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Autore: Proxycides    09/07/2013    5 recensioni
In una piccola cittadina come Rosewood è meglio stare sulle proprie e non fidarsi di nessuno, non si sa mai cosa potrebbe accadere.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Aria Montgomery, Emily Fields, Hanna Marin, Spencer Hastings, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO UNO


Quel martedì mattina le nuvole costituivano quasi interamente il cielo della piccola cittadina di Rosewood, producendo di tanto in tanto lievi pioggerelle che duravano si e no un quarto d'ora.
L'affascinante Emily se ne stava con il capo poggiato a una delle finestre della sua camera, con un'espressione leggermente pensierosa, giocherellando con i suoi lunghi capelli scuri e massaggiandosi la spalla destra che, probabilmente per una caduta passata, quando c'era brutto tempo le faceva non poco male, il che era una pecca in quanto, spesso e volentieri, le impediva di praticare la sua più grande passione: il nuoto.
Continuava a tenere lo sguardo perso nel nulla, la giovane dagli occhi a mandorla, persa in chissà quale dei suoi pensieri.
Forse pensava all'anno scorso, alle giornate trascorse a pettinare i lunghi capelli biondi di Alison, ai minuti persi a fissare il profondo blu dei suoi occhi, ai secondi impiegati a studiare le sue minute e candide labbra.
Emily era, probabilmente, quella che più sentiva la sua mancanza, nel quartetto.
Ogni singola cosa le ricordava la sua presenza e sentiva il suo profumo ovunque: nel parchetto fuori casa, nel suo negozio preferito, persino in casa sua.
E' inutile dire che, il più delle volte, non riusciva a trattenere la sua emotività e scoppiava a piangere, e questo era, evidentemente, uno di quei momenti: le lacrime prendevano a scendere silenziosamente lungo le guance rosee, provocandole leggeri singhiozzii.
Non potè fare a meno di toccarsi il braccialetto, regalo di Alison, che nonostante la sua scomparsa, continuava a tenere, come per portare in ogni singolo posto il suo ricordo.
<< Mi manchi così tanto. >> Sussurrò, con evidente tristezza nel suo tono, per poi chiudere le palpebre e far uscire le ultime lacrime colme di dolore.

Hanna e Mona, intanto, passavano la mattinata tra scarpe, vestiti e accessori vari, nel centro commerciale della città, afferrando qualunque cosa capitasse loro davanti agli occhi, visto che, ormai era risaputo, loro non avrebbero cacciato un soldo.
Per tutta l'estate le due "socie" avevano riempito il proprio armadio di abiti rubati, senza essere state scoperte neanche una volta, e ormai erano diventate così abili che svolgevano questa "attività" abitualmente.
Hanna afferrò un paio di occhiali da sole, un borsellino di pelle e un rossetto rosso senza troppo indugio e, dopo essersi guardata attentamente intorno, infilò il tutto all'interno della grossa borsa Prada poggiata sulla spalla destra, probabilmente rubata anch'essa.
<< E' così che si fa. >> Ridacchiò sotto i baffi, riferendosi al furto appena commesso e guardando Mona, che la guardava con sempre più ammirazione.
<< Aiutami ad essere trasgressiva come te, Marin! >> Scherzò la mora, prendendo a camminare verso l'uscita del centro al fianco dell'amica, entrambe piene di sicurezza.
L'unica cosa che fece distogliere loro lo sguardo dal punto che entrambe, fino a poco fa, guardavano fisso, fu lo squillo di un cellulare, più precisamente quello di Hanna, che aveva per l'appunto ricevuto un messaggio. Fissò per un po' il telefonino, titubante, come se sapesse già cosa aspettarsi.
<< Non lo leggi? >> Chiese Mona con tutta l'innocenza di questo mondo. Hanna la guardò per pochi secondi, per poi sbloccare lo schermo del cellulare e leggere il messaggio appena ricevuto: 'Cosa direbbe tua madre se scoprisse che sua figlia è una ladra? -A'.
Continuò a fissare il telefonino con uno sguardo pieno di paura.
<< Va tutto bene? >> Le chiese l'amica, leggermente preoccupata, notando l'improvviso cambiamento della sua espressione.
<< S-sì, è tutto apposto. >> Simulò un sorriso palesamente falso, generando le solite fossette che le si creavano ai lati della bocca ogni volta che sorrideva.
Ripose il cellulare nella borsa, come se nulla fosse successo, e riprese a camminare insieme a Mona, non andando a riposare la merce rubata, forse come segno di sfida verso quella persona che si divertiva così tanto a torturare lei e le sue amiche.

<< Vi dico che non la smetterà! >> Si lamentò Hanna, battendo i piedi per terra e camminando senza sosta per la sua stanza.
<< Dobbiamo ignorarla, prima o poi si stancherà e ci lascerà in pace! >> Disse Spencer, l'intelligente del gruppo, che con i suoi capelli color cioccolato e il suo volto da brava bambina sembrava incapace di far del male anche solo a una mosca, quello che gli altri però non sapevano è che, probabilmente, era la più forte tra le quattro.
<< Questo non puoi saperlo! >> Ruggì in risposta Hanna che, evidentemente, aveva raccontato alle amiche la sua esperienza con 'A' al centro commerciale, evitando, ovviamente, di raccontare la parte in cui rubava un rossetto, un borsellino e un paio di occhiali da sole, e restando molto vaga sul contenuto del messaggio.
<< Cosa diceva di preciso il messaggio? >> Chiese Aria, che fino ad allora era rimasta in silenzio, innarcando appena un sopraciglio e sorridendo appena, come se lei sapesse già tutto, il che era impossibile visto che Hanna non ne aveva fatto parola con nessuno.
<< N-non è importante saperlo. Quello che importa è che dobbiamo distruggere 'A' una volta per tutte. E' odiosa, e non la sopporto, E DEVE FARSI GLI AFFARI SUOI! >> Sbottò ad urlare la bionda, che quando voleva distogliere l'attenzione da una cosa tendeva a straparlare e a balbettare ininterrottamente.
<< Perchè balbetti, Hanna, vuoi nasconderci qualcosa, forse? >> Domandò nuovamente la piccola Aria, con un tono calmo e un'espressione tranquilla.
<< Ti sei svegliata dalla parte sbagliata del letto stamattina, per caso? Non sono io il nemico, quindi invece di fare l'interrogatorio a me, dovresti cercare di scoprire chi è 'A' come stiamo facendo tutte noi! >> Hanna non smetteva di urlare, guardando malissimo la ragazza dai capelli scuri seduta sul suo letto, a pochi metri di distanza da lei.
<< Adesso basta! >> Disse all'improvviso Emily, quel giorno piuttosto silenziosa, attirando gli occhi delle tre tutti su di lei. << E' questo quello che vuole fare 'A': metterci l'una contro l'altra, e non mi pare il caso dargliela vinta litigando. >> Concluse, per poi ritornare a fissare il cielo sempre più nuvoloso, rimanendo nelle sue. Evidentemente non s'era ancora ripresa del tutto dal momento di tristezza dovuto alla mancanza di Alison, il che era facilmente percepibile.
<< Stai bene, Em? >> Le chiese infatti Spencer, notando un filo di tristezza nel suo tono. La mora annuì debolmente, senza degnarla di uno sguardo. Rimasero tutte e quattro in silenzio per alcuni istanti, fino a quando non si sentirono quattro cellulari squillare contemporaneamente: A era di nuovo all'attacco.
<< 'Come va la caccia ad A, stronzette?' >> Lesse Spencer silenziosamente, lanciando sguardi preoccupati alle altre tre, tra le quali Aria sembrava essere la meno sorpresa.


** SPAZIO AUTRICE **

Questa è la prima ff in assoluto che scrivo e ho scelto come 'tema' la serie tv 'Pretty Little Liars' perchè è, per l'appunto, una delle mie preferite. Questa ff è più o meno ambientata nello stesso periodo/luogo della serie tv, ma ha parecchi particolari che la differenziano da essa, il che potete capirlo osservando i comportamenti sospetti di Aria e il carattere un po' freddo di Emily, che ho deciso di dipingere come la debole del gruppo.
Non so cosa altro dire, quindi, niente..spero vi piaccia c:


Contatti;
twitter: @1wish1direction
  
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