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Autore: stefy_princess_sayan    10/07/2013    0 recensioni
Questa è la mia seconda fan fiction, è una raccolta di avventure e di disavventure di una coppia di ragazzi, che fra alti e bassi,supereranno tutti gli ostacoli che la vita li darà
Recensite, vi prego, perché sono alle prime armi e mi piacerebbe avere dei consigli (accetto anche quelli negativi) su come potrei migliorare.
BUONA LETTURA!!! :)
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi risvegliai nella mia camera da letto. Il primo pensiero corse al mio uomo, non sapevo come e dove stava, e a dirla tutta non ricordavo nemmeno da quando stavo dormendo.. Uscii dalla mia camera e mi diressi in cucina dove mia madre parlava al telefono, probabilmente con qualche sua amica. Mi vide, chiuse la chiamata, mi diede un bacio e mi fece mangiare. Regnava il silenzio, non quel silenzio di quella sera sulla spiaggia, ma un silenzio carico di tensione. Decisi di romperlo "mamma, dove sta?" Lei si sedette e rispose "non importa adesso" non la feci finire di parlare che la interruppi e iniziai ad urlare "NON IMPORTA?! HAI DETTO NON IMPORTA?! COME PUOI DIRE UNA COSA DEL GENERE..." Nei suoi occhi le si leggeva la rabbia ma si trattenne e mi disse dolcemente "tu non hai bisogno di lui per vivere hai diciotto anni e lui non ¨¨ proprio il ragazzo per te, fidati" Una lacrima scese sulla mia guancia, loro non sapevano nulla di lui, di quanto mi rendeva felice, di quanto mi facesse sentire sicura e amata. Prima che se ne accorgesse mi asciugai quella lacrima che era fuggita con la manica della maglietta e di corsa uscii di casa. Non avevo idea di dove trovarlo, allora decisi di andare a casa sua. Suonai al citofono e mi rispose sua madre che fortunatamente mi fece salire, e gentilmente mi fece entrare nella camera di suo figlio raccomandandomi di fare piano, io annuii ed entrai. La camera era rimasta la stessa dall'ultima volta in cui ci ho messo piede, l unica differenza era che lui era disteso sul suo letto circondato da aghi. A quella visione non potei trattenere le lacrime e iniziai a piangere come una bambina, la causa del suo male ero io e non me lo volevo perdonare. Mi sedetti in un angolo della camera a piangere, rannicchiata, cercando di soffocare i miei singhiozzi. "Ehi, piccola, che ci fai qui?" Stavo sognando? Era davvero la sua voce, dopo quello che gli avevo fatto mi chiamava ancora in quel modo?! Alzai la testa e lo guardai, si, era lui, non era un sogno.
  
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