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Autore: Didone24    20/01/2008    8 recensioni
Una sfida dichiarata per gioco si trasformerà inaspettatamente in qualcosa di molto più intenso. Due anime così diverse che si fondono l'un l'altra, creando un'alchimia di sentimenti, passioni e dolori. Ma qualcuno ostacolerà l'unione di Draco ed Hermione...
- Non dirmelo. Sei arrossita, vero? – sussurra sicuro, percorrendomi la schiena con le dita.
- Già. E mi dai i brividi. – confesso senza imbarazzo, per poi poggiare una mano sul suo petto. Sento i battiti accelerati del suo cuore e mi chino per ascoltarli.
- E’ impazzito. Sai, quando ci sei tu non riesce a controllarsi, e non credo che ci riuscirà mai.
- Nemmeno il mio. – sorrido – E non mi dispiace per niente…
Postato il 25esimo capitolo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nuova pagina 1

Salve a tutti! Mi scuso con tutti i miei lettori per la mia prolungata assenza. Mi dispiace veramente avervi fatto aspettare tanto, ma ho avuto un periodo di totale astinenza da ispirazione e non ho scritto quasi niente. In compenso oggi la musa ispiratrice mi è tornata e ho sfornato un capitolo di cui sinceramente vado molto fiera!! Mi raccomando, leggete in tanti! Inoltre vi invito a leggere anche la mia one-shot "L'amore non muore" sulla coppia Ron/Hermione... per adesso, però, immergetevi nella lettura di questo nuovo capitolo pieno di sorprese! Recensite in tanti, vi prego, ho bisogno di sapere le vostre opinini (e soprattutto, se in tutto questo tempo ho perso lettori -.-")! Bè... dopo questa premessa... vi auguro buona lettura e ci rivediamo preso con il prossimo capitolo!

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- …Ci vediamo sabato prossimo, sperando che riusciate a portare a termine il lavoro. Arrivederci, signorina Granger. Signor Malfoy…

Draco, che evidentemente non ha sentito una parola di quello che ha detto la McGranitt, rimane seduto con lo sguardo vacuo rivolto al muro. Il suo cervello recepisce che è il momento di andare soltanto dopo un mio preoccupato strattone.

Appena usciti mi spinge contro la parete adiacente l’ufficio catturandomi le labbra in un bacio mozzafiato. Vorrei dirgli che la gente in giro potrebbe andare a spifferare tutto, ma non ce la faccio. Non posso. Mi ha intrappolata fra il suo corpo e la parete, come se temesse che io scappi.

-         Draco… - è tutto ciò che riesco a dire, in un gemito. Gli afferro le braccia, stringendomi a lui più che posso…

-         Ti aspetto nella Torre di Astronomia. A mezzanotte.

 

E corre via, lasciandomi sola in quel corridoio che adesso che lui non c’è mi sembra orribilmente freddo.

 

 

-         Draco.

 

Entro nella Sala Comune, cercando di non farmi invadere la mente da tutti i pensieri estremamente perversi che mi stanno inevitabilmente divorando vivo.

Questa stanza non mi è mai sembrata così squallida. Queste mura, mai in vita mia le ho viste tanto fredde. Perché ormai, forse, non ci sono più abituato. Ormai c’è solo lei, il suo calore, il rossore delle sue gote infiammate di passione, una passione che non avevo mai conosciuto nel letto di nessuna.

 

-         Draco.

 

Il mio nome. Questa notte, Hermione, sussurrerai il mio nome, lo griderai e lo sussurrerai di nuovo. E mi imprigionerai con la tua voce calda.

Ma c’è un’altra voce adesso, la voce del mio migliore amico, che mi riporta inesorabilmente alla gelida realtà.

 

-         Che c’è?

-         Dove sei stato esattamente?

-         Nell’ufficio della McGranitt.

-         Con Hermione?

-         Già. Ti dispiace? – so che mi invidi, Blaise. Mi sento un po’ in colpa (ed è uno dei tanti nuovo effetti derivati dal frequentare Hermione: io non mi sono mai, mai sentito colpevole prima) a pensare queste cose, ma questo è quanto.

-         Draco, sei nei guai.

 

Un’improvvisa ondata di gelo, e tutto il calore diffusomi nel corpo un attimo prima dal pensiero genuino di Hermione sparisce come per magia. Lo sapevo, dovevo saperlo.

 

-         Che cosa significa?

-         Tuo padre sa.

 

Le parole mi trafiggono come la lama di una spada. Mio padre. Lucius Malfoy. Sterminerebbe i Mezzosangue dalla terra se potesse.

 

-         E allora? – cerco di emettere un tono indifferente.

-         Draco, non fare l’idiota. – dice Blaise, incredibilmente serio.

-         Secondo te, Blaise, che cosa può farmi mio padre? – è una domanda stupida, lo so già di cosa è capace Lucius Malfoy.

-         Diavolo, tuo padre è un Mangiamorte! Sai meglio di me quanta gente malvagia può mobilitare per rovinarti la vita! A te e a lei!

-         Blaise, tu… - lo interrompo – credi che mio padre mi odi?

-         Che cosa significa?

-         Dimmelo. Dimmi se credi che mi odi.

-         Io non… è sempre tuo padre…

-         E quindi?

-         No, non ti odia. Ma odia i Mezzosangue. Non sopporterebbe l’idea che tu stia con una di loro. Farebbe di tutto per impedirti di avere qualsiasi tipo di rapporto con lei…

-         E cosa devo fare? Cosa DIAVOLO devo fare? Lasciarla? Io… io non posso. Non posso.

-         Vuoi farti uccidere?

 

Grazie, Blaise Zabini. Hai colto nel segno. Mi hai colpito al cuore. Lo so che mio padre non avrebbe scrupoli a eliminare un traditore del suo sangue, anche se lui fosse il suo stesso figlio.

 

-         Ti sbagli, Blaise. Mio padre mi odia. – è tutto quello che riesco a dire.

-         Ma… Draco, in questo momento non è questo il problema! Lui ha chiesto di vederti!

-         E mi è lecito sapere… chi è stato… a cantare?

 

Blaise tace per un attimo.

 

-         Blaise, dimmelo.

-         Non posso.

-         Devi dirmelo ADESSO! Blaise, sputa quel fottutissimo nome, o ti ritrovi invalido per il resto della tua VITA! – istintivamente tiro fuori la bacchetta, puntandogliela al collo, premendo su una vena che ha preso a pulsare convulsamente per la sorpresa.

-         Devi promettermi che non le farai del male… - le farai… un nome è già balenato nella mia testa, quel maledetto nome…

-         PANSY! – lascio andare Blaise, in preda alla furia.

-         Ti prego, lasciala stare…

 

Ma io sto già correndo in direzione della sua stanza. Quella puttana, è solo una lurida puttana che non merita nemmeno di essere torturata.

 

-         ALOHOMORA!

-         Draco!

-         Puttana!!!

-         Dra… - non fa in tempo nemmeno a iniziare la frase. Non riesco a reprimere un sonoro schiaffo che le incendia immediatamente la guancia, tingendola di un rosso così simile al bel colorito di Hermione… no, non è possibile paragonarla a lei…

-         Come hai osato? Come hai potuto soltanto pensare di andare a dire tutto a mio padre? Lo sai in che razza di casino mi hai messo? Perché, Pansy? PERCHE’??

 

Una squallida lacrima le riga il volto arrossato. Ma non mi fa il minimo effetto. Non la compatisco, anzi, tutto questo dramma me la fa odiare ancora di più.

 

-         Rispondimi. Voglio sapere perché l’hai fatto.

-         Draco… perché… ti amo… - è un sussurro. Un pianto che alimenta la mia furia, una furia omicida, distruttiva, una furia che non è mia, è la rabbia di mio padre, è come se la parte di lui che vive in me saltasse fuori adesso, nel momento in cui vorrei con tutto il cuore rinnegare il nome che porto…

-         E invece io ti odio! Ti detesto!

 

Adesso i lamenti di Pansy diventano singhiozzi, i singhiozzi grida. Ma non mi importa.

Me ne vado, lasciandola lì, in quella visione pietosa, distesa sul pavimento, il volto nascosto tra le braccia, per reprimere la voglia di ucciderla.

 

Sbattendo la porta, rompendo il pianto di quella lurida traditrice, mi imbatto in Blaise.

 

-         Che cosa le hai fatto?

-         Ringrazia che non l’ho strangolata. E dille di tenere la bocca chiusa, o la prossima volta non sarò così buono.

-         Tuo padre ti sta aspettando nella Sala Comune.

 

 

 

 

-         Figlio mio.

 

La Sala Comune è deserta, più gelida che mai, come se fossero appena passati 10 dissennatori insieme. E le parole, ancor più fredde delle mura, di Lucius Malfoy tagliano l’aria, spezzano il silenzio.

 

-         Padre.

-         Come hai trascorso queste giornate qui a scuola?

-         Secondo te, cosa ho potuto mai fare in una scuola? – mi disgusta scoprire quanto il tono della mia voce sia simile a quello di mio padre.

-         Oh, dimmelo tu, Draco. Perché ho ricevuto delle informazioni che non mi sono piaciute per niente, sai. Ma dato che mi fido di mio figlio sono venuto a parlartene di persona, per accertarmi che le mie preoccupazioni fossero infondate.

-         Che cosa vuoi sapere? – fingo di esserne ignaro.

-         Se ti rendi ancora conto di quanto valore abbia il sangue che scorre nelle tue vene.

 

Già, il sangue. E’ tutto ciò di cui puoi andar fiero, Lucius.

 

-         Certo.

-         E allora sono tutte dicerie le voci che girano su Hermione Granger?

 

Vorrei chiedergli di non nominarla, ma le parole mi muoiono in gola. Posso ancora mentire.

 

-         Hermione Granger? La Mezzosangue, dici?

-         Esatto.

-         Quella lurida, sudicia e immonda creatura… Nata Babbana… è la feccia della terra, padre, come puoi pensare…

-         Strano, Draco. Perché sai, è stata proprio la tua futura moglie a riferire. Mi è sembrata molto convita.

-         Pansy? Padre, hai la mia parola che si è inventata tutto. E’ che in questo periodo sto frequentando altre ragazze purosangue, e lei non riesce ad accettarlo. Quindi cerca di ostacolarmi dicendo cose che mettono in cattiva luce la nostra famiglia.

-         Se è davvero così, Draco… divertiti finchè puoi, ma non dimenticare la promessa fatta alla sua, di famiglia. Non dimenticare che presto Pansy Parkinson diventerà tua moglie. Cerca di tenerla sana di mente.

 

A questo punto Lucius Malfoy scoppia in una sonora risata. Una risata che mi fa gelare il sangue nelle vene. Una risata alla quale sono costretto a rispondere con altrettanto gelo. Mio padre non sembra accorgersi della vena di sarcasmo nella mia voce. Ma come potresti, papà? Come potresti comprendere qualsiasi cosa che vada oltre il superfluo?

 

-         Bene, mi sento molto sollevato.

-         Mi fa piacere – mento.

-         Però, Draco, sappi che ti tengo d’occhio. Non osare nemmeno avvicinarti a quella feccia umana. Sai quello che ti aspetta, a te e a lei.

 

E con queste parole, dopo aver mostrato il Marchio Nero da sotto il mantello, lascia la Sala Comune in un silenzio insolito.

 

Bè, papà, non mi impedirai di vedere Hermione. Non riuscirai a metterti fra me e lei. Non le torcerai nemmeno un capello, te lo giuro.

 

Ma io per stanotte devo vederla.

 

 

L’enorme, fredda torre di Astronomia è illuminata solo dalla flebile luce di due bacchette.

 

-         Pensavo non venissi più. – esordisce Hermione. – E’ successo qualcosa?

-         Non è successo niente, stai tranquilla. Ho solo avuto una discussione, niente di importante.

-         Vuoi parlarne? – dice lei, sorridendo, la sua voce gentile, le parole dolci come zucchero. – Forse non è il caso di…

-         Hermione, ho bisogno di te ora. Dopo parleremo. Adesso voglio solo te…

-         Oh. Draco…

 

Le nostre mani si intrecciano insieme alle nostre lingue. E’ una danza calda, sensuale, è come se compensasse tutto ciò che nella mia vita non ha un senso.

 

E’ una danza che sembra durare ore. Abbiamo bisogno l’uno dell’altra. Sento il profumo di Draco inebriare i miei sensi e non posso più aspettare. Sento le sue mani scorrermi dappertutto, sento il suo bacino muoversi con sempre più impazienza contro il mio.

La mano calda scende lungo la mia schiena, regalandomi intensi brividi di piacere. L’altra sbottona sapientemente la camicia e un attimo dopo la lascia cadere a terra come una candida piuma.

 

Hermione è divina. E’ stupenda, bellissima, un angelo. Non riesco a misurare in tempo, è come se tutto si fosse improvvisamente fermato a questo momento celestiale. Tutto quello che riesco a fare è contemplare la mia dolce Hermione sbottonarmi con un’estrema sicurezza la camicia e liberarmi in fretta dalla costrizione dei pantaloni.

Lascio che la sua gonna finisca a terra insieme agli altri indumenti e per un attimo mi fermo ad ammirare la bellezza che ho davanti agli occhi. E dimentico tutto il resto. Sembra circondata da un’aura dorata. E’ proprio lei, Hermione, il mio unico sogno, in piedi davanti a me, che mi sorride radiosa e felice.

Poi mi ritrovo ad accarezzarle e baciarle il seno. La sento gemere piano a ogni mio tocco. Molto lentamente salgo verso il collo, poi di nuovo il seno, la pancia, assaporando ogni centimetro di pelle come fosse di miele.

 

-         Aspetta. – quando arrivo all’elastico degli slip, mi ferma.

-         Cosa c’è?

-         Voglio che mi guardi negli occhi. Questa volta non voglio fare sesso. Voglio fare l’amore con te, Draco.

-         Anche io.

 

Riprendo a baciarla con dolcezza, come per rassicurarla.

 

-         Sei l’unica cosa… l’unica persona… che da senso alla mia vita…

-         Draco…

-         Hermione… Mmmh…

 

E finalmente le sfilo le mutandine. Lei fa lo stesso con i miei boxer. La attiro ancora di più a me, poggiandole la schiena contro la parete.

 

E finalmente entri in me, Draco. Ed è come se i tuoi movimenti, così sicuri, così eccitanti, andassero a tempo con i battiti del tuo cuore. Come una musica, la musica dell’anima, quella melodia che da ritmo alla mia vita.

 

-         Continua… ti prego… - supplico in un sussurro. – E lui si ferma.

-         Dì il mio nome.

-         Draco…

-         Dillo ancora…

-         Draco…

-         Più forte!

-         DRACO!!

-         Va meglio… ti prego, non smettere…

-         Draco… mmmh…

 

 

Ed è così che ci ritroviamo insieme, ansanti, distesi sul pavimento. A riscaldarci solo una coperta. Adesso sono al sicuro tra le tue braccia, Draco, è la sensazione più bella del mondo, e vorrei dirti solo che ti amo. Vorrei trovare le parole giuste, vorrei che ti ricordassi di me e di questo momento per sempre.

 

-         Hermione… - e quando Draco pronuncia piano il mio nome, è come se lo urlasse al cuore.

-         Ti amo.

  
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