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Autore: _StayStrong    07/07/2013    4 recensioni
DRAMIONE// Hermione e Draco durante le ultime ore della guerra vengono Oblivati, privati di ogni ricordo, e spediti nel mondo babbano, uno lontano dall'altra, nella speranza che prima o poi si possano ritrovare e possano ricostruire ciò che è stato distrutto. Destino, leggenda o previsione di Silente, i due forse riusciranno a tornare al punto di partenza per riportare alla luce Hogwarts.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da VII libro alternativo
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La caverna nella quale li aveva portati Tibby era umida e fredda, non si poteva respirare in quel posto, l’aria ti moriva nelle narici e ti soffocava pian piano. Si guardò intorno, c’erano delle fiammelle accese qua e là, fiammelle magiche che non potavano calore, erano lì solo per fare un po’ di luce in quella che sembrava una notte senza fine.

“Ginny?” chiamò; senza neppure accorgersi si trovò con una bacchetta puntata alla gola, non l’aveva neppure vista arrivare e un Draco, appena dietro di lei che era stato pietrificato con un incantesimo non verbale.

Le fiammelle illuminavano appena il profilo della donna che aveva davanti, se non fosse stato per il colore inconfondibile dei capelli non l’avrebbe mai riconosciuta.

“Non puoi essere lei, non puoi essere Hermione” disse Ginevra Weasley con voce tremante mentre la scrutava con sospetto; aveva paura e la donna che si trovava davanti era diversa dall’Hermione che l’aveva lasciata “Me l’hanno portata via” la suo migliore amica – quella che si ricordava – aveva i capelli crespi e più lunghi di una trentina di centimetri, aveva gli occhi brillanti e un sorriso che illuminava la notte più buia, che dava speranza.

Hermione non poteva dire diversamente di Ginevra. L’aveva lasciata ragazzina e la trovava donna, segnata dalla guerra, dalla morte delle persone che amava e da anni di solitudine e di fughe; Ginny che era sempre stata uno spirito libero ora si ritrovava incatenata ad una realtà che la vedeva prigioniera di tutto.

“Lascia che te lo provi” disse Hermione tendendole la mano; era felice di poterla vedere, non vedeva l’ora di abbracciarla eppure quegli occhi le ricordavano Ron in un modo assurdo. Era come trovarsi davanti anche lui. I capelli di Ginny, al contrario dei suoi, si erano allungati ed erano diventati crespi, non erano più belli come una volta e lei era ricoperta da cicatrici sul collo e sulle braccia, paradossalmente il viso era rimasto indenne.

“Chiunque tu sia potresti conoscermi così bene da imbrogliarmi” disse Ginevra avvicinando la bacchetta alla gola di Hermione; lei non ci poteva semplicemente credere, non voleva gioire perché aveva paura di perderla un’altra volta.

Doveva essere sicura fosse veramente lei.

“Chiedimi qualcosa che sappiamo solo tu ed io, Ginny; se non ti risponderò nel modo giusto sarai libera di uccidermi” le propose; la sua migliore amica non aveva mai avuto segreti per lei, avrebbe potuto rispondere a qualsiasi cosa.

“Cosa disse Silente a Lupin prima di morire?” chiese Ginevra ed Hermione sorrise, non sarebbe cambiata mai, se presa alla sprovvista arrivava fuori con la cosa più banale. Eppure sia lei che Harry e Ron le avevano sempre raccomandato di prepararsi prima certi trucchetti.

“Questo lo sappiamo tutti nell’Ordine” disse Hermione dando voce ai suoi pensieri, ma vide il volto dell’altra indurirsi e la punta della bacchetta era arrivata a toccarle pericolosamente la gola.

Si accorse del cambiamento più profondo avvenuto in Ginevra: era pronta ad uccidere e voleva farlo.

“Rispondimi” ruggì rabbiosa; non sopportava essere presa in giro e aveva paura che fosse una trappola. Se lo fosse stata avrebbe ucciso e se fosse morta lo avrebbe fatto senza paura, sicura che Harry sarebbe stato dall’altra parte ad accoglierla.

Era un mondo crudele quella in cui l’avevano lasciata; non aveva più nessuno, e quei pochi erano costretti a non vedersi quasi mai, per non rischiare troppo.

Harry è l’unica speranza che abbiamo, fidatevi di lui” rispose Hermione, Ginny abbassò di qualche centimetro la bacchetta non sapendo che pensare.

“Dove sono i tuoi genitori?” rilanciò; dopotutto aveva ragione, aveva fatto una domanda che avrebbe saputo chiunque, anche un traditore dell’Ordine, ne avevano avuti fin troppi.

“In Australia, tuttavia sono stati intercettati dai Mangiamorte e sono stati uccisi” disse voltandosi leggermente verso Draco, che pietrificato com’era non poteva muovere un muscolo; non potè fare però a meno di notare che Ginny non l’aveva degnato neppure di uno sguardo. Aveva occhi solo per lei, secondo lei era lei la minaccia, e basta.

Cosa mi dicesti prima di lasciarmi a casa per dar la caccia gli Horcrux?” chiese ancora; l’ultima domanda, se avesse risposto nel modo corretto allora era veramente Hermione.

Avrebbe potuto lasciarsi andare tra le braccia della sua migliore amica, l’unico membro ancora vivente della sua famiglia.

“Di avere pazienza, che Harry ti amava quanto io amavo Draco e che avremmo trovato un modo per ritornare sani e salvi; che avremo sempre ritrovato la strada di – di casa...” disse, ma la sua voce si spezzò proprio sull’ultima parte, gli occhi di Ginny si riempirono di lacrime, esattamente come i suoi. Non era riuscita a mantenere neppure quella promessa, avrebbero dovuto tornare tutti e tre a casa sani e salvi.

“E cosa mi hai detto l’ultima volta che si siamo viste, durante la battaglia?” chiese ancora Ginevra con un filo di voce realizzando che non era una trappola e che quella davanti a lei era veramente Hermione.

La sua Hermione.

“Che non volevo combattessi, che ti voglio bene e che...” incominciò a dire, tuttavia Draco venne liberato dall’incantesimo e Ginevra le si gettò tra le braccia facendosi piccola piccola e incominciando a piangere come una disperata e lo era veramente.

“Perché mi hai abbandonata anche tu?” chiese con una voce straziata dal dolore“Perché mi hai lasciata da sola, tutta la mia famiglia e morta e tu non c’eri” disse Ginny continuando a piangere, Hermione la strinse ancora di più cercando di farsi forte e Draco le mise una mano sulla spalla, prima a lei e poi alla Weasley – l’unica che la0vevo accettato.

“Ginny, io non – io non ho scelto di andarmene, mi hanno Oblivata e mi hanno mandata nell’Inghilterra babbana” disse; si, sapeva che sarebbe successo se le cose non sarebbero andata secondo i pieni tuttavia aveva sperato fino all’ultimo che tutto potesse andare nel modo giusto.

“Pensi non lo sappia? Minerva mi ha raccontato tutto” disse Ginevra allontanandosi da Hermione per guardarla bene un’altra volta, come per assicurarsi nuovamente che fosse ancora lì con lei e che fosse vera. Merlino solo sapeva quante volte l’aveva immaginata tornare e quante volte aveva parlato con lei o con i suoi fratelli o con Harry nella sua testa come se fossero là con lei per davvero. O con i suoi genitori.

Aveva bisogno di speranza.

“Allora sai che non ti ho abbandonata” le fece notare e la rossa tirò su con il naso disapprovando in parte ciò che aveva detto.

“Si che lo hai fatto” disse ancora ma senza rabbia, abbracciandola ancora; Hermione si voltò verso Draco e lui le sorrise dolcemente, non avendo però un sorriso di rimando dall’altra parte.

“Va bene, Gin” disse accarezzando i capelli lunghi della ragazza “Se devi prendertela con qualcuno, è giusto lo faccia con me” ammise posandole un bacio sulla nuca; Ginny era rimasta più basa di lei di una spanna e in qualche modo quella sua altezza rimasta immutata le ricordava le sere passata abbracciate alla Tana, nel suo letto, mentre Ginny piangeva perché Harry non la guardava, o l’aveva lasciata per l’ennesima volta con la scusante di non volerla vedere soffrire.

“Io credevo di morire, sono rimasta sola, sono morti tutti” disse Ginny singhiozzando “Ti prego, non mi lasciare più” le chiese.

Non l’avrebbe lasciata qui.

“Mai più Ginny, te lo prometto” le assicurò appoggiando la guancia contro i capelli di Ginny; una volta profumavano di limone e cannella, come il the caldo che le faceva sempre sua madre come quando era piccina e non conosceva ancora nulla di magia, ora non profumavano più.

“Draco?” chiese Ginny avvicinandosi verso il ragazzo, lui le sorrise intimidito; se anche lei pensava che lui fosse la causa della morte di Ron non poteva che odiarlo “Hermione, tu e Draco...” si rivolse poi alla riccia.

“Non c’è nessun io e Draco” si affrettò a dire Hermione mettendo le mani avanti; era ancora arrabbiata e vedere Ginny le aveva fatto piacere ma non così tanto da far scivolare la rabbia in secondo piano. Draco la guardò ferito.

“Non è vero, se così fosse non sareste qui” disse Ginny incrociando le braccia al petto; Hermione si fece scappare un sorriso, ora si che riconosceva la sua migliore amica. Assomigliava alla madre più di quanto lei volesse far vedere.

“E’ più complicato di ciò che sembra” disse Hermione scacciando i pensieri da Molly; non poteva pensare che fosse morta anche lei. Ginny era l’ultima Weasley rimasta, tutti loro erano stati uccisi nella battaglia di Hogwarts, appena se ne era andata e gli altri devono essere stati catturati e fatti sparire, era tutto bersagli, tutti a rischio.

Ecco perché si nascondevano.

“Se ti sentisse Minerva...” le fece presente Ginny ma Hermione le mise una mano davanti e scosse la testa.

“Non finire quella frase. E’ morta anche lei, vero?” chiese con gli occhi lucidi “Siamo stati nel suo studio, ad Hogwarts, un elfo ci ha detto dove trovarti” aggiunse prima che la rossa potesse risponderle; era una domanda retorica, l’aveva capito. Era il suo mentore, se fosse stata viva sicuramente sarebbe andata a Londra per vedere come stava, avrebbe finto di essere una cugina di Flitwick o qualcosa del genere, poco importava si sarebbe fatta vedere e lei se la sarebbe ricordata.

“A volte mi manda delle provviste, mi ricorda tanto Dobby” disse Ginevra agevolando il cambio di discorso della sua migliore amica.

“Hermione, dobbiamo andare” disse Draco toccandole un braccio ma lei si spostò; non voleva essere toccata, non da lui, non in quel momento. Doveva pensare, Hermione Granger doveva sempre pensare. Sempre.

Doveva trovare una soluzione.

“No, tu vai. Io sto con lei” disse la ragazza senza pensarci; non voleva che Draco se ne andasse veramente, non aveva contato fino a dieci e Draco lo aveva capito.

“Hermione, staremo tutti insieme” le fece presente il ragazzo con voce severa; fu lei ad allontanarsi, verso l’interno della grotta, seguendo le luci.

La vide scomparire all’orizzonte non accorgendosi che nel frattempo era rimasto solo con Ginny.

“Ti sta dando la colpa per la morte di mio fratello, vero?” chiese la ragazza osservando attentamente Draco, lo trovava cambiato, d'altronde erano cambiati tutti.

Draco non sapeva cosa pensare; davanti si trovava l’unica Weasley che gli aveva dato fiducia, la prima che lo aveva accolto a braccia aperte quando lui ed Hermione si erano fatti avanti ed era anche una delle persone che doveva aver deluso di più.

“Si, perché tu non lo fai?” chiese di rimando stupito non vedendo negli occhi di Ginevra neppure un briciolo di rancore, odio o rabbia.

Ginevra in realtà aveva imparato ad apprezzare quel poco che aveva. Hermione era ciò che rimaneva della sua famiglia, aveva sperato e pregato ogni giorno in un suo ritorno e Draco faceva parte della vita della sua migliore amica, quindi anche della sua.

Non poteva voltargli le spalle.

“L’ho fatto per tanto tempo, poi però ho pensato ad Harry e lui ti avrebbe perdonato con il tempo, avrebbe voluto che io facessi lo stesso perché a volte siamo portati a fare cose che non vorremmo per salvare qualcun altro, no?” chiese; Draco la guardò sorridendo e le andrò incontro per abbracciarla.

Ginevra si stupì di quel gesto così spontaneo e dopo qualche secondo di esitazione lo abbracciò di rimando.

“Sei un bravo ragazzo, Draco. Hai solo fatto degli errori, lo capirà anche Hermione” lo rassicurò dandogli dei leggeri colpetti dietro la schiena, come era solita fare con i suoi fratelli.

“Mi odia” disse Draco lasciandola andare e incontrando gli occhi azzurri di lei; in pochi lo sapevano ma erano lontani cugini. Erano uno la famiglia dell’altro, non avevano perso tutto.

“No, non è vero” lo rassicurò Ginny “Ti ama, come io ho amato Harry e lo farà per tutta la vita; siete qui per questo” disse.

Avrebbe voluto aggiungere altro ma sentì dei passi avvicinarsi verso di loro.

“Cosa sai che  noi non sappiamo, Gin? E’ ora di parlare” disse Hermione con un volto completamente diverso da quello di prima; era ancora arrabbiata ma si doveva essere calmata un po’ nei dieci minuti in cui si era allontanata.

“La vera domanda sarebbe cosa sapevi tu che non hai detto a noi”

  
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