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Autore: Layla    01/07/2013    1 recensioni
Gli altri si chiedono perché stiamo insieme, la risposta è semplice: ci amiamo e ce lo dimostriamo nel nostro strano modo fatto di litigi e riappacificazioni.
Io senza Shikamaru non so stare e lui non sa stare senza di me. Siamo come due calamite che si attraggono anche dopo le nostre peggiori notti e i nostri peggiori litigi.
Sì, purtroppo per me sono totalmente presa dal vortice Shikamaru e non ne uscirò presto, io spero di uscirci solo quando la morte ci coglierà insieme.
Sarebbe bellissimo se finisse così.

{Ino/Shika ispirata a "Still into you" dei Paramore.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara, Un po' tutti | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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1) Ti amo, ma ogni tanto vorrei ucciderti.

Can’t count the years one hand
That we’ve been together
I need the other one to hold you.
Make you feel, make you feel better.
It’s not a walk in the park
To love each other.
But when our fingers interlock,
Can’t deny, can’t deny you’re worth it

 

Ci sono certe giornate che sono pesanti come macigni.
Oggi è una di queste, ho lavorato come una matta tutto il giorno per creare delle composizioni con certi fiori destinati a un matrimonio e, quando finalmente ho finito, la sposa ha detto che  non le piacevano più.
L’avrei uccisa seduta stante, ma il negozio è ancora di mia madre non mio e come Yamanaka siamo costretti a tenere un profilo alto.
Il motto è: “Il cliente ha sempre ragione.”, io lo correggerei con: “Ha sempre ragione, ma talvolta è un terribile rompicoglioni che merita di essere preso a sprangate sulle gengive.”
Ruminando questi pensieri, io – Ino Yamanaka – me ne torno all’appartamento dove vivo da poco con Shikamaru.
Lo amo, ma a volte non è facile vivere con lui: si dimentica delle cose essenziali o è troppo pigro per farle ed è fin troppo preso dallo shoji o dal guardare le nuvole.
Arrivata davanti allo stabile in cui abitiamo noto che le luci di casa mia sono tutte spente, chissà perché, forse Shika non è a casa?
Salgo le scale con le buste della spesa in mano e trovo la porta aperta, non capisco perché quel disastro di ragazzo non abbia acceso le luci.
Allungo una mano verso l’interruttore e lo schiaccio, non cambia niente. Alzo un sopracciglio e ripeto l’operazione più volte finché non è evidente che le luci non vanno.
Sospirano, tiro fuori dal mio grembiule un accendino, ho un brutto presentimento. Mi dirigo verso la mensola oltre la porta e tasto con le mani alla ricerca di qualcosa, alla fine trovo un pacco di carta che corrisponde alla bollette da pagare per la luce e per il gas.
Non pagate.
Shika  non le ha pagate e quindi ci hanno staccato la luce e ho come il sospetto che il riscaldamento non vada.
“Shikamaru!”
Urlo come una furia, un flebile “sì?” arriva da una delle stanze e lo trovo che gioca a shoji alla luce di una candela.
“Shika, non hai pagato le bollette! Perché?”
Lui alza le spalle senza nemmeno guardarmi.
“Boh, me ne sono dimenticato, non era importante!”
“NON ERA IMPORTANTE?! SIAMO SENZA LUCE E GAS PERCHE’ CE LI HANNO TAGLIATI!”
Lui alza di nuovo le spalle.
“Domani andrai a pagarle.”
“Ma possibile che non te ne freghi niente di niente?
Sei un idiota!”
Questa volta per rendere chiaro il concetto gli scompiglio completamente la scacchiera e poi me ne vado sbattendo la porta.
Quando è troppo è troppo!
Mi piacciono anche questi lati del suo carattere, ma ogni tanto diventano esasperanti, soprattutto perché, come in questo caso, tocca a me porre rimedio alle sue dimenticanza.
Ormai è ora di cena, il mio stomaco me lo ricorda con un sordo brontolio e devo cercare un posto dove mangiare. I miei piedi si dirigono automaticamente verso l’Ichiraku ramen e una volta scostate le tendine che ci sono davanti alla porta, un odore di cibo mi fa sentire a casa. Questo è sempre stato il ristorante preferito da quelli del mio anno.
A un tavolo stanno mangiando Naruto e Hinata, lei ha un sorriso che va dall’orecchio all’altro, non ha ancora realizzato davvero che Naruto è il suo ragazzo. Dopo la grande guerra si sono messi insieme con buona pace del padre di lei che preferiva vederla sposata a qualcun altro.
Io mi siedo all’ultimo tavolo rimasto libero con un sospiro, mi sono sempre presa cura di quell’impiastro e di Choji fin da quanto posso ricordare.
I nostri padri erano amici, facevano parte della stessa squadra quindi per noi era naturale giocare insieme, anche se io cercavo di darmi delle arie dentro di me sapevo che loro erano le uniche persone che contavano per me oltre a Sakura.
Per uno strano caso del destino siamo finiti nella stessa squadra e per sancire ancora di più l’unità che ci ha sempre legato ci siamo bucati le orecchie tutti e tre e ci siamo messi gli stessi orecchini.
Il trio Ino-Shika-Cho si era tramandato di padre in figlio e così l’amicizia. Abbiamo raggiunto insieme il grado di chunin e cambiato orecchini, delle sferette al posto degli orecchini a indicare che eravamo più vicini alla perfezione.
Abbiamo pianto come un solo corpo quando Asuma-sensei è morto e insieme abbiamo portato a termine la nostra vendetta.
Credo che il mio amore per Shikamaru sia nato da tutte queste cose condivise e che lentamente abbia soppiantato la mia cotta infantile per Sasuke Uchiha. Volendo essere obbiettivi Sasuke era sempre stato di Sakura e sarà sempre di Sakura perché anche se in modo spesso distorto – alla maniera del suo clan di matti – si è sempre interessato a lei e a tenuto a distanza prima me e poi Karin.
Era ovvio che prima o poi la mia cotta per lui sarebbe sparita e Shikamaru era lì a raccogliere il mio amore. In mezzo a tutte le cose terribili che ci erano capitate e che avevano rivoluzionato la nostra vita avevamo scoperto di amarci.
Il giorno in cui me l’ha detto – con la sua solita nonchalance – il mio cuore ha saltato un battito e sono riuscita a dirgli che lo amavo anche io solo con un filo di voce da tanto che ero emozionata.
Lui mi amava, io lo amavo, la nostra coppia era formata e io sapevo benissimo di che morte avevo scelto di morire.
“Ino?”
La figlia del proprietario dell’Ichiraku mi guarda interrogativa con il blocchetto delle ordinazioni in mano.
“Ciao, scusa.
Allora, prendo del ramen e una bella grigliata di carne con dei funghi.”
“Va bene.”
Io sorrido e poi il mio sguardo cade sul quartetto di gente che è appena entrata: Temari, Choji, Suigetsu e Karin.
Mi vedono e si siedono con me senza che io gli abbia dato il permesso, ma è inutile arrabbiarsi con delle pazze come Temari e Karin, con quest’ultima soprattutto visto che ha ereditato in toto la vena di follia degli Uzumaki,
“Come mai qui, Ino?”
Mi domanda Choji.
“Shikamaru si è dimenticato di pagare le bollette.”
Borbotto io.
“Immagino gli avrai fatto una bella sfuriata, siete sull’orlo della rottura?”
Io la fulmino con un’occhiataccia, Shikamaru le è sempre interessato e io non l’ho mai sopportata per questo.
“No, e anche se fosse non dovrebbe interessarti dato che hai Choji, fallo soffrire e ti strappo quei quattro cespugli che hai al posto dei capelli.”
Lei ride.
“Voi cosa ci fate qui?”
“Siamo appena stati a trovare Sakura, la sua gravidanza procede bene, ma lei è intrattabile.”
Esatto
, Fronte spaziosa è incinta ed è riuscita a far capitolare Sasuke e a fargli mettere in atto il suo vecchio progetto di rivitalizzare il clan.
Non che sia stato facile, quando lui è tornato tra i nostri dopo la grande guerra Sakura ha tentato di prenderlo a pugni in ogni modo e poi si è arresa a lui.
Dopo che sarà nato il bambino probabilmente si sposeranno e sarà uno spasso vederli litigare o vedere la reazione di Karin.
“Ino, è arrivato da mangiare, ci sei?”
Io annuisco e sorrido alla cameriera, che mi appoggia il ramen davanti,  ha un profumino invitante e io lo mangio avidamente sotto lo sguardo divertito di Temari.
“Cosa ha fatto Shikamaru questa volta?”
“Si è dimenticato di pagare le bollette, così siamo al buio e al freddo. Domani toccherà a me pagarle, come al solito.
Sembra non gliene freghi nulla di niente che non sia lo shoji o le nuvole, mi chiedo perché stia con me, certe volte!”
“Perché ti ama!”
Mi risponde rapido Choji evitando a Temari di aprire bocca, chissà che risposta mi avrebbe dato quella.
“Ha un modo strano per dimostrarlo.”
Finisco gli spaghettini e passo al brodo: divino, Teuchi fa il ramen migliore del mondo per me.
“Sono sicuro che quando tornerai a casa avrà pronta una sorpresa.”
“O tu potresti chiudere le gambe, a nessun uomo piace che la propria donna chiuda le gambe!”
Il commento ironico di Suigetsu mi mancava.
“Grazie Suigetsu, adesso sì che sto meglio.”
Karin dà un pugno allucinante al suo ragazzo che gli fa attraversare volando tutto il locale.
“Grazie, Karin, ma non c’era bisogno di ucciderlo, dico sul serio!”
“No, se lo merita.”
Io non dico nulla, ho paura che decida di far secca anche me.
Fortunatamente arriva quello che hanno ordinato e sul tavolo carica il silenzio, non so se sarei stata in grado di sostenere una conversazione.
Suigetsu se ne torna mesto al tavolo chiedendosi sottovoce perché mai tra tutte le ragazze normali si è scelto una pazza come Karin.
Io ridacchio mettendomi una mano davanti alla bocca e stando bene attenta che Karin non mi veda, non voglio che Suigetsu le prenda ancora per colpa mia.
Quando arriva la carne i miei occhi si illuminano: pancia mia fatti capanna e fanculo la dieta per un giorno.
Domani mi allenerò di più per compensare!
Io e miei inaspettati compagni di tavola mangiamo con gusto, Karin racconta nel suo solito modo acido le paranoie di Sakura, le voglie, il suo incedere come un’oca per colpa della pancia e io rido immaginandomi quel ghiacciolo di Sasuke subirsi questa tempesta emotiva.
Per me sta dando di matto perché non  capisce che diavolo sta succedendo alla sua donna e sta pensando se non ci sia stato uno scambio di persone tra lei e la sua gemella malvagia.
Dopo aver mangiato anche il dolce me ne vado e li saluto, Suigetsu vuole ubriacarsi, io non sono in vena.
Cammino per le strade del villaggio e mi accorgo che fa freddo, così mi stringo di più nella felpa, ci mancava anche questa!
Arrivata a casa , non appena apro la porta trovo il salotto tutto pieno di candele, ma dai!
Rimango a fissarle imbambolata come una ragazzina senza sapere cosa fare o cosa pensare, non è molto da Shikamaru questo, tipico di lui sarebbe andare a letto al buio.
Cammino piuttosto scettica e mi chiedo cosa sia successo.
“Ino?”
Il mio svogliato ragazzo fa la sua comparsa con un enorme mazzo di fiori in mano e me li porge piuttosto impacciato.
“Scusa per non aver pagato le bollette, mi dispiace.
Scusa per essere sempre così svogliato e per pensare solo allo shoji, alle nuvole e a leggere i miei libri, so che a volte sono esasperante.
Scusami.”
Io sorrido, annuso i fiori e mi chiedo dove li abbia presi.
“Li ho rubati da un’aiuola, se fanno schifo non è colpa mia!”
Io rido, li metto in un bicchiere e poi lo bacio.
Ora so perché sto con lui.
 

Cause after all this time.
I’m still into you
I should be over all the butterflies
But i’m into you (I’m in to you)


La mattina dopo mi sveglio abbracciata a lui, è un bel modo di iniziare la giornata.

Ci svegliamo sbadigliando e io vado a preparare la colazione: latte, brioches e pane e marmellata.

Oggi dobbiamo allenarci e poi oggi pomeriggio lavorerò al negozio dei miei.

La colazione e l’allenamento sono stati buoni, anche se non c’è il sensei ormai sappiamo cosa fare e come perfezionarci, Shika è un ottimo maestro.

Mangio di nuovo all’Ichiraku – solo ramen questa volta – e poi raggiungo mia madre al negozio, non vede l’ora  di andarsene.

“Mi raccomando, Ino! Sii carina con i clienti!

“Sì, mamma! Eviterò di ucciderli, stai tranquilla!”

“INO!

“Mamma, non urlare! Sono reduce da un allenamento e mi fa male la testa!”

Lei mi consegna una pastiglia bianca con l’ordine tassativo di prenderla – cosa che faccio – e poi apro il negozio.

Torno di nuovo a preparare i maledetti fiori per la maledetta sposa, sperando che non cambi ancora idea.

Non succede, ma succede qualcosa di peggio, al negozio arriva Sai.

Non capisco come mi sia potuto piacere di essermi presa una cotta per un viscido come lui, adesso non lo posso vedere.

“Ciao, Ino.”
Ciao, Sai! Quale buon vento!

“Voglio dei fiori per la mia ragazza.”

“Rose?”

“Sì, significano amore, giusto?

Me lo sono annotato nel mio libro dei sentimenti.”

“Sì, significano amore e poi dovresti smetterla con questo libro, i sentimenti non si imparano sui libri.”

Lui fa il suo sorriso odioso e io preparo le rose, evitando per un pelo di dargli il mazzo in testa.

“Perché non ti sei messa con me?

Sono centomila volte meglio di lui, cosa ci trovi in Shikamaru?”

“Quello che tu non avrai mai, caro il mio uomo della radice: sentimenti.

Queste sono le tue rose, fanno venti soldi.”

Lui paga senza aggiungere altro, buon per lui.

Con lui fuori dalle scatole riprendo a lavorare sulle composizioni floreali per la sposa, lei arriva a prenderli quasi all’orario di chiusura e questa volta li apprezza.

“Sono proprio quelli che volevo, grazie mille Ino!”

“Prego, figurati. Sono contenta che ti piacciano.”

Me li paga e poco dopo chiudo il negozio, sulla strada per casa incontro Ten Ten. Ha una pancia gigantesca per essere una donna al sesto mese – mi chiedo se  Neji non li abbi lasciato come ultimo regalo due gemelli – e ha in mano una katana.

“Ciao, Ten Ten.”

“Ciao Ino.”

“Cosa ci fai in giro con quella spada?”

“Devo lasciarla a qualcuno, sto togliendo tutte le armi da casa mia in vista del piccolo in arrivo, ma questa non so a chi lasciarla.”

“Dalla a me. Quando tuo figlio sarà grande abbastanza da non tentare di uccidersi con una katana te la ridarò.”

Gli occhi le si illuminano.

“Grazie Ino!”

Mi abbraccia e mi consegna la spada, io vado a casa mia. Questa volta le luci sono accese, visto che ho pagato le bollette.

Peccato che questa volta trovi qualcosa di peggio che le luci spente o le bollette non pagate, questa volta trovo una Temari discinta  praticamente addosso a Shikamaru.

“Temari!”

Sibilo infuriata.

“Vattene, prima che ti infili questa spada da qualche parte.”

Lei cerca di ricomporsi.

“Non è successo niente.”

“Esci da questa casa prima che la mia pazienza finisca.”

Lei non se lo fa ripetere due volte e infila la porta di casa mia con più velocità di quella che usa normalmente.

“Aspetto spiegazioni, Shikamaru.

“Non è successo niente. Le ho solo chiesto cosa potevo fare per conquistarti, visto che è una donna anche lei e poi semplicemente la birra le è finita sul vestito e si è macchiata.

Mi ha chiesto di smacchiargliela e ho rifiutato e poi mi è semplicemente caduta addosso, no ho fatto nulla, giuro!”

Il suo sguardo è quello che di solito usano i gatti per farti passare l’arrabbiatura, oggi però non ho molta voglia di vedere sguardi felini.

Con la spada gli indico la porta.

“Tu stanotte dormi nella cuccia del cane.”

“Non abbiamo un cane.”

“Fai finta che ce l’abbiamo.”

Lui esce scuotendo la testa e borbottando a bassa voce, io invece mi butto sotto la doccia di pessimo umore: vorrei strozzare Temari.

Esco e mi metto a cucinare qualcosa – del riso alla cantonese – ogni tanto sbircio dalla finestra, Shikamaru è ancora in giardino.

Forse aspetta che cambi idea, in tal caso rimarrà deluso, non voglio vederlo fino a domani mattina.

Mangio svogliatamente il mio riso e poi decido che è arrivato il momento di andare a letto, sono troppo stanca.

Un’ultima occhiata alla finestra mi svela che Shikamaru se ne è andato, io raggiungo la nostra camera e mi butto sul letto.

Immediatamente crollo in un sonno senza sogni che mi porta dritta fino al mattino dopo quando suona la sveglia. La spengo con un colpo secco e poi me ne vado in cucina: Shikamaru è tranquillamente seduto al tavolo con una tazza di caffè in mano.

“Ti sei calmata?

Mi credi?”

IO mi siedo e lui mi allunga un’altra tazza già piena di caffè.

“Sì, sono calma e sì, ti credo, ma vedi di non prenderti troppe libertà con Temari.”

Lui sbuffa.

“Non mi interessa quella matta, mi interessi tu, che sei matta , ma lo sei meno di lei.”

“Grazie!”

Rispondo io con una smorfia, lui ride.

Ci facciamo una doccia e poi ci cambiamo per gli allenamenti, Choji è già arrivato al solito posto e ha la faccia di chi ha passato la notte in bianco.

“Ehi, Ino, la prossima volta che litighi con Shikamru non mandarlo da me. Forse non lo sai, ma quando litiga con te diventa fin troppo chiacchierone,  non mi ha lasciato chiudere occhio questa notte.”

Io squadro Choji.

“Preparati a sopportarlo anche la prossima volta, perché è da te che deve finire non da Temari.”

Choji sospira.

“Ino sei veramente un osso duro, lo comandi a bacchetta.”

“Ha bisogno di una persona così o altrimenti non vive.”

Choji sospira e iniziamo ad allenarci, io sono segretamente contenta che Shika parli di me quando litighiamo: significa che gli importa di me e che mi ama.

Gli altri si chiedono perché stiamo insieme, la risposta è semplice: ci amiamo e ce lo dimostriamo nel nostro strano modo fatto di litigi e riappacificazioni.

Io senza Shikamaru non so stare e lui non sa stare senza di me. Siamo come due calamite che si attraggono anche dopo le nostre peggiori notti  e i nostri peggiori litigi.

Sì, purtroppo per me sono totalmente presa dal vortice Shikamaru e non ne uscirò presto, io spero di uscirci solo quando la morte ci coglierà insieme.

Sarebbe bellissimo se finisse così.

 

And baby even on our worst nights
I’m into you (I’m into you)
Let em wonder how we got this far
Cause I don’t really need to wonder at all
Yeah after all this time
I’m still into you


 

 

   
 
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