SHOPPING
A DIAGON ALLEY
Rieccoci qua con il nuovo capitolo di questa strana storia, che
comincia a farsi davvero interessante, ce l’abbiamo
messa tutta per renderlo piacevole e divertente, e leggendo, vedrete vecchi
personaggi sotto una luce nuova, come non vi sareste mai immaginati! Poi,
geniale quest’idea di sottoporre a un’intera giornata
di shopping con tre ragazze sfrenate tre Grifondoro
insieme a tre Serpeverde!!! Aahhh!
Che bello!!! Andare a giro con Sevvy!!
Si, Isa, ma non penso che gli altri saranno
così entusiasti! Noo! Perché?! E’ così
simpatico Sevvy!! Lascia perdere, Angy, lo sai com’é…Si,
infatti, lasciamola stare…Speriamo che il
nostro lavoro vi piaccia, e non vediamo l’ora di leggere i vostri commenti!
Baci. Le vostre Dark Queen, Aleena & Gnrlove!!!
Ps: Ognuna di noi ha scritto il pezzo del colore del suo
nome autonomamente, senza la correzione delle altre, un po’ per sfida
personale, un po’ per sapere da voi qual è lo stile che preferite, per ciò, mi
raccomando, fatecelo sapere!!!!
Lupin sembrò turbato all’idea
di dover trattare con dei Serpeverde, ma accettò comunque
l’incarico; per quanto riguardava Grifondoro, sapeva
esattamente a chi rivolgersi. Uscendo dall’ufficio, intercettò gli sguardi
curiosi degli altri due e, sorridendo, fece loro cenno di avvicinarsi
L – Mi servono dei coraggiosi
che accompagnino le ragazze a Diagon Alley… -
S & J – Pronti –
L - … insieme ad una delegazione di Serpeverde -
S & J – Cooosa? –
L – Hem… Isa è con loro… -
S – Oh mamma… sembrava la
mattinata perfetta e invece arrivano questi a
rovinarci la festa –
J – Come sempre –
I – Hey non parlate
male dei miei amici! Sono molto simpatici… quando
vogliono… -
R – Ma cos’è questa ‘Diagon Alley’? e
perché dobbiamo andarci? –
L – Dobbiamo comprare tutto il
materiale che vi serve per stare qui ad Hogwards -
R – Comprare? Vuoi dire… che
stiamo andando a fare shopping?!!-
L – beh, più
o meno… -
J - Diagon
Alley è una delle vie più grandi di Londra, in cui
possono andare solo i maghi, e lì ci si trova praticamente
di tutto!! –
A – Londra? Ma
non è un pò lontano? –
R – Shopping… Londra… yuhuu!! Ragazze, chi se ne frega, stiamo andando a fare shopping nel centro di Londra!! Sembra
un sogno!! Non ci posso credere!!
–
I – Che bello!! Non vedo l’ora di dirlo a Sevvy!
Aspetta, sarà meglio che lo dica anche a Lucciolo e
Regulus, non vorrei si offendessero!! -
S (con una fiamma negli occhi)
– Regulus? –
R – Lo conosci? –
S – Lasciamo
perdere… –
Si lasciarono con la promessa
di vedersi dopo mezz’ora all’ingresso, pronti per partire.
Trenta minuti dopo Sirius,
James, Remus, Robye e Angie aspettavano gli altri fuori dal portone d’ingresso, i ragazzi avvolti nei loro
mantelli, neri come la loro espressione, le ragazze euforiche, con grandi
sorrisi stampati sui volti, che discutevano allegre. Ad un tratto videro
avvicinarsi quattro persone; una di queste era Isa, davanti a tutti, che trascinava gli altri tre, tenendoli per la cravatta.
I – Scusate per il ritardo ma i miei amici non erano molto convinti di venire…
chissà perché… -
J ( in tono sarcastico,
rivolgendo uno sguardo glaciale a Lucius ) – Malfoy, come mai sei qui? Anche tu ami fare shopping? –
Lu ( freddamente ) – Era necessario, secondo il nostro
direttore, che fosse presente un prefetto –
S – Ah, mocciosus!
Finalmente ti sei deciso ad andare a comprare uno Shampoo? –
Sirius e James scoppiarono a ridere mentre Piton li guardava carico d’odio. Per la prima
volta aprì bocca l’altro ragazzo Serpeverde che, rivolto a Sirius, disse
- Quando
si tratta di ragazze, tanto per cambiare, ci sei di mezzo tu -
S – Invidioso, Regulus? –
I – Mi pare di capire che vi
conosciate tutti… bene, così risparmieremo tempo
evitando le presentazioni… e comunque – e si rivolse direttamente a Sirius e
James, squadrandoli con un divertito rimprovero che poco si addiceva
all’ambiente meno che cordiale – lui si chiama Sevvy,
non ‘mocciosus’, vero? Diglielo –
P ( alzando gli occhi al
cielo) – Si, Sevvy… -
Totalmente ignara della
discussione in atto, distratta da altro, Robye
scrutava ora Sirius ora Regulus da un po’; improvvisamente si spostò, prese
Sirius per un braccio e lo portò accanto all’altro
ragazzo oggetto della sua attenzione. Dopo averli osservati qualche istante, sentenziò
R – Voi due vi somigliate
davvero tanto! E portate entrambi nomi di stelle… fatemi
indovinare… parenti? – (il silenzio dei due le diede conferma) - Si, direi di si! Cugini? Fratelli? –
S – Purtroppo si… -
R – Davvero? Che bello! –
Re – Una vera gioia… -
Sirius allora, indispettito, prese per mano Robye
e l’allontanò dal fratello, sussurrandole, in maniera perfettamente udibile
dagli altri
S – È meglio stare lontani da
certi soggetti –
R – Perché? –
Non ebbe risposta, perché in
quel momento sentirono dei passi molto pesanti avvicinarsi a loro, e voltandosi
videro una montagna con indosso un vecchio pastrano che si dirigeva nella loro
direzione.
I – Oh mamma, cos’è quello?
Hanno aperto le gabbie? – e un po’ spaventata si
aggrappò al braccio di Lucius e lo strinse forte, cosa che fece arrossire il
biondino…
J – Ciao Hagrid!!-
A – Che razza di nome è ‘Hagrid’? E sopratutto, lui cos’è? –
S – Lui è Rubeus
Hagrid, il custode delle Chiavi e dei Luoghi qui a
Hogwarts, e guardiacaccia del castello… allora, Hagrid,
ci accompagnerai tu a quanto ho sentito! –
R – Uh, che bello, più siete e
più buste potete portare –
Lu – E lui di buste ne può portare parecchie, con quella
stazza… - i Serpeverde ridacchiarono, ma il commento non raggiunse
gli altri, che avevano gridato in coro
S, J & L – Buste? –
Ag – Andiamo, ragazzi, c’ha dato
poco tempo, dobbiamo spicciarci o non riusciremo a fare tutte ‘ste cose che dobbiamo –
Lu (rivolto a Regulus, sottovoce ) – Che zotico, senti come
parla… mi vergogno solo al pensiero di dover andare in giro con lui per Diagon Alley, pensa se mi vedesse qualcuno che conosce mio padre, in compagnia di un
bifolco e di cinque sudici Grifondoro –
Re – Una vera vergogna… se mia
madre viene solo a sapere che mio fratello… non farmici
pensare, per favore; cerchiamo solo di non affatturarli fino a Londra, poi al
primo angolo prendiamo Isa e ce ne andiamo da soli –
Ag – Basta con le chiacchiere voi, venite
altrimenti vi molliamo qui –
Effettivamente gli altri già
erano rientrati nel castello, ed Hagrid stava
chiamando i due Serpeverde dall’ ingresso. Di
malavoglia, Lucius e Regulus si avviarono verso il guardiacaccia, che guidò il
gruppo al piano di sopra, nello studio della McGranit,
dove la professoressa, seduta alla scrivania, esaminava delle carte, il solito
cipiglio austero sul volto.
I – Ah, la vecchiaccia! Ciao!
-
A – E adesso? Siamo al punto
di partenza –
Ag – Ora ragazze venite qui al camino, pigliate una manciata di ‘sta polvere e buttatecela dentro, dicendo ‘Diagon Alley’ in modo chiari
chiaro, altrimenti chissà dove finite, capito? –
I – Io… sinceramente no… - a
Lucius – Ma come accidenti parla? -
S – Il camino è abbastanza
grande, meglio se entrano con qualcuno di noi prima, così vedono come funziona
– e detto ciò prese Robye per mano e la portò nella
bocca del camino, afferrò una manciata di polvere
grigia da un vasetto alla sua destra e la gettò su di loro, gridando ‘Diagon Alley’. Istantaneamente, i
due scomparvero in una voluta di fiamme verde smeraldo.
Ag – Bravissimi, ora tu – ed afferrò Regulus per un
braccio, trascinandolo quasi di peso a fianco di Angie
– entrerai con lei – e gli diede una pacca sulla spalla che gli fece perdere
l’equilibrio, spedendolo addosso ad Angie, che lo sorresse.
Re – Perché proprio io? – fece
il ragazzo, rosso in volto, sciogliendosi delicatamente dall’abbraccio forzato
di un’Angie più che scarlatta.
Ag – Poche chiacchiere… cooperazione volontaria!! – e li spinse verso il camino
Re ( con fin troppo miele
nella voce forzata) – Allora ti accompagno io, Grifondoro,
vieni – e le tese la mano con un inchino ironico.
A – No, per favore, mi sporco
le scarpe sulla cenere… dai, sono le uniche che mi sono portata!! E comunque io ho un nome, sai?! –
Entrarono finalmente nel
camino e Regulus gettò la polvere, dicendo ‘Diagon Alley’. Con un piccolo puff anche
i due svanirono.
Ag – Avanti l’ultima ragazza –
I – Sevvy
vieni tu? –
P – No! Con te poi… -
I – Uffi
sei cattivo… -
Lu – Dai, ti accompagno io – e la prese per mano,
conducendola delicatamente al camino
I – Uh che bello… Ah ah Sevvy, alla faccia tua! –
Lu (con la polvere in mano, pronto a lanciarla) – Diag… -
I – Aspetta un attimo, Lucciolo, non avrai mica intenzione di buttarmi addosso quella polvere? Io non posso andare in giro coperta di grigio, mica sono Cenerentola –
Lu (incurante) - Diagon Alley -
Terzo puff
e fumo verde per il biondo e la ragazza.
Ha – Tu con me, Prefetto – fece scherzosamente Hagrid ad un
allibito Lupin che, con notevole fatica, riuscì ad infilarsi fra il guardiacaccia
e la parete del camino, ed a pronunciare un soffocato ‘Diagon
Alley’.
Rimasero solamente James e
Piton, che si scrutavano torvi, le mani in tasca, strette alla bacchetta.
Mg – Muovetevi, gli altri vi
aspettano ed io devo lavorare –
Curando di non avvicinarsi
troppo, i due entrarono nel camino e sparirono come gli altri.
Mg – Speriamo bene… non so
quanto sia stata una buona idea, Preside –
Si – Vedremo… - (Robye,
ma da dove ca..o è spuntato Silente? Mamma mia
quanto sei fine, Isa già, una
vera duchessa!! Ti manca solo la corona… ma che volete? Ho pure censurato!)
Diagon Alley era calma e
moderatamente silenziosa; pochi maghi si intrattenevano
in strada, preferendole i locali, che erano tutti forniti di almeno mezza
dozzina di clienti o avventori.
Ag – Beh io vado a fare delle… hem… commissioni per
Hogwarts – e così dicendo lanciò un’occhiata ad un
violetto buio che si apriva due isolati dopo sulla destra – ma voi intanto
gironzolate un po', ok? Ci si rivede fra un pò… - disse, poi si voltò e si avviò
trotterellando verso il vicolo.
L – Auguri
per le tue trattative, Hagrid – gli urlò
dietro.
A (con un’occhiata preoccupata
a James e Piton) – Forse è meglio se ci dividiamo in gruppetti –
Isa guardò Lucius, che le
sorrise
Lu – Vieni, andiamo da Olivander a prenderti una bacchetta –
I – Che bello ^_____^ vieni anche tu, Sevvy? – e senza attendere
risposta prese Lucius per i gomiti e si avvio’,
allegra.
Si erano già allontanati di un
centinaio di metri quando Regulus, assorto in una lite
accanita con il fratello, alzati gli occhi, li vide e provò a chiamarli, ma
erano già svoltati in un angolo; furioso, continuò a inveire contro Sirius.
A (frapponendosi tra Sirius e
Regulus) – Andiamo, ragazzi, abbiamo poco tempo,
smettetela di litigare –
S (ricomponendosi)
– Ok, ragazze, andiamo che abbiamo poco tempo – e così dicendo prese per mano Robye e l’allontanò dal fratello
R – Hey,
un momento, e lui? –
S – Che si arrangi,
scusa, non è colpa mia se i suoi l’hanno lasciato qui –
R – Ma non possiamo lasciarlo
solo –
J – Io non me lo porto dietro
un Serpeverde –
A – Come vuoi, vorrà dire che starà con me –
L – Cosa? –
A – Mi
accompagnerà lui, che differenza fa? –
S – Ma lui è… Serpeverde… è
pericoloso, non puoi –
A – Si
che posso, e poi mica morde, vero? – gli sorrise e lo
prese sottobraccio, poi si girò e si incamminò, chiedendo
A – Allora, dove si va per
primo? –
Il ragazzo, imbarazzato,
indicò una vetrina sulla destra
Re – Potremo vedere di là… -
A – Perfetto! Ciao, ragazzi! –
e agitò una mano in segno di saluto.
S – Non possiamo lasciarla
andare sola con lui, è pericoloso… uno di noi deve accompagnarla… -
R – Guarda che sa cavarsela
benissimo da sol… -
L – Li accompagno
io, ragazzi, non temete. A dopo, divertitevi – e lanciò un’occhiata di
sbieco a Sirius, che gli sorrise di rimando.
R – Oh che bello, andiamo?! –
I – Oh! Guarda Lucciolo Sevvy ci stà seguendo… -
Lu – Lascialo venire, non và d’accordo con i ‘nemici grifoni’ –
Passò un po' di tempo in cui i tre Serpeverde camminarono fino a giungere da Olivander
I – Uh! Che bello un frantoio! –
Lucius non poté fare a meno di ridere stando attento a non farsi vedere dalla piccola folla che stava passeggiando vicino a loro, entrarono, un omino anziano con grandi e scoloriti occhi d’argento, vividi alla fioca luce del negozio, si affacciò da dietro uno scaffale
Ol – Salve, bene una bacchetta per la ragazza, questa va bene? La provi… -
I- ah!!! Aiuto e questo chi è? Salve buon uomo lei è il contadino? Ma io non sento odore d’olio, sevvy tu…sevvy dove sei sevvy…ah eccoti
Severus Piton era appena entrato nel piccolo negozietto con faccia alquanto depressa
Lu- lui è olivander ti darà la tua bacchetta
I (prendendo la bacchetta) – Ma lei è un indovino? Mi legge la mano? Che per caso fa anche le carte? Oppure…ho capito…siamo in un ristorante cinese…senta buon uomo io vorrei le nuvole di granchio-
Olivander si volse verso Piton e gli chiese - è sempre così?
P – e chi la conosce!-
Isa si voltò di scatto e cominciò a far tremolare il labbro inferiore, poi fece finta di mettersi a piangere buttandosi contro il braccio di Lucius
I – io lo odioooooo….sigh-
Piton cercò di avvicinarsi a lei che in risposta gli urlò – non mi toccare!!-
Olivander che nel frattempo si era addormentato sul bancone e aveva un rivolo di bava che gli scendeva dalla bocca non si accorse di nulla, per lui era solo un dolce suono il litigio tra i giovani, passò un po’ di tempo poi isa cominciò a scuoterlo
I – senta lei nonno, posso chiamarla nonno vero? Lei nostradamus? Hey dico a te ti svegli? –
Olivander fece un salto e poi disse sperso – bene si interessante, bacchette, merlino, pasta alla matricina, bacchette serpeverde grifondoro si ora ti do la bacchetta. –
Andò a grandi passi dietro una libreria e prese da sotto la veste una logora lista
“olivander questa è la lista degli studenti fai il tuo solito bla bla bla sul fatto della bacchetta che sceglie il padrone e mi raccomando se hai una delle tue solite amnesie soporifere, si quelle che al risveglio non ti ricordi il nome delle persone che hai di fronte segui i cartoncini allegati Albus”
Olivander tornò indietro e lesse ai ragazzi i bigliettini
Ol – salve io sono Olivander…bene interessante…piacere…prendi…la bacchetta… - e prese una bacchetta a caso sperando (come sempre) in una botta di culo che gli avesse fatto azzeccare la bacchetta Isa l’agitò e una piccola nebbiolina le si creò intorno.
Ol (leggendo da sotto il bancone la scritta incisa sopra la scatola della bacchetta) – Bene squame di basilisco e quercia, mhm interessante la bacchetta perfetta per un Serpeverde –
(ma questo trova tutto interessante? Nda)
Dopo essere usciti da Olivander i tre si diressero verso il negozio di animali più vicino
I – Io voglio lui, che bello! – disse indicando un piccolo pipistrello
I (prendendolo) – Ti chiamerò Dracula! Che carino che sei, Sevvy portami la gabbia… bravo Sevvy! – Proseguirono in giro.
Pi (tenendo un gatto per la gola) –perché non prendi questo? –
I – no, i gatti quando mi vedono reagiscono male… -
Si voltò e il gatto reagì veramente male si getto a unghie serrate addosso alla faccia di severus che cadde a terra urlando.
(Scusate Gnrlove x questo piccolo
eccesso di follia… io glielo dico sempre di non accettare caramelle dagli
estranei!! Ecco come si diventa!)
Intanto James e Sirius in
compagnia della loro Robye stavano passeggiando nella
lunga via, che lei osservava assai interessata; non aveva mai visto edifici
tanto strani, ma ormai stava cominciando ad abituarsi alle stranezze di quel
mondo. Mentre superavano la vetrina di un negozio di nome ‘Il Serraglio Stregato’, disse
R – E così questa è la ‘via
dello shopping’ della Londra di
voi maghi –
S – Più o
meno –
R – È carina, piuttosto…
pittoresca! Ma dov’è che stiamo andando adesso? –
S – Alla sartoria di Madama McClan; lì potrai farti fare una
divisa su misura come la nostra –
R – Una sartoria?! Che bello! Spero però che non
abbia solo divise come le vostre, senza offesa, ma… sono un
pò tristi, non credo mi donino molto! Vorrei piuttosto chiederle di
confezionarmi qualche abito ‘normale’, ho solo questi, e qui fa
abbastanza freddo, con questa camicetta sto quasi congelando! –
J – Se hai
freddo posso prestarti il mio mantello.. –
S (fulminando l’amico con lo
sguardo) – Tranquillo, ho già fatto io! – e mentre
parlava si tolse il mantello e lo appoggiò sulle spalle della ragazza – Ecco, -
continuò – così sembri proprio una giovane strega! –
Lei, lusingata, sorrise tra se
e se, e continuò a seguire i ragazzi, finché, qualche metro più in là, non si
fermarono di fronte all’entrata della sartoria di
Madama McClan.
All’interno
numerosi pezzi di stoffa aleggiavano
a mezz’aria, e Robye si stava guardando intorno
entusiasta, quando sentì la voce di una donna che li salutò
Mc – Buongiorno, ragazzi. Mi sorprende vedervi qui! Oggi è
il primo giorno di lezione a Hogwarts, se non sbaglio –
J – Si, ma noi siamo in
missione speciale! Siamo qui per un’amica! – e spinse
in avanti Robye
J – Lei è Robye!
È nuova di qui! –
S (strizzando l’occhio) – Mi
raccomando, faccia un bel lavoro! La ragazza ci tiene – (a Robye) – tranquilla, sei in buone mani –
Mc – Vieni cara. Adesso prendiamo le
misure, poi l’abito sarà pronto in un istante –
Prese Robye
per le spalle e la condusse in un’altra stanza,
lontano dagli occhi indiscreti dei due ragazzi.
S – Mhh…
misure? Io azzarderei un ’90-60-
R – Gasp!
Spero che in questo posto accettino le carte di credito, perché non ho
contanti, adesso! –
Sirius e James si guardarono e
scoppiarono a ridere.
S – No, qui le ‘carte di credito’ non esistono –
J – Anche
perché nel mondo dei maghi si usano monete diverse da quelle del mondo babbano –
R – Babbano? –
S – È una storia lunga. Comunque, non ti preoccupare, la scuola ha un fondo che usa
apposta per le emergenze! – ed estrasse delle strane
monete dalla tasca e le diede alla signora.
I ragazzi uscirono dal
negozio, mentre Robye rimase indietro, si avvicinò
alla donna e disse
R – Allora, per quelle altre
cosette siamo a posto, vero? Li fa arrivare direttamente a Hogwarts con la
posta di domani mattina? Perfetto! Buona giornata! – e
uscì anche lei.
I ragazzi le chiesero come mai
si fosse trattenuta, e lei, con un sorriso soddisfatto, rispose
R – Niente, ho semplicemente
chiesto a Madama McClan di prepararmi qualche altra
cosetta… lo vedrete domani!! –poi, rivolta a Sirius, aggiunse
con un sorrisetto malizioso- Ah,comunque…ci sei
andato davvero molto vicino… -
Dopo la sartoria, i ragazzi
entrarono in un altro negozio, sulla cui insegna era
scritto ‘Olivander’.
J – Adesso arriva la parte più
emozionante per un giovane mago… o strega: la scelta della bacchetta! In realtà
sembra che sia la bacchetta a scegliere il mago, non il contrario! –
R – Wow! Avrò anch’io una
bacchetta magica? –
S – Già! Adesso entriamo! –
Dentro, i muri erano pieni di
scaffali colmi di piccole scatolette. Un signore anziano con grandi e scoloriti
occhi d’argento, scintillanti alla fievole luce del negozio, si avvicinò.
Ol – Buongiorno! Curioso, proprio poco fa sono usciti dei
vostri amici in compagnia di una strana ragazzina. Cercate anche voi una
bacchetta per questa ragazza? –
S, R & J – Si! –
Ol – Bene… fatti osservare… mhh…
è difficile da dire… è quasi come se… proviamo con questa – e, agitando
leggermente la bacchetta nella sua mano, fece scivolare giù dallo scaffale fino
a sè una scatolina; la aprì, estrasse una bacchetta,
e la porse a Robye.
Ol – Adesso agitala delicatamente… -
Non fece in tempo a finire di
parlare che Robye aveva già fatto partire dalla punta
un raggio luminoso che distrusse una lampada dietro al bancone.
Ol – No, no, decisamente non è
questa! –
Tolse la bacchetta di mano a Robye, che era rimasta quasi sconvolta e continuava a
fissare con sguardo attonito la lampada.
R – Scusi,
sono mortificata… -
Ol – No, non ti preoccupare, sapessi quante volte è successo! Proviamo con quest’altra –e porse un’altra bacchetta a
Robye, che la agitò, più delicatamente di prima , ma
non successe nulla. Allora lei la agitò di nuovo, più energicamente stavolta,
ma uscì soltanto un rivolo di fumo.
R – Uff!
Questa bacchetta non mi piace! –
Ol – Infatti, neanche questa va bene! Allora credo di aver
capito: legno di noce e corda del cuore di un drago – una terza bacchetta volò
nella mano dell’uomo, e lui la passò alla ragazza.
Ol – Prova questa adesso! –
Robye la agitò, facendo uscire dalla bacchetta, che le sembrò subito più maneggevole delle altre, un filo
luminoso di colore rosso vivo.
Ol – Perfetto! Ne ero sicuro. È
stato difficile, considerando i vari aspetti della tua energia magica, ma siamo
riusciti comunque a conciliarli.-
R (abbassando lo sguardo) – Si, lo so… -
Dopo aver pagato e salutato il
signor Olivander, i tre uscirono.
S – Adesso ti portiamo in un
posto molto carino! –
R – Dove? –
J – Il Serraglio Stregato! Lì
potrai sceglierti un animale qualsiasi. Ogni mago può portarsi a Hogwarts un
animale da compagnia!
R – Davvero? Wow!! –
Entrarono nel negozio di animali più strano che Robye
avesse mai visto. C’erano gabbie appese al soffitto da cui provenivano versi
strani, e pallette pelose dai colori vivaci
saltellavano qua e là nelle cassette poggiate a terra.
Fra i tanti animali che
c’erano, Robye rimase colpita da due grandi occhi
gialli che la fissavano dal fondo del negozio. Appartenevano a
uno splendido gatto nero, che Robye scelse subito come
suo animale da compagnia.
Fuori dal negozio, Robye continuò a
coccolare il suo Ares (così decise di chiamare il
gatto), e, togliendosi dalla gamba la bandana rossa, la legò al collo del
micio, che sembrò gradire.
S – Davvero un bel gatto!
Adesso possiamo andare a prendere gli strumenti, e poi raggiungiamo gli altri
al ‘Ghirigoro’ –
Re - … allora, calderone, c’è,
set di provette e vetri vari c’è, telescopio… si, c’è, bilancia di ottone presa… ci rimangono i libri di testo, la
bacchetta, l’uniforme… -
A – E una visitina a quel
negozietto di animali, mi hai detto che posso portarne
uno, ricordi? –
Re – Si
ma una per volta, ok? Allora, dove vuoi andare prima? –
A – Sono combattuta tra i
vestiti e l’animaletto… quanto c’è rimasto, tesoriere? –
L – All’incirca… il minimo
indispensabile per i libri e l’uniforme… se li prendiamo
usati! Accidenti, dovevi proprio comprarti quel set di piume in argento? –
A – Certo che si, erano
indispensabili!! –
L – E il calderone non ti
andava bene in peltro? –
A – Lo sanno
tutti che i metalli nobili conducono meglio il calore! –
L – E il cannocchiale con
inserti in oro bianco? –
A – Non lo trovi carinissimo?
–
L – E come giustifichi quei
tre braccialetti? –
A – Una gratifica per il mio
futuro impegno… e il negoziante era molto gentile, mi
ha pure fatto lo sconto su collana e orecchini! –
L – E poi… -
A – oh, dai, se devi essere
così fiscale allora tieniteli i soldi, pago con i miei… uff,
neanche fossero tuoi… tirchio!! -
Re – Hai dei soldi tuoi? –
A – Certo… ma non dite nulla,
voi non me l’avete chiesto, prima! E comunque a me non
piace andare in giro senza niente. Ma non vi aspettate
granché, ho solo qualche spicciolo… a proposito, dove li posso cambiare con i
vostri? –
L – C’è la Gringott,
qui vicino, lì te li cambieranno… credo… la banca fa anche questo servizio,
giusto?-
Re – Si, credo di si, ma se si tratta di pochi sol… -
A – Ok, si và
– fece qualche passo in avanti, poi si voltò, pensierosa, e chiese
A – Dove avete detto che è? –
Re – Vieni, Grifondoro, ti accompagno io -
A – Io
ho sempre un nome, ricordi? – ma gli offrì ugualmente
il braccio, che lui accettò, immediatamente seguito da Remus, che le prese
l’altro.
Camminarono così per qualche
metro finché, girato un angolo, intravidero una costruzione in
marmo bianco, candida come la neve, che svettava sopra le piccole botteghe, un
portale di bronzo brunito a rilievi ad interrompere l’armonia strampalata di
quella costruzione che sembrava pendere da un lato.
A – Bellissima… deve essere
una figata lavorare lì dentro! -
Salirono le scale e, arrivati
davanti alla porta, videro un omino vestito con un’uniforme scarlatta e oro,
che fece loro un inchino, indicando con la mano tesa la seconda porta, un
ingresso più piccolo in argento, lucido e lavorato, oltre il quale vi era un enorme
salone marmoreo, pieno zeppo di altri omini seduti su
alti scranni, intenti a compilare libri mastri, a pesare monete su bilance
d’ottone o ad esaminare pietre preziose.
A – Chi sono? – chiese, curiosa, senza mai staccare gli occhi dal soffitto
decorato in rilievo.
L – Sono folletti, i banchieri
ed amministratori della Gringott… molto abili con il
denaro, ma poco socievoli… - erano intanto arrivati
davanti ad un bancone, dietro il quale un folletto li squadrava, altezzoso.
Re (rivolto a Lupin) – Qui
parlo io, che sono molto più abile riguardo le
questioni di denaro… sai, prelievi e cose del genere… - mentre lo diceva,
squadrava le logore vesti dell’altro, che abbassò appena lo sguardo.
Re – Salve, dovremmo cambiare
alcuni contanti babbani in monete dei maghi –
Fol – E quale sarebbe la cifra? – la sua voce era gracchiante
A – Esattamente… qualcosa più
di… oh, li conti! – e così dicendo estrasse il portamonete e lo porse al
folletto, che, dopo un’occhiata all’oggetto, un portafoglio giallo e viola
dall’aria consunta, e macchiato di verde lungo un margine, come se fosse stato
strusciato su di un prato, lo aprì e sbiancò
Fol – As… aspetti, devo parlare
con il mio superiore… - e si alzò di corsa, scappando verso un folletto che,
qualche metro più in là, redarguiva un suo dipendente
L – Ma che gli prende? Che avevi nel portafoglio? –
A – Boh, qualche scontrino, un anellino d’argento, degli
spiccioli e un po’ di banconote da cinquecento, niente di che –
Prima che qualcuno dei suoi
allibiti accompagnatori potessero ribattere, il
folletto tornò
Fol – Bene, signorina, lei dovrebbe aprire un conto presso
di noi sul quale verranno depositati l’equivalente in
galeoni dei suoi soldi. Prego, metta una firma qui, le abbiamo riservato la camera blindata numero 881 –
Ottenuti i soldi, presa la
chiave della cassetta, assicuratasi che il suo patrimonio fosse al sicuro,
Angie si avviò felice, guidata dai suoi compagni, verso un negozietto che in
vetrina esponeva pesanti vesti lunghe di vari colori.
Lu – Eccoci, questa è la boutique
di Madama McClan, dove potrai prendere la tua
uniforme –
Il negozio era piccolo ed
ingombro di vestiti di tutti i colori, quasi tutti con lo stesso taglio. Una
donna corpulenta, che sembrava entrare a stento fra gli scaffali, si avvicinò
ai tre con un sorriso bonario
Mc – Fatemi indovinare, anche voi qui per l’uniforme? –
L – Esatto! È già venuto
qualcuno degli altri? –
Mc – Una ragazza molto vivace in compagnia di due
giovanotti di Grifondoro... vieni
con me, cara, ti preparo subito la divisa – e, prendendola per le spalle, la
condusse in una stanzina dove le prese le opportune misure. Una volta che, con
un colpo di bacchetta, ebbe ordinato ad un paio di forbici di tagliare la
stoffa, Angie le chiese
A – Non è
che per caso potrebbe realizzarmi un altro paio di capi? Però seguendo il mio modello! –
Mc – Anche la tua amica mi ha fatto la stessa richiesta,
prima… comunque non c’è problema, dimmi come li vuoi…
- la luce negli occhi di Angie non presagiva nulla di buono.
Molto tempo dopo i tre
uscirono dal negozio carichi di pesanti buste (o
meglio, I RAGAZZI carichi di pesanti buste) e si avviarono verso una vetrina
che esponeva, ordinate in lunghe scatole, delle stecche di legno più o meno
lavorate
A - … Olivander…
Che brutto nome!! –
L’interno della bottega era
scuro, un minuscolo ingresso davanti ad un bancone di legno lucido, alle spalle
del quale scaffali e scaffali esponevano ordinate le
stesse scatoline della vetrina. Sopra una scala, intento a rovistare fra un
gruppo di astucci rosso sangue, un ometto attempato;
voltò appena il capo, gli ampi e sbiaditi occhi d’argento splendenti alla fioca
luce del negozio, ed afferrando un involucro scese di fretta, lo aprì e porse
ad Angie un bastoncino di liscio legno chiaro, dicendole
Ol – Prego, signorina, lo agiti –
Lei, alzando un sopracciglio,
con un movimento fluido del polso alzò la bacchetta; immediatamente una fiamma
divampò sul banco, bruciando la scatola cremisi.
Ol – No, decisamente no… proviamo…
- e si spostò verso le scaffalature – con questa – e le porse un’asticella di
legno scuro, stranamente porosa
Ol – Avanti, la agiti! –
Angie torse il polso,
delicatamente, e la veste del mago si tramutò in un poncho
aranciato corredato di lunghi pompon, che gli sbattevano contro le ossute gambe.
Ridendo, la ragazza posò la bacchetta nella mano tesa dell’uomo.
Ol – Dammi la mano, ragazza –
A – Io
ho un nome!! –
Ol – Mhh… interessante*… ecco,
questa dovrebbe andar bene, la provi –
Angie, guardandolo male, prese
dalla scatolina che l’uomo le porgeva la bacchetta, un’elegante stecca bianca
con incisioni lungo l’impugnatura, che lei agitò con un ampio movimento del
braccio, creando una sottile nebbiolina argentea intorno a sé
Ol – Perfetto, si, piuma di drago e legno di ciliegia –
Re – Ma i draghi non hanno
piume! –
Ol – I draghi di alcuni giorni si,
e questo era appena nato –
A – Perfetto, grazie Olivander, Remus, paga tu, vi aspetto fuori – e detto ciò uscì, la scatolina bianca in mano, un sorriso soddisfatto
sul viso. Poco dopo la raggiunsero anche gli altri,
che la guidarono verso un negozietto dalla vetrina piena dei più variopinti
animali. Affascinata, Angie si lasciò condurre dentro, e rimase ammaliata ad
osservare esemplari stranissimi di roditori multicolore
in gabbie dorate.
Re – Allora, che animale vuoi? –
A – Non so… tu che mi
consigli? –
L – Un gufo è certamente la
scelta migliore, può farti compagnia e al contempo ti è utile per recapitare
messaggi –
A – Tipo piccione viaggiatore?
No, i gufi non mi piacciono… non ci sono altri uccelli che… - il lampo di luce
negli occhi di lei, quello delle grandi idee, si
riaccese – un’aquila!!! Voglio un’aquila messaggera – urlò Angie, facendo
voltare tutti gli avventori – e lo voglio bianca, come la bacchetta! –
puntualizzò.
Re – Aspetta qui, Grifond… Angie, vado a chiedere – e si allontanò
A (rivolta a Lupin) – Allora
comincia a capirlo che ho un nome anch’io!! Che bello, progredisce! –
La commessa le portò un
cucciolo di falcone bianco, con finimenti argentati alla zampa, e glielo posò
su un braccio
Re – Questo tipo di animali ha bisogno di un imprinting più forte, ma non temere,
crescono in fretta! Fra una settimana sarà in grado di recapitare lettere –
A – Ma quant’è
carino!!!! Zephiro, ti
chiamerai così, bello, forte e veloce come il vento! Remus, mi dai una mano a
metterlo in gabbia?! Amore, paga tu, fatti dare i
soldi da Remus – disse, ironicamente rivolta a
Regulus, che arrossì ma tirò fuori dal proprio portafoglio i galeoni necessari
Re – Non preoccuparti,
consideralo un regalo -
* = Ecco, ancora di questi insani interessi… si, in effetti io sto cominciando a preoccuparmi un po’ io invece mi sono stancata!Trovategli una fidanzata!!! Questo qui ha dei problemi… e il bello è che trova interessanti anche i ragazzi!!! Nooo O.O …
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