1) Ti amo, ma ogni tanto vorrei ucciderti.
Can’t count the years
one hand
That
we’ve been together
I
need the other one to hold you.
Make
you feel, make you feel better.
It’s
not a walk in the park
To
love each other.
But
when our fingers interlock,
Can’t
deny, can’t deny you’re worth it
Ci
sono certe giornate che
sono pesanti come macigni.
Oggi è una di queste, ho
lavorato come una matta tutto il giorno per creare delle composizioni
con certi
fiori destinati a un matrimonio e, quando finalmente ho finito, la
sposa ha
detto che non le
piacevano più.
L’avrei uccisa seduta
stante, ma il negozio è ancora di mia madre non mio e come
Yamanaka siamo
costretti a tenere un profilo alto.
Il motto è: “Il cliente ha
sempre ragione.”, io lo correggerei con: “Ha sempre
ragione, ma talvolta è un terribile
rompicoglioni che merita di essere preso a sprangate sulle
gengive.”
Ruminando questi pensieri,
io – Ino Yamanaka – me ne torno
all’appartamento dove vivo da poco con
Shikamaru.
Lo amo, ma a volte non è
facile vivere con lui: si dimentica delle cose essenziali o
è troppo pigro per
farle ed è fin troppo preso dallo shoji o dal guardare le
nuvole.
Arrivata davanti allo
stabile in cui abitiamo noto che le luci di casa mia sono tutte spente,
chissà
perché, forse Shika non è a casa?
Salgo le scale con le
buste della spesa in mano e trovo la porta aperta, non capisco
perché quel
disastro di ragazzo non abbia acceso le luci.
Allungo una mano verso
l’interruttore e lo schiaccio, non cambia niente. Alzo un
sopracciglio e ripeto
l’operazione più volte finché non
è evidente che le luci non vanno.
Sospirano, tiro fuori dal
mio grembiule un accendino, ho un brutto presentimento. Mi dirigo verso
la
mensola oltre la porta e tasto con le mani alla ricerca di qualcosa,
alla fine
trovo un pacco di carta che corrisponde alla bollette da pagare per la
luce e
per il gas.
Non pagate.
Shika non le ha
pagate e quindi ci hanno staccato
la luce e ho come il sospetto che il riscaldamento non vada.
“Shikamaru!”
Urlo come una furia, un
flebile “sì?” arriva da una delle stanze
e lo trovo che gioca a shoji alla luce
di una candela.
“Shika, non hai pagato le
bollette! Perché?”
Lui alza le spalle senza
nemmeno guardarmi.
“Boh, me ne sono
dimenticato, non era importante!”
“NON ERA IMPORTANTE?!
SIAMO SENZA LUCE E GAS PERCHE’ CE LI HANNO
TAGLIATI!”
Lui alza di nuovo le
spalle.
“Domani andrai a pagarle.”
“Ma possibile che non te
ne freghi niente di niente?
Sei un idiota!”
Questa volta per rendere
chiaro il concetto gli scompiglio completamente la scacchiera e poi me
ne vado
sbattendo la porta.
Quando è troppo è troppo!
Mi piacciono anche questi
lati del suo carattere, ma ogni tanto diventano esasperanti,
soprattutto
perché, come in questo caso, tocca a me porre rimedio alle
sue dimenticanza.
Ormai è ora di cena, il
mio stomaco me lo ricorda con un sordo brontolio e devo cercare un
posto dove
mangiare. I miei piedi si dirigono automaticamente verso
l’Ichiraku ramen e una
volta scostate le tendine che ci sono davanti alla porta, un odore di
cibo mi
fa sentire a casa. Questo è sempre stato il ristorante
preferito da quelli del
mio anno.
A un tavolo stanno
mangiando Naruto e Hinata, lei ha un sorriso che va
dall’orecchio all’altro,
non ha ancora realizzato davvero che Naruto è il suo
ragazzo. Dopo la grande
guerra si sono messi insieme con buona pace del padre di lei che
preferiva
vederla sposata a qualcun altro.
Io mi siedo all’ultimo
tavolo rimasto libero con un sospiro, mi sono sempre presa cura di
quell’impiastro e di Choji fin da quanto posso ricordare.
I nostri padri erano
amici, facevano parte della stessa squadra quindi per noi era naturale
giocare
insieme, anche se io cercavo di darmi delle arie dentro di me sapevo
che loro
erano le uniche persone che contavano per me oltre a Sakura.
Per uno strano caso del
destino siamo finiti nella stessa squadra e per sancire ancora di
più l’unità
che ci ha sempre legato ci siamo bucati le orecchie tutti e tre e ci
siamo
messi gli stessi orecchini.
Il trio Ino-Shika-Cho si
era tramandato di padre in figlio e così
l’amicizia. Abbiamo raggiunto insieme
il grado di chunin e cambiato orecchini, delle sferette al posto degli
orecchini a indicare che eravamo più vicini alla perfezione.
Abbiamo pianto come un
solo corpo quando Asuma-sensei è morto e insieme abbiamo
portato a termine la
nostra vendetta.
Credo che il mio amore per
Shikamaru sia nato da tutte queste cose condivise e che lentamente
abbia
soppiantato la mia cotta infantile per Sasuke Uchiha. Volendo essere
obbiettivi
Sasuke era sempre stato di Sakura e sarà sempre di Sakura
perché anche se in
modo spesso distorto – alla maniera del suo clan di matti
– si è sempre
interessato a lei e a tenuto a distanza prima me e poi Karin.
Era ovvio che prima o poi
la mia cotta per lui sarebbe sparita e Shikamaru era lì a
raccogliere il mio
amore. In mezzo a tutte le cose terribili che ci erano capitate e che
avevano
rivoluzionato la nostra vita avevamo scoperto di amarci.
Il giorno in cui me l’ha
detto – con la sua solita nonchalance – il mio
cuore ha saltato un battito e
sono riuscita a dirgli che lo amavo anche io solo con un filo di voce
da tanto
che ero emozionata.
Lui mi amava, io lo amavo,
la nostra coppia era formata e io sapevo benissimo di che morte avevo
scelto di
morire.
“Ino?”
La figlia del proprietario
dell’Ichiraku mi guarda interrogativa con il blocchetto delle
ordinazioni in
mano.
“Ciao, scusa.
Allora, prendo del ramen e
una bella grigliata di carne con dei funghi.”
“Va bene.”
Io sorrido e poi il mio
sguardo cade sul quartetto di gente che è appena entrata:
Temari, Choji,
Suigetsu e Karin.
Mi vedono e si siedono con
me senza che io gli abbia dato il permesso, ma è inutile
arrabbiarsi con delle
pazze come Temari e Karin, con quest’ultima soprattutto visto
che ha ereditato
in toto la vena di follia degli Uzumaki,
“Come mai qui, Ino?”
Mi domanda Choji.
“Shikamaru si è
dimenticato di pagare le bollette.”
Borbotto io.
“Immagino gli avrai fatto
una bella sfuriata, siete sull’orlo della rottura?”
Io la fulmino con
un’occhiataccia, Shikamaru le è sempre interessato
e io non l’ho mai sopportata
per questo.
“No, e anche se fosse non
dovrebbe interessarti dato che hai Choji, fallo soffrire e ti strappo
quei
quattro cespugli che hai al posto dei capelli.”
Lei ride.
“Voi cosa ci fate qui?”
“Siamo appena stati a
trovare Sakura, la sua gravidanza procede bene, ma lei è
intrattabile.”
Esatto,
Fronte
spaziosa è incinta ed è riuscita a far
capitolare Sasuke e a fargli mettere in atto il suo vecchio progetto di
rivitalizzare il clan.
Non che sia stato facile,
quando lui è tornato tra i nostri dopo la grande guerra
Sakura ha tentato di prenderlo
a pugni in ogni modo e poi si è arresa a lui.
Dopo che sarà nato il
bambino probabilmente si sposeranno e sarà uno spasso
vederli litigare o vedere
la reazione di Karin.
“Ino, è arrivato da
mangiare, ci sei?”
Io annuisco e sorrido alla
cameriera, che mi appoggia il ramen davanti,
ha un profumino invitante e io lo mangio avidamente sotto
lo sguardo
divertito di Temari.
“Cosa ha fatto Shikamaru
questa volta?”
“Si è dimenticato di
pagare le bollette, così siamo al buio e al freddo. Domani
toccherà a me
pagarle, come al solito.
Sembra non gliene freghi
nulla di niente che non sia lo shoji o le nuvole, mi chiedo
perché stia con me,
certe volte!”
“Perché ti ama!”
Mi risponde rapido Choji
evitando a Temari di aprire bocca, chissà che risposta mi
avrebbe dato quella.
“Ha un modo strano per
dimostrarlo.”
Finisco gli spaghettini e
passo al brodo: divino, Teuchi fa il ramen migliore del mondo per me.
“Sono sicuro che quando
tornerai a casa avrà pronta una sorpresa.”
“O tu potresti chiudere le
gambe, a nessun uomo piace che la propria donna chiuda le
gambe!”
Il commento ironico di
Suigetsu mi mancava.
“Grazie Suigetsu, adesso
sì che sto meglio.”
Karin dà un pugno
allucinante al suo ragazzo che gli fa attraversare volando tutto il
locale.
“Grazie, Karin, ma non
c’era bisogno di ucciderlo, dico sul serio!”
“No, se lo merita.”
Io non dico nulla, ho
paura che decida di far secca anche me.
Fortunatamente arriva
quello che hanno ordinato e sul tavolo carica il silenzio, non so se
sarei
stata in grado di sostenere una conversazione.
Suigetsu se ne torna mesto
al tavolo chiedendosi sottovoce perché mai tra tutte le
ragazze normali si è
scelto una pazza come Karin.
Io ridacchio mettendomi
una mano davanti alla bocca e stando bene attenta che Karin non mi
veda, non
voglio che Suigetsu le prenda ancora per colpa mia.
Quando arriva la carne i
miei occhi si illuminano: pancia mia fatti capanna e fanculo la dieta
per un
giorno.
Domani mi allenerò di più
per compensare!
Io e miei inaspettati compagni
di tavola mangiamo con gusto, Karin racconta nel suo solito modo acido
le
paranoie di Sakura, le voglie, il suo incedere come un’oca
per colpa della
pancia e io rido immaginandomi quel ghiacciolo di Sasuke subirsi questa
tempesta emotiva.
Per me sta dando di matto
perché non capisce
che diavolo sta
succedendo alla sua donna e sta pensando se non ci sia stato uno
scambio di
persone tra lei e la sua gemella malvagia.
Dopo aver mangiato anche
il dolce me ne vado e li saluto, Suigetsu vuole ubriacarsi, io non sono
in
vena.
Cammino per le strade del
villaggio e mi accorgo che fa freddo, così mi stringo di
più nella felpa, ci
mancava anche questa!
Arrivata a casa , non
appena apro la porta trovo il salotto tutto pieno di candele, ma dai!
Rimango a fissarle
imbambolata come una ragazzina senza sapere cosa fare o cosa pensare,
non è
molto da Shikamaru questo, tipico di lui sarebbe andare a letto al buio.
Cammino piuttosto scettica
e mi chiedo cosa sia successo.
“Ino?”
Il mio svogliato ragazzo
fa la sua comparsa con un enorme mazzo di fiori in mano e me li porge
piuttosto
impacciato.
“Scusa per non aver pagato
le bollette, mi dispiace.
Scusa per essere sempre
così svogliato e per pensare solo allo shoji, alle nuvole e
a leggere i miei
libri, so che a volte sono esasperante.
Scusami.”
Io sorrido, annuso i fiori
e mi chiedo dove li abbia presi.
“Li ho rubati da
un’aiuola, se fanno schifo non è colpa
mia!”
Io rido, li metto in un
bicchiere e poi lo bacio.
Ora so perché sto con lui.
‘Cause
after all this time.
I’m
still into you
I
should be over all the butterflies
But
i’m into you (I’m in to you)
La
mattina dopo mi
sveglio abbracciata a lui, è un bel modo di iniziare la
giornata.
Ci
svegliamo sbadigliando e io vado a preparare la colazione: latte,
brioches e
pane e marmellata.
Oggi
dobbiamo allenarci e poi oggi pomeriggio lavorerò al negozio
dei miei.
La
colazione e l’allenamento sono stati buoni, anche se non
c’è il sensei ormai
sappiamo cosa fare e come perfezionarci, Shika è un ottimo
maestro.
Mangio
di
nuovo all’Ichiraku – solo ramen questa volta
– e poi raggiungo mia madre al
negozio, non vede l’ora
di andarsene.
“Mi
raccomando, Ino! Sii carina con i clienti!
“Sì,
mamma! Eviterò di ucciderli, stai tranquilla!”
“INO!
“Mamma,
non urlare! Sono reduce da un allenamento e mi fa male la
testa!”
Lei
mi
consegna una pastiglia bianca con l’ordine tassativo di
prenderla – cosa che
faccio – e poi apro il negozio.
Torno
di
nuovo a preparare i maledetti fiori per la maledetta sposa, sperando
che non
cambi ancora idea.
Non
succede, ma succede qualcosa di peggio, al negozio arriva Sai.
Non
capisco come mi sia potuto piacere di essermi presa una cotta per un
viscido
come lui, adesso non lo posso vedere.
“Ciao,
Ino.”
Ciao, Sai! Quale buon vento!
“Voglio
dei fiori per la mia ragazza.”
“Rose?”
“Sì,
significano amore, giusto?
Me
lo
sono annotato nel mio libro dei sentimenti.”
“Sì,
significano amore e poi dovresti smetterla con questo libro, i
sentimenti non
si imparano sui libri.”
Lui
fa il
suo sorriso odioso e io preparo le rose, evitando per un pelo di dargli
il
mazzo in testa.
“Perché
non ti sei messa con me?
Sono
centomila volte meglio di lui, cosa ci trovi in Shikamaru?”
“Quello
che tu non avrai mai, caro il mio uomo della radice: sentimenti.
Queste
sono le tue rose, fanno venti soldi.”
Lui
paga
senza aggiungere altro, buon per lui.
Con
lui
fuori dalle scatole riprendo a lavorare sulle composizioni floreali per
la
sposa, lei arriva a prenderli quasi all’orario di chiusura e
questa volta li
apprezza.
“Sono
proprio quelli che volevo, grazie mille Ino!”
“Prego,
figurati. Sono contenta che ti piacciano.”
Me
li
paga e poco dopo chiudo il negozio, sulla strada per casa incontro Ten
Ten. Ha
una pancia gigantesca per essere una donna al sesto mese – mi
chiedo se Neji non
li abbi lasciato come ultimo regalo
due gemelli – e ha in mano una katana.
“Ciao, Ten Ten.”
“Ciao Ino.”
“Cosa
ci
fai in giro con quella spada?”
“Devo
lasciarla a qualcuno, sto togliendo tutte le armi da casa mia in vista
del
piccolo in arrivo, ma questa non so a chi lasciarla.”
“Dalla
a
me. Quando tuo figlio sarà grande abbastanza da non tentare
di uccidersi con
una katana te la ridarò.”
Gli
occhi
le si illuminano.
“Grazie
Ino!”
Mi
abbraccia e mi consegna la spada, io vado a casa mia. Questa volta le
luci sono
accese, visto che ho pagato le bollette.
Peccato
che questa volta trovi qualcosa di peggio che le luci spente o le
bollette non
pagate, questa volta trovo una Temari discinta
praticamente addosso a Shikamaru.
“Temari!”
Sibilo
infuriata.
“Vattene,
prima che ti infili questa spada da qualche parte.”
Lei
cerca
di ricomporsi.
“Non
è
successo niente.”
“Esci
da
questa casa prima che la mia pazienza finisca.”
Lei
non
se lo fa ripetere due volte e infila la porta di casa mia con
più velocità di
quella che usa normalmente.
“Aspetto
spiegazioni, Shikamaru.
“Non
è
successo niente. Le ho solo chiesto cosa potevo fare per conquistarti,
visto
che è una donna anche lei e poi semplicemente la birra le
è finita sul vestito
e si è macchiata.
Mi
ha
chiesto di smacchiargliela e ho rifiutato e poi mi è
semplicemente caduta
addosso, no ho fatto nulla, giuro!”
Il
suo
sguardo è quello che di solito usano i gatti per farti
passare l’arrabbiatura,
oggi però non ho molta voglia di vedere sguardi felini.
Con
la
spada gli indico la porta.
“Tu
stanotte dormi nella cuccia del cane.”
“Non
abbiamo un cane.”
“Fai
finta che ce l’abbiamo.”
Lui
esce
scuotendo la testa e borbottando a bassa voce, io invece mi butto sotto
la
doccia di pessimo umore: vorrei strozzare Temari.
Esco
e mi
metto a cucinare qualcosa – del riso alla cantonese
– ogni tanto sbircio dalla finestra,
Shikamaru è ancora in giardino.
Forse
aspetta che cambi idea, in tal caso rimarrà deluso, non
voglio vederlo fino a
domani mattina.
Mangio
svogliatamente il mio riso e poi decido che è arrivato il
momento di andare a
letto, sono troppo stanca.
Un’ultima
occhiata alla finestra mi svela che Shikamaru se ne è
andato, io raggiungo la
nostra camera e mi butto sul letto.
Immediatamente
crollo in un sonno senza sogni che mi porta dritta fino al mattino dopo
quando
suona la sveglia. La spengo con un colpo secco e poi me ne vado in
cucina:
Shikamaru è tranquillamente seduto al tavolo con una tazza
di caffè in mano.
“Ti
sei
calmata?
Mi
credi?”
IO
mi
siedo e lui mi allunga un’altra tazza già piena di
caffè.
“Sì,
sono
calma e sì, ti credo, ma vedi di non prenderti troppe
libertà con Temari.”
Lui
sbuffa.
“Non
mi
interessa quella matta, mi interessi tu, che sei matta , ma lo sei meno
di
lei.”
“Grazie!”
Rispondo
io con una smorfia, lui ride.
Ci
facciamo una doccia e poi ci cambiamo per gli allenamenti, Choji
è già arrivato
al solito posto e ha la faccia di chi ha passato la notte in bianco.
“Ehi,
Ino, la prossima volta che litighi con Shikamru non mandarlo da me.
Forse non
lo sai, ma quando litiga con te diventa fin troppo chiacchierone, non mi ha lasciato
chiudere occhio questa
notte.”
Io
squadro Choji.
“Preparati
a sopportarlo anche la prossima volta, perché è
da te che deve finire non da
Temari.”
Choji
sospira.
“Ino
sei
veramente un osso duro, lo comandi a bacchetta.”
“Ha
bisogno di una persona così o altrimenti non vive.”
Choji
sospira e iniziamo ad allenarci, io sono segretamente contenta che
Shika parli
di me quando litighiamo: significa che gli importa di me e che mi ama.
Gli
altri
si chiedono perché stiamo insieme, la risposta è
semplice: ci amiamo e ce lo
dimostriamo nel nostro strano modo fatto di litigi e riappacificazioni.
Io
senza
Shikamaru non so stare e lui non sa stare senza di me. Siamo come due
calamite
che si attraggono anche dopo le nostre peggiori notti
e i nostri peggiori litigi.
Sì,
purtroppo per me sono totalmente presa dal vortice Shikamaru e non ne
uscirò
presto, io spero di uscirci solo quando la morte ci coglierà
insieme.
Sarebbe
bellissimo se finisse così.
And baby even on our
worst nights
I’m
into you (I’m into you)
Let
em wonder how we got this far
Cause
I don’t really need to wonder at all
Yeah
after all this time
I’m
still into you