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Autore: Layla    08/07/2013    0 recensioni
Gli altri si chiedono perché stiamo insieme, la risposta è semplice: ci amiamo e ce lo dimostriamo nel nostro strano modo fatto di litigi e riappacificazioni.
Io senza Shikamaru non so stare e lui non sa stare senza di me. Siamo come due calamite che si attraggono anche dopo le nostre peggiori notti e i nostri peggiori litigi.
Sì, purtroppo per me sono totalmente presa dal vortice Shikamaru e non ne uscirò presto, io spero di uscirci solo quando la morte ci coglierà insieme.
Sarebbe bellissimo se finisse così.

{Ino/Shika ispirata a "Still into you" dei Paramore.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara, Un po' tutti | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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2)Parenti serpenti, nei litigi non lenti.

 

Recount the night that I first 
Met your mother
And on the drive back to my house
I told you that, I told you that I loved ya.
You felt the weight of the world
Fall off your shoulder
And to your favorite song
We sang along to the start of forever

Ci sono serate in cui devi fare tutto di fretta o rischi di arrivare in ritardo a qualcosa che avrebbe gradito la puntualità.
Andare in cena dai miei è una di queste cose, devo correre sennò mio padre inizierà a lamentarsi, Shikamaru è invece comodamente sdraiato sul divano e mi guarda divertito fare avanti indietro ogni volta con un vestito diverso che ogni volta viene scartato da me ancora prima che lui possa aprire bocca.
Lui sembra accettare con serenità il fatto che a mio padre non vada a genio, non l’ho mai visto sforzarsi di cambiare un po’ o replicare a una delle accuse che gli fa. Credo lo consideri terribilmente seccante e che non si meriti una risposta.
D’altronde non è mai andata bene tra di loro.
{Questa è una serata cruciale, io e Shikamaru annunceremo a mio padre che andremo a vivere insieme e non ho idea di come la prenderà lui.
Shika dal canto suo sembra totalmente disinteressato alla questione, è qui seduto accanto a me che guarda tranquillamente il tramonto con un filo d’erba in bocca.
“Shikamaru, tra poco dovremo dire ai miei che andremo a vivere insieme, possibile che tu non abbia paura?”
Lui si toglie l’erba dalla bocca e mi guarda.
“No, qualsiasi cosa dica tuo padre tu domani vieni a vivere con me. Ci ho pensato a lungo e qualsiasi argomentazione porterà sarà irrilevante.”
Io lo guardo perplessa, ma mi fido di lui.
Alle sette siamo tutti seduti a tavola e c’è un silenzio talmente carico di tensione che si può tagliare con un coltello.
“Allora, tu andrai a vivere con mia figlia.”
Sputa acido mio padre, guardando un serafico Shikamaru che mangia.
“Sì, andrò a vivere con lei.”
“Sei sicuro di poterle dare tutte le comodità che si merita?”
“Abbastanza sicuro, le missioni sono una gran seccatura, ma sono pagate bene.”
Mio padre lo fulmina con un’occhiataccia.
“Sei sicuro?”
“Vuole vedere i miei conti bancari?”
“Voglio solo sapere se affiderò mia figlia a una persona che se la merita e non a un ragazzino a caso.”
Il mio ragazzo di pulisce la bocca con il tovagliolo.
“Me la merito e le darò tutte le comodità che posso permettermi e un po’, molto, amore, adesso possiamo riprendere a mangiare?”
Mio padre tace stizzito, finita la ce ne andiamo senza dire nulla, Shikamaru mi porta al lago di Konoha e ci sediamo a guardare la luna.
Io sono incredula, tutto quello che ha detto poco prima mi sembra semplicemente perfetto.
“Shikamaru?”
“Sì?”
“Ti amo.”
Gli dico timida, facendolo sorridere.
“Anche io.”
Mi risponde tranquillamente, poi mi attira a sé ed entrambi riprendiamo a guardare il lago.}
All’improvviso, durante l’ennesimo cambio d’abito, Shika muta per un attimo la sua espressione e poi parla.
“Ino, mi sono dimenticato di una cosa. Oggi viene anche mia madre dai tuoi, mi ha avvisato lei poco fa.”
Io lancio un urlo belluino che lo fa trasalire e poi mi lancio su di lui.
“E tu così me lo dici?
Lo sai che non mi sopporta! Ahhh! Che cazzo mi metto??”
Torno di nuovo in camera mia e tiro fuori dall’armadio il mio abito migliore: è corto, rosso fuoco e con una scollatura non esagerata davanti, ma profonda sulla schiena.
Quando torno di là il mio ragazzo mi lancia un fischio di ammirazione.
“Stai benissimo! Come mai sfoderi l’artiglieria pesante?”
“Perché tua madre dice che con te sono troppo buona che non ti tengo abbastanza in riga.
Devo dimostrarle il contrario.”
Lui sbuffa e impreca a bassa voce.
“Solo mia madre poteva pensare una cosa simile, ma d’altronde lei è sempre stata una fan di Temari, non ha mai capito nulla.”
Con fare svogliato si alza dal divano e si cambia, mettendosi un vestito abbastanza elegante in modo che il mio non sfiguri o risulti eccessivo, che Dio ce la mandi buona.

 

And after all this time.
I’m still into you
I should be over all the butterflies
But i’m into you (I’m in to you)

 

La casa dei miei  è parata a festa in modo ansiogeno.
Mia madre ha messo dei fiori e delle candele in giardino per indicare a tutti la via per la porta di casa nostra, non ha mai gradito che la madre di Shikamaru mi trattasse con sufficienza.
“Questa sarà una guerra, non una cena.”
Borbotta Shikamaru, mano nella mano ci avviamo verso la porta di casa mia e bussiamo, mia madre  ci accoglie con un sorriso di plastica.
“Ragazzi benvenuti! Mancavate solo voi!”
“Ciao, mamma!”
Entriamo e troviamo Inoichi con una faccia un po’ triste – forse pensa al suo vecchio amico e compagno di tante avventure, Shikato –  la madre di Shikamaru dal canto suo sta ispezionando con piglio militaresco la casa dei miei.
“Buonasera!”
Esordisco timida, lei mi guarda e con una sola occhiata boccia il mio vestito.
Obbiettivo fallito, Ino!”
“Benarrivati! Sei in ritardo come al solito Shikamaru, Ino dovrebbe impedirti di farlo, è maleducazione fare aspettare le persone.”
Vorrei farle notare che anche osservare in questo modo una casa è piuttosto maleducato, ma decido di lasciar perdere, quando sono davanti alla madre del mio ragazzo perdo tutta la mia faccia tosta.
“Temari sarebbe stata migliore per te!”
Sentenzia ancora, mio padre  si gira verso di lei offeso.
“Non ti permetto di parlare così di mia figlia!”
“Non è colpa mia se tu hai allevato una figlia senza spina dorsale!”
“Yoshino, non ti permettere!”
Io mi metto tra i due prima che finiscano a botte.
“Dai, papà. Non te la prendere!
Signora, si comporti educatamente in case altrui prima di lamentarsi della maleducazione altrui.”
Lei tace e mi fulmina con un’occhiataccia.
“Che c’è da mangiare?”
“Faremo un barbecue, adesso io e Shikamatu andiamo a cucinare.”
“Arrivo!”
Il mio ragazzo coglie la palla al balzo e mi lascia da sola tra due tigri, una contro l’altra.
“Yoshino, ti trovo bene.”
La battaglia ha inizio con il commento acido di mia madre, Yoshino sta tutto fuorché bene: è vestita in modo dimesso ed è piuttosto pallida.
“Grazie, anche io ti trovo bene, Meiko.
Non che la cosa mi sorprenda perché non fai molto lungo il giorno.”
“Tiro semplicemente avanti un negozio. Tu che fai?
Spii i vicini e ti annoti i loro vizi?”
“No, tengo in ordine la mia casa tutti i giorni, non solo quando viene qualcuno in visita.”
Mia madre è un passo dal darle in testa un vaso di fiori.
“Ino, ti somiglia molto, ha la tua stessa attitudine a non far nulla e travia mio figlio!”
Non voglio sentire la replica di mia madre, a passo veloce mi dirigo in giardino dove ci sono i due uomini di casa.
“Ino, come mai qui?”
Mi chiede il mio ragazzo.
“Perché là dentro tua madre e mia madre si stanno facendo a pezzi rinfacciandosi i propri vizi e tutto perché a tua madre non vado a genio.”
Lui alza gli occhi al cielo.
“Stai qui, allora. Ci sarà tutta la cena per sopportarle.”
“Ma perché fanno così?”
“Mia madre  non ha ancora digerito il fatto che non chiamerà nuora Temari.”
“Io  non la sopporto, Temari.”
Una terza voce – precisamente quella di Inoichi – si inserisce nella conversazione, facencoci sobbalzare.
“Non lo sapevo, signore.”
“Quella ragazza è tropo decisa, con lei staresti male, figliolo, e poi a tuo padre non sarebbe affatto piaciuta.
Ino mi sembra molto più adatta a te, ma tua madre difficilmente ammetterà di aver sbagliato.”
“Lo so, lo so, signor Inoichi.
Però non potrà far la guerra a vita a Ino tutta la vita, no?”
“Potrebbe."
Il mio ragazzo aggrotta la fronte.
“Se lo farà chiederò un incarico diplomatico a Suna.”
Io lo guardo sconvolta, mi sembra terribilmente serio, io però non voglio seppellirmi in un villaggio in mezzo al deserto.
“Shi-shika?”
Lui mi accarezza i capelli.
“Ne parliamo meglio a casa.”
“Va bene. Non farai una cosa del genere senza prima avermi consultato!”
“Ovviamente.”
“Gente, il cibo è pronto!”
L’urlo di mio padre interrompe la nostra discussione.
“Dovremmo chiamare Meiko e Yoshino. Questa volta vai tu Shikamaru!”
Lui annuisce e poco dopo esce di nuovo seguito dalle due donne che si guardano in cagnesco.
Questa cena promette bene.
Ci sediamo tutti al nostro tavolo grande all’aperto e i due uomini ci depositano sopra una casseruola piena di carne.
Io prendo uno spiedino e comincio a mangiarlo con calma, Inoichi e Shikamaru si buttano sulle costine senza ritegno, Meiko e Yukiko prendono una salamelle entrambe.
“Come procede la convivenza?”
Mia madre è la prima a parlare.
“Bene, fino ad ora non abbiamo tentato di ucciderci l’uno l’altro.”
“Come vanno le missioni, Shikamaru?”
La madre del mio ragazzo fa subito slittare la conversazione su altri argomenti.
“Vanno.”
Lei fa cadere rumorosamente la forchetta sul piatto ponendo fine al chiacchiericcio fra mio padre e Shika.
“Vuol dire che ce ne sono.”
“Le porti a termine bene, vero?
Non vorrei che questa pigrona ti avesse infiacchito!”
“Mia figlia non è pigra, si spacca la schiena tutti i giorni nel nostro negozio!
Non osare mai più darle delle pigra, Yoshino!
Non è colpa sua se nessun posto ha accettato la tua domanda di lavoro!”
Shikamaru mi fa un rapido cenno e, mentre tutti sono impegnati a discutere e sono al limite del tiro piatti, io e lui ce la battiamo.
Approfittiamo di un buco della siepe che collega da sempre casa mia alla casa di Choji  e poi  bussiamo per farci aprire il cancello.
Il nostro amico scuote la testa, in lontananza si sentono ancora le urla dei nostri.
“Direi che la vostra cena di famiglia sta degenerando in rissa.”
“Sì, Choji. È per questo che ce ne andiamo, adesso andiamo a mangiare da qualche altra parte.”
Mano nella mano raggiungiamo l’affollata via centrale di Konoha e ci infiliamo nell’Ichiraku sperando di trovare un posticino solo per noi.
Lo troviamo ed ordiamo subito del ramen e degli spiedini di pollo, io ho una fame allucinante, non mi sono ingozzata prima che tutto andasse in malora.
“Dici che riusciremo a far convivere pacificamente le nostre famiglie?”
Mi chiede Shikamaru, io ci penso un attimo.
“Inizio a pensare che forse Suna non sia poi così male come idea, anche se sinceramente non muoio dalla voglia di seppellirmi in un villaggio in mezzo al deserto.”
Lui ride.
“Nemmeno io, ma sono anche stufo di sentirli litigare ogni santa volta che decidono di ritrovarsi.”
“Concordo.”
Intanto ho già fatto fuori il mio ramen e la mia pancia me ne è grata, visto che la tensione ha triplicato la fame.
“Spero che prima o poi tua madre ceda e decida di darmi una possibilità.”
“Le parlerò, magari riesce a convincerla. Quanto mi manca mio padre, lui sarebbe di sicuri riuscito a farlo.”
“Me lo auguro. Mi tratta come se fossi una gatta morta che ti ha irretito e a me non va perché non è così, accidenti!”
Sbatto i pugni sul tavolo attirando gli sguardi di tutti al nostro tavolo.
Merda, mi sa che ho esagerato nello sfogarmi!
Il casino che ho fatto attira verso di noi l’ultima persona che pensavo potesse venire: Sasuke Uchiha.
Ha in mano una birra e sembra di umore nero
“Buonasera.”
“Buonasera, Sasuke. Quale buon vento?”
“Vento di tempesta.”
Fai lui funereo, io lo guardo senza capire.
“Sakura, Ino, Sakura!
Da quando è incinta è diventata una dittatrice intrattabile, mi spedisce in giro a tutte le ore alla ricerca delle cose più disparate. Oggi mi ha chiesto del cocco?
Dove lo trovo io del cocco?”
“Dal fruttivendolo?”
Azzarda Shikamaru.
“Non è stagione!”
Sasuke batte il pugno sul tavolo.
“L’ha dovuto fare arrivare apposta, mi è costato uno sproposito e ne ha mangiato pochissimo!”
“Sasuke, le donne incinte sono così.”
Dico io cercando di calmarlo, ma tutto quello che ottengo è una sua occhiata velenosa.
“Non ci posso credere!”
“Credici invece, in molti libri descrivono benissimo le condizioni delle donne incinte, diventano estremamente pericolose. Fossi in te filerei a casa, invece di stare qui a tentare di ubriacarti.”
“Figuriamoci, non verrà certo qui a cercarmi.”
Shikamaru gli sorride condiscendente, io conto i secondi che ci separano dall’apparizione di Sakura: secondo me sono molto pochi.
Un minuto dopo la porta dell’Ichiraku si apre violentemente e la mia amica fa il suo ingresso trionfale, si guarda intorno fino a che non trova Sasuke.
Lo sguardo che gli rivolge è uno dei peggiori da riservare a un essere umano, Sasuke deglutisce vistosamente e la guarda avanzare minacciosa verso di lui.
“Ciao, Sakura.”
“Sasuke, cosa ci fai qui? Non dovevi portarmi una papaya?”
Io e Shika mettiamo in salvo il cibo e l’alcool, si prevedono sviluppi pericolosi.
“Non ne avevano in negozio, le hanno ordinate, arriveranno domani!”
“Domani? Per colpa tua tuo figlio potrebbe avere una macchia a forma di papaya sulla faccia e poi cosa ci fai con della birra in mano?”
“Il piano era di berla, se non ti fa niente.”
Sakura lo  squadra per un solo secondo, poi lo prende per il bavero e lo lancia contro il nostro tavolo, che va in pezzi, cosi come il bicchiere di Sasuke.
Fortunatamente il nostro cibo e il nostro beveraggio e al sicuro, Sakura trascina via Sasuke e Teuchi osserva costernato il disastro che è successo nel suo locale.
“Ragazzi, venite. Vi do un altro tavolo, questo è inutilizzabile.
Uchiha, portano solo guai!”
Io rido sotto i baffi e seguo Teuchi che sta brontolando sottovoce, ci fa accomodare a un tavolo ben protetto da un separé, io e Shika riprendiamo a mangiare il nostro ramen e, una volta finito quello, gli spiedini di pollo.
Fortunatamente nessuno ci interrompe e non vanno in pezzi altri angoli del locale di Teuchi, Sakura è davvero messa male. Quasi quasi domani le faccio visita, previo aver indossato una bella armatura di ferro.
“Vero che quando sarai incinta non ti comporterai così?”
“Shika, l’hai detto tu che tutte le donne incinte sono così.”
Lui addenta uno spiedino.
“Io non sono pronto, tra un po’, Ino.
Io ce l’ho già un clan e ce l’hai anche tu.”
Io rido.
“Sono d’accordo, non mi sento pronta a essere mamma, sinceramente.
Credo che anche il bambino di Sakura e Sasuke sia arrivato un po’ per caso.”
“Ho il sospetto che per le prossime scopate Sasuke si metterà due preservativi, non uno.”
Io rido.
“Questa gravidanza lo sta traumatizzando, speriamo almeno che il bambino non abbia il carattere di Sakura o impazziranno.”
Lui annuisce, ormai la cena è finita e non ci rimane che pagare, scusarsi con Teuchi – che alza una mano, come a dire che ci è abituato – e andare a casa.
Domani chiederò a mia madre come è andata la rissa, sono sicura che sarà stato qualcosa di epico.
Arrivati a casa ci buttiamo a letto, io scalcio via con autentico sollievo le mie scarpe con il tacco, sono state una tortura per tutta sera. Le dita rattrappite dei miei piedi si stendono in libertà e mi danno delle leggere fitte di dolore.
Gatta morta io che non riesco a  sopportare i tacchi perché giro sempre con i sandali ninja, la madre del mio ragazzo non ha mai capito nulla.
“Domani vado a trovare Sakura.”
Lui si  sdraia accanto a me con una sigaretta in bocca.
“Vacci con un’armatura o potresti tornare a pezzettini, la tua amica mi sembra meno stabile del solito.”
“Sì, me la procurerò, voglio uscire viva da quella casa.”
“Chissà come l’hanno presa i genitori di Sakura?”
“Il padre ha dato di matto e ha obbligato Sasuke a riconoscere il bambino, sennò l’avrebbe ammazzato. Deve essere stato piuttosto convincente.”
“Quasi quasi Sasuke mi fa pena.”
Io gli rubo un tiro.
“No se lo merita, dopo il casino che ha combinato. Deve ringraziare la bontà dell’Hokage che l’ha perdonato, altrimenti sarebbe marcito in galera o morto.”
“Giusto.”
Lui sbadiglia vistosamente.
“Io ho sonno, basta parlare di Sasuke e Sakura, a domani.”
Finisce la sigaretta e si infila sotto le coperte in mutande, io lo imito poco dopo, lui mi attira immediatamente a sé.
“Vedi di non impazzire come Sakura quando sarai incinta di nostro figlio o a Suna ci vado da solo.”
“E io ti vengo a cercare con la katana che mi ha dato Ten Ten e ti riconduco alla ragione.”
“Io scherzavo.”
“Io no.”
Lo sento sbuffare.
“Che seccatura!”
Eccolo lo Shikamaru che conosco e che amo: l’eterno brontolone che ama giocare a shoji sotto un cielo in cui le nuvole corrono veloci.
Eccolo qui, il ragazzo che amo.
Ora posso dormire serena.

 

And baby even on our worst nights
I’m into you (I’m into you)


   
 
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