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Autore: harryboobear    09/07/2013    12 recensioni
Mi afferrò con una mano il mento, facendomi alzare il viso fino ad incontrare i suoi occhi.
"Fidati di me."
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Storia d'amore? No.
Star Wars? Manco morta.
Spongebob? Potrebbe andare se avessi ancora dieci anni.
Guardai la tv con lo sguardo perso, sdraiata sul divano mentre facevo zapping con il telecomando. 
La domenica pomeriggio era sempre noiosa, poi aggiungiciamoci un burrascoso temporale e siamo apposto. Era ottobre e da una settimana pioveva di continuo, ventiquattro ore su ventiquattro, dal lunedì alla domenica.

Non ne potevo più.

Avevo voglia di uscire, svagarmi con gli amici e fare qualcosa; se fossi rimasta anche la prossima settimana rinchiusa in casa penso che avrei dato di matto, sarei impazzita. Odio stare per conto mio, da sola. Mi piacciono le persone, la gente e mi piace esserne circondata.
«Che guardi di bello?» Mi chiese quel cretino di Austin buttandomisi letteralmente addosso. Mi ero mimetizzata così bene con il divano da non notare che quel tuo stupido sedere era finito sulla mia pancia e la tua testa insieme alla mano erano poggiati sulla mia di testa?! «Spostati - dissi cominciando a dimenarmi - che mi soffochi, cretino.» Riuscii a togliermelo di dosso e ad alzarmi dal divano, mentre lui si stendeva sul divano, mettendosi più comodo.
Mi sistema la grigia felpa e sbuffando mi scaraventai su una delle poltrone che erano accanto al divano. Alzai le gambe, rannicchiandomi su me stessa mentre ricominciavo con l'avanti e indietro dei canali TV. 
«Ragazzi, noi usciamo - sentì la voce di mio padre mentre faceva capolinea in salotto accompagnato da Michelle - dobbiamo risolvere delle faccende riguardanti il matrimonio.»
Mio padre ci stava mettendo l'anima in questo avvenimento, cosa che non succedeva spesso. Beh ti credo, era il suo matrimonio e non poteva starsene con le braccia conserte senza fare nulla. Michelle aveva un sorriso a trentadue denti mentre si metteva il cappotto e prendeva l'ombrello che si trovava all'entrata.
«Non organizzate feste o robe simili mentre siamo fuori, ci metteremo solo mezz'ora, massimo un'ora.» Ci avvertì lei mentre apriva la porta di casa. Rabbrividii al vento gelido che era entrato. 
«Ciao.» Dicemmo io e Austin all'unisono mentre loro uscivano salutando. Era entrato un odore di piogga, cosa che odiavo. Mi strofinai il naso e mentre lo facevo, Austin mi prese il telecomando dalle mani. 
Indosssava una cannottiera rossa con sotto dei pantaloni da tuta grigi. Sempre chic il ragazzo. Era uno che ci teneva al suo aspetto e lo si poteva notare dal modo accurato di vestirsi o dalle ore che passava nel bagno solo per sistemarsi i capelli e chissà cos altro.
«Ma quelle ripetizioni? Quando cominciamo?» Mi chiese lui prendendomi alla sprovvista. Non mi sarei aspettata una certa domanda da lui. Era passata una settimana o più e non avevamo fatto neanche una lezione pomeridiana. «Ti ricordo che la Cervantes ci ha beccato di nuovo impreparati...» Mi ricordava lui ed io non poteii fare altro che guarlarlo storto. «Vorrai dire, ti ha beccato impreparato.» Calcai bene quel "ti". «Come vuoi, ma ha minacciato anche te.» È vero, quella vecchia aveva minacciato tutti e due: a me avrebbe abbassato il voto - cosa parecchio ingiusta - e lui lo avrebbe bocciato direttamente nella sua materia. Se continuava così, l'anno prossimo se la sarebbe portata in estate. 
Sospirai.
«Hai ragione, basta che mi prometti di fare il serio e studiare, non ti chiedo tanto.» Dall'odiarlo ero arrivata ad accettarlo, più o meno. Mio padre mi aveva chiesto di stare buona e fare la civile e per questo mi risparmiavo certe litigate o insulti o qualsiasi altra cattiveria che potevo dire a lui. Per quanto odiassi mio padre non avrei rovinato l'unica cosa che lo rendeva felice, cioè Michelle, ma peccato che nel paccheto era compreso anche il signorino. «ielo lo prometto sergente Payne.» Disse con tono scherzoso mentre si era messo a sedere facendo il saluto che facevano i militari.
Mi scappò un piccolo sorriso, che non feci notare, abbassando la testa.
«Che vuoi fare? Non dirmi ripetizioni perchè non ne ho per niente voglia.» Un minuto prima mi aveva detto che voleva le ripetizioni e ora aveva cambiato idea. Scossi la testa, puntando la mia attenzione sulla tv. «Dai, non fare l'acida.» Insistette lui ma io non gli diedi retta.
«Un film? Dai, un bel horror.» Mi propose lui andando sul menù del decoder e cominciando a sfogliare i vari film horror, che si trovavano nella videoteca
Horror? Potevo fare la dura ma gli horror mi terrorizzavano. Mi strinsi nelle spalle, gesto che avrei dovuto evitare. «Cos'è? La grande Harper Payne ha paura di un filmino?» Mi stuzzicava lui. «Ma vai a farti fottere. Metti questo benedetto film - dissi alzandomi dalla poltrona e mettendomi sul divano accanto a lui - io non ho paura di una cosa stupida come questa. Tanto è tutto finto.» 
«Aspetta che prendo qualcosa da sgranocchiare e da bere.» Mi disse lui con un sorriso mentre si dirigeva in cucina. 
È solo un film Harper, uno stupido film, è tutto finto.
Le luci erano spente e per via della brutta giornata, fuori il cielo era scuro e ciò significava, oscurità totale. Un silenzio assurdo calò nel salotto e io non poteii fare a meno che portarmi le braccia al petto per poi abbracciarle, ranicchiandomi su me stessa. 
Mi guardai attorno a disagio, che fifona che ero.
«Bu!» Disse qualcuno ad alta voce al mio orecchio e a quel punto sobbalzai mettendomi una mano sul petto e respirando a fatica. Mi girai, notando che era solo quel cretino. «Ma sei scemo? Mi hai-» Mi bloccaii. Sono troppo orgogliosa da ammettere che mi aveva spaventato. «Spavenata?» Mi suggerì lui contento di se stesso mentre si buttava sul divano accanto a me mettendo due lattine di coca sul tavolino davanti a noi e una grande busta di patatine.
«Presa alla sprovvista.» Wow, che scusa.
«Come vuoi tu. Dai guardiamoci questo film.» Disse digitando il tasto play e facendolo partire. 

 

Non andare lì dentro. 
No, non dire tre volte Bloody Mary, no, non farlo. 
Ecco, lo hanno fatto. Oh Dio, ecco quella che mi fa cagare sotto. 
Austin aveva optato per Paranormal Activity 3. "Non è spaventoso" disse lui "ci sono poche scene brutte" mi aveva ancora detto "non è proprio un horror" continuò e io come una stupida mi fidai.
Questo era decisamente il film più spaventoso, brutto e ansioso che avessi mai visto. Ogni volta che partivano i filmati fatti dalla telecamera io mi cagavo sotto perchè quella casa era spaventosamente simile alla nostra. Mi guardavo sempre intorno a disagio, ma non appena Austin si girava a guardarmi io gli sorridevo, facendo finta di nulla, come se non avessi paura. Posavo la mia attenzione sulle patatine e se avessi potuto, avrei messo la testa dentro quella busta per tutta la durata del film oppure mi sarei messa la coperta in testa che ci avvolgeva. 
Ad un tratto non potei fare altro che guardare ancora la tv. L'uomo che povero, aveva fatto tutta questa documentazione, ora stava filmando, con il fiatone, in un'altra casa. Ansia, questo provavo in quel momento.
Tanto, stanotte, gli incubi ci sarebbero stati senza problemi. 
Ecco sua figlia, rannicchiata sulle scale come un'indemoniata. Si sta avvicinando, cazzo non farlo se la vedi in quello stato. Ci era vicino e... sbam, qualcosa di indescrivibile. Urlai dallo spavento e la busta di patatine che tenevo in mano mi salto da esse, facendole finire tutte sul pavimento. 
Austin rise mettendosi la mano sulla pancia. «e tu - cominciò tra le risate - saresti quella che non ha paura?» Chiusi il televisore e non so con quale coraggio andai ad accendere la luce. «Ti odio, ti odio e odio anche quel stupidissimo film.» Gli dissi puntando il dito prima su di lui e poi sulla grande tv. 
Andai a prendere la scopa. «Aiutami.» Gli ordinai mentre lui si alzava e cominciava a ripulire il tavolo. Portò una busta nera, piena di tutto e di più e io ci misi dentro anche le patatine che avevo raccolto con la scopa. «Qualcuno deve buttare la spazzatura.» Disse con un sorriso beffardo. Sapeva che mi stavo letteralmente cagando sotto ed uscire con il buio, da sola, non era una buona idea. Anche se dovevo semplicemente attraversare la strada, la paura c'era.
Sono stata sempre fifona per quanto riguarda certi film.
«Perchè non ci vai tu?.» Gli chiesi speranzosa.
«Troppa paura per uscire da sola?» Posai la scopa e tornai da lui. Mi stava sfidando e visto quanto sono orgogliosa, presi la giacca, le uggs e la busta tra le sue mani. «NON.HO.PAURA.» Mi misi il cappuccio, aprì la porta di casa ed uscì richiudendola alle spalle.
Mi trovai al buio, solo con le luci delle varie case accese. Non era stata una buona idea.
Mi girai guardando la grande porta di legno. Avrei voluto mettermi a bussare ed implorare per farmi rientrare, ma non potevo.
Mi feci forza e rigida come un pezzo di legno, attraversai il giardino di casa, trovandomi sul vialetto pronta ad attraversare.
Andiamo, non posso essere così infantile.
Feci un passo avanti, ma poi ci ripensai. Forza Harper, forza. Scossi la testa e rifeci quel passo pronta ad attraversare la strada quando qualcuno mi tirò per il braccio. Balzai in avanti, girandomi e serrando gli occhi. «Tranquilla fifona, sono io.» Perfortuna era solo lui.
«Perchè sei uscito?» Gli chiesi stupita. «Pare che certi film ti segnino la vita - disse quasi sul punto di ridere, ma non lo fece per la mia occhiataccia - e quindi ho deciso di accompagnarti. Non posso permettere che succeda qualcosa alla mia sorellina.» 
Quel suo pensiero mi fece quasi sorridere, sottolineo quasi. 
«Andiamo e dammi.» Mi prese la busta dalle mani e con l'altra prese la mia mano, attraversando con me. La buttò nel cassonetto e tornò sempre con me, al fianco, verso l'altra parte della strada. 
Davanti alla porta di casa nostra si fermò e mi guardò come se stesse aspettando qualcosa. 
«Che c'è?» Gli chiesi. «Aspetto che tu apra la porta.» Mi disse.
COSA?
«Io non ho le chiavi, pensavo le avessi prese tu.» Lui sgranò gli occhi. «Ma dovevi averle tu, esci di casa senza chiavi?» Mi accusò.
«C'eri tu in casa, le chiavi non mi sarebbero servite.» Gli dissi mimando un cretino alla fine. «E io non le ho prese con la convinzione che tu le avessi.» Mi rispose lui sbuffando. «Tu stai cercando di dirmi che... - mi misi davanti a lui cominciando a gesticolare - siamo chiusi fuori e dobbiamo aspettare i nostri genitori che chissà quando torneranno?!» Lui si strinse nelle spalle. «Se ti dico di sì, non mi salti addosso come un puma?» Stavo per fargli male, molto male.
Ad un tratto cominciarono a cadere delle gocce dal cielo. Stava per piovere, di nuovo, fantastico.
«Sei serio?» Dissi con voce stridula mettendomi sotto il portico dove si era rifugiato anche lui. «Già ti ho detto che ti odio? Beh, te lo ridico, magari te lo scordi - mi girai verso di lui incrociando le braccia al petto e guardandolo storto - ti odio.»
Pioggia, freddo e compagnia scadente per chissà quanto tempo.
Cosa si può volere di più dalla vita?


Here I am.
Voglio scusarmi con tutte quelle che seguono la ff, non avrei mai pensato di tardare così tanto.
Non avevo idee e neanche questo capitolo è una geniale idea, ma qualcosa dovevo pur pubblicare.
Ho fatto del mio meglio e spero vivamente che quello che ho scritto piaccia.
Ho riletto un sacco di volte e spero non ci siano errori.
Questo stupido programma che ho nel mac mi corregge da solo e mi mette cose strane, quando cerco di corregger e e avolte me le lascia così. Infatti nel capitolo anteriore avrò fatto 5348927823 errori solo per colpa di questo problema :c
RINGRAZIO chiunque recenisce, ha messo trai preferiti/ricordate/seguite la fan fiction, vi adoro.

Parlando del capitolo..... 
Harper è un po' come me, fifona al massimo per questi genere di film e Austin è stato piuttosto dolce ad accompagnarla fuori se solo quel cretino non avesse scordato le chiavi, ma dettagli ouo
Non avevo previsto questo genere di finale, ma non sapevo proprio come finire.
Ok, basta, scrivo/parlo troppo.
Per qualsiasi cosa mi trovate anche su twitter: @curiostyles
AH! Avete visto il nuovo banner? Sono curiosa di sapere se preferivate quello di prima a questo.
RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE.
Un bacio, pau. 

 


  
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