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Autore: plumis    09/07/2013    0 recensioni
Sono Daimond, porto il marchio terra, mentre mio fratello maggiore, Demon, porta il marchio aria. Ho una vita diversa da quelle della ragazzine della mia età, ho un altro scopo. Niente trucchi, niente vestiti, ma vendetta e soprattutto entrare a far parte dell'organizzazione, Tanatos, che salvaguardia la nostra città Seira. Sono brava con i pugnali, so usare perfettamente la mia spada - Tempest - e sono astuta nel corpo libero. Eros - l'organizzazione che combattiamo -, vuole distruggere la città, ha ucciso il mio unico amore, e io sono FURIOSA. Ora, saranno loro a tremare dinnanzi a me, e per quanto non mi piaccia farò parte di una squadra. I miei compagni sembrano simpatici tranne uno: Alessio. Eppure, qualcosa in lui mi aiuterà a venire fuori dal piano diabolico in cui mi caccerò per far si che la mia vendetta abbia successo...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Allora, ragazzi, un po' di silenzio. Ho una notizia fantastica per la nostra organizzazione.” Tutti rimasero in silenzio ad aspettare che lui andasse avanti.
Dire che mi sta prendendo il panico è poco. Non sono abituata a farmi fissare come se fossi un animale dello zoo. Avere tutti quegli occhi addosso è in inquietante, e non poco. Se fosse stato diverso avrei detto panico da palcoscenico ma non lo è adesso. Forse la mia preoccupazione si basa tutta sulla paura dei pregiudizi delle persone dentro questa sala. La gente in città mi conosce, e non mi disprezzerebbe mai perché sono solo una ragazzina, non sanno esattamente cosa sono in grado di fare ma sanno che ho il marchio e sono tutti molto gentili, perché mi conoscono e non si permettono di giudicare la mia persona. Ma io questi tizi non li ho mai conosciuti, forse ne ho visto qualcuno qualche volta, ma niente di più. Questa paura mi attanaglia lo stomaco, mi partono brividi in tutto il corpo, si estende il dolore alla testa... Aspettate, il mal di testa?! Perfetto adesso non aspettavo altro. Ma come si può mi chiedo. Iniziai a prendere respiri profondi e non guardai nessuno, mi limitai a fissare davanti a me. Sono troppo agitata perché io riesca anche a guardare le persone che sono in questa sala. Spero di riuscire a mettere un piede davanti all'altro senza inciampare o fare figuracce. Seria, devo essere seria. Ma come faccio se mi metterei a piangere per lo stress??? questa non è la facciata da dura che ho di solito. Niente lacrime. Niente figuracce. Faccia serena ma seria. Niente agitazione. Speriamo bene. Del resto non dovrebbero giudicare, insomma se fanno parte di Tanatos dovrebbero essere brave persone. Dovrebbero.
Nora continuò il discorso di suo marito. “Sapendo di avere più esperienza di mio marito nei discorsi corti, continuo io, altrimenti facciamo attendere la persona che dobbiamo presentare.” Si girò verso suo marito. “Tutto quello che ti ho detto di non fare discorsi lunghi per non farle prendere il panico ti è entrato da un orecchio e uscito dall'altro?” Alzò un sopracciglio a mo' arrabbiata, poi si rivolse alla sala sorridente. “Come al solito White ha qualche problema di suspance, continua a far spaventare i nostri ospiti. Comunque, ragazzi devo annunciarvi che una nuova persona farà parte di Tanatos, non giudicate per età o per sesso intesi?” Li guardò male tutti.
Devo ammettere, che questo gesto lo accettai più che volentieri, ma farmi passare da debole non è mai stato da me. Sospirai, devono imparare ancora tante cose eppure sembra che mi conoscano da sempre. Mi tranquillizzai a pensare a White che viene sgridato da Nora, non è cambiato niente da quel giorno d'estate dell'anno scorso. È cambiata solo la scena, ma siamo sempre noi. Siamo sempre gli stessi, Demon con la sua espressione di noncuranza quando fa qualcosa mentre ci mette tutto se stesso, White con il suo sguardo duro ma dentro di sé è ancora un bambino, Nora con le sue riprese su White per farlo migliorare, io con la mia solita sfacciataggine solo migliore. Non sembra che sia passato un anno, mi sembra sia successo ieri, eppure tante cose non le capisco ancora. Sono domande riguardanti me. Perché Tempest a scelto proprio me? Perché io ho il marchio? Perché proprio quello della terra? Le domande al posto di cessare aumentano, eppure, ci faccio meno caso di prima, ora sono occupata, in questo caso riesco meglio a non pensare al destino, al futuro, al presente, al passato, a tutto quello che può farmi diventare almeno un po' malinconica. Riprese la parola White un po' offeso di ciò che ha detto Nora davanti a tutti (proprio come ho detto è ancora un bimbo). “Allora, Nora se permetti, ora vado avanti io visto che il capo sono io, sempre se non ti dispiace.”
Roteai gli occhi. Ma si può essere ancora così infantile a quest'età, è proprio vero che è uomo. Niente limiti per loro, però sta volta si fa un'eccezione anche per me. Niente limiti per me. Capisco perché Shimmering ha visto in me la sua libertà, io non mi metto limiti, faccio ciò che devo fare senza chiedere il permesso. Lo faccio perché mi va, è così che funziona per i ragazzi no? E allora perché noi ragazze non possiamo? Io non mi metto ostacoli, se li trovo li salto, li affronto, non li aggiro. Troppo facile aggirarli. Io mi so sfidare, mi so mettere in gioco per capire qual'è il mio limite per poi abbatterlo. Il cambiare, il crescere, fanno parte della vita, ma se non si crescesse il mondo sarebbe nelle mani di menti ancora bambine, giusto? Il lato positivo non lo trovo spesso per questi argomenti, ma allora mi chiedo, perché se le ragazze a 14 anni più o meno sono già abbastanza mature i ragazzi hanno ancora la mentalità ristretta e capricciosa di un bambino fino ai diciannove anni?
Mi sembrano domande sensate. Insomma, è anche vero che così sembra che io odi i ragazzi della mia età, non è così, solo che la mentalità è quella. E purtroppo non ci si può fare niente. Solo che mi da fastidio.
Come stavo dicendo, accogliamo tra di noi qualcuno che è come un figlio per me e Nora. E devo ammettere che aspettavo da un anno questo giorno. Finalmente ha ultimato l'addestramento,” si mise a ridacchiare, “e devo ammettere che è molto più guerriero della maggior parte di voi.” Nora sorrise e si voltò per farmi l'occhiolino. “E non prendetela sul personale ma, vi potrebbe sconfiggere a occhi chiusi tutti insieme. Forse tranne qualcuno come Demon.” Gli fece l'occhiolino e lui sorridente annuì.
White ci stai girando ancora intorno!” Nora scosse la testa.
Un attimo ci sto arrivando! Ok, allora ha 14 anni ed è una nuova membra ufficiale di Tanatos.”
È il mio momento.
Iniziai a scendere le scale sicura di me e mantenni un sorriso distaccato, bello ma distaccato, il mio cuore mi sta uscendo dal petto. Non avevo notato tutte le persone che ci sono, adesso sono ancora più agitata.
Daimond un piede dietro l'altro, non preoccuparti, ho anche Tempest con me. Devo riprendere a respirare altrimenti muoio soffocata dai miei stessi polmoni. Misi una mano su Tempest, che sembrò stranamente riscaldarsi, come se volesse infondermi coraggio. Grazie amica mia. Credo di non avere mai fatto così tanti scalini, o forse è solo la mia patetica immaginazione che mi sta facendo andare il nervoso alle stelle, sto iniziando ad arrabbiarmi. Però così non sono più agitata, arrabbiandomi il mio cuore sta rallentando, le ginocchia non tremano e neanche le mani, tolsi la mano da Tempest e continuai la scalinata con una sicurezza profondamente strabiliante. Iniziai a controllare la sala, i ragazzi che avevo incontrato oggi pomeriggio non potevano credere ai loro occhi. Sorrisi maliziosa, eh no ragazzi, non sono un miraggio, e se mi volete sfidare non fate complimenti. Gli altri ridacchiavano, dopo quello che ha detto White si sarebbero per lo meno aspettati un ragazzo, invece gli sono capitata io, beh, ma se vogliono una dimostrazione basta chiedere. Comunque quelli più grandi come i ventenni mi guardavano stupiti ma non ridevano. Non ho dubbi su quello che voglio fare. Voglio strabiliarli e su questo non ci piove. Arrivai di fianco a Nora e White, sorrisi ad entrambi. Intercettai lo sguardo di Demon e gli sorrisi soddisfatta. Un ingresso perfetto, trionfante, non sono ruzzolata giù per i gradini e non mi sono storta una caviglia, bene, sono già a meta dell'opera. Sono ancora intera insomma. Speriamo che vada bene fino in fondo.
Lei è Daimond.”Mi presentò White.
Alcuni ridevano ancora. “Carl e Giulio volete sfidarla?” Disse Nora sfidandoli a farsi avanti se hanno il coraggio di attaccare.
Si fece avanti un castano che dimostra 16 anni. “Non mi permetterei mai di far male a una ragazza.”
sorrisi sfidandolo. “Non farti scrupoli con me. Ah, e non ti preoccupare, io non mi lascerò sconfiggere.” Mi voltai verso White. “Posso sapere il suo livello o devo capirlo come oggi pomeriggio?”
White sorrise. “Carl, non fare il furbo, Daimond è la sorella di Demon,” ci furono delle esclamazioni generali, nessuno pensava che io potessi essere sua sorella, Demon mi sorrise ancora più fiero di me. “è stato lui ad addestrarla. Ed è di livello troppo alto per te. Ah, un'altra cosa, lei ha Tempest, non ti consiglio, se vuoi ancora sfidarla ovviamente, di combattere con la spada, non avresti alcuna speranza di vittoria.” Si girò verso di me. “È di livello sei emmezzo.”
Rimasi stupita. Mi prende in giro? Solo di quel livello? E poi vuole sfidarmi? Lucia è di livello 8 ed è senza marchio, ma sei emmezzo per una persona con il marchio? Non ha alcuna possibilità. E io mi vergognerei profondamente.
Come ho detto non rifiuto mai una sfida, poi quel ragazzo, è troppo sicuro di sé, per vincere gli ci vorrà una altro decennio di allenamento. Non può credere di mettermi i bastoni tra le ruote a questo livello. Non può credere davvero che io sia più debole. A meno che non ci sia qualcuno che vada al di sotto del sei. È vero che mi ha detto che sono una delle più esperte, ma pensavo scherzasse o per lo meno pensavo che fossero un pochino più forti, ma qua siamo scarsissimi, ed è anche vero che potrebbero essere meglio a combattere a gruppi, ma questo guardandolo è solo uno strafottente che si vuole mettere in mostra davanti al capo. Peccato, ha un bel faccino. Castano, liscio, corti, naso piccolo, occhi quasi a mandorla, marchio acqua, è il primo marchio acqua che incontro. Verdi, sembrano quasi magnetici i suoi occhi, ma non basterà la bellezza del suo viso a vincere, o si hanno le potenzialità oppure no. E lui, potrebbe averle, ma non si applica, si vede lontano un miglio che è uno di quei nobili di casta alta dov'è cresciuto con la mentalità del suo patriarca. Guardando dall'alto in basso tipe come me che combattono e non riportano la fedele immagine di donna perfetta sempre alla guida della casa.
Studiandolo attentamente, ha degli atteggiamenti davvero patetici. Si da continue arie, si mette in pose stranissime che non durano più di due secondi.
White, ma io devo sfidare un'incontinente o un guerriero?” White rise.
Etan, che non avevo notato prima, ha il marchio neutro come il capo, sorrise divertito e il biondino di nome Alessio teneva china la testa. Così non riesco a vedere il suo marchio!
Etan ora che lo osservo meglio è un bel ragazzino, ovviamente non affascinante come Carl ma quelli come lui non mi piacciono si credono chissà chi solo perché sono di una casta superiore. Etan, invece, ha degli occhi sinceri, dolci, sembra un cucciolo. Il viso contornato da riccioli ribelli, labbra sottili, naso ad aquilino, guance puffose. Fisico asciutto, agile, alto, scattante, ma poco resistente. Deve cambiare tipo di allenamento.
Alessio non riesco a decifrarlo se continua a tenere la testa china. Vabbè, tanto per conoscerlo ne avrò di tempo. Sospirai e riportai la mia attenzione su Carl. Credo di non aver mai visto una faccia tanto ridicola, dovrebbe essere un'espressione di stupore ma esagera, a quanto pare esagera in tutto quello che fa. Mi misi a ridere senza dirlo due volte. White mi seguì. Quando finimmo di ridere ci guardammo e facemmo un respiro profondo.
Carl stupito. “White non puoi farmi trattare così da una sfigata quattordicenne.”
MI ripresi alla svelta e lo fulminai con un'occhiataccia talmente cattiva che abbassò lo sguardo sulle sue scarpe. Non permetto a nessuno di trattarmi come una pezza. Sfigata? Lo vai a dire a tua madre se ne hai il coraggio, non è possibile che le persone siano così ingenue. Non ha mai visto i suoi genitori rimboccarsi le maniche per mantenere la famiglia vero? Beh, lo mando io a lavorare, a furia di calci lo faccio alzare ancora di mezzo metro. Le persone così impertinenti e maleducate non si possono definire di casta più alta. Qui i soldi non centrano niente, neanche i titoli nobiliari o tutto il resto. È uno dei pochi che è rimasto ancora negli alti ranghi e con la testa ancora legato all'antichità, ma se si fascia la testa prima di farsi male non è peggio? Beh, ora mi ha offesa e non la passerà di sicuro liscia, che sia con tiro con l'arco, che sia corpo libero, che siano i pugnali o la spada io gliela farò pagare, e prometto di fargli passare i cinque minuti più brutti della sua vita.
Allora tipo, o Carl, o nobile del cazzo, come preferisci tu, diamoci un taglio. Vuoi sfidarmi? Dillo apertamente, non sono qui per farmi mettere i piedi in testa da un sedicenne che non sa neanche dove sta di casa. Non permetterti di giudicare le persone solo perché non sono di casta alta come te. Ok? Se sei qui solo per girarti i pollici tornatene dal tuo patriarca e non rompere le scatole a chi invece è qui per impegnarsi a salvaguardare questa città. Preferisco non dirti a che livelli sono io, perché so che non mi crederesti ma te lo dimostro subito.” Guardai Demon. “Scusami fratello, ma quando mi lanciano una sfida la raccolgo al volo. Sai come la penso.”
Mi sorrise addolcito. “Se non fosse che sei così forte sorella lo avrei già menato io Carl, visto che ti conosco però ti lascio campo libero. È la tua battaglia, non ti devi scusare, fai vedere a queste persone chi è davvero Daimond, chi è la mia sorellina. Intesi?” Annuì seria.
Sai vero fratello che non me lo faccio ripetere due volte?” Mi voltai verso Carl. “Vuoi sfidarmi?” Lui annuì. “Bene allora ti faccio partire avvantaggiato, scegli la sfida.” Lui iniziò a pensarci su.
Altre esclamazioni generali. Non mi interessa ciò che pensano gli altri, andiamo diretti al dunque, se vogliono li sfido uno per uno per dimostrare loro a che livello sono, non mi farò battere da un livello così inferiore a me, nessuno sconto. Non voglio credere che uno come lui faccia il gradasso proprio con una come me di livello 8, 9 & 10.
Non mi sento la più forte, so di non esserla, forse in un certo senso sapere che c'è qualcuno, nel mondo, che mi potrebbe tenere testa mi da la forza di continuare a migliorare per, un giorno, poterlo sfidare e impegnarmi seriamente. Tanatos, ovvero questa organizzazione è fatta apposta per ricercare persone con il marchio, allenarle, farle diventare ottimi guerrieri. Ma ottimi guerrieri non perché devono combattere contro dei mercanti o delle società contro la città, perché per loro un livello mediocre come il sei emmezzo è anche troppo, ma noi serviamo realmente per fermare l'altra organizzazione di cui vi ho accennato. Ora so che si chiama Eros.
Tanatos, si scrive correttamente con la h, cioè “Thanatos” che significa “pulsione di morte”. Eros che è corretto scritto in questo modo, significa “pulsione di vita”. Sono una il contrario dell'altra, perché Eros vorrebbe distruggere Seira mentre Tanatos la protegge, ma i nomi non so come mai sono invertiti, domani andrò a fare qualche ricerca in biblioteca, magari scopro qualcosa in più, altrimenti andrò direttamente da White, ma visto che non ne parla volentieri indagherò un po' per conto mio prima. Comunque quello che so su Thanatos e Eros, come personaggi mitologici è questo:

Il nome di Eros deriva da quello della divinità greca dell'amore, e tende a creare organizzazioni della realtà sempre più complesse o armonizzate, Thanatos tende a far tornare il vivente a una forma d'esistenza inorganica. Queste sono pulsioni.

Questo è ciò che so, non è molto, ma non ho studiato molto le divinità. Anzi, non le ho studiate proprio per niente, so proprio questo perché ce ne hanno accennato. Insomma, devo iniziare a fare ricerche, spero di non perdermi nella biblioteca della villa come in cucina, altrimenti non posso venirne più fuori, mi porterò dietro un rotolo di spago come Teseo con il labirinto del minotauro. Altrimenti mi costruirò un paio di ali di carta e me le applicherò sulla schiena con un po' di scotch come i costruttori del labirinto Dedalo e il figlio Icaro. Beh, queste cose essenziali della mitologia le so, ma la teoria delle pulsioni, purtroppo no. Ma oltre alla teoria delle pulsioni su cui andrò a studiare o verificare domani, cosa più importante noi ci prepariamo perché ogni tanto ci sono degli attacchi dei ragazzi con i marchi che sono passati a Eros. Sono riusciti a sbloccare i loro poteri mentre noi no, è per questo che ci alleniamo, e da quello che mi ha detto Demon, White è preoccupato perché è da troppo tempo che non attaccano o che non vengono in città, la quiete prima di un uragano. È per questo che non possiamo permetterci di avere dei livelli così mediocri, e lo capisco io che sono appena entrata. Pensai in fretta e senza lasciare traccia di niente, domani riprenderò questo discorso, ora, devo pensare a una mossa che metta fuori uso in meno di due secondi il ragazzo, ah, si, mi basta girargli il braccio dietro la schiena.
Corpo libero.”
Scesi e si fecero da parte per lasciarci spazio. “Quando te la senti.” Rise.
Come si dice, ride bene chi ride ultimo. Mi sferrò un pugno nel naso, mossa scontata, glielo fermai con la mano sinistra e me ne stava sferrando uno nello stomaco con l'altra, gli fermai anche questo attacco solo con la mano destra, mi avvicinai al suo orecchio. “Nel corpo libero sono di nono livello.” Imprecò.
Lo feci girare di schiena storcendogli le braccia e gli piantai una ginocchiata nelle gambe, per non fargli troppo male, che lo fece cadere a terra, tutto questo nel giro di qualche secondo. Lo lasciai andare, e si rimise in piedi. Non vuole mollare, beh almeno so che non è uno smidollato. Calcio, schivato senza alcun problema, gli sorrisi in modo perfido, gli girai il piede e lo feci roteare finché non cadde a terra. Vinto, senza alcuno sforzo e lui è nella vergogna più totale. Ora si ritrova con i rimorsi di non essere stato zitto. Sospirai e tornai da White. “Io gli avevo detto di essere di livello nove.” Gli altri per alcuni minuti non parlarono, rimasero con le bocche aperte stupiti, mentre White, Nora, Demon e stranamente anche Etan mi sorridevano. Sospirai. Tutta questa forza in me stessa non so come faccio ad averla. Comunque, io lo avevo avvertito che non mi avrebbe creduto finché non lo avrei battuto, e il duello è durato meno del previsto, peccato, non ho neanche fatto in tempo a fargli passare i cinque minuti più brutti della sua vita.
Era ancora in ginocchio, allora gli andai di fianco allungandogli la mano. “È vero che le persone viziate e maleducate come te non le sopporto, ma devo comunque congratularmi per la tua grande volontà di spirito. Dai, alzati. Sei stato sconfitto, ma questo dovrebbe farti capire che l'età e il sesso non centrano niente, se sei forte è perché lo vuoi, perché percorri degli ideali che ti portano ad un punto in cui puoi osservare tutto ciò che ti è capitato, sorridere, ed essere felice di aver vinto la sfida che ti sei prefissato prima di iniziare. La sconfitta in un combattimento deve esserti di lezione per impegnarti di più, crescere psicologicamente e riuscire a battere l'avversario che non sei stato in grado di battere.” Lui afferrò la mia mano e sorrise.
Forse sono davvero riuscita a fare qualcosa di buono. Se afferra il concetto delle mie parole potrebbe cambiare l'opinione sulle persone che gli stanno attorno e che non sono di casta nobiliare, potrebbe diventare più forte psicologicamente, e più forte fisicamente. Oppure potrebbe rimanere com'è non recependo il messaggio che gli ho inviato e continuare a fare il gradasso con tutti. Se non avesse capito gliela farò pagare molto più cara di qualche dolorino di qua o di là, dopo inizio a farmi sotto sul serio e non può andare a piangere dal suo patriarca, perché se scopre che viene sconfitto da una ragazza gli rifilerebbe una punizione molto più umiliante, del tipo che potrebbe non riconoscerlo più come suo nipote, quindi se lui deve diventare patriarca un giorno lo potrà diventare solo nei suoi sogni, gli consiglio di non andare in definitiva da suo nonno. E se è veramente così stupido da andarci se ne pentirà per tutta la vita. Essendo nato viziato, non sa rimboccarsi le maniche e lavorare, sa solo dare ordini alle persone, e questo non lo porterà molto lontano. E devo dire che mi piacerebbe vederlo lavorare, per mangiare lo farebbe, almeno spero, non voglio pensare che non possa arrivare neanche a pensare di lavorare per fame, altrimenti morirebbe. Ritornai da White. Lui annuì fiero, Nora mi sorrise concordando, mi girai verso Demon che mi osservava con la sua faccia fiera. Guardai la sala seria, Alessio, ancora con la testa china, la alzò per guardare White. Finalmente! Rimasi senza parole, i suoi occhi mi colpirono nell'animo, color ambra, marchio fuoco. Rimasi senza parole. Potrebbe essere il ragazzo che nelle scuderie mi osservava, ma guardandolo ora aveva un'espressione troppo fredda per essere lui. Un viso da bel ragazzo, gli occhi sono quello che colpiscono di più. I capelli biondi scompigliati, l'espressione fredda e l'uniforme messa con noncuranza gli danno un'aria da figo. Ma queste sono solo mie congetture. Lo guardai meglio per verificare com'è, ma non riesco a decifrare che tipo di ragazzo potrebbe essere, come se un muro mi fermasse la visuale, come se non mi facesse vedere ciò che realmente è. Un muro di fuoco. Nei suoi occhi vidi solo cattiveria in quel momento, come se volesse farla pagare qualcuno molto vicino a lui, eppure quell'espressione penso che non gli si addica, penso che non gli rende giustizia, distolsi lo sguardo prima che qualcuno si accorgesse che lo stavo fissando. Mi voltai ad osservare White che mi sorrideva, spero che non se ne sia accorto...
Comunque, avendo sempre qualche dubbio su quello che pensa, mi misi a guardare la sala, grande, spaziosa, ornata con tende di velluto rosse alle porte scorrevoli di vetro che ogni tanto qualche parete interrompeva per far vedere l'enormità della sala. I vasi con le rose di mille colori che sono appoggiati sopra a tavolini di legno antichi. Il pavimento di mattonelle lucide, sembra uno specchio, la sala con le pareti di colore bianco.
Qualcuno vuole sfidarla ancora?” White pronunciò quelle parole in modo duro.
Capì immediatamente cos'ha in mente White, non vuole far vedere come sono forte, vuole dare una regolata a qualcuno, ma non riesco a raggiungere chi dovrebbe essere questa persona, non capisco a chi sono riferite tutte le sue preoccupazioni, sapendo che è padre di un ragazzo in questa sala suppongo che le attenzioni siano rivolte a lui, ma lo sguardo severo non mi fa sentire a mio agio, come se l'aria fosse tesa. Come se la persona in questione sapesse che lui vuole che mi sfidi ma non vuole dargli la soddisfazione, anche se mi vorrebbe sfidare seriamente. Devo cambiare cambiare questa situazione, le persone nella sala che saranno stati più o meno una ventina iniziarono ad agitarsi. Un'agitazione generale? Si sta mettendo male, mi girai verso Nora che mi guardava preoccupata io le annuì e le sillabai: non ti preoccupare ci penso io a cambiare la situazione. Lei mi sorrise come ringraziamento. Non mi piace vedere questa discordia, se dobbiamo essere una famiglia, l'aria non può essere tesa fra i suoi membri, altrimenti non si è veramente legati, ma si lavora soltanto per la stessa persona.
Sospirai. “White mi vuoi mettere contro questi ragazzi ancor prima di farmeli conoscere?”
Cambiò immediatamente espressione come se fosse cambiato dal nero al bianco. Mi preoccupa al quanto vedere queste espressioni. Non voglio impicciarmi degli affari degli altri, ma se mi ci mettono in mezzo poi vado a capire qual'è il tasto dolente e basta parlarne che la smettono subito di fare cazzate, ma qui il problema non è nell'organizzazione o nei suoi membri. Il problema è parte della famiglia di sangue del capo, quindi non mi ci possono mettere in mezzo, a meno che questo vada a intaccare il sistema giudiziario di White allora da quel momento sarebbe anche un problema mio e dovrei andare ad indagare e mettere il naso dove non vorrei mai assolutamente metterlo, ma si sa che la testardaggine di White è uguale alla mia, quindi forse io servirei a farlo ragionare, le spiegazioni a dopo, voglio capire che succede è vero, ma prima di tutto voglio diventare un membro di Tanatos senza guasti nella cerimonia, i problemi di sangue deve tenerli per se, e lui lo dovrebbe saperlo meglio di chiunque altro, è stata la prima cosa che mi ha detto, non può dire parole che poi nemmeno lui rispetta non sarebbe giusto nei confronti degli altri.
Mi guardò. “No assolutamente no, ma visto che sei una ragazza non vogliono credere che tu possa essere di livello 8 con i pugnali, 9 a corpo libero e 10 con la spada.”
Lo fulminai con lo sguardo. “Sai che non sono entrata a far parte di Tanatos per fare i tuoi comodi, ma solo per proteggere Seira e i suoi cittadini, piantala di mettere in mezzo questioni che non servono a nulla. Il mio livello non centra con loro, tu stai cercando di far venire allo scoperto qualcuno per fargli notare che non può superarmi, questo White sai che non è carino da parte di un padre.”
Lui rimase scioccato da come avevo intuito ciò che stava accadendo. Non serve che lui fissi la persona in questione, basta vedere lo sguardo duro, il modo in cui pronunciava il mio livello, non serve avere una grande intelligenza, ma gli altri pensarono che io mi stessi riferendo al suo ruolo di “padre” come capo dell'organizzazione, e forse è giusto così, però mi rifiuto di credere che lui non abbia capito. Non sono mai stata tanto diretta, ma capì al volo che doveva cambiare approccio, capì quello che stava sbagliando e sorrise. Mi sorrise. Ricambiai con il mio sorriso più sincero. Ben tornato capo, sono appena entrata, sai? Ora dovresti per lo meno dirmi cosa devo fare, altrimenti torna il nervoso, che mi porta a morsicarmi il labbro quindi a farmi male e di conseguenza inizierebbero a tremarmi le ginocchia, ti dispiace essere così cortese da mandare avanti tu la serata? Perché sinceramente, con tutto l'amore di questo mondo, non credo di riuscire a dire nient'altro, e io che pensavo che il nervoso se ne fosse andato, sarebbe stato bello. Peccato che è ancora con me. A quanto pare stasera mi vuole fare compagnia ma io non lo voglio. Come posso fare a cacciarlo via? Per favore ditemelo perché veramente non lo capisco. Sono sempre più convinta di essermi indebolita troppo stasera, avrò la febbre, del resto ci si può ammalare anche in estate, a mio padre era successo, soltanto che gli era capitato ad agosto, è stato abbastanza sfortunato. Il fatto è che aveva la febbre anche molto alta. Non è bello. Io non vorrei provare ma se proprio devo mi accontento di giugno.
Beh, hai come al solito ragione Daimond. Perdonami.” Gli sorrisi. “Io, White, capo di Tanatos ti do il benvenuto nell'organizzazione.” Si rivolse agli altri. “L'accetterete come vostra sorella?”
Tutti si misero ad applaudirmi e sorridono. Nessuno scosse la testa, nessuno sembra contrariato dal mio ingresso senza preavviso, sono solo un po' sorpresi, ma non sono infastiditi. Questa è la serata migliore del mondo, è passato tutto senza problemi. È filato tutto liscio come l'olio, bene, ora posso andare a casa per un'ultima volta. Poi domani mattina verrò a vivere qua nella villa con gli altri. Mi voltai verso Nora che mi abbracciò. “Grazie, ultimamente lui e nostro figlio litigano spesso.”
Mi staccai e le sorrisi. “Non so chi è vostro figlio, non so cosa succede nella vostra famiglia, ma so che tengo ad entrambi e non voglio che succeda una scenata così per un capriccio degli uomini.”
Sai, nostro figlio ha la tua stessa libertà, è per questo che ultimamente White e lui litigano spesso, perché mio marito vuole che si prenda delle responsabilità più grandi di lui visto che un giorno il nuovo capo sarà lui.”
Ora capisco il punto di vista di Nora. Una foglia in mezzo a due fuochi, non può entrare nella discussione perché verrebbe bruciata e quindi l'unica cosa che può fare è rimanere in silenzio a soffrire mentre le due persone più importanti per lei si fanno la lotta.
La mia stessa libertà, eh? Mi piacerebbe vedere la mia libertà, non riesco ad osservarmi, mi comporto semplicemente come sono, non ho bisogno di merletti o gonne per sentirmi ragazza, l'importante e che io mi senta donna, i vestiti non contano, è questa la mia libertà? No, la parola libertà ha un significato molto più forte. E non è il vento tra i capelli. È la possibilità di dire faccio quello che voglio, vado dove voglio. È qualcosa che nessuno di noi a questo mondo avrà mai, non siamo liberi, siamo farfalle incatenate alla terra che guardano il cielo da lontano senza poterlo sfiorare con le loro delicata ali. Si, faccio ciò che voglio, mi impongo di essere me stessa, ma pensandoci in tutti i modi siamo legati da legami di sangue, e sono indissolubili, anche questo significa non essere liberi. Ovunque tu vada quelli non li puoi cancellare, puoi cambiare nome e cognome ma non puoi cambiare il DNA. Questa libertà di cui io parlo tanto è quella libertà massima che io potrò mai avere su questo pianeta. Non è vera libertà. Shimmering Daimond poteva essere libero a tutti gli effetti, ma ha scelto una libertà diversa. Si è preso l'impegno di aiutarmi standomi accanto, ovviamente i suoi ideali rimangono sempre quelli, ma le possibilità e il suo futuro sono cambiati da quando ci siamo incontrati, non so se per lui è una maledizione o una benedizione ma credo che lui abbia potuto scegliere, e se ha scelto me è perché vuole aiutare l'organizzazione a sbaragliare Eros, e a me avere un amico a quattro zampe come lui non mi dispiace, solo che ho paura di averlo incatenato senza avere chiesto il permesso, e per questo sento i sensi di colpa.
Shine, mi è sembrata una puledra buonissima, il punto è in lei non ho letto la voglia di cavalcare lontano dove vuole in completa libertà, ho letto la voglia di stare accanto al suo padrone, e questo mi ha spaventata un po', ho paura che gli occhi vivaci e liberi di Shimmering diventino come quelli di Shine. Essendo del marchio della terra è ovvio che lei sia più legata a un posto o a qualcuno in confronto al marchio aria, infatti non è difficile vedere nel marchio terra solo quello invece che la voglia di libertà, ma se dovesse accadere anche al mio Shimmering non credo che riuscirei a sopravvivere tutti i giorni con i sensi di colpa che non mi lascerebbero dormire. Non voglio essere la causa del suo addomesticamento, non voglio vedere spegnersi quella luce che gli guizza negli occhi tutte le volte che mi vede e mi riconosce come la libertà in lui. Voglio vederlo sempre così, scattante, attivo, testardo, LIBERO.
Mi piacerebbe conoscere il padrone di Shine ovvero il figlio del capo. Mi devo ricredere, il figlio di White non è Etan. In Etan si vede tutto tranne che libertà. È felice, ma non cerca la libertà, non è libertà. Quindi dovrò cercare un altro soggetto, il problema è che ci sono troppe persone da controllare. Beh, prima o poi lo conoscerò o almeno mi basterà chiedere a mio fratello.
White si girò verso di me. “Non lavorerai da sola, ti metto in squadra con un marchio neutro e con un marchio fuoco.” Io annuì. “Etan e Alessio.”
Io, Etan e Alessio ci guardammo, spalancammo gli occhi e guardammo White, esclamando tutti e tre in sincrono. “EEEEEEHHHHH?!?!”
Perché che problema c'è. Mi hanno detto che vi siete già visti oggi pomeriggio. So che non è andata molto bene, ma sono sicuro che i due ragazzi sapranno farsi perdonare. Per di più avete anche un marchio aria che è Shimmering Daimond. E vi metterò in squadra anche Taylor con il marchio dell'acqua. Demon sarà l'allenatore di Etan e Alessio solo nel corpo libero e con i pugnali, vorrei che con la spada gli insegnassi tu Daimond.” Sospirai
Iniziammo a camminare su e giù, nervoso, rabbia, tutto insieme insomma. Prima ridono di me, poi me li piazza anche in squadra? Però non posso dire di no... Va beh, almeno c'è questa Taylor che spero che sia simpatica. E ho anche il mio Shimmering Daimond. Sono senza idee di come farò a sopravvivere nella stessa squadra di quei due. Ma cosa sto dicendo? Neanche li conosco. Magari sono diversi. Li guardai attentamente. Nah... Non sono diversi da come me li aspetto, ne sono sicura. Magari Etan è diverso, ma Alessio con quell'espressione cattiva (che si vede che è assolutamente falsa) non mi convince proprio per niente. Fa il duro come me, solo che mentre io la sono (o forse non è proprio così, ma sono piccoli dettagli) lui non lo è per niente.
Devo pure insegnare loro? Perfetto, non uscirò più da questa storia.... Voglio sprofondare... Dai ci sarà anche mio fratello. Che bello. Sorrisi. Guardai White seria. A pensarci bene se devo essere parte di un gruppo non possiamo odiarci così tanto, ma non possiamo non sopportarci, quindi credo che dovremmo per lo meno tentare di andare d'accordo. Altrimenti penso proprio che White mi cambierà squadra. Un perfettino, un ragazzo con gli occhi pieni di libertà. Libertà... libertà?! Che sia lui il figlio di Nora e del capo? No, impossibile. Ma che pensieri ridicoli che mi passano per la testa, figuriamoci se può essere lui. C'è troppa libertà in lui, è troppo sbarazzino. Poi gli occhi ambra non credo che possano essere di suo figlio.
Lo guardai mentre parlava animatamente con Etan, sembrano proprio ottimi amici. Sorrisi. Allora loro sono già una squadra. Forse sarà difficile ma potrei diventare amica con Etan. E chi lo sa magari anche con Alessio, lo guardai meglio, alzai un sopracciglio e scossi le testa, no, con lui non credo di riuscirci. Neanche se ci impiegassi tutte le mie forze. Non credo proprio. Li osservai per istanti che mi sembrano lunghissimi. Si vede che si conosco da molto, moltissimo tempo, forse sono addirittura amici d'infanzia. Pensandoci bene Etan con il marchio neutro mi ricorda sempre di più Aiden, solo che lui era, bello, sbarazzino, libero, stupido, e forse dannatamente troppo lui... Aiden... Quanto mi manca. Testone ma cortese. Duro ma dolce. Stupido ma intelligente. Simpatico ma furbo. Cosa posso dire di lui? È stato l'unico per cui il mio cuore ha battuto davvero. Eravamo fidanzati da due anni, con questo sarebbero stati tre. L'ho conosciuto per caso un giorno in cui c'era brutto tempo ed era seduto in mezzo al campo (quello dove ho conosciuto White e Nora) ad osservare il cielo, io ero riuscita a scappare dal controllo di Jake e a farmi un giro da sola, a quel tempo già sapevo di avere il marchio. Gli andai vicino e gli chiesi. “Ma che fai? Si metterà a piovere tra poco se sei qui sotto la pioggia ti prenderai l'influenza.”
Quella volta mi aveva rivolto uno dei suoi sorrisi più belli, semplice e bello. Un ragazzo che anche se aveva il marchio era semplice e adorabile. Non mi aveva mandata via, non mi aveva tratta male, non mi aveva ignorata. Semplicemente era riuscito a farmi sentire bene. Era alto, magro ma non troppo, con massa muscolare appena in evidenza, occhi neri come la pece, capelli castani chiari, aria da ragazzo sbarazzino, ogni ragazze gli andava a dietro, aveva solo un anno in più di me. Tutte le ragazze della città lo conoscevano, ma io ne avevo solo sentito parlare. Non si era mai fidanzato con nessuna ragazza, e sembra un modello. Respingeva le ragazze son delicatezza, tuttavia anche se non lo conoscevano loro la prendevano sul personale, anche se continuavano a sbavargli dietro. Anche noi ragazze siamo abbastanza complicate, questo lo devo ammettere.
Lui mi aveva risposto con tutta la sua semplicità. “Osservare il cielo è la cosa che mi può far avvicinare di più a lui, è la cosa che mi fa andare più vicino al vero significato della parola libertà, tutti dicono di essere liberi ma non sanno che in realtà noi siamo legati a questa terra con catene invisibili che non ci permettono di volare, come farfalle, tuttavia non siamo soffocati da questa costrizione, però non accettiamo la verità dei fatti.”
Lui ha iniziato a farmi ragionare, aveva fatto tanto in poco più di una settimana, era riuscito a farmi crescere. Mi aveva insegnato cosa significava combattere, e non con le mani o con la forza, ma a combattere parlando. Con la forza della parola. Non è mai stato semplice per me esprimermi a parole infatti ero taciturna da piccola. Ma stando con lui, ascoltando i suoi discorsi intelligenti capii ciò che significava parlare. Ogni parola ha un significato particolare, e bisogna ragionare prima di farle uscire dalla propria bocca, eppure lui parlava con una semplicità disarmante, tutto ciò che gli passava per la mente te lo diceva era un libro aperto per tutti. Era amico con tutti, non c'era nessuno che non lo sopportava, era sempre circondato di gente, tuttavia lui veniva a cercare sempre me quando voleva parlare o semplicemente ridere e scherzare con qualcuno. Nessuna ragazza si era mai potuta avvicinare di più di quel tanto a lui, eppure io ci ero riuscita e senza accorgermene ci eravamo già avvicinati un sacco, eravamo sempre stati occupati entrambi per notarci eppure il destino a voluto che ci incontrassimo. Quel pomeriggio l'avevo passato con lui in mezzo a quel prato finché non era arrivato Jake e mi aveva vista.
Mi urlò dietro. “Ti ho trovata, ora vieni con me e non fare storie, altrimenti ne parlo con Demon e sai che si arrabbia.”
Alzai un sopracciglio e gli feci un mezzo sorrisetto. “Ne sei così sicuro che verrò con te?” Mi voltai verso il ragazzo e solo in quel momento realizzai di non sapere il suo nome. “Mi chiamo Daimond, scusa se non mi sono presentata prima, ora scusa ma mio fratello come dire.. Mi deve tenere d'occhio e anche se non sono più una bambina mi segue sempre.” Mi voltai verso Jake. “Demon non lo saprà mai Jake perché tu hai più paura di lui. Sai che il mio fratellone si arrabbierebbe di più con te che con me.”
Lui mi sorrise. “Scusami tu, mi chiamo Aiden, è stato un piacere conoscerti.”
Gli sorrisi. “Il piacere è stato tutto mio, ora scusami ma devo proprio scappare. Ciao.” Iniziai a correre per scappare dalle grinfie di mio fratello.
Nei giorni successivi ci incontrammo spesso per caso, ci mettevamo sempre a parlare. Un giorno lo portai dal ciliegio da mio nonno e da quel giorno ci trovavamo sempre lì due giorni a settimana, fin quando ci vedevamo sempre più spesso, lui veniva a casa mia con la scusa più banale, del tipo “devo parlare con Jake” si, perché a quanto pare loro due andavano nella stessa scuola, ovviamente mio fratello era in una classe più avanti, però erano amici, oppure veniva da me a chiedermi cose tipo come lo zucchero e casa sua era dall'altra parte della città rispetto alla mia e aveva pure il negozio sotto casa, però veniva da me lo stesso.
White mi risvegliò da i miei pensieri. “Andate tutti e tre nelle scuderie.”
Forse non è il momento di pensare al passato. Ho un futuro davanti, che anche se non è quello che sognavo devo accettare. Dopo la vendetta forse sarò più tranquilla. Mi dispiace se lui che adesso mi osserva non è felice di quello che sto cercando, ma lo faccio per lui, lo faccio per me, lo faccio per la sua famiglia e per tutti quelli che gli vogliono bene. C'è un prezzo da pagare se si uccide una persona, ed è quella di morire. Occhio per occhio, dente per dente. Mio fratello non sa niente, ma credo che mi faccia accompagnare sempre da qualcuno perché se lo sente che io potrei fare una cazzata del genere, solo che non capisce quanto questa cazzata sia importante per me.

  
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