2)Parenti
serpenti, nei litigi non lenti.
Recount the night that
I first
Met
your mother
And
on the drive back to my house
I
told you that, I told you that I loved ya.
You
felt the weight of the world
Fall
off your shoulder
And
to your favorite song
We
sang along to the start of forever
Ci
sono serate in cui devi fare tutto di fretta o rischi di arrivare in
ritardo a qualcosa che avrebbe gradito la puntualità.
Andare in
cena dai miei è una di queste cose, devo correre
sennò mio padre inizierà a
lamentarsi, Shikamaru è invece comodamente sdraiato sul
divano e mi guarda
divertito fare avanti indietro ogni volta con un vestito diverso che
ogni volta
viene scartato da me ancora prima che lui possa aprire bocca.
Lui
sembra accettare con serenità il fatto che a mio padre non
vada a genio, non
l’ho mai visto sforzarsi di cambiare un po’ o
replicare a una delle accuse che
gli fa. Credo lo consideri terribilmente seccante e che non si meriti
una
risposta.
D’altronde
non è mai andata bene tra di loro.
{Questa è
una serata cruciale, io e Shikamaru annunceremo a mio padre che andremo
a
vivere insieme e non ho idea di come la prenderà lui.
Shika dal
canto suo sembra totalmente disinteressato alla questione, è
qui seduto accanto
a me che guarda tranquillamente il tramonto con un filo
d’erba in bocca.
“Shikamaru,
tra poco dovremo dire ai miei che andremo a vivere insieme, possibile
che tu
non abbia paura?”
Lui si
toglie l’erba dalla bocca e mi guarda.
“No,
qualsiasi cosa dica tuo padre tu domani vieni a vivere con me. Ci ho
pensato a
lungo e qualsiasi argomentazione porterà sarà
irrilevante.”
Io lo
guardo perplessa, ma mi fido di lui.
Alle
sette siamo tutti seduti a tavola e c’è un
silenzio talmente carico di tensione
che si può tagliare con un coltello.
“Allora,
tu andrai a vivere con mia figlia.”
Sputa acido mio padre,
guardando un serafico Shikamaru che mangia.
“Sì,
andrò a vivere con lei.”
“Sei
sicuro di poterle dare tutte le comodità che si
merita?”
“Abbastanza
sicuro, le missioni sono una gran seccatura, ma sono pagate
bene.”
Mio padre
lo fulmina con un’occhiataccia.
“Sei
sicuro?”
“Vuole
vedere i miei conti bancari?”
“Voglio
solo sapere se affiderò mia figlia a una persona che se la
merita e non a un
ragazzino a caso.”
Il mio
ragazzo di pulisce la bocca con il tovagliolo.
“Me la
merito e le darò tutte le comodità che posso
permettermi e un po’, molto,
amore, adesso possiamo riprendere a mangiare?”
Mio padre
tace stizzito, finita la ce ne andiamo senza dire nulla, Shikamaru mi
porta al
lago di Konoha e ci sediamo a guardare la luna.
Io sono
incredula, tutto quello che ha detto poco prima mi sembra semplicemente
perfetto.
“Shikamaru?”
“Sì?”
“Ti
amo.”
Gli dico
timida, facendolo sorridere.
“Anche
io.”
Mi
risponde tranquillamente, poi mi attira a sé ed entrambi
riprendiamo a guardare
il lago.}
All’improvviso, durante l’ennesimo cambio
d’abito, Shika muta per un attimo la sua espressione e poi
parla.
“Ino, mi
sono dimenticato di una cosa. Oggi viene anche mia madre dai tuoi, mi
ha
avvisato lei poco fa.”
Io lancio
un urlo belluino che lo fa trasalire e poi mi lancio su di lui.
“E tu
così me lo dici?
Lo sai
che non mi sopporta! Ahhh! Che cazzo mi metto??”
Torno di
nuovo in camera mia e tiro fuori dall’armadio il mio abito
migliore: è corto,
rosso fuoco e con una scollatura non esagerata davanti, ma profonda
sulla
schiena.
Quando
torno di là il mio ragazzo mi lancia un fischio di
ammirazione.
“Stai
benissimo! Come mai sfoderi l’artiglieria pesante?”
“Perché
tua madre dice che con te sono troppo buona che non ti tengo abbastanza
in
riga.
Devo
dimostrarle il contrario.”
Lui
sbuffa e impreca a bassa voce.
“Solo mia
madre poteva pensare una cosa simile, ma d’altronde lei
è sempre stata una fan
di Temari, non ha mai capito nulla.”
Con fare
svogliato si alza dal divano e si cambia, mettendosi un vestito
abbastanza
elegante in modo che il mio non sfiguri o risulti eccessivo, che Dio ce
la
mandi buona.
And after all this
time.
I’m
still into you
I
should be over all the butterflies
But
i’m into you (I’m in to you)
La casa dei miei
è parata a festa in modo ansiogeno.
Mia madre ha messo dei
fiori e delle candele in giardino per indicare a tutti la via per la
porta di
casa nostra, non ha mai gradito che la madre di Shikamaru mi trattasse
con
sufficienza.
“Questa sarà una guerra,
non una cena.”
Borbotta Shikamaru, mano
nella mano ci avviamo verso la porta di casa mia e bussiamo, mia madre ci accoglie con un sorriso
di plastica.
“Ragazzi benvenuti!
Mancavate solo voi!”
“Ciao, mamma!”
Entriamo e troviamo
Inoichi con una faccia un po’ triste – forse pensa
al suo vecchio amico e
compagno di tante avventure, Shikato – la
madre di Shikamaru dal canto suo sta
ispezionando con piglio militaresco la casa dei miei.
“Buonasera!”
Esordisco timida, lei mi
guarda e con una sola occhiata boccia il mio vestito.
Obbiettivo fallito, Ino!”
“Benarrivati! Sei in
ritardo come al solito Shikamaru, Ino dovrebbe impedirti di farlo,
è
maleducazione fare aspettare le persone.”
Vorrei farle notare che
anche osservare in questo modo una casa è piuttosto
maleducato, ma decido di
lasciar perdere, quando sono davanti alla madre del mio ragazzo perdo
tutta la
mia faccia tosta.
“Temari sarebbe stata
migliore per te!”
Sentenzia ancora, mio
padre si gira verso
di lei offeso.
“Non ti permetto di
parlare così di mia figlia!”
“Non è colpa mia se tu hai
allevato una figlia senza spina dorsale!”
“Yoshino, non ti
permettere!”
Io mi metto tra i due
prima che finiscano a botte.
“Dai, papà. Non te la
prendere!
Signora, si comporti
educatamente in case altrui prima di lamentarsi della maleducazione
altrui.”
Lei tace e mi fulmina con
un’occhiataccia.
“Che c’è da mangiare?”
“Faremo un barbecue,
adesso io e Shikamatu andiamo a cucinare.”
“Arrivo!”
Il mio ragazzo coglie la
palla al balzo e mi lascia da sola tra due tigri, una contro
l’altra.
“Yoshino, ti trovo bene.”
La battaglia ha inizio con
il commento acido di mia madre, Yoshino sta tutto fuorché
bene: è vestita in
modo dimesso ed è piuttosto pallida.
“Grazie, anche io ti trovo
bene, Meiko.
Non che la cosa mi
sorprenda perché non fai molto lungo il giorno.”
“Tiro semplicemente avanti
un negozio. Tu che fai?
Spii i vicini e ti annoti
i loro vizi?”
“No, tengo in ordine la
mia casa tutti i giorni, non solo quando viene qualcuno in
visita.”
Mia madre è un passo dal
darle in testa un vaso di fiori.
“Ino, ti somiglia molto,
ha la tua stessa attitudine a non far nulla e travia mio
figlio!”
Non voglio sentire la
replica di mia madre, a passo veloce mi dirigo in giardino dove ci sono
i due
uomini di casa.
“Ino, come mai qui?”
Mi chiede il mio ragazzo.
“Perché là dentro tua
madre e mia madre si stanno facendo a pezzi rinfacciandosi i propri
vizi e
tutto perché a tua madre non vado a genio.”
Lui alza gli occhi al
cielo.
“Stai qui, allora. Ci sarà
tutta la cena per sopportarle.”
“Ma perché fanno così?”
“Mia madre non
ha ancora digerito il fatto che non
chiamerà nuora Temari.”
“Io non
la sopporto, Temari.”
Una terza voce –
precisamente quella di Inoichi – si inserisce nella
conversazione, facencoci
sobbalzare.
“Non lo sapevo, signore.”
“Quella ragazza è tropo
decisa, con lei staresti male, figliolo, e poi a tuo padre non sarebbe
affatto
piaciuta.
Ino mi sembra molto più
adatta a te, ma tua madre difficilmente ammetterà di aver
sbagliato.”
“Lo so, lo so, signor
Inoichi.
Però non potrà far la
guerra a vita a Ino tutta la vita, no?”
“Potrebbe."
“Se lo farà chiederò un
incarico diplomatico a Suna.”
Io lo guardo sconvolta, mi
sembra terribilmente serio, io però non voglio seppellirmi
in un villaggio in
mezzo al deserto.
“Shi-shika?”
Lui mi accarezza i
capelli.
“Ne parliamo meglio a
casa.”
“Va bene. Non farai una
cosa del genere senza prima avermi consultato!”
“Ovviamente.”
“Gente, il cibo è pronto!”
L’urlo di mio padre
interrompe la nostra discussione.
“Dovremmo chiamare Meiko e
Yoshino. Questa volta vai tu Shikamaru!”
Lui annuisce e poco dopo
esce di nuovo seguito dalle due donne che si guardano in cagnesco.
Questa cena promette bene.
Ci sediamo tutti al nostro
tavolo grande all’aperto e i due uomini ci depositano sopra
una casseruola
piena di carne.
Io prendo uno spiedino e
comincio a mangiarlo con calma, Inoichi e Shikamaru si buttano sulle
costine
senza ritegno, Meiko e Yukiko prendono una salamelle entrambe.
“Come procede la
convivenza?”
Mia madre è la prima a
parlare.
“Bene, fino ad ora non
abbiamo tentato di ucciderci l’uno
l’altro.”
“Come vanno le missioni,
Shikamaru?”
La madre del mio ragazzo
fa subito slittare la conversazione su altri argomenti.
“Vanno.”
Lei fa cadere
rumorosamente la forchetta sul piatto ponendo fine al chiacchiericcio
fra mio
padre e Shika.
“Vuol dire che ce ne
sono.”
“Le porti a termine bene,
vero?
Non vorrei che questa
pigrona ti avesse infiacchito!”
“Mia figlia non è pigra, si
spacca la schiena tutti i giorni nel nostro negozio!
Non osare mai più darle
delle pigra, Yoshino!
Non è colpa sua se nessun
posto ha accettato la tua domanda di lavoro!”
Shikamaru mi fa un rapido
cenno e, mentre tutti sono impegnati a discutere e sono al limite del
tiro
piatti, io e lui ce la battiamo.
Approfittiamo di un buco
della siepe che collega da sempre casa mia alla casa di Choji e poi
bussiamo per farci aprire il cancello.
Il nostro amico scuote la
testa, in lontananza si sentono ancora le urla dei nostri.
“Direi che la vostra cena
di famiglia sta degenerando in rissa.”
“Sì, Choji. È per questo
che ce ne andiamo, adesso andiamo a mangiare da qualche altra
parte.”
Mano nella mano
raggiungiamo l’affollata via centrale di Konoha e ci
infiliamo nell’Ichiraku
sperando di trovare un posticino solo per noi.
Lo troviamo ed ordiamo
subito del ramen e degli spiedini di pollo, io ho una fame allucinante,
non mi
sono ingozzata prima che tutto andasse in malora.
“Dici che riusciremo a far
convivere pacificamente le nostre famiglie?”
Mi chiede Shikamaru, io ci
penso un attimo.
“Inizio a pensare che
forse Suna non sia poi così male come idea, anche se
sinceramente non muoio
dalla voglia di seppellirmi in un villaggio in mezzo al
deserto.”
Lui ride.
“Nemmeno io, ma sono anche
stufo di sentirli litigare ogni santa volta che decidono di
ritrovarsi.”
“Concordo.”
Intanto ho già fatto fuori
il mio ramen e la mia pancia me ne è grata, visto che la
tensione ha triplicato
la fame.
“Spero che prima o poi tua
madre ceda e decida di darmi una possibilità.”
“Le parlerò, magari riesce
a convincerla. Quanto mi manca mio padre, lui sarebbe di sicuri
riuscito a
farlo.”
“Me lo auguro. Mi tratta
come se fossi una gatta morta che ti ha irretito e a me non va
perché non è
così, accidenti!”
Sbatto i pugni sul tavolo
attirando gli sguardi di tutti al nostro tavolo.
Merda, mi sa che ho
esagerato nello sfogarmi!
Il casino che ho fatto
attira verso di noi l’ultima persona che pensavo potesse
venire: Sasuke Uchiha.
Ha in mano una birra e
sembra di umore nero
“Buonasera.”
“Buonasera, Sasuke. Quale
buon vento?”
“Vento di tempesta.”
Fai lui funereo, io lo
guardo senza capire.
“Sakura, Ino, Sakura!
Da quando è incinta è
diventata una dittatrice intrattabile, mi spedisce in giro a tutte le
ore alla
ricerca delle cose più disparate. Oggi mi ha chiesto del
cocco?
Dove lo trovo io del
cocco?”
“Dal fruttivendolo?”
Azzarda Shikamaru.
“Non è stagione!”
Sasuke batte il pugno sul
tavolo.
“L’ha dovuto fare arrivare
apposta, mi è costato uno sproposito e ne ha mangiato
pochissimo!”
“Sasuke, le donne incinte
sono così.”
Dico io cercando di
calmarlo, ma tutto quello che ottengo è una sua occhiata
velenosa.
“Non ci posso credere!”
“Credici invece, in molti
libri descrivono benissimo le condizioni delle donne incinte, diventano
estremamente pericolose. Fossi in te filerei a casa, invece di stare
qui a
tentare di ubriacarti.”
“Figuriamoci, non verrà
certo qui a cercarmi.”
Shikamaru gli sorride
condiscendente, io conto i secondi che ci separano
dall’apparizione di Sakura:
secondo me sono molto pochi.
Un minuto dopo la porta
dell’Ichiraku si apre violentemente e la mia amica fa il suo
ingresso
trionfale, si guarda intorno fino a che non trova Sasuke.
Lo sguardo che gli rivolge
è uno dei peggiori da riservare a un essere umano, Sasuke
deglutisce
vistosamente e la guarda avanzare minacciosa verso di lui.
“Ciao, Sakura.”
“Sasuke, cosa ci fai qui? Non
dovevi portarmi una papaya?”
Io e Shika mettiamo in
salvo il cibo e l’alcool, si prevedono sviluppi pericolosi.
“Non ne avevano in
negozio, le hanno ordinate, arriveranno domani!”
“Domani? Per colpa tua tuo
figlio potrebbe avere una macchia a forma di papaya sulla faccia e poi
cosa ci
fai con della birra in mano?”
“Il piano era di berla, se
non ti fa niente.”
Sakura lo squadra
per un solo secondo, poi lo prende
per il bavero e lo lancia contro il nostro tavolo, che va in pezzi,
cosi come
il bicchiere di Sasuke.
Fortunatamente il nostro
cibo e il nostro beveraggio e al sicuro, Sakura trascina via Sasuke e
Teuchi
osserva costernato il disastro che è successo nel suo locale.
“Ragazzi, venite. Vi do un
altro tavolo, questo è inutilizzabile.
Uchiha, portano solo
guai!”
Io rido sotto i baffi e
seguo Teuchi che sta brontolando sottovoce, ci fa accomodare a un
tavolo ben
protetto da un separé, io e Shika riprendiamo a mangiare il
nostro ramen e, una
volta finito quello, gli spiedini di pollo.
Fortunatamente nessuno ci
interrompe e non vanno in pezzi altri angoli del locale di Teuchi,
Sakura è
davvero messa male. Quasi quasi domani le faccio visita, previo aver
indossato
una bella armatura di ferro.
“Vero che quando sarai
incinta non ti comporterai così?”
“Shika, l’hai detto tu che
tutte le donne incinte sono così.”
Lui addenta uno spiedino.
“Io non sono pronto, tra
un po’, Ino.
Io ce l’ho già un clan e
ce l’hai anche tu.”
Io rido.
“Sono d’accordo, non mi
sento pronta a essere mamma, sinceramente.
Credo che anche il bambino
di Sakura e Sasuke sia arrivato un po’ per caso.”
“Ho il sospetto che per le
prossime scopate Sasuke si metterà due preservativi, non
uno.”
Io rido.
“Questa gravidanza lo sta
traumatizzando, speriamo almeno che il bambino non abbia il carattere
di Sakura
o impazziranno.”
Lui annuisce, ormai la
cena è finita e non ci rimane che pagare, scusarsi con
Teuchi – che alza una
mano, come a dire che ci è abituato – e andare a
casa.
Domani chiederò a mia
madre come è andata la rissa, sono sicura che
sarà stato qualcosa di epico.
Arrivati a casa ci
buttiamo a letto, io scalcio via con autentico sollievo le mie scarpe
con il
tacco, sono state una tortura per tutta sera. Le dita rattrappite dei
miei
piedi si stendono in libertà e mi danno delle leggere fitte
di dolore.
Gatta morta io che non
riesco a sopportare
i tacchi perché giro
sempre con i sandali ninja, la madre del mio ragazzo non ha mai capito
nulla.
“Domani vado a trovare
Sakura.”
Lui si sdraia
accanto a me con una sigaretta in
bocca.
“Vacci con un’armatura o
potresti tornare a pezzettini, la tua amica mi sembra meno stabile del
solito.”
“Sì, me la procurerò,
voglio uscire viva da quella casa.”
“Chissà come l’hanno presa
i genitori di Sakura?”
“Il padre ha dato di matto
e ha obbligato Sasuke a riconoscere il bambino, sennò
l’avrebbe ammazzato. Deve
essere stato piuttosto convincente.”
“Quasi quasi Sasuke mi fa
pena.”
Io gli rubo un tiro.
“No se lo merita, dopo il
casino che ha combinato. Deve ringraziare la bontà
dell’Hokage che l’ha
perdonato, altrimenti sarebbe marcito in galera o morto.”
“Giusto.”
Lui sbadiglia
vistosamente.
“Io ho sonno, basta
parlare di Sasuke e Sakura, a domani.”
Finisce la sigaretta e si
infila sotto le coperte in mutande, io lo imito poco dopo, lui mi
attira
immediatamente a sé.
“Vedi di non impazzire
come Sakura quando sarai incinta di nostro figlio o a Suna ci vado da
solo.”
“E io ti vengo a cercare
con la katana che mi ha dato Ten Ten e ti riconduco alla
ragione.”
“Io scherzavo.”
“Io no.”
Lo sento sbuffare.
“Che seccatura!”
Eccolo lo Shikamaru che
conosco e che amo: l’eterno brontolone che ama giocare a
shoji sotto un cielo
in cui le nuvole corrono veloci.
Eccolo qui, il ragazzo che
amo.
Ora posso dormire serena.
And baby even on our
worst nights
I’m
into you (I’m into you)