Epilogo.
Con un pesante sbuffo
mi lasciai cadere a peso morto sul letto portando entrambe le braccia sul volto
per chiudermi gli occhi. Avevo bisogno di qualche attimo per me, per
raccogliere le idee e trovare la forza per proseguire. Quella forza che, come
al solito, proprio nel momento sbagliato veniva a mancare.
Era passato un mese e mezzo da quel giorno.
Era passato un mese e mezzo da quando avevo
scritto quella dannata lettera.
Era passato un mese e mezzo, lento come una
vita intera, da quando avevo dato il via ad un nuovo capitolo della mia vita.
Se questo fosse migliore o peggiore di quello precedente non l’avevo ancora
stabilito, avevo la mente ancora troppo confusa per poter ragionare
razionalmente.
Era passato un mese e quindici giorni da
quando avevo consegnato il mio futuro, la mia felicità, il mio essere tra le
mani di Zayn.
Erano passati troppi giorni – o troppo pochi
dipende dai punti di vista – da quando, poco prima che i ragazzi partissero per
l’ennesima trasferta che li avrebbe tenuti lontani da casa, con cautela, avevo
nascosto la mia lettera nella valigia di Zyc. Non avevo avuto il coraggio di
dargliela di persona, così avevo ben pensato di fargli quella bella sorpresa.
No, fu la sua reazione a sorprendere me.
Sorrisi con le lacrime che mi inumidirono le
palpebre chiuse.
La primavera era ufficialmente arrivata.
L’aria era tiepida, il sole caldo e il cielo
chiaro nonostante fossero le sette di sera.
Ora a Holmes Chaple risplendeva di una luce
nuova.
Sì, ancora una volta mi ero rifugiata in quel
paesino sperso nel nulla. In primavera era ancora più bello che sotto la neve.
Il cottage di Harry era diventato una sorta di mia isola che non c’è.
«Che ci fai lì? Muoviti, in piedi
signorina!» intimò Allison entrando in camera. La porta sbatté rumorosamente
alle sue spalle. La zona era offlimits per tutti, lei era l’unica ad avere il
permesso di poter entrare ed uscire dalla stanza dentro la quale ero confinata.
Scossi la testa senza muovermi.
«No, non ce la faccio, non voglio farlo Al»
piagnucolai come una bambina. Non mi sarei mossa da quel letto nemmeno sotto
tortura.
«Muoviti Fez, avanti, dai che siamo in
ritardo con il programma! Sai che poi schizzano tutti quanti» continuò
ignorandomi completamente. La voce della ragazza si allontanò assieme ai passi
che la portarono distante da me.
«Non puoi obbligarmi» mormorai. Fui la prima
a non credere alle mie parole, ero consapevole non solo del fatto che Alis avrebbe
benissimo potuto costringermi a vestirmi e scendere, ma che lo stava già facendo.
La sua risata squillò argentina e frizzante.
«Allora facciamo così, se non vuoi muoverti
tu, perché non facciamo salire lui?
E’ un ottimo compromesso non trovi? Tanto prima o poi deve succedere, e quindi
meglio farlo subito in una camera da letto, risparmieremmo tempo» propose con
un ghigno malefico sulle labbra.
«No!» urlai mettendomi immediatamente a
sedere. Che non le venisse in mente di farlo salire davvero. Orribile, orribile
idea! Non avrei potuto reggere il colpo di vederlo. Quella era la prima volta
che ci vedevamo dopo… Beh dopo quello che avevo fatto.
«Farò tutto quello che vuoi ma lui deve
rimanere lontano, almeno per ora» mi arresi consegnandomi nelle mani della mia
amica. Tanto lo sapevo che avrebbe vinto lei comunque.
«Ecco, vedo che iniziamo a ragionare – Alli
sorrise soddisfatta della reazione da me avuta. – Ed ora in piedi signorina che
stai stropicciando tutto il vestito! Guarda qua che casino hai combinato! Sei
un pasticcio vivente Fel» aggiunse allungando le braccia verso di me per darmi
una mano a fare come aveva detto.
Mi mossi come una marionetta.
Staccai completamente la mente dalla realtà.
Non volevo pensare che da lì a poco mi sarei ritrovata faccia a faccia con
Zayn. Avvertivo il cuore battere all’impazzata nel petto. Era un dolore assordante.
Fosse stato per me mi sarei buttata giù dalla finestra fuggendo lontano.
Lei ordinava io eseguivo.
Il risultato finale fu stupefacente. Allison
aveva due bacchette magiche al posto delle mani. Guardandomi allo specchio
spuntarono nuovamente le lacrime a bagnarmi gli occhi.
Non potevo credere stesse accadendo tutto a
me. Era irreale.
Non riuscivo a respirare.
Era pazzesco.
Il vestito verde che avevamo preso assieme
apposta per la serata, di quel verde bottiglia che faceva sembrare i capelli
più scuri e gli occhi più luminosi, sembrava essere stato cucito unicamente per
essere indossato da me. La gonna ampia lasciava nude le gambe, la fascia nera
in vita dava un tocco di classe e l’unica spallina mi lasciava scoperto l’omero
sinistro.
Dalla crocchia che mi raccoglieva i capelli
cadeva qualche ciocca che scendevano ad accarezzarmi il viso. Pizzicava, solleticava,
e più di una volta la scostai cercando di intrappolarla dietro l’orecchio,
inutile, sfuggiva sempre, era libera.
Le scarpe con il tacco mi slanciavano di
almeno una decina di centimetri rendendomi più alta di quanto in realtà non
fossi. L’unico aspetto positivo di tutto quello, almeno avrebbero smesso di sfottermi
per la mia statura minuta.
«Sei bellissima» commentò con voce
emozionata Allison.
«Sei tu che sai fare miracoli, è tutta opera
tua questa» ribattei costringendomi a staccare gli occhi dallo specchio.
«Vedrai che andrà tutto bene» cercò di
rassicurami mentre mi fiondavo tra le sue calde braccia per trovare un altro
po’ di sicurezza. Le dovevo tutto. Se non fosse stato per Alis mi sarei
presentata all’appuntamento, la prima uscita ufficiale come coppia tra l’altro,
in jeans e t-shirt immaginatevi un po’ che bella figura avrei potuto farci.
«Ho un po’ paura Ally» mormorai nascosta
addosso a lei, lei che rise sommessamente e mi prese per mano facendomi
accomodare sul bordo del letto.
«Perché?» chiese stringendo le mie mani
nelle sue.
«Non lo so» borbottai sommessamente con lo
sguardo basso.
«Avanti Fezzy, spara» insistette.
«Zyc… » iniziai con voce tremante.
«Oh, Zyc, figuriamoci – mi interruppe,
sembrava quasi irritata. – Sai come stanno le cose no? L’hai ben presente in
questa testolina quadra quello ha fatto Zayn per te, o devo ricordarti di come
sia scappato lasciando il tour per correre dalla qui presente Felicity Sophia
McCoin?» chiese facendomi alzare il volto per piazzare i suoi occhi nei miei.
Oh no che non me lo sarei mai scordata quel
giorno. Nemmeno a distanza di secoli avrei potuto dimenticare l’emozione che mi
prese vederlo, come avrei potuta definire lo tsunami che mi squassò averlo
davanti? Amore, eccitazione, tenerezza, nessuna di queste espressioni mi
sembrava quella giusta. Si trattava, piuttosto, di invidia mista a gelosia.
Nervosismo. E desiderio.
Loro erano partiti da un giorno e mezzo,
secondo i calcoli e le informazioni a me date ormai dovevano trovarsi nel sud
del paese. Stavo tornando a casa dopo l’università accompagnata da Alis e Zoe. Della
lettera non ne avevo ancora fatto parola. Probabilmente non l’avrei mai detto a
nessuno, sarebbe rimasta il segreto di Zayn e mio. Chiacchieravamo spensierate
quando, arrivate davanti casa, mi immobilizzai. Seduto sul muretto accanto al
cancello in ferro c’era niente popò di meno che
Mister-Ho-Dei-Capelli-Fantastici alias la mia morte.
L’avevo chiamato, con voce sorpresa,
strozzata, tremolante. Lui aveva alzato di colpo la testa e, senza lasciarmi
alcun tempo per reagire, con gli occhi che brillavano – li notai benissimo
quelle pallottole dalle mille sfumature che mi si abbatterono addosso – mi abbracciò
baciandomi in maniera tanto dolce che dovetti aggrapparmi con entrambe le
braccia al suo collo per non cadere. Non diede spiegazioni, non parlò, si
limitò a stringermi a sé come per annientarmi in se stesso, mi guardò in quella
maniera che era solo sua, l’unica frase che sussurrò al mio orecchio fu…
Il mio ricordo venne bruscamente interrotto
dalla porta che venne aperta con violenza. La voce di Harry si sovrappose a
quella della mia memoria facendola svanire nel nulla.
Sull’uscio si materializzarono Niall, Haz e
Liam. Tutti e tre rimasero a bocca aperta.
Arrossii ulteriormente.
«Sei… » iniziò il mio migliore amico mentre
mi scrutava da capo a piedi.
«Te lo giuro Ed, se provi a dire che sono
bellissima ti tiro una scarpa in testa» lo minaccia puntellandomi sul piede
destro per mostrare lo spaventoso tacco su cui – miracolosamente direi – mi reggevo
in piedi. Odiavo i complimenti, mi imbarazzavano in una maniera assurda.
«E’ lei sì, ha la solita gentilezza da
camionista nonostante l’aspetto da principessa» ridacchiò Liam strizzandomi
l’occhio.
«Incantevole, volevo dire incantevole –
puntualizzò il riccio borbottando. – Te lo giuro, se non sapessi che è una
partita persa in partenza ti chiederei di uscire con me e abbandonare Zayn»
rise sguaiatamente.
«Invece che star qua a sparare cazzate, perché
non scendiamo prima che Malik ci muoia per l’attesa? Sappiamo tutti quanto
detesti aspettare» disse Niall impedendomi di insultare e sommergere di nomi
Harry.
Presi un profondo respiro. Il momento era
arrivato. Stavo tremando come una foglia. E se stessimo sbagliando tutto? Mille
insicurezze corsero all’interno del mio corpo dandomi piacevoli scosse ai
muscoli mentre mi muovevo verso il piano terra.
«Fatemi gli auguri» dissi con la voce piena
di tensione cercando di alleggerire l’aria e l’agitazione comune che la rendeva
elettrica.
«Andrà tutto bene» mi rassicurò Allison.
«Sei una bomba» convenne Niall.
«Vai e fallo secco!» disse Liam.
«Siete fatti per stare assieme, non hai da
temere nulla Fezzy, è sempre stato tuo». Sorrise teneramente Harry e con la sua
voce nelle orecchie, accompagnata dal picchiettare dei tacchi sulle scale, col
cuore che mi rimbombava dentro veloce come una mitraglia, scesi e… E Zayn era
lì. Era lì come sempre lo sarebbe stato per me.
Bellissimo, incantevole, perfetto.
Indossava un’elegante completo nero, sotto la
giacca si intravedeva la camicia bianca con gli ultimi bottoni lasciati aperti.
Zayn era appoggiato al muro, i capelli spettinati e le mani nelle tasche dei
pantaloni, stava ascoltando assorto quello che Louis gli stava borbottando
all’orecchio. Fu proprio Lou ad accorgersi di me e, tirando una gomitata
all’amico, invitò Zyc a guardami.
I nostri sguardi si intrecciarono.
Ero folle di lui.
Di colpo mi chiesi come avessi fatto a
rinunciare a quel ragazzo per tutto quel tempo. Mi accorsi di non aver vissuto
fino al momento in cui Zayn non era entrato con prepotenza nella mia vita. Fino
a quando non era ritornato da me.
«Ciao» lo salutai imbarazzata.
«Hey» ribatté lui staccandosi dal muro e
venendo nella mia direzione.
«Che ti stava dicendo Lou?» domandai curiosa
guardandomi attorno. Louis si era smaterializzato imboscandosi in qualche
angolo per osservare quella divertente scenetta senza essere visto.
«Ha importanza?» ribatté Zayn sorridendo. E
il suo sorriso scintillò come acqua velenosa che mi avrebbe corroso, che già mi
aveva corroso.
Scossi la testa. Nulla aveva importanza in
quel momento. Lui era lì, era lì con me, era lì
per me, di cos’altro mi sarebbe potuto importare? Immersa nei
suoi
occhi, nel nostro mondo, non mi sarei accorta nemmeno di un tornato.
«Sai che mi da ai nervi quando mi rispondi
ad una domanda con un'altra domanda» sbuffai facendo roteare gli occhi.
«E a me non piacciono questi tacchi, sei
troppo alta, ti preferisco quando sei tappa, ma che ci vuoi fare? Così sei e
così devo tenerti» ribatté ridendo.
«Ve che se non ti vado bene posso pure
andarmene e tu trovarti un’altra eh? Non ti obbliga nessuno a stare con me»
borbottai leggermente irritata dalla sua affermazione. Gli voltai le spalle
pronta a tornare su dagli altri.
«Non fare la scema» disse Zayn prendendomi
per un polso e attirandomi a sé, stringendomi tra le sue braccia,
intrappolandomi contro il suo petto. Il suo cuore batteva veloce come il mio. Ah,
sarei potuta morire in quella stretta di quel sorriso che mi stava rivolgendo.
Un’esplosione di fuoco.
«Sei perfetta, e bellissima. Non ti lascerei
andare per nulla al mondo Felix – proseguì accarezzandomi una guancia con il
dorso della mano, chiusi gli occhi per godere di quel tocco. – Almeno non ora
che finalmente ti ho ritrovato e sei con me. Sei tu che mi rendi così come
sono, sei tu la mia parte migliore» mormorò con le labbra sulle mie.
«Tua» ripetei guardandolo dritto negli
occhi.
«Mia» ripeté prima di catturare le mie
labbra con le sue.
“Ero
impaurito all’idea di sentirmi come se appartenessi a qualsiasi posto. Ma tu mi
fai sentire come se nel mondo ci fosse un posto per me, e quel posto sei tu
Felix. Sii il mio foglio bianco” ecco ciò che mi aveva sussurrato il giorno
in cui corse da me abbandonando tutto per farmi sua, per riunire quella mela,
quell’intero, che formavamo quando ci univamo.
Zayn ed io eravamo destinati ad amarci, a
stare insieme, per sempre ed oltre il tempo. Non dubitai mai di quella
certezza.
– The End –
Okay, eccoci qua arivati alla fine.
L'ultimo capitolo è stato postato, ora sarete finalmente libere! xD
Vabbè, come tutti si aspettavano ecco il lieto fine, non ce l'ho fatta
a dare altri dolori a Fel, scusate se sono cascata nel solito clisce
ma che ci volete fare, mi sciolgo davanti a finali come questo.
Non ho molto da dire, volevo solo ringraziare infinitamente chi mi ha
seguito, chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite, le ricordate
e mi ha recensito capitolo dopo capitolo. Siete state un aiuto prezioso per me.
Ora cade la lacrimuccia c.c ahahah xD
Davvero, non ho la minima idea di che dire quindi lascio a voi la parola,
fatemi sorridere!
Per ora chiuso la bottega ma, per la vostra gioia, sto già abbozzando una nuova storia
che, molto probabilmente, inizierò a postare verso la metà di settembre anche perchè
per tutto il mese di agosto sarò al mare e non avrò tempo per far praticamente nulla.
So, state attente!
Molto probabilmente, anzi, pubblicherò una Shot sugli Zouis,
se vi interessa credo che tra un paio di settimene
(giusto il tempo di scriverla e sistemarla per bene) la butterò qua su efp.
Okay, ora vado davvero.
Un immenso bacio a tutte e un grazie infinite ancora.
Qui potrete torvare l'abito di Fel: qui.
xoxo
Break_Away.