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Autore: Yasha 26    07/07/2013    13 recensioni
Questa ff nasce dalla mia one-shot "Vivo Per Lei"
InuYasha è un pianista che non riesce a trovare un lavoro a causa della sua natura ibrida.
Malgrado la moderna società, i mezzo demoni non sono ancora ben visti né da umani né da demoni.
Un giorno incontra Kagome, ragazza ricchissima in cerca di un maestro che le insegni a suonare il piano in meno di un mese, e chiederà proprio ad InuYasha di insegnarle a farlo, anche se lui all'inizio rifiuta. Inizierà così una sorta di sfida tra i due.
Tra loro non correrà buon sangue i primi tempi...ma poi...si sa...chi disprezza compra...
STORIA IN REVISIONE
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Naraku, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Kagome ne sei sicura? Te ne pentirai!-
-Sì sono sicura InuYasha.-
-Lo rimpiangerai per tutta la vita!-
-Esagerato!-
-Invece no! Io non ci riuscirei al posto tuo. Piuttosto che perderli in quel modo preferirei morire!-
-InuYasha ricresceranno! Avanti Rin taglia pure!-
-O…ok Kagome. Come vuoi…-        risponde lei esitante
L’ho chiesto io ma non posso fare a meno di chiudere gli occhi. Quando sento il rumore delle forbici quasi ho i brividi. Poi il collo diventa leggerissimo.
Riapro gli occhi e vedo una lunga coda di cavallo in mano a Rin, che per mia fortuna fa la parrucchiera, e il mio viso rispecchiarsi nello specchio coi capelli corti.
-Wow!-         esclama InuYasha vedendomi
Devono ancora essere sistemati ovviamente ma la forma del taglio già si vede. Ho scelto il taglio carrè  , il caschetto più corto dietro e lungo davanti. Ho sempre desiderato farli così, ma mia madre ovviamente non voleva. Per lei una vera donna porta solo capelli lunghissimi.
Quando Rin ha regolato il taglio e la piega osservo il risultato finale.
-Mi piacciono tantissimo! Grazie Rin sei bravissima!-        esulto felice
-Di nulla figurati Kagome.-         mi dice sorridendo
La cognata di InuYasha mi sembra una ragazza splendida. È sempre molto allegra da quel che ho visto in questi giorni.
Ormai dal giorno di Natale sono passate due settimane, in cui ho conosciuto tutti gli amici di InuYasha, compresa la sua famiglia. Nulla contro gli altri ma quelle con cui mi trovo più a mio agio sono Sango e Rin, per l’appunto.
-Allora Inu? Come sto?-       gli chiedo voltandomi felice
Lui ha una strana espressione sul viso. È imbambolato a fissarmi. Oh no! E se forse non gli piacciono? O forse anche a lui piacevano lunghi?
-InuYasha…-        lo chiamo un po’ rattristata
Lui come risvegliatosi dal trance in cui era caduto si decide a muovere la bocca finalmente.
-Sei…sei…assolutamente magnifica! Ti stanno benissimo Kagome! Sembri addirittura più bella, cosa che avrei ritenuto impossibile, perché eri già la ragazza più bella dell’universo coi capelli lunghi.-
-Adulatore! Non esagerare dai. Ci sono ragazze molto più belle di me. Tu lo dici perché mi vuoi bene.-         rispondo un po’ imbarazzata
-Invece è come dico io! Adesso però devo stare attento che polizia non mi fermi scambiandomi per un pedofilo. Con questo taglio sembri più piccola dei tuoi vent’anni.-
-Davvero? Ahahaha sarebbe divertente come scena sai?-
-Io non lo trovo divertente! Così sembrerò più vecchio di te!-     brontola lui incrociando le braccia
-Oh… il mio adorabile vecchietto!-         rispondo continuando a ridere a crepapelle
Non ho mai riso tanto quanto in questi giorni. Mi sento felice, nonostante tutto.
Non ho più parlato dei miei genitori. Non lo trovo più necessario. Adesso loro sono fuori dalla mia vita e ci rimarranno.
-Zio InuYasha, hai intenzione serie con Kagome non è così?-       gli chiede Shori, la nipote
-Ma…ma che domande fai Shiori? Certo che sì! Perché me lo chiedi?-      chiede InuYasha tutto rosso
Che dolce che è quando arrossisce!
-Perché Kagome è quella giusta. E poi mi piace! Fatti bastare questo!-        risponde lei tutta contenta
Devo dire che dopo il momento iniziale in cui mi guardava stranamente e con sospetto, si è subito affezionata a me. Credo temesse fossi come mia cugina, che a quanto ho capito non piaceva assolutamente a nessuno.
Mi chiedo il perché. Vorrei chiederlo ad InuYasha ma non mi va di sentirgli parlare di una sua ex. Già mi ha dato fastidio incontrarla, figuriamoci se poi è pure tua cugina. Lo so che è sciocco, ma sapere che lei andava a letto con lui, lo conosce nudo, conosce le sue abitudini e il resto, mi fa una rabbia terribile. Ne sono gelosa! Spero almeno di non dovermela ritrovare davanti spesso. Sarà anche mia cugina ma per me rimane prima di tutto la ex del mio uomo. E a chi farebbe piacere avere una ex tra le scatole? A me non di certo!
-Kagome che ne dici di andare a casa adesso?-         mi dice dolcemente abbracciandomi
-Di già? Ma sono solo le cinque del pomeriggio.-
-Lo so però mi fai impazzire con questi capelli, e voglio inaugurarli nel nostro letto!-        sussurra appena al mio orecchio, provandomi un brivido lungo la schiena
-InuYasha! E abbi un minimo di contegno fratello! Se ti sento io dal giardino pensa i miei figli lì vicino a voi!-        sbraita il fratello
-Che avrò mai detto di sconcio?-         mi chiede lui osservando la nipote che sghignazza
Io invece mi sento terribilmente a disagio. Mi dimentico sempre che i demoni riescono a sentire anche a metri di distanza ogni più piccolo suono impercettibile alle orecchie umane.
-A…andiamo, sì…-        rispondo facendomi piccola piccola
 
-Beh devo dire che un po’ mi spiace non poter passare le mani tra i tuoi capelli, però è molto pratico che i nostri capelli non si attorciglino tra loro quando ci giriamo e muoviamo. Mi piace sempre di più questo taglio.-       mi confessa mentre mi accarezza con gli artigli la schiena
Adoro quando lo fa. Mi rilassa tantissimo. Io invece, poggiata col viso al suo petto, disegno degli arabeschi immaginari sul suo addome scolpito.
-In effetti sbrogliarli era un tantino doloroso.-        confermo divertita al ricordo di quando stavamo per alzarci dal letto, ma  i nostri capelli si erano legati in un nodo difficile da sciogliere. Cose che capitano ad avere entrambi i capelli lunghi.
-Kagome, posso chiederti una cosa senza che te la prendi?-
-Dipende da ciò che vuoi domandarmi.-        rispondo sollevando la testa incuriosita da questa domanda
-Ecco, volevo sapere…sei ancora arrabbiata coi tuoi genitori? Pensi ancora di non voler più tornare da loro?-
-Perché mi fai questa domanda?-       chiedo sorpresa da questa domanda improvvisa
-Perché ho paura che tutta questa felicità che provo adesso possa sparire. Temo che tu possa decidere di tornare da loro, lasciandomi…-
Resto un attimo sbigottita a guardarlo. Davvero teme questo?
-Sei uno stupido InuYasha. Primo, io non ho più dei genitori, secondo, se anche ci facessi pace non andrei mai via da qui. Da questa casa non mi schiodano nemmeno le bombe. Solo tu puoi mandarmi via. In caso contrario ho intenzione di stare con te, qui tra le tue braccia, per sempre!-         lo rassicuro stringendomi forte a lui
-Ti amo Kagome. Tantissimo.-
-Anche io stupidone mio. Non temere mai io possa lasciarti InuYasha, per nessun motivo al mondo lo farei!-
Presi dal momento cominciamo a scambiarci nuovi baci, sempre più passionali, ricominciando da dove avevamo finito qualche minuto prima, quando veniamo interrotti dal suono del campanello.
-Uffa chi è che rompe all’ora di cena?-       si lamenta lui alzandosi e mettendo i pantaloni
-Ma noi non stavamo mangiando.-      
-Io quasi, se non mi avessero interrotto.-         mi risponde maliziosamente andando a vedere chi è
È sempre il solito!
Passano un paio di minuti. Non vedendolo tornare metto una vestaglia per andare a vedere chi è, sono curiosa.
Quando arrivo vicino l’ingresso vedo una scena che non mi piace affatto.
 

 
                                                                              ***********************
 

 
Odio essere interrotto in questi momenti accidenti! Chi diamine rompe alle otto di sera?
Mi auguro non sia Miroku perché temo gli farei parecchio male!
Quando arrivo alla porta sento il suo odore anche attraverso la porta. Ma che ci fa lei qui? Esito un attimo ad aprire e non ne capisco il motivo. Forse non mi va di vederla perché c’è Kagome di là.
-Ciao InuYasha. Come stai?-       mi chiede appena apro la porta
-Kikyo…-
-Mi sei mancato tantissimo sai?-      mi dice lanciandosi ad abbracciarmi
Preso alla sprovvista non l’allontano subito. Lo faccio solo quando sento l’odore di Kagome vicino a noi. Spero non abbia frainteso maledizione!
-Kikyo. Come mai qui?-         chiede lei con voce fredda avvicinandosi per farsi vedere
È stata talmente gelida da farmi paura.
-Oh Kagome? Tu sei qui? Vi ho forse disturbati?-         domanda Kikyo osservando la sua vestaglia, fin troppo slacciata
Credo le stia chiaramente lanciando il segnale che il territorio è già occupato., così decido di intervenire io, almeno per non farmi uccidere quando Kikyo se ne andrà.
-Viviamo insieme Kikyo. È la mia ragazza.-       rispondo afferrandola per la vita e avvicinandola a me
Lei sembra guardarmi soddisfatta. Menomale vivrò ancora qualche altro anno in più! Il suo sguardo aveva un che di assassino poco fa.
-Ah…capisco. Avevo avuto infatti l’impressione che tra voi ci fosse più di un’amicizia-     risponde Kikyo come dispiaciuta
-A cosa dobbiamo la tua visita a “casa nostra”, cugina?-        chiede Kagome per tagliar corto, marcando volutamente le ultime parole
Eh già, è davvero parecchio gelosa!
-Sono venuta per capire che tipo di rapporto ci fosse tra di voi. Comunque è un bene che tu sia qui Kagome. Credo tu abbia bisogno di spiegazioni.-
-In effetti sì. Vorrei sapere come mai hai detto che i miei genitori ti ritenevano responsabile della morte di mio fratello.-
-Sentite entriamo in casa. Non mi pare il caso di parlarne fuori. Accomodati Kikyo.-      le dico facendola entrare
Mentre lei si reca in soggiorno io chiudo meglio la vestaglia di Kagome.
-Credo abbia capito amore.-        le sussurro dolcemente dandole un veloce bacio alla guancia
-Io  e te poi facciamo due chiacchiere appena quella andrà via!-       mi dice raggiungendo la cugina
Ok, capito. È stato bello vivere fino ad oggi! Spero che nella mia bara mettano almeno un tasto del mio pianoforte così non mi sentirò solo!
-Allora Kikyo, raccontami…-       le chiede Kagome sedendosi sul divano di fronte, dove io la raggiugo
-Ecco, gli zii mi ritengono responsabile perché quel giorno Sota correva parecchio veloce. Loro sono convinti che la colpa sia mia, che sia stata io a spingerlo a correre più del dovuto. Ma non è così. Lo dicevo a Sota di andare piano, ma a lui piaceva sentire…-      
-Sentire il vento massaggiargli il viso.-       prosegue Kagome rattristandosi
-Sì. Diceva sempre così. Quindi correva anche con te?-      le chiede la cugina
-Già, però anche a me piaceva quella sensazione.-
-A me per niente. Ne avevo paura. Gli chiesi più volte di rallentare. Lui scocciato dai miei rimproveri si girò verso me per dirmi di non avere paura. E poi è successo tutto. Mi ricordo che mi sono svegliata in ospedale con un braccio e una gamba rotti. Quando poi ho chiesto di Sota mi hanno detto che non ce l’aveva fatta. Il giorno del funerale  ho fatto il diavolo a quattro per potervi partecipare, così i dottori mi accompagnarono in ambulanza a casa vostra, ma i tuoi genitori non mi vollero far entrare, urlandomi che se Sota correva era colpa mia. Era stato il mio primo ragazzo, il mio primo amore. Ho sofferto per la sua morte. Ma a loro non è interessato.-
-Non gli interessa della propria figlia, pensa di te che eri solo la nipote.-        le dico io
Che tipi orribili accidenti! Più so su di loro più li detesto.
-Mi spiace per quello che hai passato Kagome. È stato ingiusto che ti abbiano fatto credere di essere la responsabile della morte di tuo fratello. Io ti capisco bene, so come ti sei sentita.-
-E’ un po’ diverso Kikyo. Tu avevi quindici anni quando è capitato. Eri più grande e sapevi che non era davvero colpa tua. Io invece sono stata cresciuta così, coi sensi di colpa. Anche adesso malgrado sappia la verità mi sento in colpa. Me lo hanno inculcato in testa così bene che ormai sembra sia andata davvero così. Mi ci vorrà del tempo per assimilare tutto. Sono cresciuta da sola. In totale solitudine. Tu almeno avevi l’appoggio della tua famiglia. Capisco il tuo malessere e tutto il resto, ma non sarà mai stato come è successo a me. I miei genitori hanno saputo ferirmi parecchio in profondità. E sono di quelle ferite che lasciano profonde cicatrici.-       spiega Kagome con voce quasi rotta dal pianto
Mi spiace vederla così.
-E’ vero. Comunque sia sono passati quindici anni ormai. La vita va avanti, dovresti farlo anche tu. Ma che mi dici di te InuYasha? Continui ad inseguire il tuo sogno di diventare un famoso pianista?-        mi chiede cambiando totalmente discorso
-Già.-       rispondo semplicemente
-Non ne avevo dubbi. Sai un po’ mi mancano le tue musiche improvvisate nel cuore della notte. Ogni tanto mi capita di svegliarmi immaginando di aver sentito il suono del tuo pianoforte.-
-Davvero? Ma se non lo sopportavi!-
-A quanto pare non era così. E poi ogni volta che mi svegliavi sapevi farti perdonare…forse è quello a mancarmi. Chissà…-       dice in maniera fin troppo esplicita per i miei gusti
Queste erano frecciatine rivolte a Kagome.
Il suo viso è livido di rabbia. Sento perfino le pulsazioni del suo cuore aumentare paurosamente.
-Questo era secoli fa Kikyo. Non ho più quel vizio di alzarmi la notte. Non ne sento più la necessita avendo tra le braccia la donna che amo.-          rispondo prendendo Kagome per le spalle e avvicinandola  a me
Lei rimane stupita dal mio gesto e subito si tranquillizza tra le mie braccia. Che sciocca temeva stessi al gioco di Kikyo? Sono furbo mia dolce Kagome! E’ difficile prendermi per il naso!
Il volto di Kikyo invece si piega in una smorfia impercettibile. Chi di spada ferisce, di spada perisce!
-Mi fa piacere per voi…-    risponde solamente
-Senti Kikyo, perché in tanti anni che siamo stati insieme non mi hai mai parlato della storia della tua famiglia?-       chiedo curioso
Io avrei raccontato alla mia ragazza una storia del genere.
-Perché ho cercato di eliminare del tutto dalla mia mente i ricordi legati alla famiglia di mio padre, che mi ha causato solo dolori. Io stavo bene con la mia famiglia e non mi andava di andare a raccontare ai quattro venti che sono nipote dei ricconi più ricconi di questo paese.-
-Ma tra innamorati si dovrebbe condividere tutto no? Non lo si dice mica ai quattro venti.-        le fa subito presente Kagome
In effetti non so darle torto.
-Ormai è inutile rivangare il passato. La nostra storia è finita cinque anni fa. Bene ora vado ragazzi. Vi lascio tranquilli.-       ci dice lei alzandosi
-Grazie per avermi detto la verità sulla morte di Sota. Almeno adesso so davvero come è morto.-        la ringrazia Kagome alzandosi per salutarla, accompagnandola alla porta
-Figurati…buona serata ragazzi. Ah Kagome…non commettere il mio stesso errore con InuYasha, tienitelo stretto. E’ un uomo splendido. Mi sono pentita ogni singolo giorno di averlo lasciato per volere di più da lui. Ma sono sicura che saprai benissimo comprendere i suoi bisogni, al mio contrario, che non ho mai appoggiato i suoi sogni. Buona fortuna…cugina.-      le dice piano, forse per non farsi sentire da me
Dimentica che il mio udito non è come il suo.
-Grazie del consiglio, ma non accadrà di sicuro. Appoggerò sempre InuYasha, qualunque strada lui voglia intraprendere io sarò al suo fianco.-       risponde Kagome più serena data la resa della cugina
Io sorrido tra di me pensando al comportamento di Kikyo. Cinque anni fa mi impose di scegliere tra lei e la musica, e io scelsi la musica. Ora si ritiene pentita di aver fatto quella scelta. Mah…le donne chi le capisce è bravo!
Quando Kagome ritorna nel salone dove io sono rimasto viene ad abbracciarmi.
-Tutto bene?-      le chiedo accarezzandole la testa
-Non proprio. Ho bisogno di coccole!-       mi dice triste
-Tutte quelle che vuoi.-      rispondo portandola con me sul divano
Ci stendiamo vicinissimi e le faccio i grattini che tanto le piacciono sulla testa. Le piace il lieve e lento solletico che le faccio tra i capelli. La fa rilassare essere accarezzata dai miei artigli. Altre ne avrebbero paura invece.
Stiamo un po’ così, ad ascoltare il battito dei nostri cuori, finché il brontolio del mio stomaco ci ricorda che l’ora della cena è passato da un po’. Sono quasi le dieci.
-Sembra che il tuo stomaco pianga. Ordiniamo un pizza?-       mi dice sorridente
-Mi sa che è meglio.-       rispondo leggermente a disagio
Dopo la pizza ce ne ritorniamo a letto e ci addormentiamo stretti come sempre.
E’ vero quel che ho detto a Kikyo. Da quando sto con Kagome non mi sono mai alzato una sola notte per suonare il pianoforte. Anzi per la verità non l’ho quasi toccato. Lo faccio solo per insegnarlo a lei.
Kagome ha insistito affinché continui le lezioni di piano. Vuole ancora impararlo e questo mi fa molto piacere.
Nei giorni successivi ha deciso di cercare un lavoro. Per fortuna a Rin serviva una shampista al suo negozio e così l’ha presa lei.
La cosa che più mi ha stupito è che ha intenzione di riprendere gli studi. Vuole andare all’università per studiare veterinaria. Certo non sarà facile, è pur sempre un campo medico ma lei sembra convinta della scelta. Adora gli animali, anche troppo per i miei gusti!
-Miaoooo!-
-Tzs!-      esclamo infastidito
-Miaaaaoooooo!-
-Uffa stupido gattaccio levati dalle mie gambe! Io sono un cane non lo vedi? Perché continui a farmi le feste?-       sbraito esasperato alla piccola palla di pelo che da una settimana sono costretto a sopportare a casa
Kagome l’ha trovato sotto la pioggia in mezzo la strada. Stavano per investirlo e lei si è buttata tra le macchine per prenderlo. Quella sconsiderata e incosciente!
Da quando l’ha portato a casa quel gatto non fa altro che starmi dietro. Mi salta in braccio, si infila tra le mie gambe e fa le fusa. Una mattina l’ho perfino trovato addormentato sul mio cuscino, accanto al mio viso.
Kagome mi prende in giro dicendo che si è innamorato di me, perché gli opposti si attraggono. Tzs! Che mi tocca sopportare!
-Inu, Chopin, sono a casa!-      
-Miaaooo!!-      
-Ciao piccolo! Hai fatto il bravo con papà InuYasha?-    
-Non chiamarmi padre di quel coso!-      rispondo infastidito
-Andiamo InuYasha…è come se fossimo i suoi genitori dato che lo stiamo crescendo. È ancora così piccolo.-       dice lei prendendolo in braccio 
-E’ lo stesso! Piuttosto, com’è andata oggi a lavoro? Tutto bene?-
-Sì. Rin mi ha anche insegnato come fare la piega col phon e la piastra. Mi diverte questo lavoro.-
-Sicura di farcela sia col lavoro che con l’università?-      chiedo vedendola stanca
-Sì tranquillo ce la faccio amore. Che mi hai preparato di buono oggi?-        domanda fiondandosi in cucina
-Oden, per la tua gioia.-
-Waaaahhhh! Oden oden oden!! Ti adoro InuYasha!-       esulta felice come una bambina saltandomi in braccio
Per adesso sono io a occuparmi di tutto in casa. Kagome è tutto il giorno fuori, tra l’università e il lavoro.
Io mi arrangio con qualche lezione ai bambini un paio di volte a settimana.
Continuo a cercare un lavoro diverso da questo ma lo non trovo. Resta sempre il problema che sono un mezzo demone.
 
Adoro la domenica. È l’unico giorno in cui ho Kagome tutta per me. Mentre lei ancora dorme io esco per andare a comprare la colazione. Kagome va pazza per le brioche così ogni domenica vado a prendergliele. Non so se proprio “casualmente”, incontro Kikyo proprio nel bar sotto casa mia.
-Ciao InuYasha.-      mi saluta lei sorridente
-Ciao Kikyo. Come mai da queste parti?-      le chiedo finto interessato
-Nostalgia delle brioche di questo bar. E poi ad essere sincera voglio farle assaggiare al mio nuovo ragazzo.-     confessa arrossendo
-Ah davvero? Sono felice per te allora. Spero sia quello giusto.-
-Chissà…ci frequentiamo già da un mese ma per adesso le cose sembrano andare bene. Come sta Kagome?-
-Bene. Si è iscritta all’università di medicina veterinaria e in più lavora nel negozio di Rin.-
-E tu? Che fai al momento?-
-Lezioni private ma sono in cerca di altro, come ben sai.-
-Capisco. Ma persevera, vedrai che prima o poi qualcosa ne viene fuori. Ora vado o la mia colazione si fredda. Ciao Inu e salutami Kagome.-         dice correndo in macchina
-Ciao!-         la saluto alzando anche una mano
Quando ritorno  a casa sento una voce bellissima riecheggiare nelle stanze. E’ Kagome che canta sotto la doccia. Si è svegliata presto.
Arrivato vicino al bagno apro la porta ed entro piano. Ha i capelli tenuti su da un fermaglio per non bagnarli. Sta cantando una strana canzone che non ho mai sentito.
 
-Libera
Voglio essere libera
Sarò libera
Muovendomi tra le stelle
Sai, in realtà non sono così lontane
Mi sento così libera
Devo saper essere libera
Per favore
Non svegliarmi dal sogno
Sembra tutto reale
Sono così libera
Nessun bianco e nero nel blu
Tutto è più chiaro ora
La vita è semplicemente un sogno, si sa
Che non ha mai fine
Sto ascendendo…-
 
E’ brava a cantare. Perché con me presente non lo fa mai?
Mi avvicino piano e l’abbraccio mentre l’acqua le bagna ancora la candida pelle.
La sento sussultare spaventata e girarsi di scatto.
-InuYasha! Vuoi farmi venire un infarto?-     
-Scusa non ho resistito. Che cantavi prima?-      le chiedo baciandole il collo che profuma di cocco, come tutto di lei
-Una canzone di The Seatbelts, Si chiama Blue . Non la conosci?-
-No…-      rispondo pensandoci
-Forse perché è una ost di un anime, Cowboy Bebop. Comunque è adatta a me non trovi?-       mi dice sorridendo
-Direi di sì, però tranquilla amore. Quello che stai vivendo non è un sogno, è tutto reale.-       le dico baciandola e prendendola in braccio da dentro la doccia, è ancora gocciolante
La adagio sul letto togliendole il fermaglio tra i capelli e la guardo…quanto adoro il suo corpo!
-Sto bagnando tutto il letto.-        mi dice lei
-Si asciugherà.-       le rispondo aumentando i riscaldamenti al massimo per non farle prendere freddo, anche se dubito che possa sentire freddo nei prossimi minuti
 
-Sai ho incontrato Kikyo giù.-        
-E che ci faceva qui di prima mattina?-       mi chiede sciogliendo di colpo l’abbraccio per guardarmi in faccia truce
-E’ venuta a comprare la colazione per il suo ragazzo.-
-Ma davvero? Ha il fidanzato? Comunque tra tutti i bar di Tokyo e dintorni doveva venire qui a comprarla?-     chiede sospettosa
-Beh lo sai che qui fanno le migliori brioche della città…-
-Che fortuita coincidenza.-
-Dai non essere gelosa Kagome. Non ci siamo detti nulla, anzi ti saluta.-
-Che premurosa.-         risponde atona ristendendosi sul mio petto
-Sai che fai paura quando ti arrabbi?-
-Tu cerca di non farmi arrabbiare così non ti faccio paura.-      risponde scocciata
-Ma che ho fatto io?-       
-Al momento niente ed è meglio che non lo faccia!-
-Ma fare cosa? A me non interessa più tua cugina.-
-Meglio!-
-Miaoooooo.-       miagola la palla di pelo saltando sul letto e venendosi a contendere uno spazio sul mio petto
-Stupido gatto e scendi!-
-InuYasha non maltrattare il piccolo Chopin!-      mi rimprovera lei accarezzandolo
-Ma un nome meno stupido no eh?-
-Che ha Chopin che non va? E poi lui era considerato “il poeta del pianoforte”. Dovresti essere felice di questo nome no?-
-Ma è un gatto! Dovrei essere fiero di un gatto?-
-Non è un gatto. E’ il “nostro” gatto!-
-Miaaaoooo.-
Oh santissimi Kami…che mi tocca subire per amore! Non era forse meglio quando eravamo solo io e il mio pianoforte?
-Ti amo Inu!-         dice lei allungandosi a darmi un bacio a fior di labbra
-Ti voglio bene Chopin!-       continua poi facendo le coccole sulla pancia del gatto che continua a stare sul mio petto insieme a lei
Dopo poco entrambi si addormentano.
Beh…no! E’ decisamente meglio ora rispetto quando ero solo col mio pianoforte. Decisamente! Non sono mai stato più felice come in questi mesi! Anche con questa palla di pelo.












 
 
 
 
 
 
Buon dì ^_^ al momento siamo in una fase di stallo in cui vediamo la loro vita quotidiana ^_^
Dal prossimo cap inizierà la composizione della canzone che Inu dedicherà alla sua amata, canzone che come sapete aprirà le porte del successo nella sua vita ^_^ 
Ma i genitori di Kagome che fine avranno fatto?
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 
   
 
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