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Autore: evilqueen82    08/07/2013    1 recensioni
Sara Alyson Angels e Amanda Melody Rubens frequentano il penultimo anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
La prima risiede nei Corvonero, è intelligente e studiosa , l'altra invece è una tassorosso impulsiva e un po' pasticciona.
Sarah pensa allo studio e finisce per una serie di rocambolesche circostanze nel mirino dell'interesse di Malfoy: il giovane Serpeverde che lei detesta non troppo cordialmente.
Mandy invece è innamorata senza speranza di Harry Potter che, tuttavia, sembra completamente ignorarne persino l'esistenza..
Tra complotti, bugie, incantesimi e gravi pericoli ,le vite dei quattro stanno per cambiare indissolubilmente e legarsi e cambiare per sempre.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Febbraio – 1997

San Valentino.


 

(pov Amanda)

Ciao Harry,

Scusami se non ti ho più scritto.

Penserai che mi sia scordata di te ma ti sbagli: nonostante lo studio e il resto, continui ad essere nei miei pensieri costantemente.

Se n ti ho più scritto è perché non vorrei mai essere asfissiante e darti fastidio in alcun modo.

Ti ho preparato un altro dolce con le mie mani sperando ti piaccia: ho visto che hai gradito la mia sciarpa non t’immagini quanto tutto ciò mi faccia piacere.

Non mi faccio illusioni, comunque: so che non ho speranze con te ma sappi che già il solo guardarti da lontano mi basta.

Ti adoro con tutto il mio cuore.

M.R.

 

L’ultimo mese non era successo un granché: dopo aver incontrato Harry da Hagrid e averlo colto in fragrante a guardarmi, mi ero ripromessa di evitarlo per paura che scoprisse che la misteriosa ammiratrice ero io.

In quell’ultimo periodo lo avevo evitato accuratamente ma, in gran segreto avevo seguito i suoi allenamenti e le vittorie della sua squadra.

Avevo preparato per lui un dolce a forma di cuore e e gli avevo scritto una lettera che gli avrei fatto trovare il giorno dopo.

Verso l’una di notte mi alzai e andai di soppiatto nella gufiera: lasciai il dolce e la lettera al gufo.

Ma, con mio grande orrore, mentre stavo per andarmene vidi di fronte a me Draco Malfoy che mi guardava.

Prima che ne avessi il tempo prese la lettera e la lesse di fronte a me: imitò la mia voce e mi fece il verso.


 


 

(Pov Draco)

L’ultimo mese era stato terrificante: mi ero risvegliato un sacco di volte nella stanza delle necessita, non ricordando assolutamente come ci fossi arrivato.

Tutto ciò mi aveva reso stanco e nervoso: la media dei miei voti si era abbassata e la cosa peggiore era che i miei approcci con la Angels ,non avevano ottenuto gli effetti sperati.

Ogni mio tentativo di provocarla con bigliettini e sguardi ammiccanti era stato vano: la ragazza aveva preso ad ignorarmi totalmente, scatenando la mia ira.

Avevo quindi deciso di ricorrere al mio asso nella manica: la sua amica Amanda Rubens.

Avevo scoperto il suo segreto: una notte, appena tornati dalle vacanze scolastiche, durante una delle mie ronde notturne l’avevo vista entrare furtivamente nella gufiera della scuola.

L’avevo seguita senza farmi scovare e l’avevo vista lasciare un biglietto ad un gufo.

Appena era uscita lo avevo preso e letto e, avevo scoperto così la sua passione per Harry Potter.

Avrei potuto smascherarla all’istante ma decisi di starmene zitto e usare quel segreto come arma di ricatto al momento opportuno.

La vigilia di San Valentino non andai a dormire e mi nascosi nella gufiera , sicuro che la ragazza, o meglio il pachiderma, si sarebbe presentata per lasciare ad un gufo una nuova straziante e vomitevole lettera al suo adorato Potter.

Cosa che avvenne puntualmente.

Fui attento a non farmi vedere e appena la ragazza lasciò il biglietto assieme ad un pacchetto, uscii allo scoperto, presi la lettera e la chiamai con voce melliflua.

La ragazza si bloccò di colpo sulla porta e si girò a guardarmi con orrore: lessi la sua lettera imitandone i gesti e la voce.

Scoppiò a piangere e la cosa mi fece ridere moltissimo ma le parlai con tono serio e pacato:

Non piangere… conoscevo già il tuo segreto – le dissi avanzando verso di lei – se sarai buona e farai ciò che ti chiedo, terrò la bocca chiusa”.


 


 

(Pov Harry)

Il mese di rientro a scuola era stato particolarmente stressante e Gennaio era scivolato lentamente, come i fiocchi di neve che ogni tanto sorprendevano gli alunni durante le partite di Quiddicht o le lezioni all’aperto di Erbologia e Cura delle Creature Magiche.

Febbraio era giunto e aveva portato altre ventate gelide e la primavera sembrava ancora un sogno lontano.

Quell’anno attendere il 14 Febbraio aveva avuto per lui un sapore diverso dal solito: non che di solito Harry Potter avesse l’abitudine di cerchiare questa data sul calendario o cose simili.

Semplicemente, quell’anno erano stati Ron ed Hermione a rendergli la settimana prima di quella data un vero inferno.

Ron aveva iniziato a frequentare Lavanda Brown un altra studentessa di Grifondoro ed era alla ricerca di un regalo per lei, ma conoscendola poco temeva di sbagliare.

Hermione non aveva preso bene la notizia ed era di pessimo umore (anche se cercava di nasconderlo) usava la scusa dello studio per tenersi alla larga e non dover essere cosi costretta a sorbirsi le loro smancerie, due giorni prima di San Valentino aveva avvisato i ragazzi che avrebbe saltato le gita a Hogsmeade per finire i compiti e prepararsi al prossimo esame.


 

Quella mattina appena alzato, Harry trovò un pacchetto sul comodino e sorrise piacevolmente sorpreso, pensando si trattasse della sua ammiratrice misteriosa per restarne però amaramente deluso scoprendo che si trattava di una lettera con una delle poesie firmate Ginny Weasley.

Sospirò ma lasciò cadere la lettera e si infilò sotto la doccia e provò la tentazione di indossare il mantello, così da non doverla incrociare per tutto il giorno, ma fortunatamente giunse in Sala Grande senza incontrarla.

Si era appena seduto al suo solito tavolo quando il gufo della scuola aveva planato sopra di lui e si ritrovò ad osservare un pacchetto e una lettera.

Sorrise istintivamente ed aprì prima il pacchetto rivelando una torta a forma di cuore: al cioccolato con una spruzzata di zucchero.

Il profumo era delizioso e il pensiero lo avesse preparato con le sue mani lo riempì di un dolce calore.

Lesse il pensierino e quel calore sembrò diffondersi in tutto il corpo, lasciandolo piacevolmente intorpidito, mentre percorreva quelle parole e di nuovo si ritrovò a domandarsi chi fosse questa ammiratrice misteriosa.

Che cosa le avesse scatenato quei pensieri tanto dolci e questa devozione quasi tenera.

Tagliò una fetta della torta e mugugnò per il dolce sapore, guardandosi attorno e sperando la ragazza vedesse coi suoi occhi mentre assaggiava il suo dolce.

Dopotutto, San Valentino non è una festa così stupida, pensò tra sé.


 


 

 (Pov Sara)

Avevo avuto tutto il mio buon da fare per evitare Malfoy nei giorni successivi cosa che mi fu resa difficile da Malfoy stesso visto che lui, al contrario, faceva tutto il possibile per starmi tra i piedi.

Cercava di incrociare il mio sguardo nei pasti e nelle lezioni in comune, che ormai temevo come un attacco di peste bubbonica, continuava a mandarmi bigliettini insulsi con quelli che riteneva essere complimenti.

Presi a frequentare la mia Sala Comune o quella delle Necessità con maggiore assiduità e mi facevo vedere in giro per la scuola solo quando strettamente necessario: il tragitto per spostarsi da un’aula all’altra o per andarmi a sedere a tavola.

In compenso concentrai tutti i miei sforzi nello studio e nelle attività scolastiche e da Gennaio scivolammo lentamente a Febbraio e intensificavo più che mai lo studio in vista degli esami di fine anno.

Ci misi un po’ a capire perché quel mattino, specie tra le ragazze, sembrava esserci un certo fermento e trepidazione dell’aria, come in attesa di una festa o di un momento particolarmente sentito.

Poi entrai in Sala Grande e vidi tutti petali di rosa dispersi sui tavoli che cadevano dal soffitto ed osservai i visi languidi e trasognati delle ragazze, alcune delle quali stringevano bouquet di rose.

Mi sedetti al tavolo e quando consultai la mia piccola agenda mi resi conto che era giunto il 14 Febbraio.

Oh già: per me era la vigilia del compito in classe di Incantesimi, per le altre ragazze era il giorno di San Valentino, la festa degli innamorati.

Ecco la differenza tra me e il resto delle ragazze di quella scuola.

Sospirai in risposta e mi accomodai al mio tavolo, pensando soltanto alla mia colazione e a ripassare i miei riassunti della materia.

Salutai la mia amica ma notai che era piuttosto pallida e anche silenziosa, persa nei propri pensieri e la guardai interrogativa ma non volli sforzarla a parlare.


 


 

 (Pov Draco)

Quella mattina entrai tutto tronfio in Sala Grande.

Trovai un sacco di lettere di ammiratrici per me.

Ciò mi lasciò indifferente ma avevo un ottimo motivo per essere allegro.

Quella notte avevo costretto la Rubens a diventare la mia tirapiedi personale: doveva dirmi tutto ciò che sapeva sulla Angels.

I suoi gusti, le abitudini, gli spostamenti.

Ormai le avevo entrambe in pugno.

Mi sedetti al mio posto e guardai in direzione delle due sorridendo: la Rubens impallidì e la Angels mi guardò torva.

Chiamai il mio gufo e questi planò sul tavolo della Angels facendole cadere in grembo un biglietto e una rosa rossa: il suo fiore preferito.

Un omaggio alla ragazza più insopportabile della scuola e anche la più carina.

Buon San Valentino.

Ti aspetto oggi ai Tre Manici di Scopa.

Non mancare,

Draco Malfoy.


 

(Pov Sara)

Continuai la mia colazione tranquillamente, gettando di tanto in tanto occhiate alla mia amica la quale però non dava cenno di volermi spiegare che cosa la stesse tanto angustiando.
Sospirai e chiusi il mio libro di testo e lasciai vagare un attimo lo sguardo sulla Sala Grande: fu un errore madornale.

Incrociai lo sguardo di Draco Malfoy che sorrise mellifluo e suadente, come suo solito e lo guardai schifata e sprezzante.

Mi voltai verso la mia amica ma prima che potessi rivolgermi a lei, un gufo si posò di fronte e sentii un dolce peso cadere sul mio grembo.

Abbassai lo sguardo e sollevai una rosa di un bellissimo rosso acceso e rimasi ad osservarla con gli occhi sgranati mentre il suo dolce profumo sembrava invadermi la mente.
Presi tra le dita il cartiglio ma quando riconobbi la calligrafia, sentii una sgradevole sensazione di gelo e lessi quel bigliettino ad alta voce, fissando il biondino.
“Te lo puoi anche scordare”. Sibilai in sua direzione e mi voltai verso Amanda per cercarne approvazione ma, con mio grande stupore, mi disse debolmente che avrei dovuto accettare.

C-Cosa?!”. Domandai con voce gracchiante salvo farmi pensosa.

Per stroncare le sue speranze sul nascere, dici”. Parlai quasi da sola salvo sospirare.

Forse non hai tutti i torti”.

Lo fissai di sbieco ma feci un cenno d’assenso.


 

(pov Amanda)

Quella notte non ero riuscita a chiudere occhio: stesa sul letto mi giravo e rigiravo sotto le coperte ripensando alle parole di Draco Malfoy.

Come avevo potuto essere tanto stupida?

Ero convinta che nessuno mi avesse vista, mentre invece ero stata scoperta dall’unica persona al mondo a cui non avrei mai rivelato il mio segreto, nemmeno sotto tortura.

Draco Malfoy, ovvero l’essere più arrogante e spregevole della scuola, l’antieroe, la nemesi totale di Harry.

Il suo più grande nemico, dopo colui che non deve essere nominato.

La cosa peggiore era che per fargli mantenere il segreto, avrei dovuto tradire la mia migliore amica: rivelargli tutti i suoi segreti.

Con quella consapevolezza e il cuore pesante come un macigno quella mattina mi alzai e scesi a far colazione: Sarah era lì ad aspettarmi.

Andai a sedermi vicino a lei ma evitai di guardarla negli occhi, sentendomi troppo sporca e misera per affrontarne lo sguardo.

Non osavo neppure parlarle: a malapena le diede il buongiorno.

Non toccai cibo e non controllai nemmeno se Harry avesse ricevuto il mio dono.

Ero troppo disperata: non mi importava di San Valentino. non vedevo i fiori, i cuori e i petali di rose.

Era come se mi trovassi in un tunnel buio.

Istintivamente alzai gli occhi dal piatto e li rivolsi verso Malfoy: mi stava guardando e sogghignava.

Avrei voluto ammazzarlo e invece fui costretta a starmene zitta e quando il suo gufo arrivò e gettò la lettera e la rosa a Sarah.

Lei lesse il messaggio in cui lui le dava appuntamento e fui costretta a dirle di accettare mi sentii un verme.


 


 

(Pov Draco)

Con grande soddisfazione, vidi Sarah leggere il mio biglietto e sentii la sua amica dirle di accettare.

Ero raggiante: le avevo in pugno.

Mi alzai da tavola e costrinsi un alunno del terzo anno a prendere le lettere della mie ammiratrici e portarle nella mia stanza.

Fui avvicinato da Pansy Parkinson che mi chiese di passare la giornata con lei: declinai l’invito dicendole che ero occupato con un’altra.

Lei ci rimase malissimo e si allontanò con un espressione drammatica sul volto.
Io invece uscii dalla Sala Grande e mi avviai alla carrozza seguito da Tiger e Goyle.


 

(Pov Harry)

Dopo la colazione erano stati tutti radunati per la gita ad Hogsmeade e, suo malgrado, Harry si era unito alla comitiva.

Dopotutto sarebbe stato molto più utile per lui restare al castello ad allenarsi a Quidditch o persino fare qualche compito arretrato dal momento che rischiava di fare il terzo incomodo tra Ron e Lavanda.

Senza contare che avrebbe dovuto triplicare i suoi sforzi per tenere lontana Ginny Weasley.
Fu quasi un sollievo quando nella carrozza scelta dai suoi amici era avanzato un solo posto e aveva lasciato fosse lei a sedersi con loro per cercarne un’altra.

Fu in quel momento che vide Amanda Rubens seduta in una mista di alunni di Tassorosso e Corvonero e accanto a lei… un posto libero.

Provò una fitta al cuore quando incrociarono i loro sguardi e le rivolse un sorriso.
Provò di nuovo uno strano singulto allo stomaco e si passò una mano tra i capelli scarmigliati.
“Posso?”. Domandò, indicando il posto libero.


 


 

(pov Amanda)

Mi alzai da tavola senza ave mangiato nulla: la testa mi scoppiava.

Salii nella mia stanza finii di preparami e uscii dal castello.

Sarah mi aspettava, salimmo su una carrozza ed era rimasto solo un posto libero, accanto al mio.

Improvvisamente scorsi Harry da solo, mi chiese se il posto accanto al mio era libero, annuii ma non me ne rallegrai.

In altre circostanze, avrei fatto i salti di gioia.

Stare seduta in carrozza con Harry, senza Ginny tra i piedi, il giorno di San Valentino.
Ma quella mattina no: quella mattina era diversa, era terribile.

Io ero terribile.

Mi sentivo sporca e indegna.

Harry seduto affianco a me, la carrozza stretta, i nostri corpi appiccicati: potevo sentire il suo odore, il respiro, il battito del suo cuore.

I nostri rapporti erano migliorati rispetto agli inizi ma non mi azzardai a parlargli né a guardarlo.

Immeritevole di averlo al mio fianco, a malapena lo salutai e tenni lo sguardo fisso sulle mie scarpe.

Il cuore a mille e gli occhi lucidi per l’emozione ma soprattutto per la tristezza che avevo nel cuore.

Ero seduta tra le uniche persone a cui tenevo di tutta Hogwarts eppure non mi ero mai sentita così sola in tutta la mia vita.


 

 (Pov Harry)

Sorrise alla giovane in segno di ringraziamento e salì sulla carrozza, sedendole accanto.
I ragazzi seduti dalla fila opposta stavano chiacchierando tra di loro, l’amica bionda di Amanda fissava il paesaggio con espressione assorta mentre quest’ultima lo aveva appena salutato per poi volgere lo sguardo in basso.

Rimase un po’ sorpreso per quella reazione: inizialmente avevano avuto rapporti pessimi (ricordò l’incidente nell’aula di Erbologia e sul ghiaccio durante le vacanze di Natale) ma adesso ne evitava lo sguardo pur avendogli concesso di sedersi accanto a lui.
Percepiva la vicinanza e il calore del suo corpo perché gli scossoni del terreno impervio, talvolta, li facevano cozzare uno di fianco all’altro.

Si ritrovò ad emettere un ansimo quando la sentì urtargli contro per una curva e le loro braccia si sfiorarono: una scarica elettrica gli corse lungo la spina dorsale e si scoprì coi battiti e il respiro accelerato.

Ne ricercò lo sguardo e i suoi occhi sembravano lucidi e tremanti ma subito lo distolse e tornò a fissare le sue scarpe.

Ne fu sorpreso e sentì anche una strana morsa allo stomaco quando si chiese che cosa l’avesse turbata in quel modo.

Non osò rivolgerle apertamente la domanda ma dopo quasi cinque minuti di teso silenzio, si ritrovò ad alzare il capo e cercare un pretesto per dire qualcosa, giusto per rompere quello strano ed inquieto silenzio.

A Hogsmeade hanno aperto una pista di pattinaggio – si ritrovò a dire, con una spontaneità che lo sorprese – magari questa volta riusciamo a pattinare nello stesso luogo senza attentati”. Commentò sorridendo, in quel tentativo di battuta per sciogliere il ghiaccio.


 


 

(Pov Sara)

Mi ero seduta sulla carrozza insieme ad Amanda ma a differenza degli altri giorni non prendemmo a chiacchierare piacevolmente come in situazioni simili.

Ciò in parte era dovuto al mio nervosismo al pensiero che, malgrado tutto, avevo accettato un appuntamento con Draco Malfoy.

Un appuntamento?!

Ripetei nella mia mente, scuotendo il capo, piuttosto si trattava di incontrarlo definitivamente per mettere in chiaro le cose.

Una volta per tutte.

L’altro motivo fu l’insolito comportamento di Amanda: era evidentemente turbata e non aveva fatto alcun accenno ad un biglietto di San Valentino per Harry, né gli aveva rivolto i soliti sguardi e non aveva quasi parlato.

Stavo giusto per chiederle spiegazioni quando fummo interrotte dall’arrivo del suddetto ragazzo.

Sorrisi tra me ma evitai di guardarli per timore di tradire la mia amica con un sorriso troppo soddisfatto e euforico.

Amanda accettò di farlo sedere e questo mi fece sorridere ma la vidi evitarne subito lo sguardo e farsi silenziosa.

La guardai un poco interrogativa e avrei voluto rompere il ghiaccio tra loro ma non trovai un pretesto che potesse sembrare casuale ma efficace a quel contesto.
Sospirai e mi costrinsi a volgere lo sguardo distrattamente al percorso, salvo sentire

le parole di Harry.

Sorrisi tra me e in altre circostanze avrei improvvisato un balletto di congratulazioni e aspettai che Amanda reagisse, salvo incupirmi.

Le diedi una discreta gomitata.

Accetta”.

Sussurrai con tono imperioso.


 

(pov Amanda)

Ero assorta nei miei pensieri negativi quando sentii Harry rivolgermi una domanda e la gomitata di Sarah.

Mi riscossi guardando confusamente prima l’uno e poi l’altra.

Sarah continuava a ripetermi di accettare.

Cosa?”. Le domandai in tono febbrile e confuso.

(Pov Sara)

L’invito di Harry”. Mi rispose con voce altrettanto concitata, indicandolo con un cenno del momento.

(pov Amanda)

Q-Quale invito?”.

Mi girai nuovamente verso Harry dicendogli che non avevo capito cosa mi avesse chiesto. .
Lui gentilmente riformulò l’invito.

Lo guardai sbalordita, incredula.

Una pista di pattinaggio? – domandai più volte stupita – hanno aperto una pista, sul serio?!”.

Arrossii un poco guardandolo negli occhi.

Non lo sapevo – dissi con voce roca abbassando lo sguardo- va bene! Sì, accetto: era proprio quello che mi ci voleva”. Mi ritrovai ad annuire con fervore.

Un modo per non pensare a…”.

Lasciai a frase sospesa e tornai ad abbassare lo sguardo mentre potevo intuire lo sguardo indagatore dei due.

Tuttavia non osarono farmi domande su ciò che mi turbava.

Sarah mi disse soltanto di divertirmi e, di lasciar perdere i miei problemi almeno per quel giorno.

Harry la rassicurò dicendo che si sarebbe occupato lui di farmi passare una buona giornata.
Diventai rossa e riuscii a formulare un timido “grazie” ad entrambi.

Anche se, in fondo al cuore, mi sentivo ancora più miserabile.


 

(Pov Harry)

Ebbe conferma del fatto che la ragazza non si era aspettata quell’invito perché sembrò completamente scendere dalle nuvole: lo guardò interdetta e gli chiese persino di riformulare l’invito.

Fu con un sorriso tra il divertito e l’intenerito che si apprestò ad esaudire alla sua richiesta e per un attimo il suo volto fu completamente trasfigurato: sembrò brillare di impazienza e di entusiasmo, come quello di una bambina.

I suoi occhi dardeggiavano, non più per un muto turbamento ma per il semplice entusiasmo, colorandole anche le gote di vitalità e di spensieratezza che sembrarono animarla da dentro.

Sorrise a quella constatazione e restò ad osservarla ritrovandosi a trattenere impercettibilmente il fiato mentre attendeva la sua risposta.

Quando la ottenne e soprattutto si perse nel suo sguardo sereno ed entusiasta provò un dolce calore all’altezza del petto e si ritrovò a ricambiare il sorriso con la stessa spontaneità.

Si fece un poco più pensieroso quando la ragazza sembrò tornare al suo turbamento iniziale e si promise intensamente che avrebbe fatto quanto possibile per illuminarle nuovamente la giornata, come poco prima.

Non sapeva il motivo del suo estraniarsi ma gli era intollerabile che tutto il suo essere si spegnesse in quel modo, apparendo un fantasma di se stessa e della sua proverbiale vitalità.

Ti prometto che sarà una giornata fantastica”.

L’assicurò e, quando la carrozza frenò bruscamente scese con un agile balzo.

Sorrise e si volse verso la giovane – la sua amica discretamente era smontata dall’altra parte con gli altri studenti – porgendole la mano per aiutarla a scendere.

Ti avverto solo di una cosa: questa volta non mi farai cadere”.

Sorrise con un che di complice e scherzoso, come ulteriore motivo di rassicurazione e di complicità.


 


 

(pov Amanda)

Quando la carrozza si fermò a destinazione, vidi con la coda dell’occhio la mia amica scendere dal altro lato.

Sapevo dove era diretta: sentii un peso sul petto e una morsa allo stomaco.

Per un attimo l’invito di Harry mi aveva fatto dimenticare la grave colpa di cui mi ero macchiata. .
Ma adesso ero tornata alla realtà.

Purtroppo, però, non potevo fare niente per fermare Sarah, per cambiare le cose.

Trattenni a stento le lacrime che mi pungevano agli angoli degli occhi.

Tuttavia cercai di mantenere un apparente serenità: afferrai la mano che Harry gentilmente mi porgeva e scesi dalla carrozza.

Una volta a terra camminai al suo fianco senza dire nulla e lo segui docilmente alla pista di pattinaggio.


 

(Pov Draco)

Una volta arrivato al villaggio, dissi a Tiger e Goyle di togliersi dai piedi e loro obbedirono andandosene al negozio di Zonko.

Io, invece, andai a comprare un fascio enorme di rose rosse, poi mi diressi ai Tre Manici di Scopa e andai a sedermi al mio solito tavolo.

Il più bello dato che lasciavo sempre una cospicua mancia.

Dissi al cameriere di mettere le rose in un vaso al centro della tavola e feci portare un’enorme torta con fragole e panna e attesi l’arrivo della Angels.

Accavallai le gambe, incrociai le braccia al petto e inclinai il viso da un lato .


 

(Pov Sara)

Sorrisi osservando Harry Potter e la mia migliore amica che stavano avviandosi entrambi alla nuova pista di pattinaggio e, mi augurai che trascorressero un bel pomeriggio insieme.

Soprattutto per Amanda che da tempo immemore gli era segretamente devota e quel giorno appariva così fragile e turbata.

Mi riscossi e guardai il paesaggio ancora innevato mentre mi stringevo meglio al lungo cappotto scuro, legando meglio la cintura alla vita e controllando l’orologio.

Ancora non riuscivo a capacitarmi completamente di ciò che mi stava per accadere, della mia risoluzione improvvisa – e probabilmente folle! Anzi, togliamo il probabilmente! – ad assecondare l’invito di Draco Malfoy.

Mi morsicai il labbro ma mi ripetei quello che mi ero detta: devo solo essere decisa e sicura di me, non deve equivocare la mia pacatezza o educazione per incertezza.
Devo stroncare definitivamente quei tentativi di seduzione.

Sospirai un’altra volta e mi passai una mano tra i capelli prima di attraversare la strada principale e quando vidi l’insegna mi morsicai il labbro.

Non posso farlo.

Scossi la testa e, a dispetto di me stessa, con un movimento rapido e fluido aprii l’uscio e lo scorsi quasi subito, seduto ad un tavolo mentre mi aspettava in quella posa indolente ma insopportabilmente sicuro di sé.

Mi avvicinai sforzandomi di apparire perfettamente controllata e sicura di me e mi tolsi il cappotto.

Malfoy”. Lo salutai salvo osservare la tavola imbandita da un vaso colmo di rose rosse e quella torta, la mia preferita.

Alzai lo sguardo in sua direzione e lo guardai stupefatta, per un istante prima di scuotere la testa.

Cosa… perché tutto questo?”.

Indicai il vaso e la torta sentendo le gote colorarsi di imbarazzo e confusione.


 


 

(Pov Draco)

Non dovetti attendere molto l’arrivo della ragazza e quando entrò la scrutai dal alto in basso ,per poi sentirla fare quel saluto .

Vidi lo stupore sul suo volto alla vista della tavola imbandita e sorrisi alla sua domanda.
Mi alzai avvicinandomi a lei e troneggiandola.

Le rivolsi uno dei miei sorrisi migliori: quello che faceva solitamente innamorare tutte le ragazze che avevano l’onore di uscire con me.

Oggi è San Valentino, voglio fari passare una bella giornata Angels– commentai con voce suadente e setosa, salvo indicarle il posto – accomodati”.

La feci sedere scansandole la sedia e mi accomodai accanto a lei.


 


 

(Pov Sara)

Lo vidi alzarsi e per un istante ne studiai la figura allampanata mentre mi scrutava a sua volta e mi rivolse quel sorriso suadente e malizioso che aveva saputo sempre soggiogare le ragazzine innamorate di lui.

Mi sforzai di sostenere il suo sguardo sardonico ma quando lo sentii fare riferimento alla festa di San Valentino mi sentii notevolmente a disagio: la festa degli innamorati.

Da quando Draco Malfoy così narcisista ed arrogante teneva conto di una simile frivola festività?

E perché sembrava davvero intenzionato a farmi passare una bella giornata?

Quando poi lo vidi spostarmi la sedia con fare così galante e nobile, mi sentii ancora in soggezione e mi morsicai il labbro.

Temevo che potesse seriamente e realmente sorprendermi in modo positivo e questo mi rendesse più difficile respingere le sue attenzioni.

Sospirai ma obbedii e mi sedetti e lo sentii spostare in avanti la sedia ma quando mi si sedette accanto, denotando già chissà quale intimità tra di noi, mi sentii irrigidire mentre osservavo la torta che aveva un aspetto davvero invitante.

E quelle rose sembravano fresche ed emanavano un profumo davvero etereo ma delicato.

Osservai il ragazzo ancora incredula per queste premure e mi morsicai il labbro, lisciando la gonna del vestitino e sospirai cercando le parole giuste.

Mi sforzai di alzare gli occhi per incrociarne lo sguardo.

Sei un corteggiatore incallito – commentai con un sorriso un poco nervoso – non posso fingere di non esserne sorpresa”.

Esordii con tono pacato.


 


 

(Pov Draco)

Oh, Angels, io sono un tipo pieno di sorprese e ti stupiresti nello scoprire quanto ho da offrire”.

Le risposi guardandola con fare ammiccante e seducente pronunciando l’ultima parola in un sussurro.

Assaggia la torta: l’ho fatta preparare apposta per te”.

Le dissi, tagliandogliene una fetta e mettendogliela nel piattino.

Spero ti piaccia”. Conclusi un poco malizioso per poi chiamare il cameriere e ordinare del the.

La osservai mangiare la torta lentamente e con gusto e restai in silenziosa contemplazione dei suoi occhi che si chiudevano a ogni morso, quasi che così ne assaporasse meglio il gusto.

Quando il cameriere tornò con il the, gliene versai un po’ nella tazza e glielo offrii per poi berlo a mia volta.

Dopo qualche minuto di silenzio mi passai una mano tra i capelli e la guardai inarcando le sopracciglia.

Allora, ti va di fare una passeggiata my Angels?”.


 


 

(Pov Sara)

Lo guardai incuriosita da tutta quella spiegazione mentre mi porgeva un pezzo di torta e mi si rivolgeva chiamandomi “My Angels” cosa che mi faceva un poco imbarazzare e al contempo mi trasmetteva un certo calore non ben definito.

E’ squisita”.

Mi ritrovai a sussurrare malgrado tutto ben consapevole del suo sguardo addosso che mi procurò un certo calore all’altezza delle gote, soprattutto associato a quella sua allusione sul poter “offrire molto”.

Probabilmente avrei dovuto indignarmi, potendo avere anche un sottinteso malizioso ma per qualche motivo mi ammorbidii per la dolcezza e la bontà di quel dolce, il mio preferito.

Come faceva a saperlo? Mi domandai distrattamente, prima che mi rivolgesse quella domanda, una volta che ebbi riempito il silenzio mangiucchiando il mio dolce.

Annuii: camminare mi avrebbe aiutato a riflettere e probabilmente se non fossimo stati così vicini, avrei potuto ragionare con più lucidità.

Va bene – annuii, passandomi una mano tra i capelli e infilando di nuovo il cappotto – vada per la passeggiata”.

Uscii dal negozio, sentendomi ancora i suoi occhi addosso e cercai di controllare le mie reazioni seppure l’imbarazzo fosse ancora elevato e non sapevo proprio come avrei potuto rompere il ghiaccio.

Di cosa avrei mai potuto parlare con Draco Malfoy?

E perché indugiavo tanto al riferirgli il mio messaggio finale?

Cosa diavolo sto facendo?

Malfoy”.

Mi interruppi nel mezzo della strada ma quando si volse a guardarmi e i suoi occhi perlati intrecciarono i miei, mi ritrovai senza fiato.

Perché continui… tutto questo?”.

Mi sentii domandare con le gote arrossate e i capelli scarmigliati.

Potevo illudermi che lui fosse… sincero?


 


 

(Pov Draco)

Fui contento quando la ragazza accettò di passeggiare con me.

Mi alzai da tavola, mi rimisi il soprabito e insieme uscimmo dal locale.

Iniziammo a camminare e restai di stucco quando la vide fermarsi dopo qualche minuto e rivolgermi quella domanda.

Non potei non sorridere però notando il suo rossore.

Inclinai il viso da un lato guardandola con le sopracciglia aggrottate salvo poi sorriderle e rispondere:

Perché tu sei diversa e la cosa mi intriga – le dissi guardandola negli occhi – sei presuntuosa”.

Avanzai verso di lei di un passo.

Scorbutica – le accarezzai il mento con un dito e mi avvicinai a un soffio dal suo viso – sei una bisbetica… da domare”.

Conclusi sussurrandole sulle labbra .


 


 

(Pov Sara)

Lo vidi sorridere e quel gesto per quanto convenzionale e semplice ebbe l’effetto di far dardeggiare maggiormente i suoi occhi nonché di strapparmi uno strano singulto in petto mentre avanzava ulteriormente in mia direzione.

Probabilmente avrei dovuto scostarmi ma per qualche motivo mi fu impossibile e deglutii a fatica ma quando lo sentii parlare con voce suadente e sicura di sé, sentii un brivido lungo la spina dorsale.

Arrossii maggiormente e quando mi sfiorò il mento quasi tremai, emettendo un ansimo di emozione e di imbarazzo mentre sentivo la gola secca e mi ero ritrovata senza fiato.

Lo vidi sporgersi maggiormente in mia direzione e fui invasa dal suo profumo intenso e mascolino che sembrò annebbiarmi la mente mentre il mio cuore scalpitava furioso e quando mi sussurrò quelle parole, quasi sulle labbra, mi sentii mancare.

Sbattei le palpebre a più riprese come stessi cercando di riavermi e di recuperare lucidità mentre mi imponevo di riprendere respiro e scostarmi un poco ma non riuscii comunque a sottrarmi dal mare argentato del suo sguardo che sembrava risucchiarmi.
Deglutii a fatica e rilasciai un lieve sospiro prima di inarcare le sopracciglia.

E se tu – mi morsi il labbro per come la mia voce era apparsa roca e tremula, tossicchiando – non fossi in grado di… farlo?”.

Conclusi, i miei occhi ancora fissi suoi suoi e la voce meno sicura di quanto avrei voluto.


 

(Pov Draco)

My Angels – sussurrò suadente- te l’ho detto: mi sono sempre piaciute le sfide”.

Le accarezzai la guancia con le dita, sorridendo per come era fredda e la mia esperienza mi disse che ciò non era solo dovuto al fattore climatico.

La guardai con il viso inclinato di un lato e le sopracciglia inarcate.

E poi… non sono un tipo che si arrende facilmente”.

Mi avvicinai maggiormente e con la mano libera le cinsi un fianco, sorridendo quando sembrò trasalire e tremare tra le mie braccia.

Ti prenderò per lo sfinimento”.

Le sussurrai all’orecchio.


 

(Pov Sara)

Lo guardai ancora quasi soggiogata dal suo sguardo perlato e quasi mi rilassai alla pressione delle sue dita sulla guancia: il tocco era sicuro, indolente ma al contempo aveva un alone di tenerezza e delicatezza che mi lasciò senza fiato.

Avrei potuto quasi addormentarmi o per lo meno rilassarmi e mi ritrovai quasi a socchiudere gli occhi.

Trasalii invece quando lo sentii avvicinarsi e anche se non eravamo abbracciati, eravamo ad un’intima distanza, tanto che emisi un gemito strozzato quando mi cinse il fianco e quella frase bisbigliata all’orecchio risuonò come un uragano.

Nella mia mente riapparvero, quasi dolorosi per velocità ed intensità, quei momenti precedenti, l’inizio delle sue scorribande: da quella ronda notturna fino a quanto accaduto a Nocturn Alley e poi sul treno per il rientro dalle vacanze di Natale.

Gemetti e sentii il mio corpo tendersi di spavento e di apprensione mentre la pressione della sua mano era forte e sentivo il suo corpo premersi sul mio, lasciandomi senza fiato.

Lo scostai e indietreggiai mordendomi il labbro, quasi temendo potesse seriamente pensare di saltarmi addosso.

S-Stammi lontano – balbettai con voce roca per la paura – sei… sei… un mostro! STAMMI LONTANO!”.

Mi sentii dire con voce roca ma non attesi risposta e mi voltai fuggendo rapidamente e confondendomi nella folla per tornare al castello.


 


 


 

(Pov Draco)

Stavo per lambirle le labbra quando la vidi scostarsi e pronunciare quelle parole.

Rimasi di sasso .

Nessuna ragazza aveva mai respinto un mio approccio.

Mi bastava un solo sguardo per far cadere qualsiasi donna di qualunque età o ceto tra le mie braccia.

Ma la Angels no.

Lei mi aveva rifiutato… di nuovo.

Strinsi i pugni mentre ella fuggiva da me a gran velocità.

Che cosa devo fare con te, Angels?

Mi domandai imprecando mentre avevo ripreso a camminare.

Andai da Zonko per raggiungere Tiger e Goyle ,ma vidi i due in dolce compagnia ,e allora mi allontanai vagando da solo finché non trovai la prima ragazza carina e sola.

Mi avvicinai e le sorrisi: mi bastò quel gesto a indurla a seguirmi in un motel dove vi trascorsi l’intera giornata, dannando me stesso per non essere riuscito a portarci l’unica ragazza che mi interessava davvero: Sarah Angels .

La sera tornai al castello di pessimo umore.


 


 

(Pov Harry)

Il tragitto che dalla stradina principale conduceva alla pista di pattinaggio era piuttosto breve ma ciononostante fu piuttosto carico di tensione.

Nella fattispecie, Amanda aveva accettato il suo gesto cortese e si era lasciata prendere per mano e Harry aveva provato una fitta allo stomaco per il contatto con quella manina esile e calda.

Una volta scesa aveva preso a camminare al suo fianco ma l’espressione era ancora assorta, lo sguardo era vacuo e perso nelle proprie riflessioni e Harry si innervosì soprattutto per la sua incapacità di colmare quel vuoto magari introducendo lui stesso un nuovo argomento di conversazione.

Fortunatamente arrivarono presto all’edificio ed entrambi per un attimo rimasero ad osservare quella lunga e piatta distesa di ghiaccio, come una passata di tinta di un pittore.

Il ghiaccio era ancora perfettamente levigato e vi era una tenue illuminazione che rilassava la vista e creava una piacevole atmosfera di calore e di intimità e, fu assorbito per qualche istante dal chiacchiericcio entusiasta degli altri ragazzi ma anche di alcuni adulti.

Sorrise e si rivolse alla ragazza.

Ci buttiamo?”. Le domandò ma di fatto la condusse con vivo entusiasmo nell’area di noleggio dei pattini e fu lesto a togliersi le sneackers per indossare i pattini.

Si voltò e porse di nuovo la mano alla ragazza per esortarla a entrare in pista con lui.


 


 

(pov Amanda)

Mentre mi recavo alla pista di pattinaggio assieme a Harry lasciai che lui mi prendesse la mano, avevo il cuore a mille ma ciò nonostante rimasi assorta dai miei pensieri .
Se la notte prima non avessi visto Draco,se fossi stata più prudente se…

C’erano tanti “se”: l’unica certezza era che la mia coscienza sporca mi impediva di godere di quello che i una altra circostanza sarebbe stato il momento più bello della mia giovane vita.

Durante il tragitto, non osai guardarlo nemmeno di sottecchi, un po’ perché sentivo di non meritarlo e un po’ perché avevo paura che leggesse nei miei occhi, quel turbine intenso di sentimenti che avevo nel cuore e che provavo per lui.

Una volta arrivati davanti alla struttura ,ne rimasi incantata.

Dimentica per qualche istante dei problemi, feci riemergere l’entusiasmo di bambina.

Entrai nel edificio con Harry, mi tolsi i stivali, mi infilai i pattini letteralmente trascinare in pista da lui.


 

(Pov Harry)

La giovane si lasciò trascinare in pista da lui senza opporre resistenza e, il ragazzo lo notò un poco confuso e sconcertato, non incrociò il suo sguardo ma lo teneva costantemente fisso per terra.

Si domandò ancora una volta del perché di quell’atteggiamento così stridente rispetto all’arroganza iniziale ma neppure… vivo.

Quasi spento.

Le strinse un poco più forte la mano e prese a scivolare agilmente sul ghiaccio, conducendola con sé e sperando di rivedere nel suo sguardo quello scintillio di vita e di spensieratezza.

Quando ciò non avvenne sembrò scoraggiarsi e sospirò, tanto più che la ragazza non sembrava proprio esserci con la testa e sarebbe andata a sbattere contro un’altra pattinatrice se non l’avesse cinta a sé istintivamente.

Quasi rimase stordito per la vicinanza del suo corpo e lei finalmente incrociò il suo sguardo.
“S-Stai bene? – le domandò con voce più roca – mi sembri… distante”.

Sussurrò, guardandola con un sorriso che voleva essere di rassicurazione e al contempo di comprensione.

Non sapeva quale dilemma la stessa torturando ma era triste vederla così diversa dal suo solito.


 


 

(pov Amanda)

Mi lasciai letteralmente trasportare sulla pista dalle mani esili ma allo stesso tempo forti di Harry.

Ma il senso di angoscia e di preoccupazione per la mia amica erano cosi forti che nemmeno i pattini e la compagnia di Harry sembravano distogliermi da quei tristi pensieri.

Ero distratta e non mi accorsi nemmeno che stavo andando a sbattere contro un’altra pattinatrice. Quando all’improvviso mi ritrovai cinta tra le braccia di Harry.

Il mio cuore mancò un battito.

Rialzai lo sguardo e lo vidi chiedermi se stavo bene mentre mi sorrideva per rassicurarmi.

Quando mi disse che sembravo distante, sospirai guardandolo con occhi addolorati.

Istintivamente gli passai le braccia intorno alla schiena e affondai il viso sul suo petto Lo sentii stringermi a sé e rimanemmo qualche istante cosi in mezzo alla pista finché non fummo letteralmente travolti da un pattinatore corpulento che non era riuscito a frenare.
Ci ritrovammo stesi sulla pista e, con mio grande disappunto, vidi Ginny Weasley correre verso di noi e chiedere a Harry se si fosse fatto male.

Lo aiutò a rialzarsi e mi ignorò.

Lui, invece, si girò verso di me e mi aiutò.

Gli afferrai la mano e mi rialzai salvo poi riprendere a pattinare ignorandoli completamente, rimproverandomi di averlo abbracciato poco prima.

Che stupida illusa sono stata, pensai amaramente.


 


 

(Pov Harry)

Continuò a sorridere alla giovane e avrebbe voluto sfiorarle i capelli o carezzarle la guancia o dirle che qualunque fosse la sua angoscia avrebbe voluto aiutarla, alleviarle quel fardello.

Trasalì con un singulto soffocato in gola quando sentì le sue braccia cingergli la schiena e la sentì affondare il volto contro il suo petto come alla ricerca di protezione e, al contempo, di un rifugio.

Se da un lato l’apprensione e la preoccupazione del giovane accrebbero, dall’altro fu totalmente impreparato a quel brivido lungo la spina dorsale e quel languore improvviso all’altezza dello stomaco.

Deglutì a fatica e si sentì rigido per qualche istante perché quel gesto lo aveva completamente spiazzato.

L’attimo dopo si sentì quasi intorpidire per la morbidezza del suo corpo premuto contro il proprio e gli sembrò di percepire i battiti del suo cuore in sincrono con i propri.

Rilasciò il respiro lentamente e le avvolse delicatamente i fianchi, appoggiando il viso tra i suoi capelli.

Si stupì per la spontaneità di quel gesto ma non si fece domande e continuò a cullarla fino a quando trasalirono entrambi e caddero a terra.

Quasi frastornato, accettò di farsi aiutare da Ginny ma quando ebbe rialzato anche Amanda, quest’ultima gli sfuggì e riprese a pattinare da sola.

Avrebbe voluto inseguirla, cingerla e indurla a confidarsi con lui o perlomeno pattinare ancora insieme ma temeva che un’altra pressione l’avrebbe costretta maggiormente a mettersi sulla difensiva.

Sospirò impercettibilmente ignorando il cicaleccio di Ginny e continuò a pattinare, lo sguardo fisso su di lei e ancora la sensazione di quell’abbraccio.


 


 

(pov Amanda)

Continuai a pattinare da sola per un po’ .
Speravo che Harry mi seguisse .
Ma lui non lo fece.
Rimase con Ginny.
La sua ragazza.
Non mi rimase che uscire dalla pista .
Mi tolsi i pattini, mi rimisi gli stivali e lasciai l’edificio senza neanche salutare Harry Potter.
Vagai un po’ per il villaggio cercando Sarah e Malfoy.
Non li trovai .
Entrai ai Tre Manici di Scopa : non erano neanche li.
Dovevo restare alla larga, lo sapevo, ma ciò non mi impediva di vedere che stessero combinando.
Mi sedetti ad un tavolo e sorseggiai una Burro birra.
Poi uscii e andai a cercarli negli altri negozi.
Spariti.

Dove diavolo l’aveva portata?
“Malfoy se le hai fatto del male – imprecai tra i denti – giuro che ti ammazzo! Ricatto o non ricatto.”
Andai nel motel del villaggio a chiedere se per caso ci fosse una prenotazione di Malfoy.
Quando mi dissero di sì, mi sedetti in poltrona e aspettai che uscissero dalla stanza per strozzare Malfoy.
Sapevo che Sarah non ci sarebbe mai andata per sua volontà e avevo il terrore che le avesse fatto un incantesimo proibito.
Rimasi in attesa nella hall, pronta a strangolare Malfoy appena fosse sceso.
Dovetti attendere delle ore prima che scese e quando lo vidi con un’altra ragazza sospirai di sollievo.
Me ne andai senza essere vista e tornai di corsa al al castello.


 

(Pov Harry)

Il resto della sua permanenza sulla pista da ghiaccio non fu altrettanto piacevole: non sentiva le chiacchiere di Ginny e al contempo cercava di sfuggire dalle sue attenzioni.

Continuava a seguire con lo sguardo la giovane Rubens: una parte di sé avrebbe voluto tornare da lei e insistere perché gli dicesse che cosa la tormentava così tanto ma, qualcosa glielo impedì e quando lasciò la pista si ritrovò a sospirare.

Il loro rapporto era stato strano fin dagli esordi eppure aveva avuto l’impressione di aver compiuto un passo avanti appena un’ora prima e adesso era come essere retrocessi di dieci.

Tornò al castello ignorando le occhiate languide che si lanciavano Ron e Lavanda e si ritrovò a far vagare lo sguardo sulla Sala Grande: Amanda Rubens quella sera non si trovava al tavolo dei Corvonero con la sua amica ma a quello dei Tassorosso.
Era seduta in disparte, lo sguardo fisso sul piatto.

Sembrava così sola e fragile.

Avrebbe voluto alzarsi e raggiungerla ma sospirò e quando si trovò davanti gli avanzi della sua torta di San Valentino provò un vago sentore di nausea.

Solo quella mattina era rimasto intenerito da quel gesto e si era quasi augurato di conoscere la misteriosa ammiratrice, ma dopo aver incontrato la Rubens, l’aveva completamente rimossa dalla mente.

Al suo posto gli occhi lucidi di Amanda e la pressione di quell’abbraccio improvviso.

Si mise a letto ma impiegò molto tempo per prendere sonno: si sentiva spaccato a metà ma non sapeva esattamente quale metà gli appartenesse.


 

(pov Amanda)

Appena tornata ,andai nella mia stanza mi spogliai del cappotto e scesi in Sala Grande per cena.

Non avevo molto appetito in verità ma non mangiavo dalla sera prima e rischiavo di sentirmi male.

Non vedendo Sarah a tavola mi preoccupai ma fui rassicurata da Luna che mi disse di averla vista in stanza cinque minuti prima.

Andai così a sedermi tra le mie compagne Tassorosso e mangiai senza alzare mai gli occhi dal piatto.

Intorno a me le ragazze parlavano della loro meravigliosa serata assieme ai fidanzati.

La cosa mi fece sentire ancora più sola e disperata di prima.

Quella notte a letto ripensai al mio abbraccio con Harry, ne percepivo
ancora il profumo e i battiti del cuore .

Poi ripensai a Ginny e alla consapevolezza che Harry fosse rimasto con lei.

Nascosi il viso sotto il cuscino e scoppiai in singhiozzi finché

non mi addormentai.


 

(Pov Sara)

Tornai al castello rapidamente e mi richiusi nel mio dormitorio: non scesi a cena quella sera ma rimasi a fissare il cielo notturno fuori dalla finestra.

Nella mente ripercorsi quei momenti in compagnia di Malfoy fino a quel gesto più intimo e sentii un vuoto nello stomaco al pensiero di quante volte mi avesse usato una simile prepotenza.

Mi ero illusa ancora una volta che nei suoi gesti, nel suo sguardo e nel suo sorriso ci fosse qualcosa di più profondo, di più dolce e tenero ma ancora una volta mi aveva dato dimostrazione che l’unico interesse che gli suscitavo era a livello sessuale.

Mi morsi le labbra su cui, malgrado il passare dei mesi e le mie promesse, sentivo ancora la pressione delle sue e presi il mio diario e senza riflettere iniziai a scrivere.

Che cosa c’è di così sbagliato in me?

E’ così strano desiderare di sentirsi strette, rassicurate, di sentire il calore di un abbraccio sincero, farmi cullare dalla presenza di qualcuno che mi ami… che mi tratti come una principessa?

Invece passa il tempo, i San Valentino e mi sento più sola che mai.
Stringo forte un cuscino e sogno un bacio che non mi è mai stato concesso, sogno parole che non mi saranno mai sussurrate.

Sogno l’amore ma sono sola.

Sola ed invisibile.

L’ultima parola quasi non si leggeva perché la carta era bagnata.


 

(Pov Draco)

Quella sera a cena non vidi ne Angels e nella Rubens.

Rimasi in silenzio per tutto il tempo.

Tornai nella mia stanza e buttai le lettere nel fuoco senza neanche aprirle .
Mi spogliai e mi gettai sul letto.

Presi il medaglione tra le mani e mi addormentai.

La mattina dopo mi svegliai nuovamente nella Stanza delle Necessità .

Continua ...

 

Bene bene, anche questo capitolo si è concluso, spero vi sia piaciuto.

È stato uno dei più tosti da scrivere ma grazie alla collaborazione di Kiki 87 è venuto meglio di come l'avevo progettato originariamente.

Pensate che all'inizio avevo deciso che Ron doveva stare con Hermione ma poi ho preferito non distaccarmi troppo dalla storia originale e l'ho piiazzato al fianco di Lavanda.

Ma è solo una situazione momentanea non temete .

Le cose stanno per cambiare a Hogwarts perché anche se non sembra il male sta agendo nell'ombra.

Presto per Malfoy e gli altri, quello che stanno vivendo adesso passerà totalmente in secondo piano.

Molti guai sono all'orizzonte ma per scoprire cosa accadrà, non vi resta che continuare a leggere.

Grazie mille a tutti coloro che sono arrivati fin qui, spero continuerete a farlo fino alla fine .

Vi adoro.

Un abbraccio e alla prossima settimana.


 

Ps: speriamo che il tempo sia più piacevole: vi sembra normale che debba piovere a luglio?

Ps: domani io e la mia Beta, nonché collaboratrice Kiki87 festeggeremo 3 anni d'amicizia.

Sono molto contenta e grata a Dio per averla portata nella mia vita.

Grazie di tutto cara sei un tesoro, ti adoro ♥

   
 
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