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Autore: itsmegiulia    09/07/2013    9 recensioni
"Mi chiamo Louis, Louis Tomlinson, ho ventun'anni ed odio - da sempre - me stesso. La mia famiglia, i miei amici, il mio psicologo.. dicono che sbaglio. Ma in realtà l'unico sbaglio sono io. E, credetemi, ho tutti i motivi per pensarlo."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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(15)
100 points to Gryffindor.




 

- Niall. -


 

Era giorno inoltrato ed io ero ancora a letto, accoccolato alla mia bionda. Ci conoscevamo da poco e all'inizio il nostro rapporto non era proprio serio, anzi, ma adesso, solo vedendola accanto a me.. stavo bene. Di lei sapevo ancora poco, però, giusto il nome, l'età, che lavoro faceva e basta. Di carattere era una specie di ragazza-medaglia, perchè aveva due facce. Appariva timida, riservata, insicura, ma era in grado di essere tutt'altro. Poteva essere sicura di sé e disinibita, e non vi dico in quali occasioni, soprattutto, ma riusciva ancora ad arrossire quando le si faceva un complimento. In più era solare, curiosa ma in senso positivo, spensierata. E bella.. Dio quant'era bella. I suoi capelli biondo cenere ricadevano morbidi sopra la sua schiena, la sua bocca rosea era appena socchiusa, gli occhi chiusi lasciavano che le lunghe ciglia le accarezzassero il viso, le gote erano arrossate.. era una bellezza ultraterrena, da mozzare il fiato.

Si mosse un po', spostando la testa dal mio petto all'incavo sotto il mio collo e la mano sul mio addome. “Giorno..” biascicò, con la voce impastata dal sonno. “Buongiorno, bellissima.” sussurrai tra i suoi capelli, per poi ridere quando andò a nascondere il viso tra i cuscini. “Devi smetterla!” mi rimproverò con tono quasi isterico, con la faccia ancora schiacciata tra il suo nascondiglio. “E perchè dovrei? È la verità.” le dissi con tranquillità, provando a non ridere. Era così spontanea da fare tenerezza. Era una donna, ma nello stesso tempo una bambina, con ancora la meraviglia negli occhi. Era perfetta per me.

Ma mi vergogno!” continuò, non muovendosi di un centimetro. “Ti vergogni di un complimento piuttosto di spogliarti davanti al primo belloccio che viene a fare la spesa al supermercato?” le chiesi con naturalezza, senza pensarci due volte, per poi rendermene conto. “Insomma.. io.. non volevo, insomma-” provai a riparare il danno, iniziando a dire cose senza senso, quando fu lei ad interrompermi, sollevandosi dai cuscini e lasciandomi un bacio sulle labbra. “Tu non sei 'il primo belloccio', tu sei 'il belloccio' e basta.” disse, sorridendomi come solo lei sapeva fare. “E cosa cambia?” le chiesi, accogliendola tra le mie braccia. “Beh.. sei tu. Questo cambia. 'Non c'è nessuno come te nell'universo', volendo citare i Muse.” ridacchiò, per poi guardarmi dolcemente. Quello sguardo mi era familiare, come se l'avessi visto da qualche parte. Oh, ecco. Era il mio, ogni volta che pensavo a lei. Me n'ero reso conto la mattina stessa, dirigendo involontariamente gli occhi verso lo specchio al lato opposto della sua camera, con lei tra i miei pensieri e le mie braccia.

Ti sei imbambolato?” mi chiese, muovendo la mano davanti al mio viso. “Oh, sì, scusami..” le risposi, rivolgendole poi un sorriso. “Perchè quel faccino lì, Horan?” mi disse, con un tono quasi canzonatorio. “Cosa stai tramando?” sorrise divertita, per poi allungarsi verso il pavimento e raccogliere la mia t-shirt, indossandola e rivolgendo, poi, l'attenzione nuovamente a me. “Stavo pensando ad una cosa, ma non so.. Non penso possa interessarti.. Insomma..” cominciai ad andare quasi nel panico, oppresso da un'ansia mai provata prima. “Dai, dimmi.” mi invitò a parlare, spronandomi con uno di quei suoi sorrisi disarmanti. “..Ti andrebbe di provarci?” le proposi, sentendo il cuore accelerare in attesa di una sua risposta. “Con chi?” mi chiese, guardandomi con finta innocenza. Aveva capito a cosa mi stavo riferendo, ma voleva mettermi in 'difficoltà', forse. “Come con chi?.. Con me.. Nel senso.. io e te, siamo un uomo e una donna, come Adamo ed Eva.. e beh, se ti preoccupa venir cacciata dal paradiso terrestre non si fa niente.. ma le mele sono così buone!..” “Niall, cosa stai dicendo?” mi chiese, con la risata negli occhi e sulle labbra. Come immaginato, avevo iniziato a fare un giro di parole infinito, per la mia solita vigliaccheria. “Sembra una domanda da bambini, ma.. ti va di essere la mia fidanzata?” sussurrai, con il cuore in gola e lo stomaco in lotta con gli altri organi. Lei mi guardò, inizialmente, inclinando la testa di lato. Poi si guardò attorno nella stanza, fino a restare con lo sguardo fisso sul soffitto, mentre si mordeva le labbra. Allora notai una lacrima solcare la sua guancia destra. “Dakota, stai bene?” domandai, improvvisamente allarmato. “Non volevo metterti alcuna pressione, possiamo far finta di niente, se vuoi!” cercai di salvare il salvabile, non sapendo assolutamente come comportarmi in quella situazione. Non mi rispose e restò in quella posizione, per poi abbracciarmi all'improvviso ed iniziare a singhiozzare. “Pensavo.. Pensavo che non sarebbe mai accaduto.. E.. E tu te ne esci con questa proposta di prima mattina... E io.. E io.. Mi farai morire un giorno di questi.. Di.. Di felicità.. Horan!” mi rimproverò, ancora, tra i singhiozzi, lasciandomi rilassare pian piano. “Piccola Stonem, quanta gioia e quanta preoccupazione mi dai..” bisbigliai tra i suoi capelli profumati, stringendola a me.


 


 

- Louis. -


 


 

I raggi del sole si inoltravano tra i fori delle tapparelle, andando a posarsi proprio sul mio viso, e costringendomi ad aprire gli occhi. Come ogni mattina, restai a guardare il soffitto, rendendomi quasi subito conto di non trovarmi in camera mia. Dopo quell'intuizione, ne susseguì un'altra: qualcuno era stretto a me, e teneva la testa sotto il mio collo, impedendomi di muovermi. Ripensai alla sera prima, e collegai tutte le tessere del puzzle: mi trovavo in camera di Harry ed era lui la persona poggiata sul mio petto. A quel pensiero arrossii, ed iniziai a sentire caldo, molto caldo. “Louis..” sentii la sua voce, e notai quando fosse roca e profonda di prima mattina. Feci per rispondere, quando lo sentii continuare: “Louis.. Scusami..” Possibile che mi stesse sognando? “Lou.. Non volevo venire da te quella sera..” Capii subito a cosa si stesse riferendo, a quale sera, e mi sentii.. disgustato? Forse perchè a lui stesso aveva fatto schifo. Io gli avevo fatto schifo. “Non avrei mai voluto farti del male.” disse con un tono più serio, per poi smettere di parlare. Quel senso di nausea sparì, ed iniziai a pensare che fosse davvero dispiaciuto dell'accaduto, più di quanto avessi mai potuto pensare. “Dormi, mio piccolo Hazza..” sussurrai, passando lentamente le dita tra quei ricci ribelli, cullandolo nel sonno.


 

Restai a vegliare su di lui, ascoltando ogni suo singolo respiro, e ad immaginare un futuro con lui. Un futuro che sarebbe stato roseo e felice, tutti i giorni, tutte le ore, tutti i minuti e tutti i secondi, perchè insieme a lui, io non avrei avuto modo e ragione di sentirmi triste, depresso, giù di morale. Era la risposta ad ogni mio quesito, la medicina per ogni malattia, il puntino sulla i, il sole in una giornata uggiosa, il venticello fresco in una giornata estiva.

Sentii Harry muoversi appena, per poi sbadigliare e stropicciare gli occhi con stanchezza. “Buongiorno, dormiglione.” dissi, sorridendo, per poi vederlo sedersi sul letto a fatica, permettendomi, però, il movimento. “'Giorno, Boo.” rispose, regalandomi un sorriso, che mi fece perdere qualche battito. “Non pensavo di trovarti qui, stamattina, sai?” mi confidò, guardandomi con un'incertezza negli occhi. Forse non avrebbe voluto dirlo. Forse aveva paura di 'spaventarmi' in qualche modo. “Perchè?” gli domandai, con curiosità, sedendomi sul letto a mia volta. “Pensavo saresti tornato da Hannah appena avessi chiuso gli occhi..” pronunciò, con tono di voce più basso, distogliendo lo sguardo dal mio. “No, Hazza, io non ti lascio.” lo tranquillizzai, prendendogli la mano come mi aveva consigliato l'istinto. Mi sorrise, poi mi strinse la mia presa, né troppo forte né con incertezza. “Sono felice che tu sia rimasto stanotte.” mi ringraziò, per poi alzarsi dal letto e trascinarmi con sé, senza porre fine al contatto delle nostre mani. Ci ritrovammo l'uno davanti all'altro, il suo viso più in alto del mio – data la sua maggiore altezza – e gli sguardi a perdersi tra loro. Nessuno di noi diceva una parola, e l'aria diventava sempre più pesante, la stanza sempre più piccola, la voglia di baciarlo sempre più pressante. Feci per alzarmi in punta di piedi, sentendo il respiro mancarmi e le guance arrossarsi, quando parlò: “Forse dovresti andare a vedere come sta Hannah.. Ieri sera stava poco bene, no?” Mi sentii così stupido e fuori posto in quel momento. Come avevo lontanamente potuto pensare di baciarlo? Stavo sprofondando nella vergogna e, in un certo senso, anche nel dolore, perchè fino all'ultimo momento avevo pensato che, magari, le mie labbra si sarebbero potute posare sulle sue, almeno un attimo. Ma non era successo, lui non aveva voluto. Eppure perchè stavo iniziando a pensare il contrario? Insomma.. il suo comportamento era così ambiguo, a volte. “Uhm, sì, vado.” dissi, sbrigativamente, per poi lasciare la sua mano – a malincuore – ed uscire da quella stanza, chiudendo la porta alle mie spalle. Una volta in corridoio, lasciai uscire un sospiro – non sapevo se di sollievo o di afflizione – e mossi qualche passo, giusto il necessario per arrivare davanti la porta della mia camera. Abbassai la maniglia e vi entrai, lasciando la posta leggermente accostata. Ciò mi permise di vedere Harry scendere le scale e dirigersi in cucina, probabilmente, per fare colazione. Avevo il via libera per parlare con Vanessa, la quale stava ancora riposando tranquilla, nella mia parte di letto. Andai verso la finestra e tirai su le tapparelle, lasciando che i raggi del sole illuminassero l'intera stanza. “È ora di svegliarsi, su.” le dissi, sedendomi sul letto e scuotendola appena. “Devi dirmi qualcosa?” bofonchiò, girandosi dall'altra parte, mentre si copriva con il lenzuolo fino alla testa. “100 punti a Grifondoro, mia cara. Ho due notizie, una bella e una brutta.” catturai la sua curiosità, che la portò a sedersi sul letto e prestarmi attenzione. “Vai, sono tutta orecchi.” mi spronò, sorridendomi, ancora un po' assonnata. Le raccontai per filo e per segno della serata precedente, fino ad arrivare al fatto di quella stessa mattina. “Cosa ne pensi?” le domandai, mordendomi nervosamente l'interno della guancia. “Beh, secondo me.. prova qualcosa nei tuoi confronti. Magari è confuso, o spaventato. Non lo so.” beh, se fosse stato così, avrei avuto una possibilità con lui.. e non me ne sarei affatto dispiaciuto. Però, come aveva detto Vanessa, poteva essere spaventato da ciò. Insomma, lo ero stato anche io quando avevo scoperto di provare attrazione per persone del mio stesso sesso. Non sapevo più cosa pensare. Lasciai stare quei pensieri, e mi concentrai di nuovo sulla discussione con la mia coinquilina: “Ma Harry non sembra gay, insomma.. in tutti questi anni di amicizia, in cui ho imparato a conoscerlo, posso assicurarti che i ragazzi non gli sono mai interessati.” le dissi, un po' abbattuto, mentre nella mia mente ripercorrevo tutte le relazioni del mio migliore amico. “Magari è stata tutta una copertura. È possibile che lui non accetti questa parte di sé, e che abbia fatto di tutto per provare ad eliminarla definitivamente.” “In effetti, il tuo ragionamento ha senso.” notai, sentendo la speranza sbocciare dentro di me. “Forse non è tutto perduto.. Forse ha bisogno di tempo e io gliene darò a sufficienza per pensare, insomma.. ho aspettato già tanto, posso continuare così.. Non ci corre dietro nessuno!” esclamai, sorridendo come un ebete, dopo aver iniziato a vagare per tutta la camera, gesticolando. “Lou, non correre troppo, neanche con la fantasia. La mia è un'ipotesi, non è la verità, forse. Non voglio che tu stia male per colpa mia, okay?” mi riportò con i piedi per terra la mia migliore amica, e anche stavolta le diedi ragione. “Con Zayn?” le chiesi, ad un tratto, giusto per spostare l'argomento verso un'altra direzione. “Tutto bene, è stato.. dolce, sì. E premuroso.” mi confidò, con occhi sognanti. “Non lasciarti abbindolare da lui, tieni sempre gli occhi bene aperti.” la misi in guardia, com'era giusto che fosse. “Anche tu ti ci metti? Perchè ce l'avete tutti con lui? Okay, un gran parte della popolazione femminile di questa città è finita nel suo letto, ma magari è cambiato, o sta cercando di farlo. Insomma, da quando vivo qui con voi, non ne ha portata nessuna in casa, e non mi sembra neanche che sia uscito così spesso.” mi fece notare, alzandosi dal letto per prendere dei vestiti puliti. “Beh, hai ragione. Ancora. Ma, fallo per me, non correre troppo neanche tu, va bene?” mi feci promettere, preoccupato per lei. Anche se negli anni c'eravamo persi, lei era la persona che conoscevo da più tempo. Ai miei occhi era ancora quella bambina per cui, stranamente, avevo una cotta. Chissà.. forse ero nato etero. Forse.. le violenze subite da mio padre mi avevano cambiato. Magari, a quest'ora, se non avessi mai vissuto quell'inferno, sarei stato fidanzato con Vanessa. Chi poteva dirlo? Nessuno, ovviamente.


 


 

Dopo che ci fummo lavati e cambiati – uno per volta, ovviamente – scendemmo in cucina: lei, ansiosa di vedere Zayn, ed io, nervoso per il momento in cui i miei occhi avrebbero incontrato quelli di Harry. “Ben svegliati, ragazzi!” ci urlò Liam dal soggiorno. Lui era il più mattiniero di tutti, era la 'mamma' di turno. “'Giorno Liam!” rispondemmo in coro io e Vanessa, entrando poi in cucina. Era vuota, purtroppo. Né Zayn né Harry si trovavano lì. Ci guardammo, entrambi delusi da quella scoperta, poi sentimmo Liam raggiungerci nella stanza. “Zayn è uscito questa mattina presto, aveva con sé la chitarra e degli spartiti, mentre Harry-” fermai subito il mio amico, riflettendo sulle parole che aveva appena detto. “Zayn con la chitarra..? Davvero? È da una vita che non suona, da quando..” “Sì, da quell'accaduto non l'ha più toccata. Chissà cos'è successo, cosa l'ha spronato a riprendere..” per Vanessa il nostro discorso non aveva senso, era come se stessi parlando in aramaico antico, e lo si leggeva dalla sua espressione confusa e disorientata. “O qualcuno.” conclusi, guardando la mia migliore amica. “Di.. di cosa state parlando?” ci domandò, guardandoci a turno. “Oh, non possiamo dirtelo, è una cosa persona di Zayn.. Sarà lui a dirtelo un giorno, visto che..” “Visto che ora ha ripreso a suonare solo per te.” conclusi la frase lasciata appesa da Liam, per poi sorridere verso Vanessa. Forse aveva ragione: Zayn stava cambiando, stava tornando alle 'origini', diciamo. Riprendere a suonare, beh.. non gli era più passato per la testa. Ogni volta che avevamo provato a convincerlo a riprendere, si era arrabbiato, fino ad arrivare ad andarsene da casa. Vanessa stava abbattendo ogni sua barriera, evidentemente, e forse neanche se ne accorgeva. Effettivamente, da quando lei viveva con noi, il mio amico si era tranquillizzato, stabilizzato. “Grazie, Vanessa.. stai aiutando i miei amici come io non sono mai riuscito a fare. Ti stimo molto per questo.” le confidò, Liam, con gratitudine. La nostra amica si commosse, e ci strinse in un abbraccio di gruppo. “Vi voglio bene, ragazzi, davvero.” disse, per poi sciogliere la presa e guardarci. “Liam, comunque, credimi.. non potrei mai prendere il tuo posto, qui. Sei la colonna portante di questa 'famiglia', senza te non sopravvivrebbero neanche un giorno.” gli rispose, con umiltà, sorridendogli. “Sul serio, Liam, ti devo molto.” parlai, ringraziando quel ragazzo per tutto il bene che mi aveva fatto. Questa volta fu il suo turno di piangere, e mi commossi anche io. Ormai la cucina era diventata la stanza del pianto. Non mi preoccupai nemmeno di chiedergli che fine avesse fatto Harry, in quel momento non mi interessava. Mi stava a cuore solamente restare lì, con due delle persone più importanti della mia vita, senza alcuna preoccupazione, senza alcun pensiero.








~~~
Salve a tutti, ho fatto in fretta ad aggiornare, eh?
Anche se ammetto che scrivere questo capitolo mi è costato fatica.
Ho introdotto un nuovo personaggio, Dakota Stonem (ogni riferimento a fatti e/o persone NON è puramente casuale.. ciao Fra. :3), e beh, cosa ne pensate?
Soprattutto.. cos'è questa grande disgrazia che ha portato Zayn a non suonare più?
Dov'è andato Harry?
ZAN ZAN ZAAAAAN.
Scoprirete tutto nella prossima puntata.
TO BE CONTINUED.
Btw, spero vi sia piaciuto, e vi ringrazio davvero per tutte le recensioni che lasciate.
Mi fanno battere il cuoricino, ahw.
Continuate a lasciarmi il vostro parere, e ditemi che piega potrebbe prendere la storia, secondo voi.
Magari potrei prendere spunto da qualche vostra idea. :3
Un bacio. ♥
  
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