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Autore: Fantfree    10/07/2013    26 recensioni
Dopo una gita in un parco tematico, sette ragazzi si conoscono per caso all'entrata delle montagne russe chiamate Atlantipse, particolarmente conosciute per il loro tunnel del terrore (tunnel buio dove non si vede nulla). Saliranno tutti più o meno felici e quando tutto sembra andare alla perfezione... Il carrello si blocca proprio lì dentro...
Discutendo sul da farsi decidono di liberarsi ed andare a chiamare aiuto ma... si ritroveranno in una città completamente disabitata e distrutta...
Da lì comincia il loro viaggio... La loro avventura farà scoprire loro il grande segreto che si cela dietro quel mondo apparentemente diverso ed il motivo di essere arrivati fino a lì...
Un'umanità schiavizzata in un mondo dove ormai la tecnologia sembra essere stata del tutto sostituita dalla magia, la quale è posseduta solo da coloro che si fanno chiamare abitanti di Atlantide. Intanto, qualcuno da lontano sta preparando la sua vendetta e sta attendendo il momento giusto per colpire...
Che cosa c'entrano allora Cora, Blake, Clark, Mya e Dean con tutto questo?
Questa è la prima storia che scrivo, spero che vi piaccia!
Genere: Dark, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Afterworld'
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Erano all'incirca le tre del pomeriggio quando Blake propose di andare sulle più alte montagne russe del parco e le più pericolose, sempre poco frequentate a causa del tunnel del terrore, un vero e proprio tunnel al buio, le Atlantipse.

<< Ma che dici? Sei impazzito? >> Gli domandò Cole seriamente preoccupato.

<< No, io ci voglio andare! Allora, chi si aggrega a me? >> Domandò il ragazzo con grinta.

Ma nessuno alzò la mano.

<< Eddai, su insomma! Proviamo ad andare, poi se non ci piace non lo facciamo più! >> Insistette lui.

All'inizio nessuno sembrò voler ricambiare ma poi Clark rispose: << Ci vengo io! Poi mi devi un favore! >>

<< Sentiamo, >> Rispose scocciato Blake << che cosa vuoi? >>

<< Tre bibite pagate da te. >> Rispose lui con sguardo di sfida.

Il ragazzo, molto scocciato, all'inizio non sembrò gradire quello che l'amico gli aveva proposto ma poi disse: << Ok, ok! E sia, allora! Tre bibite gratis, vada come vada. >>

<< Qualsiasi prezzo? >>

Blake tirò indietro la mano un momento. Non voleva fare patti. Anche perchè sapeva che non avrebbe mantenuto mai la sua promessa. Ma ci teneva molto a volerle fare con qualcuno e quindi gli mentì: << Qualsiasi prezzo. >> Si strinsero la mano in segno d'accordo.

E così, felici di essere in quel parco divertimenti si diressero entrambi a passo svelto verso quelle montagne russe, salutando gli altri. Ma si accorsero che qualcuno li stava seguendo, qualcuno che loro conoscevano bene, il loro amico Dean.

<< Che fai? Vuoi venire con noi? >> Gli chiese Clark.

<< Sì, vengo con voi. >> Rispose lui senza aggiungere altro.

Così si misero a chiacchierare e si avviarono verso le Atlantipse.

Arrivati in prossimità della colossale attrazione videro che era ancora più alta ed ancora più intrigane di quello che sembrava da lontano. Il suo colore della sabbia del deserto attirava i più spericolati a salirci ma, stranamente, c'era molta coda da fare.

<< Ma qual'è il tema di questa giostra? >> Domandò Clark incuriosito ed anche per far passare il tempo.

<< Non so, ma che ti importa! >> Gli rispose Blake. << L'importante è divertirsi! >>

<< Già, lo penso anch'io, perchè farsi tante domande? >> Rispose Dean.

Clark si sorprese della risposta che i due amici gli avevano dato ma non se ne fece un dramma.

Ma poi ecco che una voce femminile dalle sue spalle gli rispose: << Queste sono le Atlantipse e se già il loro nome non ti dice qualcosa guardati intorno! >>

Il ragazzo fece come aveva detto la ragazza e vide tante riproduzioni di colonne gialle come il deserto in parte crollate e tanti disegni di delfini attorno a sé.

<< Atlantide? >> Domandò lui imbarazzato di avere fatto una tale domanda.

<< Sì, esatto. Io sono Mya. >> Rispose lei porgendogli la mano.

<< Io sono Dean. >> Gli rispose il ragazzo stringendole la mano.

<< Ciao Dean, piacere Philip. >> Gli disse un ragazzo in gruppo con Mya.

<< Ciao Dean, io sono Cora. >> Disse sorridente un'altra ragazza.

<< Ciao, io sono Trevor. >> Rispose un'altro ragazzo in gruppo con loro.

<< Ciao a tutti, >> Disse Blake presentandosi << io sono Blake e lui è... >>

<< Io sono Clark, ciao a tutti! >> Disse Clark interrompendo Blake.

Finite le presentazioni iniziarono a fare amicizia scherzando e parlando di ciò che avevano fatto e concordando tutti che quelle montagne russe erano davvero “una bomba”!

Solo Cora restava in silenzio, in disparte. Aveva paura di farle. La velocità le metteva ansia, aveva molta paura di prendere velocità “Perchè quando si va veloci”, pensava, “Si perde il controllo di sé stessi.” E questo la faceva rabbrividire solamente a pensarci. Ma cercò di fingere, almeno per quei momenti, di essere felice.

Così la fila avanzò molto lentamente e dopo due ore arrivò il momento fatidico.

<< Non sto più nella pelle! Finalmente! >> Urlò Philip felicissimo.

<< Anch'io! >> Disse Blake felice.

Le piccole sbarre automatiche si aprirono ed i ragazzi le varcarono impazienti di salire.

<< Alt! >> Urlò l'uomo dello staff a Trevor. << Tu non puoi passare! >>

<< Perchè? >> Domandò lui stupito.

<< Vi sono solo sei posti ed ora siamo già al completo. >>

Trevor guardò gli altri e alzò le spalle come per dire: “Non fa niente!” Poi li salutò dietro alle porte che si richiudevano.

Così i sei ragazzi salirono molto eccitati, tutti tranne Cora che aveva il cuore che le batteva molto forte dalla paura. Quando ormai le protezioni furono messe e cinture di sicurezza furono allacciate la ragazza si decise a parlare: << Ragazzi, io non so se voglio farlo, ho troppa paura. >>

<< Cosa? E ce lo dici ora? >> Le domandò Mya.

<< Sì. >> Rispose lei con un filo di voce. << C- che cosa dovrei fare? >> Disse tremando, con il cuore che le pulsava in gola dal terrore e con un giramento di testa che la stava per fare svenire.

<< Proviamo a chiamare lo staff. >> Disse Philip scocciato. << Lo avessi detto prima Trevor sarebbe potuto salire al posto tuo!>>

<< Sì, ma io, vedi...>>

<< Non mi interessa quello che hai da dire, ora chiamiamo lo staff e basta e vediamo che cosa di può fare. >> E così fu. Philip chiamò l'uomo dello staff e gli disse qual'era la situazione ma l'uomo rispose: << Mi dispiace, non posso farti scendere. >>

<< Come no? Perchè? >> Domandò la ragazza con le lacrime agli occhi e singhiozzando.

<< Ormai le cinture e le protezioni sono state messe, non posso più togliervele fino alla fine. >>

<< La prego, no!! Faccia qualcosa, la scongiuro! >> Disse la ragazza piangendo terrorizzata.

Ma l'uomo se ne andò e tornò alla sua postazione dove avrebbe fatto partire da lì a poco l'attrazione.

<< Ehi, >> La tranquillizzò Clark stringendole la mano. << Non avere paura... Di che cosa dovresti averne? Ci siamo qui noi con te. Vivremo le tue stesse emozioni. >> Disse lui sorridendole. << Sono sicuro che andrà tutto bene. Se stai male, stringimi la mano forte, ok? >>

<< O-ok... >> Singhiozzò lei guardando un punto indefinito. Non si asciugò le lacrime perchè stava tenendo con tutte le sue forze il sedile su cui era seduta. Ma ecco che l'attrazione incominciò ad andare.

<< Ecco che si parte! >> Le disse lui. Ma la ragazza si mise a piangere silenziosamente.

<< Stringimi la mano, su! >> La tranquillizzò lui. << Ehi, non ti mangio mica! >>

<< G-grazie. >> Disse lei tenendogliela timidamente.

Intanto i carrelli stavano salendo, salendo sempre di più per preparasi a scendere all'improvviso.

Quei momenti per Cora furono interminabili ma molto traumatici, Sperava che tutto questo finisse al più presto. E finalmente, eccolo lì, quel punto cruciale dove tutto inizia ad andare più veloce, dove le Atlantipse si buttavano giù in picchiata. La ragazza contò nella sua mente “T-tre, due, uno...” E poi... Il fatidico salto dove per molti il bello comincia da lì, dove tutto prende velocità! Mentre tutti urlavano alla ragazza sembrò si cadere, cadere nel vuoto mentre il vento le aggrediva la faccia, non la lasciava respirare, non le lasciava vedere niente! Ma voleva tenere gli occhi aperti per vedere, per osservare che cosa stava accadendo ed il suo pianto divenne un vero e proprio urlo di panico. Il cuore le batteva a mille e tenere la mano di Clark non le serviva a molto. Si sentiva schiacciare e scaraventare da una parte all'altra, sospesa nel vuoto.

Ed alla fine fu il momento del fatidico tunnel del terrore, dove non si vede nulla e nessuno è più padrone di sé stesso. Ti affidi solo a loro, le Atlantipse, e speri che non ti accada nulla.

Tutti urlarono spaventati ma la ragazza era la più terrorizzata. Avrebbe voluto che il tunnel finisse presto continuando a gridare con tutta la voce che le restava mentre le voci degli altri si univano alla sua. Chiuse gli occhi ed attese, attese che tutto questo finisse ma non sembrò accadere nulla, anzi. Poi ad un certo punto sembrarono addirittura fermarsi.

Passarono cinque minuti, niente. Ne passarono altri cinque, ancora niente. Nessun segno del sole o di qualche luce, solo buio, buio dappertutto.

<< Ragazzi, tutto bene? >> Domandò una voce.

<< Tutto bene. Chi sei? >> Rispose un'altra voce.

<< Io sono Dean e tu? >>

<< Philip. >> Rispose il ragazzo istintivamente. << Ma non sembra anche a voi che si sia fermato tutto? >>

<< Ci dev'essere stato un guasto tecnico. Ah, io sono Blake. >>

<< Che dite di fare? >> Chiese Mya. La sua voce era riconoscibile poiché si distingueva molto da tutte le altre.

<< Proviamo ad aspettare. >> Disse Blake. << Non si può fare altro. >>

<< E se ci lasciassero qui? >> Domandò Cora ancora traumatizzata da ciò che le era appena accaduto.

<< Cora, non essere così pessimista! >> La esortò il ragazzo. << Sono sicuro che fra poco verranno a tirarci fuori. >>

<< Ok. >> Rispose lei confusa.

E così aspettarono, aspettarono, aspettarono. Finchè a qualcuno non venne fame o sete.

<< Ragazzi, io non ce la faccio più. Non resisto più un attimo qua dentro. Ho fame e ho sete e se non si sbrigano io la faccio qui! >>

<< Sì, anch'io non resisto più. >> Rispose Mya.

<< Ma quanto tempo è passato? >> Domandò Clark.

<< Non so. >> Rispose Blake. << Ma io proporrei di scendere. >>

<< Ma è pericoloso! >> Urlò Cora. << E se poi riparte mentre voi siete giù? >>

<< No, fidati, non ripartirà. >> La rassicurò Blake. << Qualcuno ha una torcia? >>

<< Il mio smartphone ne possiede una! >> Rispose Clark.

<< Molto bene, che aspetti ad usarlo? >>

<< Blake, con questa fanno quattro bibite! >> Gli rispose lui scocciato.

Il ragazzo, colto alla sprovvista disse: << Ok, e sia! Ma tira fuori quella torcia! >>

<< Ragazzi! >> Disse qualcun altro << Sbrigatevi, non ce la faccio più! >>

E così Clark tirò fuori con difficoltà il cellulare dalla sua tasca e cercò di accendere la torcia, nonostante le protezioni gli impedissero di fare dei grandi movimenti.

Poi, finalmente, la luce, quella amata luce di cui tutti necessitavano. E si accorsero così che le Atlantipse si erano davvero fermate.

<< Dobbiamo scendere. >> Disse Dean.

<< Ma dove siamo? >> Chiese Mya.

Clark illuminò tutto attorno a sé e vide che il tunnel del terrore dall'interno sembrava proprio una grotta.

<< Scendiamo, non ce la faccio proprio più!!! >> Urlò Philip. Cercò infatti di liberarsi dalle protezioni e dopo poco tempo ne fuoriuscì, saltando giù con un balzo.

<< Dove vai? >> Gli domandò Clark.

<< Torno subito. >> Rispose lui. Poi sparì nella più assoluta oscurità.

<< Scendiamo anche noi! >> Disse Blake.

<< Aspettiamo Philip. >> Consigliò Mya.

<< Tornerà. E comunque non ho voglia di aspettare qui un secondo di più! >> Poi, agile come una pantera, si liberò delle protezioni ed incitò Dean a fare lo stesso aiutandolo.

Quando si furono liberati quasi tutti, fu il turno di Cora.

<< No, io non scendo! >> Disse lei molto preoccupata.

<< Non volevi salire, ora non vuoi più scendere? >> Domandò Dean.

<< Ho paura! >> Urlò lei.

<< Ti ripeto che ci siamo qua noi e non ti lasciamo da sola. >> La rassicurò Clark. << Ti va di scendere? >>

La ragazza dubitò molto sul da farsi ma poi accettò. No, restare sola era la cosa peggiore che le potesse capitare, lì al buio.

Con molta fatica anche lei riuscì ad uscire mentre il panico ormai si stava impossessando della sua mente. Cercò di restare calma e di non svenire e seguì Clark.

<< Dove andiamo? >> Domandò Dean.

<< Aspettiamo Philip. >> Rispose Mya.

<< Se non è tornato è perchè ci sta già aspettando fuori. >> Rispose Blake. << Propogo dunque di seguire la pista e di percorrerla al contrario. >>

<< Ottima idea! >> Disse Dean.

<< Ragazzi, so che vi sembrerà strano, ma dov'è la pista? >> Domadò Mya.

<< Non capisco cosa tu stia... >> Rispose Blake confuso.

<< Osserva! >> Disse Mya indicando il retro del carrello. Infatti, come aveva detto lei, la pista era sparita.

<< E adesso? >> Domandò Cora piangendo.

Blake si avvicinò meglio per vedere. Tastò il terreno per vedere se fosse mimetizzata ma non vi trovò nulla. Senza scomporsi disse così: << La pista davanti alle ruote c'è ancora. Seguiamo quella. Vi va? >>

<< Sì. >>

Così Clark, confuso tanto quanto gli altri, decise di seguire la pista finchè non avrebbe trovato l'uscita. Ma a Cora tutto questo sembrava davvero troppo pericoloso eppure non disse nulla.

E così camminarono seguendo la pista fino a che non si interruppe anche lì nuovamente.

<< Non è possibile... >> Disse Clark con un filo di voce.

Tutti rimasero in silenzio. Ma poi Dean lo interruppe: << Che suggerite di fare? >>

<< Andiamo avanti. >> Disse Blake.

<< Ma è rischioso! >> Disse Mya.

<< Ci troviamo all'interno di una pista delle montagne russe che sono ferme... Non è rischioso! La direzione è solo una, o avanti o indietro e dato che noi stiamo andando avanti, proseguiamo. Troveremo l'uscita prima o poi! >>

<< C'è un piccolo problema... >> Disse Clark.

<< Ossia? >>

<< La pila ha quasi fatto scaricare del tutto il mio cellulare, non so per quanto tempo ne avremo ancora... >>

<< Non ci voleva! >> Urlò Blake.

<< Affrettiamoci, allora! >> Disse Dean.

E così fu. Cominciarono tutti ad andare a passo svelto e pregando che la luce non si spegnesse.

Ma il tunnel sembrava interminabile e, nonostante loro camminassero molto svelti, si spense.

<< Adesso che cosa facciamo? >> Domandò Mya.

<< Stiamo uniti e continuiamo a camminare. Usiamo tutte le luci dei nostri cellulari così potremo vedere ancora qualcosa. >> Rispose Dean..

Senza commentare, prontamente tirarono tutti fuori i loro cellulari e cercarono di illuminare ciò che avevano intorno. E la cosa funzionò, nonostante ogni tanto qualcuno si spegnesse per poi essere riacceso. Camminarono ancora, tutti molto stanchi e nervosi dall'esperienza appena ricevuta.

Alla fine, uno squarcio di luce in lontananza, la salvezza.

<< Ci siamo! >> Disse Mya gioiosa.

<< La vedete anche voi laggiù, quella luce? >> Domandò Clark a tutti.

<< Io sì! >> Rispose Cora finalmente un po' più sollevata di prima.

<< Pure io! >> Rispose Dean.

Finalmente felici di tornare all'esterno, e senza sapere quanto tempo fosse passato, i cinque ragazzi si avviarono verso l'uscita più soddisfatti che mai, soddisfatti di avercela fatta. Ma Cora aveva un dubbio molto profondo: si chiedeva infatti che fine avesse fatto Philip perchè c'era qualcosa che non quadrava. E aveva ragione: i cinque ragazzi avrebbero visto difatti da lì a poco una cosa che mai si sarebbero immaginati di ritrovare all'uscita di un tunnel delle montagne russe, qualcosa di molto inaspettato e sbalorditivo, qualcosa che nelle loro vite avrebbe di sicuro lasciato il segno.

  
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