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Autore: Aleena    21/01/2008    1 recensioni
Prima fanfic di un trio che farà storia: Aleena, Gnrlove e Dark-Queen, nell'avventura di tre ragazze normali che arrivano dal mondo reale a Hogwarts, e se la vedranno con incantesimi,pozioni,mostri vari ed affari di cuore!!! Se ve lo state chiedendo, si, è demenziale, ed anche tanto!
Genere: Avventura, Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
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PASSAGGIO A HOGWARDS

 

 

 SHOPPING A DIAGON ALLEY

 

 

 

Rieccoci qua con il nuovo capitolo di questa strana storia, che comincia a farsi davvero interessante, ce l’abbiamo messa tutta per renderlo piacevole e divertente, e leggendo, vedrete vecchi personaggi sotto una luce nuova, come non vi sareste mai immaginati! Poi, geniale quest’idea di sottoporre a un’intera giornata di shopping con tre ragazze sfrenate tre Grifondoro insieme a tre Serpeverde!!! Aahhh! Che bello!!! Andare a giro con Sevvy!! Si, Isa, ma non penso che gli altri saranno così entusiasti! Noo! Perché?! E’ così simpatico Sevvy!! Lascia perdere, Angy, lo sai com’é…Si, infatti, lasciamola stare…Speriamo che il nostro lavoro vi piaccia, e non vediamo l’ora di leggere i vostri commenti! Baci. Le vostre Dark Queen, Aleena & Gnrlove!!!

Ps: Ognuna di noi ha scritto il pezzo del colore del suo nome autonomamente, senza la correzione  delle altre, un po’ per sfida personale, un po’ per sapere da voi qual è lo stile che preferite, per ciò, mi raccomando, fatecelo sapere!!!!

 

 

 

 

Lupin sembrò turbato all’idea di dover trattare con dei Serpeverde, ma accettò comunque l’incarico; per quanto riguardava Grifondoro, sapeva esattamente a chi rivolgersi. Uscendo dall’ufficio, intercettò gli sguardi curiosi degli altri due e, sorridendo, fece loro cenno di avvicinarsi

L – Mi servono dei coraggiosi che accompagnino le ragazze a Diagon Alley-

S & J – Pronti –

L - … insieme ad una delegazione di Serpeverde -

S & J – Cooosa? –

L – Hem… Isa è con loro… -

S – Oh mamma… sembrava la mattinata perfetta e invece arrivano questi a rovinarci la festa –

J – Come sempre –

I – Hey non parlate male dei miei amici! Sono molto simpatici… quando vogliono… -

R – Ma cos’è questa ‘Diagon Alley’? e perché dobbiamo andarci?

L – Dobbiamo comprare tutto il materiale che vi serve per stare qui ad Hogwards -

R – Comprare? Vuoi dire… che stiamo andando a fare shopping?!!-

L – beh, più o meno… -

J - Diagon Alley è una delle vie più grandi di Londra, in cui possono andare solo i maghi, e lì ci si trova praticamente di tutto!! –

A – Londra? Ma non è un pò lontano? –

R – Shopping… Londra… yuhuu!! Ragazze, chi se ne frega, stiamo andando a fare shopping nel centro di Londra!! Sembra un sogno!! Non ci posso credere!!

I – Che bello!! Non vedo l’ora di dirlo a Sevvy! Aspetta, sarà meglio che lo dica anche a Lucciolo e Regulus, non vorrei si offendessero!! -

S (con una fiamma negli occhi) – Regulus? –

R – Lo conosci? –

S – Lasciamo perdere… –

Si lasciarono con la promessa di vedersi dopo mezz’ora all’ingresso, pronti per partire.

 

Trenta minuti dopo Sirius, James, Remus, Robye e Angie aspettavano gli altri fuori dal portone d’ingresso, i ragazzi avvolti nei loro mantelli, neri come la loro espressione, le ragazze euforiche, con grandi sorrisi stampati sui volti, che discutevano allegre. Ad un tratto videro avvicinarsi quattro persone; una di queste era Isa, davanti a tutti, che trascinava gli altri tre, tenendoli per la cravatta.

I – Scusate per il ritardo ma i miei amici non erano molto convinti di venire… chissà perché… -

J ( in tono sarcastico, rivolgendo uno sguardo glaciale a Lucius ) – Malfoy, come mai sei qui? Anche tu ami fare shopping?

Lu ( freddamente ) – Era necessario, secondo il nostro direttore, che fosse presente un prefetto –

S – Ah, mocciosus! Finalmente ti sei deciso ad andare a comprare uno Shampoo? –

Sirius e James scoppiarono a ridere mentre Piton li guardava carico d’odio. Per la prima volta aprì bocca l’altro ragazzo Serpeverde che, rivolto a Sirius, disse

- Quando si tratta di ragazze, tanto per cambiare, ci sei di mezzo tu -

S – Invidioso, Regulus? –

I – Mi pare di capire che vi conosciate tutti… bene, così risparmieremo tempo evitando le presentazioni… e comunque – e si rivolse direttamente a Sirius e James, squadrandoli con un divertito rimprovero che poco si addiceva all’ambiente meno che cordiale – lui si chiama Sevvy, non ‘mocciosus’, vero? Diglielo –

P ( alzando gli occhi al cielo) – Si, Sevvy-

Totalmente ignara della discussione in atto, distratta da altro, Robye scrutava ora Sirius ora Regulus da un po’; improvvisamente si spostò, prese Sirius per un braccio e lo portò accanto all’altro ragazzo oggetto della sua attenzione. Dopo averli osservati qualche istante, sentenziò

R – Voi due vi somigliate davvero tanto! E portate entrambi nomi di stelle… fatemi indovinare… parenti? – (il silenzio dei due le diede conferma) - Si, direi di si! Cugini? Fratelli? –

S – Purtroppo si… -

R – Davvero? Che bello!

Re – Una vera gioia… -

Sirius allora, indispettito, prese per mano Robye e l’allontanò dal fratello, sussurrandole, in maniera perfettamente udibile dagli altri

S – È meglio stare lontani da certi soggetti –

R – Perché? –

Non ebbe risposta, perché in quel momento sentirono dei passi molto pesanti avvicinarsi a loro, e voltandosi videro una montagna con indosso un vecchio pastrano che si dirigeva nella loro direzione.

I – Oh mamma, cos’è quello? Hanno aperto le gabbie? – e un po’ spaventata si aggrappò al braccio di Lucius e lo strinse forte, cosa che fece arrossire il biondino…

J – Ciao Hagrid!!-

A – Che razza di nome è ‘Hagrid’? E sopratutto, lui cos’è?

S – Lui è Rubeus Hagrid, il custode delle Chiavi e dei Luoghi qui a Hogwarts, e guardiacaccia del castello… allora, Hagrid, ci accompagnerai tu a quanto ho sentito! –

R – Uh, che bello, più siete e più buste potete portare –

Lu – E lui di buste ne può portare parecchie, con quella stazza… - i Serpeverde ridacchiarono, ma il commento non raggiunse gli altri, che avevano gridato in coro

S, J & L – Buste? –

Ag – Andiamo, ragazzi, c’ha dato poco tempo, dobbiamo spicciarci o non riusciremo a fare tutte ‘ste cose che dobbiamo –

Lu (rivolto a Regulus, sottovoce ) – Che zotico, senti come parla… mi vergogno solo al pensiero di dover andare in giro con lui per Diagon Alley, pensa se mi vedesse qualcuno che conosce mio padre, in compagnia di un bifolco e di cinque sudici Grifondoro

Re – Una vera vergogna… se mia madre viene solo a sapere che mio fratello… non farmici pensare, per favore; cerchiamo solo di non affatturarli fino a Londra, poi al primo angolo prendiamo Isa e ce ne andiamo da soli –

Ag – Basta con le chiacchiere voi, venite altrimenti vi molliamo qui –

Effettivamente gli altri già erano rientrati nel castello, ed Hagrid stava chiamando i due Serpeverde dall’ ingresso. Di malavoglia, Lucius e Regulus si avviarono verso il guardiacaccia, che guidò il gruppo al piano di sopra, nello studio della McGranit, dove la professoressa, seduta alla scrivania, esaminava delle carte, il solito cipiglio austero sul volto.

I – Ah, la vecchiaccia! Ciao! -

A – E adesso? Siamo al punto di partenza –

Ag – Ora ragazze venite qui al camino, pigliate una manciata di ‘sta polvere e buttatecela dentro, dicendo ‘Diagon Alley’ in modo chiari chiaro, altrimenti chissà dove finite, capito? –

I – Io… sinceramente no… - a Lucius – Ma come accidenti parla? -

S – Il camino è abbastanza grande, meglio se entrano con qualcuno di noi prima, così vedono come funziona – e detto ciò prese Robye per mano e la portò nella bocca del camino, afferrò una manciata di polvere grigia da un vasetto alla sua destra e la gettò su di loro, gridando ‘Diagon Alley’. Istantaneamente, i due scomparvero in una voluta di fiamme verde smeraldo.

Ag – Bravissimi, ora tu – ed afferrò Regulus per un braccio, trascinandolo quasi di peso a fianco di Angie – entrerai con lei – e gli diede una pacca sulla spalla che gli fece perdere l’equilibrio, spedendolo addosso ad Angie, che lo sorresse.

Re – Perché proprio io? – fece il ragazzo, rosso in volto, sciogliendosi delicatamente dall’abbraccio forzato di un’Angie più che scarlatta.

Ag – Poche chiacchiere… cooperazione volontaria!!e li spinse verso il camino

Re ( con fin troppo miele nella voce forzata) – Allora ti accompagno io, Grifondoro, vieni – e le tese la mano con un inchino ironico.

A – No, per favore, mi sporco le scarpe sulla cenere… dai, sono le uniche che mi sono portata!! E comunque io ho un nome, sai?!

Entrarono finalmente nel camino e Regulus gettò la polvere, dicendo ‘Diagon Alley’. Con un piccolo puff anche i due svanirono.

Ag – Avanti l’ultima ragazza –

I – Sevvy vieni tu? –

P – No! Con te poi… -

I – Uffi sei cattivo… -

Lu – Dai, ti accompagno io – e la prese per mano, conducendola delicatamente al camino

I – Uh che bello… Ah ah Sevvy, alla faccia tua! –

Lu (con la polvere in mano, pronto a lanciarla) – Diag-

I – Aspetta un attimo, Lucciolo, non avrai mica intenzione di buttarmi addosso quella polvere? Io non posso andare in giro coperta di grigio, mica sono Cenerentola –

Lu (incurante) - Diagon Alley -

Terzo puff e fumo verde per il biondo e la ragazza.

Ha – Tu con me, Prefetto – fece scherzosamente Hagrid ad un allibito Lupin che, con notevole fatica, riuscì ad infilarsi fra il guardiacaccia e la parete del camino, ed a pronunciare un soffocato ‘Diagon Alley’.

Rimasero solamente James e Piton, che si scrutavano torvi, le mani in tasca, strette alla bacchetta.

Mg – Muovetevi, gli altri vi aspettano ed io devo lavorare –

Curando di non avvicinarsi troppo, i due entrarono nel camino e sparirono come gli altri.

Mg – Speriamo bene… non so quanto sia stata una buona idea, Preside –

Si – Vedremo… - (Robye, ma da dove ca..o è spuntato Silente?  Mamma mia quanto sei fine, Isa   già, una vera duchessa!! Ti manca solo la corona…  ma che volete? Ho pure censurato!)

 

Diagon Alley era calma e moderatamente silenziosa; pochi maghi si intrattenevano in strada, preferendole i locali, che erano tutti forniti di almeno mezza dozzina di clienti o avventori.

Ag – Beh io vado a fare delle… hem… commissioni per Hogwarts – e così dicendo lanciò un’occhiata ad un violetto buio che si apriva due isolati dopo sulla destra – ma voi intanto gironzolate un po', ok? Ci si rivede fra un pò…  - disse, poi si voltò e si avviò trotterellando verso il vicolo.

L – Auguri per le tue trattative, Hagrid – gli urlò dietro.

A (con un’occhiata preoccupata a James e Piton) – Forse è meglio se ci dividiamo in gruppetti –

Isa guardò Lucius, che le sorrise

LuVieni, andiamo da Olivander a prenderti una bacchetta –

I – Che bello ^_____^  vieni anche tu, Sevvy? – e senza attendere risposta prese Lucius per i gomiti e si avvio’, allegra.

Si erano già allontanati di un centinaio di metri quando Regulus, assorto in una lite accanita con il fratello, alzati gli occhi, li vide e provò a chiamarli, ma erano già svoltati in un angolo; furioso, continuò a inveire contro Sirius.

A (frapponendosi tra Sirius e Regulus) – Andiamo, ragazzi, abbiamo poco tempo, smettetela di litigare –

S (ricomponendosi) – Ok, ragazze, andiamo che abbiamo poco tempo – e così dicendo prese per mano Robye e l’allontanò dal fratello

R – Hey, un momento, e lui? –

S – Che si arrangi, scusa, non è colpa mia se i suoi l’hanno lasciato qui –

R – Ma non possiamo lasciarlo solo –

J – Io non me lo porto dietro un Serpeverde –

A – Come vuoi, vorrà dire che starà con me –

L – Cosa? –

A – Mi accompagnerà lui, che differenza fa? –

S – Ma lui è… Serpeverde… è pericoloso, non puoi –

A – Si che posso, e poi mica morde, vero? – gli sorrise e lo prese sottobraccio, poi si girò e si incamminò, chiedendo

A – Allora, dove si va per primo? –

Il ragazzo, imbarazzato, indicò una vetrina sulla destra

Re – Potremo vedere di là… -

A – Perfetto! Ciao, ragazzi! – e agitò una mano in segno di saluto.

S – Non possiamo lasciarla andare sola con lui, è pericoloso… uno di noi deve accompagnarla… -

R – Guarda che sa cavarsela benissimo da sol… -

L – Li accompagno io, ragazzi, non temete. A dopo, divertitevi – e lanciò un’occhiata di sbieco a Sirius, che gli sorrise di rimando.

R – Oh che bello, andiamo?!

 

I – Oh! Guarda Lucciolo Sevvy ci stà seguendo… -

Lu – Lascialo venire, non d’accordo con i ‘nemici grifoni’

Passò un po' di tempo in cui i tre Serpeverde camminarono fino a giungere da Olivander

I – Uh! Che bello un frantoio!

Lucius non poté fare a meno di ridere stando attento a non farsi vedere dalla piccola folla che stava passeggiando vicino a loro, entrarono, un omino anziano con grandi e scoloriti occhi d’argento, vividi alla fioca luce del negozio, si affacciò da dietro uno scaffale

Ol – Salve, bene una bacchetta per la ragazza, questa va bene? La provi… -

I- ah!!! Aiuto e questo chi è? Salve buon uomo lei è il contadino? Ma io non sento odore d’olio, sevvy tu…sevvy dove sei sevvy…ah eccoti

Severus Piton era appena entrato nel piccolo negozietto con faccia alquanto depressa

Lu- lui è olivander ti darà la tua bacchetta

I (prendendo la bacchetta) – Ma lei è un indovino? Mi legge la mano? Che per caso fa anche le carte? Oppure…ho capito…siamo in un ristorante cinese…senta buon uomo io vorrei le nuvole di granchio-

Olivander si volse verso Piton e gli chiese - è sempre così?

P – e chi la conosce!-

Isa si voltò di scatto e cominciò a far tremolare il labbro inferiore, poi fece finta di mettersi a piangere buttandosi contro il braccio di Lucius

I – io lo odioooooo….sigh-

Piton cercò di avvicinarsi a lei che in risposta gli urlò – non mi toccare!!-

Olivander che nel frattempo si era addormentato sul bancone e aveva un rivolo di bava che gli scendeva dalla bocca non si accorse di nulla, per lui era solo un dolce suono il litigio tra i giovani, passò un po’ di tempo poi isa cominciò a scuoterlo

I – senta lei nonno, posso chiamarla nonno vero? Lei nostradamus? Hey dico a te ti svegli? –

Olivander fece un salto e poi disse sperso – bene si interessante, bacchette, merlino, pasta alla matricina, bacchette serpeverde grifondoro si ora ti do la bacchetta. –

Andò a grandi passi dietro una libreria e prese da sotto la veste una logora lista

olivander questa è la lista degli studenti fai il tuo solito bla bla bla sul fatto della bacchetta che sceglie il padrone e mi raccomando se hai una delle tue solite amnesie soporifere, si quelle che al risveglio non ti ricordi il nome delle persone che hai di fronte segui i cartoncini allegati Albus”

Olivander tornò indietro e lesse ai ragazzi i bigliettini

Ol – salve io sono Olivander…bene interessante…piacere…prendi…la bacchetta… - e prese una bacchetta a caso sperando (come sempre) in una botta di culo che gli avesse fatto azzeccare la bacchetta Isa l’agitò e una piccola nebbiolina le si creò intorno.

Ol (leggendo da sotto il bancone la scritta incisa sopra la scatola della bacchetta) – Bene squame di basilisco e quercia, mhm interessante la bacchetta perfetta per un Serpeverde –

(ma questo trova tutto interessante? Nda)

Dopo essere usciti da Olivander i tre si diressero verso il negozio di animali più vicino

I – Io voglio lui, che bello! – disse indicando un piccolo pipistrello

I (prendendolo) – Ti chiamerò Dracula! Che carino che sei, Sevvy portami la gabbia… bravo Sevvy! – Proseguirono in giro.

Pi  (tenendo un gatto per la gola) –perché non prendi questo? –

I – no, i gatti quando mi vedono reagiscono male… -

Si voltò e il gatto reagì veramente male si getto a unghie serrate addosso alla faccia di severus che cadde a terra urlando.

 

 

(Scusate Gnrlove x questo piccolo eccesso di follia… io glielo dico sempre di non accettare caramelle dagli estranei!! Ecco come si diventa!)

 

 

Intanto James e Sirius in compagnia della loro Robye stavano passeggiando nella lunga via, che lei osservava assai interessata; non aveva mai visto edifici tanto strani, ma ormai stava cominciando ad abituarsi alle stranezze di quel mondo. Mentre superavano la vetrina di un negozio di nome ‘Il Serraglio Stregato’, disse

R – E così questa è la ‘via dello shopping’ della Londra di voi maghi –

S – Più o meno

R – È carina, piuttosto… pittoresca! Ma dov’è che stiamo andando adesso?

S – Alla sartoria di Madama McClan; lì potrai farti fare una divisa su misura come la nostra –

R – Una sartoria?! Che bello! Spero però che non abbia solo divise come le vostre, senza offesa, ma… sono un pò tristi, non credo mi donino molto! Vorrei piuttosto chiederle di confezionarmi qualche abito ‘normale’, ho solo questi, e qui fa abbastanza freddo, con questa camicetta sto quasi congelando! –

J – Se hai freddo posso prestarti il mio mantello.. –

S (fulminando l’amico con lo sguardo) – Tranquillo, ho già fatto io! – e mentre parlava si tolse il mantello e lo appoggiò sulle spalle della ragazza – Ecco, - continuò – così sembri proprio una giovane strega! –

Lei, lusingata, sorrise tra se e se, e continuò a seguire i ragazzi, finché, qualche metro più in là, non si fermarono di fronte all’entrata della sartoria di Madama McClan.

All’interno numerosi pezzi di stoffa aleggiavano a mezz’aria, e Robye si stava guardando intorno entusiasta, quando sentì la voce di una donna che li salutò

Mc – Buongiorno, ragazzi. Mi sorprende vedervi qui! Oggi è il primo giorno di lezione a Hogwarts, se non sbaglio –

J – Si, ma noi siamo in missione speciale! Siamo qui per un’amica! – e spinse in avanti Robye

J – Lei è Robye! È nuova di qui! –

S (strizzando l’occhio) – Mi raccomando, faccia un bel lavoro! La ragazza ci tiene – (a Robye) – tranquilla, sei in buone mani –

Mc – Vieni cara. Adesso prendiamo le misure, poi l’abito sarà pronto in un istante –

Prese Robye per le spalle e la condusse in un’altra stanza, lontano dagli occhi indiscreti dei due ragazzi.

S – Mhh… misure? Io azzarderei un ’90-60-90’! – disse Sirius, guadagnandosi un’altra occhiataccia dalla ragazza, e una anche da Madama McClan. Dopo diversi minuti, Robye uscì dalla stanzina con un pacchetto in mano, salutò con aria entusiasta i suoi amici, e stava seguendo la signora verso un bancone, quando all’improvviso si fermò ed esclamò

R – Gasp! Spero che in questo posto accettino le carte di credito, perché non ho contanti, adesso! –

Sirius e James si guardarono e scoppiarono a ridere.

S – No, qui le ‘carte di credito’ non esistono –

J – Anche perché nel mondo dei maghi si usano monete diverse da quelle del mondo babbano

R – Babbano? –

S – È una storia lunga. Comunque, non ti preoccupare, la scuola ha un fondo che usa apposta per le emergenze! – ed estrasse delle strane monete dalla tasca e le diede alla signora.

I ragazzi uscirono dal negozio, mentre Robye rimase indietro, si avvicinò alla donna e disse

R – Allora, per quelle altre cosette siamo a posto, vero? Li fa arrivare direttamente a Hogwarts con la posta di domani mattina? Perfetto! Buona giornata! – e uscì anche lei.

I ragazzi le chiesero come mai si fosse trattenuta, e lei, con un sorriso soddisfatto, rispose

R – Niente, ho semplicemente chiesto a Madama McClan di prepararmi qualche altra cosetta… lo vedrete domani!! –poi, rivolta  a Sirius, aggiunse con un sorrisetto malizioso- Ah,comunque…ci sei andato davvero molto vicino… -

Dopo la sartoria, i ragazzi entrarono in un altro negozio, sulla cui insegna era scritto ‘Olivander’.

J – Adesso arriva la parte più emozionante per un giovane mago… o strega: la scelta della bacchetta! In realtà sembra che sia la bacchetta a scegliere il mago, non il contrario! –

R – Wow! Avrò anch’io una bacchetta magica? –

S – Già! Adesso entriamo! –

Dentro, i muri erano pieni di scaffali colmi di piccole scatolette. Un signore anziano con grandi e scoloriti occhi d’argento, scintillanti alla fievole luce del negozio, si avvicinò.

Ol – Buongiorno! Curioso, proprio poco fa sono usciti dei vostri amici in compagnia di una strana ragazzina. Cercate anche voi una bacchetta per questa ragazza? –

S, R & J – Si! –

Ol – Bene… fatti osservare… mhh… è difficile da dire… è quasi come se… proviamo con questa – e, agitando leggermente la bacchetta nella sua mano, fece scivolare giù dallo scaffale fino a una scatolina; la aprì, estrasse una bacchetta, e la porse a Robye.

Ol – Adesso agitala delicatamente… -

Non fece in tempo a finire di parlare che Robye aveva già fatto partire dalla punta un raggio luminoso che distrusse una lampada dietro al bancone.

Ol – No, no, decisamente non è questa! –

Tolse la bacchetta di mano a Robye, che era rimasta quasi sconvolta e continuava a fissare con sguardo attonito la lampada.

R – Scusi, sono mortificata… -

Ol – No, non ti preoccupare, sapessi quante volte è successo! Proviamo con quest’altra –e porse  un’altra bacchetta a Robye, che la agitò, più delicatamente di prima , ma non successe nulla. Allora lei la agitò di nuovo, più energicamente stavolta, ma uscì soltanto un rivolo di fumo.

R – Uff! Questa bacchetta non mi piace! –

Ol – Infatti, neanche questa va bene! Allora credo di aver capito: legno di noce e corda del cuore di un drago – una terza bacchetta volò nella mano dell’uomo, e lui la passò alla ragazza.

Ol – Prova questa adesso! –

Robye la agitò, facendo uscire dalla bacchetta, che le sembrò subito più maneggevole delle altre, un filo luminoso di colore rosso vivo.

Ol – Perfetto! Ne ero sicuro. È stato difficile, considerando i vari aspetti della tua energia magica, ma siamo riusciti comunque a conciliarli.-

R (abbassando lo sguardo) – Si, lo so… -

Dopo aver pagato e salutato il signor Olivander, i tre uscirono.

S – Adesso ti portiamo in un posto molto carino! –

R – Dove? –

J – Il Serraglio Stregato! Lì potrai sceglierti un animale qualsiasi. Ogni mago può portarsi a Hogwarts un animale da compagnia!

R – Davvero? Wow!! –

Entrarono nel negozio di animali più strano che Robye avesse mai visto. C’erano gabbie appese al soffitto da cui provenivano versi strani, e pallette pelose dai colori vivaci saltellavano qua e là nelle cassette poggiate a terra.

Fra i tanti animali che c’erano, Robye rimase colpita da due grandi occhi gialli che la fissavano dal fondo del negozio. Appartenevano a uno splendido gatto nero, che Robye scelse subito come suo animale da compagnia.

Fuori dal negozio, Robye continuò a coccolare il suo Ares (così decise di chiamare il gatto), e, togliendosi dalla gamba la bandana rossa, la legò al collo del micio, che sembrò gradire.

S – Davvero un bel gatto! Adesso possiamo andare a prendere gli strumenti, e poi raggiungiamo gli altri alGhirigoro’ –

 

 

 

 

Re - … allora, calderone, c’è, set di provette e vetri vari c’è, telescopio… si, c’è, bilancia di ottone presa… ci rimangono i libri di testo, la bacchetta, l’uniforme… -

A – E una visitina a quel negozietto di animali, mi hai detto che posso portarne uno, ricordi? –

Re – Si ma una per volta, ok? Allora, dove vuoi andare prima? –

A – Sono combattuta tra i vestiti e l’animaletto… quanto c’è rimasto, tesoriere? –

L – All’incirca… il minimo indispensabile per i libri e l’uniforme… se li prendiamo usati! Accidenti, dovevi proprio comprarti quel set di piume in argento? –

A – Certo che si, erano indispensabili!!

L – E il calderone non ti andava bene in peltro? –

A – Lo sanno tutti che i metalli nobili conducono meglio il calore! –

L – E il cannocchiale con inserti in oro bianco? –

A – Non lo trovi carinissimo? –

L – E come giustifichi quei tre braccialetti? –

A – Una gratifica per il mio futuro impegno… e il negoziante era molto gentile, mi ha pure fatto lo sconto su collana e orecchini! –

L – E poi… -

A – oh, dai, se devi essere così fiscale allora tieniteli i soldi, pago con i miei… uff, neanche fossero tuoi… tirchio!! -

Re – Hai dei soldi tuoi? –

A – Certo… ma non dite nulla, voi non me l’avete chiesto, prima! E comunque a me non piace andare in giro senza niente. Ma non vi aspettate granché, ho solo qualche spicciolo… a proposito, dove li posso cambiare con i vostri?

L – C’è la Gringott, qui vicino, lì te li cambieranno… credo… la banca fa anche questo servizio, giusto?-

Re – Si, credo di si, ma se si tratta di pochi sol… -

A – Ok, si – fece qualche passo in avanti, poi si voltò, pensierosa, e chiese

A – Dove avete detto che è? –

Re – Vieni, Grifondoro, ti accompagno io -

A – Io ho sempre un nome, ricordi? – ma gli offrì ugualmente il braccio, che lui accettò, immediatamente seguito da Remus, che le prese l’altro.

Camminarono così per qualche metro finché, girato un angolo, intravidero una costruzione in marmo bianco, candida come la neve, che svettava sopra le piccole botteghe, un portale di bronzo brunito a rilievi ad interrompere l’armonia strampalata di quella costruzione che sembrava pendere da un lato.

A – Bellissima… deve essere una figata lavorare lì dentro! -

Salirono le scale e, arrivati davanti alla porta, videro un omino vestito con un’uniforme scarlatta e oro, che fece loro un inchino, indicando con la mano tesa la seconda porta, un ingresso più piccolo in argento, lucido e lavorato, oltre il quale vi era un enorme salone marmoreo, pieno zeppo di altri omini seduti su alti scranni, intenti a compilare libri mastri, a pesare monete su bilance d’ottone o ad esaminare pietre preziose.

A – Chi sono? – chiese, curiosa, senza mai staccare gli occhi dal soffitto decorato in rilievo.

L – Sono folletti, i banchieri ed amministratori della Gringott… molto abili con il denaro, ma poco socievoli… - erano intanto arrivati davanti ad un bancone, dietro il quale un folletto li squadrava, altezzoso.

Re (rivolto a Lupin) – Qui parlo io, che sono molto più abile riguardo le questioni di denaro… sai, prelievi e cose del genere… - mentre lo diceva, squadrava le logore vesti dell’altro, che abbassò appena lo sguardo.

Re – Salve, dovremmo cambiare alcuni contanti babbani in monete dei maghi –

Fol – E quale sarebbe la cifra? – la sua voce era gracchiante

A – Esattamente… qualcosa più di… oh, li conti! – e così dicendo estrasse il portamonete e lo porse al folletto, che, dopo un’occhiata all’oggetto, un portafoglio giallo e viola dall’aria consunta, e macchiato di verde lungo un margine, come se fosse stato strusciato su di un prato, lo aprì e sbiancò

FolAs… aspetti, devo parlare con il mio superiore… - e si alzò di corsa, scappando verso un folletto che, qualche metro più in là, redarguiva un suo dipendente

L – Ma che gli prende? Che avevi nel portafoglio?

A – Boh, qualche scontrino, un anellino d’argento, degli spiccioli e un po’ di banconote da cinquecento, niente di che –

Prima che qualcuno dei suoi allibiti accompagnatori potessero ribattere, il folletto tornò

Fol – Bene, signorina, lei dovrebbe aprire un conto presso di noi sul quale verranno depositati l’equivalente in galeoni dei suoi soldi. Prego, metta una firma qui, le abbiamo riservato la camera blindata numero 881 –

Ottenuti i soldi, presa la chiave della cassetta, assicuratasi che il suo patrimonio fosse al sicuro, Angie si avviò felice, guidata dai suoi compagni, verso un negozietto che in vetrina esponeva pesanti vesti lunghe di vari colori.

LuEccoci, questa è la boutique di Madama McClan, dove potrai prendere la tua uniforme

Il negozio era piccolo ed ingombro di vestiti di tutti i colori, quasi tutti con lo stesso taglio. Una donna corpulenta, che sembrava entrare a stento fra gli scaffali, si avvicinò ai tre con un sorriso bonario

Mc – Fatemi indovinare, anche voi qui per l’uniforme? –

L – Esatto! È già venuto qualcuno degli altri? –

Mc – Una ragazza molto vivace in compagnia di due giovanotti di Grifondoro... vieni con me, cara, ti preparo subito la divisa – e, prendendola per le spalle, la condusse in una stanzina dove le prese le opportune misure. Una volta che, con un colpo di bacchetta, ebbe ordinato ad un paio di forbici di tagliare la stoffa, Angie le chiese

A – Non è che per caso potrebbe realizzarmi un altro paio di capi? Però seguendo il mio modello!

Mc – Anche la tua amica mi ha fatto la stessa richiesta, prima… comunque non c’è problema, dimmi come li vuoi… - la luce negli occhi di Angie non presagiva nulla di buono.

Molto tempo dopo i tre uscirono dal negozio carichi di pesanti buste (o meglio, I RAGAZZI carichi di pesanti buste) e si avviarono verso una vetrina che esponeva, ordinate in lunghe scatole, delle stecche di legno più o meno lavorate

A - … Olivander… Che brutto nome!!

L’interno della bottega era scuro, un minuscolo ingresso davanti ad un bancone di legno lucido, alle spalle del quale scaffali e scaffali esponevano ordinate le stesse scatoline della vetrina. Sopra una scala, intento a rovistare fra un gruppo di astucci rosso sangue, un ometto attempato; voltò appena il capo, gli ampi e sbiaditi occhi d’argento splendenti alla fioca luce del negozio, ed afferrando un involucro scese di fretta, lo aprì e porse ad Angie un bastoncino di liscio legno chiaro, dicendole

Ol – Prego, signorina, lo agiti –

Lei, alzando un sopracciglio, con un movimento fluido del polso alzò la bacchetta; immediatamente una fiamma divampò sul banco, bruciando la scatola cremisi.

Ol – No, decisamente no… proviamo… - e si spostò verso le scaffalature – con questa – e le porse un’asticella di legno scuro, stranamente porosa

Ol – Avanti, la agiti! –

Angie torse il polso, delicatamente, e la veste del mago si tramutò in un poncho aranciato corredato di lunghi pompon, che gli sbattevano contro le ossute gambe. Ridendo, la ragazza posò la bacchetta nella mano tesa dell’uomo.

Ol – Dammi la mano, ragazza –

A – Io ho un nome!! –

OlMhh… interessante*… ecco, questa dovrebbe andar bene, la provi –

Angie, guardandolo male, prese dalla scatolina che l’uomo le porgeva la bacchetta, un’elegante stecca bianca con incisioni lungo l’impugnatura, che lei agitò con un ampio movimento del braccio, creando una sottile nebbiolina argentea intorno a

Ol – Perfetto, si, piuma di drago e legno di ciliegia –

Re – Ma i draghi non hanno piume! –

Ol – I draghi di alcuni giorni si, e questo era appena nato –

A – Perfetto, grazie Olivander, Remus, paga tu, vi aspetto fuori – e detto ciò uscì, la scatolina bianca in mano, un sorriso soddisfatto sul viso. Poco dopo la raggiunsero anche gli altri, che la guidarono verso un negozietto dalla vetrina piena dei più variopinti animali. Affascinata, Angie si lasciò condurre dentro, e rimase ammaliata ad osservare esemplari stranissimi di roditori multicolore in gabbie dorate.

Re – Allora, che animale vuoi? –

A – Non so… tu che mi consigli? –

L – Un gufo è certamente la scelta migliore, può farti compagnia e al contempo ti è utile per recapitare messaggi –

A – Tipo piccione viaggiatore? No, i gufi non mi piacciono… non ci sono altri uccelli che… - il lampo di luce negli occhi di lei, quello delle grandi idee, si riaccese – un’aquila!!! Voglio un’aquila messaggera – urlò Angie, facendo voltare tutti gli avventori – e lo voglio bianca, come la bacchetta! – puntualizzò.

Re – Aspetta qui, Grifond… Angie, vado a chiedere – e si allontanò

A (rivolta a Lupin) – Allora comincia a capirlo che ho un nome anch’io!! Che bello, progredisce!

La commessa le portò un cucciolo di falcone bianco, con finimenti argentati alla zampa, e glielo posò su un braccio

Re – Questo tipo di animali ha bisogno di un imprinting più forte, ma non temere, crescono in fretta! Fra una settimana sarà in grado di recapitare lettere –

A – Ma quant’è carino!!!! Zephiro, ti chiamerai così, bello, forte e veloce come il vento! Remus, mi dai una mano a metterlo in gabbia?! Amore, paga tu, fatti dare i soldi da Remus – disse, ironicamente rivolta a Regulus, che arrossì ma tirò fuori dal proprio portafoglio i galeoni necessari

Re – Non preoccuparti, consideralo un regalo -

 

 

 

 

 

 

* = Ecco, ancora di questi insani interessi… si, in effetti io sto cominciando a preoccuparmi un po’  io invece mi sono stancata!Trovategli una fidanzata!!!  Questo qui ha dei problemi… e il bello è che trova interessanti anche i ragazzi!!!    Nooo   O.O

 

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