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Autore: Didone24    23/01/2008    9 recensioni
Una sfida dichiarata per gioco si trasformerà inaspettatamente in qualcosa di molto più intenso. Due anime così diverse che si fondono l'un l'altra, creando un'alchimia di sentimenti, passioni e dolori. Ma qualcuno ostacolerà l'unione di Draco ed Hermione...
- Non dirmelo. Sei arrossita, vero? – sussurra sicuro, percorrendomi la schiena con le dita.
- Già. E mi dai i brividi. – confesso senza imbarazzo, per poi poggiare una mano sul suo petto. Sento i battiti accelerati del suo cuore e mi chino per ascoltarli.
- E’ impazzito. Sai, quando ci sei tu non riesce a controllarsi, e non credo che ci riuscirà mai.
- Nemmeno il mio. – sorrido – E non mi dispiace per niente…
Postato il 25esimo capitolo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Un’intensa luce mattutina rischiara la stanza diffondendo un piacevole calore. Un raggio di sole che entra dalla stretta finestra della Torre va a posarsi con grazia proprio sul bel viso di Hermione, che, quando dorme, sembra più una dea che una donna in carne e ossa.

I suoi riccioli color cioccolato le ricadono sul volto sereno. Ha i lati delle labbra leggermente curvati all’insù, come se stesse sognando qualcosa di particolarmente felice. O forse fa semplicemente finta di dormire, chi lo sa. Per godersi la sensazione di essere contemplata, adorata e spogliata con gli occhi di colui che ormai è schiavo del suo amore. Non posso fare altro che guardarla. Che misurare con gli occhi ogni centimetro della sua pelle di porcellana. Non posso che ripetere a me stesso che vorrei non essere mai nato per quello che sto per dirle. O meglio, vorrei non essere mai nato con questo maledetto nome. Un nome, un timbro inflitto a fuoco sulla mia pelle perché non venga mai cancellato.

Rimango rapito da quella visione a lungo, forse per ore. Non oso toccarla, come temendo che svegliandola spezzi un meraviglioso ed effimero sogno.

 

-         Mhmm… - ad un certo punto si sveglia, e io non posso fare altro che sorridere di cuore.

-         Hermione.

-         Draco… allora non è stato solo un sogno…

-         No, è successo davvero. – le rispondo dolcemente spostandole i capelli dal viso.

-         Sai, temevo… che mi sarei svegliata da sola nella mia stanza… senza avere te accanto…

 

Queste parole mi provocano un’intensa fitta allo stomaco. E non so se sentirmi da Dio o infinitamente triste quando lei mi abbraccia forte, lasciandomi senza fiato. Come se volesse aggrapparsi alla sua unica certezza… come se temesse di essere lasciata sola…

 

-         E allora… l’hai detto davvero… quello? – sussurra, sempre ancorata a me.

-         Si. Ti amo.

 

Adesso sento un brivido scuoterla e abbracciarmi ancora più forte.

 

-         Io… ti… ti amo anch’io… - soffia al mio orecchio, procurandomi una dolorosa morsa al cuore. – Non l’avevo mai detto a nessuno.

-         Nemmeno io.

 

Adesso Hermione si scioglie dall’abbraccio e mi fissa negli occhi, seria. Poi, d’un tratto, mi bacia con un trasporto impressionante. E tutte le cose che devo dirle si dissolvono nella mia testa come aria, come se non fossero mai esistite…

 

-         Hermione. C’è una cosa che devo dirti. – sussurro, tenendole la mano.

-         Dimmi pure – sorride.

-         Ecco… devi sapere che qualsiasi cosa succederà… - mi sforzo di guardarla dritto negli occhi. – io non ti dimenticherò mai.

 

Improvvisamente il sorriso radioso di un secondo prima scompare dalle sue labbra, lasciando il posto a un’espressione incerta.

 

-         Che cosa significa?

-         Significa che sei… e sarai sempre… l’unica.

 

Lei continua a fissarmi con incertezza, come se avesse colto qualcosa che io non ho osato pronunciare.

 

-         E…?

-         Che vuoi dire?

-         So che c’è dell’altro, Draco.

 

Non so cosa fare se non tacere. Come se volessi che il silenzio parlasse al mio posto. Ma lo sguardo di Hermione non vuole silenzio, vuole parole, fatti, conferme.

 

-         Mio padre. Sa di noi.

 

La muta risposta di Hermione non mi sorprende. Ciò che invece mi aspettavo non è successo: avrei giurato che i suoi occhi si sarebbero riempiti di lacrime, che avrebbe pianto. E questo dimostra tutta la sua forza, la sua voglia di andare avanti. Non posso fare a meno di attrarla a me, di baciarla, accarezzarla ed essere inebriato ancora una volta dal suo profumo.

 

-         E con questo? – dice lei staccandosi all’improvviso, brusca.

-         E’ per la tua sicurezza…

-         Cosa? Draco, cosa?

-         E’ meglio se non ci vediamo più.

-         No.

 

Adesso lacrime amare inondano i suoi begli occhi dorati. Perché l’ho delusa. Io, Draco Malfoy, non sono stato capace di proteggerla. E per questo non riesco a dire una sola parola. L’unica cosa che posso fare è fissarla, terrorizzato da me stesso e da quello che sono riuscito a provocare nella persona che amo: solo rabbia, e tristezza.

 

-         A me non importa di tuo padre. – dice lei, singhiozzando, con una fermezza che non le avevo mai sentito prima.

-         Non mi importa se mi vorrà ammazzare. Infondo cosa c’è di nuovo, Draco? Tuo padre odia quelli come me.

-         …e la nostra relazione è un motivo in più…

-         NON MI INTERESSA!          - mi interrompe. E mi ritrovo ancora una volta a guardarla, straziato da ciò che io stesso le ho inflitto.

-         Se vuoi davvero… fare qualcosa per me… non lasciarmi.

-         Ci perseguiteranno!

-         La vera persecuzione per me sarebbe starti lontana. Draco, ti prego. Ormai non puoi lasciarmi. Non ti permetto di giocare con me. Ti ho detto che… ti amo, e non c’è mai stato niente di così vero nella mia vita.

 

Lei. Mi sta supplicando. Di non lasciarla.

E le sue parole sono una tortura.

 

-         Io non ho paura di tuo padre. Ho paura di vivere senza te accanto. Perché arrivata a questo punto… non so sul serio cosa farei. Mi accontento di averti solo di notte… di fare finta di niente, di… fingere che non ci sia niente… non m’importa…

-         Hermione. Tu… sei la persona più meravigliosa che abbia mai conosciuto.

 

Faccio una pausa, e lei mi da il tempo. Prendo un respiro, ignaro di tutto quello che la mia decisione comporti.

 

-         Io devo proteggerti. Non mi perdonerei mai se…

-         Non succederà. – dice, sicura.

-         Va bene. Però mi devi giurare che starai attenta. Che non dirai una parola a nessuno. Non devi guardarmi, non devi rivolgermi la parola. Non devi permettere che si scopra come e con chi passi le notti. Qualsiasi cosa io dica o faccia, tu non prestarmi attenzione. Non posso permettere che ti succeda qualsiasi cosa per colpa mia.

-         Lo so.

-         Ogni sera, a mezzanotte, ci vedremo nella Stanza delle Necessità.

-         Grazie. – mi sorprende. Quel timido grazie mi fa sentire ancora più colpevole.

-         Grazie a te, stupida. Sei tu che mi stai dando coraggio per affrontare questa pazzia. Sei tu che mi stai colmando la vita rischiando la tua…

-         …e sono io che ho scoperto chi è davvero Draco Malfoy. – sorride radiosa.

-         Però se continuerai a litigare con Harry e Ron non pretendere che non me la prenderò…

-         Fa parte del piano sfottere quei due! – lei fa un’espressione offesa.

-         Allora fa parte del piano anche insultarti davanti a tutti!

-         Devi proprio?

-         Non ne posso fare a meno.

-         Okay, Mezzosangue…

-         Prima di insultarmi pubblicamente però baciami.

-         Con piacere…

 

Prendo il suo volto fra le mie mani e affondo le mie labbra nelle sue. Ed è come la prima volta. Avere la sensazione di non volerla lasciare andare via per niente al mondo, con il peso di doverlo fare. La fretta di godere dell’ultimo minuto in cui posso averla si impadronisce del mio corpo, impedendomi di fermarmi. E baciarla ancora, toccarla, entrare dentro di lei, piano, poi più veloce, come per dare un ritmo a tutte le emozioni che non so esprimere a parole…

E ancora una volta ci ritroviamo distesi sul freddo pavimento, nudi, stretti l’uno nell’altra come legati da una forza invisibile. Una forza che rende forti, che da coraggio e fa andare avanti. Una forza che non sapevo di avere, e forse nemmeno lei.

 

-         Draco… sei una cosa inspiegabile…

-         Non sai tu.

 

***

-         Se non ci fossero tutte quelle spie in giro ti avrei già chiesto di restare con me fino a domani. – mormora Hermione, senza fiato. – Oh, non era per farti sentire in colpa – ride.

-         Se c’è una cosa che non potrebbe mai farmi sentire in colpa è averti trovata.

 

Poi si lascia guardare mentre si veste, e ancora una volta resto estasiato da quello che i miei occhi non si sarebbero mai aspettati di vedere.

 

-         Cos’è, vuoi che ti vesta io? – ride lei.

-         Magari…

 

Mi alzo, controvoglia. Prendo i vestiti finiti la notte prima sul pavimento e li indosso, come se ormai davanti a lei fossero solo un’inutile costrizione.

 

-         Vai prima tu e scendi dal dormitorio di Grifondoro per andare in Sala Grande. Così non possono sospettare niente. – dico io.

-         E se mi chiedono dove sono stata? Cosa ho fatto? – e qui mi lancia un’occhiata divertita – cosa rispondo?

-         Che ne so, sei tu qui quella intelligente.

-         E così te ne lavi le mani! Complimenti!

 

In risposta la bacio, con una passione prima d’ora sconosciuta.

 

-         Adesso vai.

-         A domani notte.

 

 

E lo guardo ancora un’ultima volta prima di correre verso la Sala Comune. Lo guardo mentre assume la sua solita espressione dura e dannata. E quando entro nel dormitorio, cercando di non farmi sentire, osservo i volti delle mie compagne ancora dormienti come per mandare loro un messaggio segreto che dice “io so cosa c’è oltre quello sguardo”. Si, perché non posso fare a meno di sorridere al solo pensiero di aver visto oltre il guscio gelido di Draco. Io, e solo io ci sono riuscita. Ed è una sensazione meravigliosa.

 

Stranamente non mi spaventa nemmeno il pensiero di quello che mi ha detto prima. I Mangiamorte. Ci hanno scoperti. Sospettano di noi. Ma io mi sorprendo a sentirmi tranquilla lo stesso, perché Draco mi proteggerà, mi starà accanto. Mi fido di lui e non potrebbe essere altrimenti.

E non mi importa nemmeno di essere costretta a ignorarlo. Le notti colmeranno i miei vuoti. Io suo freddo calore saprà saziarmi di tutto quello che mi manca.

 

Mi stendo sul letto con ancora i vestiti addosso. I vestiti che sanno si lui. I miei capelli sanno di lui. Mi piace pensare che, a poco a poco, stiamo diventando una cosa sola. Spero solo che niente e nessuno possa rompere questo amore, che è un po’ come una bolla di sapone che volteggia nell’aria…

 

 

-         Dov’è stata? Non l’abbiamo vista rientrare stanotte…

-         Chissà… in biblioteca?

-         Che dite! Sarà stata con qualche ragazzo!

-         Un ragazzo?

-         E chi?

-         Hermione… con un ragazzo!

-         Impossibile…

-         No…

-         Si!

-         Cavolo, chissà chi è…

 

Voci. Voci che sussurrano cercando di non far rumore, ma si sa che quando un gruppo di ragazze è intento a spettegolare, per di più sulla vita privata di altre ragazze presumibilmente più fortunate, non riesce a non farsi sentire.

 

-         Si è svegliata!

-         Adesso le chiediamo tutto…

 

-         Hermione! – Lavanda Brown mi fa svegliare di soprassalto sventolandomi le sue lunghe trecce in faccia. – Dove sei stata stanotte?

-         Eh? Io? – sinceramente, Lavanda, urlarmi nelle orecchie non è un modo molto rassicurante per ricevere confessioni.

-         Si, tu! Non sei rientrata stanotte! – squittisce Calì Patil, seria.

-         Io… sono stata in biblioteca a studiare fino a tardi… probabilmente stavate già dormendo tutte… - sbadiglio.

-         Davvero? Ma come?

-         Pensavamo che fossi con un ragazzo!

-         Bè, vi sbagliavate.

-         Ehi, che cos’è questo casino? – ed ecco Ginny, la mia eterna salvezza. – Hermione! Sei tornata! – no, intendevo dire il contrario.

-         Fate largo gente, Hermione ha bisogno di respirare!

-         Ma… - comincia Lavanda.

-         Niente ma! – la interrompe Ginny, che in 30 secondi riesce a riportare l’ordine nel dormitorio.

-         Herm, Herm…

-         Ciao Ginny – cerco di sorridere.

-         Stai bene o ti hanno fatto il terzo grado?

-         Diciamo che ci hanno provato.

-         Che pettegole… però a me lo racconti, vero?

-         Cosa?

-         Quello che hai fatto stanotte! E soprattutto… con chi!

-         Io? Oh, ti… ti sbagli… sono stata in biblioteca.

-         Non ti credo neanche morta.

 

Bè, non so che farci. Non posso dire niente a nessuno, ne va della mia vita e di quella di Draco. Solo ora, forse, comincio a rendermi conto del peso che avrà questa situazione, per me e per lui.

 

-         Ginny… - dico, cercando di non farmi sentire dalle altre che sembrano delle Orecchie Oblunghe viventi – Ok. Non sono stata in biblioteca. E non voglio mentirti. Quindi ti dico solo che è una faccenda molto seria e non ne posso parlare… con nessuno.

-         Oh, bè… - risponde un po’ delusa – Se è questione di vita o di morte…

-         Più o meno.

-         Come?

-         Cioè, volevo dire… insomma, è una cosa importante, molto, ma non fraintendere… Ho tutto sotto controllo.

-         Bene. Bè, se un giorno dovessi cambiare idea e volessi chiedermi un aiuto, io ci sarò.

-         Grazie mille. E scusa se ti nascondo sempre tutto. Ma sono costretta, sul serio.

-         Si, ti credo, stai tranquilla.

-         Bene. Ah, Ginny… non dire niente di tutto questo a…

-         Harry e Ron. Lo so.

-         Perfetto.

 

Poi Ginny si allontana, facendomi l’occhiolino e rimproverando le ragazze che ancora cercano di origliare.

E io, approfittando degli ultimi cinque minuti per stare a letto prima che inizino le lezioni, ripenso alla notte appena passata, in estasi. Tormentandomi le labbra ancora rosse e gonfie che i baci roventi di Draco mi hanno lasciato.

 

  
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