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Autore: sallythecountess    07/07/2013    3 recensioni
A qualche anno dal loro "matrimonio-non matrimonio" i due immaturi, irresponsabili e egomaniaci ritornano a far danni. Questa volta, tra bambini, baci saffici, sbronze con ottuagenari e liti familiari, si ritroveranno a fare i conti con un problema ben più serio: diventare adulti.
Ricordo a tutti che questa storia è il sequel di "La ragazza di Tokyo" che potete leggere qui: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo 2: adulti incasinati e cani stressati.

 

E così finisce tutto, no?”

Sussurrò Lor quasi divertito, mentre Alice riponeva le stoviglie. Quella frase la spaventò un pochino, così allarmata chiese “Ma in che senso?”

Lor teneva il bimbo più piccolo in braccio, e sorridendo rispose “...la nostra intimità. Li abbiamo fatti ingozzare in piena notte, ci toccherà dormire con loro anche stanotte...”e Alice scoppiò in una fragorosa risata. Chissà che si aspettava!

Mat ha chiamato?”chiese, annodando tra le sue dita i piccoli riccioli di quel cucciolo semi-addormentato sulla sua spalla.

Ovvio. Cinque volte come sempre. Dio, giuro che non lo sopporto più! Chiama sempre quando sto facendo qualcosa, o quando ho appena messo a letto il piccolo diavoletto, che ovviamente si sveglia di nuovo.”

Erano quasi le due del mattino, e quei due pazzi stavano rassettando la cucina perchè Lor detestava tenere le sue cose in disordine. Fosse dipeso da Alice, quella casa sarebbe stata sommersa dai piatti sporchi, ma ci teneva ad accontentarlo, così malgrado tutto, rassettava ogni notte.

Ma quei due non hanno ancora mangiato?”

Chiese Lor un po' preoccupato e la sua compagna sbuffò, scuotendo la testa.

Questa storia deve finire. Dove sono?”

Nascosti, come sempre da un po' di mesi a questa parte.”

Lor ci pensò un secondo: era incerto sul da farsi. Da un lato voleva andare a cercare le due palle di pelo, dall'altro sapeva che mettere a letto il piccoletto ancora un po' sveglio significava doverlo riprendere al volo, perchè avrebbe cominciato a strillare come un ossesso.

Ma sono usciti, almeno?”

Chiese con fare meditabondo, e Alice rispose con un cenno della testa. Asciugava i bicchieri con aria stanca, e li fissava con fare serio.

Li ho portati fuori con Morice, mentre l'altro era a scuola. Saranno state le cinque?”

Cazzo, devo portarli fuori allora.”

Ribatté sospirando, come se gli fosse stato chiesto di compiere una missione molto delicata. Anche la risposta di Alice fu molto strana.

Oh beh...se riesci a farli uscire...sanno che lui è in casa, e ogni volta che c'è, loro si nascondono.”

Lor si mise a ridere per quella frase. Era davvero una situazione surreale! Due cani adulti terrorizzati da un bambino! Insomma Cassandra, forse, aveva qualche ragione: era piccola rispetto al teppista di tre anni che le aveva colorato la pelliccia con i pennarelli, ma almeno lei sapeva difendersi e all'occorrenza dava anche qualche morsetto. Il problema grave era Dylan.

Dopo aver consegnato il cucciolino miagolante ad Alice, Lor decise di andarli a cercare. Ci pensò qualche secondo, poi realizzò che salire col guinzaglio l'avrebbe aiutato e scappò a cercarli. Dopo una lunga sequela di imprecazioni, dovute al fatto che Alice riponeva i guinzagli ovunque fuorché nel luogo deputato ai guinzagli, i affacciò al piano di sopra sussurrando piano “Mes amis? Dove vi siete cacciati? Usciamo?”

Cassy nel sentirlo scappò felice dal suo padrone, ma di Dylan nessuna traccia.

Oh andiamo bambino mio, vien ici!”

Ripetè con meno pazienza, e piano piano un enorme pastore tedesco iniziò a sbucare fuori da sotto al letto. Aveva le orecchie basse e l'espressione spaventata di chi teme di doverti dare una brutta notizia e si sente in colpa, eppure quando realizzò che il padrone era solo, tornò il solito cane gioviale e scappò a fargli le coccole.

Vedete, da quando erano arrivati i bambini, i due cuccioloni non sapevano bene come comportarsi: all'inizio erano stati socievoli, ma immediatamente avevano trovato una controparte avversa. Il ragazzino più grande non faceva che cavalcarli, picchiarli, e fargli scherzi di cattivo gusto. Alice più di una volta l'aveva ripreso, ma quel piccoletto era furbo, e raramente agiva in sua presenza. Quando poi aveva tentato di incendiare la coda del povero Dylan, Alice aveva deciso di separarli, per il bene del cane ovviamente. I due cani, però, avevano visto questa separazione come un'estromissione dal branco, e l'avevano presa molto male. Evitavano anche solo di scendere a salutare i padroni, e vivevano da soli al piano di sopra. Uscivano solo quando “il loro nemico” era a scuola.

La questione dei cani era alquanto spinosa, e Lor non riusciva a trovare una soluzione: Alice sosteneva che sarebbe durata solo un altro po', quindi non era il caso di preoccuparsi, ma lui era preoccupato eccome. Preoccupato per futuri bambini che avrebbero potuto arrivare, ma Alice rispondeva sempre “ma no! Un bambino cresciuto con i cani non è violento, anzi li ama! L'errore è stato fatto a monte: avremmo dovuto cercare di farli interagire subito con i cani, ma non è stato fatto, e adesso ovviamente non sanno come comportarsi. Se li avessimo fatti crescere insieme, non sarebbe mai capitato. Guarda me: sono cresciuta in un allevamento, e non ho mai fatto male ad un animale! Certo...a parte quel coniglietto che ho involontariamente investito con la macchina, ma da allora non guido più...quindi...”

Già, in realtà Lor se la ricordava bene la storia del coniglietto, anche se risaliva a tantissimi anni prima. Alice aveva da poco preso la patente, e si era dimostrata un'intrepida guidatrice; prendeva l'auto del padre e di Dug per andare ovunque, fino a quando una lepre selvatica le aveva attraversato la strada nei boschi di Inverness. La giovane e inesperta guidatrice aveva tentato di tutto per non prenderla, ma pioveva molto, quindi aveva solo finito col perdere il controllo dell'auto e schiantarsi contro un albero ai lati della strada. E sapete cosa aveva fatto appena uscita dall'auto? Era andata a soccorrere la povera lepre, ormai stecchita ed era rimasta a piangere in strada, tanto che molti pensarono che ci fossero dei feriti gravi in auto. Quella storia lo fece ridere, e rientrò a casa piuttosto sereno, ma presto il suo umore cambiò di nuovo.

Perchè me l'aspettavo questa scena? Sono un veggente o voi siete tremendamente prevedibili?”

Aveva tentato di usare un tono calmo, pacato e divertito, ma in realtà Alice aveva capito che era furioso e gli sorrise, cercando di stemperare un po' il clima. Aveva tutte le ragioni per essere arrabbiato, e lo era anche lei, ma cosa potevano fare? Purtroppo il loro letto ormai era popolato da due piccoli gnomi che saltellavano in giro, e ogni speranza di privacy era letteralmente svanita. Lor non poteva neanche stringerla senza che i ragazzini si frapponessero tra loro per separarli. Erano gelosi di lei, la volevano tutta per loro e ogni volta Lor finiva col restare da solo in un cantuccio del letto, cercando di mascherare il suo malcontento. Sì, era bello giocare con loro e fargli le coccole, ma questa loro gelosia era realmente fastidiosa. Avrebbe preferito fare le coccole a tutti, lei inclusa, ed invece non poteva.

Quella sera, però, non gli andava di sottostare ai soliti ricatti di quei ragazzini strani. Voleva fare l'amore con lei, e ci era arrivato così vicino da soffrire le pene dell'inferno, così decise di fare il figo, e dannazione se ci riuscì. Si mise a letto praticamente nudo: indossava solo un paio di boxer e la sua donna sussurrò solo “Oh...wow!Ma come faccio a prendere sonno così?”

Lor, compiaciuto per quel commento, le fece un lungo sorriso sensuale e per qualche secondo la povera Alice non si ricordò più neanche dove fosse. Anche lei poverina era sempre troppo indaffarata con i ragazzini per potersi concedere un po' di svago, e non ricordava neanche più da quanto non facessero qualcosa di vagamente simile al sesso. Questo, ovviamente, la rendeva terribilmente nervosa, ma anche particolarmente sensibile al fascino di quel bell'uomo che dormiva con lei.

Lo chef, allora continuò nel suo piano e baciandole la mano sussurrò “Che cosa vuoi fare domani, amore mio?”

La poverina era quasi senza fiato, ma quei due piccoli barbari non facevano che tormentarle la pancia e picchiarsi, così Alice dolcemente rispose “Se me lo chiedi così mi sciolgo talmente tanto da non ricordare neanche il mio nome. Facciamo quello che vuoi...qualunque cosa sia.”

Lor rise, allora, e cominciò a baciarle le spalle, lasciandola completamente senza parole, ma subito quei due si sentirono ignorati e riportarono violentemente l'attenzione di Ai su di loro, ignorando totalmente che il cuore della povera donna batteva a velocità supersonica.

Ovviamente vorrei quello che vuoi tu...talmente tanto da avere une petite mort solo con un tuo sguardo. E poi... non lo so. Vediamo quando ci svegliamo, a che ora finiamo... Sarebbe carino andare al parco se non piove...”

A quel punto il bellissimo chef cercò di avvicinarsi il più possibile, e le sussurrò all'orecchio “...mais...se prendessimo una babysitter e ci rintanassimo in una stanza d'albergo per...diciamo tre o quattro ore?Mi manchi amore mio, mi manchi da morire.”

Alice sorridendo si girò e finirono occhi negli occhi, con le labbra ad tanto vicine da sfiorarsi. Entrambi avevano il cuore in gola, e tanta voglia di stare un po' soli, ma Alice non fece in tempo a rispondere, perchè la peste piccola nel sonno diede una tremenda gomitata a Lor, interrompendo il momento romantico e rompendo quasi un labbro al povero chef.

Oh non ne posso più di questa storia!”

Gridò seccato e furioso, e Alice ridendo chiese “E che vuoi fare? Rimandarli indietro da dove sono venuti?”

Oh sì, lo vorrei tanto!Vorrei tanto non aver mai detto 'sì, va bene. Facciamolo' me ne pento circa trenta volte al giorno.”

Era stanco, e piuttosto seccato, ma Alice seriamente ringhiò “Se è questo che vuoi...”

No, no scusa. Sono solo...”

Lo so, anche io. Quindi sarebbe meglio darci un taglio una volta per tutte e dormire.”

Ribattè esausta, e Lor dolcemente tornò a letto e tenendole la mano sussurrò “non ce la faccio a non averti...Sembra quasi che ci siamo lasciati Alis. Io non mi rassegno ad essere ignorato da te.”

Davvero è così che l'hai presa?”

Chiese, più curiosa che seccata, mentre si alzava per mettere il bimbo più piccolo a letto. Lor confuso ed esausto si portò una mano sugli occhi e sussurrò “sì. Mi sento sempre solo, sempre...”

Oh beh...io invece lo trovo eccitante. Vivere di carezze e baci rubati, fare l'amore di nascosto, piano per non farsi sentire. E' quasi come essere amanti! E' vero che ci tocchiamo poco, e ci coccoliamo poco, ma...non provi un brivido speciale quando finalmente riusciamo a farlo?”

Se è per questo Ali...”sussurrò con sorriso malizioso, mettendo le mani sulle orecchie della piccola peste per non fargli sentire nulla “...provo un brivido speciale sempre. Quando ti spogli davanti a me, quando lasci la porta della doccia aperta e non i dico che ti farei quando ti trovo ai fornelli...”

Alice si morse il labbro con fare sensuale e rispose “per me vale la stessa cosa! E non ti dico ora, che sei seminudo. Perchè non gli metti i teletubbies nella sua stanzetta e affrontiamo il discorso fra...cinque minuti?”

Anche meno!”

Gridò, afferrando di peso la piccola peste, come se fosse un pallone da basket, e scappando nella sua stanza.

Ma io non ho sonno!”

Gridò la piccola peste, ma Lor con uno sguardo molto deciso rispose “Tieni, questo è il telecomando. Non cambiare mai canale, e...”

Posso guardare la tele per tutta la notte?”

Chiese il bambino esterrefatto, e Lor in barba alla sua morale rispose “Sì,sì...guardala quanto vuoi, ma non cambiare canale...”

E così con qualche scrupolo tornò nella sua stanza, dove la trovò completamente nuda nel letto. Certo aveva dovuto accantonare la sua coscienza, e probabilmente avrebbe creato dei danni seri al quel povero bambino, ma dannazione era necessario e finalmente, quasi alle quattro del mattino, riuscirono a riappacificarsi e a rilassarsi un pochino.

   
 
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