Sono
pronta.
Vestita,
pettinata…è possibile che mi debba anche far
bella per lui?
In fondo,
non so neanche chi sia!
Inizio a
ridere.
Manca ancora
più di un’ora a mezzanotte.
E
così,
per ingannare il tempo, mi siedo davanti allo specchio.
Che buffa
che sono!…Inizio a fare quelle faccette spiritose che fanno
tanto divertire
Hermione quando la faccio arrabbiare…
Povera
Herm.
Certe
volte mi viene una stretta al cuore quando la guardo negli occhi.
E’
così
innamorata.
Vorrei
tanto poter provare anch’io un amore grande e forte come il
suo un giorno.
Certo,
non per mio fratello! E’ mai possibile che quello zuccone non
capisca proprio
nulla?
Ma
d’altronde, i ragazzi sono così no?
Sembra
che non capiscano mai quali siano i nostri veri sentimenti;
è come se proprio
non avessero la capacità di comprendere tutto di noi.
E’
così,
non ci resta altro che continuare a sognare. Come fa la piccola e dolce
Herm.
Persa in
questo mare di pensieri, non mi rendo conto che sta per cogliermi una
strana,
ma piacevole sensazione.
Sento
che, lentamente, le palpebre stanno per chiudersi
e…così, cado in un sonno
leggero; e inizio a sognare.
Vedo
attraverso lo specchio un
figura scura, non ben distinguibile, e a me posta di spalle.
Ad un tratto
questa inizia a
parlarmi con voce pacata e rassicurante, dicendomi:
“
Ginevra, so che
questa notte verrai da me. Ma ti prego di non aver paura. Non ti
farò mai del
male; e, d’altronde, come
potrei
fartene?... ”
Ed io a lui:
“ chiunque tu sia, chiamami
Ginny…e se puoi, dimmi chi sei…”
“
Mi spiace piccola
Ginny, ma questo proprio non posso dirtelo ora…anche se
presto lo scoprirai da
te. ”
Lo vedo
allontanarsi sempre di più
da me e svanire nel nulla.
“
Aspetta, ti prego, dimmi almeno
perché mi hai lasciata da sola quel giorno nella foresta, e
cosa mi è successo
veramente? Dimmelo!...”
“ A
tutto il suo
tempo Ginny…non essere impaziente!...”
Ed ecco
che, con ancora il suono di queste parole nella mente, mi sveglio
improvvisamente.
E, prima
che potessi rendermi conto di quello che era appena successo, vedo
posta
accanto allo specchio una busta.
Inconsapevolmente
sorrido.
Sempre la
solita lettera.
La giro: “ Ginny ”.
Questa
è
un’ulteriore conferma che non può esser stato
solamente un sogno.
La apro,
e sfilo la lettera.
Poche
parole. Certamente non chiarificanti.
“
Ti aspetto, Ginny…”.
Ma dentro
alla busta vi è anche qualcos’altro.
Quindi la
riapro e…rimango stupefatta.
Non posso
crederci. E’ semplicemente…magnifico.
Lo tengo
tra le mani, stando attenta a non rovinarlo anche solo con lo sguardo,
tanto è
bello e prezioso.
Un
pettine.
Si,
capisco che possa anche sembrare stupido come regalo.
Ma sono
sicura che questo non sia un oggetto comune.
Un
pettine d’argento.
Curiosa
come mai continuo ad osservarlo, quasi a voler cercare di capire se
fosse mai
stato incantato.
Era
troppo…troppo particolare, insolito … unico.
Inizio a
passarlo tra i miei capelli, e , guardandomi allo specchio , noto
improvvisamente che il magnifico pettine è diventato rosso
fuoco.
Allora,
un po’ intimorita e soprattutto stupita, lo scosto
rapidamente dal viso,
appoggiandolo sul ripiano posto davanti allo specchio.
Rimango
sbalordita.
Ora il
pettine è diventato del colore dell’oro.
Ma non
c’e’ tempo per pensare.
Mancano
solo dieci minuti all’appuntamento e non me ne sono neanche
resa conto.
Come ha
detto lui: “ a tutto il suo tempo
”.