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Autore: berenis    09/07/2013    11 recensioni
«Ne ho passate tante per stare con te, mia piccola Her, ma devo ammettere che ne è valsa la pena. A partire dal fatto che per riuscire ad avere il pieno consenso di tuo fratello c'è voluta Megan. Chi l'avrebbe mai detto che avrei avuto entrambi gli Styles tutti per me?» ridacchiò Louis.
Ma infondo, l'amore è la saggezza dello sciocco e la follia del saggio, no?
SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9.

 
Era già la metà di luglio e ci trovavamo in quella casa da una settimana, ormai.
Come avevo previsto, riuscii a perdermi qualche volta e mi capitò anche di entrare in camere che non erano la mia.
Alla fine a me assegnarono quella blu, la prima che avevo visto e di cui mi ero subito innamorata. Era come se sulla porta ci fosse stato scritto il mio nome sin dal principio.
Harry prese la camera accanto alla mia per tenermi d’occhio e accertarsi che io non sgattaiolassi fuori per andare da Louis, che era in quella di fronte, e vicino a lui c’era Niall.
Sul nostro piano c’erano quattro camere da letto e ben due bagni, uno riservato solamente a me, mentre a quello superiore, dove preferirono andare Zayn, Liam e Danielle, c’erano tre camere e un bagno.
Loro due dormivano insieme. Erano gli unici ad avere il letto matrimoniale.
La mattina del quindici luglio mi svegliai in modo del tutto naturale, il che non accadeva da un po’ di tempo.
Niente sveglia che suona, niente schiamazzi, niente baci di Louis, niente cuscinate da parte di Harry.
Niente di niente. Solo silenzio.
Mi stropicciai gli occhi e quando guardai l’orologio mi meravigliai di aver dormito fino alle dieci senza essere disturbata.
“Che diavolo sta succedendo qua dentro?” pensai mentre mi alzavo dal letto.
Aprii la porta di camera mia: ancora nessun rumore.
Scesi piano le scale, attenta a non inciampare, poiché ero ancora mezza addormentata e il mio equilibrio scarseggiava.
«Harry? Harry!? C’è nessuno?» continuai a chiamare mio fratello ma non udii alcuna risposta.
Quando arrivai in cucina trovai un foglio attaccato con una calamita al frigorifero.

“Per Her.
Buongiorno dolcezza! Sicuramente quando tu ti sveglierai noi non ci saremo, per cui ti scrivo questo biglietto. Ieri sera quando tu già dormivi abbiamo ricevuto la telefonata di Paul che ci ricordava di essere in sala di registrazione oggi alle nove. Ce n’eravamo completamente dimenticati!
Ti ho comprato una brioche al cioccolato, la tua preferita.
Torneremo per l’ora di pranzo e saremo molto affamati, ti avverto!
Ci vediamo dopo!
Tuo,
Louis.”


Così diceva il biglietto.
Sorrisi spontaneamente per via dell’immensa dolcezza di quel ragazzo e non potei fare a meno di pensare a quanto fossi fortunata ad averlo tutto per me.
«Grazie Louis» sussurrai, anche se sapevo che non poteva sentirmi.
Riattaccai il foglio al frigorifero e sbirciai dentro un sacchetto bianco poggiato sul tavolo, dove trovai la brioche che mi aveva preso Louis.
“Strano che Niall non l’abbia già finita” pensai.
Mi sedetti a tavola e sentii un rumore alle mie spalle.
Mi voltai di scatto e sussultai vedendo la figura ancora assonnata di Danielle che era appena entrata in cucina.
«Danielle! Mi hai spaventata» dissi ansimando e con una mano poggiata sul petto, come per sentire se il mio cuore battesse ancora o no.
«Oh, Her, mi dispiace» disse assumendo un’espressione triste.
Scossi la testa. «Non ti preoccupare! — feci un attimo di pausa e lei si sedette di fronte a me — Stamattina siamo sole, i ragazzi sono in sala di registrazione» spiegai mentre addentavo la mia buonissima brioche.
Lei annuii semplicemente poi si alzò di nuovo e cercò qualcosa da mangiare nei mobili della cucina.
Mi sembrava strana, di solito non era così. Magari non stava bene.
Prese una merendina, la addentò e cominciò a masticarla.
Dopo poco il suo viso assunse un’espressione disgustata, e con uno scatto aprì la pattumiera per poi sputare quello che aveva in bocca.
«Oddio che schifo» biascicò, e aprì il rubinetto bevendo un’abbondante quantità d’acqua.
La guardai seriamente preoccupata.
«Danielle, stai bene?» domandai corrugando le sopracciglia.
Quella merendina la mangiava ogni tanto e fino a quella mattina non le aveva mai dato nessun problema.
«Sì, sto benissimo, ma questa cosa è veramente terribile. Sa di… non lo so neanche io, fa schifo e basta! Magari è scaduta» disse lei buttando nel pattume ciò che teneva in mano e asciugandosi la bocca con il palmo della mano.
«Danielle non può essere scaduta, quelle merendine le abbiamo prese la settimana scorsa… — dissi preoccupandomi sempre di più — Dani se hai qualcosa che non va devi dirmelo» il mio tono divenne serio e fermo.
Mi guardò negli occhi per qualche istante senza dire niente, poi, a un certo punto, spalancò gli occhi e mi sembrò improvvisamente allarmata.
«Merda…» sussurrò.
«Danielle che diavolo sta succedendo!?» chiesi esasperata alzandomi in piedi.
«Her io…» cominciò, ma la sua voce si spezzò e non riuscì a proseguire.
«…Sì?» la incitai.
«Ho un ritardo. Di una settimana e tre giorni» disse tutto d’un fiato.
Sentii il mio stomaco stringersi in una morsa di preoccupazione che m’invase totalmente facendomi rabbrividire nonostante facesse terribilmente caldo.
“Non può star parlando di quel ritardo.”
«Non… Non dirmi che…» deglutii a fatica.
«Non lo so. Io… Io credo di no, cioè, è impossibile, voglio dire noi non…» cominciò a parlare a vanvera ma io la bloccai.
Le andai vicino e la feci sedere sulla sedia.
«Ora calmati, Danielle, agitarsi non servirà a nulla» le dissi accarezzandole dolcemente i capelli ricci.
«H-Hai ragione» commentò lei tirando su col naso.
Stetti in silenzio per qualche minuto aspettando che lei si calmasse e intanto pensai a cosa avrei potuto fare.
«Vado in farmacia a comprare un test» affermai decisa e mi voltai per uscire dalla cucina, ma lei mi bloccò per il braccio.
«Vengo con te.»
Annuii, ci preparammo e uscimmo.
Comprammo tre test di gravidanza, in modo da poter essere più sicure e poi tornammo a casa.
«Non voglio farli adesso e non voglio che Liam lo sappia» disse buttandosi sul divano.
Andai in camera mia e nascosi i tre test in un cassetto, sotto la mia biancheria, dove sapevo che nessuno ci avrebbe messo le mani.
Tornai giù e mi lasciai cadere a peso morto accanto a lei.
«Non c’è fretta, e terrò la bocca chiusa, tranquilla» la rassicurai.
In quel momento mi sentii io la più grande delle due. Generalmente era lei a fare così con me, mentre in quel momento si trovava in una situazione nuova, completamente sconosciuta a entrambe, in realtà, che la terrorizzava e aveva bisogno di sostegno.
Mi raccontò di aver sempre voluto dei bambini e non era tanto quello che la faceva stare così in ansia.
La sua paura era che ciò potesse incidere sulla carriera di Liam e su lui stesso.
Danielle temeva che lui non si sentisse pronto, essendo più giovane di lei.
In ogni caso, si stava facendo un’immensità di problemi ancor prima di sapere se fosse incinta o meno.
Cercai di distrarla mettendo su un film e poi, verso l’una, cominciammo a cucinare il pranzo in modo da far trovare pronto ai ragazzi quando sarebbero tornati.
Alle due meno dieci il campanello suonò.
Danielle stava meglio e sembrava del suo solito umore, così, mentre io finivo di apparecchiare la tavola, andò lei ad aprire.
In un istante la casa, prima silenziosa, si riempì di voci, risate e altri rumori.
Louis corse in cucina da me.
Mi abbracciò forte e mi fece fare un girò a mezz’aria sollevandomi da terra.
Lo salutai con un intenso bacio. Mi erano mancate quelle labbra.
Poco dopo tutti i posti a tavola furono occupati, io servii il pranzo e cominciammo a mangiare, mentre a turno loro raccontavano cos’avevano fatto quella mattina.

***

«Her, i ragazzi dormono?» mi sussurrò Danielle dalla porta del bagno mentre io controllavo in ogni stanza che gli altri dormissero.
«Sì!» risposi, e andai in camera mia senza fare rumore per prendere i test, poi tornai da lei.
Era passata la mezzanotte e Danielle aveva deciso di fare voler scoprire la verità.
Passammo tutto il pomeriggio con i ragazzi che ci portarono fuori a fare un giro, ma non ci fu un momento in cui non lessi ansia nei suoi occhi.
Doveva toglierselo davanti il prima possibile ma non voleva farlo quando gli altri erano ancora svegli.
Camminai velocemente in punta di piedi, e le passai i tre test, rimanendo fuori dalla porta del bagno.
Cominciò a venire l’ansia anche a me e mi sembrava che ci stesse mettendo un’eternità.
«Danielle ci sei?» sussurrai.
«Sì! Ho fatto!» sentii dire da dentro.
Poco dopo la porta si aprì ed io entrai.
«Tieni. Guardali tu» disse porgendomi i tre test.
«Cosa? Io?» scossi con forza la testa.
«Sì, tu. Ti prego Her fallo per me. Guardali tu» m’implorò. Il suo sguardo era preoccupato e la voce le tremava quando parlava.
Mi afferrò una mano con la sua e ci poggiò sopra i test. Non mi opposi e aspettai che i cinque minuti – come indicato dalla confezione – passassero.
Danielle guardò prima l’orologio, poi me, e fece cenno di sì con la testa.
Abbassai lo sguardo sui test tra le mie mani.
«Allora?» domandò preoccupata.
Deglutii rumorosamente e alzai lo sguardo.
Non risposi.   
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Taaaadaaan!
Ecco uno dei primi colpi di scena... Danielle pare avere qualche problemino...!
Che ne dite? Ve lo aspettavate?
Lo so che sono stata una bastarda perché vi ho lasciato sulle spine, ma state tranquille che la risposta non tarderà ad arrivare!
Cosa pensate che dicano i test? Sono curiosa di sapere come vi immaginate che andrà!!
Venendo un attimo al capitolo... anche di questo non sono granché soddisfatta, e a parte il fatto di Danielle è decisamente di passaggio.
Mi serve far trascorrere un po' di tempo, altrimenti se scrivessi giorno per giorno davvero non la finirei più!
Comunque volevo ringraziarvi. Volevo ringraziare sia chi legge e recensisce (siete meravigliose e mi spronate sempre a continuare!), sia chi legge soltanto e "non si fa vedere". Sarei felice di conoscere il parere anche di voi "lettrici anonime"!
Mi piacerebbe davvero raggiungere le 10 recensioni e ve ne sarei grata se mi scriveste qualcosina, anche solo due righe, per farmi sapere cosa ne pensate e se sto andando bene o no.
Lo fate per me? Dai, non vi chiedo tanto.
Beh, non voglio dilungarmi troppo.
Fatemi sapere!
Un bacio,
true. :)
   
 
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