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Autore: Evan Wolf    09/07/2013    1 recensioni
Andrea è una ragazza italo-inglese al primo anno di università. Rimasta senza un alloggio a poco tempo dall'inizio delle lezioni, chiede di poter prendere in affitto una stanza in casa di Robert, un vecchio amico di infanzia, più grande di lei. Si ritrova così inserita in un contesto nuovo, che comprende anche i migliori amici del padrone di casa; nonostante differenza di età e opposti stili di vita, la cosa sembra funzionare, con annessi e connessi di una vita nuova...
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(il capitolo è un po' lungo, spero che nonostante ciò non lo troviate noioso :) ma rileggendolo mi è parso comunque scorrevole! Grazie ancora a chi è arrivato fin qui!)


 
Esattamente 3 ore dopo Mick si sta dando dell’idiota apertamente.
Ma andiamo con ordine.
Lasciati i 3 ragazzi in procinto di incontrare le cheerleader, Andrea evidentemente scossa è rimasta per lo più in silenzio mentre Mary effettuava l’acquisto del secolo, il perfetto regalo per il suo amato Toby. Poi Evie aveva chiesto di fare comunque un giro nell’intero centro commerciale, atto che occupò due ore piene, e che servì a far capire ad Andrea quale mostro dello shopping fosse la sua cara amica aspirante stilista.
Ora le 3 amiche sono in macchina.
-         Sono convinta che un regalo così azzeccato da me non se lo aspetta!
-         Allora lo sorprendi! – risponde Evie contenta, mentre lancia un’occhiata di sbieco alla mora accanto a lei – Andrea, ne vuoi parlare?
-         Non credo ci sia niente da dire, ora sì che è chiaro, tutti quelli che tu, e alla fine anch’io, abbiamo scambiato per “segni di un amore nascosto”, erano solo segni di uno che è troppo abituato ad avere tutto e subito, e ora che ha il giocattolo, lo butta di lato! Mi pare evidente!
-         Mhm … eppure, la cosa non mi convince per niente, cioè a lui piaci! Perché ti guardava anche quando non sapeva fossi tu.
-         Si ma guarda perché … boh, sarà un guardone! Vede una gonna e guarda… che quella gonna la porti io o una qualsiasi altra ragazza, penso che non faccia differenza!
-         E no, questo non spiega perché è geloso dei tuoi spasimanti…
-         E se ti dicessi “pazzia” ? Quella spiega tutto!
-         Ha sbagliato – si intromette Mary – io sto dalla parte di Andrea, non si fa così, pare proprio che quello che è successo non abbia alcun valore per lui. Se non fosse per il fatto che ha cambiato immediatamente espressione, è impallidito.
-         Oh, beh, forse perché sa che ha appena perso un’amica!
-         Non dire stupidaggini Andrea, non hai intenzione di parlargli più? Non siete ancora fidanzati…
-         Evie! Ma tu da che parte stai? Non eravamo fidanzati nemmeno quando lui impazziva a sentir nominare Josh o Brendan, perché lui può prendersela e io no?
-         Perché tu sei intelligente e sai cosa sta succedendo. Lui è…
-         Un idiota! – la interrompe Andrea.
-         Esatto, te lo concedo… allora quando ti passo a prendere per questa sera? – chiede Evie, dal momento che la macchina di Mary si è fermata davanti casa di Andrea.
-         Io non esco! Non ho voglia, metti che me lo trovo davanti?! No! Io sto a casa, non esco, non mi va!
-         Su la città è grande, e uscire ti farà distrarre!
-         No, tu vuoi solo convincermi a non odiarlo, ti ho capita Evie, mi dispiace, ma non mi schiodo da casa!
-         Sei testarda!
-         Quando mi impunto sì! Comunque, la prima parte del nostro pomeriggio, è stata molto piacevole, Mary fammi sapere se a Toby il regalo piace!
-         Oh ma glielo darò a Natale! O forse alla festa di sabato prossimo!
-         Quale festa – Andrea, ormai scesa dalla macchina, si ferma abbassandosi all’altezza del finestrino di Mary.
-         Ma come non lo sai? C’è la festa di Ateneo per Natale!
-         Festa di Ateneo? – Andrea cade dalle nuvole.
-         Sììì, ci sarà una festa, in tema natalizio, quest’anno mi pare sia… fiocchi di neve?
-         Cioè siamo tutti vestiti di bianco? – chiede Evie – non mi dona il bianco!!
-         Ahah Evie! Comunque non ne sono sicura, devo informarmi meglio! Magari mi confondo con l’anno scorso…
-         E dove sarebbe questa festa? – chiede Andrea, che si stringe nel suo piumino, irrigidendo gli arti.
-         Nel salone della facoltà di psicologia.
-         Ah! Perfetto! Non ci vengo!
-         Perché no? – chiede Mary delusa come una bambina a cui la mamma non vuole comprare un giocattolo.
-         Perché non voglio mettere piede a Psicologia!! – esclama Andrea battendo un piede a terra.
-         Mick studia psicologia – le confida Evie.
-         E che ci fa? Tu verrai! E ti divertirai! E e e… alla faccia sua! Insomma!
-         Metti che incontri qualche suo bel collega! – Evie alza un sopracciglio assumendo ancora una volta la sua solita espressione “maligna” di quando ha qualcosa in mente.
-         Vedremo! – risponde Andrea con ben poco entusiasmo – ciao ragazze, divertitevi stasera!
Detto questo si volta e avanza verso il varco nella parete rampicante, che ora altro non era che un muretto bianco.
 
 
Entrando a casa vi trova dentro tutto il gruppo.
-         ehy, c’è un gruppo rock a casa mia! – commenta Andrea accennando un sorriso – John, è una vita che non ti vedo!
-         Sono stato un po’ impegnato, ma ogni tanto bisogna pur vedere gli amici!
-         Già, è così che hai detto alla tua ragazza? O sei scappato di nascosto? – commenta ironico Jake.
-         Andiamo, non è che lei mi faccia storie, sono stato impegnato lo sapete!
-         Sarà – commenta David, fumando tranquillamente rilassato sul divano.
-         John io sono con te, dopo tutto se hai una ragazza devi pur farle capire che vale qualcosa dedicandole un po’ di tempo – dal modo in cui Andrea esprime quest’opinione, tutti sono portati a pensare che ci sia qualcosa di personale.
-         Piccola Andrea, hai un ragazzo misterioso che ti trascura? – chiede David con uno dei suoi brillanti sorrisi a 32 denti.
-         David, dopo aver incontrato un uomo dalla tua bellezza, credo non riuscirò mai ad accontentarmi di nessuno! – dice lei sorridendo, riuscendo a sviare le attenzioni.
-         Ohh signorina, questo è un problema! – risponde a tono lui, mentre Jake e Robert iniziano a ridere, e John si chiede cosa si sia perso.
-         Voi due scherzate vero? – chiede, giusto per esserne sicuro.
Andrea si volta verso di lui sorridendo:
-         se frequentassi un po’ più spesso questo posto forse sapresti che ormai David è il mio fratellone, come Robert, nonché mio batterista preferito!
-         Tranquillo John, per questa volta mi scanso l’accusa di pedofilia!
-         Comunque io sarei maggiorenne!
-         Andrea, non stare li a puntualizzare queste cose – risponde Robert – che fai? Ti prepari per uscire?
-         No veramente oggi non esco – l’espressione di Andrea si fa malinconica – non mi va, resto a casa.
-         A casa da sola di sabato sera? – chiede Jake, alle cui orecchie tutto suona come assurdo.
-         Esatto… ehy non vi preoccupate non mi mangiano!
-         Le tue amiche non escono? – chiede John.
-         Se vuoi puoi chiedere a Mick, dopo tutto avete amici della stessa età! – informa David, generando in Andrea un senso di nausea.
-         Non credo di voler avere niente a che fare con gli amici di Mick – risponde secca – è già tanto se sopporto lui.
David la guarda stupito, pensava che gli volesse bene, e poi lui era stato convinto da subito che tra i due stesse nascendo qualcosa, riflettendoci un attimo, in effetti pensa che anche quello potrebbe essere un ulteriore segno.
-         ti ha offesa di nuovo?
-         no tranquillo, non ha detto niente questa volta! - Risponde Andrea, mentre volta lo sguardo al rametto di vischio che allegro pende dall’albero – volete dirmi chi ha avuto la brillante idea di appendere il vischio all’albero?
-         Perché, non ti piace?
-         Sì, ma, insomma con quel ramo lì, saremo costretti a baciarci tutti in continuazione! – accampa come spiegazione.
-         Ahaha beh, tra maschi non vale, tu evita di passare li davanti troppo spesso! – risponde un sorridente Robert – comunque anche io ho detto a David che mi sembrava un luogo insolito.
-         Ma scusate, la leggenda non la conoscete?
Andrea rabbrividisce impercettibilmente a questa frase, sbatte le palpebre un paio di volte e fissa David:
-         Nella mitologia scandinava, il vischio è anche la pianta sacra di Frigg, dea dell’amore: dopo che suo figlio Balder venne ucciso da una freccia di vischio, Frigg cominciò a piangere sul suo corpo, e mentre le sue lacrime si trasformavano nelle perle bianche del vischio, Balder tornò in vità; per la felicità, Frigg cominciò a baciare chiunque passasse sotto l’albero sul quale cresce il vischio (di solito pioppi, olmi e tigli), facendo sì che non potesse capitare mai nulla di male a tutti coloro che si fossero dati un bacio sotto un ramoscello di vischio. Quindi il vischio sta sull’albero!
-         Wow sei un appassionato di mitologia? Guarda un po’ quel David – commenta Jake.
-         Oh! – è l’unica risposta di Andrea.
-         Beh, mi hanno sempre raccontato così, e una volta l’ho pure cercato perché volevo sapere l’origine della leggenda! Io mi informo ragazzi! Confessa Andrea volevi toglierlo per non essere costretta a baciare Jake!
-         Ahahaha non ho niente contro Jake, non mi fa più nemmeno paura!
Il moro chitarrista ride con la sua voce bassa, mentre David pronuncia un giocoso “sono geloso”, a cui Andrea risponde portando le dita unite a forma di cuore sul petto.
-         Comunque ragazzi, mi ritiro nelle mie stanze – risponde – voi uscite e diffondete nel mondo il suono del Rock!
-         Sì, ma prima andiamo al cinema! – Conferma Robert guardando l’orologio che ha al polso – e ancora prima dobbiamo passare dalla sala prove!
-         Non è questa la vostra sala prove? – chiede Andrea guardando i ragazzi e indicando in direzione della stanza che solitamente usano per suonare.
-         Stiamo incidendo per ora, ci serve l’attrezzatura giusta!
-         Ahh… che bello!! Canzoni vostre!! Le hai scritte tu Rob?
-         Sì, insieme a loro, ma la maggior parte io!
-         Ohh che bello, poi voglio sentire anche io!
-         Appena sarà pronto almeno il demo, comunque, Ciao Andrea, e non aprire agli sconosciuti – Robert infila il suo piumino nero, tirando su il cappuccio della sua felpa altrettanto nera, da cui escono i suoi ricci dorati.
I ragazzi escono velocemente lasciando ad Andrea la libertà di mettere su la sua musica preferita; non che le fosse vietato, ma c’era sempre troppa confusione e musica in quella casa per accendere lo stereo.
 
Avendo mangiato qualcosa fuori, per quanto poco, si sente dispensata pure dal prepararsi la cena; così si fionda sul divano lasciandosi avvolgere dalle note di alcune malinconiche canzoni che contraddistinguono la playlist.
Aiutati anche dalla musica, i suoi pensieri fluiscono veloci e turbinano nella sua mente, consolidando la sensazione di fastidio e rabbia nei confronti di Mick.
 
 
 
 
 
 
Eccolo quel Mick, che si allontana dal gruppo di Andrea, Evie e Mary, bianco come un lenzuolo, trafitto dallo sguardo di Andrea, di cui può sentire ancora il freddo tocco sul petto. Nella sua mente nessun turbinio di pensieri, niente. Mick è come bloccato:
-         Ehy Mick, ma che c’è hai visto un fantasma?
-         Come? oh, pensavo – in realtà a nulla, o forse sì – che sono un idiota.
-         Oh, e come mai questa improvvisa consapevolezza? – sghignazza Mark.
-         Ho appena buttato in aria mesi e mesi di … ho perso la mia migliore amica! – dice in tono amaro, ma con la stessa espressione vuota.
-         Hai una migliore amica? Non me ne avevi mai parlato…
-         Non ne parlo mai…
-         È la ragazza con il maglione grigio? – chiede Cory – peccato che piaccia a te, è simpatica… pensavo… - Mick guarda l’amico fulminandolo con lo sguardo – no, no tranquillo, non penso più niente. – Cory si ritira così abbassando lo sguardo e si guarda bene dal pronunciare qualsiasi altro apprezzamento nei confronti di quella ragazza.
-         Io invece pensavo te la facessi con Lily…
-         è lei che continua a venirmi dietro, è una bella ragazza per carità, ma è… non è la stessa cosa…
-         quindi nell’indecisione te la spassi con due fanciulle, bravo ragazzo è così che ti voglio!
-         Non vedo cosa ci sia da ridere Mark! Non me la sto proprio spassando con nessuno, se non te ne sei accorto, guardami! Ti sembro uno che se la stia spassando? – Mick avvicina il suo volto a quello del ragazzo, impugnando il suo maglione – ora quella non vorrà più nemmeno parlarmi dopo che ieri l’ho baciata e oggi ho fatto finta di niente!
-         Il fatto che ti abbia visto qui, e che tu stia andando dall’altra non ti aiuta amico, Tyler, abbassa le mani – afferma autoritario l’altro – fammi indovinare, non te l’ha nemmeno data, quindi perché stai qui a preoccuparti? Non può sentirsi tradita, non state insieme!
-         Già… ma io la conosco, lei si arrabbierà per questo!
-         Allora che ci fai qui? preparati un discorso d’effetto e vai a fare pace! Se è così importante… ci penserò io a consolare Lily – continua Mark con il suo tono arrogante, che adesso inizia a dare sui nervi pure a Mick – oppure cambi spacciatore, perché mi sa che l’ultima roba che ti sei fumato ti abbia dato al cervello.
Guardando quel ragazzo Mick si rivede in lui, forse Andrea pensa che siano uguali, forse Andrea è così che lo vede! Questa cosa lo demoralizza e nausea allo stesso tempo.
Nonostante tutto però molla la presa sul maglione dell’amico, che lo appiattisce sul petto con le mani, scuotendo la testa come se si trovasse di fronte ad un pazzo da assecondare.
-         sinceramente Mick, penso che sia meglio che tu vada adesso – interrompe Cory – almeno le potrai far notare che non sei stato a spassartela con nessuno, potrebbe aiutarti.
-         E dove vado? Potrebbe essere qui in giro a fare Shopping, e tornare a casa tra due anni, e in quel tempo potrei essermi fatto un harem ed essere tornato secondo lei! – dice con una certa urgenza nella voce – me ne starò qui a tenerla d’occhio.
-         Ok, io devo proprio scappare adesso – dice Mark, con altrettanta urgenza – sai ho i miei bisogni… Cory tu ti vuoi ritirare pure?
-         No no, io vengo con te!
 
Detto questo i due compari si allontanano, lasciando Mick da solo a guardarsi intorno, “cd dei Queen” pensa; almeno sa dove si trova adesso.
 
 
 
 
 
Andrea ha uno strano presentimento quando sente bussare alla porta, che la spinge a non andare ad aprire. Il toc toc incalza, e la ragazza quasi inizia ad aver paura. Adesso chiunque sia lì dietro la porta, pare si sia appoggiato al campanello dimenticandosene; Andrea decide di andare ad aprire solo per far cessare il frastuono che le sta procurando un considerevole mal di testa, unito al nervosismo della situazione.
Nessuna sorpresa, ma la tentazione di ribattere la porta in faccia a chi vi sta dietro è forte, e forse l’avrebbe fatto, se una mano non si fosse appoggiata al legno freddo e liscio dell’uscio.
-         Non c’è nessuno qui, puoi anche andartene.
-         Mi vuoi buttare fuori?
-         Sei già fuori!
-         Mi fai entrare?
-         NO!
-         Andrea ti devo parlare su…
-         “Andrea” non vuole ascoltare.
-         Per favore…
-         Che devi dirmi?  - Andrea si appoggia allo stipite della porta, restando ferma a braccia conserte davanti ad un Mick con, forse, lo sguardo lucido – allora sono tutta orecchie. Parla e vattene.
 
Perché nonostante la rabbia che la sta divorando dall’interno, senta la voglia di arrendersi, questo Andrea non riesce a spiegarselo, mentre se ne sta impalata e parla a chi ha di fronte con voce fredda e decisa.
-         Se vuoi sentire cosa ho da dirti, devi farmi entrare! Non posso parlarti mentre sto qui su queste scale!
-         Non sei nella condizione di dettare regole Mick! – gli dice, o meglio gli grida, per poi sospirare, voltarsi e avanzare verso l’albero alle sue spalle che la accoglie allegro e luccicoso, troppo allegro per il momento, Andrea devia sulla destra, dirigendosi sul divano dove si siede a gambe incrociate.
 
Mick capisce che Andrea ha davvero preso la situazione nel peggiore dei modi, e che oltretutto ha ragione. Le si avvicina, restando in silenzio, passandole accanto per prendere il posto sul divano accanto a lei, anche lui ha le braccia conserte, e fissa la tv spenta di fronte a lui.
-         Perché fai così? Ti ho offesa forse?
-         Non so Mick, vedi tu!
-         Non capisco cosa sia successo – mente, cercando di tirare acqua al proprio mulino – perché ti sei comportata così al centro commerciale?
-         Co-come?
 Andrea non si era certo immaginata scene melodrammatiche in cui il lui di turno chiede perdono pentendosi e dolendosi di ciò che ha commesso, ma l’atteggiamento di Mick non è nemmeno classificabile come “atteggiamento da scusa”, e questa volta ha torto marcio, e deve almeno ammetterlo.
-         Mick spero tu stia scherzando… ti do la possibilità di rimangiarti quello che hai detto e tentare di nuovo a chiedere scusa!
-         Scusa per essere andato al centro commerciale?
-         Scusa per… per!! – dice Andrea ad alta voce, bloccandosi, le mancano le parole, sa che deve chiedere scusa, come lo sa anche lui, ma in questo momento non riesce a completare la frase, così ripiega su – lo sai benissimo!!
La frase sembra fare effetto, perché gli occhi di Mick lampeggiano:
-         Non devi essere gelosa di Lily – dice con uno strano tono rassicurante.
Andrea sbatte un paio di volte le palpebre, cavolo quella situazione ha dell’assurdo, tutti e due sanno di cosa stanno parlando, ma lei non ha elementi per rivendicare niente, e lui ne approfitta non discolpandosi.
-         Puoi evitare di nominarmela per favore? Non voglio più sentire niente di te, di lei, di voi, solo che tu sei di casa qui e ti devo sopportare.
-         Ohh è questo che pensi? – Mick e il suo sguardo prepotente fanno salire il sangue al cervello di Andrea.
-         No! Cioè sì! Sei uno squilibrato Mick!
-         Ma non ho fatto niente…
-         Ti comporti in maniera illogica… tu non ci stai con la testa, quello che fai non ha senso! – Andrea si alza in piedi, lo guarda seduto su quel divano dove il giorno prima le si avvicinava alle labbra, evidentemente desideroso di un contatto, e lui non pare ricordare niente di tutto questo – che vuoi da me? Io lo so! Lo so che ieri mi hai baciata!
-         Beh, lo so anche io… - Mick è intimorito dallo sguardo perso di lei.
-         Ah, lo sai! Allora lo ammetti! – gli dice puntandogli un indice addosso, avvicinandosi di nuovo a lui.
-         Ammetto ti averti baciata!
-         E perché l’avresti fatto?!
-         Perché mi andava! – risponde lui, guardandola in volto.
-         E ti andava così, per sfizio?
Mick non risponde subito, prima si alza, le si mette di fronte, cercando di poggiarle le mani sulle spalle, ma lei ripete quella domanda:
-         no, non era per sfizio. – ammette infine.
Maledetta quella sua voce bassa e suadente, si ritrova a pensare Andrea.
-         e per cosa allora? – la sua voce non era la metà sensuale come quella di Mick, quasi spezzata dal groppo in gola che la tormentava. In compenso a Mick faceva fin troppa tenerezza vederla così affranta.
-         Perché lo volevo fare, come lo voglio fare, ogni volta che ti vedo!
 
Il tempo pare fermarsi per un istante, mentre i loro sguardi si incrociano, una goccia scivola via, assorbita dal dolcevita di Andrea, i suoi occhi sono fissi, le sue labbra serrate, Mick in attesa.
-         pure ora?
-         Soprattutto ora.
Mick percepisce che c’è qualcosa che non va, le ha appena confessato quello che si tiene dentro da troppo tempo, e lei, non sta reagendo, o meglio, non lo sta facendo come lui immaginava, come “Andrea” avrebbe reagito, o almeno una dolce, buona e romantica come lei…
-         hai detto quello che dovevi dire, ora puoi pure andartene.
 
Mick si sente crollare il mondo addosso, come era possibile che stesse succedendo?
-         Andrea che cazzo dici?
-         Dico che ti ho ascoltato, ho ascoltato abbastanza, tanto da bastarmi per tutta la vita!
-         Andrea ti ho appena detto che mi piaci!
-         Sì, devo dire che lo avevo capito… quello che non capisco è… perché diavolo mi vieni a dire che ti piaccio dopo aver scopato con la tua amica con i pon pon!! Ti sembro idiota? – Andrea si divincola dalla presa di Mick, mentre lui cerca di riafferrarle il braccio.
-         Oh, no, no Andrea, ti sbagli, non è successo niente…
-         Non è successo niente?! E io dovrei crederti??
-         Te lo posso giurare!
-         E come potrei fidarmi di te? Eh? Di uno che un giorno mi bacia e il giorno dopo esce con quella con cui è andato a letto per chissà quanto tempo, fidarmi di chi non ha avuto nemmeno il coraggio di dirmi di essere interessato a me, comportandosi da fidanzato geloso senza mai ammettere niente, fidarmi di te! – strilla Andrea, guardandolo negli occhi e gesticolando esageratamente.
-         Andrea, ho sbagliato, ma volevo vedere se pure tu eri interessata a me prima di farmi avanti!
-         Il fatto che perdonassi i tuoi comportamenti da ragazzo dissociato e ti perdonassi dopo tutte offese gratuite che mi hai fatto non era abbastanza?! Non toccarmi! – intima vedendo Mick provare a stringerla, ovviamente l’intimazione non è ascoltata – non fare il prepotente solo perché sei 10 cm più alto di me e 10 volte più forte!
-         Andrea, ora calmati, mi piaci, e non ho fatto niente con Lily, te l’ho detto, e io piaccio a te, lo so, o mi avresti preso a schiaffi ieri!
-         Vuoi essere preso a schiaffi per capire che devi lasciarmi stare?
 
Detto fatto, la mano di Andrea impatta contro la guancia di Mick, che molla la presa guardandola sbalordito.
 
-         io non ti credo Mick, non ti credo! E pure se non avessi effettivamente fatto niente, beh, solo perché mi hai trovata lì! Perché ti sei sentito scoperto! Se non ci fossimo incontrati ci saresti stato eccome! Forse saresti ancora con lei! Questo non puoi negarlo!
La consapevolezza di quest’ultima frase le brucia dentro, più di ogni altra cosa, e anche lui è rimasto senza parole; non è certo di poter negare questa volta.
-         Mi dici che ti piaccio, ok e allora? Eri pronto, e saresti pronto ad andare con chiunque! Volevi farmelo sapere? Bene, mi compiaccio! Io ti piaccio, tu mi piaci, ora lo so, non per questo entrerai nelle mie mutande stasera!
-         Non è quello che voglio! – controbatte Mick, - almeno non solo! E non ho fatto niente, è è questo l’importante no? Ok ero lì, non so nemmeno io perché! Non lo so, non sarei dovuto andare! A me non interessa! Non ci volevo andare! Io non lo sapevo! – Mick, esasperato dalla situazione, non vedendo uno spiraglio, perde lucidità.
-         Ma ti senti, Mick? Non sai mai niente tu! Perché fai le cose, e perché ti trovi in un posto! Ora addirittura non lo sapevi! E non ci volevi andare… perché non volevi andare se non lo sapevi? Ma non sai nemmeno inventare delle scuse decenti! Dimmelo: sono uno stupido ragazzo che ragiona con tutto meno che con la testa, e c’era da divertirsi, e io mi volevo divertire! Tanto poi quando voglio io, c’è quella deficiente di Andrea che mi perdona tutto quello che faccio o che le dico, perché non essendo la mia ragazza non può prendersela per niente, e forse mi piace.
-         Sono un idiota ok? Io, lo sono davvero! Mi sono meritato lo schiaffo come mi merito tutto questo, ora però puoi calmarti? E perdonarmi? E lasciarci tutto alle spalle? Ti ho trattato malissimo e mi hai sempre voluto bene, oggi non ho fatto niente e non puoi perdonarmi! Come se stessi sfogando la rabbia repressa, ora che sai che io ti voglio! Io voglio stare con te! – Mick la guarda negli occhi, il fiero, sprezzante Mick, sicuro di sè – ecco l’ho detto, voglio stare con te!
-         Io non mi fido di te! Se vuoi stare con me, non vuoi stare con altre, giusto? Però eri pronto ad andartela a spassare!
-         Andrea, posso dirti una cosa molto sinceramente? – chiede con tono risoluto, rivolgendo un’occhiata, scrutandola dalla testa ai piedi.
-         Accetti mai un no come risposta? Avresti dovuto andartene 2 ore fa! – controbatte Andrea, indispettita da quell’atteggiamento sbruffone, che non tardava mai ad arrivare nemmeno nelle situazioni più tragiche.
-         Se io questa sera me la fossi spassata, vorrebbe dire che tu saresti su quel letto – Mick indica il tetto, intendendo indicare il letto di Andrea al piano superiore – con qualche indumento in meno, e qualche dolore in più! – la guarda improvvisamente malizioso.
 
Andrea arrossisce violentemente:
-         alla faccia della sincerità! – è senza parole, deglutisce, almeno in questo Mick è riuscito: farla stare zitta, e anche se non si è calmata del tutto, ha accantonato per adesso qualsiasi altro discorso.
-         Te la sei cercata ragazzina… certe cose non te le ho mai dette e me le sono tenute per me, volevo essere più delicato con te, ma visto che il tuo problema era il mio “divertimento”, sappi che non mi sono proprio divertito! Non mi diverto più da quando una ragazzina ritrosa e pudica è entrata in questa casa facendo impazzire i miei ormoni! “Questa, è la cruda verità…” bisbiglia poi, inumidendosi le labbra e dandole un buffetto sulla punta del naso con l’indice della sua mano destra... – Abbiamo fatto pace tesorino?
-          Te-tesorino? – Ma come gli vengono certe sparate? E poi, due minuti fa litigavano furiosamente urlandosi contro, e adesso Andrea non sa più se è arrabbiata, o imbarazzata, o entrambe le cose, ora si è aggiunta la sensazione di essere di fronte ad un ragazzo molto agitato, dalle intenzioni molto chiare.
-         Beh, ormai lo sai, da oggi cambia la musica!
-         Cosa intendi?
-         Intendo che prima non dovevo farti capire niente… ora devo farti dire sì! – le dice ai limiti dell’impertinenza, poi però le sfiora una mano, e per un attimo lei intravede nei suoi occhi la luce dolce e malinconica che vi aveva visto molte volte durante i loro discorsi dal tono meno libertino, e più psicologico – mi perdoni Andrea? – le chiede, in tono mesto.
Andrea sente un colpo al cuore, non capisce ancora come faccia a passare così repentinamente dall’essere il quasi maniaco comunque spavaldo, all’essere il suo affezionato amico che ha bisogno di comprensione. Inoltre non capisce come faccia lei stessa a passare dall’odiarlo rabbiosamente al volerlo abbracciare.
-         Non lo so! – afferma lei, accorgendosi di non riuscire a mostrare fermezza nella voce, come avrebbe voluto,
-         Mhm… - mormora Mick, volgendo il suo sguardo allo stereo – vuoi una dedica in grande stile con una patetica canzone disperata in cui ti esprimo quanto ho fatto male?
Mick si sta chiaramente riferendo al genere di musica che continua a riempire la stanza.
-         Almeno Bruno Mars si prende le sue responsabilità!
-         Bruno chi? Andrea questa musica ti deprime, sei una ragazza così solare tu!
-         Mick! Vai fuori di qui! – il suo tono non è però arrabbiato, forse sconsolato, arreso – potrei scriverci il libro dell’assurdo, con le nostre conversazioni, ora si lamenta pure della musica che ascolto – dice rivolgendosi a se stessa – devo essere davvero poco minacciosa quando mi arrabbio, per aver già dimenticato quello che ho detto fin qui! sei uno sbruffone! Un pallone gonfiato! Non hai dato importanza a nulla di quello che io ti ho detto!!
-         Oh io ho dato molta importanza, a quello che mi hai detto, come vedi infatti ti ho fatto passare la rabbia! Ora scusami ma ho un impegno…
 
Andrea trasale, come svegliandosi improvvisamente da uno stato di intorpidimento dei sensi:
-         dove devi andare?!
-         Oh oh! Andrea non vuole più che me ne vada!
-         Io voglio che tu vada via! Ma… ma per andare a casa tua! – Andrea vede un sorriso dipingersi sul volto di Mick – Mick!!!
-         Devo andare… – Mick si interrompe, avanzando verso lo stereo, poi stacca l’mp3 dalla porta usb, interrompendo così la musica, e voltandosi con in mano quell’oggetto aggiunge – devo andare ad imparare una canzone!
Detto questo, Mick avanza nuovamente verso Andrea, le si ferma accanto sfiorando la sua guancia con la mano sinistra.
-         Buona notte Andrea – le sussurra all’orecchio, facendola rabbrividire.
 
La ragazza sospira, lasciando che lui la superi, arrivando alla porta.
-         comunque, non siamo ancora in pace!
-         Sì sì l’ho capito! – dice mettendosi l’mp3 in tasca.
-         Bene! – afferma, battendo un piede a terra – e non perdere il mio mp3!
-         Lo custodirò con cura!
 
Mick esce allontanandosi, mentre Andrea resta alla porta finchè non sente il rumore della macchina di lui che va via. Poi il silenzio.
  
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