Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: BekySmile97    10/07/2013    0 recensioni
- Eccolo il nostro re! Camminava beffardo davanti alle quindici ragazze considerate idonee per partire con lui.
...
Alla fine si ferma e urla al popolo: "Sudditi! Ho scelto quale tra queste ragazze sarà la fortunata che mi seguirà fino a Classem!"
Detto questo, con una lentezzza esasperante, punta il suo dito ossuto contro di me, condannandomi per sempre. -
Vi avverto che la storia è ancora in fase di lavorazione, quindi accetto molto volentieri critiche di qualsiasi tipo.
ATTENZIONE!
La storia è attualmente impegnata in una massiccia fase di revisione, quindi non so quando tornerò nuovamente a pubblicare.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Storie da Hydus '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

XII: Rivelazioni

 
Se dicessi che non rimasi sorpreso da quello che era successo a Misty, mentirei spudoratamente.
Non gliene parlai fino a quando non arrivammo ai piedi delle montagne, dopo quattro giorni.
“E ora che facciamo?” le chiedo guardando la parete di roccia liscia e compatta davanti a noi.
“Dovrebbe esserci un passo da qualche parte... o almeno, so che esisteva un passo.” spiega pensierosa.
Cercando di rimanere calmo le dico: “Cosa significa “esisteva”?”
“Significa che fino a qualche anno fa c’era un passaggio, ora non saprei dirti. Potrebbe essere stato murato, oppure è crollato… non so neanche dove possa essere.” mi risponde pensierosa.
“E non potresti… insomma… immagino che tu abbia capito cosa intendo…” sussurro con lo sguardo basso.
“Certo che ho capito e no. Non so neanche cosa posso fare con questi… questo… questa maledizione!” sputa inferocita e alzando i piccoli pugni per aria.
Annuisco come per dire “va bene” e inizio a perlustrare il fianco della montagna, mentre Misty si dirige a farlo dalla parte opposta.
Gironzolando alla ricerca del passaggio noto che è un posto veramente bellissimo: davanti alla montagna c’è un’enorme distesa di fiori blu e bianchi e il cielo, incredibilmente limpido, sembra fondersi con quei fiori, dando l'impressione di continuare anche a terra.
Mi perdo nei miei pensieri cercando di trovare quel maledetto passo o una parete su cui arrampicarsi… senza accorgermene continuo insistentemente a pensare a Nives, anche se non so dove possa esser andata o cosa le possa esser successo.
Semplicemente, mi manca.
Cercando di scacciare il suo pensiero, decido di dirigermi verso la parte dove si era diretta Misty, rinunciando a questa ricerca inutile. Ma non faccio in tempo a raggiungerla che sento un suo urlo perforarmi le orecchie, costringendomi a correre velocemente verso di lei.
Cosa le sarà mai successo?
 
Riesco a raggiungerla in fretta e, nascondendomi tra gli anfratti rocciosi, osservo la curiosa scena che si para avanti a me: la mia compagna è circondata da uomini dalla pelle cinerea, i capelli color del fuoco e alti quasi il doppio di lei che, sprezzante come sempre, gli urla contro una serie di improperi di tutti i colori. Mi scappa quasi un sorriso vedendo gli uomini indietreggiare prima che quello che sembra il capo decida di issarsela in spalla. Lei, furiosa, inizia a strillare: “Taron! Dove accidenti sei? Salta fuori codardo dei miei stivali e vedi di salvarmi!”
La maledico mentalmente appiattendomi ancor di più contro la parete: ora sanno che siamo in due.
L’uomo che la tiene stretta le ordina di stare zitta e poi dice ai suoi compagni di cercarmi. Inizio a pregare tutti gli dei che mi vengono in mente mentre questi mi passano vicino, guardando con attenzione con i loro occhi rosso fuoco o neri come il carbone tutti gli anfratti che trovano.
Continuano per un po’ di minuti a svolgere minuziosamente questa operazione e poi si allontanano, lasciandomi tirare un sospiro di sollievo che dura, purtroppo, per pochi attimi. Infatti compaiono davanti a me due occhi rossi che mi scaraventano fuori dal mio nascondiglio e mi trascinano verso Misty.
“Ma ti rendi conto di cosa hai fatto?” le sibilo contro mentre questi ci legano come salami.
“Non so di cosa tu mi stia parlando.” replica lei indifferente.
La lascio perdere prima di domandare al capo: “Cosa ci volete fare?”
“Vi porteremo da Cain, signore di Saat. Lì sarete giudicati e giustiziati.” risponde lui incolore.
“Per cosa?” chiedo io scervellandomi nel tentativo di capire cosa fare.
“Per aggirarvi nelle terre del nostro signore senza il suo consenso e perché questa ragazza ha tentato di aprire il passaggio per Saat.” ribatte lui come se fosse la cosa più ovvia de mondo.
“Cosa?” strilla Misty infuriata, prima di essere zittita da un’occhiataccia di questi.
Ci lasciamo trasportare docili lungo la montagna, fin quando gli uomini si fermano e aprono un passaggio nascosto nella roccia che penetra attraverso la montagna, abbandonandoci a terra e spingendoci al suo interno.
Mentre procediamo alla luce fioca di alcune fiamme che questi hanno acceso sui palmi delle loro mani, chiedo a Misty che tipo di creature sono.
“Sono dei Cirment, o almeno credo. Non ne avevo mai visti dal vivo, quindi non sono proprio sicura della loro natura.” spiega camminando svelta.
Annuisco seguendo quelle che sembrano delle creature leggendarie quanto i Dragon Lords.
Il tunnel è asciutto, ma freddissimo. Infatti il terreno è lastricato da una spessa lastra di ghiaccio molto scivolosa, dove spesso i miei piedi slittano prendendo le direzioni più strane.
Mentre procediamo nel buio non posso fare a meno di domandarmi come finirà questa storia…
 
 
Sono passati ben quattro giorni da quando sono riuscita a domare il drago di mio padre.
Winloas mi ha accolto in casa come se fossi figlia sua, insegnandomi tutto quello che c’è da sapere sui Dragon Lords e sui draghi in generale. Continua a dirmi che prima di cavalcare Zensray dovrei imparare il più possibile delle loro abitudini.
Comunque, detto in poche parole, va tutto bene.
Eppure continuo a vedere un qualcosa in Winloas che mi inquieta, mi lascia sbigottita. Per quanto continui a dimostrarmi quanto mi vuole bene quanto si fidi di me, c’è ancora qualcosa che gli impedisce di raccontarmi tutta la verità su cosa è successo ai miei genitori. Ogni volta che provo a chiedergli qualcosa su di loro distoglie lo sguardo e cambia argomento.
Ma oggi c’è qualcosa di diverso, me lo sento dentro.
“Sai Nives…” inizia a dirmi guardando fuori dalla finestra il cielo cupo che precede la pioggia “Forse non sono stato completamente corretto con te…”
Lo guardo incuriosita, cercando di capire cosa voglia rivelarmi.
“In cosa?” domando cercando di tenere un tono dolce.
“Su quello che è successo ai tuoi genitori. Non vorrei raccontartelo, ma per non riesco a dormire la notte pensando che ti sto mentendo su un sacco di cose…” risponde cercando di non far tremare la voce.
Gli faccio un cenno, incoraggiandolo ad andare avanti.
Lui prende un respiro e continua: “Poco dopo la tua nascita tuo padre decise di abbandonare la nostra vecchia capitale, una città bellissima e antichissima, per nascondersi in una provincia con la sua famiglia. Mi rivelò le sue intenzioni e lo aiutai a partire, nascondendo il tutto al Consiglio che non avrebbe mai approvato la sua scelta. Qualche mese dopo la nostra città fu conquistata in seguito a settimane di lotta per difenderla: Everett entrò trionfante seguito dalle sue truppe e raggiunse a passo di marcia il palazzo il cui si teneva il consiglio. Non dimenticherò mai la sua espressione quando entrò dentro e trovò solamente me, pronto a combattere fino alla morte pur di non rivelargli dove si nascondesse tuo padre: gli occhi azzurri guizzavano irati da un parte all’altra della stanza, cercando di capire dove mai avesse sbagliato. Vedendolo ero sicuro che non avrebbe mai potuto vincere la mia forza di volontà.”
Lo guardo alzarsi e avvicinarsi al fuoco che arde allegramente nel camino, mente il cielo diventa sempre più nero.
“Ma lui era più furbo di me, purtroppo. Mi legò ad una sedia e iniziò a interrogarmi, ma senza arrivare a torturarmi. Aveva un piano preciso quello, che mise in atto appena capì che non mi sarei arreso tanto facilmente: fece raccogliere il più possibile di abitanti della città e uno alla volta li portò davanti a me. La prima vittima fu un giovane di vent’anni appena. Saprei descrivertelo ancora con precisione, anche se sono passati anni: il viso era dai lineamenti delicati, la pelle rosea e gli occhi blu scuro che spiccavano sul suo viso. I capelli neri e corti che incorniciavano il tutto. Quel mostro me lo ha mostrato e mi ha detto: “Visto che sei così sicuro di riuscire a resistermi, vediamo quanto resisterai a loro.”. E da lì è cominciato l’inferno. Ha preso il ragazzo e, dopo averlo immobilizzato, ha iniziato lentamente a scuoiarlo davanti ai miei occhi, tenuti aperti a forza da dei mutaforma.” racconta strozzando un singhiozzo, mentre io impallidisco inorridita da tanta crudeltà.
“Ha resistito alla tortura senza un lamento… dopo mezz’ora morì dissanguato senza versare neanche un gemito. Everett mi guardò con aria di sfida e urlò: “Un altro!”, seguito da i pianti di una donna portata all’interno della stanza da alcuni mutaforma. E’ andato avanti per ore inventandosi le tecniche più raffinate per ucciderli davanti ai miei occhi sempre più inorriditi e stanchi di quell’inutile carneficina. Ad alcuni venivano prese braccia e gambe dai mutaforma che tirando in direzione opposta le estremità li uccidevano squarciandoli; ad altri venivano tagliate le articolazioni oppure Everett li faceva mordere da animali velenosi o li costringeva ad ingoiare piante allucinogene… è stato… non esistono parole per descrivere la sofferenza di quelle povere anime che ho condotto alla morte…” biascica girando per la stanza.
La testa mi gira e sento salire la nausea. Barcollo fino alla finestra, aprendola e cercando invano di respirare… ho schifo di Everett e ho paura di sapere dove andrà a parare Winloas.
“Gli ho dato del filo da torcere, ma la mia forza di volontà non è bastata. Dopo un pomeriggio passato a tortura tutti quegli innocenti, decise di giocare il tutto e per tutto. Fece trascinare all’interno della stanza mia moglie. Lei mi urlò di non rivelargli niente ed Everett le disse con tono suadente: “Una dona combattiva vedo… allora per te dovrò usare un trattamento speciale.”, prima di schioccare le dita e chiamare i mutaforma. Dopo pochi minuti rientrarono con alcune carogne e, capendo che intenzioni avesse, urlai che avrei rivelato tutto, di risparmiar mia moglie, di uccidermi se proprio voleva, ma di non toccar lei…” fa una pausa che sembra durare secoli. Fuori rimbombano già dei tuoni e io mi sono girata per guardarlo negli occhi.
“Tu… cosa hai fatto?” sussurro pensando di non aver sentito bene.
“Non mi ha ascoltato.” continua invece lui tra le lacrime, ignorando la mia domanda. “Gli urlato tutto quello che sapevo, ma lui l’ha uccisa lo stesso. Non voglio raccontarti come... sono morto anch’io nel vederla crollare a terra con una bava giallognola alla bocca e gli occhi scuri sbarrati dal terrore. Everett mi ha lasciato agonizzante nella stanza, caduto a terra per i sensi di colpa e per la perdita del mio amore. Quando il Consiglio mi ritrovò poche ore dopo mi disse che non avrei potuto far diversamente, che nessuno di loro sarebbe riuscito a sopportare una prova così ardua… non capivano e non capiscono… qualche giorno dopo venni a sapere della morte di tuo padre.” conclude osservando cupo le fiamme.
“Li hai traditi…” bisbiglio incredula, cercando di trattenere le lacrime.
“Sai qual è la parte più terribile Nives? Li tradirei di nuovo. Se potessi tornare indietro rifarei esattamente le stesse cose, anzi, urlerei anche più forte ad Everett pur di vedere mia moglie salva. Li tradirei mille volte ancora… sono un mostro…” singhiozza crollando a terra davanti al camino.
“Sì, lo sei.” sussurro uscendo dalla stanza e sentendo rincorrermi per i corridoi i suoi gemiti che mi perforano le orecchie.
Corro fuori all’aperto, sotto la pioggia che ormai ha iniziato a battere copiosamente a terra, mischiando le mie lacrime alle gocce scure che cadono dal cielo. E urlo. Urlo fino a sentirmi svuotata dentro.
E intanto la pioggia continua a cadere.
 
 
Sono passate delle ore, credo, prima che uscissimo finalmente alla luce del sole.
Misty barcolla leggermente e io non sento più le gambe.
“Signori!” esclama lei puntando faticosamente i piedi e costringendo la pattuglia a fermarsi.
Noto la sua calma quasi paurosa nel pronunciare quell’unica parola.
“Vi chiedo gentilmente di liberarci, altrimenti sarò costretta a fare un qualcosa che odio con tutta me stessa.” dice apparentemente tranquillissima, mentre io mi sporgo ad osservare le sue mani.
Nere. Sono completamente coperte di segni neri.
Questi sghignazzano fino a farsi venire le lacrime agli occhi e poi il loro capo, avvicinandosi a Misty, le domanda cercando di contenere il riso: “E cosa vorresti mai farci?”
Mi accuccio a terra sperando di non venir travolto da qualsiasi cosa abbia fatto scappare la Dikmant e aspetto.
Sento i Cirment urlare sorpresi e, esattamente nell’attimo in cui affosso la testa tra le spalle, passare sopra di me un qualcosa di potente, ma leggero come una folata di vento.
Mi rialzo barcollando e vedo buttati a terra i nostri carcerieri, mentre Misty sviene per lo sforzo. Taglio velocemnte le corde che mi legano le mani con una psada che hanno lasciato cadere e la raggiungo per soccorrerla, mentre i primi Cirment si rialzano cercando di capire cosa mai li abbia stesi con così tanta potenza.
“Misty, riprenditi ti prego…” le sussurro in un orecchio vedendoli avanzare ancora storditi verso di noi.
Lei apre gli occhi neri e mi guarda stravolta.
“Ti prego… dobbiamo correre via di qui.” le dico mettendola in piedi.
Ma, essendo ancora troppo debole, casca nuovamente a terra.
Lentamente quelli circondano, osservandoci minacciosi.
“Credo che Cain non si dispiacerà se uno dei due prigionieri sfortunatamente si è ucciso dalla disperazione…” mormora il capo puntando un coltello alla mia gola.
“E che l’altra, purtroppo, ha avuto alcuni problemi nel passaggio e quindi siamo stati costretti a tagliarle le mani…” continua mentre uno dei suoi afferra Misty.
Mi preparo al peggio, chiudendo gli occhi e sperando che non sia troppo doloroso, mentre il Cirment preme la lama sul mio collo.
Nel buio delle mie palpebre sento una voce di vecchia urlare imperiosa, salvandoci dall'inevitabile:“Non toccate l’umano e la strega!”


Angolo Autrice: 

Sono tornata per sparire. Non male vero?
Questo è l'ultimo aggiornamento prima della mia partenza (due settimane in Inghilterra e poi in montagna fino a fine Agosto)... accidenti a me e ai troppi compiti che mi hanno dato! Sono stata fino ad adesso a fare matematica D:
Ma mi chiedo: i professori sanno il significato della parola vacanza o lo ignorano completamente?
Ok, tralasciando quest'inutile sfogo, sarà meglio parlare del capitolo.
Prima di tutto, vi piace?
La parte della confessione di Winloas l'ho iniziata a pensare mesi fa (tipo a Gennaio o giù di lì) e sinceramente non pensavo che sarebbe uscita così... ho dovuto alzare il rating della storia da giallo ad arancione. Comunque mi piace.
Invece il pezzo di Misty e Taron è leggermente... bha... non mi soddisfa molto, sopratutto la fine. 
Vabbè, signori e signori, è arrivato il momento dei ringraziamenti: 

Nelith
_HeartDrum_

Mohria
Naitmers
Sasha29
Secretly_S
TsukiKozui
giada1999
nike97
pIkKoLa_Emo
care394rina
Angelita 00
ladyselena15 

LysL_97
 

Vi amo tutti!
Quando mi sono accorta che eravate in quattordici mi si è quasi spaccata la mascella!
Ok, basta sparare cose a caso (per quanto sia stata momentaneamente presa da un attacco di dolcezza non mio) xD
Buone vacanze a tutti!
Ci si rivede a Settembre ;)

BekySmile97

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: BekySmile97