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Autore: Take_Me_ Home    09/07/2013    3 recensioni
“Sei bella”.
“Cosa?!”.
“Quando sorridi, sei bella. Perché non lo fai più spesso?”, mi chiese ed io lo guardai son gli occhi spalancati.
“Perché poi la gente se ne esce con delle cazzate del genere, ecco il perché”, spiegai.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 12 -"Expelled"

Ci dirigemmo verso l’ufficio del mio amato preside cercando di fare silenzio per non adirare ancora di più il professore. Harry mi era venuto vicino e mi aveva presa per mano, come a marcare il suo territorio, e Nick ci guardava imbufalito. Che voleva? Aveva cominciato questa storia quando mi aveva chiusa nel bagno, era solo colpa sua.
“Ora vedrete...”, continuava a bofonchiare il professore. Strinsi ancora di più la mano di Harry. Poco tempo prima il preside Sallivan mi aveva avvisata di starmene buona e di fare il mio dovere, almeno se avevo intenzione di rimanere in quella scuola, ed ora avevo una paura matta che si infuriasse e decidesse di mandarmi via. Alzai per la prima volta lo sguardo dal pavimento e fissai l’unica cosa che potevo vedere davanti a me: il professore, o meglio, la camicia orribile del professore. Ma si poteva indossare una... roba del genere consapevolmente? Sembrava una vecchia tovaglia dove era stato rovesciato qualcosa, con un’aggiunta di una chiazza di vomito qua e là.
“Harry, credi che...”, gli chiesi, ma non mi lasciò neanche finire la frase e, pensando si sapere dove volevo andare a parare, mi rispose con un secco:
“No!”. Lo guardai interrogativa e lui si addolcì all’istante, sorridendomi.
“Non lascerò che ti sbattano fuori dopo tutto il lavoro che hai fatto per colpa di un idiota che non sa stare al posto suo”, mi spiego ed io ricambiai il sorriso.
“In realtà volevo chiederti se secondo te il professore è consapevole di star indossando una camicia che non indosserebbe nemmeno Hagrid, di Harry Potter, ma sono felice che ti importi che io rimanga”, spiegai. Lui mi guardò imbarazzato, ma poi tornò a sorridermi. Purtroppo arrivammo presto alla porta dell’ufficio del preside e, dopo aver bussato, il professore ci spinse dentro.
“Oh... buongiorno”, esclamò il preside sorpreso quando ci vide entrare. Era probabilmente sorpreso dalla quantità di persone che avevano fatto irruzione nel suo ufficio... oppure dalla cagata di camicia del professore... boh, fatto sta che restò sorpreso.
“Bernard, vorresti per favore dirmi cosa ci fanno qui questi ragazzi?”, chiese calmo il signor Sallivan.
“Questi due teppistelli”, indicò Nick ed Harry, “Si stavano azzuffando nel cortile”, spiegò arrabbiato. Il preside annuì per poi spostare lo sguardo su di me.
“E lei?”, chiese indicandomi.
“Be’, lei era lì con loro e ho pensato che potesse aver combinato qualcosa...”.
“Ma pensi a cambiarsi la camicia...”, borbottai.
“Cosa?!”, esclamò il professore guardandomi torva. Forse mi aveva sentita.
“Ehm... stavo dicendo “devo dare da mangiare alla mia micia””, spiegai.
“Ma Sarah, tu non hai un gatto”, intervenne quell’idio... amore di Harry.
“Tu non l’hai vista perché l’ho presa ieri”, spiegai guardandolo male.
“Ma tu odi i gatti!”.
“Oh santo cielo Harry chiudi il becco!”, gli urlai. Tutti i presenti mi guardarono spaventati, per poi distogliere lo sguardo quando li guardai a mia volta.
“Puoi andare, Bernard”, disse sempre calmo il preside. Ma che cazzo di nome era Bernard? Già il nome diceva che si parlava di uno sfigato.
“Ma preside...”.
“Ci penso io qui, torna a fare lezione”.
“Va bene...”, mormorò il signor Camicia di Merda prima di uscire triste dalla porta. Pensava forse di godersi lo spettacolo del preside che ci urlava contro? Ah, fregati Bernard!
“Ora che siamo tutti più tranquilli, potete sedervi e per favore raccontarmi cosa è successo?”, chiese il preside. Ci sedemmo sulle tre sedia scomode poste davanti alla sua scrivania, tutti decisi a non parlare per primi.
“Se non mi spiegate voi sarò costretto a chiedere spiegazioni al mio collega, e in quel caso voi non avrete più voce in capitolo”, ci avvertì il preside.
“Uff, e va bene, glielo spiego io”, cominciai, dato che non avevo proprio voglia di essere espulsa per colpa di un coglione come Fryn.
“Ero in bagno a fare... be’, quello che si fa in bagno e mi sono sentita male, così sono uscita in giardino e mi sono seduta su una panchina. Dopo pochi minuti questo cogl... Fryn è arrivato ed ha cominciato ad infastidirmi. Harry, che gli aveva già detto di starmi lontano, l’ha visto ed è intervenuto”, spiegai gesticolando. Quando ebbi finito sentii Fryn sbuffare e Harry, sempre al mio fianco, annuì.
“Tutto qui?”, chiese il preside.
“Credo di sì”, rispose Harry, spiccicando le sue prime parole.
“Allora, se nessuno di voi ha dell’altro da aggiungere, credo che possiamo accordarci sui provvedimenti da prendere... Sì, Styles, ci saranno dei provvedimenti”, aggiunse quando Harry provò a parlare.
“ Una rissa nel cortile non può restare impunita. Credo che un bel pomeriggio dedicato alla pulizia della scuola con i bidelli possa esservi d’aiuto, magari troverete anche il modo di riappacificarvi. Venite qui verso le 15.00, questo pomeriggio. Spiegherò tutto ai bidelli che vi diranno cosa fare. Adesso potete andare”, disse indicando la porta. Ci alzammo tutti e tre contemporaneamente, ma la voce del preside mi richiamò.
“Non così in fretta, Sarah. Con te non ho ancora finito”. Lanciai uno sguardo preoccupato ad Harry e lui mi accarezzò la mano per rassicurarmi. Poco prima di seguire Nick fuori dall’ufficio di sorrise come segno di incoraggiamento.
“Allora, vorrei sapere perché ogni volta che succede qualcosa tu sei sempre in mezzo”. Mi limitai a sorridere timidamente, sperando che finisse presto la sua predica.
“Ti avevo avvisata, Sarah. Sono stato indulgente con te perché sei la figlia di uno dei miei amici più cari, ma quando è troppo è troppo. So che ultimamente hai fatto molto per recuperare i tuoi brutti voti, ma purtroppo non ho visto nessun miglioramento per quanto riguarda l’attenzione in classe e il rispetto verso i professori e i tuoi compagni. Mi dispiace tanto, Sarah, ma temo che questa volta non potrò fare nulla”. Un brivido mi attraversò la schiena. Non potevo essere buttata fuori per quella sciocchezza... vero?
“Non c’è problema, sconterò anch’io la mia punizione insieme ad Harry e a Nick”, dissi sicura.
“Vedi, non è quello il problema. Temo che ormai io sia costretto ad... espellerti”. Toh, guarda! C’è una mosca che continua a sbattere contro la finestr... COSA?! ESPELLERMI?
“Ma preside, io...”.
“Davvero Sarah, se ci fosse qualcosa che potrei fare la farei, ma te ne ho fatte passare troppe e non sarebbe giusto nei confronti degli altri studenti. Devi andartene. Se vuoi posso parlare io con tuo padre e spiegargli...”.
“Lei non può farlo!”, urlai alzandomi in piedi.
“Posso e devo farlo, Sarah, ti prego capiscimi...”.
“Io non voglio capire proprio niente! Mi sono impegnata per recuperare tutte le insufficienze e stavo facendo un ottimo lavoro! Non può buttarmi fuori per colpa di un coglione che non sa stare al suo posto!”.
“Modera il linguaggio, ti prego, e non addossare alle persone colpe che non hanno. Per quanto Fryn possa essere un vero... imbecille, va bene a scuola. Ti conosco, Sarah, posso davvero fidarmi di te ancora? Mi hai dato troppe prove di quanto sfaticata tu sia e sono sicuro che se ti lasciassi andare adesso non cambierebbe niente. Sei fuori, basta. Avviserò io tuo padre e...”.
“John ascoltami! Sono io, Sarah! Lo sai che non farei mai...”.
“Quando siamo a scuola ti prego di chiamarmi “signor Sallivan”, oppure “preside”. Esatto Sarah, è perché ti conosco che ti sto dicendo che non posso più fidarmi di te. Ti ho dato troppe occasioni di dimostrarmi il contrario e non le hai mai usate. Ora basta, ho preso una decisione. Puoi anche andare”, disse per poi portare lo sguardo su dei fogli posti sulla sua scrivania. Rimasi lì, immobile, sperando che cambiasse idea, o anche solo che gli alieni sbarcassero sulla terra e mi rapissero per fare degli esperimenti su di me. Ma forse anche in quel caso sarei stata spacciata perché, dopotutto, gli alieni cercano forme di vita intelligente, ed io non ero proprio una cima. Guardai per un’ultima volta il signor Sallivan che non diede nemmeno un accenno di voler cambiare idea.
“Bene, me ne vado, ma non scomodarti ad avvisare mio padre, ci penserò io. Stammi bene John”, dissi raggiungendo a passo svelto la porta. Lo sentii sospirare prima di chiudermela dietro le spalle.
“Allora? Com’è andata?”, mi chiese immediatamente Harry che, quasi sicuramente, aveva aspettato che uscissi. Mi limitai a guardarlo, per poi scuotere la testa. Lui rimase shoccato, ma non esitò a stringermi in un abbraccio quando vide delle lacrime bagnarmi gli occhi. Cominciai a singhiozzare, inzuppandogli tutta la maglietta, ma non mi importava. Ero stanca, stanca di dovermi sempre controllare, stanca di subire ingiustizie ma mantenere sempre la facciata della “ragazza forte”... ero semplicemente stanca.
“Vedrai che si sistemerà tutto. Ci parlo io con il preside, va bene?”, mi sussurrò Harry. Io annuii, ma sapevo che non sarebbe cambiato niente comunque. Rimanemmo un altro po’ di tempo così, finché il suono della campanella ci avvisò della fine delle lezioni.
“Vuoi che venga lo stesso da te, oggi?”, mi chiese Harry.
“Non puoi, devi venire qui per la punizione, e poi... non serve più, no?”, gli dissi mentre ci incamminammo per il corridoio.
“Allora ci sentiamo dopo, va bene? Cercherò di sistemare tutto, stai tranquilla”, mi disse e mi lasciò un bacio sulla fronte. Io annuii di nuovo e mi diressi in classe per prendere la mia roba. Il tragitto dalla scuola a casa mi sembrò ancora più lugubre del solito, ma sperai comunque che non finisse mai. Non aveva la forza di affrontare mio padre e di dargli anche questa delusione, anche se sapevo che non sarebbe tornato prima di quella sera. Proprio mentre pensavo a come affrontare il discorso mi accorsi di una macchina parcheggiata davanti a casa mia: la macchina di papà. Perfetto, quindi era a casa! La mia morte sarebbe arrivata più velocemente, ma forse quello era un bene. Presi un respiro profondo prima di aprire la porta di casa urlando un :
“Sono a casa!”.
 

Harry’s POV

Non poteva essere, insomma, avevamo lavorato così tanto perché riuscisse a superare anche questo ostacolo... e poi veniva cacciata dalla scuola per colpa di quel coglione di Fryn? No, avrei fatto tutto quello che era in mio potere per impedirlo. Infatti, invece di avviarmi verso casa mia per prepararmi a quel pomeriggio di punizione, mi diressi di nuovo verso l’ufficio del preside, sperando di trovarlo ancora lì. Per fortuna quando bussai alla porta ricevetti un flebile “Avanti”. Presi un respiro profondo ed entrai.
“Preside, le devo parlare”, annunciai prendendo subito posto su una delle sedie davanti alla scrivania.
“Se è per parlare di quello che ho detto a Spancer sappi che ho preso la mia decisione e che sarò irremovibile su questo punto”, mi avvisò. Divenni furente e mi alzai all’improvviso. La rabbia mi impediva di rimanere seduto proprio davanti ad un’ingiustizia del genere.
“Ma lei non c’entrava niente! Fryn la stava infastidendo e sono stato io a cominciare la rissa. E poi non mi dica che non ha notato i progressi che ha fatto! Ha lavorato tanto, e lei non può buttare tutto quello studio al cesso per...”.
“Modera il linguaggio!”.
“...per una cazzata del genere! No, signore, non modererò il linguaggio se questo è l’unico modo per avere la sua attenzione. Se deve espellere qualcuno, espella me, ma non Sarah. Non se lo merita, e lei lo sa benissimo! La conosce e sa che tipo di ragazza è, per favore ragioni!”, conclusi furente e rosso il volto. Il preside rimase inspiegabilmente calmo. Ci fu un attimo di silenzio che mi sforzai di non rompere, in trepida attesa di una sua risposta, che non tardò ad arrivare.
“Hai ragione”, disse. In quel momento mi sarei messo a ballare la conga con la fotocopiatrice vestito con un tutù rosa, ma la mia momentanea felicità fu spezzata dalla stessa voce che l’aveva creata.
“Hai ragione, la conosco benissimo, e per questo so di cosa è capace. Come ti ho detto, ho preso la mia decisione, e non sarai tu a farmela cambiare. Vorrei dirti però, che é proprio perché la conosco, proprio perché è la figlia di uno dei miei migliori amici che tu sei ancora qui”.
“C-cosa?!”, balbettai confuso.
“Dopo esserti riferito a me in quel modo, dopo aver messo in discussione le mie decisioni uno studente normale dovrebbe essere espulso all’istante. Ma non sono cieco e, come hai fatto presente tu, conosco Sarah. Ho notato che tra di voi c’è qualcosa e so che soffrirebbe se tu venissi sbattuto fuori per difenderla. Solo grazie a lei puoi definirti ancora uno studente di questa scuola. Ora, se non ti dispiace, vorrei tornare al mio lavoro”.
“Ma...”.
“Credo di aver speso anche troppe parole a questo proposito. Togliti dai piedi Styles!”. Sapevo che qualsiasi cosa avessi detto o fatto non avrebbe cambiato niente, lo leggevo in quegl’occhi troppo azzurri che mi fissavano. Sbuffai e lasciai l’ufficio, curandomi però di sbattere la porta. Che gli entrasse un moscerino nell’occhio... oh no, poi magari sarebbe morto congelato per il gelo. Probabilmente non avevano solo il colore del ghiaccio, erano ghiaccio puro! Ed ora come avrei fatto a dirlo a Sarah! Non potevo sopportare l’idea che fosse stata espulsa, non dopo tutto quel lavoro! Fregandomene del pranzo corsi verso casa sua, sperando di trovarla lì. Corsi a perdifiato e... inciampai su un sassolino di merda che stava proprio in mezzo alla strada, ma mi rialzai subito e, dopo aver controllato che nessuno mi avesse visto, continuai a sfrecciare verso casa Spancer. Dopo aver rischiato di essere investito 2 volte e dopo essere andato addosso ad un bambino a cui avevo fatto cadere il gelato riuscii ad arrivare a destinazione. Suonai mentre cercavo di riprendere fiato, ma non appena la porta venne aperta un urlo mi fece intendere che il padre di Sarah era tornato prima dal lavoro.
“E’ sempre così! Ora ti sei fatta cacciare anche da scuola!”, aveva urlato mentre una Sarah pallida ed in lacrime mi aveva aperto la porta.
“Sarah...”, riuscii a dire, un po’ per l’affaticamento, un po’ per la sorpresa di vederla così distrutta.
“No, mia nonna. Non è un buon momento, Harry. Anzi, sai che c’è? Non è una buona vita! Non faccio altro che combinare guai, ha ragione mio padre!”, urlò in preda ai singhiozzi.
“N-no... tu...”.
“No, Harry! Sono un disastro! Ma questo non sarebbe mai successo se tu mi avessi ascoltata!”.
“Cosa...”.
“Ti avevo detto di lasciar perdere quel coglione, ma tu hai voluto marchiare il territorio, fargli capire chissà cosa a spese mie! Sapevi che correvo un rischio anche solo respirando in quella scuola! Perché l’hai fatto?”, mi urlò in lacrime. Rimasi senza parole. Davvero mi stava incolpando di averla difesa?
“Chi è... Ah, bene, sei tu!”, disse il padre di Sarah venendo alla porta.
“Signore, io non...”, cercai di parlare, ma venni interrotto di nuovo.
“E’ colpa tua se mia figlia è stata sbattuta fuori dalla scuola! Non voglio vederti mai più vicino a lei, chiaro? Ora vattene, tornatene dai tuoi amici ricchi e lasciaci in pace!”, mi urlò contro. Non sapevo cosa fare, quindi scelsi la via più facile e corsi, corsi come non avevo mai fatto prima, anche più veloce di quanto avessi corso per arrivare a casa di Sarah. Semplicemente corsi, sperando di lasciarmi alle spalle tutto quello che avevo sentito nell’arco di 5 minuti.
 


Saaaaaaaaaaaaaalve.
Come va?
Io male. VOGLIO ANDARE AD HOGWARTS! (?)
No, sul serio, voglio essere una strega! ç_ç
Passando al capitolo. Fa cagare.
SCUSATE SCUSATE SCUSATE DAVVERO TANTO!
Non avevo idee e io non lavoro bene con la pioggia (?).
Non lo so, mi mette ansia, ok? Ok.
Sarah è stata espulsa e si è incazzata a bestia con Harry, che non c'entrava niente, ma le andava.
No, va be', la loro vita non poteva essere tutta rose e fiori, no?
Poi, vorrei avvisarvi che presto io e _ciuffano
abbiamo in mente una collaborazione per una ff Larry che sarà pubblicata sul suo profilo.
Mi farebbe davvero piacere se passaste.
Ora mi levo dalle palle, giuro.
No, ancora no, lol.
Volevo ringraziare tutti quelli che seguono la storia, che la recensiscono, la inseriscono tra le preferite/ricordate/seguite
o anche quelle che la leggono in silenzio insultandomi per le cagate che posto.
Sul serio, vi ringrazio.
Se mai voleste lasciarmi un parere sul capitolo io sono qui.
DAI, RECENSITE CAZZO! (?).
Ora vado sul serio, ciaooooooo!

 

  
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