Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: superlettrice    10/07/2013    1 recensioni
Tratto dal primo capitolo: - “Il bagno della carrozza accanto è libero e per qualche minuto nessuno verrà a disturbare”. Mi ha davvero chiesto quello che credo mi abbia chiesto?-
Prima e probabilemente ultima storia che mai pubblicherò!! Non avrei mai creduto allo stress! fatemi sapere cosa ne è uscito!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Buonasera a tutti!!! Come vanno le vacanze? Da me si schiatta di caldo…meno male che al lavoro c’è l’aria condizionata! Tra un gelato e l’altro sono riuscita a scrivere il nuovo capitolo…non è arrivato prestissimo ma meglio dell’ultima volta no?? In compenso ho già pronta la scaletta del prossimo quindi sono abbastanza ottimista sui tempi di consegna…devo solo scriverlo! Un grazie a chi è ancora là fuori a leggermi anche se la sto tirando per le lunghe! A presto!

Capitolo 34

BELLA POV

Sono passate due settimane dal nostro c’è-mancato-poco-e-ci-lasciavamo-le-penne incontro con James, ma mentre sorvoliamo il paese  diretti verso Seattle, sento Edward più nervoso di quando un pazzo criminale ci ha puntato contro una pistola.

“Non hai raccontato ai tuoi come ci siamo conosciuti vero?”

“Gli ho detto che ci siamo incontrati una mattina sul treno…tralasciando la tua proposta alternativa!”

“Hai tralasciato anche tutte le altre cazzate che ho detto vero? No perché ora che ci ripenso sono parecchie…forse avresti dovuto sorvolare su tutto il nostro primo mese di conoscenza! A proposito da quando stiamo insieme secondo la tua versione? Vorrei evitare malintesi temporali che ti obblighino a raccontare che mi hai mandato a cagare per due settimane perché sono stato uno stronzo di merda, e convincano tuo padre che spararmi e farlo passare per un incidente sia una buona idea.”

Non so se ridere per questo improvviso attacco isterico o suggerirgli una compressa di Xanax per calmarlo.

Gli prendo la mano e con l’altra lo costringo a guardarmi negli occhi. “Edward, amore…fai un respiro profondo, bevi un sorso d’acqua e fermati a pensare. Pensi davvero che potrei permettere a mio padre di farla franca per il tuo omicidio? Testimonierei assolutamente che non è stato un incidente.”

Spero che sdrammatizzare sia stata una buona idea e che la mia fantastica battuta non faccia partire un nuovo attacco nervoso. Non capisco il motivo di tutta questa ansia… il primo incontro con la famiglia può essere stressante ma Edward, che è di solito la calma fatta persona, sta portando l’idea di ‘isterico’ tutta ad un nuovo livello. Sembra davvero convinto che mio padre potrebbe sparargli. Userà sicuramente qualche  trucchetto per intimidirlo, ma non si azzarderebbe mai a ferirmi facendo del male all’uomo che amo.

Sono abbastanza sicura che la colpa di tutto sia di Emmet che, nonostante avesse a disposizione un intero parco giochi per sfogare la sua infantilità, ha passato gli ultimi cinque giorni a fare battutine e raccontare ogni scena di tortura cinematografica che abbia mai visto, insinuando che fossero le stesse tecniche utilizzate dalla polizia per gli interrogatori. Per fortuna prima di lasciare il parco divertimenti, Emmet è stato giustamente punito dal karma. L’ultimo giorno della vacanza, è stato rimproverato da Rose per aver mangiato 2 doppi cheeseburger, un hot-dog e un mega milk-shake al cioccolato. Dopo un abbuffata del genere infatti, avremmo dovuto aspettare almeno due ore prima di salire su qualsiasi giostra che non fosse il trenino di topolino. Emmet ha dichiarato che aveva lo stomaco più resistente d’America e che avrebbe potuto immediatamente salire sulle montagne russe senza avere nessun problema. Io, Edward e Jasper ci siamo semplicemente messi a ridere ma Alice e Rosalie hanno subito colto la sfida. Senza approfondire il momento drammatico, posso dire con certezza che il cespuglio accanto all’uscita della giostra non sarà mai più rigoglioso come un tempo. Quasi come l’orgoglio di Emmet, schiacciato nel notare il perfetto stato di salute delle sue sfidanti!

La ristata di Edward mi riporta al presente e al prossimo incontro con i miei genitori.

“Ok, ok. Ora che so che non lascerai impunito il mio assassinio posso rilassarmi. Preferisco un doppio whisky però… ”

“Birra Edward. Il capo Swan beve solo birra.”

“Ecco brava, dammi qualche dritta per entrare nelle sue grazie.”

Passo il resto del volo a parlare delle preferenze di mio padre in campo sportivo, culinario e hobbistico. Credo che il mio ragazzo sappia ufficialmente più cose su mio padre che su di me.

Una volta atterrati recuperiamo i bagagli e raggiungiamo l’uscita dove so che i miei genitori ci stanno aspettando per accompagnarci in albergo. Loro invece hanno deciso di stare da zio Eleazar e zia Carmen.

Riconosco il baffi di mio padre anche a distanza. Muso lungo e mano alla cintura, dove stranamente manca la pistola. Ringrazierò mamma più tardi!

“Eccoli là! Sta tranquillo e sii te stesso. Mia mamma ti adora già. Il tuo unico difetto è vivere a New York quindi il peggio che possa fare è cercare di convincerti a trasferirti a Forks. O almeno a Seattle.”

“Sai benissimo che non è tua madre a preoccuparmi…” Sussurra Edward appena prima di arrivare davanti ai miei.

“Ciao mamma. Ciao papi!” dico abbracciandoli. “Lui è Edward, il mio ragazzo. Ed, loro sono mio padre Charlie e mia madre Reneè.”

“Signora Swan, Capo Swan è un piacere conoscervi. Bella mi ha parlato molto di voi.”

“Non le credere, ama dipingerci come due topi di campagna. Anche noi abbiamo sentito molto parlare di te. Siamo entusiasti che Bella abbia trovato un così splendido ragazzo. Vero Charlie?”

La gomitata di mia madre non è per nulla discreta ma l’unica reazione che ottiene da mio padre è un grugnito. Decido di considerarlo un grugnito di approvazione.

Durante il tragitto in macchina mia madre intrattiene la conversazione. Chiede ad Edward del lavoro e della sua famiglia, gli racconta delle novità di Forks anche se lui non conosce nessuno e mi fa velatamente sentire in colpa per aver suddiviso la settimana così poco equamente. Cinque giorni a Disney World e solo 2 a Seattle. Edward sta per prendersi la colpa, spiegando che ha comprato lui i biglietti mesi prima ma lo fermo stringendogli la mano. Mia madre fa sempre così e non vale la pena rovinare l’ottima impressione che ha fatto per una cavolata del genere.

Arrivati in albergo portiamo i bagagli in camera e torniamo subito di sotto per cenare con i miei genitori. Dopo aver ordinato, il capo Swan decide che è il momento di unirsi alla conversazione.

“Allora Edward…Bella ci ha detto che sei stato in Africa come volontario. Pensi di tornarci?”

Non capisco da dove venga questa domanda. Saranno fatti personali, no?

“Non lo so. Sinceramente non ci ho pensato.”

“Beh, dovresti. Ora non devi più pensare solo a te stesso. Non puoi mica alzarti un giorno e decidere di partire.”

“Papà, perfavore. Non credo che questi siano affari tuoi. E Edward può fare ciò che vuole.”

“No Bella, tuo padre ha ragione. Non mi sono mai fermato a pensarci perché per ora ho un lavoro stabile e non si è presentata nessuna occasione particolare. Se per qualche motivo un domani dovessi di nuovo prendere in considerazione l’idea di partire comunque, ne parlerei certamente con Bella e prenderemmo una decisione insieme. Sua figlia è molto importante per me Capo Swan e non farei mai nulla che possa ferirla, né prenderei decisioni importanti per la mia nostra vita senza di lei.”

Si volta per guardarmi e io ricambio con gli occhi colmi di lacrime. Vorrei baciarlo fino allo sfinimento ma non credo che il resto del ristorante gradirebbe molto. Soprattutto mio padre, che però guarda Edward con un’espressione soddisfatta. Sposta lo sguardo su di me e fa un lieve cenno d’assenso. Abbiamo la sua approvazione. Stringo con forza la mano di Edward sotto il tavolo e gli sorrido. Tanto preoccupato per nulla. È impossibile per chiunque non amarlo dopo averlo conosciuto.

Una volta superato il momento di tensione, la conversazione torna su argomenti più leggeri come lo sport, una prossima nostra visita a Forks, e la mia laurea distante ormai meno di due mesi. I miei genitori non mi chiedono cosa penso di fare dopo quel giorno e decido per questa sera di non stuzzicare il can che dorme. Meglio rimandare la litigata a domani.

Sono contenta di non aver rovinato la serata, soprattutto quando mia madre ha una pessima notizia da darmi. È una donna malefica, dato che ha aspettato che avessi davanti la mia fetta di torta fragole e cioccolato prima di lanciare la bomba.

“Ah, prima che mi dimentichi ragazzi, non prendete impegni per pranzo domani.”

“Perché mamma?”

“Gli zii vi hanno invitato per pranzo. Ci sono a casa anche le ragazze per il weekend e hanno pensato che sarebbe stato carino per Edward conoscere almeno una delle famiglie di parenti!”

Il mio ragazzo, il mio povero ragazzo che non sa di chi stiamo parlando, accetta con entusiasmo e assicura che sarà un vero piacere conoscere un pezzo della mia numerosa famiglia. Io invece emetto uno dei simpatici grugniti che solitamente usa mio padre per esprimere la sua gioia alla sconfitta della sua squadra o quando c’è minestrone per cena.

Edward mi guarda stranito e mia madre ridacchia. Crudele. Crudele e malefica donna.

Poco dopo i miei genitori ci salutano per la serata e noi saliamo in camera. Notando che il mio broncio non accenna a sparire il mio dolce ragazzo traditore mi trascina sul letto e mi lascia accoccolare sul suo petto. Inizia ad accarezzarmi i capelli e mi fa la domanda da centomila dollari: “Perché non ti piacciono i tuoi parenti? Credo sia stupendo avere una famiglia numerosa come la vostra! Sicuramente non vi annoiate mai.”

Mugugno nuovamente e sollevo la testa per lanciargli uno sguardo poco comprensivo.

“Perché mi guardi come se volessi accoltellarmi? Che diavolo ho detto? Puoi spiegarmi invece di progettare subito un modo per farmi pagare l’errore che non so di aver fatto?”

Ok, devo calmarmi. Edward non ha fatto nulla e non è colpa sua se il detto ‘parenti serpenti’ è particolarmente azzeccato per rappresentare quella vipera di mia cugina.

Mi sporgo verso di lui per scusarmi con un bacio e come al solito, appena sfioro le sue labbra perdo il senso della realtà e dimentico tutto intorno a noi e il motivo per cui lo sto baciando. Non che di solito abbia bisogno di un motivo. Le sue mani mi accarezzano la schiena e le mie si muovono sui suoi meravigliosi pettorali. Con una mano decido poi di avventurarmi verso gli addominali e poi ancora più giù. A quanto pare le mie scuse stanno entusiasmando parecchio il mio focoso ragazzo. Sto per slacciargli i pantaloni per sentire direttamente la sua evidente eccitazione, quando mi spinge leggermente sulle spalle allontanandomi.

“Non che io non stia gradendo le attenzioni, anzi riprenderemo sicuramente il discorso tra un momento, ma… puoi spiegarmi prima che ti è successo?”
Eh? Cosa? Interrompe il mio incontro con Little Eddy per parlare di quell’arpia di mia cugina??? E poi mi dicono che non dovrei odiarla! Mi rovina la vita anche quando non c’è.

“Sei davvero strano tu… mi fermi davvero sul più bello per parlare dei miei parenti?”

“Detto così suona male…sembra proprio una mossa da deficiente! In realtà sono un ragazzo fantastico che è preoccupato perché ha visto la sua ragazza di malumore.”

“Sei adorabile! Evita di esserlo domani.”

“Oookey??”

Non ha ancora capito la gravità della situazione. “Avremo a che fare con l’essere più mostruoso che madre terra abbia mai liberato tra gli umani.”

“Non so se preoccuparmi o rimarcare di nuovo il tuo spiccato senso del melodramma.”

“Ti ricordi il Ringraziamento? Quando mi hai chiamato per il nostro primo appuntamento e siamo stati ripetutamente disturbati da qualcuno?”

“Mhm…sì, era tua cugina mi pare.”

“Già. Tanya. Il mostro di Seattle. Dalle un dito e lei non si prenderà solo il braccio, ma tutto il corpo. Soprattutto se il corpo è il tuo.”

L’ora successiva è dedicata al racconto dei miei moment peggiori con Tanya, in particolare l’episodio di Jeff e il ballo della scuola.

“Quella ragazza è il demonio Edward e tu dovrai stare molto attento domani. Niente gentilezze o attenzioni per lei. Se pensa che ci sia anche solo un briciolo di speranza di averti e fare un dispetto a me, non si darà per vinta finchè non avrà raggiunto il suo obiettivo.”

Edward mi guarda un po’ perplesso, forse cercando le parole giuste per dirmi che sono una pazza esagerata e che qualche dispetto è normale tra bambini.

Mi prende le mani e mi guarda negli occhi: “Ok, questa Tanya già non mi piace solo sentendo quello che ti ha fatto passare. È davvero una stronza. Ma anche se fosse la persona più gentile del mondo, non cederei alle sue attenzioni neanche se mi pagassero. Io ho te, quindi perché mai dovrei interessarmi a qualcun’altra?”

Sentendo queste parole non posso far altro che gettarli le braccia al collo e stringerlo più forte che posso.

“Dio quanto ti amo!! Ti ho già detto oggi quanto ti amo? Se te l’ho già detto te lo ridico: ti amo così tanto che a volte mi sembra di non aver spazio per niente e nessun altro nel mio cuore!”

“Oh, mi ha fatto visita la mia Regina del miele. Buonasera Sua Altezza.”

Gli faccio la linguaccia e lui risponde succhiandola tra le labbra. L’atmosfera passa subito da scherzosa ad elettrizzante. Sorge impellente il desiderio di contatto tra i nostri corpi. L’eccitazione rende i nostri movimenti quasi bruschi e impacciati. Edward si stacca un secondo dalle mia labbra per sfilarmi il maglioncino e mi sussurra seducente: “Direi che ora possiamo riprendere il discorso che abbiamo interrotto prima.” E per interminabili momenti le parole non servono più.
 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: superlettrice