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Autore: EuphemiaMorrigan    10/07/2013    10 recensioni
Un Naruto fin troppo furbo.
Un Izuna Buddista. Un Tobirama sadico.
Un Hashirama sempre più fesso. Una Mito arresa all'evidenza.
Uno Shisui tragi-comico. Un Itachi Santo.
Un Sasuke vendicatore. Una Karin leggermente violenta.
Un Hidan molesto. Una Tayuya che gli fa da braccio destro.
Una Mikoto dittatrice. Un Fugaku in perenne depressione.
Un Obito demente. Un Kakashi troppo affettuoso.
Ed un Madara che organizza omicidi di massa (Dando la colpa ad Obito).
Serie di Flash. AU. Comico/Demenziale/Romantico.
Coppia principale: MadaNaru.
L'allegra (?) famiglia Uchiha, sempre più schizzata e braccata dai Senju e dagli Uzumaki. Per la gioia (?) di Madara.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Itachi, Karin, Madara Uchiha, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Il cuore di un bastardo...-

 

Ringrazio narutina 90, perché l'ispirazione per questo capitolo (Scritto molto tempo fa) mi è stata data da i suoi commenti precedenti!

Note dell'autrice: Prima di tutto: Grazie! A chi ha sempre seguito la storia, a chi si è appassionato alla coppia, e a chi mi ha fatto sorridere con le sue recensioni. °S'inchina°... È finita, ma tutto finisce (?)... E poi, Madara e Naruto torneranno. Non dico che siano diventati la mia OTP (Quella è, e sarà sempre, il SasuNaru), ma mi piacciono insieme e di idee ce ne sono due o tre su di loro!

Il capitolo che leggerete non è comico, ma non è nemmeno così tragico. Non finirà male, diciamo che si è riso sempre, qui di meno! Madara è.. Beh.. Un po' OOC, ma guardate ho sputato sangue per non farlo più di tanto OOC, non potevo muovermi in altro modo!

Spero, in futuro, di leggere altre MadaNaru. E vorrei, appena posso, far inserire la Madara/Naruto come scelta delle coppie... Devo informarmi su come fare ^^'... Oh, a proposito se lo sapete, potete dirmelo? Non ci capisco nulla di queste cose!

Io, Madara, Naruto e tutti gli altri pazzi vi salutiamo e vi mandiamo un bacio (Madara no, è troppo Uchiha per farlo. Sasuke è stato costretto da Karin). Buona lettura, grazie ancora! Mi mancherete °Abbraccia tutte forte-forte e sparisce in una nuvola di fumo°

NB: Volevo inserire una bella immagine MadaNaru per chiudere in bellezza, ma... Non c'è ne sono ç.ç. La mia coppietta è così snobbata che non c'è ne sono °Piange ancora e sparisce definitivamente°.

 

Quando passi anni della tua vita assieme alla stessa persona...

...Non riesci più a farne a meno!

 

Dieci anni...

Sono molti.

Dieci anni...

Era quasi spaventoso pensarlo.

E, se ci rifletteva accuratamente, erano anche di più.

Quattordici anni...

Da quando aveva visto per la prima volta Naruto, ingolfato nella sua divisa scolastica, i capelli perennemente scompigliati di quel giallo così simile ad un immenso campo di grano, e gli occhi, di un azzurro da mozzare il fiato, spalancati sul mondo.

Un adolescente.

Un ragazzino con grandi sogni per il futuro.

Un sogno: Madara!

Lo aveva sempre desiderato, ogni giorno.

E, alla fine, lo aveva avuto.

Da sempre, per sempre, fino alla conclusione della sua vita mortale... Ed oltre.

Oh, sì, Uzumaki non si sarebbe mai sognato di lasciarlo andare nemmeno da morto.

Erano legati da qualcosa che li spingeva sempre più vicini, più uniti... In ogni attimo sentiva crescere il suo amore per lui.

Di solito, con il tempo, l'amore diminuisce fino a scemare. Non era così, non lo era mai stato. Perché un tornado e un vulcano si daranno forza in eterno se messi vicini.

Da quando Madara aveva iniziato a dimostrargli il suo affetto in modo meno contorto, da quando la sua umanità era quasi del tutto sfuggita alle spesse catene in cui l'aveva imprigionata, Naruto, secondo il maggiore, era divenuto ancor più petulante e insopportabile.

Da anni non faceva altro che sorridere come un ebete, in ogni secondo, minuto, ora della giornata. Provocando così un collasso nervoso al compagno.

Gli si avvicinava e lo abbracciava senza permesso, lo baciava e se lo coccolava quasi fosse stato un enorme peluche; e Madara lo minacciava di morte, in questo non era cambiato.

A parte il fatto che le sue minacce venivano succedute da un lieve stiramento di labbra. Aveva tentato più volte di scollarselo di dosso, ma non c'era nulla da fare; alla fine si era dovuto arrendere al fatto di dovercelo avere appiccicato come la carta moschicida.

Ne era innervosito, molto.

Per anni si era imposto come l'uomo che odiava il contatto fisico, ed invece, per colpa di quel moccioso si era reso conto che non gli provocava così fastidio come immaginava.

Ovviamente il cambiamento fu solo nei confronti del compagno, continuava disgustare quel contatto con qualsiasi altra persona sulla faccia della Terra.

E poco importava se il suo, dannato e maledetto, migliore amico gli si fiondasse addosso ridendo come un idiota qual era e ricercasse un abbraccio.

Come in quel momento.

«Madara... -Trillò euforico- ...Ti devo dire una cosa bellissima...» Continuò saltellandogli intorno come un cretino. Hashirama, alle volte, aveva la capacità cerebrale di un bambino di cinque anni.

«Sto lavorando» Grugnì per tutta risposta, stipando ordinatamente i fogli sulla scrivania e storcendo il naso all'eccessiva mole di lavoro di quei giorni.

«Ma è importantissimo!» Sorrise il Senju a trentadue denti, sedendosi dinanzi a lui e tamburellando i piedi, incapace di stare fermo per più di cinque secondi.

«Parla e basta, mi hai stancato» Ordinò, ancora deciso a non prestargli la benché minima attenzione. Avrebbe fatto finta di ascoltarlo ed annuito ogni tanto, come sempre.

Hashirama si alzò di nuovo in piedi ed annunciò «Diventerai zio! Oh, Madara non vedo l'ora che nasca. Sai le cose che gli insegnerò? Oppure le, Mito dice che è femmina, io invece penso sia un maschietto. Così non fosse comunque ne avremmo altri... Anche se due bambini sono un po' complicati da gestire... E poi lei ha trentasei anni, non è un po' anziana? Non dirle che le ho dato della vecchia... -Si premunì d'un tratto, poi ricominciò a straparlare- ...Però, Mito con le voglie è ancora più violenta! Non credo di poter sopportare una seconda gravidanza, ma voglio due figli. Mi piacciono i bambini. Magari sono gemelli! Sì, sarebbe fantastico. Sai che ho letto un libro? Dice che...».

Mentre il discorso di Hashirama continuava, spaziando da un argomento all'altro, Madara udiva un leggero e fastidioso fruscio che gli rimbombava in testa. Captando solo l'essenziale: “Mito è incinta, che bello!” Ecco tutto ciò che aveva compreso.

«Sì, congratulazioni».

«Sapevo che avresti accettato!» Cinguettò felice, superando quasi la barriera del suono.

Madara alzò gli occhi verso l'altro e indagò «Accettato cosa?».

«Ovviamente... -Prima di concludere la frase s'avvicinò alla porta- ...Sarai tu il padrino di mio figlio, o figlia, o figli» Concluse, uscendo velocemente dall'ufficio.

Uchiha spalancò le palpebre, afferrò dalla scrivania una pesante spillatrice e tentò di lanciargliela dietro la schiena. Peccato che lo sporco Senju si fosse già sbattuto la porta alle spalle e su questa, visto la potenza del lancio, si creò una profonda crepa.

«IDIOTA! NEANCHE MORTO!» Sbraitò scattando in piedi, poi sbuffò rassegnato e si passò una mano tra i lunghi capelli corvini.

 

Naruto stava tornando a casa dopo una lunga mattinata lavorativa e un abbondante pranzo da Teuchi. Era passato al Supermercato per fare una nuova scorta di Ramen e comprare altro cibo ordinatogli dal fidanzato e, in quel momento, trotterellava contento per le vie di Konoha.

Fosse stato per lui sarebbe volentieri passato a trovare Madara, ma il ricordo delle sue parole lo bloccava: “Prova ad entrare nel mio ufficio e ti sgozzo. Sono pieno di lavoro, non ho tempo da perdere con te!”... Peccato. Avrebbe tanto voluto vedere la sua faccia nell'esatto momento in cui Hashirama lo informava che sarebbe stato costretto a divenire il padrino di suo figlio.

Sì, Naruto sapeva sempre in anticipo tutto ciò che riguardava il compagno, anche perché la sera il suo compito era ammansirlo abbastanza da farlo accettare qualsiasi cosa.

È un lavoraccio... Si disse sghignazzando allegramente.

Quei giorni si sentiva stranamente fortunato: il suo capo gli aveva fatto i complimenti per un articolo.

Sasuke aveva chiamato, ed era un evento raro, informandolo che la loro vecchia classe aveva organizzato una rimpatriata. Per cui avrebbe rivisto tutti i suoi vecchi amici.

Hidan e Tayuya, il pomeriggio precedente, gli avevano portato una torta, fortunatamente arrivata intatta in cucina, passando le successive ore a prendere in giro Madara. Non erano poi così male i suoi vicini, se separati dal compagno.

Izuna li aveva invitati a cena per festeggiare il compleanno di Tobirama, e stranamente il porcospino gigante aveva accettato.

E quella sera lo avrebbe convinto a dire sì anche ad Hashirama.

Tutto perfetto.

Peccato che quando tutto va fin troppo bene, ci sarà sempre qualcosa che andrà storto!

Forse avrebbe dovuto pensarci mentre attraversava quel tratto di strada, quando un ragazzino di massimo sedici anni, decisamente di corsa, lo travolse facendogli perdere l'equilibrio e cadere di mani le buste della spesa.

«Cazzo!» Imprecò lanciando uno sguardo al semaforo ancora verde, sbuffò notando che non c'erano macchine nelle vicinanze e si chinò a raccogliere ciò che era caduto. Maledicendo nel frattempo i ragazzini maleducati.

Si rimise nuovamente in una posizione eretta, scoccando un'altra occhiata al semaforo tornato rosso, mancavo circa cinque metri all'altro marciapiede. Ce la poteva fare, così accelerò il passo.

Stupido ragazzino, la prossim...

 

Madara sbatté la fronte sulla scrivania, incazzato. Sarebbe stato costretto a passare tutta la notte in quel buco d'ufficio, lo sapeva.

Sgranchì le gambe stendendole sotto il tavolo da lavoro e bestemmiò internamente al suono del cellulare. Pensò di non rispondere, ma vedendo il nome di Naruto si disse che la cosa migliore sarebbe stata farlo, visto che in caso contrario lo avrebbe stressato senza sosta per ore.

Ed in più poteva sfogarsi con lui, insultandolo un po'.

Cretino! Sono in ufficio, ti avevo detto di non chiamare”.

Sono Fugaku...”.

Il più giovane rimase perplesso per qualche secondo a quella risposta, allontanò il telefono dall'orecchio e controllò ancora una volta il nome sul display, poi chiese “Per quale motivo mi hai chiamato con il cellulare di Naruto?”

Il suo interlocutore tirò un pesante sospiro “Ascolta... Ho già contattato i suoi genitori e...”

Perché?” Lo interruppe a fatica, percependo una strana sensazione d'ansia crescere all'interno del suo petto. Provando a scacciarla senza riuscirci.

Ha avuto un incidente. Però non so dirti come sta, mi dispiace. Dovresti venire qui in Ospedale!” Lo informò, profondamente e sinceramente addolorato. In fondo Fugaku aveva sempre considerato il giovane Uzumaki come un altro figlio.

Chi ha avuto un incidente?” Domandò, il suo cervello si rifiutava di collegare le parole del parente. Perché sarebbe dovuto andare in Ospedale? Naruto era a casa, ad imbottirsi di Ramen davanti a qualche stupido show televisivo...

Madara... -Lo richiamò con tono grave- ...Naruto ha avuto un incidente” Specificò scandendo lentamente quelle parole.

No... -Dichiarò atono- ...Sicuramente hai sbagliato, sarà qualcuno con il suo stesso nome. Non preoccuparti succede” Biascicò confuso, ogni parte di lui stava rifiutando categoricamente una cosa del genere.

MADARA... -Sbottò il maggiore- …Ti sto chiamando dal suo cellulare, ti sto dicendo che devi venire qui. Muoviti!” Non sapeva cosa dire e come approcciarsi con quel Madara completamente diverso dal solito.

Il minore sorrise, poi disse calmo “Scusami zio, devo lavorare. Ci sentiamo” Attaccò la chiamata e spense il cellulare, cominciando ad osservarlo con sguardo vacuo per i successivi quindici minuti. Avvertiva la respirazione farsi mano a mano più pesante e le mani tremare senza sosta, ogni parte del suo corpo tremava. Ma non voleva capire il perché.

La porta del suo ufficio si aprì di scatto, mostrando un Hashirama pallido e terribilmente preoccupato. S'avvicino lentamente al suo amico e gli posò una mano sulla spalla con circospezione e affetto «Vieni, ti accompagno io».

«Dove?» Domandò flebile, abbassando il capo verso il terreno.

Hashirama lo conosceva fin troppo bene per non essere maledettamente ansioso di quelle reazioni, completamente fuori dal suo vero carattere. Madara Uchiha non era lì, quello che si ritrovava dinanzi era tutta un'altra persona, qualcuno di estremamente fragile, sconvolto e scioccato. Gli ricordava il Madara di quando morirono i suoi genitori.

La morte.

Ecco, qual era l'unica cosa che terrorizzava il suo amico.

La morte di chi amava.

«Ti va una birra?» Domandò con un sorriso, dirgli “Andiamo all'Ospedale” avrebbe solo causato una terribile lite e non era il caso, non in quel momento. Prima doveva riuscire almeno a trascinarlo fino alla macchina.

Uchiha fece una piccola smorfia, si alzò docilmente dalla sedia e raccattò le sue cose, seguendolo lentamente ed in silenzio, solo quando arrivarono alla vettura del Senju affermò gelido, nascondendo malamente un lieve tremore nel tono di voce, «Mi dispiace... Ho promesso a Naruto di tornare presto e... Poi lo sai che si arrabbia e comincia a fare il ragazzino e... E... Nulla, devo... Andare...».

Hashirama deglutì pesantemente a quella frase, che stonava in modo pauroso detta dalla stessa persona che conosceva da tutta una vita. Era molto più grave di ciò che pensava.

«Madara!... -Esclamò, strattonandolo per un polso e voltandolo verso di lui prima che si allontanasse, si bloccò per un attimo alla vista dei suoi occhi neri velati di ansia e dolore mal trattenuti, e gli circondò una spalla con un braccio- ...Vieni, vedrai che non è nulla di grave» Sussurrò gentilmente, costringendolo a salire in macchina.

«Non era in auto» Borbottò dopo qualche minuto di viaggio.

L'altro assottiglio le labbra e chiese «Come?».

«Non era in auto... -Ripeté, tornando al solito tono freddo e atono di sempre- ...Solo lui... Solo quel deficiente poteva avere un incidente pur non guidando!» Finì scoccando la lingua ed incrociando le braccia al petto.

Hashirama non rispose, lasciandolo sfogare.

Madara... Madara era così. Più una cosa gli faceva male, più si rinchiudeva all'interno della sua scorza dura e impenetrabile. Più appariva duro e freddo, più significava che il dolore lo stava dilaniando.

E in quel frangente non provava altro che puro, immenso, dolore.

 

Minato Namikaze si alzò per la centesima volta dalla scomoda sedia della sala d'attesa, infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e camminò avanti e indietro per la stanza mentre sua moglie, con la schiena piegata, osservava senza vederlo realmente il pavimento sterile di quel luogo.

«Minato, Kushina!... -Li richiamò una voce, facendoli sobbalzare- ...Come sta?» Domandò Hashirama, posandogli una mano sull'avambraccio per bloccare il suo cammino.

«Non ci hanno ancora detto nulla!» Rispose duramente, staccandosi da lui e continuando a percorrere la stanza, non se la sentiva di parlare con nessuno.

Madara si sedette il più lontano possibile da chiunque di loro, udendo i flebili sussurri addolorati di Kushina Uzumaki e le rassicurazioni del suo migliore amico, che s'era accomodato vicino a lei... Per un attimo crebbe in lui un senso di irritazione per l'usurpazione di un ruolo che doveva essere suo e di nessun altro, ma poi si dimenticò ogni cosa, continuando a tenere gli occhi chiusi e il volto puntato a terra...

...Per la successiva mezz'ora non fece altro.

Quando il Medico li raggiunse nemmeno si alzò, fosse stato per lui sarebbe volentieri tornato a casa, rimanere rinchiuso nella sua abitazione per il resto della sua vita gli pareva d'un tratto l'idea migliore e appagante che avesse mai avuto.

Sentì le domande di un'ansiosa Kushina e la risposta dell'uomo... Ma non le capì... Tutti i suoni gli apparivano distanti e senza significato, come se avesse indossato un paio di tappi per le orecchie. Inconsciamente si sfiorò il padiglione auricolare con le dita, non avvertendo nulla di strano...

Minato sospirò di sollievo abbracciando la moglie, ed intravide la figura di Madara Uchiha, fermo nella stessa posizione, come se si fosse trasformato in una statua di marmo. Socchiuse gli occhi e lo raggiunse con lentezza, posandogli una mano sulla spalla «Sta bene, si rimetterà completamente».

L'altro uomo lo osservò per un secondo e annuì distrattamente.

«Tu non mi piacevi per niente!... -Riferì il Namikaze, accomodandosi accanto a lui e circondandogli le spalle con un braccio, gli puntò un dito in direzione del viso e continuò- ...Sei stronzo, amorale, bastardo e antipatico. Qualsiasi persona sulla faccia della Terra sarebbe migliore di te, e lo pensa anche Kushina... -Rise del fatto che lui e sua moglie fossero stranamente d'accordo su qualcosa- ...Però... Questa sera devo ammettere che ho un po' cambiato idea su di te» Concluse seriamente.

«Mmh... Perché?» Domandò disinteressato.

«Perché lo ami» Rispose aprendosi in un altro sorriso, alzandosi nuovamente e raggiungendo di nuovo Kushina, senza aggiungere altro.

Madara incrociò le braccia al petto e chiuse nuovamente gli occhi scuri. In un altro momento avrebbe ghignato di supponenza facendo una battuta che gli sarebbe costata il nuovo odio dell'uomo, facendogli cambiare idea in tempo record, ma non era in grado di pensare a nulla in quell'istante.

A nulla che non fosse Naruto.

Passarono altre due ore, fatte di chiacchiere tranquille tra Minato, Kushina e Hashirama, che più rilassato si congedò venendo ringraziato dai coniugi per la sua disponibilità. Non salutò Madara, lo conosceva abbastanza bene da capire che voleva rimanere solo, senza essere compatito da altri.

Nessun altro li raggiunse.

Né Sasuke, né Izuna.

Entrambi erano coscienti che un Uchiha preoccupato ed emozionalmente instabile bastava ed avanzava in quella situazione.

Soprattutto se quell'Uchiha era Madara.

Anche se, per convincere Sasuke a rimanere a casa, Karin dovette quasi ammazzarlo!

 

«Se i genitori vogliono entrare, si è appena risvegliato. Anche se non è molto vigile» Li informò il dottore con un sorriso, qualche ora dopo.

Kushina stava per raggiungere velocemente la stanza del suo bambino, se non che Minato la bloccò e, indicando Madara con un gesto del capo, mormorò «Facciamo andare prima lui, sta per morire di preoccupazione».

La donna si morse l'interno di una guancia ed annuì titubante «Senta... -Si rivolse al giovane medico- ...Può entrare prima il suo fidanzato?».

L'uomo rimase basito da quella frase e spostò lo sguardo verso la figura scura che, in quel momento, si era alzata e li stava raggiungendo lentamente «Beh... In realtà solo i famigliari potrebbero... Cioè... Sapete è la prassi...» Balbettò agitato, quel gigante dai lunghi capelli neri e gli occhi infossati a causa delle occhiaie ancora più marcate, lo impauriva.

Kushina per poco non gli staccò il collo a morsi e sibilò pericolosa «Lui è un famigliare».

«Certo... Io capisco. Va bene!» Si congedò rapido, decretando che... La signora Uzumaki era cento volte più pericolosa di quell'enorme becchino.

Madara seguì la scena con il collo inclinato d'un lato e successivamente, passando accanto ai due e mormorando un impercettibile “Grazie”, raggiunse la stanza di Naruto; scrutandolo attentamente: era pallido, una flebo attaccata al braccio destro ed il sinistro fasciato da delle garze. Una gamba ingessata fino alla coscia, un enorme cerotto gli copriva la guancia sinistra e l'occhio era socchiuso, incrostato di sangue.

Aveva l'irrefrenabile voglia di vomitare e poi uccidere chi aveva osato fargli del male.

«M-madara... -Sussurrò flebile- ...Non sono un bello spettacolo, vero?» Chiese respirando a fatica.

«Come?» Domandò atono.

Naruto aggrottò le sopracciglia e rimbeccò confuso e sfiancato «Come cosa?».

«Come è successo?» Ribadì rimanendo dinanzi la porta chiusa, non avendo la benché minima intenzione di avvicinarsi a lui. Anche perché, se lo avesse fatto, come minimo l'avrebbe pestato, vista tutta la rabbia trattenuta fino a quel momento.

«Ecco... Stavo attraversando e il semaforo era verde... Poi però un ragazzino mi ha spinto e mi è caduta la spesa e... -Inalò una boccata d'aria, parlare così a lungo gli procurava un acuto dolore allo sterno. Così come gliene procurava respirare.- ...E ci ho messo un po' di tempo per raccogliere tutto e... Una macchina è passata proprio quando avevo finito e...».

«La spesa!... -Lo interruppe glaciale- ...Tu sei quasi morto per la spesa!» Disse cupo. Stava per scoppiare, lo sapevano entrambi.

Naruto tentò di rassicurarlo con un sorriso e disse «Non sono morto, Madara».

Il corpo dell'Uchiha tremò a quelle parole, le labbra si assottigliarono sbiancando ancora di più e gli occhi divennero puro petrolio infuocato.

Era furioso.

Come non lo aveva mai visto prima di allora, faceva paura perfino a Naruto.

«PAZZO!... -Urlò a pieni polmoni, così forte che Uzumaki era certo che lo avessero sentito per tutto il reparto- ...POTEVI MORIRE. SARESTI MORTO PER UNA STRONZATA! ED OSI LAMENTARTI ED OFFENDERTI QUANDO TI INSULTO? IMBECILLE. CRETINO. DECEREBRATO. MA A TE CHE IMPORTA EH? COSA TI FREGA SE HO PASSATO TRE ORE DELLA MIA VITA TENTANDO DI TRATTENERMI DAL LASCIARMI ANDARE A CAUSA DELL'ANSIA? CHE TI IMPORTA SE MI È QUASI VENUTO UN INFARTO QUANDO MI HANNO DETTO CHE ERI IN OSPEDALE? FERITO! MORIBONDO!... -Il tono di voce si alzò ancora di più, non aveva smesso di urlare nemmeno un secondo, vomitandogli contro tutta la sua ansia- ...A TE CHE IMPORTA SE IO HO PASSATO LE ORE PEGGIORI DELLA MIA VITA A CAUSA TUA? NULLA» Concluse, voltandosi, pronto ad andarsene da quel luogo che lo stava soffocando.

Non voleva vederlo, non voleva sentirlo.

Lo odiava. Lo disprezzava.

Quel giorno aveva compreso che non poteva fare a meno di Naruto, ne sarebbe morto altrimenti. Le sue difese erano crollate in un attimo, trasformandolo in chi non desiderava essere.

Un essere umano.

Che soffriva e pregava!

Pregava. Madara Uchiha aveva pregato per tutte quelle ore un Dio a cui affermava di non credere, per lui. Solo per Naruto!

«M-mi dispiace... -Ansimò la causa di tutto con voce spezzata dal pianto- ...M-mi... D-dispiace» Ripeté a fatica, tendendo la mano fasciata verso di lui. Avrebbe voluto seguirlo, trattenerlo, abbracciarlo e chiedere ancora perdono, ma non poteva muoversi.

Non poteva fare nulla.

Madara, udendo un suo mugolio dolorante, si morse a sangue il labbro inferiore e si voltò nuovamente. Per un secondo il cuore gli si strinse in una morsa vedendolo piangere e tendersi con tutte le sue poche forze per raggiungerlo; stava avendo una crisi di panico. Cosa abbastanza normale, visto quello che gli era accaduto e l'incentivazione dello stress a causa delle sue urla. D'istinto, senza pensare, lo raggiunse, posandogli una mano sulla guancia sana ed asciugando le lacrime che la rigavano «Scusami, Naruto...» Sussurrò mentre i singhiozzi del biondo diminuivano leggermente.

S'abbassò su di lui e lambì le sue labbra gonfie con le proprie «Non farlo più... -Mormorò spostandosi a baciare la guancia e l'occhio sano con dolcezza- ...Non farlo più... -Ripeté sfiorando la fronte sudata- ...Promettimelo!» Ordinò duramente immergendo il viso nella chioma bionda.

«L-lo p-pro-prometto» Disse scosso ancora dai singhiozzi, cercando ancora una volta di muovere il braccio fasciato per abbracciarlo.

«Sta buono» Lo ammonì l'altro, si fece spazio accanto a lui e gli circondò la vita, facendo una smorfia di dolore per la posizione scomoda. La mole di Madara non era proprio l'ideale in quella situazione, dato che non poteva far spostare nemmeno di un centimetro il compagno.

«Il dottore ti sgriderà» Affermò piano Naruto, baciandogli la punta del naso e sorridendo felice, riprendendosi, gli era mancato in quelle ore.

Uchiha sbuffò ed esclamò irritato «Non gli conviene entrare in questa stanza... -Non dopo avermi quasi proibito di vederti... Concluse dentro di sé- ...Oh, ci sono i tuoi genitori» Si ricordò improvvisamente.

Il più piccolo assottigliò gli occhi ed indagò «Hai litigato con papà?».

«No!».

«Hai litigato con mamma?».

«Nemmeno» Rispose per l'ennesima volta, un poco infastidito dalla mancanza di fiducia che aveva l'altro nei suoi riguardi.

Uzumaki sospirò, rilassandosi completamente, poi chiese con tono imbarazzato «Madara... Vorrei... Sai... Lo so che non lo dici spesso ma io, ne ho bisogno ora e...».

«Ti amo» Dichiarò l'Uchiha, bloccando quel fiume di parole e sporgendosi ancora una volta verso le sue labbra.

«Anch'io» Pigolò Naruto quando si staccò da lui.

«Ora dormi» Parlò massaggiandogli un fianco con dolcezza.

Il più giovane si oppose, con poca enfasi nella voce, «Ma... Poi mamma e papà mi troveranno addormentato...».

«Non fa nulla. Riposati» Soffiò ancora sulle sue labbra, vedendolo chiudere l'occhio sano e trattenere uno sbadiglio.

 

«Vai a casa?» Gli domandò Minato, quando uscì dalla stanza di suo figlio.

L'uomo dai lunghi capelli neri annuì e lo informò «Devo prendere alcune cose per Naruto, torno tra poco... -Stava per allontanarsi definitivamente quando si ricordò una cosa- ...Ah, signor Namikaze?» Lo bloccò prima che potesse scomparire oltre la porta.

«Sì, dimmi» Rispose Minato con un sorriso. Aveva rivalutato Madara, era un brav'uomo, si vedeva che amava il suo bambino e...

«In realtà suo figlio me lo scopo e basta»

...Ed è un grandissimo figlio di puttana!

Madara ghignò udendo le urla furiose di Minato. Preferiva di gran lunga che i coniugi Uzumaki-Namikaze lo odiassero, sarebbe stato più divertente.

In quel momento si ricordò che doveva ancora finire di lavorare, cenare e... E soprattutto dire di no ad Hashirama!

Quando Naruto si riprenderà... L'ammazzerò io stesso per avermi rovinato la giornata... Si ripromise con un sorriso, perfettamente cosciente che non l'avrebbe mai fatto.

Madara e Naruto non era una normale coppia d'amanti, di fidanzati, compagni, o come volete chiamarli voi.

Madara non si sarebbe mai trasformato in un uomo buono e gentile e Naruto sarebbe sempre rimasto un idiota accecato dall'amore che provava per lui.

Avrebbero continuato, in eterno, a litigare per l'acqua calda che ogni mattina consumava il più giovane, per la colazione bruciata, per gli attacchi omicidi del più grande.

Uchiha, probabilmente, avrebbe tentanto di recidergli la carotide con un coltello e Naruto, invece, di avvelenarlo con l'onnipresente cianuro. Che il più grande ancora aveva intenzione di usare per liberarsi di Tobirama.

Madara odiava il contatto fisico, le frasi sdolcinate, i film romantici e stare in mezzo alla gente. Naruto amava tutte quelle cose.

Madara adorava vedere il terrore negli occhi di Obito, trascorrere le sue giornate a leggere e andare a correre nel parco completamente deserto la Domenica mattina. Naruto detestava i suoi hobby.

Eppure... Eppure, in un modo del tutto contorto, entrambi amavano l'altro.

In egual misura.

E Naruto avrebbe sempre, sempre, considerato questa come la sua vittoria più grande, perché... Beh... Trovate un altro uomo sulla Terra che è riuscito a farsi amare da Madara Uchiha!

   
 
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