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Autore: jasmine94    09/07/2013    2 recensioni
Se amate le storie ricche di avventure e soprattutto ricche di fantasia, questa FF fa al caso vostro.
Non per nulla infatti è incentrata sul fantastico mondo di Alagaesia, però con un protagonista del tutto nuovo: una ragazza, il cui destino si intreccerà inesorabilmente con quello dei protagonisti del Paolini, in un mondo sempre più magico e misterioso, in cui verranno svelati particolari inediti che ogni fan della saga di Eragon vorrebbe conoscere.
Se vi incuriosisce sapere cosa accadeva nel castello di Galbatorix prima che il nuovo Cavaliere trovasse il suo drago, allora iniziate a leggere questo primo capitolo...buona lettura :)
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                 36. UNICA RAGIONE

 

 

Il suo stomaco brontolò per la fame.

Come poteva elaborare un piano decente in queste condizioni?

Gli occhi le si chiudevano da soli.

Allora, doveva ragionare. Molto probabilmente le guardie ci avrebbero messo qualche giorno ad arrivare, quindi avevano ancora un po' di tempo per evadere.

Avvampò di rabbia quando ripensò a come avevano trattato il suo povero Murtagh.

Il rumore della serratura interruppe i suoi pensieri notturni.

La padrona di casa entrò nella stanza, richiudendosela dietro.

Molto strano: era sola, senza il marito.

<< Non hai paura che io ti possa fare del male per poi fuggire? >>domandò stupita.

<< No >>rispose la donna semplicemente.

<< Beh, fai male a non averne... >>

<< Non sono una sciocca, e neanche tu lo sei...sai benissimo che il prigioniero è super controllato adesso, non riusciresti mai a farlo scappare >>

Liz restò colpita dal suo ragionamento.

<< Molti mi dicono che sono sempre troppo avventata...tu invece no, perché? >>

<< Intuito >>la donna alzò le spalle, poi venne verso di lei << comunque io sono Elain, e mio marito si chiama Horst >>

Visto che la ragazza non rispondeva, ma teneva lo sguardo rigorosamente lontano da lei, continuò, sedendosi sul letto, proprio accanto alla ragazza.

<< Mio marito non è sempre stato così burbero. Mi credi se ti dico che non lo riconosco più neanche io? >>disse sospirando, << da quando abbiamo subìto  quell'attacco da parte dei Ra'zac lui non è più lo stesso. Ha preso in mano le redini della città, nonostante lui in realtà sia solo un fabbro! >>

<< I Ra'zac vi hanno attaccato? >>intervenne a questo punto Liz, incuriosita << ma perché? >>

<< Non lo sappiamo neanche noi. Sappiamo solo che hanno ucciso un vecchio uomo, bruciando la sua casa, e poi sono scappati. Non sappiamo cosa stessero cercando. Ma abbiamo paura...qui siamo sempre stati così in pace, isolati, ora invece sembra tutto diverso... >>commentò amaramente la donna.

Dopo lunghi istanti di silenzio Liz le porse la mano:<< Io sono Liz, piacere >>disse senza più preoccuparsi di usare il nome falso, << e quello che avete catturato e picchiato è il mio ragazzo, Murtagh >>disse con tono aspro, facendola sentire in colpa.

Infatti la donna abbassò lo sguardo.

<< Mi dispiace, anche a me non piace tutta questa violenza, ma se è necessaria per salvaguardare il villaggio... >>

<< Ma non ha fatto nulla di male! Non volevamo infastidire nessuno! >>replicò << Vogliamo solo stare insieme in pace per una buona volta, e costruire una bella famiglia >>disse toccandosi la pancia e cercando di farla impietosire quanto più possibile.

<< Oh! Aspetti un bambino?! >>esclamò, colta di sorpresa << di quanti mesi? >>

<< Ancora solo poco più di due mesi, lo abbiamo scoperto per caso qualche giorno fa >> disse mentre un sorriso involontario le sfiorava le guance al pensiero.

<< Ma avete mangiato? >>

La ragazza scosse la testa.

<< Allora venite, vi porto sotto e vi cucino qualcosa da mangiare >>disse gentile.

<< Oh no grazie non si preoccupi, non ne ho bisogno... >>

<< Certo che ne hai bisogno! Su forza, tanto mio marito è andato ad aiutare gli altri abitanti a spegnere le fiamme restanti, in casa ci sono solo i miei figli, ma credo stiano dormendo >>

Dopo un po' la ragazza acconsentì.

Scesero sotto, nella cucina. Tre giovani erano seduti al tavolo, discutendo animatamente. Uno di essi aveva i capelli biondicci, e si teneva il fianco fasciato.

Liz lo riconobbe: era il ragazzo del martello.

La ragazza fece per svignarsela sopra, ma ormai era troppo tardi: i tre giovani si erano girati nella sua direzione, e la guardavano a bocca aperta.

Uno di essi parlò, rivolgendosi a Elain.

<< Mamma ma sei impazzita?! Perché l'hai portata qui? Se lo sapesse papà andrebbe su tutte le furie!! >>esclamò, con espressione scioccata.

<< Tuo padre non lo saprà, e lei e il suo bambino hanno bisogno di mangiare >>disse autoritaria.

Liz arrossì mentre tutti gli sguardi si puntarono sul suo ventre, ancora completamente piatto.

<< Elain io vado a dormire, non voglio stare nella stessa stanza di questa delinquente >>disse il ragazzo biondo alzandosi dalla sedia.

<< Non vuoi stare nella stessa stanza di chi ti ha battuto >>le uscì di bocca, con tono pungente.

Lui la guardò con occhi infuocati, poi la sorpassò, con una spallata.

Anche gli altri ragazzi stavano per fare lo stesso, ma la madre li fermò.

<< Andiamo, non fate i maleducati >> poi toccò a lei fare le presentazioni << questo è mio figlio Albriech >>disse indicando il maggiore << e lui è Baldor >>

I ragazzi continuarono a non muovere un muscolo.

<< Liz >> disse semplicemente la ragazza, con un sorriso.

<< Mentre quello che è appena salito in stanza è Roran >>disse ancora la donna, ignorando le occhiate di rimprovero dei figli << è come un figlio per me, anche se a volte è un po' scontroso il ragazzo. Ma io lo capisco, è rimasto distrutto dalla fine orribile di suo padre... >>

<< Che fine ha fatto suo padre? >>domandò la ragazza, curiosa.

<< E' l'uomo che è stato ucciso dai Ra'zac...e come se non bastasse, suo cugino, che era come un fratello per lui, se n'è andato, senza nemmeno avvertirlo >>disse sconsolata.

<< Perché? >>

La donna scosse la testa. << Non lo sappiamo, era così sconvolto quando l'ho preso nella mia casa... e poi un giorno è sparito, senza dire nulla >>

<< Tutto ciò è molto strano, non vi è mai venuta l'idea che... >>

<< Che c'entri qualcosa con la morte del vecchio? >>la precedette uno dei ragazzi << in effetti sì...ed era proprio di questo che discutevamo prima, Roran si rifiuta di accettare questa ipotesi, vuole troppo bene a suo cugino Eragon >>

<< Beh, tanto ormai è passato, non ha senso affliggersi per questa cosa. Inoltre il ragazzo è anche scappato quindi il problema non si pone più... >>

Continuarono a parlare ancora per un po', mentre la donna le preparava una cena davvero deliziosa, se si confrontavano tutte le minestrine e le zuppe a cui aveva dovuto accontentarsi in quei giorni.

Liz la ringraziò, poi salutò i ragazzi e salì in camera, accompagnata dalla donna che per sicurezza volle chiudere la porta a chiave.

 

 

Passarono alcuni giorni, ancora nessun tentativo di fuga.

Molto probabilmente l'indomani mattina sarebbero venute le guardie a prendere Murtagh.

Proprio per questo la notte di Liz fu agitatissima, dominata solo da incubi spaventosi, alcuni perfino troppo reali.

Vedeva Murtagh assassinato dal re, per poi essere dato in pasto al suo enorme drago nero, di cui aveva solo sentito parlare, senza averlo mai visto.

E poi si vedeva lei stessa, con la pancia gonfia, piegata in due per le forti contrazioni, sola e senza alcun aiuto.

Si svegliò di botto con la fronte imperlata di sudore. Elain di fianco che la guardava preoccupata.

Liz incominciò a balbettare e a dire frasi sconnesse, in preda al panico :<< Il bambino...il bambino no...non può nascere ora...è troppo presto...e e e poi come farà s-senza un padre? >> e scoppiò a piangere.

<< Calmati, calmati adesso Liz, non è successo niente, stai tranquilla >>cercò di rassicurarla la donna.

<< Si ma succederà! Lui lo ucciderà! Perché lui è cattivo e lo odia! >>disse tra le lacrime.

La donna non sapendo che fare, le mise una mano sulla spalla, ma la ragazza la allontanò, con uno schiaffo.

<< I-io..noi non vi abbiamo fatto niente! Siete degli assassini! >>le urlò in faccia con rabbia << vi interessano solo i soldi della ricompensa! Siete delle persone ORRIBILI! >>gridò sempre più fuori di sé.

In quel momento entrò nella stanza anche il resto della famiglia , compreso Roran, attirato dalle urla.

<< Ma come ti permetti di parlare così a mia moglie?! >>gridò a sua volta il fabbro, afferrandola  per i capelli.

Liz urlò ancora di più, dimenandosi, poi improvvisamente gli sferrò un calcio così potente al ginocchio che lo fece barcollare e lasciare la presa.

Con agilità prese un coltello che era riuscita qualche giorno fa a portarsi su dalla cucina, puntandoglielo contro.

<< Io sarei anche capace di uccidervi tutti e cinque, qui...perché io sono la dama di ghiaccio >>disse con voce calma ma minacciosa << ma non lo farò, perché io ho la coscienza pulita, voglio solo che mi lasciate parlare con il mio ragazzo... >>e lasciò cadere il coltello a terra.

L'uomo si lanciò subito contro la poveretta ma la moglie gli sbarrò la strada:<< tu non le farai del male >>gli intimò con tono severo, << questa ragazza non ha fatto nulla, e neanche il suo ragazzo...e tu lo sai benissimo questo, ne abbiamo discusso a lungo >>

L'uomo si fermò, facendo sbollire un po' la rabbia che provava in quel momento.

<< Lasciamola almeno parlare con il suo amato, per l'ultima volta...visto che domani verranno a prenderlo >>continuò con sguardo truce.

<< E va bene >>acconsentì quello. Non poteva fare un torto a sua moglie.

Ebbene sì, lui la temeva. Elain era la donna più autoritaria del villaggio. Tutti a Carvahall la temevano. Il fabbro pensava che fosse principalmente per merito suo che lui godesse di così tanta stima da parte dei concittadini.

L'uomo e la donna la accompagnarono fino alla piazza principale.

Lì, ridotto sempre peggio, stava Murtagh, fortunatamente cosciente.

Quando furono più vicini la ragazza gli corse incontro, inginocchiandosi di fronte a lui, in modo da potersi fissare negli occhi.

Il sorriso di lei lo fece come rianimare, e il bacio appassionato in cui si fiondò senza avvertirlo gli fecero di botto passare tutti i mali che sentiva.

<< Forse li ho convinti a lasciarci andare >>esclamò lei raggiante.

<< Lasceranno andare te...non me >>disse lui, sfumando tutta la sua gioia con quelle poche parole. << Domani i soldati verranno a prendere solo me, quindi tu sei libera. Ma a me devono trovarmi qui, altrimenti gli abitanti incorreranno nella furia di Galbatorix >>spiegò poi.

Dal suo viso deluso scese qualche lacrima silenziosa:<< Io non ti abbandono qui... >>

<< Io non te lo sto chiedendo, io te lo ordino >>disse anch'esso con gli occhi lucidi, poi nel suo viso si allargò un piccolo sorriso << questo non è un addio, Liz >>disse poi speranzoso << io fuggirò dai soldati nella strada di ritorno, mi libererò di loro >>rivolse uno sguardo ai due coniugi << mi aiuteranno gli abitanti >>disse sicuro, poi tornò a fissare i suoi occhi azzurro ghiaccio << e un giorno ci rincontreremo, te lo prometto >>

<< E io cosa farò nel frattempo? Dove andrò? Non ho più nessuno ormai... >>si lasciò andare allo sconforto e al pianto.

<< Ho pensato anche a questo, tranquilla, amore >>

La ragazza smise per un momento coi singhiozzi, rivolgendo al ragazzo un'occhiata interrogativa.

<< Andrai dai Varden, nel Surda. Loro ti aiuteranno con la gravidanza, ma mi raccomando non dire che il padre sono io... >>disse amaramente, poi spiegò:<< il figlio di un Rinnegato non gode di ottima reputazione da loro >>

La ragazza rimase con lo sguardo basso.

<< I-io...io non voglio lasciarti...perché deve essere tutto così difficile?! >>disse tra i singhiozzi. Poi si lasciò andare, poggiandosi sul suo petto e facendo scorrere le lacrime. Passarono i minuti interminabili, fin quando Liz sollevò la testa, guardandolo con occhi arrossati dal pianto, che sembravano ancora più belli.

Poi si passò le mani dietro al collo, sollevandosi i capelli si sfilò il suo ciondolo.

Lo osservò per l'ultima volta, poi lo mise al collo del ragazzo. Gli allargò lo scollo della maglietta, facendolo cadere all'interno, proprio a contatto col petto.

<< Tienilo tu, proprio vicino al cuore...e ricorda di mantenere la promessa >>gli disse con voce incredibilmente ferma.

Murtagh avrebbe voluto così tanto stringerla a sé, avrebbe voluto asciugare le sue lacrime dal viso, avrebbe voluto lanciarsi in avanti, e non lasciarla andare, perché aveva bisogno di lei, perché non poteva rinunciare a lei.

Eppure sapeva di fare la cosa giusta a lasciarla andare, ma il suo cuore si rifiutava di accettarlo.

<< Voglio che tu sia con me quando nascerà... >> era un ordine.

Il ragazzo sorrise, passando lo sguardo dai suoi occhi gelidi alle sue labbra.

Lei capì le sue intenzioni e, prendendogli la testa fra le mani si chinò un po' per baciarlo un'ultima volta.

Le loro labbra si incontrarono con bramosia, le une così calde e morbide, le altre  così secche a causa del freddo, ma nonostante ciò il bacio si caricò di così tanta tensione e passione  da trasformarsi in uno fra i baci più belli che si fossero mai dati.

Come se il mondo intorno a loro si fosse annullato.

Come se esistessero solo loro, e il loro amore.

Nessun pericolo, nessuna preoccupazione a tormentarli.

Murtagh curvò le labbra, sorridendo nel bacio.

<< Vai... >> soffiò  tra le sue labbra.

Appena Liz aprì gli occhi, il mondo le precipitò nuovamente addosso, riversando tutti i tormenti che stava vivendo, e lasciandola immobile, incapace di fare qualsiasi cosa.

Fu nel momento in cui fissò gli occhi neri del ragazzo che si convinse a muoversi, ad andare avanti.

Un pezzo del suo cuore rimase con lui quando si staccò e senza voltarsi indietro si diresse verso Elain, che la stava aspettando.

<< Abbiamo deciso di lasciarti andare ma...non possiamo fare lo stesso con lui... >>disse subito la donna, abbassando lo sguardo, dispiaciuta.

<< Ne abbiamo già parlato. Potete ridarmi la mia spada e il mio cavallo? >> disse con voce calma, che stupì anche lei stessa nel momento in cui pronunciò quelle parole.

<< Ma...ma dove andrai da sola? >>domandò la donna, preoccupata.

<< Andrò a chiedere rifugio dai Varden, loro non mi tratteranno come una delinquente >>rispose con freddezza.

Arrivarono Albriech e Baldor, l'uno portando il cavallo di Liz, l'altro la sua spada e una nuova sacca, che conteneva però tutti i suoi vecchi oggetti.

Più indietro stava Roran, con lo sguardo basso.

Liz stava per salire a cavallo quando si decise ad avvicinarsi.

Erano passati un paio di giorni da quando era a casa del fabbro, ma quel ragazzo non le aveva rivolto la parola se non in casi strettamente necessari. Liz sentiva sempre il suo sguardo addosso, freddo, guardingo. Non si fidava di lei, non si era mai fidato.

Eppure adesso incontrò il suo sguardo, e non c'era più traccia di risentimento.

Il ragazzo gli offrì la mano.

<< Senza rancore >> pronunciò.

Liz rimase a guardare la mano tesa verso di lei come se non credesse ai suoi occhi, infine la strinse, un po' perplessa.

Roran capì il suo sguardo, e si affrettò a giustificarsi:<< A nome di tutti i cittadini...siamo davvero pentiti del trattamento che vi abbiamo riservato >>

Liz strinse gli occhi:<< Cos'è che vi ha fatto cambiare idea? >>

<< Ci è...giunta la notizia che il re si sia alleato con gli Urgali >> disse abbassando lo sguardo.

Liz sorrise involontariamente, un sorriso beffardo. Se lo meritava.

Si allontanò di nuovo diretta al suo cavallo, poi tornò indietro verso il ragazzo, si avvicinò di più a lui, fino a sussurrargli in tono deciso:<< Salva il mio ragazzo, e siamo pari, salvalo >>.

Roran la fissò con le sue iridi color nocciola, poi annuì.

Adesso per la ragazza era giunto il momento di partire, salì a cavallo e uscì dal villaggio al galoppo.

Quando si allontanò abbastanza, si sfogò per bene.

Aveva affidato Murtagh nelle mani di sconosciuti, quelli che fino a qualche tempo prima erano stati i suoi accusatori, i suoi carcerieri. ma chissà perché si fidava di quel ragazzo, Roran. Nel suo sguardo aveva visto la determinazione e l'audacia di un vero guerriero, per non parlare poi della sua abilità nel maneggiare la sua strana arma. Poi però la paura tornò di nuovo a sostituire, anzi a travolgere la speranza. Quello poteva davvero essere un addio. Chi le avrebbe assicurato che Roran ce l'avrebbe fatta? Per l'ennesima volta si sentì solamente una codarda. Doveva essere lei ad intervenire, lei a salvarlo.

Ma poi si rese conto che la sua priorità adesso doveva essere il piccolo esserino che cresceva nel suo ventre. Glielo aveva fatto capire anche Murtagh. Nulla era più importante di lui, o lei.

Era diventata la sua unica ragione di vita.

Ed ecco che questa disgraziata (sarei io) si rifà viva!! Ammettetelo che pensavate di esservi sbarazzate di me! No scherzo, anzi scusatemi davvero per questo enorme ritardo, credetemi, nessuno più di me ha sofferto in questo periodo senza EFP. Però finalmente adesso che mi sono DIPLOMATA posso avere tutto il tempo per scrivere, aggiornare, recensire, e tutte fare tutte quelle cose che in questo periodo mi ero posta di non fare per "cercare di studiare". 
Spero che anche voi siate rimaste nonostante tutto questo tempo, in tal caso, vedrò di sbrigarmi e aggiornare anche domani stesso! :) Un bacione a tutte voi, è bello essere tornata ;) Buona estate!

  
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