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Autore: CathCarey    11/07/2013    3 recensioni
La magia del primo amore consiste nel non sapere che esso può sempre finire.
Questa storia totalmente autobiografica racconta il mio primo amore, i fatti non sono assolutamente inventati.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi chiesi dove, in quale marcio istante avevamo cominciato a perderci.




2O Settembre, questa data la vorrei eliminare dal calendario.
Mi svegliai, e volevo subito sentirlo , gli mandai il messaggio del  buongiorno sul cellulare, di solito mi rispondeva per le dieci, massimo per le undici quindi non mi preoccupavo se non mi rispondeva subito.
Lavai la mia stanza, aiutai mia mamma nelle faccende domestiche, e solo in quel momento realizzavo quanto fosse bella la mia vita.
Si l'amavo con passione la mia vita.
La vita mi sorrideva, e io incominciavo ad amarmi,  capivo che l'amore che mi stava dando mi stava salvando, lui era la mia roccia, la mia ancora di salvezza, incominciavo a volermi bene e tutto questo era solamente grazie a lui.
Le ore passavano ma niente il suo solito messaggio non arrivava.
Ma non mi preoccupavo sapevo che prima o poi mi avrebbe risposto, non avevo brutte sensazioni, pensavo solamente alle cose belle, pensavo solamente alla mia vita che in così poco tempo cambiò radicalmente.
Mezzogiorno e ancora niente lui non mi scriveva.
Provai a scrivergli su Facebook, ma nemmeno lì rispondeva, ma non pensavo a male, magari aveva qualcosa da fare, magari era impegnato, perchè dovevo pensare a male?
mangiai, era ora di pranzo, parlavo spensierata, e felice, lasciai il cellullare nella mia cameretta con il profilo ad alto volume così l'avrei sentito.
Quando all'improvviso sentìì un messaggio arrivare, avevo un udito fantastico pensai! lo sentivo anche a chilometri di distanza!
Mi alzai tutta eccitata e presi il telefono e andai subito in cucina.
Erano luna e un quarto, non sarei mai più riuscita a dimenticarlo.
Aprìì il messaggio e lessi quelle parole a me sconosciute, quelle parole che mi ferivano, non riuscivo a credere che stesse capitando a me una cosa del genere.
In quel messaggio c'era scritto che le cose tra noi non potevano funzionare, che lui era ancora scottato dalla sua precedente relazione, che non era colpa mia, che io non centravo niente, ero una ragazza dolcissima che meritava di più che uno come lui, e la cosa che mi fece ancora più male è che mi chiese di rimanere amici.
Avevo le lacrime agli occhi, e sapevo soltanto di voler piangere.
Buttai il telefono sul tavolo e andai di corsa in bagno senza guardare in faccia nessuno e chiusi la porta.
Mi accasciai a terra e piansi, mi chiedevo cosa ci fosse di sbagliato in me, mi chiedevo perchè lui si buttasse via, per una ragazza che ormai non lo voleva più, lui mi raccontò della sua ex , e mi raccontò anche delle cose squallide che faceva, ma allora perchè si buttava via per una così che non l'amava come lo amavo io?
Che cosa aveva lei in più di me? perchè non se la sentiva di costruire un rapporto con me? cosa avevo fatto di sbagliato?
Piangevo tanto, mia sorella e mia madre dopo poco mi raggiunsero in bagno, avevano letto il messaggio sul cellulare.
Mi riportarono il cellulare e continuavo a leggere quel messaggio, quelle frasi senza senso.
" Sei dolcissima"
Bene, pensai a cosa mi serviva essere dolce se poi lo dovevo prendere sempre in quel posto?
" Possiamo rimanere amici"  come poteva chiedermi di rimanere amici dopo tutto quello che avevamo condiviso? restare amici non si poteva per chi si era amato come noi, e poi si sapeva fin dal principio  che quando un ragazzo ti chiedeva  di rimanere amici significava  che dovevi farti da parte.
Come aveva potuto cancellare così in fretta tutta la nostra settimana?
Come aveva potuto lasciarmi con un semplice messaggio? almeno poteva essere più uomo a dirmelo in faccia!
Mia madre diceva che non ne valeva la pena, che non era giusto per me, che ce ne sarebbero stati tanti altri, e anche mia sorella disse lo stesso, a loro non era mai piaciuto, si dicevano che avrei potuti averne tanti altri, e non riuscivano proprio a capire che era questo che mi svuotava, che io non volevo amare altri ragazzi, io volevo amare lui.
Non riuscivo ancora a capacitarmene! come era possibile? tutti i miei sogni , i mei progetti svanirono in quel maledetto istante.
Chiamai Maddalena , tra le lacrime e le dissi che mi aveva lasciata, che era tutto finito, mentre parlavo con lei era a telefono con Vincenzo , anche Vincenzo non riusciva a capacitarsi del gesto del suo amico, gli avrebbe chiesto spiegazioni questo era sicuro.
Stavo male, stavo soffrendo, e nessuno fino infondo poteva capirmi nessuno.
Nessuno capiva il mio dolore, tutti si soffermavano solo a dire, che non mi meritava e che non era giusto per me, ma cosa ne sapevano loro? cosa?
Non avevo la forza di andare da mia cugina, non avevo la forza di truccarmi, non avevo la forza di spiegare perchè, perchè non lo sapevo nemmeno io.
Andai da mia cugina perchè mia sorella mi costrinse, anche se non ero dell'umore giusto per festeggiare il suo compleanno, a malincuore per forza dovevo spiegargli cosa fosse accaduto, e lei mi consolava, mi dava una speranza magari si sarebbe pentito e forse sarebbe tornato da me, ma io non ascoltavo io ero triste e infelice e volevo solo lui.
La mia domanda era sempre la stessa! perchè  a me? cos'aveva lei in più di me? perchè si buttava via così? non lo sapevo.
Volevo solo scomparire, forse addirittura morire, e volevo addirittura convincermi che forse era meglio così.
Volevo cancellarlo, volevo odiarlo ma non potevo.
Non ascoltavo niente, volevo solo piangere, tornai a casa di umore nero, cupo, mangiai poco.
Mia cugina scrisse a Mario su Fb gli chiese come mai si comportò così, e gli disse le stesse cose che disse a me per messaggio, che era scottato dalla sua precedente storia e della sua ex, che per il momento non se la sentiva, è che era arrabbiato con se stesso perchè a farne le spese ero stata io.
Lo scrisse anche su facebook " Purtroppo gli stronzi arrivano sempre per le persone sbagliate"
Era riferito a me, era dispiaciuto per come mi aveva lasciato.
Ma questo non cambiava la situazione, io l'avevo perso, e non l'avevo mai avuto.
Dovevo imparare a convivere senza di lui, e non sapevo che infondo non era affatto finita.

  
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