Salve
a tutti! Qui è la pervertita numero 001 che vi parla.
Questo capitolo l’ho scritto interamente io (e per questo
capirete QUANTO sono
malata XD). Se Giulia pubblicandolo (eh si, ogni tanto le lascio
l’ onore ^^)
non toglie nulla… la mia reputazione di brava bambina
sarà compromessa per
sempre… ci vediamo a fine
capitolo per
specificare una cosa…
Era
una bella mattina quella che avrebbe sancito
il ritorno ad Hogwarts del trio miracoli. Harry si svegliò
di buon umore alle
sei e mezzo. Aveva dormito poco, ma si era riposato abbastanza. Si
vestì
velocemente e sorrise al pensiero che finalmente avrebbe avuto
l’ onore di
usare il bagno per primo, senza l’ inquietante presenza di
Dean che tentava di
scegliere se usare il gel alla pesca o all’ albicocca.
Mezz’ ora prima di
colazione Harry scese in sala comune, convinto di trovare un
po’ di solitudine,
invece Hermione camminava avanti e indietro elencando gli ingredienti
di qualche
strana pozione.
“’Mione!
Cosa ci fai qui a quest’ ora?”
Chiese
il ragazzo che si era fermato a metà della
scalinata.
“oh,
Harry, sei tu…”
Hermione,
che si era spaventata e aveva fatto un
salto all’ indietro si lasciò cadere pesantemente
su un divano.
“chi
credevi che fossi?”
Chiese
divertito Harry, scendendo le scale e
andandosi a mettere di fronte alla ragazza.
“beh,
non lo so, poteva essere chiunque…”
“oh,
si, c’ è da avere paura di qualsiasi
grifondoro maschio presente in questa torre…”
Scherzò.
“non
essere sciocco, Harry!”
“si,
non essere sciocco Harry!”
Fece
eco una voce maschile alle loro spalle. Si
voltarono entrambi. Ron Weasley, in tutto il suo splendore mattutino
(occhiaie,
capelli spettinati e sorriso ebete) si avvicinò ai due
“allora,
in prima ora divinazione con corvonero
eh? c’ è una ragazza del settimo
che…”
Stava
per apostrofare la ragazza del settimo con
un aggettivo sicuramente poco elegante, ma la voce acuta di Hermione
glie lo
impedì
“oggi
è Lunedì, Ronald. Sai che vuol dire?”
“torta
di zucca a colazione?”
“pozioni
con serpeverde!”
Improvvisamente
tutto il buon umore di Harry
sprofondò in chissà quale abisso…
“dieci
punti in meno a Grifondoro a testa! Potter,
Weasley, Granger…”
Annunciò
Piton senza neanche voltarsi. Hermione
guardò l’ orologio. Non erano in ritardo, anzi
erano in anticipo, ma non disse
nulla e prese posto tra Lavanda Brown e Calì Patil. Ron e
Harry presero posto
con Neville e Dean. Quel giorno Piton non riuscì a spillare
altri punti a
Grifondoro, ma la giornata era appena cominciata…
A
pranzo, durante una delle abituali discussioni
esistenziali che spesso prendevano vita, come “è
aumentato il prezzo delle
cioccorane” e “quant’ è bona
la corvonero del settimo anno”, un gruppetto di
Serpeverde si avvicinò al tavolo. Ovviamente il gruppo era
capeggiato da Draco
Malfoy, con al seguito Pansy Parkinson (che sembrava più il
suo cagnolino),
Theodore Nott e Blaise Zabini, che teneva per mano una felicissima
Daphne
Greengrass, che non riusciva a staccare gli occhi di dosso dal ragazzo,
neanche
per scoccare occhiate di puro disprezzo ai grifondoro, occupazione che
stavano
ampiamente svolgendo i suoi compagni anche per lei.
“Hei
Potter!”
Chiamò
Malfoy beffardo. Harry si girò
“mi
hai chiamato, Malfoy?”
“volevo
sapere se è vero che te e i tuoi amichetti
fate sega a scuola e Silente lo sa… no, sai,
perché magari ci svelate come
fare…”
Calì
e Lavanda sospirarono guardando Draco, e
sembrava stessero per applaudire alle sue parole, come i pochi
serpeverde che
stavano dietro. Hermione le fulminò con uno sguardo e poi si
alzò in piedi
“Malfoy
non hai di meglio da fare?
“certo
che si mezzosangue, è per questo che vi stò
chiedendo…”
“e
allora sparisci!”
Gridò.
Draco ghignò divertito. Calì e Lavanda
applaudirono.
“oh
oh oh… mezzosangue, quanto coraggio… devo
dedurne che stai tentando di sfidarmi?”
“Malfoy,
deduci qualcosa da questo!!”
Ron
si era alzato e aveva versato il succo di
zucca sulla perfetta uniforme verde argento del biondino, provocando
uno
squittio isterico da parte di Pansy Parkinson e il momentaneo risveglio
della
Greengrass che staccò gli occhi da zabini per posarli sul
biondo. Theodore Nott
non riuscì a trattenere un risolino.
“Ti
fa ridere Theo???”
“si
abbastanza. A te no Blaise?”
Il
ragazzo guardò un attimo Malfoy e poi si
rivolse all’ amico
“povero,
sembra un pulcino.. ed è anche
spettinato!”
A
quelle parole Draco divenne più pallido del
solito e alle sue spalle i due serpeverde sghignazzarono. Pansy
Parkinson dalla
tasca della gonna tirò fuori un pettine argentato
“nessun
problema Dracamore, ci penso io!”
Dal
tavolo dei grifondoro si sollevò un mormorio
di “dracamore”. E forse quella non sarebbe stata
una giornata poi così
terribile…
Il
pomeriggio dopo passarono la mattina con l’
allettante prospettiva di un the da Hagrid. quella mattina infatti un
grosso
allocco era piombato sul toast burro e marmellata di Harry, e nel becco
aveva
un invito scritto con la rozza calligrafia pasticciata di Hagrid. alle
quattro
e trenta, dopo aver copiato circa 3 quarti del tema sulla Felix Felicis
da
Hermione i tre, coperti dal mantello dell’
invisibilità di Harry scesero in
giardino e si infilarono nella capanna di Hagrid dalla porta sul retro.
L’omone
era nell’ altra stanza, che parlava con una figura non meglio
identificata a
bassa voce. Nel discorso però Harry riuscì a
distinguere chiaramente le parole
“Potter”, “scuola”,
“coppa di tassorosso” e “colui che non
deve essere
nominato”. Quando i ragazzi sentirono l’ altra
porta sbattere e i passi che si
allontanavano decisero di far sbattere anche loro la porta, per dare
l’
impressione di essere appena arrivati, e Ron gridò
“Hei Hagrid!”. Il mezzo
gigante borbottò qualcosa come se fosse stato colto di
sorpresa e li sgridò
“ragazzi!
quante volte ve lo devo dire ve lo devo
dire di arrivare dalla porta principale? E se stessi parlando con
qualcuno di
questioni private di Hogwarts?”
“Questioni
private di Hogwarts?”
Chiese
Ron, afferrando un pasticcino da sopra il
tavolo e mettendosene mezzo in bocca
“tipo
cosa c’ è domani per pranzo?”
Chiese
senza preoccuparsi di ingoiare prima di
parlare. Hermione gli diede un colpetto sul collo, che lo fece
strozzare.
Mentre Ron diventava più rosso del solito e continuava a
tossire, la ragazza
gli si spostò davanti coprendolo e sorrise radiosa, come se
non avesse fatto
niente.
“allora
Hagrid, metto su il the?”
“oh,
no Mione, faccio io non disturbarti…
piuttosto dai un bicchiere d’ acqua a Ron. Sembra che si stia
strozzando…”
Ron
lanciò uno sguardo riconoscente ad Hagrid e
uno di pietà a Hermione, che lo fissò con un
espressione indecifrabile e poi
disse
“oh,
no, può aspettare il the…”.
Harry
scoppiò a ridere. era tanto che non rideva
così di gusto, e per un momento si dimenticò
anche della sua missione…
Sabato
mattina i progetti dei due ragazzi erano
ben diversi da quelli che Hermione aveva fatto per loro.
“abbiamo
un sacco di compiti da recuperare!”
Strillò
eccitata alle sei di mattina. Ron grugnì
qualcosa e si rigirò dall’ altra parte nel letto e
Harry provò ad aprire un
occhio, con scarsi risultati. Dean Thomas e Sesamus Finnigan non
osarono
parlare, ma Neville non fu altrettanto arguto.
“Hermione…
tu… qui… sei una femmina!”
Disse
alludendo al fatto che erano nel dormitorio
dei ragazzi.
Hermione
sbuffò “wow Neville, avevo sottovalutato
la tua perspicacia”.
Incapace
di collegare le parole che la ragazza le
aveva appena rivolto fece un sorriso ebete e tornò a
dormire.
“allora
ragazzi? a-l-z-a-t-e-v-i!!!!”
Stavolta
Sesamus ruggì un“Potter, Weasley, alzatevi
o vi crucio!”
“grazie
Seam!” Disse Hermione
“…o
crucierò lei se non stà zitta”
Continuò
la frase. Hermione ridusse gli occhi a
due fessure, si avvicinò al letto di Harry e levò
le coperte al ragazzo.
“aaaah
Voldemort!!!!!!!!!!” Gridò lui.
“harry!
Porca
miseria
sono io! Mione…”
Harry
aprì prima un occhio, e lo richiuse. Aprì
l’
altro e lo richiuse. Poi li aprì tutti e due e
inforcò gli occhiali. Gli ci
vollero circa 50 secondi per capire che era in pigiama davanti a
Hermione che
gli diceva che doveva alzarsi alle sei di mattina di sabato par
recuperare
settimane e settimane di compiti.
“ok,
io torno da Voldemort!”
Annunciò,
e fece per ricacciarsi sotto le coperte,
ma Hermione fù più furba
“Levicorpus”
Il
corpo di Harry cominciò a levitare nell’ aria
fino alla porta del bagno, dove lo appoggiò poco
delicatamente.
“E
sbrigati” Aggiunse minacciosa. Poi si avvicinò
al letto di Ron. Stava per gridargli in un orecchio ma il ragazzo,
sempre
dormendo, la afferrò e la trascinò sul letto con
lui. Hermione era diventata
rossa, e stava per cominciare a tirare pugni all’ amico,
quando la porta del
dormitorio di aprì ed irruppe Colin Canon che
fissò allibito la scena.
“io…
io… me ne vado subito!!!”
Si
scusò e uscì dalla stanza. Dean giurò
di averlo
sentito ripetere l’ Ave Maria. Ron si svegliò di
botto e incontrò gli occhi di
Hermione a un centimetro dal suo naso. Saltò in aria
“Hermione!
Tu… io… cosa ci fai qui?”
Chiese
tra lo stupefatto e il vagamente
terrorizzato. Lei cominciò a torturarsi una ciocca di
capelli “Oh Ron. Non
ricordi? Tu… io… ieri sera...”
Ron
era in preda ad un attacco euforico. “vuoi
dire che tu e io…?”
Chiese
speranzoso. Lei lo guardò un attimo come
per annuire, ma poi gridò
“NO!
E adesso alza le chiappe, segui Harry in
bagno e vestiti! Vi voglio entro cinque minuti in sala comune. Non mi
pare un
concetto tanto difficile, no?. E portate i libri!!!”.
Ron
si ara appena alzato dal letto e stava per
mettersi la vestaglia, e Hermione si stava riassettando la gonna quando
entrò
la McGranit. Lei guardò loro interrogativa. Ron e Hermione
si guardarono
colpevoli. La McGranit li guardò incredula. Ron e Hermione
la guardarono
terrorizzati. Lei scostò lo sguardo e la sua voce divenne
tremante
“Signorina
Granger. Signor Weasley…”
Hermione
arrossì. Ron avrebbe volentieri risposto
di si, ma quel minimo di buon senso che gli era rimasto gli impose di
non
farlo. Per Harry, almeno. Se fosse morto, lui si sarebbe trovato da
solo a
giocare a scacchi magici.
“Professoressa.
Non è come sembra…”
La
McGranitt gli fece segno di tacere.
“e
Potter dov’ è? Se la risposta è
“nel dormitorio
delle ragazze” per favore, mentitemi…”
Harry
uscì dal bagno in quel momento,
completamente vestito, inveendo contro la McGranitt
“Hei
Ron, non capisco proprio perché dobbiamo fare
i compiti per quella vecchia ciaba…” Poi
notò la professoressa “oh,
professoressa McGranitt! Non l’avevo vista... ma questo non
è il dormitorio
maschile? Oggi c’è la fila per venire
qui” chiese fintamente innocente,
dirigendosi poi verso il letto di Ron
“ohporcamiseriaccialaciabattaèqui”
mormorò sotto voce per farsi udire solo da Ron ed Hermione,
che soffocarono le
risate sotto le coperte”
“Potte
mi manda Silente. Vi vuole stasera nel suo
ufficio. Alle 8 in punto. In orario, per favore”
E
prese la porta. Harry, Ron e Hermione si
guardarono. Senza parole.
Allora,
innanzitutto GRAZIE per aver letto fin qui… vorrei dirvi che
io e Giulia, anche
se non sembra, ci impegnamo davvero molto per fare questa fanfiction, e
ci
farebbe piacere essere recensite… non dico che vi deve
piacere, ma anche un “fa
cagare” ci va bene. Oddio, no, magari non siate
così diretti… XD. Al prossimo
capitolo, che sicuramente arriverà presto. Baci.
Allora,
sono perfettamente d’accordo con Marta… da
quanto ho capito il capitolo dell’altra volta non vi
è piaciuto, ma per favore,
scrivete pure un “Madonna ma fate schifo voi e stò
capitolo buttatelo al cesso e
poi affogatevi” o qualcosa del genere… non ci
offendiamo, siamo abituati ad
insulti ben peggiori, a scuola… Bacione