le orecchie. –Non li voglio sapere! Non ti azzardare a dirmeli o sarò perseguitata a vita dagli incubi-.

-Quello di Michael si chiama Hulk…- disse, scoppiando a ridere davanti all’espressione divertito della ragazza. –Mentre l’amico di Chase è Batman…-

-Smettila! Che schifo, che schifo!-

-Ti piacciono? L’idea di dare loro il nome dei supereroi è mia-

-Chissà perché, ma non avevo dubbi-.

-Sai qual è il nome che ho dato alla tua amica?-

Zoey lo fulminò con lo sguardo, odiandolo. Non ci aveva pensato: come lei aveva visto il corpo di Logan nudo, anche il ragazzo aveva fatto la stessa cosa con il suo. Stava per morire dalla vergogna, desiderava soltanto che un enorme voragine si aprisse sotto di lei e la risucchiasse.

-Stronzo!-

-Si chiama Eva-

Non era vero: tanto era l’imbarazzo provato, che quella mattina aveva fatto la doccia e indossato l’intimo a occhi chiusi; l’idea del nome gli era venuta solo adesso.

-Eva?- domandò a suo malgrado lei.

-Sì, come la compagna di Diabolik… non credi che le sia addica alla perfezione?-

Le guance di Zoey divennero talmente rosse, che Logan cominciò a preoccuparsi sul serio per la sua salute; poi, però, lei respirò profondamente e con un grido belluino, gli saltò sopra.

Logan si coprì il voltò con le braccia, scoppiando a ridere. –Ferma! Non vorrai mica far del male a te stessa!-

Proprio in quel momento, la porta della camera si spalancò e comparve Quinn con un’espressione vittoriosa sul volto. –Ho trovato la soluzione-.

 

 

 

 

 

Ciao!
Ecco il capitolo… spero vi piaccia :D
Ovviamente, Quinn ha trovato sì la soluzione, ma le cose non si risolveranno così facilmente.
Se vi viene in mente qualche situazione in cui i nostri protagonisti si potrebbero trovare, non esitate a dirmela xD ad esempio, qualcosa che le ragazze normalmente non possono fare o provare e viceversa.
Grazie a chi ha commentato e inserito la storia nelle preferite ecc. Ditemi che ne pensate, dai.
Alla prossima,
Greta.

 

 

 

 

 

 

  
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